Frattura biossea (tibia e perone) scomposta della gamba: istruzioni per l’uso

Il 16/2/2012 alle ore 6:50, per una scivolata su una rampa ghiacciata dal freddo della notte (per raggiungere il garage di casa ed andare alla stazione per una trasferta di lavoro) mi sono ritrovato in pochi secondi con una frattura scomposta di tibia e perone. Ancora oggi, a distanza di quasi 10 mesi, ne sto riportando le conseguenze anche se  credo che il “calvario” stia per finire: tuttavia l’ho sperato troppe volte e non voglio illudermi troppo.

In questo post cercherò di fornire alcune “istruzioni per l’uso” sulla base della mia esperienza maturata in questi mesi, qualora possano servire di aiuto nel futuro a qualche navigatore che si trovasse nella medesima mia situazione!

Quasi mi vergogno a dire, quando qualcuno me lo chiede, come “stupidamente” sia riuscito a farmi male: nessuna attività sportiva estrema e coraggiosa … solo un semplice sdrucciolone su una stupida rampa ghiacciata per via della neve, maldestramente accumulata ai suoi bordi da una cattiva gestione condominiale. Da decenni uso la bicicletta anche in un contesto cittadino e, a parte qualche livido ed ammaccature alla bici, non ho mai riportato ferite serie; anche sciando o pattinando, una volta sola mi sono rotto un polso alcuni decenni anni fa, comportando un’ingessatura di un mesetto. Tuttavia, ora mi reputo fortunato dopo aver letto proprio qualche giorno fa la notizia della morte accidentale di Edlinger, 52 anni, precursore e re indiscusso dell’arrampicata libera, che sarebbe scivolato da una ripida scala di casa sua, battendo la testa contro il pavimento! D’altra parte anche nell’ospedale dove sono stato operato, ho conosciuto altre due persone che avevano avuto la stessa mia frattura, una per un incidente di moto ma l’altra semplicemente per una caduta saltando malamente una pozzanghera ghiacciata! Perciò, se anche a te è successo qualcosa di analogo mettiti l’anima in pace: perdere la salute o anche morire può essere una questione di un attimo. … e già questo ti deve fare pensare. La nostra società esalta i divertimenti, lo svago, lo shopping, la produttività e la necessità di fare tante cose ininterrottamente (non importa cosa). Già Seneca aveva osservato: “Giunti al momento estremo, tardi comprendono, disgraziati, di essere stati occupati tanto tempo senza concludere nulla” e analogamente, in tempi recenti De Mello sintetizza il medesimo concetto con una battuta: “La vita è quella cosa che ci accade mentre siamo occupati a fare altri progetti“.

Se quindi sei costretto a letto, come avviene almeno per il primo mese dall’incidente, mettiti nell’ordine di idee di riorganizzare la tua vita giornaliera almeno per qualche mese. Come facilmente puoi leggere da alcuni siti medici, la frattura della tibia è una delle più lente a guarire, insieme a quella dello scafoide: si legge anche che generalmente un maschio giovane impiega almeno 5-6 mesi per tornare ai livelli pre-frattura. Dicono inoltre che, anche solo per riprendere le attività quotidiane primarie, bisogna aspettare il permesso dell’ortopedico che di solito viene dato prima della completa calcificazione, dopo 2 mesi circa. Tuttavia, se poi si cerca meglio su Internet si leggono nei forum interventi persone che anche dopo molti più mesi continuano ad avere una calcificazione insufficiente a consentire un carico completo.

Nel mio caso specifico, una volta arrivato in ambulanza al pronto soccorso, mi hanno subito messo un chiodo nel tallone, al solo scopo di mettere in trazione la gamba in attesa dell’intervento: fa un po’ impressione vederti trapanare provvisoriamente l’osso poco dopo l’arrivo in ospedale, anche se in verità l’anestesia locale limita quasi del tutto il dolore percepito da questo veloce intervento, anche se a sentirlo fa raccapricciare. Il vero dolore si ha soprattutto prima dell’intervento quando si è in trazione e al minimo movimento del corpo il dolore alla gamba aumenta nonostante gli antidolorifici: nel mio caso l’attesa è durata quasi due giorni essendo stato operato la sera del giorno seguente con riduzione e osteosintesi con fissatore esterno. Anche qui lo shock è notevole: dopo l’intervento di un’ora con anestesia epidurale che annulla la sensibilità di entrambe le gambe per diverse ore, vedi la tua gamba sanguinante con sei grossi chiodi piantati nell’osso e che tengono un oggetto nero metallico esterno, generalmente mai visto prima di allora. Quando i medici mi avevano parlato, prima dell’intervento, della loro intenzione di utilizzare un “fissatore”, nella mia ignoranza avevo pensato si trattasse di un qualche tipo di collante di ausilio ad attaccare le ossa: vedi cosa vuol dire essere amante del bricolage e non sapere quasi nulla di medicina!! D’altra parte gli attrezzi che avevo visto usare dagli ortopedici erano così simili a quelli di un falegname …

Fissatore durante una medicazione dei chiodi

Fissatore durante una medicazione dei chiodi

Fissatore con garze sterili per impedire infezioni

Fissatore con garze sterili per impedire infezioni

Poi sopraggiungono i piccoli/grandi disagi  di ogni ricovero ospedaliero che richieda l’allettamento di giorni, … dalle necessità fisiologiche, alle flebo, ai lamenti anche notturni degli altri pazienti. Vieni catapultato in poche ore in un mondo diverso, fatto di sofferenza e di disagi a cui non siamo abituati e che abbiamo (volutamente o meno) ignorato magari da anni se non da sempre.

Poi incominci ad apprezzare l’impegno degli infermieri e dei medici che giorno e notte corrono indaffarati nel reparto … e talvolta subiscono anche critiche da alcuni pazienti! Ti accorgi anche che buona parte del personale infermieristico, che svolge generalmente i lavori più duri, è di provenienza extracomunitaria e sia il loro impegno sia le loro capacità tecniche non si differenziano da quelle degli altri colleghi nati in Italia … anzi!

Le giornate in ospedale passano veloci o lente a seconda delle volte: tutto è cadenzato da procedure prestabilite che subito impari: la sveglia all’alba per iniezioni/prelievi o l’assunzione di medicine, poi la colazione e la visita dei familiari, poi il giornalaio, la visita medica, il pranzo, … gli amici nella visita serale, la cena e poi il sonno disturbato sia dal dolore sia dai rumori del reparto.

Dopo meno di una settimana le dimissioni. Ti senti felice, pensi che quasi tutto sia finito … almeno il peggio: prendi facilmente per buone alcune ipotesi ottimistiche di qualche medico che, sollecitato da tue domande, ti ipotizza pochi mesi per una completa ripresa.

Il ritorno a casa in ambulanza

Il ritorno a casa in ambulanza

La verità, che scopri poi piano piano ad ogni visita di controllo, è che ogni frattura di tibia è un caso a parte e qualsiasi previsione è perlomeno azzardata e può al limite basarsi solo su meri calcoli statistici. Scopri anche che ci sono casi in cui il perone (di più veloce consolidamento) si salda in modo tale da impedire il consolidamento della tibia e questo può addirittura richiedere un nuovo intervento per “romperlo” e consentire l’avvicinamento opportuno dei due spezzoni di tibia. Scopri magari anche, parlando con un inserviente di un ristorante che vedendoti in stampelle si sente in dovere di riportarti la sua esperienza vissuta qualche anno prima, che esistono casi di calcificazioni “apparenti”, per cui una volta tolti i chiodi (e non avendo quindi più il supporto del fissatore per scaricare parzialmente e/o orientare correttamente il carico del peso sulla frattura) alzandoti un mattino ti può capitare che l’osso, solo in apparenza consolidato, si rompa nuovamente
… torni allora a casa senza avere molto apprezzato il menù di quella sera!

Per intanto le lastre mensili rimangono sostanzialmente immutate per i primi 4 mesi, evidenziando anche segni di osteopenia diffusa. A luglio, dopo 5 mesi ti sembra un sogno riuscire a camminare con una sola stampella anche se le radiografie e visite di controllo consigliano di posticipare ancora la rimozione dei chiodi che intanto si infettano prima uno e poi un altro sebbene mia moglie medico si occupi delle medicazioni che vengono quindi effettuate con tutti i crismi. Per due volte l’infezione peggiora e devo prendere degli antibiotici per impedire che raggiunga l’osso … oltre ovviamente a continuare l’iniezione giornaliera di eparina come profilassi, non avendo il carico completo.

Ai 7 mesi dall’infortunio, in day hospital mi rimuovono il fissatore in sala operatoria con una piccola anestesia generale (con mascherina) che penso sia durata pochi minuti: meno doloroso del previsto! Da un’amica medico ho saputo che in altre strutture (quali ad esempio il CTO) la rimozione dei chiodi viene spesso effettuata non in sala operatoria e non con una anestesia totale … il dolore durerà pure poco … ma sono contento che l’ortopedia del G. Bosco utilizzi una procedura differente!!
Poter finalmente dormire in qualsiasi posizione non avendo più il fissatore mi sembra un sogno ed accetto di buon grado di riprendere entrambe le stampelle e di riportare al 50% il carico in quanto la lastra radiografica rileva ancora una calcificazione assai incompleta. Lo svilupparsi di un’allergia diffusa alle garze medicate non aiuta il processo di guarigione delle ferite dei chiodi rimossi, così come un prurito diffuso di causa non bene identificata (forse nervosa).

Gamba dopo la rimozione del fissatore e dei relativi chiodi

Gamba dopo la rimozione del fissatore e dei relativi chiodi

Allergia sviluppata alle garze medicate

Allergia sviluppata alle garze medicate

Senza fissatore posso comunque iniziare sia la magnetoterapia di ausilio al consolidamento delle fratture (6 ore al giorno), sia la fisioterapia: mi viene detto che più di tutto serve stimolare l’osso e quindi farlo lavorare il più possibile sebbene gradualmente e rispettando il limite del dolore. Mi informo per sapere quanto costa affittare un apparecchio di magnetoterapia e mi convinco che probabilmente è meglio acquistarne uno nuovo con possibilmente fasce che si adattino agevolmente alle mie esigenze. Certo è un po’ fastidioso stare per ore con quella fascia con il velcro attorno alla gamba, nel punto della frattura, … ma se questo può servire a qualcosa, si sopporta anche questo! :-/

Apparecchio per magnetoterapia MAG-2000 Plus e MAG-2000

Sembra incredibile come bastino pochi mesi in cui non si cammina per far perdere i meccanismi automatici e richiedere uno sforzo mentale notevole per ricominciare pian piano ad imparare nuovamente lo schema del passo. I due mesi di fisioterapia che si stanno per concludere tra due settimane stanno dando gli esiti sperati: a giorni alterni faccio un’ora di fisioterapia e due ore di camminata ed i restanti giorni vado in palestra per un’ora di esercizi che mi hanno prescritto, più un’ora di piscina e la solita camminata giornaliera mattutina. La gamba nel pomeriggio è ancora gonfia e dolente e richiede di stare in alto, nonostante il bravo fisioterapista mi abbia fin da subito fatto dei massaggi linfodrenanti ed abbia utilizzato il taping per aiutare il linfodrenaggio e far sgonfiare la caviglia, rendendo meno doloroso il passo. Soprattutto inizialmente gli effetti di questa tecnica sono stati sbalorditivi, sebbene fossi scettico: ti senti la gamba più leggera e il gonfiore si riduce soprattutto al mattino, permettendoti di fare gli esercizi richiesti per aiutare il consolidamento e rinforzare i muscoli, rimasti inattivi per molti mesi. Il gonfiore comunque rimane soprattutto nel pomeriggio e la sera: solo da pochi giorni l’uso di un gambaletto elastocompressivo, consigliatomi sempre dal fisioterapista, riesce finalmente a contenere meglio il gonfiore del piede e quindi a migliorare la circolazione e di conseguenza diminuire il dolore.

Tuttavia ancora oggi non riesco a premere la frizione della macchina in quanto, oltre a sentirla durissima da abbassare, ogni volta ho dolore all’osso nel punto della frattura. Per fortuna qualche volta riesco a farmi imprestare da mio cognato, che ha un’autoscuola, la macchina automatica accessoriata per consentire a persone disabili di prendere la patente: purtroppo dovendola usare lui per lavoro me la può imprestare solo saltuariamente … ma è grazie a lui che riesco a rendermi talvolta un minimo indipendente negli spostamenti. Ricordo ancora i primi mesi su seggiola a rotelle, sicuramente i più duri: non riuscire a muoversi se non in ambito domestico ti fa sentire come in una prigione. Ma anche quell’esperienza ha lasciato degli insegnamenti: ora penso che tutti dovrebbero almeno una volta provare per tempo cosa significa muoversi su una carrozzina. Forse solo così capisci veramente cosa siano le fantomatiche barriere architettoniche di cui forse uno ha sentito parlare, dai gradini dell’uscio di casa a quello di alcuni marciapiedi. Quante volte per i controlli periodici per raggiungere l’ospedale (fortunatamente vicino a casa), abbiamo dovuto fare la gincana tra le auto parcheggiate anche sulle strisce pedonali in prossimità dell’ospedale stesso! L’inciviltà di troppe persone dovrebbe essere punita con più frequenza da chi dovrebbe fare rispettare le regole civili di convivenza.

In seguito, quando sono riuscito a prendere con le stampelle la metropolitana leggera davanti a casa, ho potuto apprezzare come quasi sempre ci sia stata una persona che subito si sia offerta per lasciarmi il posto … e spesso si è trattato di un extracomunitario … anche perché ormai sembra che almeno alcuni mezzi pubblici siano frequentati principalmente da studenti ed extracomunitari. Quando ho dovuto recarmi al CTO ed attraversare tutta Torino in tram nelle ore di punta, ho realizzato come il servizio pubblico non tenga minimamente conto delle esigenze delle persone con qualche handicap o anche solo anziane: per più di un’ora ho dovuto aspettare un pullman in quanto erano tutti stracolmi di studenti schiacciati come sardine!!

Oltre a lanciare una nota positiva sul servizio sanitario di fisioterapia dell’ASL di via Montanaro, desidero evidenziare positivamente non solo le visite di controllo dei medici dell’ospedale G. Bosco ma anche di quelle del medico dell’INAIL. Prima di andare alla prima visita ispettiva, pensavo di trovare un burocrate senza particolari conoscenze mediche, come purtroppo avviene talvolta in certi ambiti di controllo (ne ho avuto da poco un esempio in una penosa visita medica, se così si può chiamare, per il rinnovo della patente che mi scadeva proprio a fine mese): invece mi sono trovato un valido ortopedico che fino a pochi anni fa lavorava al CTO e che ogni volta mi visita accuratamente, visiona le lastre radiografiche non limitandosi a leggere i referti e mi fornisce anche consigli medici. Le sue visite durano pressapoco quanto quelle del periodico controllo ospedaliero! Talvolta in questa nostra Italia disastrata dalla corruzione e dall’inefficienza si trovano isole quasi miracolose di competenza anche dove uno non se lo aspetta …

Riporto due radiografie, la prima con fissatore presente da circa 4 mesi, la seconda è la più recente (poco meno di un mese fa, quasi a 6 mesi dall’incidente) dove, pur evidenziando segni di consolidamento agli estremi della frattura, anche per un profano come me è evidente il persistere di una mancanza di un completo consolidamento dell’osso che giustifica sia il gonfiore sia i dolori che ancora persistono. Vedremo le lastre della prossima visita programmata il 10 dicembre … in questo mese di fisioterapia intensiva e di palestra non posso certo dire di non avere stimolato a dovere l’osso!! 😉 Ma non voglio farmi troppe illusioni …

Radiografia con fissatore (9/5/2012)

Radiografia con fissatore (9/5/2012)

Radiografia con fissatore rimosso (25/10/2012)

Radiografia con fissatore rimosso (25/10/2012)

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Evidente gonfiore di caviglia e gamba Evidente gonfiore di caviglia e gamba

Volendo infine elencare alcuni consigli, eccovene una lista:

1) Se ti sei fatto male sul lavoro o mentre ti recavi al lavoro, comunicalo al pronto soccorso in quanto probabilmente anche in quel secondo caso rientri in infortunio in itinere (che tuttavia non vale se il mezzo di locomozione che stavi usando è una bicicletta e l’incidente è avvenuto al di fuori di una pista ciclabile.
PS: sembra che, per fortuna, ora si sia coperti anche se si viaggia in bici fuori da una pista ciclabile). L’apertura di un infortunio comporta diverse agevolazioni tra cui l’assistenza dell’INAIL e il non dover restare a casa durante le ore diurne per eventuali visite di controllo. In questo caso dopo ogni visita all’INAIL rammenta di andare all’ASL con il certificato da loro rilasciato per richiedere l’esenzione sul pagamento del ticket per patologia. Sulla base di questo documento il tuo medico di base indicherà sulla ricetta il codice di esenzione L04. Te lo dico perché noi, non sapendolo e inizialmente non essendo stati avvisati, abbiamo pagato il ticket della prima radiografia.
Inoltre, nel caso di infortunio che determini una percentuale di invalidità, in genere una ditta stipula per i suoi dipendenti un’assicurazione che interviene con un rimborso non indifferente: è ovviamente necessario chiedere di aprire una opportuna pratica con quella assicurazione per far valere i propri diritti. Purtroppo, sempre parlando in generale, le ditte tendono a non aprire di default pratiche che possono tornare poi economicamente sconvenienti (i.e. tendono a minimizzare l’apertura sia di infortuni sia di richieste di rimborsi dall’assicurazione) per cui è opportuno interessarsi di persona affinché il dovuto venga effettivamente fatto!

2) Per i primi mesi, ti conviene affittare o farti imprestare una carrozzina possibilmente pieghevole, in modo (all’occorrenza) da poter essere agevolmente caricata nel baule di una macchina: visti i costi di alcune carrozzine assai economiche (sotto i 100€) vendute online, magari non eterne ma comunque leggere e di pronto utilizzo, si può eventualmente valutare se conviene poi acquistarne una.
Dal momento che poi probabilmente dovrai usare le stampelle per diverso tempo, ti consiglio di acquistare quelle che hanno un largo supporto sull’avambraccio, capace di scaricare il peso su un’ampia zona del braccio. Infatti io, dopo qualche tempo, ho dovuto cambiarle in quanto quelle precedenti, che avevano un supporto largo solo tre dita, dopo un po’ mi procuravano dolore sul braccio nella piccola zona dove veniva scaricato tutto il peso. La differenza di prezzo è minima per cui conviene fin da subito prenderle del tipo mostrato nella foto sottostante (ne trovi diverse tipologie analoghe anche online dove puoi trovare un’ampia scelta … e ti arrivano in pochissimo tempo direttamente a casa). Io avevo infine preso queste e mi ero trovato molto meglio che con altre precedentemente acquistate: per di più, ho visto ora che viene anche venduta singolarmente (sebbene economicamente costi ben più della metà che acquistare la coppia) semmai uno avesse la necessità di usarne solo una oppure desideri tenerne comunque una di scorta! 🙄

Stampelle con ampia base di appoggio sull'avambraccio

Stampelle con ampia base di appoggio sull’avambraccio

In quella foto ho ripreso anche un bastone di alluminio (generalmente venduto per camminate in montagna) che può tornare utile successivamente quando viene consentito il carico completo (è leggero, si può agevolmente ridurre di dimensioni, in modo da portarselo sempre nello zaino ed utilizzarlo in caso di necessità, ad esempio quando si è più stanchi e la gamba fa più male): quest’ultimo tipo di bastone, se non pensi di utilizzarlo anche successivamente per “vere” camminate in montagna e quindi ora desideri spendere poco, si può trovare per pochi euro anche al mercato nei banchetti dei cinesi o anche online.
Nota che l’altezza corretta delle stampelle deve essere regolata in modo da avere la mano allo stesso livello dell’attacco al bacino del femore (o osso della coscia).

3) Prenota una visita fisiatrica per tempo in modo da iniziare la fisioterapia pochi giorni dopo la rimozione del fissatore: la riabilitazione è assai importante ed è bene avvenga non appena si può iniziare, vale a dire dopo la rimozione del fissatore. Cammina molto, cercando di stimolare l’osso a consolidarsi, pur rispettando la soglia del dolore e le prescrizioni mediche. Valuta con il fisioterapista l’opportunità dell’uso del taping e, successivamente, quella di un gambaletto elastocompressivo: a me hanno aiutato molto entrambi.

4) Probabilmente molto prima di vedere un fisioterapista dovrai cimentarti nel muoverti con le stampelle. Personalmente non ho trovato particolari difficoltà quando dovevo usarle entrambe e non caricare nulla (si fanno avanzare le due stampelle e poi si saltella con la gamba sana), mentre devo dire che non mi è venuto naturale scoprire il corretto uso della stampella quando il carico deve essere parziale ed ancor meno quando mi è stato prescritto di usare una sola stampella in modo da stimolare adeguatamente l’osso. La “regola” fondamentale è di far fare alle stampelle (o alla stampella quando poi se ne potrà usare solo una) lo stesso movimento della gamba malata, in modo da rendere il tutto il più possibile sincrono e quindi scaricare parte del peso secondo la prescrizione medica (qualche prova utilizzando un pesa persona casalingo può essere utile, ma sicuramente il metodo più consono per capire quanto caricare è la soglia del dolore).
Per cui per scendere/salire le scale, poco prima si appoggiano entrambe le stampelle e quindi quasi contemporaneamente la gamba malata.
Nel caso di uso di una sola stampella, questa innanzitutto deve essere usata dal braccio opposto alla gamba malata, e anche in questo caso deve muoversi in modo sincrono con quest’ultima.

5) Cerca di non perdere le conoscenze utili per la tua attività lavorativa: sopratutto se operi in settori che evolvono velocemente, come ad esempio l’informatica, è importante continuare a tenersi aggiornati sulle evoluzioni tecnologiche … ed in questo Internet aiuta assai! Io personalmente, occupandomi di tecnologie Microsoft, ho seguito ad esempio i diversi eventi in streaming dei loro nuovi prodotti, ho curiosato nei loro blog.
… di programmare in prima persona ci ho provato ma non ci ho la testa, … richiede una concentrazione (e spesso anche una frustrazione quando qualcosa – come spesso accade – non funziona come dovrebbe) che attualmente non ho, soprattutto qui a casa; inoltre, spesso gli sviluppi richiedono un lavoro di equipe che è possibile svolgere solo trovandosi, perlomeno periodicamente, in uno stesso ambito lavorativo.

6) Considera questo periodo della tua vita in cui non puoi muoverti e spesso devi stare sdraiato con la gamba in alto, come un’opportunità per leggere libri e fare cose che diversamente non avresti avuto modo di fare se non, forse, andando in pensione. Presto ti accorgerai che molte delle attività che facevi non erano poi così essenziali e che il mondo continua a girare anche senza di te, senza quei tuoi impegni ed attività. Meglio scegliersi anche un’attività manuale che impegni la mente scacciando la depressione che inevitabilmente ti assale in certi momenti (quando per l’ennesima volta il medico guarda la radiografia e te ne programma un’altra per il mese seguente perché non ci sono stati grandi miglioramenti): ad esempio, io ho preso uno scanner per digitalizzare le migliaia di diapositive/negativi da me scattate nel secolo scorso, oltre a riversare sempre in digitale i film della mia infanzia. Come bene ha descritto Enzo Bianchi in un suo libro che ho letto recentemente (“Ogni cosa alla sua stagione“), ci sono, nella vita che scorre, periodi diversi che uno dovrebbe saper cogliere, tra i quali quelli della memoria e del ricordo che talvolta ci rallegrano ed ancora ci stupiscono, sebbene altri ci facciano soffrire. Le immagini delle fotografie, come forse ancor più i filmati, sanno richiamare emozioni e ricordi che sembravano dimenticati nel tempo … ed il tutto ti aiuta a riflettere.
Una lunga degenza aiuta anche a distinguere già epidemicamente chi ti è veramente vicino da chi ti telefona o ti viene a trovare solo per curiosità o per altri motivi che non riguardano la sfera degli affetti.
Anche se il computer con Internet può costituire un utile momento di svago e di legame con il mondo esterno oltre che di relazione con amici, si deve stare attenti a non diventarne dipendenti: solo dopo alcuni mesi sono riuscito a “disintossicarmi” e a preferire la lettura di un buon libro a una continua presenza online. Anche la facilità con cui si possono effettuare acquisti online può costituire un pericolo ed un facile mezzo di conforto momentaneo da cui prendere le distanze … anche se non sempre è facile!

Informazioni su Enzo Contini

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430 risposte a Frattura biossea (tibia e perone) scomposta della gamba: istruzioni per l’uso

  1. Enzo Contini ha detto:

    Per quello che ne so, se la gamba viene tenuta in basso tende un po’ a gonfiare ma camminare serve per riattivare la circolazione per cui è bene cercare di farlo senza sforzare e non per lungo tempo. Comunque, soprattutto se la gamba gonfia troppo da far male, è bene chiedere all’ortopedico…

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  2. Anonimo ha detto:

    Salve a tutti volevo chiedervi se anche a voi quando avete iniziato a caricare peso e camminare vi è gonfiata la gamba?

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    • Anonimo ha detto:

      Mio figlio di 13 anni a luglio ha riportaro la frattura di tibia e perone. Applicato fissatore esterno, tolto a fine anno dopo oltre 5 mesi. Abbiamo vissuto molto di quello che hai vissuto te…

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  3. Anonimo ha detto:

    Salve a tutti mi chiamo Agata scrivo da Catania (grazie Enzo per aver creato questo blog) a luglio mio marito un collega di lavoro lo ha investito con un muletto elettrico risultato tibia e perone rotti frattura scomposta esposta pluriframmentaria. Lo stesso giorno ha subito il primo intervento per far entrare l’osso 😔 dopo circa un mese di ricovero (ferita esposta non ancora chiusa) hanno optato per il fissatore circolare, dopo un mese fatta prima radiografia osso in sede ma ancora nessun segno di callo osseo l’ortopedico mi dice normale ci vorranno circa 60 giorni per vedere inizio callo osseo (frattura bruttissima dicono gli ortopedici) il 3 ripeteremo radiografia per vedere se può iniziare a caricare peso. Mi fido poco dell’ospedale ad esempio a mio marito non hanno dato nessuna terapia da fare a casa qui ho letto di vitamine d e silicio (io ho fatto da sola facendomi consigliare in farmacia hanno dato degli integratori ho iniziato la magnetoterapia). Inoltre, per quando riguarda l’infortunio, essendo avvenuto a lavoro dovrà pagare solo Inail o anche l’assicurazione del muletto? Il collega che lo ha investito non rispettato codice di sicurezza all’apertura della porta automatica del capannone non solo non si è fermato ma camminava in avanti cosa vietata avendo davanti i colli che gli impedivano di vedere chi avesse davanti per quello ti dicono di camminare sempre indietro! La domanda è: posso denunciare l’assicurazione del muletto oppure no perché l’infortunio lo gestisce l’Inail?

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    • Enzo Contini ha detto:

      Premetto che non sono assolutamente esperto del settore infortunistico e mi baso unicamente sulla mia esperienza. Come ho scritto, io ho richiesto al mio datore di lavoro di denunciare l’infortunio alla assicurazione con la quale ero assicurato come dipendente: penso che anche la ditta di suo marito si sia premunita con una assicurazione contro danni subiti dai dipendenti durante le loro mansioni. È necessario farne esplicita richiesta (scritta) in quanto le ditte tendono a non denunciare la cosa (penso per non aumentare i canoni dell’assicurazione e/o per motivi statistici di visibilità verso l’esterno della ditta stessa).
      L’assicurazione dovrebbe pagare quindi l’infortunato per i danni fisici subiti (richiederà visita da un perito, per stabilire il punteggio di invalidità subita). Altra cosa è l’INAIL che deve pagare lo stipendio all’infortunato fin quando dopo una sua visita di controllo (generalmente mensile) non stabilirà che è guarito e può tornare al lavoro.
      Nel tuo caso in cui c’è di mezzo anche un’assicurazione di un veicolo (del muletto) non so bene come funzioni nei confronti di una probabile assicurazione che anche il datore del lavoro ha stipulato per i suoi dipendenti: potrebbero intervenire entrambe…
      Spero di essere stato chiaro. Conviene chiedere anche ad un rappresentante sindacale, meglio se è presente nella ditta stessa. Può essere il caso, semmai, di rivolgersi ad un avvocato del lavoro…
      Eventualmente chiedi pure ancora a me, anche se penso di averti detto tutto per quello che so.

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      • Anonimo ha detto:

        Salve Enzo gentilissimo come sempre. Io già ho preso un avvocato che mi dice che deve pagare l’Inail essendo un assicurazione dei lavoratori, ma a me è venuto il dubbio possibile che l’assicurazione del muletto che ha provocato il danno non debba risarcire? Per cui ho contattato un altro avvocato ho appuntamento martedì…ti faccio sapere !

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  4. Patrizio ha detto:

    Ritorno dopo 6 anni su questo blog per raccontare l’ esperienza che mi è capitata: dopo circa un anno e mezzo dalla guarigione un bel giorno dopo aver camminato circa 500 mt in piano mi coglie un acutissimo dolore al piede sinistro ( quello della gamba operata ), il dolore mi sembra tale da assomigliare ad un attacco di gotta . Mi metto a letto con un antidolorifico e sembra tutto passato. Dopo due ore prendo la macchina per tornare a Torino ( ero in Liguria ) e dopo 20 km mi devo fermare in una piazzola buttandomi per terra dal dolore. Non so come ho fatto a tornare a Torino. Dormo la notte ed il mattino dopo non ho niente ma bastano pochi passi e torna il dolore acutissimo che mi impedisce di camminare. Vado dall’Ortopedico che non mi trova niente , vado dal Neurochirurgo che mi dice non essere un problema Neurologico ( tipo sciatica per intenderci).Vado dallo Specialista del Piede in Clinica Privata che dopo avermi fatto aspettare un ora mi visita superficialmente e mi dice che non ho niente. Allora mi autoprescrivo una Ecografia dei tessuti molli del piede e vado al CTO dove il radiologo mi diagnostica una Borsite infiammatoria che coinvolge anzi incarcera un nervo del metatarso ( l’avampiede per intenderci), alla fine trovo una fantastica fisiatra che con un ciclo di tre infiltrazione mi recupera alla vita attiva ( avevo pensato visto il dolore lancinante persino all’amputazione terapeutica del piede ).
    Ma la vera svolta è stata trovare uno specialista Tecnico del piede che con un esame posturale e del cammino computerizzato mi ha costruito due plantari e spiegato che nonostante anzi a causa del buon risultato ortopedico del fissatore la dinamica del piede era un poco cambiata e quindi l’appoggio del piede sinistro si era modificato costringendo il metatarso a spingere maggiormente in un punto preciso. Dopo questa esperienza ho trovato almeno altre due persone che dopo il fissatore hanno avuto problemi analoghi. MORALE anche dopo un ottimo recupero la statica del piede può essere modificata e quindi comunque un plantare di alleggerimento può essere utile meglio se fatto su misura . Salutissimi e spero che la mia esperienza serva a qualcuno.

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  5. Alice ha detto:

    Ciao ragazzi, ciao Enzo!
    Lo scorso 13 Marzo (2022) ho riportato una frattura biossea di tibia e perone, tibia scomposta con osso che stava per uscire dalla pelle (Non vi dico il senso che faceva 🙈).
    Cercavo informazioni su dolori e fisioterapia (che sto già facendo da 3 settimane) e mi sono imbattuta in questo blog! Anche io scivolata sul ghiccio e crak! Rotta tutta.
    Nel mio caso hanno inserito un chiodo midollare, quindi all’interno della cavità della tibia (niente all’esterno) dopo 2 giorni di trazione (Frattura spirale che aveva accorciato la gamba). Di conseguenza ho tolto i punti dopo sole due settimane, ho iniziato con esercizi senza carico ma di rinforzo muscolare dopo 3 settimane dall’operazione e mi ritrovo ora, a esattamente 51 giorni dall’incidente, con una sola stampella e con il 50% del carico. Dopo un mese ai raggi avevo già iniziato a fare il callo osseo. Spero però di non essere fra quei pochi che “sembrava fosse guarito e invece”….. 😱
    Capisco lo stare a letto, lo sentirsi in una gabbia e auguro il meglio a te, a tutti! So quanto dolore fisico, ma anche psicologico, posso causare questo tipo di infortunio, soprattutto alle persone che, come la maggior parte di noi, hanno una vita attiva, un lavoro, una casa di cui occuparsi e di punto in bianco non hanno più il controllo di fare ciò che vogliono quando vogliono.
    Una pronta guarigione a tutti!!!
    Alice

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    • Enzo Contini ha detto:

      Grazie Alice di averci raccontato la tua seppr “breve” esperienza che penso possa dare coraggio a molti appena infortunati dal momento che il tuo processo di guarigione sta procedendo molto bene! Come avevo tenuto doveroso sottolineare anche nel mio post, ogni frattura è un caso specifico (sia di per sè per com’è fatta sia per fattori relativi all’infortunato, quale ad esempio la sua età e costituzione) e qualsiasi generalizzazione non è opportuna soprattutto se uno non è del mestiere…
      Un abbraccio e continua così!!! 😉

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  6. Pietro Alessandro ha detto:

    Frattura scomposta di tibia e perone con intervento di osteosintesi con chiodo endomidollare…era il 2006, il 26 ottobre e in moto e parecchi kg indietro… un lento e inesorabile aumento di peso che ad oggi mi rende un quarantenne all’inizio di una obesità grave per fortuna non ancora sfociata in problemi cardiaci o respiratori.
    Mi ritrovavo a cercare informazioni sul gonfiore soprattutto riguardante quella della frattura e sono capitato nel suo blog di qualche anno fa. So che soprattutto dovuto alla mia condizione di obeso ma spesso forse si cerca una causa diversa dal vero problema. Forse perché non si ha il coraggio di affrontarlo di petto.
    Mi sono ritrovato e trasportato in ricordi quasi dissolti. Ma qualcosa è scattato leggendo e forse posso recuperare qualcosa per riprendere in mano la mia vita.
    Spero possa leggere queste mie considerazioni. E se così non fosse comunque sono servite… forse… non so. Ma in questo momento lo voglio credere.

    Saluti

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    • Enzo Contini ha detto:

      Grazie Pietro del tuo commento. Spesso, anche a distanza di anni, ripensare a momenti difficili della propria vita può servire per prendere maggiore coscienza e affrontare altri problemi “di petto”, come tu stesso dici.
      Sono sicuro che potrai vincere anche questa nuova battaglia, così come eri riuscito a vincere quella della frattura.
      Un abbraccio.

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  7. Ginorossi ha detto:

    Ciao a tutti il 14 maggio ho fatto un incidente mi sono rotto tibia e perone mi hanno messo il fissatore. Oggi 27/12 la brutta notizia: non ce ombra di guarigione, quindi dopo le feste di nuovo in ospedale x togliere il fissatore e mettere il gesso x 20 giorni per poi mettere di nuovo il fissatore, quello che prende tutto il giro della gamba. Sono disperato vi giuro…

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    • Enzo Contini ha detto:

      Ciao Gino. Comprendo benissimo il tuo stato d’animo, ma purtroppo disperarsi non serve a molto, anzi! Se sei in un buon centro, confida negli ortopedici e vedrai che, anche se i tempi si allungano, la soluzione al tuo problema esiste e bisogna avere solo ancora molta pazienza. Ce la puoi fare…
      Un abbraccio

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  8. Marika ha detto:

    Ciao Enzo sono Marika ho 26 anni quasi 2 settimane fa ho avuto un incidente con frattura assiale di Tibia e mi hanno messo lo stesso ed identico fissatore che avevate voi, il 23 mi hanno operata e sono uscita il 24 la sera del 25 dai 3 buchi di vicino alla caviglia esce sangue e allora mi sono recata in ospedale e l”ortopedico mi ha detto che è normale perché sta spurgando la gamba .
    Volevo sapere anche a voi usciva sangue dai buchi di sotto???

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    • Enzo Contini ha detto:

      Un po’ di sangue può uscire. L’importante eè pulire bene e disinfettare in modo che non ci siano infezioni dove ci sono i chiodi. Io ho dovuto in più occasioni prendere antibiotici perchè alcuni si erano infettati nonostante le attenzioni. Altrettanto importante è fare le visite di controllo dall’ortopedico e contattarlo quando eventualmente hai dubbi come hai fatto tu.
      I buchi in basso, quelli vicino alla caviglia sono i più fastidiosi… devi avere pazienza!
      Un augurio di guarigione e un abbraccio…

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  9. Cinzia ha detto:

    Ciao Enzo, mi chiamo Cinzia e ho 47 anni. Il 5 luglio scorso sono stata vittima di un incidente motociclistico in cui il mio amico
    (si chiamava Enzo..) purtroppo ha perso la vita. Io sono stata fortunata, innumerevoli fratture (tibia, perone e piatto tibiale sx, calcagno, astragalo e femore dx, bacino, coggice, due vertebre, quattro costole perdita di un muscolo del gluteo e una ferita che arriva agli organi genitali). Dopo sette mesi (3 mesi e mezzo di ospedale) porto ancora un fissatore esterno e una stomia che spero sia temporanea. Odio questo fissatore perché non mi permette di camminare bene nemmeno con le stampelle, non riesco a riposare nella mia posizione preferita e visto che non mi sono fatta mancare nulla ora ho un’ infezione alla gamba. Spero che l’ortopedico a cui mi sono rivolta e che mi vedrà settimana prossima possa darmi delle risposte sulla guarigione della mia gamba e soprattutto che si decidano a togliermi questo “ferro” dal momento che miglioramenti non ce ne saranno e probabilmente dovrò sottopormi ad una operazione. Moralmente sono a terra ma più di ogni altra cosa ho iniziato ad avere paura del dolore (e ne ho già sofferto tanto…) e sapere che mi toglieranno il fissatore con un’anestesia locale mi provoca ansia solo al pensiero.
    Grazie per questo blog, sapere che altri hanno superato questi momenti mi dà una carica in più ad avere pazienza.
    Grazie

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    • Enzo Contini ha detto:

      Coraggio Cinzia. Come ho scritto, a me hanno addormentato seppur per poco in quanto togliere il fissatore è una cosa veloce … non come metterlo! Tuttavia non ovunque è così, ma penso che uno ne possa parlare con l’ortopedico e richiederlo esplicitamente …
      Un abbraccio.

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    • Giovanni Meneghini ha detto:

      Ciao Cinzia, ho avuto anche io un incidente di moto l’11 luglio scorso anche se a me e’ andata meglio: frattura scomposta di tibia e perone. Operato il 14 luglio, ho avuto una seconda operazione il 15 gennaio di riduzione del perone, perche’ la tibia non si e’ saldata. Quindi anche io porto il fissatore Ilizarov da 6 mesi e rotti. Il fissatore viene tolto quando le ossa sono a posto, quindi l’ortopedico si basa sulle radiografie. Capisco perfettamente i tuoi problemi xche’ li ho vissuti anche io. Ti raccomando di rivolgerti a una clinica specializzata , Roma o Milano….per intenderci

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    • cristian virdis ha detto:

      Ciao ,mi chiamo cristian,il 12 giugno del 2022 sono stato vittima di un brutto incidente in moto ,un brutta scivolata mi ha catapultato contro il guardrail per poi finire ha impattare nella cunetta ,li ho rotto tibia e perone, femore 10 costole , clavicola scapola ,piatto tibiale gamba sinistra ,e un trombo nella vena iliaca ,sono trascorsi 8 mesi ed ho ancora il fissatore nella gamba destra ,la mia frattura era scomposta ,esposta e pluriframmentata,, 3 mesi completamente allettato, da 2 mesi utilizzo una sola stampella ,per il momento non ho nessun dolore tranne a fine serata quando rientro da lavoro , ( sono titolare di una piccola impresa di termoidraulica) il 28 febbraio forse tolgono il fissatore così mi e stato detto all’ultima visita radiografica ,quello che posso dire e non disperarsi non serve a niente ,positività e lottare .saluti a tutti.

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      • Gianni ha detto:

        Per esperienza diretta ti consiglierei un consulto a villa Stuart a Roma. Io l’ho fatto dopo 7 mesi, stanco di essere rimandato mese dopo mese per la rimozione del fissatore. Lì mi hanno inserito un chiodo endomidollare ed è cambiato tutto. Mi rammarico solo di non averlo fatto prima. 8 mesi sono troppi….evidentemente la frattura non si salda…..

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  10. Eleonora ha detto:

    Salve a tutti, il 28/09/2020 ho avuto un banale incidente domestico e ho avuto 2 fratture scomposte al perone, 1 scomposta alla tibia, una scomposta al malleolo. Ho il fissatore esterno e il 19/10 sarò di nuovo ricoverata in ospedale per rimuovere il fissatore esterno e ricostruire la caviglia con placche e chiodi interni. Sono abbastanza demoralizzata per i mesi che mi attenderanno e per la paura di non poter tornare come prima. Ho 53 anni. Qualcuno può

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    • Enzo Contini ha detto:

      Eleonora, il tuo messaggio risulta troncato per cui non so bene cosa vorresti sapere …
      Comunque i momenti di depressione e la paura di “non tornare più come prima” penso siano comuni a tutti noi e non devi preoccuparti! Ci vuole tempo e pazienza ma tutto si risolve per il meglio: l’importante è non demoralizzarsi …
      Un augurio

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    • Gianni ha detto:

      Eleonora, ho avuto anch’io frattura scomposta di tibia e perone (e malleolo). Operato il 14 luglio, porto un fissatore Ilizarov (quello con i cerchi in lega) che mi hanno detto non toglieranno prima di Gennaio.
      Hai anche tu lo stesso fissatore?
      Per quale motivo lo tolgono cosi’ presto?
      In quale ospedale sei stata operata?
      Saluti

      Gianni

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  11. Gianni ha detto:

    Buongiorno Enzo,
    Ho anche io subito frattura di tibia e perone, scomposta ed esposta due mesi e mezzo fa.
    Ho un fissatore Ilizarov e 10 gg fa mi hanno tolto l’ultimo anello liberando il piede, che ora comincio a muovere, avendo una limitata escursione.
    A differenza di quanto letto pero’ , il fisiotetapista mi ha dato indicazioni diverse su come usare le stampelle, cioe’ spostare prima la gamba con la frattura in avanti poggiare il piede e poi spostare le stampelle e successivamente la gamba buona….
    Inoltre quando si usa una sola stampella, non dovrebbe essere dallo stesso lato della gamba fratturata?
    Grazie x le indicazioni.
    Gianni

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    • Enzo Contini ha detto:

      Se si usano entrambe le stampelle inizialmente non si usa il piede fratturato e si saltella solo con quello” buono”. Successivamente, quando si può parzialmente caricare la gamba fratturata, prima si appoggiano in avanti entrambe le stampelle e poi (quasi contemporaneamente) la gamba fratturata e successivamente (quando le stampelle vengono portate indietro e non reggono più) quella “buona”. Il movimento ti dovrebbe, comunque, venire abbastanza naturale.
      Per quando poi potrai usare una sola stampella, ti confermo che dovrai usare quella dalla parte opposta alla gamba fratturata e muoverla in sincronismo con quella (i.e. portarla in avanti quando porti avanti anche quella). Questo movimento, almeno a me, è venuto inizialmente meno istintivo di quello con due stampelle.

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  12. Marilena ha detto:

    Ho letto con attenzione la sua storia, anche io tibia e perone scomposta, caduta stupida.operata con 60 punti e all’interno due placche e 20 chiodi, non sono riuscita a toglierli anche perché aspetto il matrimonio di mio figlio a settembre. Ho 68 anni, sono caduta il 16 maggio 2018.sedia a rotelle, stampelle, e poi la mattina di Natale le guardo e dico” voi oggi con me non uscite”.
    Sono uscita sorretta da mio figlio che sono stati splendidi.

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  13. Cristina ha detto:

    Ciao Enzo e ciao a tutti, avevo scritto su questo blog lo scorso febbraio per raccontare di mio figlio di quattordici anni e mezzo (frattura tibia e perone scomposta, fissatore esterno). Premesso che leggere le esperienze di altri mi è stato di aiuto e di grande consolazione in quei giorni difficili, voglio dirvi anche io che si può tornare come prima. Ci vuole pazienza, ci vogliono impegno, determinazione a anche un pizzico di fortuna ma insomma, è fattibile: lui con il fissatore è andato a scuola ed è uscito con gli amici, è andato in palestra, ha fatto cyclette e ha camminato, tanto. Sono stati 113 lunghi giorni scanditi dalla fisioterapia, dalle medicazioni settimanali, dagli rx mensili, dalla speranza che il callo osseo si formasse rapidamente e da tante, tante paure e momenti di sconforto. Dopo la rimozione (avvenuta in anestesia totale), con cautela e seguendo un piano di allenamento personalizzato ha ricominciato a correre e, a 6 mesi e mezzo esatti dalla rottura, ha partecipato ad una gara di corsa in salita. Era guarito.
    Ringrazio ancora tantissimo Enzo per questo spazio dedicato e sono disponibile a dettagliare ulteriormente la vicenda, se qualcuno ne avesse la necessità.

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    • Enzo Contini ha detto:

      GRAZIE Cristina. Il tuo è uno di quei commenti che spero sempre qualcuno voglia lasciare, soprattutto se già aveva lasciato mesi prima pensieri di dubbi e preoccupazioni!
      Quello che davvero importa, per superare questi momenti difficili, è non farsi prendere dallo sconforto e cadere nella depressione. È necessario reagire con forza dando comunque un senso a quel periodo della propria vita. I mesi che ci vorranno per tornare alla normalità non si possono sapere a priori: 4 mesi, 6 mesi, 8 mesi o anche più di un anno … ma si può uscire dal tunnel e questo è il messaggio importante da dare per incutere quel coraggio che si deve trovare per superare i molti momenti difficili.
      Ancora GRAZIE

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    • Gino ha detto:

      Ciao a tutti il 13 cm ho fatto un incidente rottura tibia e perone ,adesso tengo il.fissatore con ben 8 perni , vorrei sapere dopo quando si tolgono i fastidi tipo bruciore al piede e quando mi alzo mi da,fastidio ? Grazie

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      • Enzo Contini ha detto:

        Ciao Gino. Come ho scritto ogni rottura è un caso a sé per cui difficile prevedere i tempi anche per un ortopedico, figurati per me… Quello che ti posso dire è che a me sono durati mesi, ma con questo non vorrei spaventarti! Se chiedi delucidazioni al tuo medico che ti segue e che conosce nel dettaglio il tutto, forse potrà esserti più preciso per il tuo caso…

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  14. Paolo Pagnamenta ha detto:

    Ciao Enzo complimenti x la tua storia,scritta in modo dettagliato che ho letto diverse volte x capire sé il mio decorso è simile al tuo. Ho rotto tibia e perone in diversi punti. Sono passati quasi quattro mesi dall incidente e ho ancora dolori se provo a camminare senza stampelle.sono stato operato ma a differenza di te mi hanno messo delle placche, 1 sulla tibia con 8 viti e 1 sul malleolo con 6 viti.mi interessava sapere dopo quanto tempo sei guarito senza sentire alcun disturbo, e sé hai ancora problemi o limitazioni a distanza di 7 anni.
    Secondo te è giusto sforzare un po’ sé fa male durante la guarigione o meglio stare tranquilli?
    Grazie 1000
    Paolo

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    • Enzo Contini ha detto:

      Ciao Paolo. Innanzitutto ci tengo a ricordare che non sono un medico e che, per quanto ho potuto capire, ogni rottura ė un caso a sé. Nel mio caso, a distanza di 7 anni, ti posso dire di non avere più problemi: certo, se faccio lunghe camminate in montagna, forse quella gamba la sento più stanca e gonfia alla caviglia … ma non di molto e forse è solo una sensazione.
      Mi è difficile ricordare da quando non ho più avuto alcun disturbo ma sicuramente dopo un anno riuscivo a fare tutto, evitando sforzi eccessivi.
      Per quanto riguarda lo sforzare se fa male, devi chiedere agli ortopedici che ti seguono: il dolore comunque non deve essere eccessivo sicuramente …
      Buona guarigione

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      • Paolo Pagnamenta ha detto:

        Posso chiederti sé puoi condividere le tue radiografie,dovessi averne altre dopo gli 8 mesi (quelle che hai pubblicato e che ho analizzato per bene) mi piacerebbe vedere a distanza di anni come si e messa aposto. Xche Da te l’ osso aveva saldato bene in due punti, il resto era ancora aperto, vorrei anche capire sé i buchi dell’ osso creati per il fissatore come si sono chiusi. Mia mail svizzeropagnamenta@hotmail.com.

        Grazie 1000 Paolo

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        • Enzo Contini ha detto:

          Scusa Paolo ma quest’ultimo tuo commento mi era sfuggito per cui ti rispondo solo ora. Di radiografie ne ho fatta solo poi una successivamente ma non era molto differente seppure camminassi meglio e mi facesse molto meno male. Poi ne ho più fatte dal momento che gli ortopedici, sentendo come mi sentivo, mi avevano detto di considerarmi guarito, nonostante la radiografia appunto evidenziasse ancora bene la zona della frattura.

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    • Anonimo ha detto:

      Ciao, io ho rotto tibia e perone come te, e mi misero una placca sulla tibia con nove viti, in questi giorni l’ho rimossa dopo due anni e mezzo dalla frattura perché soggettivamente era fastidiosa.
      Come dice l’autore di questo articolo, ogni ripresa è soggettiva, io personalmente per ritornare alla normalità ho impiegato 4 mesi, ma non penso tu possa prendere in considerazione il mio caso ma piuttosto prendere in considerazione che mediamente occorrono 5/6 mesi e anche se così non fosse non ti cruciare troppo.
      Ora sto ritribolando e spero vada tutto per il meglio, non ti nego che sia un po’ terrorizzato all’idea di aver rimosso quel sostegno che teneva unite le ossa, ma voglio essere ottimista.
      Ricorda di andare gradualmente e a tolleranza circa il dolore, fai piscina e tanta ciclette, i carichi devono essere costanti e aumentati gradualmente, evita attività brusche quali salti o saltelli di ogni genere in questo periodo di consolidamento.

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      • Enzo Contini ha detto:

        Concordo con i suggerimenti forniti … piscina e ciclette, niente attività brusche (e.g saltelli, corsa).

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      • Anonimo ha detto:

        Ciao a tutte/i, a me il piastrone con una decina di viti è stato disapplicato dalla tibia dopo 20 mesi, ed è stata una liberazione. Il mio era stato un incidente motociclistico (giugno 2017) piuttosto complesso (60 giorni di degenza tra ospedale e clinica): tibia, perone, clavicole e 4 costole e un paio di interventi nel corso dei due anni successivi all’evento (dinamizzazione della piastra e innesto di staminali dopo 6 mesi dall’incidente). Al Santa Chiara di Trento, sono stato seguito molto bene; non è ovviamente un dettaglio…. che dire, personalmente la sensazione di avere un ferro di 30 cm nella gamba, oltre al fastidio e al dolore, non è stata simpatica. Il senso di “quasi” normalità l’ho recuperato solo dopo la sua rimozione, anche se con decorso post operatorio un po’ lunghetto causa tenosinuvite. Durante il periodo con la piastra, mi sentivo bloccato, sentivo fisicamente le viti nell’osso; ho supplicato quindi la rimozione non appena possibile (ma penso che ogni decorso sia a una storia a se’). Sono stati due anni impegnativi, interventi e relativi recuperi non semplici, forza di volontà, fisioterapia a nastro…. ma ho anche conosciuto operatori splendidi, compagni di sventura con cui ho condiviso utilmente esperienze, ho fatto nuove amicizie … sento la gamba ancora un po’ “dura” (forse questa sensazione non passerà) e mi è rimasta una parestesia alla coscia sx causa il danneggiamento di un nervo femorale), ma il dolore dopo la rimozione dei ferri è passato. Dopo 2,5 anni (ho 53 anni) sono tornato sugli sci… con i ferri dentro, mi era stato vivamente sconsigliato ma in ogni caso per me la sensazione di strappare tutto era bloccante. Nella pausa dei due anni ho convertito le mie passioni … di necessità virtù… ma alla fine tutto passa! Coraggio e buona vita a tutti. Mario

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  15. Grazie ha detto:

    Grazie

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  16. ArchitettoJoe ha detto:

    Signori buonasera, volevo riportare la mia esperienza anche a voi. Il 24 agosto per una banalissima scivolata sotto la pioggia (a piedi) mi sono fratturato Tibia (parte bassa) e Perone (parte alta), una spiroidale. Dopo aver discusso con l’ortopedico abbiamo deciso di optare per il fissatore esterno, pertanto, il 27 agosto, mi sono trovato sul letto d’ospedale con questa specie di navigatore satellitare sulla gamba. Detto dei continui schiocchi che sento nella gamba (che mettono in agitazione la mia mente), ieri a distanza di un mese, ho fatto la radiografia. A dire la verità, per occhi profani, sembrava identica e precisa a quella del mese scorso ma l’ortopedico mi ha detto: procedi pure, vai con le stampelle ma con un carico basso. Pertanto stamane mi sono cimentato in passeggiate casalinghe. Mi sono ritrovato alle ore 12:00 con forti dolori, non alla frattura, ma nella zona immediatamente sopra la caviglia. Ed udite udite anche un pochino di febbre 37.2 (robetta, però diamine)!!!Vi chiedo: nessuno di voi ha sentito lo schiocco di tanto in tanto?Il piede si gonfia anche a voi?In tutto ciò tra 14 giorni mi sposo….e spero in quel giorno di poter stare un po’ meglio!!

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    • Enzo Contini ha detto:

      Che il piede si gonfi penso dia normale, non essendoci ancora il carico completo e quindi una circolazione del sangue normale alla gamba. I forti dolori e la leggera febbre potrebbero far pensare ad una possibile iniziale infezione per cui io andrei a farmi vedere dall’ortopedico, segnalando la cosa …
      P.S. Augurii per il prossimo evento: vedrai che andrà tutto bene e la festa sarà magnifica … anche con le stampelle 😉

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  17. michele ha detto:

    Grazie per aver riportato la tua esperienza, è un momento di condivisione per molte persone! Leggo che i commenti sono oltre 370 attualmente, e chissà quanti leggono e non commentano.
    Da futuro medico dello sport, leggere le esperienze, i desideri e i dubbi di tante persone penso che possa essere solo un momento di crescita, non solo per chi sta “dall’altra parte” della scrivania.
    In bocca al lupo a tutti

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    • Enzo Contini ha detto:

      Grazie Michele! Mancava proprio un commento di qualcuno che, come dici giustamente tu, “sta dall’altra parte”!!
      Sicuramente il mestiere del medico è complesso, ha necessità di molte doti, tra cui penso anche l’empatia. Conoscere o almeno interessarsi ai “dubbi e desideri” dei propri pazienti è quindi importante …
      Sono andato a vedere le statistiche delle visite di questo post negli anni anche per mia curiosità: dai 16000 ai 21000 accessi l’anno!! 😳🙃

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  18. Francesco ha detto:

    Ciao enzo avevo una domanda da farti riguardo alla tua esperienza…
    Durante un esercitazione in caserma sono caduto da un ostacolo alto due metri provocandomi una frattura metafisaria distale tibia con distacco e lussuazione. Frattura terzo distale perone.
    In poche parole una frattura bimalleolare con lussuazione della caviglia.
    Arrivato in ospedale con la caviglia storta mi é stata subito addrizzata poi applicato un fissatore esterno tenuto per circa una settimana, dopo sono stato operato con l inserimento di una placca e viti e una vite transimedonica che mi verra tolta lunedi. Ho tenunto anche uno stivaletto gessato per un mese rimosso giovedi scorso.
    Sono stato operato il 1 marzo e ad oggi cammino con le stampelle con divieto di carico sull arto… Lunedi dopo la rimozione della vite mi é stato detto dal medico di cominciare la fisioterapia e cominciare a camminare poggiando il piede malato a terra ovviamente con il tutore…
    Secondo lei per agosto avro recuperato quasi al 100% per esempio potro correre?? Fare sport? Insomma tornare anche a fare esercitazione per militare?
    E un ultima cosa… La caviglia gonfia mi rimarra a vita?? Quest’ultima cosa mi preoccupa.. Perche la ho gonfia come lei nella foto postata mettendo a paragone le due caviglie… Grazie in anticipo e tante belle cose!

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    • Enzo Contini ha detto:

      Sui tempi non ti so dire, prova a chiedere ai medici che ti seguono. Per la caviglia gonfia invece posso dirti che tornerà normale… con il tempo, non certo in pochi mesi (almeno nel mio caso). Magari sarà, tipetto all’altra caviglia, poi un po’ più dolente e leggermente gonfia dopo una lunga camminata in montagna, ma nulla di più… Buona guarigione!

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  19. Jenny ha detto:

    Io leggo tutto ciò e rimango allibita.
    Sarà che ho 25 anni e quindi la guarigione va più veloce…comunque.
    Ho subito una frattura biossea di tibia e perone, scomposta ma soprattutto ESPOSTA, un mese fa. Io già cammino con le mie stampelle, il dolore è quasi inesistente, mi riesce tutto perfettamente. Bhe, ognuno ha la propria soglia del dolore, ed è tutto soggettivo, ma bisognerebbe pensare bene prima di scrivere la parola ” calvario ”
    Queste situazioni sono risolvibili, i veri ” calvari ” sono altri purtroppo.

    Mi sento solamente di dare un consiglio…più si sta fermi e si ascolta il dolore, più tutto quanto risulterà difficile. Bisogna metterci tanto impegno e tanta determinazione, per cercare di riacquistare nel minore tempo possibile la mobilità di ginocchia e caviglie.

    PS. Il mio fissatore è quello di Ilizarov, una gabbia, una vera e propria gabbia, con 16 chiodi che vanno dal ginocchio alla caviglia, bisogna solo imparare a conviverci..per il resto..è tutta ” una passeggiata ” 😁

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    • Antonella Somigli ha detto:

      Ciao Jenny! Sicuramente la tua età fa molto la differenza! E non credo, scusami, che qui nessuno abbia bisogno di lezioni comunque. Hai ragione, forse i “calvari” sono ben altri, basti pensare a chi non potrà più camminare, destinato ad una sedia a rotelle per la vita. Ma il tuo “bisognerebbe pensare bene prima di scrivere la …” suona un pò polemico e “saccente”. Molti di noi qui hanno ben altre età e esperienze ma credo che tutti, oltre alla soggettiva soglia del dolore, ce la stiano e ce l’abbiano messa tutta per andare avanti. Io per es, che di anni ne ho 60 tra poco, sono caduta 4 anni fa tra poco, ma non ho avuto l’esperienza della gabbia Ilizarov, come molti di voi su questo blog. Ho avuto la frantumazione del piatto tibiale, e fratture a tibia e perone e mi hanno messo nella gamba ben 17 viti (o chiodi che dir si voglia) e 3 lunghe placche che porterò a vita e credimi che la mia soglia del dolore è molto alta da tanto tempo ma la gamba non mi permette più le stesse cose di prima. Ma ci convivo ugualmente, con il sorriso, la pazienza e la sopportazione, proprio pensando ad altri “calvari” più pesanti. Vedrai che tu sarai presto tutta “come prima” e ti auguro di cuore di non fare altre esperienze del genere quando sarai più in là con gli anni e se ciò anche fosse questa tua esperienza ti avrà insegnato a come affrontarla. In bocca al lupo!

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    • Enzo Contini ha detto:

      Penso che chiunque non possa che essere felice con te che tu stia vivendo questa “esperienza” in senso positivo, senza troppi problemi insomma!
      E’ sicuramente vero che probabilmente, dopo più o meno mesi, con più o meno sofferenze in base sia alla tipologia della rottura sia all’età, per i più rimarrà solo un brutto ricordo risolvendosi per il meglio il tutto …
      Tuttavia personalmente io non l’avevo trovata “una passeggiata” bensì una delle esperienze più provanti della mia vita (se si escludono ovviamente decessi e malattie croniche).

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    • Gregorio Alessandro Manca ha detto:

      Ogni caso é a se … ho avuto un brutto incidente in moto e dopo un esplosione della tibia e frattura perone scomposta e esposta nella gamba destra frattura trimalleolare caviglia sinistra ti posso parlare di calvario per alcuni comprensibile anche se pure io ho avuto pazienza grazie a Dio. Dopo 9 mesi, cammino ma con dolori postumi a 7000 passi veloci atroci che non mi lasciano dormire la notte. Ho portato ilizarov in entrambe le gambe. Quando al 5 mese mi sono presentato per la fisioterapia non avevo bisogno di fisiatra, avevo fatto tutto da solo, ma i dolori continuano per motivi diversi. Al dolore non ci si abitua. MAI …

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  20. Mario ha detto:

    A 15 anni il tuo ragazzo ritornerà a fare tutto quello che faceva prima… Sarà un po’ lunga e forse a 50 anni (quando ho subito l’incidente io) si reagisce in modo più razionale, ma il recupero è evidentemente più complesso.
    So purtroppo cosa vuol dire non poter usare le stampelle… Io avevo tibia perone 4 costole e clavicola fratturate… e malamente. Sono passati 2 anni e due interventi al mezzo di sintesi. A marzo dovrebbero togliermi i ferri. È stata dura e non è ancora finita. Sono ancora limitato nei movimenti, non posso correre e sciare… E per me è una sofferenza. Si rifarà il punto dopo l’intervento. Tieni duro… Il tempo passa velocemente anche quando non si sta bene… Ciao

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  21. cristina ha detto:

    Innanzi tutto grazie a Enzo e a tutti gli altri che hanno raccontato la loro esperienza.
    Mio figlio, quattrordici anni e mezzo, lo scorso 15 gennaio si è fratturato tibia e perone durante una gara di sci. E’ stato operato, ora ha il fissatore esterno per 90 giorni (ma da quel che ho letto qui… chissà) con controlli mensili. Così almeno ha detto l’ortopedico… l’operazione è riuscita al 100% e il fatto che le cartilagini siano ancora in fase di crescita dovrebbe aiutare. Non ha detto, e io non ho avuto il coraggio di chiederlo davanti al ragazzino, se il recupero sarà totale e se potrà tornare a sciare e correre facendo le gare come prima. Ho già contattato un amico fisioterapista e mi ha rassicurato dicendo che secondo lui la riabilitazione sarà facile perchè la caviglia e il ginocchio non sono bloccate e perchè potrà, più avanti, iniziare a caricare. A oggi lui è in sedia a rotelle perchè nell’incidente ha anche riportato la lussazione della spalla e tra quattro giorno dovrebbe poter togliere il tutore… speriamo quindi nelle stampelle (appena la spalla sarà a posto) per poter riacquistare quel minimo di autonomia necessaria. Non ha male, la gambia è appena appena un pochino gonfia, la ferita dei 6 chiodi sembra bella e viene medicata una volta ogni 8 giorni. Il collo del piede, invece, è abbastanza dolorante e infila la scarpa, sebbene slacciata, a fatica e solo da qualche giorno. Insomma… non è mica facile… chissà se, come e quando tornerà come prima. Lui è uno sportivo, ovviamente alterna momenti di totale rabbia, sconforto e depressione ad altri in cui si dice forte… coraggio ne ha ma la paura è tanta, tantissima. Dalla prossima settimana inizierà la magnetoterapia quotidiana… il silicio già lo prende tutti i giorni… va anche a scuola, perchè non si può aggiungere problema a problema e non voglio che perda l’anno…
    Fatemi coraggio, vi prego, perchè è durissima!

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    • Enzo Contini ha detto:

      Ciao Cristina. Come non faree coraggio sia a te sia a tuo figlio? Sicuramente è un’esperienza dura per un adulto … figuriamoci per un adolescente! A suo favore c’è comunque l’età e la conseguente capacità del corpo di sapersi “ripristinare” più velocemente, seppur non senza fatica.
      Un abbraccio ed un augurio ad entrambi …

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    • Patrizio ha detto:

      secondo me il ragazzino farà in frettissima, a 15 anni si riprende alla grande. un po’ di cautela il primo anno poi via……

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      • cristina ha detto:

        Vi aggiorno: controllo a 30 giorni fatto, sembra che tutto proceda per il meglio. Gli hanno “concesso” di caricare il peso. Lui purtroppo non può usare agevolmente le stampelle perchè nella caduta si è anche lussato una spalla ed inizia solo ora la riabilitazione, però può alzarsi in piedi…sgranchirsi le gambe… insomma, forse la giovane età aiuta!
        Vedremo se tre mesi di fissatore saranno davvero sufficienti…

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  22. Anonimo ha detto:

    Ciao stesse fratture con mezzi di sintesi interni. Non so la differenza . Tanto sfinimento
    Sclero con tutti. Non vedo l’ora di rimettermi

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    • Enzo Contini ha detto:

      Tieni duro e stringi i denti!! Dopo aver visto una foto di un conoscente che ha avuto per un incidente fissatori sia in una gamba sia in un braccio sia nell’anca, ed ora è tornato alla normalità, ho ancora una volta constatato che con la forza di volontà si riesce a superare tutto! Auguri di un inizio d’anno sicuramente non come avresti voluto ma che ti porterà comunque nuove sfide da superare e vincere!

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  23. Ciro De Crescenzo ha detto:

    Grazie per aver scritto la tua esperienza.
    In questo momento sono in ospedale accanto a mia figlia di 29 anni .
    L’altro ieri è scivolata sul ghiaccio sotto casa sua. Il marito era a lavoro e lei in un attimo si è trovata per terra con la gamba rotta tibia e perone.
    Adesso so a quello che suppergiu andremo incontro.
    Ovviamente non le dirò nulla.
    C’è da dire che ogni esperienza è diversa e spero che si rimetta in piedi presto.
    Grazie ancora e buona serata.

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    • Enzo Contini ha detto:

      Grazie per aver voluto lasciare un commento! Come giustamente hai sottolineato, ogni frattura è un caso a parte per cui non ci si deve fasciare la testa prima. La giovane età di tua figlia è sicuramente un parametro a suo favore. Auguri di un buon Natale a tutti voi, anche se sicuramente avreste preferito trascorrerlo diversamente …

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  24. Carmelo Barbagallo ha detto:

    Ciao Enzo,
    Dal 26 Aprile, a causa incidente in campagna in un giorno di ferie mi sono ritrovato dopo un salto di circa 4 metri con frattura scomposta ed esposta di tibia e perone.
    Mi hanno inserito un dissipatore esterno ibrido che ormai non sopporto piu, anche se so che grazie a lui le ossa sono stati tutelati,
    Ma le radiografie non danno il consolidamento che aspettavo e la rimozione del fissatore è stato rimandato a domani e sicuramente verrà sostituito da uno stivaletti in gesso che non mi farà rientrare dalla malattia al lavoro dopo 6.mesi.
    Ho 55 anni compiuti e la vita adesso va goduta fino in fondo rispettando anche le piccole cose che prima passavano inosservate.
    La tua storia l’ho letta almeno 10 volte perché molte cose successe a te o pensieri comuni mi hanno riservato momenti di sorriso e rassembramento.
    Mi farebbe piacere sapere come stai adesso.
    Saluti
    Carmelo

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    • Enzo Contini ha detto:

      Ciao Carmelo.
      Come sempre mi fa molto piacere che il mio racconto condiviso sappia essere di aiuto a chi ora si trova in condizioni analoghe a quelle da me passate. Grosso modo quando mi ero fratturato avevo i tuoi anni per cui non disperarti … Anche noi non più proprio giovanissimi ce la facciamo a recuperare… anche se con qualche fatica in più. Sicuramente ti farà piacere sapere che dopo ormai 6 anni quella triste esperienza è ormai un ricordo. Da anni ho ripreso a poter fare sport e non ho più particolari problemi. Certo dopo una camminata in montagna quella gamba è un po’ più stanca e talvolta mi viene naturale portarla in alto per riposarla. I buchi dei chiodi si sono presto rimarginati e rimangono solo le loro cicatrici. La caviglia che per mesi era stata molto gonfia, ora è quasi normale e solo alcune zone di pelle un po’ più scura sono rimaste come “ricordo”. Insomma tutto torna pian piano alla normalità ma non si deve avere fretta. Qualcosa comunque cambia in te dopo una esperienza di quel tipo, come penso in molte altre. Sicuramente la paura di tornare a rompersi malamente qualcosa. Ho provato qualche anno fa a riprendere i pattini e gli sci da fondo, ma ho capito che non sono più psicologicamente idoneo a praticare sport dove una caduta può causare rotture! Magari un circuito in piano si può fare ancora, ma nulla di più! Poter camminare è diventata una conquista che non voglio più perdere a nessun costo!!!
      Un abbraccio e stringi i denti perché poi tutto tornerà lentamente a posto!!

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      • Antonella Somigli ha detto:

        Ciao Enzo! Io ti ho scritto qualche anno fa…la mia caduta risale al Luglio 2015 e scoprii il tuo blog mesi dopo quanto tornai a casa e iniziai a usare il pc. E’, in qualche modo, “rassicurante” sapere che dopo certe cadute non è proprio così facile riprendere tutte le attività e che psicologicamente si rimane un pò bloccati! Io ebbi la frattura della tibia e del perone ma anche il piatto tibiale frantumato. I 17 chiodi (o viti che dir si voglia) e le 3 placche che ho nella gamba (qua ad Ortopedia al CTO di Firenze non usano i fissatori esterni) nessuno ha intenzione di toglierle e quindi mi sa che me le devo tenere ma puoi immaginare che malgrado non siano di ferro…non mi rendono la gamba…per così dire proprio sciolta! Zoppico e per andare fuori uso comunque la stampella, per aiuto psicologico (avendo una elevata osteoporosi la paura di cadere è tanta – visto che mi sono rovinata con una semplice caduta sulla schiena da una aiuola spartitraffico) e per non claudicare troppo e peggiorare la schiena. Però si va avanti! Si fa l’abitudine a tutto! e del resto, come hai detto tu, non avendo nè 14 nè 30 anni (io ne fo 60 tra poco) le ripresa è più lenta. Io prendo Vitamina D per le ossa, calcio e vit. K2. Tu prendi ancora il silicio? Un saluto a te e a tutti i compagni di sventura. Saluti Antonella

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        • Enzo Contini ha detto:

          Anch’io faccio 60 anni tra non molto! Relativamente agli integratori, io prendo saltuariamente della vitamina D ma non ho mai preso (neppure durante le cure) né vitamina K2 né silicio. … penso dipenda un po’ dal medico che prescrive più che dal paziente 🙂
          Auguri!

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  25. Stefano ha detto:

    Grazie mille della testimonianza Enzo. Spero potremmo diventare amici di penna. Io mi sono rotto tibia e perone ambo le gambe. Ciao Stefano

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    • Enzo Contini ha detto:

      Ciao Stefano. Talvolta scrivere può alleviare le sofferenze fisiche e psicologiche. Sono contento che ti sia servito leggere la mia “testimonianza” e, credimi, era servita forse più a me scriverla ripercorrendo un po’ tutte le fasi della faticosa esperienza. Ancora oggi, a distanza di anni, non di rado mi succede di gioire quando vado in bicicletta o cammino in montagna, ripensando con quanta fatica sono riuscito a ritornare alla “normalità”. …d ovviamente mi fa sempre piacere ricevere commenti su questo mio post soprattutto quelli come il tuo. Se vorrai inserire altri commenti, che probabilmente potranno servire ad altri, anche eventualmente scrivermi in privato, le tue parole giungeranno sempre gradite 🙂

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  26. Violeta ha detto:

    Grazie per il Suo racconto Mi trovo nelle sue stesse condizioni da due mesi: frattura scomposta di tibia e perone. Fortunatamente nessuna infezione e sembra che la mia gamba reagisca molto bene a quel forte shock. Nel mio caso sono stata investita insieme al mio bambino di otto anni mentre stavamo attraversando le strisce in prossimità della scuola … la cosa positiva: le persone che consideravo vicine sono sparite … È difficile, sopratutto quando ti è impossibile muoverti … ma tutto passa, è solo questione di tempo e bisogna guardare avanti e mettersi in piedi al meglio. Io ne ho ancora per un po’.
    Un abbraccio .
    Violeta

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    • Enzo Contini ha detto:

      Hai proprio ragione. È anche questa una lezione di vita che, una volta superata, può renderti più consapevole! Auguri di una veloce guarigione … 🙂

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      • Anonimo ha detto:

        Ciao Enzo… Mi chiamo Gennaro e Leggendo le vostre disavventure finalmente riesco a darmi qualche risposta al calvario che sto passando io ora…. Sono passati 5 mesi dal 4 ottobre 2018 dell’incidente sul lavoro dal quale per una caduta dall’alto da un metro e mezzo ho riportato un frattura pluriframmentaria del perone con scomposizione ed esposizione della tibia e la caviglia rotta in più parti e tutto sul lato sx… Due volte operato a distanza di 10 giorni trattato con fili di sintesi k per dare forma di nuovo alla caviglia e un fissatore esterno articolato.. A distanza di mesi le varie radiografie non danno esiti positivi perché la calcificazione e minima e in più sotto natale i problemi sono aumentati a causa di una fistola che si è creata sulla ferita la dove è uscito l’osso. Dopo vari tamponi fatti sulla fistola e grazie anche ad un professore dove ho fatto visita privata il quale mi ha consigliato la rimozione dei fili k è di fare una cura antibiotica mirata… Sono ritornato in ospedale dove mi anno ricoverato e rimosso i fili k è fatto una cura antibiotica mirata in vena per un infezione non aggressiva… Ora ogni 15 giorni sto tornando in ospedale per fare il ciclo di antibiotico mirato e spero che al prossimo controllo troveranno la calcificazione un po’ aumentata in modo da togliere il fissatore esterno.. Per me sta diventando un calvario primo perché già dall’inizio, i dottori anno sempre detto che la mia articolazione e seriamente compromessa con i movimenti e a lungo andare soffriro’ di artrosi precoce e poi ho paura che l’arto possa provocarmi ulteriori problemi a causa dell’esposizione dell’osso…. Spero infine di tornare a camminare il più presto possibile anche se già da ora o messo da parte la sedia a rotelle e sto camminando con le stampelle facendo molta attenzione a non caricare il piede…. Grazie tante un caro saluto Gennaro…..

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  27. Manuele ha detto:

    Grazie Enzo per aver così dettagliatamente e umanamente spiegato la tua dolorosa esperienza ; ti capisco molto bene perché ho avuto, ed ho come postumi, una simile esperienza (rottura scomposta tibia e perone operata con mezzi di osteosintesi e 11 viti di cui una spezzata dentro che mi dicno rimarrà a vita .( inoperabile o meglio il rischio nella rimozione della vite spezzata è quello di rifratturare la tibia …dovrebbero effettuare una sorta di carotaggio …) .
    Volevo ringraziarti perché leggendo questa tua esperienza dolorosa che stai vivendo è come se ti capissi in ogni tuo giorno di dolore, pazienza e impazienza .. depressione .. riflessioni esistenziali e molto altro anche di bello come l’affetto sincero delle persone che si ha intorno) .
    Speriamo in un miglioramento continuo per il futuro e ricordavi tu il movimento (camminare magari a passo veloce) è fondamentale per la osteogenesi.
    Un caro saluto
    Manuele

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    • Enzo Contini ha detto:

      Grazie Manuele. Per fortuna il post che hai letto è del 2012 ed ora cammino senza problemi, anche se ovviamente la gamba ha risentito del trauma per cui è rimasta più soggetta a stanchezza, leggeri gonfiori, tendiniti.
      Un abbraccio
      Enzo

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  28. chiara carigi ha detto:

    Ciao a tutti, qualche mese fa avevo scritto un post inerente alla mia brutta avventura con questo tipo di rottura. In breve vengo investita mentre attraverso le strisce pedonali. Diagnosi: trauma cranico, amnesia momentanea, graffi e lividi in tutto il corpo ed infine frattura scomposta tibia e perone. Dopo 3 giorni di trazione vengo operata e mi applicano un fissatore esterno con 6 fische.
    La mia unica fortuna è stata quella di essere una ragazza giovane (quando successe l’incidente avevo 18 anni) e di essere sempre stata una grande sportiva, questo ha permesso una guarigione un pò più rapida (sono passati comunque 5 mesi dall’incidente alla rimozione del ferro).
    Nel giro di poco tempo dalla rimozione del ferro sono tornata a quella che era la mia vita, ovviamente all’inizio prestavo molta attenzione in quello che facevo per paura.
    Voglio solo mandare un messaggio di vicinanza a tutti coloro che stanno attraversando ciò che io ho attraversato mesi fa. Spesso ho avuto la sensazione di non farcela e la domanda più frequente che mi facevo era: “Perché è successo a me?” Beh, ora una risposta me la sono data. Qualcuno lassù ha deciso di mettermi davanti a questa sfida perchè mi riteneva in grado di superarla. So che è difficile ma cercate di prendere tutta la forza che avete dentro di voi e andate avanti. Cercate di impiegare del tempo in tutte quelle cose che prima non riuscivate a fare (leggere, guardare film ecc…). Concludo dicendovi che vi sono vicina e per qualcunque cosa non esitate a contattarmi.
    Saluti
    Chiara Carigi

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    • Enzo Contini ha detto:

      Grazie Chiara … che anche la tua esperienza serva di supporto a chi, suo malgrado, si trovi nelle medesime condizioni! 😉

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    • sandrine ha detto:

      Buona sera,
      io ho avuto una frattura del perone e della tibia e mi hanno messo il ferro dentro
      il piede e il piede é molto gonfio adesso.Sono già passati 8 mesi dall’intervento ed i dottori mi dicono che non é pronto. … ma é ancora molto doloroso oggi ed il movimlento é blocato
      al livello dell’articolazione. Ho 25 anni adesso e sono preoccupata, non so se il mio piede tornerà come prima perché ora non riesco a camminare proprio … ciò mi mette molta ansia!

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      • Enzo Contini ha detto:

        Sandrine, fatti coraggio e non demoralizzarti! Sei giovane e un po’ per volta, con determinazione e seguendo i consigli degli ortopedici e fisiatri, migliorerai sempre più…
        Stringi i denti e non perderti d’animo…

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        • Pierluigi ha detto:

          Ciao a tutti, volevo dare coraggio a chi come me ha avuto lo stesso problema (frattura scomposta di tibbia e perone). Io dopo 4 interventi, 3 fissatori diversi e 11 mesi a casa dal lavoro, oggi vado alla grande, mi si è accorciata la gamba di 12,mm, ma con un ottimo pedologo e dei plantari in un mese ho guadagnato 6mm. Ora (ripeto) vado alla grande, ho ripreso il lavoro, la mia vita e ho riiniziato fare delle lunghe camminate in montagna (sono salito fino in Cima Adamello) … tutto questo dopo due mesi aver tolto l’ultimo fissatore. Con questo volevo dirvi di tener duro, mai perdere la speranza. Ciao a tutti

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  29. Francesco ha detto:

    Premetto che sono un dentista in pensione, comprendo lo stato d’animo del paziente e conosco bene il problema per averlo vissuto ( mio figlio è stato curato con la medesima tecnica per una caduta in moto)
    Mi sia concesso dire, come tutte le tecniche chirurgiche ha le sue problematiche, ma dalle 2 Rx pubblicate mi sorge lecito una riflessione: non tutti i chirurghi sono usarla. Si nota che i capi ossei della tibia non sono stati allineati correttamente all’atto dell’installazione

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  30. Mario ha detto:

    Ciao a tutti e grazie dei post.
    Un simpatico autista di un furgone mi ha investito a fine giugno mentre andavo al lavoro in moto. Frattura tibia in 3 punti, esposta, perone, clavicola tutte scomposte e 4 costole.
    Insomma, un bel servizio completo. Ho 50 anni.
    Mi sono fatto 51 gg di degenza, un’esperienza davvero impegnativa che ho rivissuto leggendo i vostri post.
    Ho una placca con 12 viti. Ora zampetto su una gamba con le stampelle, faccio magnetoterapia a nastro, un sacco di fisio domicilare ed esercizi in acqua. Ho un forte dolore al polpaccio quando alzo il tallone e provo a schiacciare la frizione. Ma sono carico e non vedo l’ora di tornare alla normalità. Il 15 settembre dovrebbero dirmi quanto poter caricare. Forza e buona vita a tutti!

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  31. Matteo ha detto:

    Ciao a tutti! Il 18 dicembre 2016 a Genova in seguito ad un incidente in scooter ( una macchina mi ha fatto inversione davanti uscendo da un posteggio ) ho riportato la frattura esposta di tibia e perone e la frattura del malleolo + clavicola. Dopo la somministrazione sull’ambulanza di morfina vengo trasportato in codice rosso all’ospedale San Martino; mi addormentano per 6/7 ore effettuando le tac per scongiurare danni interni e al mio risveglio mi trovo un “bel” fissatore esterno alla gamba dx. Dentro di me ho pensato: vabbè mi hanno già operato almeno sto un po’ più tranquillo……..invece mi informano che quello montato era un fissatore provvisorio per rimettermi insieme alla bene meglio e che il 23 dicembre mi avrebbero messo quello ” definitivo ” uguale a quello delle foto postate da Enzo. Il 27 mi dimettono e arrivato a casa ho pensato che il peggio fosse passato, invece doveva iniziare! Una allergia ai farmaci ( credo alle punture di eparina ) o forse più semplicemente un insieme di stress e nervoso mi sfocia in uno sfogo su pancia e schiena, un incubo!!! Piano piano il dolore inizia a calare e a Febbraio inizio finalmente e dormire decentemente ed a Marzo in uno dei tanti controlli mi danno l’autorizzazione per caricare gradualmente e iniziare la fisioterapia. Per farla “breve” risparmiandovi i racconti sui pruriti, medicazioni dai chirurghi plastici delle varie e brutte ferite, dopo praticamente 6 mesi, il 14 Giugno 2017 mi tolgono il fissatore in sala operatoria con una anestesia credo durata poco e finalmente sono tornato a fare una vita quasi normale ( dopo 5 giorni ho ripreso lo scooter, un po’ per pazzia o incoscienza e un po’ per sfida con me stesso ). Ad oggi ( 9 agosto 2017 ) posso dire di essere molto migliorato e di camminare come le persone normali; gli unici problemi che ancora riscontro sono la caviglia ancora un po’ bloccata, quindi problemi a scendere le scale e fare strade in discesa e un dolore localizzato sulla parte esterna del piede. Fisioterapia iniziata il 3 Marzo comprendente magnetoterapia, movimenti eseguiti manualmente, pressa per la caviglia e quadricipite, cuscini e tavolette per l’equilibrio, tecar terapia e altri vari esercizi minori ma non meno importanti. Con questo racconto volevo rendervi partecipi della mia storia e rassicurarvi perché se avrete voglia di soffrire e non mollare tornerete a fare la vita di prima anche se a volte presi dallo sconforto vi sembrerà molto difficile o impossibili. Se volete qualche umile parere o consiglio potete contattarmi all’email matteobarberis1988@gmail.com
    Un saluto a tutti e non mollate!!!!!!!!!

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  32. J.R. ha detto:

    un nostro cliente, dopo aver sofferto dolori e tendiniti per l’ uso delle stampelle per piú di 2 anni, stá usando le stampelle canadesi della INDESMED. Merita la pena dare un occhiata sul sito (www.indesmed.com/it/stampelle-canadesi.php) Saluti, JR

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    • Enzo Contini ha detto:

      Saranno sicuramente valide, ma ho visto il loro costo (240€) e personalmente lo trovo eccessivo, soprattutto per chi non le userebbe per una malattia cronica. Direi che per un uso di alcuni mesi, vanno più che bene le stampelle che ho mostrato in una immagine del post, con l’appoggio dell’avambraccio bello largo, che mi sembra di ricordare di aver pagato circa 30€ …

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  33. Alessio ha detto:

    Buongiorno, 10 giorni fa ho rimosso il chiodo endomidollare alla tibia messo tre anni e mezzo fa. Purtroppo sono ancora con le stampelle e per il dolore di caricare tutto il peso ancora non se. ne parla. C’ è qualcuno che ci e’ passato e può dirmi di più sui tempi di recupero? Onestamente pensavo a una cosa più tranquilla.

    Grazie a tutti

    alessio

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  34. edoardo ha detto:

    Buongiorno. Scrivo solo per dirvi che nel mio ospedale, asl to 4 – ciriè, togliamo i fissatori in narcosi.

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    • Enzo Contini ha detto:

      Grazie Edo della bella notizia che sicuramente può tornare utile a qualcuno … anche solo per poter dire “… in quell’ospedale la procedura lo prevede!! … quindi chiedo che venga eseguita in anestesia” ☺

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  35. Lorenzo ha detto:

    Ciao Enzo
    Mi chiamo Lorenzo, ho 36 anni e 7 mesi fa per colpa di un anziana signora non proprio vispa di riflessi mi sono trovato disarcionato dalla mia moto e con la tibia 12cm fuori dalla gamba. Trattato con fissatore esterno praticamente identico al tuo e nella tua stessa posizione, sono stato mandato a casa dopo 7 giorni di ospedale… Leggendo la tua esperienza mi rivedo incredibilmente in tutto. Ho tolto il fissatore da un mese e ci sto dando dentro con fisioterapia, massaggi, piscina… La tibia non è completamente calcificata..anzi diciamo che è al 60%.. ma quello che mi preoccupa sono due cose: la prima è la flessione della gamba sulla caviglia… Ho circa la metà di escursione e sento collo del piede e tendine di achille bloccati e impastati.. La seconda problematica è data dalle aderenze dei tessuti nei punti in cui prima avevo le fiches… Tu hai per caso avuto gli stessii due problemi? Hai risolto dopo un po’ di tempo? grazie per la compagnia che mi hai fatto con il tuo blog!

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    • Enzo Contini ha detto:

      Avere la caviglia gonfia e parzialmente bloccata penso sia normale, anche io l’avevo. Solo con il tempo e con la fisioterapia riacquisterà la sua normale funzionalità. Segnala comunque ogni tuo dubbio agli ortopedici che sicuramente sapranno darti consigli più inerenti al tuo caso specifico. Tanti auguri di buona guarigione!!! …pensa che tornerai a correre, è solo questione di tempo e pazienza 🙂

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    • Alessandro Colombo ha detto:

      Tranquillo tutto normale! Io a quasi 23 mesi dall’incidente ho ancora la caviglia che si gonfia! Dall’ultima lastra di circa sei mesi fa la calcificazione della tibia era ancora incompleta! Ho finito circa un mese 3 cicli di onde d’urto! Questo venerdi (19/05/2017) ho la lastra e controllo ortopedico spero che la calcificazione sia al 100%! Secondo me la mobilità completa della caviglia non la si riacquista più! Per quanto riguarda le aderenze il fisioterapista non ti ha insegnato a come scollare le cicatrici dall’osso? Io, guarite le ferite, lo facevo da solo a casa!
      In bocca al lupo
      Alessandro

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  36. Simone Evangelisti ha detto:

    Salve a tutti, innanzitutto voglio ringraziarvi per aver raccontato i vostri calvari e aver dato quanti più consigli possibili per affrontate i dolorosi step che portano ad una guarigione completa.
    Io ho 40 anni ed il 19 aprile ho avuto un incidente in moto. Un apino 50 con a bordo un più che 70enne mi si è parato davanti nel tentativo di fare una bella inversione a U dove peraltro c’era la striscia continua, l’ho centrato sul fianco sinistro e nell’impatto ho riportato la frattura scomposta di tibia e perone: la tibia mi ha lacerato la pelle e, anche se non di molto, l’osso era anche esposto. Per fortuna al pronto soccorso non mi hanno rilevato altri traumi. Il momento peggiore che ho passato fin’ora è stata la mezz’ora in cui prima del ricovero mi ha visitato l’ortopedico. Innanzitutto mentre mi teneva la gamba in mano e cercando di distrarmi parlando del più e del meno mi ha riallineato l’osso con uno strattone senza preavviso … non sono svenuto ma ci sono andato vicino e credo di aver tirato un urlo che sia stato avvertito almeno in tutto il pronto soccorso: forse un po’ di anestesia prima di effettuare una manovra del genere l’avrei gradita. Poi anche a me hanno bucato il calcagno con il trapano, qui prima mi ha fatto una punturina di anestetico ma il dolore è stato comunque elevato, mi hanno messo la gamba in trazione con un peso di 5 chili e finalmene dopo 6 ore di pronto soccorso (si sono giustificati dicendo che per un errore ero stato cancellato dalla lista) dove non mi hanno voluto dare né un goccio d’acqua né un cuscino da mettere dietro la testa (vero che ero su quel lettino rigido dove dicono ce non possono darti un cuscino, ma erano 4 ore che il radiologo aveva chiaramente escluso altri traumi). Mi hanno finalmente portato in corsia: erano circa le 19 e l’anestesista mi ha detto che mi avrebbero operato la mattina seguente, quindi di digiunare e di non bere. Al mattino, dopo aver passato tutta la notte con l’ansia per l’operazione, mi hanno detto che c’erano delle urgenze e che sarei slittato al giorno seguente … evvai! L’operazione mi è stata fatta con l’epidurale ed è durata un paio d’ore abbondanti: mi hanno inserito un perno intramidollare in titanio e devo dire che tutto sommato mi ha fatto piacere non vedere oggetti esterni come quelli di Enzo, visto che prima dell’operazione i medici mi avevano detto che probabilmente avrebbero utilizzato questa soluzione. I primi tre giorni la gamba era gonfissima e di colore verdastro, inoltre l’emoglobina era bassissima. Ho avuto dolori molto forti nei giorni seguenti e mi hanno dimesso solo dopo 9 giorni quando i valori del sangue (pur restando molto bassi) hanno ricominciato a crescere. Sono due giorni che ho iniziato la fisioterapia e per fortuna le ferite esterne stanno guarendo bene. Purtroppo i dolori sono ancora assai violenti e passo molte notti insonni. Però posso già caricare un po’ di peso sulla gamba e riesco a piegare abbastanza il ginocchio (la frattura della tibia è molto alta, veramente poco sotto il ginocchio e ho una vite subito sotto la rotula che mi da molto fastidio).
    Sono passati solo 20 giorni dall’operazione quindi per me è ancora lunga. Auguro a tutti una rapida guarigione il più possibile indolore e ringrazio Enzo per aver creato questo blog dove si possono leggere storie simili alle proprie.
    Un grosso in bocca a lupo a tutti!

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    • Michael ha detto:

      Stessa cosa tua.operato con chiodo bloccato con 1 vite sopra e 2 sotto.dimesso il gg dopo e subito carico a tolleranza (dolore).17 gg dopo rimozione punti e il dottore si è inca…to dicendo che devo camminare senza stampelle.ah dimenticavo.prima di questo 7 mesi fissatore come enzo.tolto…messo tutore un mese.in fisioterapia mi fanno caricare senza tutore.morale della favola scomposizione secondaria per carico su callo non consolidato e quindi secondo intervento chiodo endomidollare

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  37. Francesca Marchini ha detto:

    Innanzitutto voglio ringraziare ufficialmente Enzo per aver messo in piedi questo blog utilissimo e ricco di informazioni, inoltre gli sono enormemente grata per le informazioni che mi ha dato in privato con estrema gentilezza e generosità. Detto questo vi riporto brevemente la mia esperienza: sono caduta scivolando su un gradino il 12 settembre scorso, mentre andavo al lavoro (per fortuna esiste l’inail) e da prassi si sono succeduti ricovero, intervento con inserimento di fissatore esterno a 4 chiodi, 2 mesi di divano (seguite il consiglio di Enzo sulla sedia a rotelle fin da subito!!!) un altro di fermo ma x fortuna mi sn “carrozzata” e mi si è riaperto il mondo, 2 mesi con carico progressivo fino a 20 kg e poi completo fino ad arrivare al 7° mese a camminare senza stampelle. La fisioterapia l’ho iniziata poco prima che mi venisse concesso il carico completo e prosegue tuttora. Mi ha aiutato a recuperare la massa muscolare, lo schema del passo e a vincere la paura del ricamminare, per questo la consiglio vivamente a tutti. Vorrei anche precisare che quando si ricomincia a camminare e soprattutto i medici dinamizzano il fissatore, inizia la battaglia vera e propria col dolore (almeno per me è stato così). Come bisogna mettere in conto che anche se si cammina agevolmente per un po’ di tempo, appena ci si siede il ripartire è sempre caratterizzato dalle fitte. All’inizio ho avuto anch’io gonfiore, calore alla gamba e prurito. Per quest’ultimo vi consiglio vivamente di utilizzare la clorexidina perchè betadine e acqua ossigenata bruciano la pelle in quanto troppo alcolici. Per molti mesi le ferite tiravano e rendevano ancora più difficoltoso il movimento, poi pian piano sono state meno fastidiose. Martedì ho rimosso la parte esterna in plastica del fissatore e lì i dolori sono tornati in tutta la loro forza e oggi, udite udite, ho rimosso i chiodi. Mi preme sensibilizzarvi tutti a richiedere l’anestesia per questa operazione, in quanto nessun ospedale adotta più questa pratica, preferendo togliere i chiodi a freddo (io credo per motivi di taglio alla spesa sanitaria). Ho visto scene inenarrabili di persone che sono state sottoposte a questa tortura in ambulatorio ( io l’ho chiamata Guantanamo) con sanguinamenti copiosi, urla disperate e svenimenti per il dolore insopportabile. Pertanto ho chiamato tutti gli ospedali di Torino per trovare quello in cui praticavano l’anestesia, ma a vuoto ( nemmeno al San Giovanni Bosco la fanno più). Alla fine mi sono scaricata la carta dei diritti del malato e con quella in mano ho chiamato il primario dell’ospedale di Chivasso, dove sono stata in cura, esplicitando il mio disagio nell’affrontare tale supplizio e facendo leva sui diritti che la carta costituzionale riconosce al paziente. Come dicevo oggi ho tolto i chiodi in anestesia e non mi sono accorta di nulla. Quindi non fatevi cogliere di sorpresa e non abbiate paura di pretendere ciò che è innanzitutto umano e che vi spetta di diritto. Adesso mi sento più leggera, e non solo per il fissatore. A parte una quindicina di giorni in cui non devo caricare e la frattura che rimane dolente, sono fiduciosa nel recupero e nella guarigione completa. Ancora grazie ad Enzo, uomo aperto a condividere le sue esperienze e a mettersi al servizio degli altri.

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    • Enzo Contini ha detto:

      Grazie per avere voluto condividere anche tu la tua esperienza e grazie soprattutto delle informazioni relativamente alla rimozione dei chiodi!! Ho ripreso parte dello scambio di messaggi che tempo fa ci eravamo scambiati. Ti avevo scritto “Al Giovanni Bosco per la rimozione mi hanno addormentato con mascherina e non ho sentito nulla! Quando mi hanno messo i chiodi invece mi hanno anestetizzato con la epidurale e dolore non ne ho sentito durante l’operazione (che è durata 45 minuti circa) … poi quando è passato l’effetto della anestesia ovviamente si, ma nulla in confronto a prima. Traumatico è stato poi vedermi con il fissatore … Io nella mia ignoranza avevo pensato si trattasse di una colla con cui fissavano l’osso … non di quel coso con i sei chiodi nell’osso!! ☹
      Una amica che ha avuto una frattura con chiodi nel piede al CTO glieli hanno tolti senza addormentarsi e ha sentito male … 😐 Penso che uno abbia il diritto di chiedere agli ortopedici come avverrà la rimozione ed avere assicurazioni di essere addormentato con anestesia (mascherina).”.
      Ora tu mi aggiorni dicendo che neppure più al G.Bosco la anestesia è la prassi ☹ … Giungono quindi ancor più a proposito i tuoi consigli …
      Per informazioni sulla Carta dei diritti del malato, si può scaricare la carta Europea dei diritti del malato in italiano

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    • pierluigi righetti ha detto:

      Ciao a tutti, ho letto il commento di prima in cui toglievano i chiodi senza anestesia, cavolo penso che sia 1 cosa da pazzi e sadici, per fortuna nel ospedale dove sono andato io è stato il primario stesso a consigliarmi 1 anestesia leggera per togliermi il tutto, facendomi presente che altrimenti avrei sentito dei dolori forti ( avevo 6 chiodi). Be io li ho tolti all incirca 1 mese fa, ma facendo molta attenzione ho iniziato ad andare in bicicletta e pedalando senza forzare già 4 mesi orsono, così la gamba prendeva 1 Po di forza e il sangue girava irrorando la gamba. Ora è 1 mesetto che ho il gesso e i risultati dei miei sforzi si vedono, ho più tanta forza e martedì ( che dio me la mandi buona) ho la rimozione del gesso e spero che questo calvario durato 11 lunghi mesi sia finito.

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  38. Giorgia ha detto:

    Buonasera Enzo e buonasera a tutti voi, compagni di sventura!
    Enzo grazie per il tuo post, quando ci si trova in questa situazione avere la possibilità di confrontarsi con qualcuno che ha passato quello che stai passando tu è davvero prezioso. Grazie davvero.

    Mi chiamo Giorgia, ho 38 anni e l’11 Marzo scorso mi sono rotta la tibia (in un punto) e il perone (in 5 punti) mentre mi allenavo col mio cavallo. Anche con me hanno optato per la procedura che in molti avete descritto: gamba in trazione, operazione, placche e fissatore esterno con 4 perni.

    Sinceramente la cosa che mi mette più ansia è l’eventualità che si sviluppino infezioni date dai perni. Spesso i perni posti sul tallone e lateralmente al malleolo (che mi bloccano totalmente l’articolazione della caviglia) mi danno fastidio, a volte sento la carne intorno che brucia un po’ altre volte delle fitte. Secondo voi è normale? Immagino che la zona lì sia particolarmente sensibile e delicata…

    Quali sono i sintomi di un’infezione da perni? Quali i campanelli d’allarme? In generale la gamba con il fissatore è leggermente più calda dell’altra, ma penso sia normale visto che ci sono comunque 4 corpi estranei, secondo voi?

    Al momento inoltre non posso ancora poggiare il piede e caricare peso in nessun modo, gli ortopedici mi hanno detto che il tutto dovrebbe “risolversi” in 3 mesi, lo spero, ma dai racconti di molti di voi ho paura che la realtà sia molto diversa da quello che ti dicono i medici! Immagino poi che avere la caviglia ferma per un minimo di tre mesi (nella versione più ottimistica) comporterà un luuuuuuungo lavoro di fisioterapia!

    Un grande in bocca a lupo a tutti e un grazie di cuore per aver voluto condividere le vostre esperienze! 🙂

    Giorgia

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    • Enzo Contini ha detto:

      Quando, per due volte mi è venuta l’infezione ed ho dovuto prendere degli antibiotici, intorno ad alcuni chiodi era molto rosso e caldo e avevo dolori. Comunque penso che tu possa andare a chiedere agli ortopedici o almeno contattarli per avere ragguagli … Se hai dubbi non aspettare!
      Ciao

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      • Giorgia ha detto:

        Grazie Enzo, in realtà al momento fortunatamente non ho dubbi che possa essere in corso un’infezione o meno, solo paura di contrarla. Quindi avere consapevolezza delle prime avvisaglie mi mette nella condizione di prendere per tempo un’eventuale infezione. Ho chiesto agli ortopedici del CTO nelle visite periodiche ma non so perché sono sempre avari di risposte. Comunque mi hanno detto che il bruciore saltuario attorno ai perni e le fitte sono da considerarsi normali. Incrociamo e dita e andiamo avanti! 🙂

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        • Sara ha detto:

          Ciao Giorgia hai avuto maggiori informazioni riguardo al bruciore intorno ai perni?
          Cosa bisogna fare ?
          Grazie in anticipo

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        • Giorgia ha detto:

          Ciao Sara,
          dunque da quello che è successo a me il bruciore iniziale percepito in profondità si è man mano localizzato sulla superficie a livello epidermico e nella zona attorno al perno inserito nel calcagno. Un po’ di bruciore è normale in una zona sensibile come il calcagno, non so tu in che punto hai il fissatore. Ma, per dirti, gli altri tre perni, uno accanto al malleolo e due sulla tibia, non mi danno alcun fastidio, praticamente non li sento. Quindi da quanto ho capito la zona in cui sono inseriti è importante e fa la differenza! L’altra cosa importante per capire se sei di fronte ad un principio di infezione è se dal foro in cui si inserisce il perno del fissatore esce liquido maleodorante. Che la ferita “butti” un po’ può essere normale se ciò che esce non ha cattivo odore, ma se il liquido puzza, allora quello è un campanello importante che ti avverte di un’infezione possibile oltre, ovviamente al bruciore forte.

          Considera che io, nonostante il carico sfiorante che mi hanno dato, ad un certo punto per il dolore non riuscivo a mettere il piede a terra. Ora, la soluzione in genere è una buona medicazione. Purtroppo in questo caso anche dolorosa, perché l’infermiere dovrà far fuoriuscire il liquido e togliere con delle forbicine sterili gli strati di pelle per favorire lo spurgo. Fa un male cane, te lo dico. Dopodiché bisognerà disinfettare con il betadine e pulire con soluzione salina. Fatti togliere il betadine con la soluzione salina dopo che te lo hanno passato perché il betadine funziona molto bene con l’infezione ma, essendo un po’ aggressivo, c’è il rischio che vada ad ossidare il perno che, da quanto mi hanno detto medici e infermieri, è ormai composto da leghe miste e non più solo da titanio. Io così ho risolto, anche se nel mio caso mi rendo conto che il problema, nell’arco di 2-3 settimane tende a riproporsi, anche se in maniera più lieve e ridotta. Ma come ti dicevo mi hanno spiegato che questo capita più facilmente perché il calcagno è composto da un osso spugnoso, poco irrorato, che mal tollera i maltrattamenti. Quindi credo che dovrò monitorare la situazione finché non arriverò al giorno della rimozione.

          Non so ogni quanto ti viene fatta la medicazione, al CTO di Roma ormai mi danno appuntamento per controllo e medicazione una volta ogni due settimane, ma è impensabile rimanere due settimane con la stessa medicazione. Non so con quanta frequenza ti fai medicare ma a me, nella clinica dove nel frattempo ho iniziato la prima fase della mia fisioterapia, mi hanno detto che le ferite vanno pulite ogni 4 giorni più o meno. Per questo in clinica mi faccio fare delle medicazioni intermedie tra un appuntamento e l’altro al CTO. Ed è un bene, perché questa situazione che ho sul calcagno me l’hanno sistemata loro, non i medici dell’ospedale!

          Un altro consiglio che posso darti è farti delle analisi del sangue specifiche per vedere se ci sono infezioni. Cosa che a me, ovviamente, mi hanno consigliato di fare in clinica e non all’ospedale! A me hanno fatto fare VES, Emocromo e PCR.

          Spero di esserti stata utile, ti auguro in bocca al lupo e buona giornata! 🙂

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    • Alessandro ha detto:

      Ciao Giorgia,
      io non ho avuto fissatore esterno se non per una decina di giorni (poi placche), quindi non so dirti riguardo i perni e le infezioni in quella zona. Posso però dirti che a distanza di 9 mesi la mia gamba fratturata è ancora gonfia e calda rispetto all’altra. Non sono un medico ma credo sia normale in presenza di processi infiammatori e riparativi.
      Senza dubbio il lavoro di fisioterapia sarà lungo per recuperare articolarita della caviglia e forza muscolare. Però quello – rispetto ai processi osteoriparativi – dipende molto da te. E poi è anche bello vedere i progressi legati al lavoro (certo, sarebbe meglio se non fosse successo, ma visto che è successo…).

      Credo che nessuno di noi tornerà esattamente come prima, ma ognuno di noi può fare il massimo per far diventare questa guarigione il suo “capolavoro”.
      In bocca al lupo a tutti.

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      • Giorgia ha detto:

        Ciao Alessandro, calcola che gli ortopedici mi hanno detto che il gonfiore dell’arto fratturato persiste per parecchio tempo anche dopo la ricalcificazione della frattura ma che col tempo passa. Immagino quindi sia normale! Assolutamente immagino anch’io che la fisioterapia sarà lunga ma l’impegno non mancherà… non vedo l’ora di poter sentire di nuovo la terra sotto al piede! 🙂

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  39. Sara ha detto:

    Salve ha tutti vi scrivo per sapere se qualcuno in questa sfortunata avventura si è preso un batterio chiamato acineto bacter , poiché mio padre aveva una ferita…

    Vi ringrazio in anticipo a tutti perché la vostra preziosa consulenza

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  40. Giulia Brosio ha detto:

    ciao Maria ciao Alessandro ciao Enzo ciao Gigi ciao a tutti voi che avete scritto. Io ho rotto tibia e perone in modo scomposto il 14 febbraio dell’anno scorso un bel San Valentino. … è stato un anno duro, lungo, difficile, non sono mancati momenti di sconforto. Sono stata operata e mi hanno messo un fissatore esterno l’ho tenuto ben 6 mesi poi ad agosto l’hanno rimosso e hanno ingessato la gamba perché non era abbastanza calcificata. Maria ho affrontato i problemi di cui parli spostarmi dal letto alla sedia a rotelle, ho affrontato il problema di come lavarsi nel mio caso utilizzavamo uno sgabello nella vasca da bagno …. i problemi sono tanti ma si affrontano piano piano c’è voluta tanta, tanta pazienza; è stato necessario prendere una signora che facesse le pulizie, mio papà che portava i bambini a scuola, mia mamma purtroppo lavorando mi ha potuto aiutare poco. Poi a novembre ho iniziato a camminare finalmente senza stampelle zoppicavo avevo male al piede soprattutto si gonfiava mi è servito molto andare in piscina, fare fisioterapia in piscina , fare fisioterapia presso un centro specializzato. Oggi finalmente a distanza esatta di un anno posso dire che va meglio non benissimo, ma meglio: persistono dei limiti non riesco a piegarmi bene sulle caviglie ho qualche difficoltà a scendere le scale non salto e non corro però sono tornata a guidare posso fare la spesa accompagnare i miei figli a scuola e andare a lavorare tutto da sola….una conquista. ….tutto si aggiusta. ….solo un consiglio TANTA PAZIENZA. ..

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    • Enzo Contini ha detto:

      Grazie Giulia per averci raccontato la tua esperienza, per molti versi simile a quella di molti di noi. Grazie anche del consiglio che condivido pienamente … pur nella difficoltà di essere seguito sempre!!

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  41. Sara ha detto:

    Ciao ragazzi sono sempre io …
    Volevo chiedere se quando avete iniziato a caricare completamente quali sintomi avete accusato??
    A mio padre li si è formata una gnocca di sangue…
    a voi??
    Grazieee

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    • Enzo Contini ha detto:

      … completamente senza l’aiuto di nemmeno una stampella? È stato un processo molto graduale e per diverse settimane ho continuato ad usare parzialmente l’ausilio di una stampella (lato opposto alla frattura) non appena la gamba incominciava a darmi fastidio e ad essere un po’ dolorante. Niente gnocca di sangue …
      Dovreste avere un ortopedico di riferimento da contattare in caso di anomalie … vi conviene sentirlo soprattutto se c’è dolore associato …

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  42. Sara ha detto:

    Ciao Enzo sono sara ,ti scrivo perché mio papà a settembre ha avuto un incidente e si è rotto tibia e perone in maniera scomposta esposta oltre ad altre cose..
    comunque adesso ha io fissatore circolare con i chiodi da ottobre da due settimane può caricare a pieno carico…
    settimane fa si era infettto un chiodo, ad oggi ti chiedo se la sensazione di calore e aghi è sintomo di nuova infezione o magari è perché si sta formando il callo osseo..
    Scusa se disturbo ma mio padre è molto in ansia e magari un tuo aiuto può farlo tranquillizzare ..
    il medico è venuto e non ha trovato nessuna traccia di “pus” …
    aspetto tue notizie grazie infinite
    Sara

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    • Sara ha detto:

      Aggiungo un’altra domanda i gonfiori sono normali ??
      Se la gamba è calda cosa vuol dire ?
      Se sento pulsare ma non c’è sintomo di pus cosa vuol dire ??
      Quali sono i sintomi di calcificazione dell’osso??
      Qualcuno a preso antibiotico??
      Vi chiedo grazie in anticipo a chiunque mi risponde e mi può aiutare
      Grazie a tutti!!!

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      • Pierluigi ha detto:

        A me è successa la stessa cosa, 1 chiodo a fatto infezione e avevo la gamba calda con il pus interno. Ho fatto 4 settimane di antibiotico ( 3 al giorno) e sono guarito. Con l infezione in corso non si faceva la calcificazione dell osso, passata quella a ripreso a calcificare

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        • Sara ha detto:

          Grazie per aver risposto 🙂
          Adesso sente solo calore ed arrossato ma non c’è pus ma in ogni caso sta prendendo di nuovo l’antibiotico..
          Grazie X la risposta ogni commento è un aiuto

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      • Enzo Contini ha detto:

        Non sono un medico ma se la gamba è calda e rossa penso sia il caso di farlo vedete agli ortopedici che lo seguono. Anche a me dei chiodi si erano infettati ed ho risolto prendendo degli antibiotici …
        I gonfiori sono “normali” e scompariranno a poco a poco quando riuscirà a camminare normalmente.
        I segni di calcificazione si vedono inizialmente principalmente dalla radiografia: ovviamente poi più riesci a camminare senza dolore più le cose stanno andando bene …

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        • Sara ha detto:

          Grazie mille Enzo grazie per questo tuo blog che ci consente di vivere questa tragedia più tranquilli …
          In questo casi non si sa più dove cercare conforto…
          Grazie a tutti ❤

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        • Sara ha detto:

          Mio papà ha un fissatore circolare .. e chiede se la sensazione che le ossa si muovono è normale ?
          Grazie ancora

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        • Anna forcisi ha detto:

          Grazie sono la mamma di un ragazzo di 21anni che nel novembre del 2016ha avuto un incidente con la moto e di conseguenza tibia e perone esposti,gli hanno impiantato un chiodo endomidollare ma dopo la prima rimozione delle viti al ginocchio e una brutta infezione che ha colpito la tibia ,la situazione e di nuovo peggiorata,ha fatto tutto mio figlio camera iperbarica ,ha avuto un macchinario che gli tenesse l infezione costantemente monitorata e asciutta ,fisioterapia stampelle eppure a dicembre con un nuovo consulto ortopedico e con un artroscopia scopriamo,anche se lo sospettavano visto i dolori lancinanti di mio figlio che la tibia e ancora infetta.a fine mese torniamo in sala operatoria x la rimozione del chiodo endomidollare e l impianto di un fissatore esterno,tutto ricomincia ma io so che c e la faremo mio figlio è forte ed io insieme a tutta la famiglia lo sosterremo come sempre questa è l unica strada verso la totale guarigione e noi tutti la percorreremo insieme.volevo scriverti di noi e ringraziarti x il tuo racconto che hai condiviso perche mi sono immedesimata e emozionata,quindi ancora grazie e buona vita.

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  43. Gigi ha detto:

    Vediamo se qualcuno può darmi 1 consiglio…mi chiamo Gigi e sto ” guarendo” da 1 frattura di tibbia e perone, tra 10 giorni dovrebbero togliermi il fissatore ( dopo 8 mesi) è alcuni giorni che ho iniziato a camminare senza stampelle e ultimamente ( da 3 giorni) mi fa male il tallone, quando lo appoggio è come se avessi dentro dei aghi che mi pungono e altre volte quando sono a riposo sento delle fitte sempre nel tallone….volevo sapere se tt ciò è normale e se ci sono qualche rimedio a tutto ciò….grazie anticipatamente a chi mi darà 1 consiglio

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    • Enzo Contini ha detto:

      La sensazione di avere aghi nel tallone non è infrequente ed è dovuta penso a problemi nella circolazione del sangue ovviamente penalizzata dalla sedentarietà. Ti consiglio di chiedere agli ortopedici che ti stanno seguendo ….

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  44. maria ha detto:

    ciao volevo un consiglio sul fatto che mio marito ha avuto un incidente sul lavoro poiche’ e ‘stato investito da un transplallet che gli ha procurato una frattura composta della gamba destra del perone e al pronto soccorso gliela hanno ingessata mentre la gamba sinistra e’stata operata poiche riportava una frattura scomposta della tibia e del perone con frantumazione di una buona parte dell’osso causato dalla violenta botta e peso del mezzo
    quindi gli e ‘stato messo un chiodo con delle viti x cercare di tenere in asse l’osso ma hanno avuto problematiche durante l intervento che e ‘ durato due ore e mezza proprio xche mancava una buona parte di osso e si spera in una ricalcificazione di questo e fra un cinque mesi dovrebbero togliergli queste viti
    ora a distanza di due giorni dall intervento di questultima vogliono dimetterlo xche non potendo fare carico su entrambe le gambe non trovano necessario trattenerlo poiche x il momento non puo fare fisioterapia
    ora io mi chiedo come faro’a gestire a casa il tutto visto che dovro’andare anche a lavorare e come faccio da sola a spostarlo da una sedia a rotelle al letto ,a lavarlo e quantaltro
    non so proprio come e cosa fare

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    • Enzo Contini ha detto:

      Fai presente ai medici le tue difficoltà e vedi se si riesce ad attivare in qualche modo una assistenza domiciliare (ADI) e/o a ricevere qualche supposto economico dall’INPS (trattandosi di un incidente sul lavoro) per avere un badante per qualche ora al giorno …
      Chiedi (magari al sindacato) anche se esiste una assicurazione della ditta specifica per gli infortuni sul lavoro.
      Di più non ti so dire …

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      • Patrizio ha detto:

        E’ sempre quello il problema: io ho potuto andare in una struttura privata ma me la sono pagata chiaramente aspettando il rimborso dell’assicurazione dell’investitore, comunque l’ospedale anche se non cammina può mandarlo trenta giorni in una struttura di convalescenza in attesa del carico. poi può andare in riabilitazione.

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    • Anonimo ha detto:

      Ciao Maria ad oggi mi trovo nella tua stessa situazione mio marito al lavoro gli è salito un muletto risultato frattura scomposta esposta pluriframmentaria da luglio stiamo vivendo un incubo! Posso chiederti se tuo marito si è ripreso?

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  45. Alessandro ha detto:

    Ciao Enzo,
    anzitutto grazie per aver lasciato la testimonianza della tua esperienza online.
    A me è stata molto utile, perché se è vero che ogni caso fa storia a sè e non è corretto tracciare paragoni, è anche vero che ci sono molte cose in comune, soprattutto le emozioni e gli stati d’animo che accomunano noi traumatizzati. I tuoi consigli mi sono serviti.
    Io ho avuto una frattura di tibia e perone scomposta e pluriframmentaria a seguito di un incidente circa sei mesi fa. Sto tuttora cercando di uscirne, anche io con tanta incertezza e sofferenza.
    Volevo chiederti se per favore puoi dirci come si è evoluta in seguito la ripresa.
    Se ricordi le varie fasi, quanto tempo ti ci è voluto per tornare in uno stato quantomeno accettabile, se adesso ti senti bene, ti sei buttato tutto alle spalle e riesci a fare tutto o quasi tutto ciò che facevi prima. Naturalmente io ti auguro che sia così e che sia ormai solo un ricordo lontano!
    Grazie ancora e in bocca al lupo per tutto!

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    • Enzo Contini ha detto:

      Ciao Alessandro. A distanza di 4 anni dal post (quasi 5 anni dalla rottura) posso dire che riesco quasi a fare tutto come prima …. rimane comunque talvolta un fastidio ed un gonfiore alla caviglia soprattutto dopo, ad esempio, una camminata in montagna. Alla caviglia sono rimaste alcune macchie scure dovute penso alla circolazione, ed i buchi dei chiodi si distinguono ancora, qualcuno un po’di più qualcun altro in modo impercettibile se non al tatto. Da allora ho sviluppato una allergia ai cerotti, anche a quelli per pelli sensibili anche se ovviamente mi creano arrossamenti e prurito in modo minore, … e questo lo trovo fastidioso: ho dovuto togliere un neo ed ho avuto più fastidi per via del cerotto che del taglio con i punti!
      Sicuramente si affatica maggiormente rispetto all’altra gamba e spesso sento ancora la necessità alla sera di sdraiarmi sul divano e tener alzata la gamba che un po’ mi pulsa e la sento un po’ gonfia. Ho ripreso fin da subito ad andare in bicicletta ed a camminare in montagna (senza strafare), poi dopo un due anni dall’incidente ho pattinato, sono andato a ciaspolare … penso che quest’anno, vista anche la bella neve, riprenderò gli sci appesi da anni ad un chiodo. Preferisco ora camminare veloce nei parchi, piuttosto che correre perché so già che diversamente la gamba poi mi darà fastidio la sera …
      Quello che soprattutto rimane, almeno in me, è un po’ la paura, la consapevolezza (un po’ limitante) che basta un nonnulla per ritrovarsi in un ospedale e tribolare per mesi per rimettersi in piedi …. Anche dai commenti ricevuti ho capito che ci sono mille e più modi per rompersi tibia e perone … una scivolata per strada o in una rampa, una caduta da una bici da corsa battendo sul gradino del marciapiede, una caduta pattinando o sciando, aggiustando un’antenna, cadendo da una scala, durante un allenamento sportivo, un incidente automobilistico, una scivolata su un sentiero di montagna …. Rimane quindi un po’ questa paura ed il timore di perdere nuovamente un qualcosa di molto importante … troppo importante … il poter camminare!
      Sicuramente si ha poi l’occasione di conoscere qualche persona anziana che per vecchiaia non può più camminare, o qualche persona con handicap che da anni (o da sempre) si ritrova in carrozzella … e si riesce ad avere una empatia che sicuramente un tempo non si aveva e la consapevolezza che probabilmente invecchiando si dovrà comunque affrontare una qualche forma di invalidità … sperando di ritrovarsi forse un po’ più forti ad affrontarla vista la precedente esperienza 😳

      Un augurio di buona guarigione anche a te!

      Enzo

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  46. Meghi ha detto:

    Buonasera a tutti, sono una studentessa di 17 anni, il 5 novembre del 2016 ho fatto un’incidente con il motorino procurandomi una fattura scomposta di tibia e perone. Arrivata in ospedale mi hanno messo il piede in trazione e dopo due giorni mi hanno operato: ora ho una sintesi con 8 viti più due fili di K. Mi hanno fatto tenere la doccia gessata per circa un mese dati i miei miglioramenti e grazie anche alla magnetoterapia (dopo l’operazione mi avevano detto che l’avrei tenuto per 2 mesi). Il 4 gennaio farò la mia ultima visita all’ospedale per poi iniziare a caricare e le fisioterapie. Mi piacerebbe sapere:
    -è normale sentire tirare e stringere alla caviglia proprio all’altezza dei fili di k? il fatto strano è che per farmi passare il dolore devo necessariamente poggiare il piede a terra senza caricare molto
    -è normale che il piede delle volte diventi blu?
    -adoro i tacchi e amo portarli, secondo voi li riporterò ancora? anche prima che mi rimuovano le sintesi e i fili di k?
    in caso di risposta, vi ringrazio in anticipo e vi auguro buone feste.

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    • Enzo Contini ha detto:

      Ciao Meghi. Personalmente non so rispondere alle tue domande … i fili di K non li avevo (e non so neppure cosa siano di preciso 🙂
      Avere comunque dei lividi è “normale” … Per i tacchi ed il resto chiedi agli ortopedici che ti seguono: sicuramente loro sapranno darti delle risposte!
      Auguri di buona e veloce guarigione … e buone feste ovviamente!!
      Enzo

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  47. Manuele ha detto:

    Il 6 marzo durante una gara di ciclismo ho rotto tibia e perone pluriframmentati, ricoverato in ospedale mi sono visto installare un fissatore esterno, mai visto prima. Giunto a casa mi sono imbattuto in questo forum e mi sono subito spaventato. Mesi a letto immobile…. la mia era una grave frattura a più rime e ci sono voluti mesi prima di vedere un minimo di calcificazione, a 40 anni il.processo è lento… dopo 15 giorni dall operazione ero sulla cyclette kittata con un pedale speciale ora a distanza di 9 mesi pedalo come prima, lavoro e cammino senza problemi. Il mio consiglio è state lontani dal divano, non badate troppo ai dolorini e lavorate più che potete compatibilmente con le indicazioni del vs ortopedico. La guarigione va stimolata!

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  48. Chiara carigi ha detto:

    Buonasera… il 14 giugno 2016 mentre attraversavo le strisce pedonali sono stata investita e ho riportato una frattura scomposta di tibia e Perone. Dopo 3 giorni di trazione mi hanno applicato un fissatore esterno alla gamba. Il 9 novembre mi è stato rimosso ma per circa 20 giorni ho dovuto riprendere in mano entrambi le stampelle. Ad oggi cammino o senza stampella, anche se ancora faccio un po’ di difficoltà essendo passati soltanto 20 giorni dalla rimozione del ferro, oppure mi aiuto con una stampella!
    Ieri dopo tantissimo tempo ho ripreso la macchina e devo dire con mio grande stupore non ho avuto problemi nel premere la frizione, il problema è arrivato dopo. Una volta scesa dalla macchina sentivo la gamba dolorante e un dolore che seppur durato poco mi ha un po’ spaventato. La mia domanda è: dopo quanto tempo è riuscito a guidare la macchina e successivamente a camminare senza avere dolore?(sono una ragazza di 19 anni) Attendo sue risposte

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    • Enzo Contini ha detto:

      Ciao Chiara. Se leggi un po’ di commenti e il mio post capisci che ogni rottura è un caso a parte. Tu sei giovane per cui sicuramente ti riprenderai molto prima di me. Io come ho scritto avevo già subito male a premere la frizione. Prima di guidare con una macchina non automatica ci ho messo 10 mesi … ma non spaventarti!! Io avevo 53 anni quando me li sono rotti!
      Coraggio … presto sarà solo un brutto ricordo ma sarai più forte ad affrontare le prossime esperienze della tua lunga vita …
      Auguri … 😉

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  49. hadenka ha detto:

    Buonasera! Sono una ragazza 28 anni. Pure io come tanti di voi ho avuto sfortuna di avere la rottura. Ho fatto incidente 21 agosto mi hanno ricoverato e 26 febbraio mi hanno messo del chiodo endomidollare nella tibia che ho rotto. Il 27 mi hanno messo il gesso e finora sto gessata. La prossima visita è 5 ottobre per vedere come va e per decidere se devono lasciare il gesso o no.
    Quello che mi preoccupa me è :
    1. Da quando mi hanno operato non ho avuto nessun dolore, solo sentire stringere e bruciori. Io chiedo: ma è normale? Il bruciore cambia sempre ho è nel piede o nel ginocchio o dove è la rottura, oppure tutti insieme! Adesso da due giorni sento sempre calda tutta la gamba. È normale?
    2.Da quando hanno tolto i punti non riesco a muovere il pondolo, il mignolo lo muovo, ma da solo e con difficoltà. È normale?
    3.Da qualche giorno sento come le scorse nella gamba, soprattutto quando mi muovo la mano sinistra sia le dita oppure solo toccarla la mano sinistra sento le scorse nell piede operato sinistra. È normale?
    Voi avete avuto questi problemi? Più di tutto mi preoccupa il bruciore!
    Grazie per lo blog e buona guarigione a tutti!

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  50. Giulia Brosio ha detto:

    Ciao Andrea io ho riportato una frattura scomposta di tibia e perone sciando il 14 febbraio di quest’anno. È vero bisogna essere positivi ma non è sempre facile forse perché essendo anche una donna avevo in carico casa, bambini oltre al mio lavoro. Ho portato il fissatore da febbraio ad agosto dopodiché il gesso per 40 giorni. Sono stati mesi lunghi ed estenuanti…ne hanno sofferto i bambini ( 4 anno il più piccolo), è un impegno x i miei genitori e a mio marito la vita è cambiata non poco. A fine mese dovrei togliere il gesso sempre che invece la calcificazione non sia buona e debba optare per la resezione del perone. Quindi essere positivi si…ma non è proprio una vacanza. ..almeno per me. Su una cosa concordo: meraviglioso il reparto ortopedia di Chivasso ( non l’ho scritto ma sono di Chivasso) e non ringraziero’ mai abbastanza il Dott. Caresio che mi ha preso in carico.
    In bocca al lupo a tutti.

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    • Patrizio ha detto:

      ciao sono il Patrizio che è stato investito il 12 novembre 2015 con frattura esposta scomposta di tibia e perone. Ho tolto i FEA il 12 maggio 2016 e cominciato la FKT . L’osso si è calcificato abbsatanza presto e pur maledicendo il filo peroneale che ho portato due mesi non posso che dirne bene poichè il perone non ha interferito con la tibia . Ho ricominciato a camminare male da giugno con grossi problemi fino a questa estate quando un Angelo ( Fisioterapista di nome Angelo) dopo 22 sedute mi ha insegnato a camminare bene e sbloccato l’astragalo lussato che mi bloccava il piede.
      Sebbene ogni passo mi dia dolore ora riesco a camminare usando ancora un bastone .
      Rimangono tutte le altre cose ( schiena compresa dove ho due sbarre di titanio ).
      Storia lunga e dolorosa ma è così. Occorre avere coraggio all’inizio ma poi le cose si sistemano più o meno. Dovrei fare una preparazione atletica a questo punto perchè altrimenti la gamba non fratturata lavorerà sempre più dell’altra. ora ci provo.
      ciao Patrizio

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      • Enzo Contini ha detto:

        Hai proprio ragione! Occorre avere coraggio e, aggiungerei, cercare di non demoralizzarsi e stringere i denti … e poi un po’ per volta i miglioramenti si vedono! Un augurio ….

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        • Anonimo ha detto:

          E’ passato un anno dal precedente reporto e devo dire che la situazione della gamba è migliorata, sebbene il mio problema derivasse da una frattura esposta .
          Un mio amico per la stessa frattura ma non esposta trattata nello stesso centro con Ilizarov in 6 mesi è tornato come prima.
          La mia gamba gonfia sempre un po e devo portare le calze elastiche , permangono parestesie dovute probabilmente alla lesione del nervo safeno mi ha detto ieri il neurologo.
          Il mio problema più grosso rimane la schiena dove ho l’artrodesi t12-l2 che fa male cronicamente.
          Non posso correre ma camminare sì , questa estate ho usato le bacchette con beneficio e conviene camminare il più possibile.

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  51. Andrea Zulien ha detto:

    Ho conosciuto Enzo, via rete, perché da poco sono entrato anch’io nel tunnel della suddetta frattura.. Dopo pochi scambi mi sono reso conto del tipo di persona con cui mi sono trovato ad avere a che fare (assolutamente positiva) e mi ha consigliato di postare la mia esperienza affinché chiunque altro ne possa beneficiare come il sottoscritto.
    Io mi sono “rotto” in quel di Settimo Torinese ed esattamente sulla pista di pattinaggio del parco “De Gasperi” dove, roller ai piedi, completamente fermo ho perso l’equilibrio per guardare mia figlia che si dilettava anche lei.. Morale: una torsione sulla destra per ritrovare l’equilibrio e mi sotto arrecato (praticamente in piedi) una frattura biosfera scomposta spiroide di tibia e perone..e così è cominciata.. Tralasciando i particolari del tutto posso solamente dire che sono stato portato all’ospedale civico di Chivasso dove (era venerdì sera…), dopo le radiografie, sono stato immediatamente operato d’urgenza..
    Dell’ospedale posso solamente dire: meraviglioso.. Sia per la competenza che per il trattamento ricevuto: mi sono sentito curato e coccolato come fossi stato a casa con una ventina di mamme, sorelle e amiche..
    Tutte le procedure e le sensazioni sono state descritte egregiamente da Enzo, pertanto non mi dilungo ma mi preme sottolineare come l’esperienza ospedaliera sia stata, per me è sfiga a parte, un’esperienza unica, piena di emozioni e decisamente costruttiva..entri in contatto con una grande quantità di persone diverse ma, allo stesso tempo, accomunate dal disagio dello “stare male” e questo porta ad avere un rapporto “quasi spirituale” con tutti.. Ci si “guarda negli occhi”, ci si fa aiutare e si aiuta fin dove si può.. Ci si accomuna e fraternizza pienamente.. Si perde qualsiasi tipo di pudore e la cosa non è per nulla traumatica rendendo l’uguaglianza tra gli “esseri” ancora più marcata… Vedi lo sforzo di infermiere e i cosiddetti “OS” nelle cure di sconosciuti malgrado turni estenuanti e situazioni personali “di ogni genere”…un’esperienza umana che, senza “tirarla” a nessuno, tutti dovrebbero fare…
    L’altra cosa che mi preme dire è, per chi come me ha la fortuna di essere sposato e/o accoppiato, cercate in voi (se siete in questa situazione di disabilità) la forza di “ridere” con il vostro compagno/a.. cercate, almeno, di alleggerire la tensione, il peso.. È l’altra persona che “paga” di più della nostra situazione..si trova non solo “da sola” ma con una “pianta bella grassa” in più da gestire.. e, inoltre, ha una paura/preoccupazione dentro inimmaginabili da noi che sappiamo che, alla fine, stiamo cmq bene.. Io cerco di fare così, cerco di vivermela bene ridendo con mia moglie e mia follia della mia situazione..certo i momenti di sconforto ci sono, ma una buona risata è, a volte, meglio della morfina (e chi ci è passato sa di quanto la morfina dia un “toccasana”)..
    Ringrazio ancora Enzo per aver condiviso la sua esperienza ed avermi spinto a fare, sebbene minimamente, altrettanto.
    Auguri a tutti..forza e coraggio e ricordate sempre che non di è mai da soli…si è sempre, ma silentemente, in grandissima compagnia.
    Ciao a tutti.
    Andrea Zulien

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  52. Pietro ha detto:

    Grazie mille per la risposta Enzo. Si lo so che è gia un buon risultato, tuttavia ho come l’impressione che sia tutto mantenuto dal chiodo (spero non sia cosi). Nel frattempo cammino sempre meglio anche se accuso dei leggeri dolorini nella zona di frattura, quindi incrocio le dita.
    Un abbraccio e una buona guarigione a tutti:)

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  53. Pietro ha detto:

    Ciao a tutti. Anche io sto passando purtroppo lo stesso calvario. Comunque mi da conforto leggere i vostri commenti. La mia disavventura è iniziata il 24 Maggio 2016, tre giorni di antibiotici e intervento con chiodo endomidollare e 2 viti eseguito il 27. Adesso a distanza di 3 mesi seppur zoppicante cammini sulle mie gambe. La cosa per me più strana è che non ho dolore nel punto di frattura, ma bensi alla caviglia. Come devo interpretare ciò? Positivamente o negativamente?
    Un abbraccio a tutti.

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    • Enzo Contini ha detto:

      Dopo “solo” 3 mesi riuscire a camminare mi sembra personalmente un buon risultato!! … chiedi agli ortopedici che ti seguono per i dolori che hai alla caviglia …

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      • Pietro ha detto:

        Grazie mille Enzo, ricevere anche poche parole da qualcuno mi conforta molto. Lo so che è un buon risultato, anche se ancora ho l impressione che mantenga tutto il chiodo, ma spero di sbagliarmi. Grazie ancora per il tuo blog e per la tua risposta, auguro una buona giornata e una buona guarigione a tutti 😉

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      • Pietro ha detto:

        Si è un buon risultato anche se ho l impressione che Tenga tutto il chiodo…spero di sbagliarmi.
        Un saluto a tutti e complimenti per il tuo blog Enzo 🙂

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  54. Vincenzo ha detto:

    Buonasera a tutti e innanzitutto buona guarigione a chi sta vivendo questo problema. Esattamente 6 mesi e 29 giorni fa anche io mi sono rotto tibia e perone (letteralmente spezzate in due) con una frattura scomposta ed esposta. Brutta caduta mentre mi affaccendavo ad aggiustare l’antenna di casa (4 metri) , riportando frattura bilaterale ai calcagni , frattura tarso e metatarso di , tibia e perone dx , scoppio di l4 e l5. Purtroppo la frattura più dura e lunga per tempi di guarigione è stata quella della tibia, trattate con fissatore esterno. Ho visto i primi segni di formazione di callo osseo solo dopo 4 mesi , grazie al carico parziale di 20 kg. (La formazione prima non avveniva perché ero sulla sedia a rotelle e non caricando è più difficile stimolare l’osso) . Dopo 5 mesi grazie all’intuizione del medico che non vedeva grandi progressi mi viene dinamizzato il fissatore e questa è stata la chiave di lettura. Dopo 6 mesi mancava solo un piccolo puntino , e 20’giorni dopo era tutto finito. Mi hanno rimosso il fissatore e ora mi sento bene , non ho problemi a camminare anche per ora senza ne gonfiori ne dolori. Ragazzi il percorso è lungo , ma non mollate mai, ascoltate il vostro fisioterapista e camminate il più possibile , il carico aiuta molto la stimolazione del callo osseo , di conseguenza accelera la guarigione. Ora vi salutò e vi mando un forte abbraccio dopo che ahimè ho vissuto questa esperienza bruttissima.

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  55. Davide ha detto:

    Ciao,ho 17 anni e inseguito ad un maledetto incidente ho avuto una frattura di tibia e perone scomposta, ora è passato un mese dall’operazione dove mi hanno messo un chiodo endomidollare e un filamento di K. Volevo chiedere se dopo essere diciamo guariti si è come prima cioè per esempio io che faccio danza potrei ricominciare? oppure ci sono dei rischi?

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    • Enzo Contini ha detto:

      Ciao Davide. Lo sai, non sono un medico ma vista anche la tua giovane età direi proprio di non preoccuparti … ballerai come prima!!! Sicuramente gli ortopedici che ti seguono sapranno darti i tempi di ripresa per il tuo caso specifico …
      … devi solo pazientate e, lo so, non è facile!!!

      Buona guarigione
      Enzo

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  56. elisabetta ha detto:

    buongiorno a tutti, girovagavo su internet per alcune risposte a domande che mi ponevo e ho trovato voi.
    Mi chiamo Elisabetta ho 43 anni.
    Circa due mesi e mezzo fa stavo attraversando le strisce pedonali e una macchina mi ha investita spaccandomi letteralmente tibia e perone.
    Sono finita in pronto soccorso dove subito sono intervenuti tirandomi il piede per riaddrizzare tutte le ossa.
    Ho subito una frattura scomposta.
    Dopo due giorni di ospedale mi hanno operato inserendomi una placca con 7 viti da una parte e dall’altra un chiodo trasfersale e fili.
    Per 50 giorni sono stata immobilizzata a letto con gesso, tenendo la gamba in su e non potento appoggiarla per nessun motivo per terra.
    Ora, da 10 giorni circa da non riuscire a mettere il piede per terra con l’aiuto del fisioterapista (uomo eccezionale) e tanta ma tanta forza di volontà e pazienza riesco sotto antidolorifico a camminare addirittura senza stampelle.
    Ovviamente quando passa l’effetto dell’ antidolorifico riprendo le mie “bellissime” stampelle….
    Adesso al mattino mi alzo dal letto utilizzando una sola stampella e non nascondo che ogni tanto sento ancora dei dolori alla pianta del piede.
    Ma dopo un po’ di carico sembra diminuire.
    Quello che mi urta è la camminata… nel senso che avvolte mi sento una papera, cammino appoggiando il piede di più verso l’esterno, praticamente non riesco ancora oggi ad appoggiare tutta la pianta del piede e fare il passo caricando al 100% sul piede infortunato (questo avviene solo senza antidolorifico) perché sotto l’effetto cammino benissimo.
    La mia domanda è questa: anche a voi è successo di camminare appoggiando il piede verso l’esterno? se è si in quanto tempo siete riusciti ad effettuare una camminata perfetta?

    Vi ringrazio per il tempo dedicatomi e anche per le risposte…
    Faccio un in bocca al lupo a tutti e auguro di cuore che tutti voi possiate tornare a sorridere e un giorno quando saremo “guariti” ci diremo ” GUARDA COME SONO STATA/O FORTE, SONO RIUSCITO AD ALZARMI DOPO UNA GROSSA CADUTA – LA VITA MI HA OFFERTO UNA SECONDA OPPORTUNITA’ , GODIAMOCELA AL MEGLIO”…

    I miei rispetti e buona vita a tutti.
    Elisabetta

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    • Enzo Contini ha detto:

      Dopo mesi di immobilità bisogna imparare di nuovo a camminare … la fisioterapia serve soprattutto a quello. Appoggiare prima la punta del piede e poi il tallone diventa un movimento da comandare attentamente con il cervello e non più automatico. Penso sia li stesso per te relativamente alla posizione esterna del piede: per un po’ devi pensare a come metti il piede e pilotarlo opportunamente ….
      Buona guarigione anche a te!
      Enzo

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      • Elisabetta ha detto:

        Grazie per aver risposto.. Mi obbligherò a pensare prima con il cervello e poi appoggerò il piede ben bene… Se è vero che dipende tutto dal cervello non ci rimane altro che pensare positivo.
        Buona serata a tutti

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  57. matteo ha detto:

    Ciao Enzo.. ho 17 anni e in seguito ad un incidente in moto ho riportato la frattura di tibia e perone più varie complicanze che hanno comportato un altissima probabilità di amputazione del piede e parte della gamba. Dopo quattro interventi per fortuna adesso la gamba sembra abbastanza a posto anche se sto ancora aspettando che l’osso si calcifichi. Volevo chiederti, adesso la tua gamba com’è? Si gonfia ancora? La mia a fine giornata è davvero molto gonfia, anche se per fortuna mio padre mi ha comprato un letto che permette di alzare la parte delle gambe per cui la mattina è di dimensioni normali, ma come potrei fare per evitare il gonfiore durante il giorno? Utilizzo già il gambaletto restrittivo ma la gamba si gonfia lo stesso..

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    • Enzo Contini ha detto:

      Non mi dici da quanto tempo hai avuto l’incidente … Sicuramente a me ha gonfiato molto soprattutto alla sera per un 8 mesi dopo la rottura … Anche ora, a distanza di due anni e mezzo, soprattutto se fa caldo, sento tutta la gamba un po’ gonfia e se la guardo bene vedo una differenza con l’altra non solo alla caviglia ma anche al polpaccio (il segno dell’elastico delle calze è molto più evidente). Tuttavia ora faccio tutto, … magari la corsa per molto tempo la evito, ma vado in bici e svolgo qualsiasi attività senza problemi.
      Sempre se non ti fa male ed il fastidio è sopportabile, la cosa migliore per evitare il gonfiore (dovuto soprattutto a probelmi di circolazione del sangue) è quello di camminare, senza trafare ma per diverse ore: aiuta a fare in modo che la circolazione migliori … ogni passo è come una pompa per il sangue che circola. Ovviamente se esageri potrebbe gonfiare ancor di più per la fatica e per altri motivi dovuti alla non completa guarigione della frattura…
      Chiedi comunque agli ortopedici che ti seguono e che conoscono bene il tuo caso clinico specifico.
      Ciao e buona fortuna 😉 e abbi tanta pazienza che tutto passa!

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  58. vincenzo ha detto:

    ciao volevo un parere…ho un fissatore esterno alla gamba a seguito di una frattura riportata di tibia e perone…ora a distanza di due mesi e mezzo nonostante e gia un mese e mezzo che carico il peso con due stampelle sento un leggero dolore a caricare il peso sulla gamba volevo sapere se anche lei a caricare peso sentiva dolore anche se i medici mi hanno detto che e normale un parere in piu non guasta mai =)

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  59. Camilla ha detto:

    Sono di nuovo qui a leggere nuovi sfortunati e rileggere vecchie esperienze …/ questo venerdì mi aspetta il controllo post operatorio ed io sono già piena di dubbi e paure…
    Sito di frattura fa male ma ormai ho capito come gestire quel tipo di dolore e come muoversi x non “svegliarlo”… Il mio problema più grosso e il fatto che ho alterazioni sensoriali sul piede… (Sento dolore al tatto (dolore tipo spilli conficcati nella pianta del piede). Il piede si muove normalmente… Volevo dire che non ho il fissatore esterno ma placca con le viti e fasciatura leggermente compressiva.
    Non sono riuscita trovare praticamente nulla inerente a quel tipo di fastidio nervoso nelle fratture di tibia e perone. Volevo chiederVi se qualcuno ha o aveva quel tipo di dolore e come avete risolto o state risolvendo…
    Vi ringrazio e buona guarigione a tutti!!!

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  60. Anonimo ha detto:

    Enzo ti è mai capitato di sbattere il fissatore esterno ad una sedia?

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    • Enzo Contini ha detto:

      … dei colpi involontari capita più volte di darli, … se hai sbattuto contro una seggiola non penso sia grave! Lo so che uno ha poi paura di tutto (ancora ora a distanza di diversi anni, scendo le scale con circospezione) …

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  61. Giulia ha detto:

    Sono passati più di tre mesi dall’operazione. Al controllo del 20 maggio mi aspettavo mi togliessero i ferri esterni …nulla. La tibia non calcifica nonostante ormai con il fissatore carico fino a 30 kg, assuma la vitamina D e faccia la magnetoterapia ….
    Il perone invece è guarito e ora mi si dice che probabilmente bisognerà romperlo x agevolare la calcificazione della tibia. ..È un momento di grande sconforto, ho due bambino piccoli che hanno bisogno di me…e rischio di trovarmi fra 2 mesi (quando si deciderà se intervenire sul perone) , dopo 6 mesi dall’operazione a dover ricominciare daccapo…..😢

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    • Enzo Contini ha detto:

      … coraggio. Se non hanno ancora deciso per l’operazione penso sia dovuto al fatto che c’è da sperare che si calcifichi anche la tibia …
      … e comunque sia se può rasserenarti un po’, pensa che comunque è una cosa temporanea … anche se lunga!!

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    • Patrizio ha detto:

      cara Giulia, una tibia per calcificare ci mette almeno sei-sette mesi anche più. il perone andava infibulato per non ostacolare la calcificazione della tibia , è scomodissimo ma alla fine funziona. Se vuoi calcificare più rapidamente oltre la vitamina D prendi del silicio organico o dell’equiseto che contiene silicio, fa miracoli: il mio callo così trattato in sei mesi mi ha consentito di togliere tutti i ferri, ho fatto anche magnetoterapia ma poca e i pareri sono discordi tuttavia puoi affittarla con pochi soldi.

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  62. Raffaele ha detto:

    Salve a tutti sono un ragazzo di 23 anni , e credo che qualcuno di voi visto le numerose esperienze può darmi sicuramente un consiglio.
    Io ho riscontrato una frattura scomposta esposta della tibia e del perone durante una partita di calcio , mi hanno sbagliato L operazione e dopo 15 gg rioperarmi.
    Il mio problema è che in un primo momento non è stata allineata bene la gamba nonostante la presenza del fissatore esterno , quindi poi nella seconda operazione hanno dovuto Applicarmi una placca al perone e allineare bene la tibia.
    Ora a distanza di due mesi la cosa sta procedendo, nonostante i momenti di tanta difficoltà .
    Le mie domande per voi sono queste: è normale che mi si gonfia la caviglia quando cammino? perché L ortopedico mi ha detto di iniziare a camminare cRixando la gamba in modo da stimolare la tibia.
    Poi è possibile che il fissatore si allenti e può provocare una nuova frattura? Come faccio ad accorgermene nell eventualità si allenti?
    Vi abbraccio a tutti
    Attendo una vostra risposta cordiali saluti

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    • Enzo Contini ha detto:

      Direi proprio che è “normale” che la caviglia e anche un po’ tutta la gamba si gonfi quando è in genere in basso. Anzi camminare dovrebbe favorire lo sgonfiarsi in quanto favorisce la circolazione. Il fissatore in genere ha una certa voluta flessibilità per far sì.che le ossa vengano opportunamente stimolate …
      Non sono un medico per cui quanto ti ho detto è quanto ho capito e provato … Parlane con gli ortopedici la prima volta che li incontri per avere conferme più certe ☺

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    • Raffaele ha detto:

      Mi sono soffermato molto sulle mie richieste, forse avrei dovuto raccontarvi dettagliatamente la mia storia in modo da poter alleggerire qualcuno ci provo nel limite del possibile.
      Io sono nato in Calabria , quando mi spezzai la gamba in una partita di calcio durante un incontro dilettantistico arrivai in ospedale e senza ANESTESIA mi misero in trazione la gamba.
      Dopo una settimana mi operarono , ed io ebbi fin da subito la percezione che L operazione fosse stata fatta con superficialità così , nonostante i molti disagi e i dolori allucinanti , per mia fortuna conosco un gran dottore amico di famiglia , e quindi feci supervisionare il tutto.
      Mi applicarono un fissatore esterno con 4 viti, e mi lasciarono il perone rotto a distanza di una settimana di mia spontanea volontà ed anche perché quest’ultimo voleva vederla mi feci una radiografia (anche per quando mi dimetterono e subito dopo L operazione non me la fecero) ebbene la gamba era totalmente non allineata.
      Tra la consapevolezza e L amara delusione tornai a casa , e in cuor mio sapevo che avrei dovuto farmi una seconda operazione. Stetti dal 6 marzo fino al 28 marzo in un letto senza muovermi, ebbi la sensazione di essere un peso per tutti , ma grazie agli affetti dentro di me ho sempre avuto la forza di andare avanti , e grazie all immensa pazienza di mia madre .
      Quando andai a Roma , da questo medico e vide la radiografia rimase scioccato , come se la gamba non fosse stata toccata , così mi avvisò che avrei dovuto rioperarmi.
      L operazione duro 4 ore mi applicarono sempre sul lavoro fatto da quei macellai , un fissatore e in più una placca al perone e togliere un osso completamente spezzato rimasto libero nella gamba, per fortuna e grazie a dio senza infezione. Oggi tra tante cose , in cui mi rivedo molto nelle tue descrizione, di come o non occupare il tempo , ho il coraggio di uscire. Anche se procede a piccoli passi il dottore mi segue, inizialmente camminando piano piano e applicando un po di carico , poi mettendomi una chiave e stimolando gli osteoblasti a calcificarsi , ed ora ad applicarmi una molletta in modo che ammortizzo quando carico la gamba sempre con le stampelle naturalmente.
      Tra tutto questo passano grandi periodi di sconforto , a periodi in cui non C è un istante che apprezzi anche la cosa che ti dava quasi fastidio fare, ora apprezzi tante cose.
      Nell ultimo controllo ha trovato un bullone allentato e per questo la mia domanda , sono andato a fare una radiografia e sembra tutto ok. Per gli inizi di giugno dovrei salire per controllo ed intanto sono passati 2 mesi dalla seconda operazione e 3 mesi da quando mi sono fatto male.
      Adesso mi portò un po di paura , anche se la cosa procede bene , non riesco a capire se alcuni dolori sono fisiologici, se certi schiocchi non accompagnati da dolori sono normali, ogni tanto provo a muovere piano piano il fissatore e mi sembra ben fermo, ma ho paura che si possa allentare e muovere L osso, mi portò paure solo per il primo mese , in cui per me è stato tutto veramente infernale. Spero che la cosa procede bene dall ultima radio sembra che il callo inizi a formarsi, spero e prego dio che non ci siano complicanze , e che anche se ci vuole di togliere al più presto questo fissatore (quasi identico Al tuo) almeno per quest’estate magari mi faccio un bagno a mare (ma già mi illudo) . Nel caso si muovesse qualcosa a livello osseo dovremmo sentire dolori allucinanti no? Bah.
      Questa è un po la mia esperienza spero ci saranno giorni migliori , ma a chi è come me , voglio ricordare che esistono delle situazioni molto più gravi e fin quando tutto si può raccontare , è bene. Quindi raga non molliamo mai..

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  63. Camilla ha detto:

    Mammamia!!!! Cosa sto leggendo!?!?!? Solo una settimana fa sono stata operata di frattura terzo distale tibia e perone a causa di un allenamento sportivo.
    Anch’io portata al ps dove avvenuta la dolorosissima riduzione della frattura con il successivo “trapanamento” del tallone (confermo che il dolore del chiodo che trapassa l’osso è nullo rispetto alla riduzione iniziale)…
    Leggendo Vostre storie mi ritengo un pochino fortunata a non avere fissatore esterno visto che ho soltanto una placca con 9 viti…
    Quello che mi spaventa e la guarigione con possibili complicanze che leggo qui, ossia la rottura del callo osseo durante la mobilizzazione o la consolidazione del perone prima della tibia che porta alla rottura indotta.
    Sono davvero spaventata… L’immobilità mi pesa moltissimo, più del dolore e spero davvero di riuscirci a guarire senza complicanze.
    Volevo complimentarmi per il blog e augurare pronta guarigione a tutti…

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    • Enzo Contini ha detto:

      Camilla non spaventarti!! Per fortuna l’insieme delle complicanze descritte da me e dai commenti avvengono di rado. Poi intuisco che sei giovane, sportiva e desiderosa di guarire, tutti fattori che favoriscono una ripresa agevole seppur sempre sofferta! ☺ Mia figlia 16enne si è tolta da pochi giorni il gesso ad una gamba per la rottura del 5 metatarso del piede e già dopo poche ore dalla rimozione camminava quasi senza nessun bastone! La muscolatura dei giovani si recupera nel giro di poco … tranquilla e leggiti in buon libro ed ascoltati della buona musica 😉

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      • Camilla ha detto:

        Caro Enzo … Sono una 40enne con due bimbi piccoli. Si, sono sportiva però l’età (anche se sempre giovane) non aiuta… In più penso di avere una complicanza nervosa al piede che mi preoccupa molto… Ho scritto nel commento qui sopra… Spero che qualcuno potrà darmi qualche notizia positiva…
        Grazie Enzo…

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  64. Anonimo ha detto:

    Guarire presto? Ho capito che è tutto molto soggettivo. Io dal 14 febbraio ho ancora tutti i miei ferri ( come li chiamo io)… sembrava bastassero un paio di mesi, sono già al terzo ed è tutto come prima. Sono tornata a lavoro…se hai un contesto familiare che ti sostiene e un lavoro che ti permetta di farlo torna a lavoro appena puoi. Nel mio caso ha aiutato l’umore e i giorni trascorrono più velocemente. Altrimenti mettiti l’animo in pace, coltiva un hobby e aspetta la natura faccia il suo corso.
    Ciao
    Giulia

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  65. Anonimo ha detto:

    Io il 14 aprile del 2016. Mi sono rotto tibia e perone in allenamento di calcio.
    Mi date un consiglio per guarire….presto

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    • Enzo Contini ha detto:

      Penso che di consigli ne puoi trovare già nel post e nei commenti … vediamo se ne arrivano dei nuovi 😏.
      Per intanto cerca di rilassarti e di non avere troppa fretta, perché questo può non aiutare a vivere il più serenamente possibile i prossimi mesi …

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  66. Anonimo ha detto:

    Ciao mi chiamo Giulia e il 14 febbraio cadendo dagli sci ho riportato una frattura biossea scomposta. La tua esperienza rispecchia molto la mi condizione attuale ed è frustrante e consolante insieme. Oggi, ad un controllo l’ortopedico mi ha parlato della probabile necessità di rompere il perone perché si sta già saldando rispetto alla tibia che mostra una scarsa calcificazione. Mi pare di capire che è successo pure a te….mi spieghi un po meglio come hanno fatto a romperlo e se fa male? Grazie.
    Giulia

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    • Enzo Contini ha detto:

      Ciao Giulia. Il perone non me l’hanno dovuto rompere anche se mi avevano detto che talvolta era necessario farlo in quanto l’osso “principale” che deve saldarsi bene è la tibia. Penso comunque che tutto avvenga sotto anestesia e in modo indolore: il perone non dovrebbe essere difficile da dissaldare dal momento che non è ancora del tutto guarito. Sicuramente puoi richiedere ed avere tutte le delucidazioni dagli ortopedici che ti stanno seguendo …

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      • Anonimo ha detto:

        Grazie. Il 20 rifaccio le lastre e la visita e in quell’occasione chiederò : la verità che ogni volta spunta fuori una novità e rimango senza parole. …speravo iniziassero a togliere i tiranti del fissatore e nula…poi da tutte queste persone che scrivono ho capito che potrei andare avanti mesi e mesi e ne sono già trascorsi quasi 3….io torno a lavoro…almeno ci provo. …amo il mio lavoro e se necessita posso tenere la gamba in su e fare un giro x gli uffici quindi. …si riparte….ciao
        Giulia

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    • Patrizio ha detto:

      ciao a tutti, sono il Patrizio che scrisse il 30 gennaio: frattura scomposta esposta di Tibia e perone sin + esplosione di L1 in seguito ad investimento stradale trattata con Ilizarov e chiodo peroneale alla gamba + placche e viti nella schiena .
      Dopo 6 mesi di Ilizarov alla gamba sono in procinto di toglierlo , la calcificazione pare andata progredendo bene a detta del mio ortopedico .Per la schiena si vedrà forse fra sei mesi.
      Io ho seguito queste terapie per calcificare l’osso e le consiglio a tutti ( sono un Medico e quindi non parlo a vanvera e le ho studiate nel caso specifico ):

      1) Vitamina D tutti i giorni ( Di Base 7-10 gocce su un pezzetto di pane ).
      2) Silicio sotto forma naturale ( Equiseto in cps da ingerire non da fare la tisana ) oppure Silicio organico tipo quello della Solgar o altri tipi che troverete tutti i giorni.
      3) Camminare appena si può.
      4) Magnetoterapia a basse frequenze ( l’apparecchio si può affittare) per ore .
      5) il mio Ortopedico mi ha fatto fare la Ginnastica del Callo che consiste per chi porta Ilizarov nello svitare alternativamente le viti avanti e dietro un giorno, riavvitare il giorno successivo e svitare quelle laterali , fa male ma aiuta. Chiedete al vostro ortopedico se è anche il vostro caso
      6)Per chi ancora non calcifica ci sono le iniezioni di Clody ( anche tutti i giorni ) queste mi sono state proposte ma non le ho fatte ( solo su prescrizione del vostro medico e deve essere anche uno bravo a farvele) .

      Mi raccomando la vitamina D che nessuno prescrive in dimissioni ed il Silicio che è l’equivalente anche chimico del Calcio, non serve solo per i Computer ma anche per gli organismi viventi ( non sgranocchiate la scheda madre del PC perchè non è buona ),
      Per il Calcio basta bere acqua del rubinetto e ce n’è talmente tanto…..si chiama Calcare e tutti lo vediamo sul rubinetto quando secca .
      Spero che servano a qualcuno questi consigli e riducano le nostre sofferenze che sono atroci e soprattutto prolungate

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      • Enzo Contini ha detto:

        La vitamina D l’avevo presa anch’io … il silicio no. Grazie Patrizio dei consigli “da medico”!

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      • Antonella Somigli ha detto:

        Ho scritto vari mesi fa….e per riassumere io sono caduta il 5 luglio 2015, in trazione 1 settimana e operata il 14 luglio (5/6 lughe ore di intervento e conseguenti 2 sacche di trasfusione di sangue nella notte) …mi ero frantumata il piatto tibiale e fratturato il perone. Mi hanno messo 3 placche e 17 viti che ho addosso. Dopo tutti questi mesi di immobilità (3 mesi e mezzo) e riabilitazione e fisioterapia, piscina terapeutica, magnetoteraia, tecarterapia e ancora kinesi…vado con una stampella ma il dolore permane…un pò meno al piede adesso e ancora al ginocchio che adesso è piuttosto valgo. Mi ha fatto piacere leggere della Vitamina D …io ne prendo (dietro prescrizione dai tempi dell’ospedale) 25 gocce 1 volta a settimana e la prendo “liscia” cioè mi faccio cadere le gocce direttamente sulla lingua, contandole. Patrizio…pensi invece che sia meglio la tua soluzione? Cioè prenderla tutti i giorni nella quantità da te descritta? Poi prendo un integratore di Calcio. Ho una forte osteoporosi ormai da anni. Mi avevano fatto prendere il Bonviva anni fa e altri bifosfonati …ma quando li prendevo stavo male e quindi ho smesso! Io sono anche sotto farmaci per ipertensione. Il silicio potrebbe interferire con i farmaci per l’ipertensione o con essa stessa? Devo farmi rivedere da un ortopedico perchè quelli del CTO che mi hanno operato mi hanno seguto solo fino a Ottobre e al momento mi segue un fisatra.

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        • Patrizio ha detto:

          ciao credo che la vitamina D vada assunta con un alimento contenente olio o grassi ( basta un biscotto), è infatti liposolubile e prenderla in bocca non aiuta ad assorbirla, nel tuo caso però consiglio l’assunzione quotidiana di 10-20 gocce oppure il flaconcino mensile o meglio l’iniezione ( non so quanti anni hai ) il tuo medico di base sa cosa è meglio. Il silicio non interferisce con niente nè farmaci nè ipertensione è meglio del calcio di cui è equivalente biochimico.

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        • Antonella Somigli ha detto:

          Grazie mille Patrizio per la tua risposta. Ho 57 anni, e comunque i medici di base oggi, almeno il mio, non sono più come una volta….e preferisco non aggiungere altro in merito. In attesa di essere rivista da un ortopedico seguirò i tuoi consigli.

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  67. Marco ha detto:

    Ciao a tutti, sono un tecnico e mi sono imbattuto in questo blog per caso.
    Leggendo delle tante difficoltà o pensato di scrivere questo commento nella speranza che sia di aiuto.
    Per tutti coloro che hanno il problema del ritardo di consolidazione o pseudoartosi, consiglio di rivolgersi al centro Inail di Volterra dove ho visto utilizzare un dispositivo in via sperimentale che sta dando risultati molto molto incoraggianti. Un ragazzo con una pseuodartosi da 4 anni si é riconsolidato in 3 mdsi. Credo che la tecnologia si chiami Limfa o qualcosa di simile.
    In bocca al lupo a tutti.
    Marco

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    • Enzo Contini ha detto:

      Grazie Marco per la segnalazione.
      Sono andato sul sito del dispositivo della LIMFA TECH a vedere di cosa si trattasse … ma sinceramente mi sembra abbastanza analogo a quello anche da me utilizzato a casa (della I-Tech, del costo di circa un 500€): basato sull’utilizzo dei campi magnetici deboli, questi dispositivi vengono proposti per usi molteplici (variando frequenza ed intensità), tra cui anche l’accelerazione del consolidamento delle fratture.
      Comunque se disponibile in quel centro Inail ed il paziente è in quel territorio … perché non provarlo? 😉

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  68. Alfonso ha detto:

    Ciao Enzo, io mi chiamo Alfonso e sono di Pescara (Abruzzo). Volevo essere di conforto a tutte queste persone che involontariamente sono state state vittime, se così si può chiamare di fratture. Purtroppo non sempre le vie e i tempi di guarigione sono uguali per tutti, ma c’è da dire che ogni frattura si porta dietro le sue problematiche da persona a persona… Io nel 2010 cadendo sulla mia moto da fermo (direi la classica caduta da stupidi), ho riportato la frattura di Tibia e Perone scomposta, praticamente il pedalino del freno mi ha spezzato la Tibia in due monconi e il Perone la staccato dalla caviglia e spezzata verso la metà. Anch’io con buco al tallone per trazione e intervento con chiodo nella tibia,2 viti sotto al ginocchio e tre fra caviglia e tibia… Anch’io dopo l’intervento con un mese di carrozzella, un mese con due stampelle, un mese con una stampella e poi senza… La fisioterapia mi ha aiutato tanto anche se certe volte mi buttavo giù perché ogni tanto sembrava di ricominciare daccapo con tutti i dolori che provavo specie quando cambiava il tempo, ma il corso del tempo ha fatto il resto… Ho impiegato 6 mesi per poter tornare a lavorare zoppicando ma adesso devo dire che riesco anche a correre nonostante mi sia tenuto come ricordo nella Tibia il chiodo e le viti…!!! L’anno scorso tanto per cambiare con la bici da corsa mi sono fratturato un braccio mentre scendevo sui 40 km/h per colpa di un pezzo di strada dissestato, tuttora in causa per un risarcimento… Risultato: Frattura scomposta ed esposta di radio e ulna, seguito da intervento con applicazione interna di 2 fili di Kirschner.A dicembre scorso ho tolto un solo filo di kirschner perché pare che l’ulna (mancante di qualche frammento osseo perso sull’asfalto) non ancora si calcifica… Morale: Sono tornato di nuovo in bici e mi godo la vita così com’è aspettando che l’ulna si calcifichi a dovere… Quindi non abbattetevi, pensate a qualcosa che vi piace fare e fatelo per distrarvi, l’importante è esserci nella vita,i problemi purtroppo capitano a tutti, ma prima o poi in un modo o in un altro tutto si risolverà… Un saluto e un abbraccio a tutti !!!

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    • Enzo Contini ha detto:

      Ciao Alfonso.
      Il tuo commento è forse uno tra i migliori che ho ricevuto, in quanto positivo … nonostante tutto!!
      Hai proprio ragione quando affermi “l’importante è esserci nella vita, i problemi purtroppo capitano a tutti, ma prima o poi in un modo o in un altro tutto si risolverà”!!!

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    • marco ha detto:

      Ciao Alfonso dopo quanto tempo sei tornato a correre ? E senti ancora fastidi dolori ai cambi di temperatura?? Grazie per le informazioni..

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      • Alfonso ha detto:

        Ciao Marco,guarda a correre non vado più per problemi di ernia parzialmente espulsa alla zona lombare,ma ti posso dire che l’ultima volta che sono andato non ho sentito nessun dolore.Non sento nemmeno dolore con le variazioni del tempo e per il momento vado in bici da corsa alla grande.Fai sport e non preoccuparti i dolori spariranno e sarai di nuovo come prima. In bocca al lupo per tutto

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      • Alfonso ha detto:

        Scusami Marco, mi ero dimenticato di dirti che a correre penso di essere tornato almeno dopo un anno, però ti ripeto che più fai sport e più agevoli il rifacimento fisico.Ciao

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        • Marco ha detto:

          E lo so ma io a distanza di due anni e dopo aver tolto la piastra ho un infiammo sulla tibia che mi impedisce di correre..spero come dici tu che sia solo questione di tempo anche perché tecnicamente è tutto sotto la norma. Speriamo di ritornare a correre

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      • Alfonso ha detto:

        Mi dispiace, sicuramente é l’infiammazione a bloccarti che ovviamente deve essere combattuta il prima possibile con dei farmaci o anche con il laser, io per esempio per una infiammazione ai tendini del piede, dopo molte cose cure con i farmaci, ho risolto solo con delle sedute laser in un centro fisioterapeutico. Vedi bene cosa fare e non far passare tanto tempo…

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        • marco ha detto:

          Tecar ultrasuoni piscina bici laser tavola preprocettiva palestra ghiaccio lampada ultravioletti triggwr point…non so piu’ che fare…cmq a maggio mi operò il legamento crociato che ho cmq rotto da un Po e in sede di operazione faremo un indagine srtroscopica e verrà trattata la tibia con gel piastrinico..tieni conto che la mia frattura è da operazione..mi hanno raddrizzato la gamba rompendomi la tibia…che stupido sono stato
          .

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        • Alfonso ha detto:

          Beh Marco,é veramente una brutta situazione, mi auguro che si risolva al più presto, non demoralizzarti e fai tutto quello che sia opportuno fare. Lo so é dura, la vita certe volte ti mette in condizioni di buttare la spugna ma poi con un po’ di sacrifici e determinazione si risistema tutto o in parte.Io per esempio con il braccio che mi sono fratturato ormai da un anno in bici ho ancora l’ulna non calcificata bene e a giugno devo rivedere tutto perché se nel caso dovrò togliere il fil di kirschner e mettere una piastrina con viti e impianto osseo. Nonostante tutto sto macinando km su km in bici con ancora il dolore al braccio dell’ulna. Quindi quello che voglio dirti é che devi reagire anche se ti sembra che le porte si siano chiuse per te.Io ho moglie e due figli, se anche tu hai famiglia pensa a loro e tradisci reagisci positivamente. Un abbraccio e un in bocca al lupo di cuore.Ciao Marco

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      • Alfonso ha detto:

        Ovviamente Marco tradisci era sbagliata come parola perché era reagisci… Sto scrivendo con il telefono!!! Di nuovo ciao

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  69. Giuseppe ha detto:

    Grazie Enzo Contini .
    Mi chiamo Giuseppe ho 41 anni il 17 Febbraio 2015, in un’ incidente con la moto ho riportato una frattura scomposta plurima di tibia e perone, che ha compromesso l’ articolazione della caviglia. Ricoverato in ospedale con urgenza mi hanno subito operato per mettere la gamba in trazione con un fissatore esterno e sperare che la ferita riportata non avesse peggiorato la situazione (infezione all’osso fuoriuscito). Trascorro più di due settimane in ospedale a Verbania, per poi esser trasferito a Lecco all’ Ospedale Manzoni. Vengo nuovamente operato dal Dott. Lovisetti è mi viene applicato un fissatore esterno mai visto in vita mia: l’ Ilizarov; una gabbia in ferro costituita da anelli viti e fili in acciaio. Vengo dimesso dopo dieci giorni.
    Mi fermo qui … e non vado oltre … perché non serve, leggendo il tuo Blog mi son venute giù le lacrime. Lacrime di gioia perché anche io ci son riuscito a superare quei momenti perfettamente descritti da te … pensavo avessi scritto tu la mia disavventura. Oggi mentre ti scrivo sono nuovamente con il fissatore Ilizarov sulla stessa gamba. Non erano passati neanche poi giorni dal mio lungo periodo di riabilitazione e ancora dovevo lavorarci… quando attraversando la strada il disastro. Sdraiato per terra, ho pianto come un bambino senza fermarmi un minuto, non tanto per il dolore che ho tralasciato momentaneamente, ma per quello che dovevo rivivere … concludo che non bisogna scoraggiarsi, agli inconvenienti (ostacoli) che ci propone la vita si viaggia su un filo di rasoio, ci vuol poco per cadere in una brutta depressione ma con le persone giuste e con la voglia di vivere si supera tutto.

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  70. Tami ha detto:

    Grazie mille per la testimonianza. A me hanno investito il 17 febbraio scorso (proprio alle 6:50) fratturandomi tibia e perone. Il mio problema è che domani dovrei iniziare il mio ultimo semestre al Poli prima della laurea. Ho chiesto a vari medici e ho avuto pareri discordanti sulla possibilità di poter seguire le lezioni. Infatti non mi è possibile lasciare la gamba alzata in quanto i banchi sono stretti e le mie gambe lunghe! Quindi volevo sapere se durante il recupero potrò sedermi normalmente, magari evitando di poggiare il piede a terra, senza pericoli.

    grazie mille

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    • Enzo Contini ha detto:

      Grazie a te Tami! Non hai qualche compagno che, chiedendo al professore, riesce a registrarti le lezioni con una videocamera (o registratore MP3)? Magari con una seggiola a rotelle che consenta di mantenere alzata la gamba … ma non so se ora al Poli ci sia un accesso ai disabili (ai miei tempi non c’era).
      Io sicuramente dopo un mese non ero in grado di restare su una seggiola per ore … ma tu sei più giovane …

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      • Tami ha detto:

        si, il primo periodo non intendo seguirle tutte..domani provo almeno per 1 ora e 30!
        ho solo paura di peggiorare la situazione..altrimenti utilizzeró il registratore che ho comprato proprio ieri!! 🙂

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  71. Alessandro Colombo ha detto:

    Buongiorno, sono Alessandro ho 41 anni e il 2 luglio 2015 a seguito di una caduta con la bici da corsa mi sono procurato una frattura scomposta esposta pluriframmentaria di tibia e perone (molto simile alla tua). Sono subito stato operato e mi è stato messo in fissatore esterno (proprio come il tuo). Settimana scorsa dopo circa sette mesi e mezzo, mi è stato tolto il fissatore e adesso ho un bellissimo gesso che va da sotto il ginocchio fino alla caviglia. Mi hanno detto che dovrò tenerlo almeno un mesetto. Ho dovuto riprendere le stampelle che da circa un mese non usavo più. A questo punto spero di essere in dirittura di arrivo. Speriamo bene, ho tanta voglia di tornare a fare le cose che facevo prima! Saluti a tutti e complimenti per il tuo blog è stato utilissimo sopratutto i primi tempi quando uno non sa cosa aspettarsi da questo infortunio.

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    • Enzo Contini ha detto:

      Ciao Alessandro. Anche a me avevano parlato della possibilità di avere una ingessatura post rimozione, ma per via del fatto che la rimozione è stata ritardata più volte, alla fine non me l’hanno più ingessata la gamba. Comunque penso che dia un po’ più di sicurezza averlo … magari forse un tutore (che si può togliere quando ci si vuole lavare) sarebbe stato più comodo … ma un mesetto passa in fretta! 😉
      Auguri …

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      • Pietro ha detto:

        Buonasera Sig. Enzo, augurandomi che tutto vada bene e stia meglio, mi aggiungo alla lista degli azzoppati (in senso autoironico). Io sono caduto “insieme” a una scala che é scivolata alla base nonostante fosse in perfetto equilibrio statico (da ingegnere ancora cerco di capirne il motivo). Risultato 7 fratture comminute alla tibia e due di poco conto al piede.
        Preciso che vivo in Germania, dove la sanità si paga attraverso assicurazione mensile.
        Sono stato operato subito (ospedale a pochi chilometri da casa) e anche io ho subito l’onta del supporto esterno con 8 chiodi di fissaggio. Operazione due ore in anestesia totale…sofferenze successive notevoli nonostante la morfina a cui pare non sono particolarmente sensibile (incredibile). Dopo 10 gg seconda operazione per posizionamento di placca di 16 cm (!) sull’osso fino alla caviglia. ben 13 chiodi di tutte le varie fattezze…risveglio dopo 5 ore di intervento durante il quale sono stato intubato e riempito di flebo.
        Risveglio da incubo…due giorni con dolori atroci nonostante due flebo e 10 (si si) pastiglie di morfina al giorno…al terzo giorno nonostante i dolori e i 34 punti…subito fisioterapia (mordevo il cuscino per non urlare). Dopo 10 giorni mi Hanno mandato a casa ordinandomi piu che prescrivendomi la fisioterapia e il linfodrenaggio. Tolti i punti…lastra.
        Il mio osso dopo un mese miracolosamente calcificato (ovvio nei limiti). Dopo 6 settimane di fisioterapia tri settimanale dalla seconda operazione, cioé oggi, ho poggiato il piede e caricato 30 dei miei 80 kg. L’ortopedico mi ha “ordinato” di poggiarlo sino al giorno nove marzo data nella quale mi sequestra le stampelle….spero non corrano troppo, ma qui presso Hockenheim ci sono abituati.
        Un caro saluto,
        Pietro.

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  72. marco ha detto:

    Chissà se.qualcuno ancora risponderà.. credo di essere l’unico stupido che la frattura alla tibia se l’è fatta fare..osteotomia tibiale a 40 anni come da consiglio ortopedico..mi hanno raddrizzato una gamba spaccandomi la tibia..a distanza di quasi due anni ho dolore/fastidio solo nel camminare…fare sport tornare a correre lo vedo come un miracolo.
    Tecar tens magneto ultrasuono punture di clausteron vitamina calcio condroitina ..ecc.ecc.ecc…tutto inutile dolore al carico sulla tibia

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    • Nicola ha detto:

      Non ti preoccupare che sei in buona compagnia….! Anche io a distanza di quasi due anni dopo la frattura di tibia e perone 5 operazioni, fissatori esterni, gessi, 3,5cm di accorciamento della gamba dx e adesso sto impiedi grazie ad una protesi endomidollare la mia frattura non si consolida, mi hanno diagnosticato una pseudoartrosi ipertrofica probabilmente dovuta ad un infezione dell’osso, dopodomani devo fare una scintigrafia ossea per vedere se si tratta di osteomielite…. Lo sport ormai lo guardò solo in TV…. Ma siccome come te ho ancora 40 di vita da vivere (ho 39 anni adesso) sto cercando di vivere positivamente questa brutta esperienze, col pensiero che prima o poi ritornerò ad essere un leone come lo ero prima, magari acciaccato ma pur sempre un leone…..fatti forza……ciao Nicola

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    • Mariagrazia ha detto:

      Ci vuole molta pazienza e provare con magnetoterapia( almeno 6 ore x giorno) più altri prodotti ma soprattutto il carico sulla hamba dicono che sia la miglior cosa x stimolare la formazione del callo. La fretta non serve se non a farti vivere male. Io ho impiegato 1 anno dall’incidente a quando ho tolto l’ilizarov e un altro anno per rimettermi in piedi e muovermi in modo accettabile. Coraggio.

      Io ho fatto un osteotomia x allungare la gamba dopo che si era saldata la prima frattura alla tibia. Cammino ma ho un po di dolori al ginocchio non sempre nello stesso posto.

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  73. Patrizio ha detto:

    Sono un medico sono stato investito il 12 novembre ed operato due volte alla gamba sinistra con due tipi di fissatore esterno: prima il tradizionale in urgenza ed ora ilizarov dal 20 novembre. Ho anche due placche e 4 chiodi nella schiena per frattura di L1. Credo di poter raccontare molto delle mie esperienze: 70 giorni di Ospedale fra CTO e San Camillo. Da una settimana sono a casa con la prospettiva di tenere il Fra ancora diversi mesi. Ci racconterò con dettaglio ma c’è storia per un libro…..

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  74. Grazia ha detto:

    Ciao enzo,
    Il 17 ottobre 2013 un incidente in scooter mi ha spedito in ospedale con frattura bifocale femore dx, frattura scomposta esposta tibia e perone dx con trauma da scoppio e perdita di sostanza ossea, frattura collo dell’omero dx. Un disastro. Tallone trapanato ,trazione e Intervento immediato al femore con chiodo endomidollare e fissatore esterno x tibia e perone tipo Hofmann. Dopo un mese un intervento di plastica x chiudere il buco sulla tibia, un altro mese di cure antibiotiche speciali in day hospital x l’infezione a fine gennaio mi hanno messo un ilizarov . A maggio un test di verifica del callo osseo dice che si può procedere all’intervento di osteosintesi della tibia e perone x allungare la gamba che viene fatto a metà maggio. Allungata di due cm, a settembre viene finalmente rimosso l’ilizarov. questi due anni sono stati un susseguirsi di dolori, infezioni, interventi, fisioterapia. Adesso cammino senza bastone anche se zoppico ancora un po e resterà comunque un’andatura diseguale. Le difficoltà sono state molte, i dolori e le paure anche, ma la caviglia che non doveva muoversi x essere stata ferma un anno e diventata anche osteoporotica funziona anche se non perfettamente. Mi ha aiutato molto la rieducazione in piscina e un fisioterapista capace . x me era un sogno tornare a camminare,ma sono riuscita nonostante non sia una ragazzina(ho 60 anni). Il braccio, x fortuna è guarito senza troppi problemi. Ringrazierò a vita l’ortopedia di gallarate dove mi hanno seguito con veramente molta professionalità e umanità.
    Guarire si può.
    In bocca al lupo a tutti

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    • Enzo Contini ha detto:

      Grazie per avere raccontato la tua esperienza: penso che anche questa servirà a dare coraggio ad altri visitatori che leggeranno questo mio post, probabilmente preoccupati sul loro futuro …

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      • marco caputi ha detto:

        Ciao Enzo, sono Marco Caputi lo scrittore ed esco da perone e tibia. Vorrei farti una domanda: cosa ne pensi della magneto? L’ho comprata, 50 hz e l’ho programmata a 90 minuti, secondo te devo aumentare il tempo?
        grazie

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        • Enzo Contini ha detto:

          Ciao Marco. Mi spiace sentire che anche tu stai vivendo questa esperienza non molto piacevole … almeno, vista la tua professione, avrai più tempo per scrivere 😉

          Per quanto riguarda la magneto terapia personalmente a me gli ortopedici l’avevano consigliata ma mi avevano suggerito tempi assai maggiori (diverse ore). Per quanto riguarda la frequenza da impostare non te la so dire … era praticamente preimpostata dallo strumento che avevo acquistato, selezionando l’opportuna modalità di utilizzo.
          Sarebbe comunque meglio chiedessi personalmente delucidazioni anche agli ortopedici che ti seguono 😉

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  75. Giuseppe ha detto:

    Ciao Enzo anche io purtroppo il 30 luglio sono caduto da un tetto a 4 m di altezza, quando sono arrivato a terra mi è caduto il cappelli della canna fumaria che stava sul tetto… Risultato? Lussazione della rotula e frattura esposta e scomposta contaminata pluriframmentaria del terzo distale e perone… Adesso ho un fissatore tipo Hoffmann 2… All ultima lastra fatta il 19 settembre, il perone risulta in progressivo miglioramento anche se non è in asse mi hanno detto che non fa niente… Mentre la tibia alcune fratturato si stanno calcificazione mentre quella del terzo distale non c’è minima traccia di callo osseo… Così mi hanno prescritto magnetoterapia per un mese 8 ore al giorno, vitamina D, e aspirina per il calcio. Volevo chiederti siccome cammino con 2 stampelle e il piede lo appoggio scaricando quasi tutto il peso e non sentendo dolore… Posso provare a pigiare la frizione della macchina?

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    • Enzo Contini ha detto:

      Devi chiedere al tuo ortopedico alla prossima visita di controllo: io non sono un medico! 🙂 Mi sembra strano (ma ben per te) che riesci a scaricare quasi tutto il peso sulla gamba fratturata senza sentire dolore: io non sono riuscito a premere la frizione per molti più mesi … ma perché mi faceva subito male …

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    • Nicola ha detto:

      Ciao Giuseppe innanzi tutto spero tu guarisca il prima possibile, il problema non è tanto se tu riesca a schiacciare o meno il pedale della frizione, bensì si tratta di responsabilità civile e di coperture assicurative qualora dovesse accadere (spero mai) un sinistro di qualsiasi tipo, inoltre sei sanzionabile dalle forze dell’ordine, in quanto il codice della strada vieta categoricamente la guida in condizioni di limitazione funzionale..!!!
      Auguri di pronta guarigione e ricorda la pazienza premia.
      Ciao
      Nicola

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    • Enzo Contini ha detto:

      … se hai comunque necessità di spostarti in macchina, considera eventualmente una macchina con il cambio automatico (da farti imprestare o noleggiare) ….
      😀

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  76. Antonella Somigli ha detto:

    Ciao Enzo, ho letto con “piacere” il tuo … reportage! Sono Antonella e sono di Firenze. Per una banale caduta attraversando una aiuola spartitraffico mi sono fratturata in maniera scomposta tibia perone e piatto tibiale. E’ accaduto il 5 di luglio. Ricoverata al CTO sono rimasta in trazione per una settimana e poi ho subito un lunghissimo intervento di circa 5 ore. Trasfusioni di sangue nella notte. Insomma un vero calvario. A distanza di 3 mesi, con 3 placche nella gamba e 17 viti, e con solo due controlli previsti (ho fatto il secondo la scorsa settimana) pare che il consolidamento stia procedendo a dovere. Tre mesi a letto praticamente. Da un pò deambulo per casa con deambulatore o stampelle e tra poco potrò iniziare a caricare. Sono seguita da un fisioterapista a casa perchè da sola non posso muovermi (e abito da sola con mio figlio di 19 anni) ovviamente. Secondo l’ultimo controllo tra un mese dovrei già poter deambulare, secondo loro, con una stampella … ma io la vedo davvero dura, perchè il dolore c’è ancora e il gonfiore, specie alla caviglia, pure! Infatti da fisioterapisti che ho incontrato durante la mia degenza all’ospedale ho appreso che sarebbero passati diversi mesi prima di poter tornare a camminare. Quindi mi sono messa l’animo in pace. I giorni non sono tutti uguali. A volte passano più velocemente altre volte no … dipende dal tempo, dall’umore … e da chi hai vicino. Ma pensi allora che ci sono persone che sulla carrozzina a rotelle ci vivono proprio e quindi ti dici che la tua condizione non è così poi grave! Prima o poi passerà! Grazie per i tuoi consigli e in bocca al lupo! Antonella

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    • Enzo Contini ha detto:

      Grazie Antonella per avere anche tu voluto raccontarci la tua esperienza ed i tuoi stati d’animo. È proprio vero che i giorni, quando sei impossibilitato, passano a volte lenti e tristi, soprattutto quando si sta ore da soli o magari con persone non empatiche … È anche vero che pensando a chi purtroppo deve per sempre usare una carrozzina viene da farsi coraggio … trovando in noi un po’ di quella forza che sa far sorridere anche chi sta sicuramente peggio di noi. Sicuramente è un’esperienza che ti cambia dentro …
      Tanti auguri di buona guarigione … e fammi sapere quando ricomincerai a camminare e ti sembrerà di rinascere! 😊

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      • Anonimo ha detto:

        Io il 1 di giugno sono caduto dalla scala e ho avuto una frattura scomposta di tibia e perone e piatto tibiale mi hanno operato due volte, ho portato ilizarov 8 mesi adesso sono in fase riabilitativa sta andando tutto bene ma la strada e lunga ciao Roberto

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      • Antonella Somigli ha detto:

        Ciao Enzo! Da ottobre son passati quasi 4 mesi e il 5 marzo saranno 8 dalla caduta. Beh….ho ricominciato a camminare con le due stampelle e ultimamente avevo iniziato anche con una….ma una settimana fa….mentre cercavo di stendere le lenzuola fuori dalla finestra, facendo scorrere il filo tramite la carrucola, evidentemente una mossa sbagliata o la troppa tensione del corpo in avanti e ….un improvviso dolore e aggrovigliamento interno sotto torace….insomma…pare una contrattura, stiramento, lesione….boh…non sanno dirmi esattamente i fisioterapisti…fatto sta che eccomi di nuovo rallentata nella ripresa. Passerà anche questa! Dovrei iniziare a fare un pò di riabilitazione in piscina perchè comunque la gamba è ancora dolente, specie quando il tempo è piovoso e umido. Ho fatto pure io un ciclo di magnetoterapia – 20 sedute di mezzora l’una – in una struttura della ASL fiorentina, dove stavo su un lettino con una specie di piccola risonanza magnetica sopra le gambe, con nessun contatto diretto.
        Mi chiedo se riuscirò a sopportare per sempre la presenza di 3 placche e 17 viti nella mia gamba….nel senso che non so se mi daranno problemi prima o poi; finora avverto la loro presenza e la cosa non mi piace molto! Comunque leggendo tutte le altre esperienze ci si sente in “buona compagnia” !! Magra consolazione, ma per farsi coraggio anche questo serve!
        Tu come stai adesso? Un salutone, Antonella

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        • Enzo Contini ha detto:

          Va molto meglio, anche se cerco di evitare sport che possano sforzare la gamba (es. sci). Ti consiglio il nuoto e poi anche la bicicletta: riesci a regolare lo sforzo e quindi penso vadano molto bene per riacquistare le forze 😉

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  77. Michele ha detto:

    29/08/2015 ho riportato una frattura alla tibia in seguito ad una partita a calcio. Sono stato operato il 03/09/2015 usando il fissatore esterno. La frattura è uguale alla sua, stesso punto, a me hanno detto che dopo 30 giorni e dopo la visita avrei potuto iniziare a dare carico parziale con il fissatore e poi toglierlo quando riuscirò a tornare a camminare,(sempre se la frattura) si è riconsolidata. Secondo voi almeno quando riuscirò a tornare a camminare in modo da scendere le scale e fare dei tratti a piedi su due ‘Zampe’ 😁 È un mese che sto in casa, e non riesco più a starci. Ho 17 anni e comunque con le stampelle vado a scuola, senza però appoggiare il piede. Grazie della risposta.

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    • Enzo Contini ha detto:

      Ciao Michele. Sei molto giovane e le tue ossa sono quindi molto elastiche … Non sono un medico e gli ortopedici ti avranno sicuramente fatto previsioni e dato consigli: sii ottimista ma non disperarti se per una guarigione completa dovranno passare ancora mesi. Non è stata una esperienza piacevole ma tieni sempre conto che anche esperienze come questa possono servire a crescere e magari anche a farti vedere la vita sotto un punto di vista diverso, magari più giusto. Buona guarigione.

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  78. Dragos mihai ha detto:

    Il 23 febbraio ho avuto a Firenze un incidente provocato di un pirata della strada: sono stato operato a Carregi Firenze. Da 8 mesi ho un ferro indomedolare; ho avuto multiple fratture alla tibia e distanza del piato tibiale; cammino con una stampella; ho fatto dinamizatione dei chiodi avevo tre; cammino storto. Che posso fare?
    Grazie per risposta
    Ho 30 anni

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    • Enzo Contini ha detto:

      Forse 8 mesi sono ancora troppo pochi per riprenderti dall’incidente … ma non sono un medico! Ti consiglio di seguire i consigli degli ortopedici che ti hanno seguito e di eventualmente chiedere a loro maggiori informazioni.
      Buona guarigione.

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  79. alessandro ha detto:

    In data 11/5/2015 mi recavo verso casa con lo scooter e un rumeno ubriaco mi ha fatto inversione a U su la laurentina a 3 metri dal mio passaggio,ho riportato un esposizione su la gamba destra,una frattura esposta scomposta di tibia e perone e 3 micro fratture sulle vertebre D12 L1 e L2, i carabinieri mi hanno dato raggione al 100% e hanno dato 3 capi di imputazione al rumeno. Mi sono dovuto fermare a lavoro e sono a contratto a tempo indeterminato ma se non riesco ad entrare a lavoro tra 6 mesi (che non ce la faro mai) il principale a la possibilita di licenziarmi e quindi avrei un altro danno sia per me che per la mia famiglia. Sapreste dirmi chi ha avuto un incidente non uguale ma simile al mio quanti soldi ha preso e quanto ci ha messo per rimettersi in sesto? Calcolando che su l’operazione che ho avuto su la tibia ho ancora il chiodo esterno che lo devo portare per altri 4 o 6 mesi. Grazie a tutti.

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    • Enzo Contini ha detto:

      Penso sia impossibile risponderti! L’indennizzo dipende sia dal punteggio di invalidità che ti viene assegnato dal medico legale (delle assicurazioni ed eventualmente uno scelto da te). Tale punteggio è abbastanza soggettivo: io sono stato visto da tre periti e diciamo che la loro valutazione è stata simile (più o meno 2). Ovviamente, pur con la medesima valutazione, dipende anche dalla serietà dell’assicurazione (ti propongono una cifra e se non la reputi adeguata devi passare per avvocati e fare causa … durata 1-2 anni … e alcune assicurazioni lo sanno e giocano sporco!!! Io ho ricevuto un rimborso da 2 assicurazioni, una mi ha proposto una cifra quasi la metà dell’altra, nonostante mi fossi rivolto ad un avvocato. Quest’ultimo mi aveva detto che si poteva andare in causa e avremmo sicuramente vinto … dopo anni a diverse traversie …. Ho quindi deciso di mettere un punto e prendere quello che mi avevano offerto ….

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      • alessandro ha detto:

        Scusi se glielo domando: almeno le hanno fatto una buona offerta??

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        • Enzo Contini ha detto:

          Per quanto ho capito, sulla base del grado di invalidità (e forse del periodo forzato di assenza dal lavoro) viene fuori una cifra minima e massima di indennizzo, calcolabile sia dal proprio avvocato sia dalla compagnia di assicurazione. … il problema è che poi alcuni di questi ultimi, adducendo scuse, ti offrono circa la metà di quel “tariffario” minimo, per cui spetta poi a te accettare o andare in causa per far valere i tuoi diritti di legge.

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      • Anonimo ha detto:

        Se le davo al mio avvocato le due assicurazioni avrebbere kiesto falliminto x i soldi che avresti preso

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  80. carlo ferrari ha detto:

    In data 29.1.15, per una brutta caduta sugli scii, mi sono fratturato tibia e perone al 1/3 distale
    Trasportato in un Ospedale del Nord Italia, visto il tipo di frattura mi sono fatto confezionare una doccia gessata provvisoria e mi sono fatto dimettere.
    La mattina seguente, sono stato trasportato in auto (sul sedile posteriore) presso l”Ospedale di residenza (in Toscana) ed il giorno dopo (31.1.15) sono stato operato (chiodo endomidollare bloccato sia prossimalmente che distalmente) senza applicazione di gesso.
    Il decorso post operatorio è stato tutto sommato accettabile comunque a distanza di 50 giorni dall’intervento procede tutto abbastanza bene. (muovo completamente ginocchio e caviglia senza fisioterapia assistita ma solo con il mio impegno (fin dalle ore immediatamete dopo l’intervento non senza dolore mi hanno mobilizzato il ginocchio).
    Attualmente inizio ad abbandonare 1 bastone e dopo il secondo c.llo rx grafico cui dovrò sottopormi il 13.4. probabilmente mi lasceranno libero.
    Penso di ritornare all’attività lavorativa entro il 25 aprile ( a circa 85 giorni dall’intervento).
    Il modo più rapido per guarire da fratture complete di gamba è senz’altro il trattamento con il chiodo bloccato (quando è possibile) mentre l’uso delle placche e del Fissatore esterno (indispensabile nelle fratture esposte) prolungano notevolmente i tempi di guarigione.

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    • Nicola ha detto:

      Ciao Carlo io vado avanti dal 30 di giugno 2014, quindi 7 mesi abbondanti di fissatore esterno causa infezione dei tessuti molli, secondo intervento il 6di febbraio causa rottura di due viti del fissatore esterno, 1 mese di gesso causa pseudoartrosi (ritardo di consolidamento frattura) e ultimo intervento fatto il 2 marzo per inchiodamento endomidollare bloccato con 4 viti. Adesso a distanza di una ventina di giorni dall’intervento di inchiodamento riesco a muovermi senza stampelle in casa e quando vado in giro utilizzo le stampelle dando più carico possibile. Quello che ad oggi lamento è un forte dolore al ginocchio specialmente in estensione con carico e la caviglia è bloccata per un buon 70% del suo movimento….naturalmente considera che io vado avanti da quasi dieci mesi e che il blocco della caviglia è dovuto prevalentemente dall’immobilismo e dal focolaio di frattura molto prossimo alla caviglia appunto. Quello che mi preoccupa di più oggi è il dolore al ginocchio che al carico sembra cedermi…

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      • Anonimo ha detto:

        Fate causa al medico (si kiama colpa medica)

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      • Raffaele ha detto:

        Ciao scusami mi spieghi come è successo che si sono rotte le viti del fissatore? Sei caduto per caso? E che sensazione hai Avuto? Grazie per la risposta

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        • Nicola ha detto:

          Ciao Raffaele ti dico che il fissatore l’ho portato per circa otto mesi e non ti nascondo che in Casa camminavo anche senza stampelle….poi un giorno mentre ero in giro (con una stampella) all’improvviso ho sentito come una fitta a livello delle fiches rotte….non riuscivo più a muovermi per il dolore ma non era al livello della frattura……il dolore era proprio a livello delle viti. Il giorno dopo sono andato in ospedale mi hanno fatto i raggi e da lì si è capito che due fiches si erano rotte nell’osso…. quindi mi fanno rimosso il fissatore e operato per rimuovere le viti rotte….mi fanno messo un gesso per due mesi ma siccome la frattura non era ancora consolidata mi hanno rioperato e messo un chiodo endomidollare…che si è rivelato insufficiente perché poi si è capito che ormai ero in osteomielite….da due settimane sono stato rioperato e adesso ho un bel fissatore esterno di Ilizarov che non ha nulla a che fare col primo fissatore in quanto mi hanno asportato 5 cm di osso infetto e adesso ci vorranno dei mesi per farlo ricrescere…… comunque il mio è un caso particolare in quanto con la frattura esposta sono andato a finire in una canale fognario a cielo aperto….vedrai che tu invece con qualche mese di fissatore te la caverai….in blocca a lupo e tieni duro

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  81. Anonimo ha detto:

    Ciao Enzo anche io per un incidente in moto ho avuto la rottura del piatto tibiale (aggiustata diciamo cosi’ con due belle viti lunghe 8 cm) e la frattura esposta di tibia e perone il fissatore l’ho tenuto un anno ma prima di guarire c’è voluto un anno e mezzo .Sono stato fortunato perché sono stato curato all’Ospedale Niguarda .In ortopedia è forse la peggiore frattura ci sono mille complicazioni, quando andavo a fare la visita dallo specialista in fissatori esterni cerano pazienti che dopo piu’ di 3 anni erano ancora lontani dalla guarigione.L’unica cosa che posso dire è che come prima non si torna piu’ anche a distanza di anni.Ma quello che viene tolto a livello fisico,viene ridato indietro 1000 volte sul piano della volonta’ ,dello spirito con cui si affronta nuovamente la vita ci si sente persone nuove con molte piu’capacita’ ed energia di prima. La cosa piu’ forte è quando ti dicono di camminare senza le stampelle sembra un miracolo(a me sembra ancora adesso)ho camminato tutto il giorno non mi sarei piu’ fermato ,ricordo ancora adesso quell’incredibile sensazione.E come mi disse un dottore”guariscono tutti” io pensai speriamo, auguro a tutti di guarire e non di camminare ma di CORRERE .Grazie e ciao Massimiliano

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  82. Sebastiano Donnarumma ha detto:

    Ciao Enzo, mi chiamo Sebastiano ed ho 24 anni. Anche io come te sono scivolato sul ghiaccio dopo essere sceso dal tir per montare le catene da neve, questo il 9 febbraio di quest’anno.Come te trazione il primo giorno con seguente notte passata insonne,solo che a me e stato messo tutto all’interno, chiodo e perni.Ora mi ritrovo nel letto a scriverti con delle brutte sensazioni alla gamba che in verità non riguardano neanche la zona malconcia,ma riguardano la pianta del piede sperando che siano dolori normali. Il 10 marzo toglierò il gambaletto e vedremo come siam messi,anche se mi sconcerta un pò la somma di denaro che ti ha corrisposto l’INAIL non nascondendoti che mi interessa molto questa questione, non mettendo da parte la salute logicamente,ma mi sembra ridicola la somma di 3000 euro per sei mesi di infortunio. Mi sembra davvero un ingiustizia per una cosa tanto grave.
    Grazie e a presto

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    • Enzo Contini ha detto:

      Ciao Sebastiano. Il male al piede è direi normale essendo gonfio … il trauma l’ha subito tutta la gamba! Per quanto riguarda l’INPS, la cifra dipende dal grado di invalidità permanente che ti daranno ( a me hanno dato l’ 8%): lo stipendio ti viene corrisposto interamente durante tutti i mesi di mutua, essendo integrato dall’INPS in percentuale notevole (mi sembra un 75%). Ti conviene comunque informarti se la tua ditta assicura i dipendenti in casi di infortuni che comportino invalidità: io ne sono venuto a conoscenza per caso una volta tornato al lavoro, parlandone con un amico sindacalista. “Ovviamente” gli addetti del Personale non mi avevano informato di nulla …. :-\ Buona guarigione

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  83. Enrica ha detto:

    Caro Enzo,
    anche io dopo aver tolto il fissatore alla caviglia ho avuto uba forte irritazione allergica ai cerotti che mi ha portato un’ustione alla caviglia. Dopo mesi tutt’ora ho problemi mi si irrita la parte e camminando con solo il calzino di puro cotone mi porta ugualmente ad arrossamenti fino a essudato misto a sangue.
    le scrivo per chiederle come ha risolto lei il problema. Io purtroppo dopo numerose creme cambiate e lozioni datemi prima dall’ortopedico e poi da un dermatologo riscontro ancora problemi.
    Ringrazio già della risposta.
    Enrica

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    • Enzo Contini ha detto:

      Ciao Enrica. In verità anch’io non ho risolto il problema anche se ora mi si presenta solo se uso cerotti (praticamente di qualsiasi tipo, anche se con quelli detti anallergici va meglio). L’allergia, come generalmente avviene, si presenta in qualsiasi parte del corpo e non necessariamente sulla gamba che si era rotta.
      Hai provato con solo una garza asettica, per isolare la irritazione da possibili agenti infettivi esterni?

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      • Enrica ha detto:

        Caro Enzo,
        Mi hanno detto di evitare le garze. Inizialmente mi hanno fatto usare cortisone e gentalyn beta per poi passare a iruxol ma appena ho riniziatoa usare scarpe e cacamminarci si è ropresentato il problema tanto che ho dovuto rimettermi in malattia. Ora il dermatologo mi fa usare rubrosin che mi ricorda tanto il mercuriocromo. Speriamo si risolvi così ma ho paura che dopo la guarigione appena riprenderò a lavorare e a camminarco di nuovo si ripresenterá il problema.
        😦

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  84. Sandra Delmonte ha detto:

    Ciao Enzo, ho letto con piacere la tua testimonianza. Il 10 settembre 2014 ho preso una storta e sono caduta da uno scalino con rottura di tibia e perone. Mi hanno operato e messo due placche e 14 perni. Il mio è stato un decorso meno complicato del tuo ma comunque fastidioso e arrivato dopo due mesi che avevo perso il lavoro (e a 60 anni non è facile ritrovarlo) e quindi non avevo il morale al meglio. Purtroppo in quel periodo sono mancate due persone molto giovani che conoscevo e questo mi ha fatto capire che il mio problema era soltanto paragonabile a quando porti la macchina dal meccanico per la sostituzione di qualche pezzo! Sono stata due mesi senza appoggiare il piede e abito in una casa fatta apposta per chi ha una gamba rotta: una rampa di scale per entrare, altra rampa per raggiungere le camere e l’unico bagno, due scalini a scendere nel bagno. Finchè non appoggiavo il piede le scale le ho sempre salite e scese col sedere spingendomi con la gamba sana. Comunque ad oggi uso ancora una stampella, i raggi evidenziano una bella calcificazione ma il malleolo interno mi si infiamma, e si gonfia. L’ortopedico ha ipotizzato una infiammazione causata dalla placca (grossa e spessa) e quindi la rimozione anticipata della stessa ma dagli esami del sangue fatti ieri sembra tutto a posto. Mi ha ribadito che è una faccenda lunga: Anche l’angiologo dopo un ecodoppler mi ha detto che la gamba tornerà normale non prima di 6 mesi. Vabbè pian piano si risolverà tutto. Ti saluto caramente e ti faccio tanti auguri per la tua guarigione. Sandra

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  85. Nicola ha detto:

    Ciao Enzo…mi permetto di darti del tu…infatti dalle volte che ho letto il tuo blog mi sembra quasi di conoscerti personalmente..!
    Dal 30 di giugno 2014 (da oltre 6 mesi quindi) dopo una “stupida” e rovinosa scivolata in moto mentre mi recavo a lavora, ho impattato direttamente con la tibia contro un muretto alto circa 30cm ..provocandomi una frattura esposta pluriframmentaria di tibia e perone. Operato d’urgenza presso l’ortopedia di Dolo (ve) causa possibile infezione della frattura (infatti dopo la caduta sono finito in un canale pieno di acqua e fango) ad oggi dopo più di sei mesi ho ancora il fissatore che probabilmente dovrò portare per ancora un paio di mesi. Effettivamente la frattura della tibia è molto lunga a calcificare….più o meno mi rivedo nel tuo percorso post operatorio con l’unica differenza che ho fatto circa 4 mesi di terapia iperbarica che dovrebbe aver contribuito a velocizzare il processo di guarigione dei tessuti molli che ad oggi non sono ancora del tutto guariti.
    Anche io vivo periodi fatti di alti e di bassi…giornate dove patisco di più il dolore e giornate molto più “gradevoli” infatti sono curioso di capire come stai a distanza di un paio d’anni dall’inizio del tuo calvario…
    -riesci a correre, andare in bicicletta
    -Riesci a camminare e stare in piedi senza sofferenza
    -saltare
    -oppure se hai qualche limitazione funzionale
    Ed in ultimo volevo capire anche se L INAIL ha chiuso il tuo infortunio.

    Ti ringrazio in anticipo per la tua cortesia e scusami se ti faccio queste domande ma purtroppo o fortunatamente non avento troppo tempo per “agire” al 100% di contro ne ho tanto per pensare. Grazie ancora
    Nicola

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    • Enzo Contini ha detto:

      Ciao Nicola. Innanzitutto buon anno e … buona guarigione! Io, a distanza di quaisi ormai 3 anni dalla rottura, direi che ho recuperato molto. Da più di un anno ho ripreso ad andare in bici e a fare piccole corse: correre è molto più”traumatizzante ” per le gambe e dopo un po’ inizio ancora a sentire fastidio nella zona della frattura … La gamba e soprattutto la caviglia, la sento talvolta “strana” e un po’ gonfia (lo noto soprattutto dai segni lasciati dagli elastici delle calze, comparandoli tra le due gambe). Preferisco quindi praticare sport più tranquilli per la gamba, quali la bici e camminare anche in montagna, senza strafare ed evitando di scegliere sentieri ripidi e sassosi … La paura di scivolare nuovamente mi è rimasta e sicuramente mi limita nelle mie scelte: gli sci sono ormai appesi da tempo, i pattini pure … Mi è rimasta anche l’allergia ai cerotti, maturata durante le cure alla ferita … Sebbene non abbia mai avuto altre allergie, ora anche solo un cerottino per una graffiatura mi irrita tutta la zona e devo toglierlo dopo poco tempo arrossandosi tutta la zona con anche sorgere di bolle di siero. Per quanto riguarda l’INPS, ho chiuso l’infortunio dopo circa 10 mesi dall’infortunio … l’ho chiesto io (avendo ancora un mese circa di ferie da fare e quindi ulteriore tempo per riprendermi), in quanto me l’avrebbero prolungato ancora per un messe essendo le radiografie non molto migliorate … Mi hanno assegnato poi una invalidità permanente dell’8% e un indennizzo conseguente di qualche migliaio di euro (non ricordo con precisione … mi sembra circa 3000€). Non ho più fatto radiografie alla gamba dopo la fine dell’infortunio (quella nel post è la penultima che ho fatto e l’ultima non era molto differente!) anche perché anche gli ortopedici mi avevano detto che non serviva più a molto fare altri raggi … bastava aspettare. Spero di avere risposto alle tue domande … semmai fammi sapere se hai altri dubbi 🙂

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      • Nicola ha detto:

        Ciao Enzo…buon anno anche a te e grazie per la celere risposta. Le tue parole mi confortano in parte…io ho 38 anni e facevo, anzi faccio dello sport la mia “ragione” di vita…dopo aver praticato pattinaggio a rotelle (corsa) per circa 30 anni, aver corso maratone, sgambettato in bicicletta da corsa e mountain bike per migliaia di km, surfato onde in kitesurf….ecc ecc…oggi ho il terrore che tutto ciò non sarà più come prima….!!! Ho comunque le “spalle larghe” per poter reagire ma sono terrorizzato dal fatto di non poter essere mai più al 100%….e l’unica consolazione che oggi mi resta è il pensiero che nella sfortuna del mio incidente poteva finire molto peggio.
        Ti vorrei ancora ringraziare per aver creato il blog, ti posso assicurare, almeno per quello che mi riguarda, che è terapeutico, se non altro perché il confronto e la condivisione delle esperienza aiuta a sperare ed a farsi una idea realistica di quella che può essere una brutta esperienza che è capitata a noi e che potrebbe capitare a chiunque.
        Grazie ancora Nicola

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  86. Vahan ha detto:

    Ciao Enzo,
    Sono nel letto dell’ospedale con la gamba sx in trazione, frattura scomposta tibia e perone.
    Grazie al tuo racconto so cosa mi aspetta.
    Sono in attesa dell’operazione, forse il 29 dicembre! Intanto passo il Natale in ospedale. Leggerò tutti i commenti e le risposte.
    Ciao

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    • Enzo Contini ha detto:

      Ciao Vahan! Innanzitutto buon Natale, anche se per te questo sarà un Natale particolare … doloroso e trascorso in un luogo poco confortevole, quale necessariamente è un ospedale. Ti sia di conforto pensare che la strada verso una completa guarigione non sarà probabilmente breve ma sarà risolutiva. Stavo proprio oggi pensando che ormai per me quella rottura rovinosa è solo più un lontano ricordo. Forse ora ho più timore a fare certe cose (anche quest’anno non so se avrò il coraggio di mettermi gli sci) ma nulla più… Anche da un’esperienza dolorosa come questa si possono derivare delle nuove conoscenze e forse capire un po’ di più il senso della propria vita. Tanti auguri e stringi i denti!!!

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      • Gian Piero R. ha detto:

        Enzo dici che il dolore lo hai provato quando eri in trazione…. io quando mi hanno levato lo scarpone e mi hanno trapanato il tallone senza anestesia, mi hanno detto che funziona solo con tessuti molli…pensa te…..dopo quel dolore tutto risultava poco più di fastidio
        Ancora oggi la caviglia ogni tanto si gonfia…

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        • Enzo Contini ha detto:

          La trapanatura del tallone non me la ricordo come molto dolorosa … mi aveva ovviamente impressionato molto, ma anzi mi ero stupito di non aver provato molto dolore: probabilmente mi hanno fatto una puntura di anestesia locale, … forse il dolore sulla rottura era predominante … non so! Sicuramente la ferita di quel chiodo ha sanguinato e dato fastidio anche il giorno seguente l’operazione, quando ovviamente quel chiodo per la trazione era stato rimosso: il buco comunque è scomparso nel giro di poco. Anche i 6 chiodi del fissatore, di diametro assai maggiore, una volta tolti hanno lasciato 6 fori che sono miracolosamente quasi scomparsi nel giro di questi due anni: anche questa è stata una piacevole sorpresa, viste le notevoli dimensioni dei fori presenti una volta rimossi i chiodi!
          Anche a me comunque la caviglia gonfia ancora oggi un po’, soprattutto se l’affatico e quando fa caldo: me la sento un po’ pesante e sempre, se la confronto con l’altra, mi accorgo che viene più segnata dagli elastici delle calze … Comunque non mi lamento … riesco a correre anche se sotto sforzo la caviglia ed il punto di rottura si fanno ancora sentire … 😉
          Colgo l’occasione per augurare a tutti voi un felice anno nuovo …

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    • Gian Piero R. ha detto:

      So cosa provi….caduto sugli sci il 24/12/2011 frattura biossea (tibia 3°distale), ridotta con chiodo endomidollare 1 vite sotto il ginocchio 2 sopra la caviglia…La mia tibia era messa davvero male …ho tolto il chiodo ad aprile 2014(2anni e mezzo dopo l’incidente). Dopo 8 mesi dalla rimozione se corro, dopo il 5/6 passo (di corsa) sento male al punto di frattura…questo mi farà saltare anche questa stagione sciistica…
      Ti auguro Buone Feste (anche se so che proprio buone non saranno)….su con il morale e ti augura una rapida guarigione… non come la mia

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  87. Grazia ha detto:

    Grazie per la creazione di questo blog e per tutti i consigli. Io ho avuto una frattura doppia scomposta alla tibia e una piccola frattura al perone, e anche nel mio caso non si e’ trattato di nessun sport estremo ma di una “stupida” caduta scivolando su una roccia liscia con il piede della gamba che si e’ rotta atterrato una decina di cm piu’ in basso su del muschio che lo ha bloccato mentre il corpo continuava a muoversi. Ero subito sicura della frattura perche’ ho sentito un forte crack, come pure lo hanno sentito i miei familiari che si trovavano entro qualche metro da me. Trovandomi su un’isola il soccorso e’ stato piuttosto lento, e solo dopo due ore ero al pronto soccorso. Io ho quasi 50 anni, faccio discesa, pattinaggio escursionistico, sei mesi all’anno cammino su terreno ghiacciato, e non mi era mai successo nulla, e per la banalita’ della caduta temevo un indebolimento osseo ma medici mi hanno spiegato la torsione a cui e’ sottoposto l’osso in questo tipo di cadute provoca fratture anche in ossa sane di persone giovani. Nel mio caso e’ stato inserito un chiodo di titanio all’interno dell’osso con due viti di fissaggio, una sotto il ginocchio e una sopra la caviglia. Da fuori non si vede nulla e non ho il gesso ma trovo molto difficile camminare con le stampelle e mi sento molto insicura. C’e’ un’altra cosa che vorrei aggiungere all’elenco dei rischi di queste situazioni, e sono i farmaci antidolore, da usare con parsimonia: dopo essere stata dimessa ho capito perche’ in ospedale dormivo quasi sempre, i farmaci come il Panacod contengono oppiacei e non sono rari i casi di dipendenze sviluppate in seguito a queste situazioni.

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    • Enzo Contini ha detto:

      Grazie Grazia della tua testimonianza.
      Concordo con te che i farmaci antidolorifici devono essere presi con parsimonia e sempre sotto il controllo, la prescrizione e le dosi indicate dal medico. Come tutti i farmaci, meno se ne prende meglio è … senza ovviamente essere masochisti!! Quando il dolore supera una certa soglia che generalmente è soggettiva, non lesinare troppo nel prenderli …
      Io ne ho presi , se ricordo bene, solo la prima settimana e forse, in dose minima, quando alcuni chiodi si sono infettati ed il dolore/fastidio era diventato insopportabile.

      Buona guarigione anche a te!

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  88. Germana Pezzoli ha detto:

    Ciao a tutti. Sono reduce di un incidente in moto avvenuto il 22.06.14 ( investita da una bicicletta che mi e’ venuta addosso facendomi finire contro un palo !) che mi ha provocato la frattura del piatto tibiale sx in tre punti e frattura scomposta ed esposta della tibia dx – frattura del perone.e del prossimale tibiale andato in pezzi… Operata d’urgenza la sera stessa alla gamba dx con l’applicazione di fissatore esterno per tenere allineata la tibia e fili ( 3 con sei fori ) appena sotto i ginocchio per la ricomposizione del piatto tibiale e l’inserimento di una vite. ( il mio fissatore sembra saturno…) Due giorni dopo intervento al piatto tibiale sx per l’inserimento di una vite e ingessatura. Dopo una settimana vengo mandata a casa ( incidente avvenuto a Torino – io sono di Miano ). Dopo 30 giorni ( fine luglio ) mi viene rimosso il gesso alla gamba sx e mi trovo con il ginocchio praticamente bloccato. Mi viene detto di iniziare fisioterapia senza carico ad entrambe le gambe… Inizio il calvario….il sx si piega appena perche’ bloccato e il dx fa un male cane perche’ tirano i fili…. E’ trascorso un mese e mezzo dall’inizio della riabilitazione e il risultato raggiunto e’…piegamento del ginocchio dx ( dove e’ presente il fissatore ) 90° e piegamento del ginocchio sx 75° circa perche’ e’ ancora bloccato e fa un male atroce… Durante l’ultimo controllo ortopedico ( a mio avviso molto superficiale ) mi viene detto che la gamba con il fissatore ha formato callo osseo minimo….( e quindi sto facendo magnetoterapia ) ma che comunque devo iniziare deambulazione a carico parziale con deambulatore ascellare. La fisiatra non e’ d’accordo in quanto sostiene che dovrei aspettare almeno la fine del mese ( 90 giorni all’intervento ) e anche perche’ prima dovrei raggiungere i 90° anche con il ginocchio dx. Qualcuno sa dirmi se ci sono metodi particolari per la ripresa del ginocchio in minor tempo e magari ( credo alle favole ) in modo che debba sentire meno dolore? Secondo le vostre esperienze, tra quanto tempo riusciro’ di nuovo a camminare ?? Questa immobilizzazione mi sta logorando…. Grazie e auguri a tutti !!

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    • Enzo Contini ha detto:

      Ciao Germana. Non sono un ortopedico per cui alle tue comprensibili domande non so darti una risposta … e comunque dubito che anche uno specialista sappia risponderti con precisione. Quello che però è importante e che può darti conforto é sapere che alla fine tornerai a camminare e questa sarà la meritata ricompensa a tutti i tuoi sforzi! Per quella che è stata la mia esperienza, posso dirti che ci vorranno mesi e mesi, ma poi quel giusto premio arriverà e sarà bellissimo e meritato. Io comunque ero andato a farmi vedere anche in un altro centro ortopedico, … a Torino uno dei più preparati é al CTO ma sicuramente anche a Milano ci sono dei punti di eccellenza … magari non serve a molto ma può comunque tranquillizzare sentire anche un secondo parere! A presto 😉

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      • Germana Pezzoli ha detto:

        Grazie mille Enzo ! Le tue parole sono di grande conforto. La paura maggiore in questo momento e’ proprio pensare come faro’ anche solo a rimettermi in piedi dal momento che le ho rotte entrambe…. Non vorrei approfittare della tua disponibilita’ ma volevo domandarti se hai dei consigli da darmi anche solo per un centro ortopedico valido a Milano al di la del Galeazzi….proprio perche’ anch’io ho pensato di chiedere un altro parere… Grazie mille per tutto e complimenti per il blog….ho letto tutto dall’inizio alla fine ! Ciao

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        • Enzo Contini ha detto:

          So solo del CTO di Torino, mi spiace … Cerca, per quanto ti é possibile di usare i muscoli delle gambe anche con esercizi minimali, in modo da opporsi alla naturale atrofia dovuta alla mancanza d’uso … servono anche per la circolazione e quindi a ridurre gonfiore e dolore …

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    • lucio ha detto:

      ti faccio i miei più sinceri auguri di guarigione perche guarisci non ti devi preoccupare di questo, io ho avuto la frattura della tibia e perone scomposta ed esposta ,con frattura del piatto tibiale e frattura rotula a l’età di 46 anni. il mio consiglio è di pedalare con bici o siclet almeno tre ore al giorno praticamente finchè resisti non devi strafare .io ne sono venuto fuori cosi’ dopo un anno e mezzo ero apposto . oggi a distanza di 3 anni da l’incidente in moto, diciamo che ho un brutto ricordo e qualche cicatrice sulla gamba sx però vado in moto ,scio vado in bici e perfino corro a piedi ,ti devi armare di molta grinta,questo vale per tutti quelli che anno avuto degli incidenti seri ,questo è quello che vi posso dire

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      • Anonimo ha detto:

        Ciao Lucio ! Ti ringrazio per quanto scritto. Il 22 di questo mese e’ un anno dall’incidente ( anch’io a 46 anni, compiuti in ospedale dopo due giorni ) e proprio la prossima settimana faro’ gli esami pre operatori per la rimozione del fissatore esterno ( finalmenteeeee ). Mi hanno pero’ prospettato l’applicazione di un altro fissatore in alternativa al gesso, che non voglio per la paura di ritrovarmi poi con il ginocchio bloccato come e’ successo con l’altro, e che credo di dover tenere per almeno 30 giorni. Deambulo tuttora con l’ausilio delle stampelle, che pero’ tendo a non usare almeno quando cammino in casa… Per la cyclette chissa’…magari potro’ iniziare quando non avro’ piu’ alcun vincolo alla gamba e non avro’ piu’ la vite nel piatto tibiale dell’altro ginocchio che ancora oggi non piego piu’ di 90/95 gradi. Certo che a distanza di appunto un anno, sono gia’ felice di ritrovarmi in piedi e di camminare con le mie gambe… Certamente leggere che sei tornato ad andare in moto, a sciare e persino a correre, oltre a farmi un immenso piacere per te, mi da speranze per il mio futuro. Ovviamente non risparmio la mia grinta e spero quanto prima di poter tornare anch’io a fare tutto cio’ che facevo prima !! Grazie ancora per aver riportato anche la tua esperienza, e che possa servire per dare coraggio oltre a me, a tutti coloro che si trovano a dover affrontare questa brutta esperienza !!!

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  89. Rccardo ha detto:

    Ciao Enzo.
    Anch’io come te e tanti altri in questo blog ho subito una frattura alla tibia e perone destri; frattura scomposta e un poco esposta. Ho subito un incidente in moto lo scorso ottobre 2013, una macchina non mi ha visto passare quando svoltava, anche se in pieno giorno! Mi hanno subito messo dei fissatori esterni fermati con quattro viti. Nel mio incidente sono stati interessati, purtroppo, anche altri arti: il ginocchio sinistro dove ho avuto lo sfondamento del piatto tibiale, il polso destro fratturato scomposto, frattura all’acromio della spalla sinistra (in realtà qui dopo qualche mese ho scoperto un’altra fratturina), due costole, il pollicione del piede sinistro. Un vero straccio! Devo dire che quando ero in ospedale il primario era preoccupato del ginocchio e del polso, la tibia era già stata fissata e non destava problemi. Sono passati tre mesi in cui ero bloccato a letto, non potevo mai scendere e in questa fase ho cominciato a caricare sulla gamba destra usando una bilancia; potevo arrivare al massimo a 40 Kg, ma per me era tanto. Dopo essere stato fermo tutto questo tempo, le forze mi erano andate proprio via! Tralascio tutta la parte di riabilitazione relativa a polso, ginocchio e spalla altrimenti non la finisco più. Quindi pochi giorni dopo essere sceso dal letto l’ortopedico mi ha detto di cominciare a usare le stampelle per poter iniziare a caricare sulle gambe. Il ginocchio era stato “aggiustato” con una placca e quindi poteva reggere il mio peso, la tibia doveva essere sollecitata per calcificare. Già quando ero a letto facevo magnetoterapia la notte per spalla e ginocchio, e in questa fase è stata dirottata esclusivamente sulla tibia. A tre mesi dall’incidente la calcificazione della tibia era pressoché nulla. Dopo un mese lascio le stampelle e carico completamente sulle gambe, e le lastre evidenziavano un inizio della calcificazione della tibia, ma a questo punto in ritardo rispetto a quelle che dovevano essere lo tabelle degli ortopedici dell’ospedale, cominciavano a dirmi di abbandonare i fissatori per mettermi qualcos’altro. Il mio di ortopedico invece, era fiducioso nel recupero della mia gamba e ha continuato a farmi caricare sopra facendomi camminare il più possibile. Ero contento perché non avevo dolore e quindi potevo fare il giro dell’isolato senza grossi problemi. Un mese dopo, e siamo a marzo, le lastre evidenziano un buon recupero della calcificazione, non ancora sufficiente però per poter togliere questi benedetti ferri. Fin dall’inizio mi avevano detto che ci sarebbero voluti almeno 4/5 mesi, ma adesso siamo al limite, cominciavo a perdere un po’ di pazienza. Vabbè mi dico aspettiamo un altro mese e speriamo. Ad aprile il mio ortopedico mi vede le lastre e mi toglie i fissatori esterni; senza anestesia! Meno male io ero convinto di farlo con l’anestesia, così sono arrivato al giorno fatidico senza nessuna paura. Quando mi ha detto così mi è venuto un coccolone! Ma mi ha detto che la prassi in quel caso sarebbe stata troppo lunga e avrei dovuto aspettare troppo tempo; allora mi sono fatto coraggio e ho accettato. Devo dire che il dolore è stato minimo e dura soltanto al momento dello svitamento; subito dopo, sarà stata l’adrenalina, ero in piedi senza sentire niente. Alla fine devo dire che è meglio che sia andata così, ogni anestesia pesa all’interno del nostro organismo, ne avevo già fatte due pochi mesi prima… Riprendo le stampelle che ormai avevo abbandonato da qualche mese. E’ una brutta sensazione perché ormai ero libero di muovermi; in casa, non avevo da fermarmi ogni passo per posare o riprendere le stampelle dopo aver riposto un oggetto un oggetto. Comunque accetto le disposizioni date e vado avanti così. In definitiva erano solo 15 giorni da fare. In questi giorni comincio ad abbandonarle le stampelle mentre ero in casa, non avvertivo nessun dolore, facevo pochi passi senza e poi mi rimettevo a sedere. Fuori continuavo a portarle anche perché sentivo la stanchezza, Nessun problema comunque. A metà maggio arrivo a fare la riabilitazione in macchina, senza stampelle, mi sentivo un re! Mi fanno fare un esercizio sollevato sulla sola gamba su di una piattaforma mobile! Io ero titubante avevo abbandonato le stampelle da un giorno, mi sembrava troppo questa cosa e l’ho detto alla fisioterapista, ma lei irremovibile mi fa montare sopra. Le prime flessioni direi bene, solo qualche dolorino, ma niente di che. Alla fine mi fa muovere la caviglia in avanti per rinforzarla e in quel momento un MALE CANE! Un dolore lancinante alla gamba mi blocca, la fisioterapista mi dice che va bene devo sbloccare una caviglia che è stata troppo tempo ferma e mi fa muovere ancora il piede, stavolta con il peso sull’altra gamba. Finito l’esercizio però io non riesco più a muovermi, mi danno un bastone per potermi reggere e mi portano le stampelle che avevo lasciato fiduciosamente in macchina. Il giorno successivo vado lo stesso al lavoro (anch’io lavoro nell’informatica sarà colpa di quella?), ma il dolore permane e la gamba gonfia. Il giorno successivo rimango a casa, niente. Il giorno dopo chiamo il fisiatra e gli dico che qui qualcosa deve essere successo perché sono dolorante alquanto; faccio delle lastre subito e mi si dice che l’osso è sempre in asse… meno male! Il dolore continua e il lunedì mi faccio visitare dall’ortopedico il quale mi dice che l’osso ha patito, ma non si è rotto… meno male! Ma i giorni successivi non cambia niente, anzi la gamba sembra sempre più gonfia e poi mettendola sul tavolo e provando ad alzare il piede vedo che la tibia si flette come se fosse rotta! Mi dicono che il callo osseo può essere elastico a tal punto da flettere in questa maniera (non è stato un ortopedico a dirlo però) ed io ancora come un ebete continuo a credere a questo. Credo a tutto piuttosto che pensare di dovermi rioperare e ricominciare la trafila; questo non lo posso accettare in nessuna maniera, siamo a sette mesi ormai dall’incidente. Piango come un bambino nel pensare a questa cosa… Ma la gamba mi riporta alla realtà dicendomi con il dolore, con il gonfiore che non va, non va, non va. Passata a questo punto un’altra settimana dall’esercizio infame mi faccio visitare nuovamente dall’ortopedico che questa volta senza neanche vedere la radiografia mi dice che la gamba è rotta! Le radiografie confermano, in dieci giorni di tempo tra una radiografia e l’altra si vede la completa differenza di stato dell’osso, la rottura è ben visibile. Quello che mi rode è che ho passato due settimane in cui mi sentivo un ebete per il fatto che sentivo dolore, tanto dolore e mi dicevano che la gamba era a posto; una sensazione veramente sgradevole. A questo punto dal pronto soccorso quale ero arrivato vengo subito ricoverato e operato di lì a poco con chiodo endo midollare. Appena operato ho potuto riprendere le tanto amate/odiate stampelle e il dolore è finalmente calato. Siamo a una settimana dall’intervento ed è normale continuare a provare dolore; questo tipo di operazione è abbastanza invasiva, ti fanno passare un chiodone lungo tutta la tibia e consideriamo che hanno dovuto sfondare tutto il callo osseo così faticosamente costruito. Quindi scalpello, trapano e così via. Adesso cammino tranquillamente con le stampelle, non ho dolore durante il cammino, ma diversamente durante il riposo. E’ più facile che mi faccia male la notte che durante il giorno. Ho letto che te dopo che ti hanno tolto i fissatori hai continuato per diverso tempo ad utilizzare le stampelle prima di poter camminare senza provare dolore e penso che ti avessero intimato di usarle. Io penso che avevo uno stato di calcificazione migliore perché, ti dico, camminavo senza nessun problema e nessun dolore; è stato quell’esercizio che mi ha causato il tutto e se lo avessi fatto magari un paio di mesi dopo avrei potuto sostenerlo senza problemi. Dico questo perché qualche ortopedico dell’ospedale mi ha detto che la mia gamba era destinata a rompersi comunque, ma vedendo quello che è successo a te, io invece dico di no. Comunque ormai è successo e ci posso fare poco, devo solo concentrarmi per poter ritornare a camminare, muovermi il prima possibile. Un ringraziamento al tuo blog che ci permette di condividere le nostre esperienze.

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    • Enzo Contini ha detto:

      Grazie a te Riccardo! Leggendo il tuo scritto non ho potuto non pensare quale potesse essere stato il tuo stato d’animo quando ti hanno comunicato che si era nuovamente rotto! Mi sembra di averlo raccontato nel mio post, ma un inserviente di un albergo, dove ero andato con la famiglia quando ero ancora con stampelle, mi aveva detto che anche lui aveva avuto la stessa rottura della tibia e che una volta tolto il fissatore un giorno semplicemente alzandosi dal letto, si era ritrovato nuovamente l’osso rotto!! Mi aveva fatto rabbrividire solo al pensiero ….
      Mi fa piacere apprendere che dopo questa nuova operazione alla distanza di solo una settimana tu riesca a muoverti bene con le stampelle: sicuramente è un buon segno! Per la notte io talvolta mettevo sotto la gamba uno di quei cuscini semi rigidi triangolari e con forma anatomica (l’avevo preso per mia madre anni fa al supermercato lidl ma penso si trovi in qualsiasi negozio sanitario … magari solo un po’ più caro :-\) in modo da tenere la gamba un po’ alzata … anche se non è una posizione che si riesce a tenere per molto, talvolta leniva il malessere/dolore.
      Un grande augurio anche a te di buona guarigione … per fortuna anche questa brutta esperienza avrà anche per te una fine … 😉

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  90. SABRINA ha detto:

    Buona sera a tutti! Ringrazio innanzitutto per questo blog che mi ricorda che non sono la sola a girar per casa sulla sedia a rotelle e a sentirmi decisamente come un uccellino in gabbia!
    Racconto brevemente ciò che è capitato: il giorno di Pasqua, saltellando allegramente in mezzo ad un prato durante una festa non ho visto una buca nel terreno, collocata in discesa, e parzialmente coperta da erba alta….il piede è rimasto incastrato, io sono caduta in avanti e il piede si è girato di 180° causando la frattura di perone e pilone tibiale (lo so, l’immagine fa ridere ma ha fatto un male cane….). Due giorni dopo primo intervento di osteosintesi con placca e viti seguito da secondo intervento, in data 24.4, in totale 14 viti + 2 placche. Dolore atroce e morfina per la prima settimana, dopo di che le dimissioni ed il rientro a casa in ambulanza. Premetto che provenendo dall’isola d’Elba, il servizio sanitario non è dei migliori, evito di raccontarvi la storia infinita alla ricerca dell’ambulanza, l’ansia per le visite di controllo etc…, provenire da un’isola di villeggiatura ha tantissimi pro ma anche una lunga serie di contro.
    In data 7 Maggio mi è stata fatta una prima radiografia e la rimozione delle “graffette” (si chiameranno così???) utilizzate per la sutura delle ferite, ad oggi nessuno ha controllato le radiografie, ho chiamato e chiamato il chirurgo che ha effettuato l’intervento ma niente…silenzio radio. Continuo ad essere paziente, anche se, essendo mamma single di una bimba di 5 anni, lavorando in proprio e vivendo sola con la bimba e svariati animali domestici l’ansia comincia a farsi sentire.
    Ho 32 anni, non ho MAI, e sottolineo MAI, avuto alcun problema di salute; questa è la mia prima frattura; continuo assiduamente a prendere gli integratori di calcio e spero di poter riprendere la mia vita “normale” il più velocemente possibile.
    Giovedì 22.05 la doccia gessata che mi hanno applicato 1 mese fà (e che mi sembra parecchio pesante per una fanciulla) sarà sostituita da un tutore tipo walker, con il quale dovrei poter iniziare a deambulare con carico parziale e l’ausilio delle stampelle.
    Secondo voi, che avete più esperienza, come saranno i tempi di recupero.
    All’Elba i mezzi pubblici fanno pena e senza mezzo proprio è praticamente impossibile condurre una vita normale, inoltre la stagione turistica è alle porte e l’idea di non poter lavorare equivale ad una totale disfatta economica.
    Qualcuno sa consigliarmi, oltre alla fisioterapia, per la quale ho già fissato degli appuntamenti, altri ausili per accellerare i tempi di guarigione.
    Quanto ci vorrà per ricominciare ad andare a lavorare?

    Attendo ansiosamente news!

    Grazie a tutti.
    Sabrina

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    • Enzo Contini ha detto:

      Ogni rottura è diversa per cui i tempi di recupero sono non prevedibili. Penso tuttavia che se hai una bambina piccola ed un’attività in proprio che ha a che fare con il turismo … devi chiedere un aiuto!! Penso che tu possa chiedere anche ai servizi sociali della zona in quanto mamma single in oggettiva difficoltà. Se riesci poi ad avere una macchina con il cambio automatico sicuramente risolvi almeno in parte i problemi di spostamento.

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  91. Loredana ha detto:

    Buongiorno a tutti,
    Ringrazio il Sig Contini per questa testimonianza che mi è stata molto utile e di conforto in questi mesi di calvario…ho 48 anni ,sono stata investita il giorno di natale da uno scooter: frattura biossea di tibia e perone (scomposta ed esposta) sono stata operata d’urgenza dopo poche ore dall’incidente e mi è stato subito applicato un fissatore esterno con sei viti (al quale sono state aggiunte ulteriori 4 viti con un secondo intervento dopo 8 gg) dopo 3 mesi di sedia a rotelle ho iniziato a caricare parzialmente e quindi a deambulare con le stampelle. Da un mese circa (a 4 mesi dall’incidente) cammino caricando completamente con l’ausilio di un bastone canadese. Durante l’ultimo controllo mi è stato detto che la frattura e in fase di guarigione (anche se il callo osseo era evidente solo da un lato della tibia) e mi hanno dato una previsione di circa 2 mesi per la rimozione del fissatore (6 mesi in totale quindi) Vorrei avere qualche informazione , in base alle vostre esperienze, circa la fase successiva alla rimozione del fissatore, so che potrà iniziare subito la fisioterapia (a dire il vero io la sto già facendo a casa seguita da una fisioterapista con esercizi atti a recuperare il tono muscolare, per fortuna caviglia e ginocchio non hanno subito danni e li muovo senza fatica)ma per quanto tempo dopo la rimozione del fissatore si dovranno riutilizzare entrambe le stampelle ? Vengono applicati punti nei fori lasciati dalle viti ? Dopo quanto tempo si riescono ad abbandonare definitivamente le stampelle ? Grazie in anticipo , un cordiale saluto a tutti

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    • Enzo Contini ha detto:

      Non penso che ci sia un tempo standard in cui sia necessario riutilizzare entrambe le stampelle una volta tolto il fissatore … anzi penso personalmente che forse non sia necessario in tutti i casi: dipende molto dal grado di consolidamento della frattura e, conseguentemente, dal dolore che si ha nel caricare.
      Non vengono applicati punti nei fori e, sembra incredibile, nel giro di poco tempo quelli che erano buchi si tramutano in una crosticina … il buco si chiude nel giro di poco … non ricordo quanto (mi sembra un due mesetti, ma potrebbe essere anche meno). Ovviamente l’infossamento rimane per molto più tempo ma ora, a distanza di un anno e mezzo quasi non si nota più nulla (se uno non guarda con attenzione).
      Abbandonare le stampelle è una cosa graduale e variabile caso per caso. Io le ho lasciate completamente solo dopo un 3 mesi ma, gli ultimi tempi, mi portavo solo più nello zainetto un bastone accorciabile da trekking, che usavo solo quando ero stanco e la gamba incominciava a dolermi.

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  92. barbieannie ha detto:

    Salve a tutti io scrivo pper mio fratello che mentre giocava con i suoi amici cadendo ha sentito un crack ed ha subito la frattura spiroidea scomposta del perone e domani mattina ha l’intervento per inserire la placca … speriamo vada tutto bene! Vi auguro una veloce guarigione a tutti …

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  93. Carlo Torasso ha detto:

    Ciao Enzo mi chiamo Carlo. Ho letto così tante volte quello che hai scritto che mi sembra di conoscerti. Io mi sono fratturato come te tibia e perone il 4 ottobre scorso, … devo dire che è un calvario. Volevo chiederti una cosa: mi hanno tolto il fissatore lasciandomi ancora i perni di fissaggio che mi toglieranno in seguito; mi hanno detto di andare cauto con il carico. Volevo sapere se anche a te, subito tolto il fissatore, avevi dolore perché io camminando ho una fitta proprio frontalmente alla tibia. Complimenti per il tuo blog! Nel frattempo saluto Beppe che conosco e che ha scritto qualche metro più in su.

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    • Enzo Contini ha detto:

      Ciao Carlo. A me non avevano tolto il fissatore prima dei chiodi ma avevano solo allentato i perni in modo che il peso finisse sull’osso e non sul fissatore: mi avevano detto di controllare che la distanza dei due pezzi del fissatore non si avvicinasse più di due/tre tacche contrassegnate sul fissatore. So che ad alcuni lo tolgono lasciando solo i chiodi temporaneamente, prima di levare il tutto: penso dipenda dalle condizioni di consolidamento dell’osso. Anch’io comunque, i primi tempi che non avevo il fissatore, avevo dolore se caricavo più del dovuto. Soprattutto se cercavo di premere sulla frizione della macchina avendo rotto la gamba sinistra: c’è voluto più di un anno perché riuscissi a usare una macchina con il cambio senza avere la fitta ogni volta che cambiavo! Se hai dolore, non sforzare … aiutati ancora un po’ con una stampella o un bastone da tracking … e comunque dillo all’ortopedico e/o al fisioterapista. 😊

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  94. Adele ha detto:

    Ciao, ti scrivo solo ora anche se il tuo post e’ stata la prima cosa che ho letto quando mio figlio di 17 anni, il 27 novembre 2013 ha avuto un incidente con il motorino…. Frattura scomposta esposta frammentaria di tibia e perone….intervento il 02/12 e fissatore esterno . Sono passati circa 4 mesi e dai controlli radiografici non risulta ancora la formazione di callo osseo! Sta facendo fisioterapia e prende integratori a base di calcio inoltre su suggerimento dell’ortopedico sta cominciando a caricare la gamba lo vedo più sciolto nei movimenti, lo vedo che migliora ma le radiografie non registrano nessun progresso…..sono scoraggiata

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    • Clemente ha detto:

      Ciao Adele,io ho avuto la stessa identica frattura di tuo figlio ad agosto e ho subito 5 interventi (2ortopedici /3 chirugici) l’ultimo l’ho avuto a fine novembre e anch’io a distanza di 4 mesi i miglioramenti sono molto lievi,non ti scoraggiare ma su queste cose ci dobbiamo armare di tanta pazienza e tempo,io ti posso solo dire che dopo questo lasso di tempo minimo ,che inizio a sentirmi molto meglio con la gamba,tra 3 giorni ho il prossimo controllo e sono sicuro da come mi sento che in quest’ultimo mese ci sono stati notevoli miglioramenti.Purtroppo in queste cose deve passare un minimo di tempo per far sî che si vedano dei miglioramenti.Fai mangiare anche molto formaggio e esercizi con la cyclette(esercizi di movimento senza il carico).Ti terrô aggiornato e tanti auguri per tuo figlio.

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      • Adele ha detto:

        Grazie …
        In settimana inizia la prima seduta di onde d’urto…..dolorose ? Qualcuno le ha fatte? Pare siano efficaci per la stimolazione del callo osseo…. Speriamo

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        • Clemente ha detto:

          Ciao Adele,
          Io non ho fatto le onde d’urto quindi non ti saprei dire se sono dolorose,io ho fatto solo la magnetoterapia e quelle posso dirti con certezza che sono indolore.ma penso dolore o no…l’importante é uscire da questo lungo calvario.

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      • Enzo Contini ha detto:

        Anch’io ho fatto la magnetoterapia che è assolutamente indolore… Di onde d’urto non ho sentito parlare ma se il tuo ortopedico le ha prescritte serviranno anche quelle …

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    • Enzo Contini ha detto:

      La tibia è lunga a guarire …. ma é solo questione di tempo! Vista anche la giovane età di tuo figlio direi proprio che non devi scoraggiarti ma solo avere pazienza … anche se so che non è facile!
      Auguri di Una veloce guarigione, dunque …

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    • Roberto Crocetta ha detto:

      Non vorrei abbassare l’umore collettivo, ma dopo otto mesi di inutile lotta con i fissatori mi avvio a quanto pare all’amputazione.  Tutti voi avete fratture meno gravi, forza e coraggio amici guarirete

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  95. Alessandro ha detto:

    Cari..forse qualcuno si ricorda di me, che ho postato qualche metro più sopra, in mezzo a tante esperienze di altrettanti fratturati….e grazie a chi mi ha soprannominato Alex Supertramp! (anche se, per fortuna, non sono finito a mangiare bacche avariate in un autobus abbandonato come il povero Mc Candless!) …Dopo sette mesi dal crack l’altroieri, clima (finalmente!) permettendo, sono andato a “correre”…ovviamente un pò di zoppìa e di doloretto c’è ancora, e sarà pure il pò di ferraglia (20 cm di titanio e 12 viti) che la mia gamba destra si porta appresso, ma sapete che quando sono ritornato al parco dove andavo sempre, prima del 10 Agosto scorso, ad allenarmi, è stata una sensazione davvero strana. Alberi e fiori erano sempre lì, come prima, e mi veniva voglia di raccontar loro com’è che per sette mesi non mi hanno visto passare di là….:D

    Ancora quella radiografia mi fa paura: tibia rotta in spirale con una rima lunga dieci centimetri, perone spezzato, la caviglia tenuta insieme solo dai tessuti molli. Tra l’altro mi era successo in Irlanda, sull’Atlantico, e devo dire che gli irlandesi sono stati amorevoli, rapidi e mi hanno pure regalato due ottime stampelle; tutto a costo zero ovviamente, l’Irlanda è fortunatamente nella UE.
    Sono stato fortunato, come ho già scritto; dopo due mesi già si vedeva un pò di callo osseo alla tibia e il perone ne era già pieno, e ad oggi non faccio radiografie da allora, tanto mi sento sicuro; tutto questo senza magnetoterapia o altro, ma mangiando formaggi per tutta l’estate…A 38 anni non potevo chiedere di meglio. Ho letto su di tante persone che stanno ancora aspettando l’esito di una frattura di due anni prima, e mi sento un pochino in colpa per scrivere quassù della mia enorme fortuna, ma forse posso essere di aiuto a chi, nei casi meno difficili, ha paura dell’ ignoto a cui sta andando incontro; invece, per completare quello che avevo scritto in precedenza, vorrei aggiungere: Voi che vi siete appena rotti, e temete per il futuro, sappiate che ci sono molti casi di rapido recupero, in cui dopo tre mesi siete già in piedi da soli, e se siete in piedi potete già guidare, o andare in bici…non fumate, perché rallenta la calcificazione, fate scorta di vitamina C perché fa collagene, e siate fiduciosi che i dolori si dimenticano, e presto…:DDDD

    Un In Bocca a Lupo e un abbraccio a tutti!

    Alessandro

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    • Enzo Contini ha detto:

      Grazie Alessandro per l’aggiornamento! Anch’io due week-end fa ho messo alla prova le mie gambe con una camminata in montagna di più di 6 ore: alla sera avevo sì un po’ di male … ma ai muscoli di entrambe le gambe!!! 🙂
      …mi rimane comunque ancora una sensazione di gonfiore sulla gamba che di era rotta, soprattutto alla sera, … ma non ci lamentiamo 🙂

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  96. Anonimo ha detto:

    Ma guarda un po’ chi si rivede (anzi si risente), sono quel Franco che è intervenuto il 9 ottobre 2013 alle 09:44.
    Finora sono stato titubante, visto che mi ero proposto per incoraggiare, però adesso ho deciso di raccontare il seguito, dunque ricapitolando :
    5 agosto 2013 frattura scomposta tibia e perone (non esposta)
    8 agosto intervento chirurgico con applicazione di placca e viti
    11 ottobre, ad oltre due mesi dal primo intervento, improvvisa e repentina comparsa di forte dolore, gonfiore e febbre alta
    12 ottobre (sabato) ricovero giornaliero al pronto soccorso per analisi varie, riscontro infezione, trattamento con antibiotico generico e rimandato a casa
    14 ottobre (lunedì) visita ortopedica ambulatoriale di controllo, già programmata da un mese, conferma infezione in atto e prescrizione di ulteriori visite il mercoledi ed il venerdi succesivi
    16 ottobre (mercoledì) nel momento in cui mi presento per la visita, senza preavviso, perciò senza pigiama e quant’ altro, vengo ricoverato con urgenza in stanza isolata ed intuisco che probabilmente non si tratta di una patologia banale
    17 ottobre mattino sfogo spontaneo dell’ ascesso con cospicua fuoriuscita di materia organica infetta e processione di medici che a debita distanza voglio vedere lo “spettacolo”
    17 ottobre pomeriggio intervento di rimozione di placca e viti, con asportazione di tessuti vari compromessi (compresa frazione ossea della tibia)
    21 ottobre visita infettivologo con conferma verbale che placca e viti contamiate in sala operatoria durante il primo intervento, sono la causa dell’ infezione (osteomielite)
    29 ottobre lettera di dimissione compilata dal medico di turno, (mai visto e probabilmente non a conoscenza della mia situazione), con parziale immobilizzazione dell’ arto tramite bendaggio della metà posteriore/inferiore ritagliata, del gesso messo in sala operatoria 12 giorni prima con gamba gonfia, quindi non sufficientemente contenitivo
    13 dicembre riscontro radiografico di disallineamento e storpiatura della parte di tibia prossima alla caviglia, con angolo di 13°. Tentativo di recupero dell’ asse in fase di indurimento di un nuovo gesso (tentativo che si dimostrerà in seguito non riuscito)***
    19 dicembre ritiro del referto radiografico del 13 e presa visione autonoma della situazione, invio e-mail al medico, in cui manifesto i miei forti dubbi sul buon esito della guarigione, fermo restando l’ angolo assunto dai capi di frattura (da visite presso altri specialisti, alle quali nel frattempo mi sono sottoposto, risulta che una inclinazione di questa entità, si tradurrà in una precoce insorgenza di artrosi dovuta alla rapida usura della cartilagine dell’ articolazione della caviglia, che non appoggerà più su tutta la sua supercicie naturale, ma solo su un esigua parte di essa)
    24 dicembre risposta e-mail del medico che esclude la possibilità di ulteriori correzioni, ritenendo che tutto sommato posso anche rimanere così (parere condiviso dal primario)
    10 gennaio 2014 scoraggiato mi sottopongo ad ulteriore visita presso il primario di ortopedia di un altro ospedale, dove mi viene diagnosticata la futura comparsa precoce di problemi articolari a carico della caviglia e programmato il ricovero per intervento di “riduzione e riallineamento in narcosi”
    14 gennaio ricovero con intervento non cruento : sotto anestesia generale, mi viene praticata una manovra meccanica manuale, rifratturando la parziale calcificazione dell’ osso, ormai già rivestito da callo consistente, modellando il nuovo gesso con un recupero dell’ asse del 90% (da riscontro radiografico in sala operatoria, assolutamente accettabile)
    15 gennaio nuova radiografia, prima della dimissione, dalla quale risulta che durante la notte, la preponderanza del callo ha riportato l’ angolatura dell’ osso quasi completamente come prima dell’ intervento.
    20 gennaio visita ambulatoriale, modifica del gesso con forzatura dell’ asse per contrastare la deformazione e radiografia con riscontro di parziale miglioramento
    23 gennaio visita infettivologo e finalmente dopo oltre tre mesi, sospensione della terapia antibiotica
    25 gennaio ritiro referto radiografico del 20 e presa visione autonoma della situazione : l’ angolo di piega effettivamente non è più di 13°, ma è migliorato di soli 3° circa
    10 febbraio sostituzione del gesso con altro più leggero munito di scarpetta in plastica per parziale mobilità della caviglia e carico progressivo
    21 febbraio rimozione del gesso con scarpetta (da tortura), riscontro radiografico di notevole formazione di callo osseo e nuovo gesso (l’ ottavo) con libertà di movimento del piede solamente fasciato per contenere in gonfiore, dolore persistente e diffuso dalla pianta del piede fino al polpaccio, che spero solo sia dovuto alla ripresa della sensibilità dei vari tessuti finora inerti e formicolanti

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  97. Noemi93 ha detto:

    Ecco la mia storia: il giorno 28 marzo 2013 ho fatto un incidente stradale con la mia migliore amica, io dormivo, lei ha avuto un colpo di sonno. Dopo vari “giramenti su se stessa” la macchina si è fermata in contromano (in autostrada) e un furgone ci ha preso in frontale. Risultato: lei oltre a rompere i denti e qualche punto sul viso, si è rotta l’ulna, io rottura di 4 costole, rimozione totale della milza (la cintura mi ha schiacciato la milza, portandola a rompersi e creandomi un emorragia interna) e per completare ho distrutto la caviglia: rottura dei 2 malleoli più rottura dell’attacco della tibia. Siamo state entrambe operate, a lei è stata messa una placca e alcuni chiodi che probabilmente non le verranno tolti. A me sono state messe 16 viti più 2 placche, con previsione di rimuovere tutto tra maggio e settembre di quest’anno. Sono stata molto fortunata, poiché i medici mi han detto che se avessi avuto 40 o 50 anni mi avrebbero immobilizzato la caviglia, perdendone così l’uso. Ma data la giovane età e le alte possibilità di ripresa per fortuna oggi cammino, non posso saltare, piegarmi sulla gamba o correre ma sono felice lo stesso. Volevo sapere se qualcuno sa se per rimuovere i mezzi di sintesi fanno l’aneatesia totale o no? È bello sapere che nonostante la sofferenza la fatica e i momenti in cui tutto sembra fare schifo, basta poco per risollevarsi leggendo la storia di altre persone con tanta forza che hanno superato tutto!! 🙂

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    • miki attila ha detto:

      A me x togliere chiodo endomillare e viti nella tibia (in lista intervento per fine aprile-maggio)l’ortopedico mi ha detto che mi faranno l’epidurale.

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    • Enzo Contini ha detto:

      ..non sono un ortopedico ma direi che forse una anestesia lombare mi sembrerebbe sufficiente: io comunque una dormitina di qualche minuto non la sdegnerei come alternativa 😉

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    • daniela ha detto:

      ciao Noemi, benvenuta nel club dei placcati 😉
      Credo che ti faranno l’epidurale … almeno con me è stata così, .. io dovrei toglierla verso novembre.

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      • Noemi93 ha detto:

        Ciao Daniela, grazie per l’info:) non so, diciamo che spero solo di non sentire troppo male nel post anestesia, mi preoccupa più quello! Purtroppo anche io devo aspettare fino a ottobre per togliere i ferri, le liste d’attesa degli ospedali sono infinite.. In bocca al lupo!

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        • miki attila ha detto:

          Io sono fresco di rimozione, mi hanno operato il 4 di giugno con epidurale, intervento durato 2 orette dolore non né ho sentito ma essere vigile è comunque una strana situazione. Mi hanno tenuto 2 giorni in ospedale in quanto la notte dopo l’intervento ho perso parecchio sangue. Ripreso stampelle, ora vado con una sola e oggi pomeriggio mi tolgono i punti. Auguri di pronta guarigione a tutti.

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      • Enzo Contini ha detto:

        A me la rimozione dei 6 chiodi del fissatore (non avevo placche) me l’hanno fatta in anestesia totale (mascherina) penso di breve durata (non ho preso i tempi e non mi sono accorto di nulla!). Niente ricovero … solo day hospital. Dopo un po’ me ne sono andato con le due stampelle … meno peggio di quanto pensassi comunque. Dopo così tanto tempo fa una strana impressione non vedersi più quel “coso” nero attaccato alla gamba … e già quello ti tira su il morale 😉

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  98. rocco ha detto:

    Leggendo qui, allora mi ritengo fortunato. … io il 28 agosto 2012 ho perso i sensi sul motorino in tagenziale e sono caduto, mi sono rotto in malo modo la tibia e il perone, la tibia rotta in piu pezzi come se fosse stata schiacciata, ho avuto un intervento con placca a vite. Oggi, a distanza di un anno e 3 mesi, la mia gamba funziona al 90%: mi avrà aiutato l’età … al momento dell’incidente avevo 23 anni.

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    • Roberto Crocetta ha detto:

      Ma qualcuno sa consigliarmi gente che se ne intende di questa frattura a Roma?  E qualcuno sa di un intervento chiamato “ad ascensore”.  f.to uno che dopo sei mesi non ha nessunissimo segno di ossificazione e gira con ancora le ferite aperte che periodicamente si infettano

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    • Alessio ha detto:

      Volevo chiedere se qualcuno ha avuto una febbre prolungata dopo l’intervento alla tibia. Io sono stato operato il 6 febbraio con chiodo endomidollare per frattatura pluriframmentata alla tibia e al perone. Dimesso il 13 ho a tutt’oggi una febbricola serale che mi sale fino a 37, 7 massimo. I medici parlano di febbre da assorbimento ematoma ma io temo possa trattarrsi di qualche infezione al mezzo di sintesi che comporterebbe pseudoartrosi o osteomielite.

      grazie a chi mi risponderà e un grazie all’autore del blog.

      Alessio

      fra

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      • Enzo Contini ha detto:

        Io personalmente non ho mai avuto febbri del genere. In più occasioni ho comunque preso degli antibiotici in quanto si erano infettati alcuni chiodi (rosso intorno al chiodo e zona dolorante):l’infezione si è così mantenuta superficiale non raggiungendo le ossa … cosa pericolosa …

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      • Alessio ha detto:

        Ciao Enzo la mia ferita è stata controllata ieri ed è a posto. Io temo un infezione interna del mezzo di sintesi. Può capitare nel 2% dei casi ho letto. La febbricola la ho con tutti gli antibiotici.

        Il medico mi ha detto di sospenderli per vedere come evolve la cosa.

        Sono stato operato 13 giorni fa con chiodo endemico lare interno e dunque senza fissatore. La frattura è chiusa ma pluriframmentata.

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      • Enzo Contini ha detto:

        … direi che non ti resta che seguire le indicazioni dell’ortopedico, … eventualmente chiedendo il parere di qualche altro professionista se ti rimangono dei dubbi …
        Buona guarigione …

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      • daniela ha detto:

        Ciao Alessio
        Io ho avuto 38 di febbre, ma solo un paio di gg dopo l’intervento, poi basta…
        Cmq penso anch’io che sia una cosa normale … vedrai che anche quando tornerai a camminare avrai la gamba con la placca sempre molto piu calda rispetto a quella sana … alla fine è sempre un corpo estraneo …

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        • Alessio ha detto:

          Ciao Daniela ti ringrazio per avermi risposto. Oramai siamo a 15 giorni dall’intervento e la febbricola ci sta ancora anche se da due giorni raggiunge max 37.3.

          Non vi nascondo che sono un po preoccupato in quanto nonostante mi dicano che sia normale ho un grosso ematoma che di sera mi brucia proprio quando sale la febbre. Inoltre la notte non riesco a dormire in quanto appena sposto la gamba dai cuscini mi fa un male cane mentre di giorno no. Tra quanto diminuirà questo dolore di notte? E perché di giorno il dolore è molto minore?

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      • daniela ha detto:

        Guarda, l’unica cosa che al momento puoi fare è portare pazienza … io x fortuna non ho avuto dolori, infatti non ho mai preso antidolorifici se non i gg dell’ospedale…. l’unico dolore fastidioso era quando abbassavo la gamba a terra: il sangue probabilmente scendeva e mi faceva un male … poi ogni frattura è diversa ….
        ma l’ematoma che hai è dovuto all operazione o alla tua caduta?
        cmq penso che è un pò presto parlare di pseudoartrosi (passati un bel pò di mesi tipo 6 se non si calcifica allora si parla di pseudoartrosi ) a me x consolidarsi la frattura c è voluto 3 mesi e più …
        PS non leggere troppe cose su internet se no vai in depressione 😉

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        • Anonimo ha detto:

          Daniela hai proprio centrato sono dalla mattina alla sera a letto, mi alzo solo per andare in bagno e lavarmi la mattina e da pochi giorni per mangiare. Chiaramente vado su internet e si legge di tutto. Io ho tanto dolore soprattutto di notte se dormo un’ora e’ tanto. L’ematoma e’ conseguente all’intervento ed è ancora ben visibile. Per questo il medico parla di febbre da assorbimento. Se ci dovesse essere infezione o pseudoartrosi si potrà vedere solo più in la. Ma tu dopo quanto tempo hai camminato senza stampelle? Quanti anni hai? Io 37. Grazie ancora delle risposte. Alessio

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      • daniela ha detto:

        Alessio èmmmmmmm ……
        tremesiemmezzo :-O di stampelle e punture di eparina nella pancia ;-(
        ma credo non sia il tuo caso xchè con il chiodo cammini prima…..
        poi in neanche un mese ho camminato senza …
        io ho 33 anni …
        comunque tiene la gamba bella alzata (ma penso lo fai già)

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        • Anonimo ha detto:

          Si sto sempre così tranne di notte dove vorrei mettermi di fianco con un cuscino tra le gambe ma dopo 5 minuti mi fa male. Quindi dici che cammino prima? Speriamo, vi farò sapere anche se ben due ortopedici mi hanno detto che è una brutta frattura, pluriframmentata. Il perone non è stato toccato e quindi dovrò aspettare che si calcifichi lui prima di caricare. Poi chiaramente quando hai un’operazione di pronto soccorso non sai mai chi ti opera e come ti opera.

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      • daniela ha detto:

        ciao credo di si …xrò non vorrei illuderti ,
        devi proprio sentire gli ortopedici cosa dicono …..
        lo spero x te xchè andare in giro con le stampelle non è il massimo….
        x il momento imbocca al lupo….

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  99. Federica ha detto:

    Anche io sono una fratturata biossea. Il problema è che per me è veramente un calvario ( la frattura è accaduta a luglio 2012 e non ho ancora finito). Inoltre questa dannata situazione si è verificata dieci giorni prima della scadenza del mio contratto lavorativo ( per cui sono anche senza lavoro)
    Dolori quotidiani, gonfiori sospetti, dolore anche solo a toccare. Impossibilità di sollevare pesi, correre, saltare, nuotare etc. Ero una donna molto attiva, ora invece non riesco più a fare nulla ( e pertanto ho preso peso).
    Lunedì mi hanno rimosso la placca e i chiodi (erano interni).
    Vediamo se prima o poi recupererò.

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    • Enzo Contini ha detto:

      Federica. Purtroppo le sfortune a volte vengono insieme … speriamo in una giusta legge del compenso! Un grosso augurio dunque.

      Non penso sia stato il tuo caso, ma lo scrivo qualora l’informazione possa tornare utile a qualcuno: qualora l’incidente sia riconducibile ad un infortunio sul lavoro (es. avvenuto andando al lavoro o sul posto di lavoro), oltre a segnalarlo al pronto soccorso ed avere l’assistenza dell’INAIL, è opportuno interessarsi per sapere se la ditta per cui uno lavora ha una assicurazione apposita di copertura: mi sembra che per effettuare la segnalazione all’assicurazione ci sia tempo fino a due anni dall’incidente. Io non ne sapevo l’esistenza e nulla mi era stato segnalato dalle persone del Personale: se non avessi parlato casualmente con un nostro rappresentante sindacale non l’avrei probabilmente mai saputo: per fortuna ne sono venuto a conoscenza al mio ritorno al lavoro dopo quasi un anno ed ho comunque avuto ancora tempo per inoltrare tutti i documenti!. Purtroppo sembra che, penso per non vedere lievitare i costi di assicurazione, le ditte (anche se assicurate) tendono a non pubblicizzare troppo la cosa … per cui è opportuno interessarsi di persona.

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  100. Beppe ha detto:

    Eccomi a raccontare la mia storia, ad agosto del 2012, precisamente il 14, in montagna cado su di una pietraia
    per circa 20m, appenna fermato mi accorgo che quello che sembrava un ramo spezzato, non era altro che la mia tibia che spuntava dai pantaloni rotti, ero da solo ma, grazie al telefonino ed un po di fortuna chiamo i soccorsi, dopo circa mezz’ora con l’elicottero mi portano all’ospedale di Aosta, dove subisco il primo intervento per riduzione di frattura biossea diafisiaria di tibia e perone, con lacerazioni di parti molli e problemi al nervo tibiale, non muovevo la caviglia e le dita
    In su.Mi installano un primo fissatore esterno modello Hofmann II, che a guardarlo mi sembrava un’antenna televisiva, dopo 7 gg. Dimissioni senza carico, quindi sedia a rotelle e consiglio di farmi vedere dallUsl di competenza, essendo di Chivasso e attraverso un amico medico mi rivolgo al Cto di Torino.A novembre guarita la ferita da esposizione.mi mettono un fissatore esterno Ilizarov 5 anelli tutto fili (senza compressione).A cadenza di 40 gg faccio i relativi controlli, ma sembra che il callo osseo non si formi, nel frattempo intorno a marzo mi si forma una fistola sulla cicatrice vicino alla frattura sembra un’infezione e questo complicherebbe la guarigione e sopratutto i medici prevedevano di tagliarmi la tibia nella parte fratturata e farla ricrescere!!!!!!? Per fortuna la fistola si chiude e dopo i vari esami non risulta nessuna infezione a maggio il medico intravede qualche miglioramento e decide ti togliermi un filo di tenuta per far lavorare meglio i due monconi ma questo non basta , dopo circa una settimana camminando mi si rompe un filo vicino alla caviglia.Ormai il fissatore non tiene più e mi fa un male cane.Dopo nove mesi a luglio 13
    Nuovo intervento, sostituisco il vecchio fissatore con un piu pratico e meno ingombrante Hortofix (come il tuo) rinasco, dopo alcuni giorni di carico parziale, abbandono le stampelle definitivamente a fine agosto per poi presentarmi alla visita di controllo tutto gasato con la convinzione di essere guarito, ed invece no.Il callo osseo c’è ma è elastico, PSEUDOARTROSI, a novembre altro intervento per resesione del perone di circa 1 cm, per consentire alla tibia di lavorare solo su se stessa e rinforzare il callo osseo.Ad oggi sono passati circa 17 mesi e sono ancora in ballo anche se in questi giorni ho sfilato il fissatore con una brugola da 6mm e ho incominciato a camminare sulla mia gamba senza supporti per alcuni minuti ma solo in casa.La settimana prossima altro controllo ,spero e credo di essere quasi al dunque. Dimenticavo che nel frattempo da dicembre 12 ad agosto ho fatto fisioterapia, ho recuperato in parte il movimento della caviglia e del ditone del piede, gli altri per ora non si muovono, la continuazione prevede l’utilizzo dell elettro stimolazione.ma tutto avverrà non appena avrò la gamba libera dal fissatore.Questo per ora è quanto, mi terro informati dell’evolversi.
    Ciao a tutti

    Beppe

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    • Enzo Contini ha detto:

      Beppe coraggio! Non mollare …oramai sei quasi fuori dal tunnel … Tanti auguri 🙂

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    • Anonimo ha detto:

      17 mesi, my God! Comunque anche io sono a sei e non solo di calcificazione proprio non se ne parla, ma ho ancora la ferita aperta….incredibile che disastri possono succedere in una manciata di secondi

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    • daniela ha detto:

      mammaaaa mia !!!basta un attimo x cambiarti la vita…..
      imbocca al lupo ….
      tieni duro e non mollare

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    • Beppe ha detto:

      Eccoci a distanza di un mese circa, la visita di fine gennaio è andata male, se a dicembre mi davano per guarito l’ultimo controllo ha evidenziato un ritorno al passato; la frattura e di nuovo elastica, il 18 febbraio dovrò fare una PET con liquido di contrasto per capire se c’è unifezione in corso, gli esami del sangue non evidenziano nulla di particolare. Per fortuna almeno ii dolori sono spariti ed ho ricominciato a camminare senza stampelle, Ora non mi resta che attendere lEsame per capire il proseguo della convalescenza.
      Vi terrò informati………..

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  101. Dragone ha detto:

    Notte tra il 9 ed il 10 dicembre di due anni fa. Esco con lo mio scooterone,strada viscida ed io da c0gl10ne azzardo a piegare troppo. Scivolata stupida, di quelle che se ne vedono a centinaia. Mi do’ un’occhiata e sembro tutto ok (a parte il giubbotto usuato appena due volte). Mi rialzo al volo per andare a recuperare lo scooter finito una decina di metri piu’ avanti ma sento mancare appoggio alla gamba sinistra, gli do’ un occhiata e vedo il piede girato di quasi 180 gradi che trema. C4zz0, mi sono spaccato la gamba. Non fa’ troppo male ma sicuramente fa’ impressione, mi siedo in mezzo alla strada ed qualche persona viene a soccorrermi. Ci sono anche due ragazze, si sincerano delle mie condizioni ed io spavaldo “ah, mi sono solo distrutto una gamba”. Due minuti ed il dolore peggiore che abbia mai provato in vita mia (mi son rotto ossa a partire dai 3 anni, mai provato un male simile).L’obia le ospedale dista solo un km o giu’ di li’,l’ambulanza arriva dopo pochi minuti che mi sono sembrati un’eternita’. Il dolore e’ cosi’ forte che sembra abbia le convulsioni, ci vogliono due persone per tenermi fermo oltre ad avere dei brividi di freddo assurdi con relativato smascellamento cosi’ rumoroso da aver paura di spaccarmi i denti.
    I paramedici mi avvolgono la gamba in un anello di plastica che sembra un lunghissimo bracciale che si indossano per misurare la pressione e come tale lo riempieno di aria per ridurmi la frattura.
    In ospedale urlo come un dannato, i medici non mi vogliono dare antidolorifici ed io incomincio a spaccare tutto quello che ho vicino. Il dolore e’ disumano….
    Finalmente mi fanno un’iniezione, tre respiri profondi ed un sorriso da ebete mi appare in faccia. Un po’ di pace, era ora!
    Dopo aver inveito e minacciato contro una povera infermiera che non mi dava l’impressione di avere un’idea di maneggiare la gamba arriva l’esito delle lastre.
    “Dottore, come sono messo?”
    -“La gamba e’ rotta, ma questo lo sapevi gia’…”
    “Posso vedere le lastre?”
    -“Adesso le faccio vedere ai tuoi amici e te ti riposi un po’”

    Una mia amica appena visto il monitor si mette la mano sulla bocca, il mio amico con lei cambia espressione del viso.

    C4zz0….

    Non mi dicono niente, il dottore dice di aspettare e riposarmi un attimo.

    Dopo circa un’ora mi portano in una camera e mi fanno vedere su un grande monitor le lastre…

    C4zz0…..

    3 fratture della tibia + il perone, e’ proprio brutta da vedere…

    Per oggi mi fermo qui, se siete curiosi continuo con la storia

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  102. Raffaele ha detto:

    Ciao Enzo, ho 15 anni e il 31 ottobre mi hanno investito causando la rottura di tibia e perone.. i dottori hanno cercato di rimediare le fratture mettendomi il gesso, ma ieri a distanza di circa 47 giorni dall’incidente, mi hanno dato la notizia che mi devono operare inserendomi questo fissatore…Non so cosa si prova, in verità ho un po’ paura.
    Grazie a te la paura del dolore è un po’ passata! (:

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    • Enzo Contini ha detto:

      Ciao Raffaele!
      Mi fa piacere sapere che la lettura di questo post ti sia servito a farti passare un po’ la paura …
      Durante l’intervento con l’anestesia non si sente nulla … fa solo un po’ impressione non sentirsi più le gambe per qualche ora 😊
      Vedrai che con la tua giovane età ti riprenderai velocemente! Segui con scrupolo tutti i consigli degli ortopedici e vedrai che tutto tornerà come prima.
      Ho una figlia poco più giovane di te … per cui penso di riuscire a comprendere abbastanza le tue paure … mi sembri un ragazzo tosto, capace di affrontare con coraggio anche questa spiacevole avventura!
      Tanti auguri 😉

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      • Raffaele Nugnes ha detto:

        Grazie per i tuoi consigli, spero che l’anestesia me la faranno totale… Anche perchè e la prima volta che subisco un intervento simile a questo e non ne ho la minima idea di cosa si provi.
        Ti auguro di passare le feste nel migliore dei modi!
        ..mi farò risentire dopo l’intervento per farti sapere come è andato! 🙂

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  103. marco ha detto:

    Salve a tutti, oggi ho fatto prima visita medica nella mia città, Bologna, dopo l’operazione eseguita a Modena circa un mese e mezzo fa’ e il dottore (un gran “chiaccherone” … mi ha spiegato propio tutto, in modo molto professionale!) dopo aver visto e rivisto le lastre, quasi “estasiato” mi ha detto che il lavoro è stato eseguito molto bene e anche loro solitamente per fratture simili operano come i colleghi con chiodo interno endomidollare. Alla mia domanda “se togliere o meno il chiodo dopo un’anno circa” mi spiega che per fare passare il chiodo nell’interno della tibia, oltre a spostare la rotula, bisogna incidere il grosso muscolo proprio sotto a quest’ultima, per poi attraversarlo con il chiodo; in alcune rare persone più fortunate, avendo questo muscolo più “lasco” riescono a far passare con il chiodo senza doverlo incidere ma solo spostandolo.
    Problema: avendo inciso il muscolo ci sono buone probabilità che questo possa dare problemi o fastidi cronici e se dovessi decidere per togliere il chiodo il muscolo verrebbe inciso nuovamente nello stesso punto, … quindi le probabilità di avere disturbi cronici in futuro aumentano considerevolmente.
    Infatti, non mi capacitavo del forte dolore al ginocchio che era più o meno lo stesso della tibia rotta……
    Quindi, togliere o non togliere … questo il problema…..
    Confrontandomi con il dottore mi ha consigliato, una volta passato un annetto e se il chiodo non crea disturbi, di valutare bene i rischi, quelli dovuti ad un altro intervento identico al primo o quelli possibili di un altro incidente che con chiodo interno potrebbero essere devastanti.
    Certamente continuerò ad usare la moto, spero solo con mentalità serena perché, se intimorito dal pensiero del chiodo, sarà palese incappare in un brutto dejà vu.
    Concludo facendo i migliori auguroni a Paolo dicendogli che, anche se sarà dura, hai dalla tua la giovane età … vedrai che prestissimo tornerai a “saltare i fossi per la lunga”.
    Marco.

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  104. Paolo ha detto:

    ciao Enzo, vedo che la gente continua a commentare e mi permetto anch’io di scriverti, qui pare ormai un forum 🙂
    Sono anch’io tra i tanti “biosseo-fratturati”, ma io penso di essere uno dei più recenti. IL 17 novembre scorso, pattinando, dopo una brutta caduta, mi sono ritrovato con una scomposta a tibia e perone dx. Mai avuto fratture prima d’ora ma me ne sono reso conto subito. Soccorsi tempestivi e via al Policlinico Umberto I di Roma. Gesso fino alla coscia e dolore. Operato-incredibile-martedì 19. Chiodo endomidollare e due viti. Fin qui, come tutti. Dolore, dolore, mancanza di sonno, ecc.Poi sabato 23 mi dimettono, consigliandomi l’uso di un tutore(enorme) e delle calze anti trombi. Mi prescrivono una elettromiografia, che devo fare oggi, perché ho un problema al dito alluce del piede dx: non si muove. Spero bene.
    Però la cosa “sorprendente” è che ad oggi, secondo le rx, le due ossa sono al 60-70 % del processo di riposizionamento e che secondo i medici dovrei fare callo osseo in 2 mesi. Cammino senza caricare, faccio fisioterapia per ginocchio e caviglia(ginocchio mobilizzato al 75%, caviglia al 30%), l’unica cosa e che il dolore la notte non mi lascia tregua. Insomma, il peggio sembra passato, poi certo è chiaro per riprendere l’attività sportiva che facevo prima ce ne vorrà(pattinaggio, nuoto, calcio e palestra).
    Quindi certo, ogni caso di frattura è unico, e io volevo dare la mia testimonianza. A breve faccio 18 anni, spero di festeggiarli con una bella partita di calcio.
    UN saluto, e…tu-ora-come stai?
    Se vorrai ti terrò aggiornato.
    paolo

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    • roberto crocetta ha detto:

      caro Paolo, oltre a essere su questo blog come fratturato, di mestiere sono medico anestesista. Per il dolore, oltre a paracetamolo o FANS ( tipo Voltaren al bisogno) puoi diminuire di molto il tuo bisogno di questi farmaci se ti fai prescrivere dal tuo medico un cerotto da 50mcg di Durogesic, da scalare in futuro a 25mcg. Sono cerotti che durano tre giorni e iniziano la prima volta a fare effetto dopo 12 ore. Contengono Fentanest, uno stupefacente oppiaceo, ma non avere timori di dipendenza,sarà sufficiente che tra un paio di mesi lo scali dividendolo per due per
      un paio di settimane e non avrai nessun problema. Roberto

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    • Enzo Contini ha detto:

      Ciao Paolo. Ovviamente buona guarigione anche a te!!! 😊
      La fisioterapia è lunga ma dà i suoi frutti, … quindi prosegui il più possibile, facendo esercizi anche per conto tuo. Io, a distanza di quasi 2 anni dalla frattura, non mi posso lamentare: qualche fastidio se corro che mi induce talvolta a zoppicare un po’, un fastidio di gamba leggermente gonfia soprattutto alla sera dopo una giornata di ufficio …
      Il callo osseo della tibia è lento a farsi … per cui non preoccuparti più di tanto … metti pazienza!!!
      Vedo con piacere che arrivano consigli professionali anche da altri commentatori 😊😊
      Sta diventando proprio quasi un forum questo post!!!!
      😊

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      • Paolo ha detto:

        ciao Enzo, ciao a tutti. Auguroni a tutti. Sono sempre io, ti volevo aggiornare. Ieri visita di controllo a 40gg, tibia e perone hanno risposto non bene, benissimo( a detta ortopedico), quindi carico 50%. POi tra 7 gg via il tutore; tra 20 carico 100%, poi via stampelle entro metà febbraio. ho recup.quasi totalità dei movimenti ginocchio e caviglia, insomm
        a una buona risposta del corpo. Per il dolore ogni tanto prendo il Contramal, che consiglio: fa effetto.
        E poi…vedremo le sorprese del 2014…
        Un saluto!!!

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  105. daniela ha detto:

    Ciao Enzo. Anch’io il 2 giugno ho rotto tibia (in 2 punti) e malleolo in moto … sistemata con osteosintesi e 14 viti. 3 mesi e mezzo di stampelle, fisioterapia e ora faccio tutto come prima …

    Dite che potrò farmi una sciatina fra poco ? 🙂

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    • Enzo Contini ha detto:

      … magari solo una pista blu!! 😉

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    • Valebike ha detto:

      Ciao!
      Che tipo di osteosintesi? Direi una placca visto che parli di 14 viti..allora la risposta che ti darebbe un ortopedico è: evita ogni attività a rischio frattura fino a quando non verrà rimosso il mezzo di sintesi (placca e viti) perchè se per sfiga dovessi romperti nuovamente con la placca ancora in sede sarebbe un disastro.
      Stay tuned….

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      • daniela ha detto:

        si placca….
        ma dipende dall ortepedico con cui parli uno mi ha detto di si, di fare tutto quello che voglio … un altro assolutamenteeee non fare nulla …. il fisioterapista di fare quello che mi sento :-O mhaaaaa

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  106. Valebike ha detto:

    Che successone questo blog!
    Ciao Enzo, scrivo per aggiornamento: probabilmente toglieranno il fissatore verso la fine di Dicembre. La calcificazione è buona, lo è stata da subito e dunque mi fanno uno sconto sulla pena…:))) Forse il merito è del fatto che sono uscita dall’ospedale già col carico al 30%, mai stata senza carico, e ciò aiuta la calcificazione. A fine dicembre saranno comunque 5 mesi, non che io batta dei record di velocità!
    Quindi con la gamba dovremmo essere quasi a posto. Vado in palestra dove faccio esercizi in scarico,macchine per cardioftness, corso di ginnastiche varie (gag, body tone) limitatamente alle mie possibilità. Ho anche cominciato a fare spininng….ogni tanto il chiodo tocca un pò, ma sudare mi fa così bene…e poi devo contenere un pò il peso! Da quando, in Luglio, sono rientrata in Italia dopo l’incidente che in realtà ha posto una serie di problematiche anche più serie del fissatore esterno, (una fra tutte una perforazione intestinale per cui sono stata operata d’urgenza là dove ero in vacanza, in Georgia) credo di aver preso almeno 8 kg…e vabbè che partivo da uno spiccato sottopeso post chirurgico però ora basta!!!!!!

    Quando torni da queste parti se hai voglia fammelo sapere, per ora posso proporti non più di un caffè, ma verso la prossima primavera-estate magari un giro in bici…se avrò di nuovo il coraggio di salirci sopra…

    Saluti!!!!

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    • Enzo Contini ha detto:

      … vedrai che il coraggio ti verrà… magari non subito, ma ti verrà! Io sto andando a lavorare in bici, … anche se penso desisterò quando le temperature saranno più rigide e le strade saranno ghiacciate: … scarponi in vibram e basta brutti scherzi!!! 😉
      Io a Villanova vado sovente, soprattutto con la bella stagione, ma magari anche qualche giorno durante le feste di Natale.
      A presto dunque!

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  107. marco ha detto:

    Salve a tutti e un sentito “complimentoni” ad Enzo per il blog che ha creato!
    Sono Marco ho 42 anni e il 20 di ottobre 2013, come tutti voi “purtroppo” mi sono spezzato tibia e perone dopo una banalisssssima scivolata con la moto (in pista per la prima volta) a Modena. Vi evito tutto l’iter ospedaliero perchè in sintesi uguale al vostro, tranne che a me hanno inserito un chiodo endomillare Trigen più 4 viti che dovrò togliere tra circa un anno … cammino ancora con una stampella e penso già che mi dovranno riaprire di nuovo … mahhh!! Sarei già stanco di sentire del dolore!!!
    Enzo, ho un forte prurito alla sola gamba rotta, … mi basta sfiorarla che comincio a grattare … “la scorticherei”. Anche tu hai avuto lo stesso sintomo? Per quanto ti è durato?
    Auguro a tutti un grande in bocca al lupo!!!!

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    • Enzo Contini ha detto:

      Ciao Marco.
      Innanzitutto un bocca al lupo anche a te!
      Purtroppo il prurito alla gamba rotta penso sia un problema che molti di noi riscontrano, un po’ per via della circolazione (non usando la gamba normalmente, questa tende a gonfiare e a prudere) ma soprattutto per via delle medicazioni che si devono fare periodicamente (diciamo ogni 2/3 giorni) per evitare che i fori con i chiodi non si infettino.
      Come puoi vedere anche da due foto della mia gamba che ho messo nel post, la pelle della gamba è arrossata … soprattutto vicino ai fori dei chiodi. Io in particolare ho sviluppato nel tempo una allergia verso i cerotti, soprattutto quelli medicati, che prima non avevo. Ancora oggi un semplicissimo cerotto non riesco più a sopportarlo: anche per una piccola ferita alla schiena ho dovuto usare un cerotto per pelli sensibili, altrimenti quelli normali dopo pochi minuti mi irritano la pelle che si arrossa e mi prude!
      L’unica è non grattarsi ed usare invece creme/olii appositi contro le irritazioni per alleviare il prurito: io usavo un olio che si spruzzava sulla pelle … non ricordo più il nome ma penso che il tuo medico te ne saprà prescrivere uno adatto.

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      • marco ha detto:

        Ciao Enzo, a differenza tua io ho un chiodo e viti interni che (leggendo il vostro iter) credo, inizialmente meno “invasivo” e meno rischioso per eventuali infezioni esterne; con chiodo interno mi hanno dimesso dall’ospedale con carico già al 50% ed è molto probabile che alla fine del secondo mese dalla rottura sia già in grado di camminare senza stampelle……tutto ciò è “fantastico” ma ha un notevole rovescio della medaglia; per fare passare il chiodo, hanno dovuto spostare momentaneamente la rotula del ginocchio cosicché, al dolore per tibia-perone si è aggiunto quello altrettanto doloroso al ginocchio con sua relativa riabilitazione.
        A voi con chiodo esterno il ginocchio non è stato toccato vero?
        Della serie “l’erba del vicino è sempre piu’ verde” … leggendo vostre esperienze avrei preferito di gran lunga anch’io il chiodo esterno; fra circa un’anno mi dovranno riaprire per togliere il chiodo ed immagino che toccheranno ancora la rotula, … quindi altro dolore altra riabilitazione … ero contento del lavoro fattomi sinora alla gamba, ma ora avrei preferito mi avessero spiegato bene tutto l’iter e se ci fosse stata la possibilità, poter decidere tra un tipo o l’altro chiodo.
        Il tipo di chiodo interno, se non dovesse dare fastidi, si potrebbe decidere di tenerlo a vita (credo propio sia studiato per questo)purtroppo pero’ se dovesse capitare un’altro incidente coinvolgendo ancora la stessa gamba, ci sarebbe il reale rischio di danni ben più gravi, … lascio a voi immaginare cosa potrebbe fare un chiodo in titanio di 1cm di spessore interno alla tibia dopo un forte urto … non ci voglio neanche pensare!

        Un saluto a tutti!
        Marco.

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    • Enzo Contini ha detto:

      No, con il fissatore esterno non toccano il ginocchio … ma di chiodi ce ne sono in genere sei … ed i fori sono una agevole via di infezioni se uno non li disinfetta e li tiene puliti e coperti bene da garze.
      Penso comunque che la scelta del tipo di intervento dovrebbe essere fatta dagli ortopedici sulla base del tipo di frattura per cui se nel tuo caso ti hanno proposto un tipo di soluzione differente dovrebbe essere quella più consono al tuo caso specifico …
      Buona guarigione!

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  108. Enzo Contini ha detto:

    Grazie Alex: non avrei mai pensato, quando ho scritto questo post, che così tante persone avrebbero lasciato considerazioni così profonde ….
    … non so, forse il tuo nome, forse il fatto che torni dai paesi del nord, … mi hai ricordato un altro Alex che soleva firmarsi Alex Supertramp!

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    • Anonimo ha detto:

      Già il grande Alex Supertramp,una storia commovente e bellissima e poi il film ha una colonna sonora di tutto rispetto,spero proprio che il libro,dal quale è stato tratto il film,sia tra i cinquanta libri di Alex!Già che ci siamo:ho tolto le due placche e le dodici viti esattamente tre settimane fa e mi sento benissimo,sono già in grado di correre!In bocca al lupo a tutti e mi raccomando:ossa a posto!

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  109. sebastian ha detto:

    Questo e il continuo del messaggio di prima.
    I medici mi hanno detto che tra 15/20 giorni devo abbandonare la stampella di sinistra (credo perché io la frattura l’ho rimediata alla gamba sinistra) e che posso fare peso su di essa fino a che non sento dolore.
    Mi hanno detto anche detto che tra 6 settimane devo tornare un altra visita.
    La tibia sta iniziando a guarire ma il perone è ancora staccato in due pezzi come all inizio.i medici dicono che e normale e che il perone serve solo ai cavalli. Secondo re e cosi? Che funzione ha il perone?

    Grazie e arrivederci

    o a guarire ma il perostaccato(cioe

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    • Enzo Contini ha detto:

      Nel caso di uso di una sola stampella, questa deve essere usata dal braccio opposto alla gamba malata, per cui è corretto quello che hai scritto. La tibia è l’osso di fondamentale importanza che tra l’altro è tra quelli più lenti a consolidarsi: il perone non ha grande importanza ed in generale è opportuno che si consolidi dopo la tibia per non ostacolare la guarigione di quest’ultima, di maggior importanza.
      Ciao
      Enzo

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      • Alessandro ha detto:

        Ciao ad Enzo, e a tutti i fratturati…:D O ex tali. Come molti di voi, mentre pensavo ad altro, ed ero abituato a vedere la vita dal mio punto di vista, un piede in fallo e uno scivolone da una scala lunga un bel pò, mi hanno restituito all’improvviso un altro punto di vista, un poco diverso. Tibia e perone spezzati, ambulanza, radiografia, riduzione in ospedale fatta ancora in stato di piena coscienza, svenimento, morfina, e il giorno dopo operazione e una bella placca di titanio e 12 viti….da dire che a 37 anni suonati non ero mai entrato in ospedale da paziente in vita mia, eppoi ero in vacanza nel nord europa ed ero reduce da una settimana di mountain bike da cui, manco a farlo apposta, ero uscito ovviamente indenne. Però una scala è stata più forte di tutto il resto. Nota finale, in vacanza per una volta avevo voluto andarci da solo. E da solo sono ritornato in Italia dopo l’ospedale, con stampelle, gesso e trolley attaccato. Oggi, dopo quasi tre mesi dalla botta, poggio al muro (negli angoli, sennò cadono, si sa) le mie “crutches” e comincio a muovere i miei primi, goffi e dolorosi passettini, tra l’applauso degli amici e dei colleghi che mi vedono arrancare, ma finalmente sulle mie gambe. Gli esseri umani di solito imparano a camminare una volta sola; a noi, diciamolo pure, è toccato due….:D
        Ho scritto qui anche io su questo blog così ben fatto di Enzo, perché ho letto della ragazza su, che si firma “Anonimo”, e ho compreso forse il suo sconforto; per lei e per chi dovesse sentirsi giù, vorrei solo dire che per quanto schifo possa fare, qulla che state vivendo è un ‘esperienza importante; sappiate occupare il tanto tempo che avrete (io ho scoperto che non mi è bastato neppure quello, per imparare il Sumero come avrei voluto..:D), e sappiate trarre, da questo pezzo di vita ingessato che vi è toccato, qualche insegnamento, qualcosa che vi cambierà in meglio. Continuo a pensare che, ci si creda o no, non si soffre per caso, ed il nostro dovere è sempre quello di tirare fuori qualcosa di buono anche da una caduta stupida, da un letto d’ospedale, da un dolore, da una radiografia purtroppo sempre uguale. Io sono stato fortunato e lo so, e so che una buona salute mi ha aiutato a superare tutto in fretta, prima di altri infortunati, spesso ben più gravi di me. Spero davvero che chi sia in preda allo sconforto possa accettare l’idea che si possa trovare un senso e qualcosa di buono anche nelle piccole disgrazie.

        Vi saluto e abbraccio tutti gli ingessati d’Italia…:D

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        • roberto crocetta ha detto:

          Caro Ale, immagino che il problema del sumero sia la pratica…comunque sono d’accordissimo con te: io , e bada che a tre mesi io non solo ho ancora il fissatore esterno ma anche una ferita aperta e nessun segno di ossificazione, sono convinto che tutto il trucco sia nel cercare di cercare nel male almeno una piccola opportunità. Non scherzo, non avrò mai più così tanto tempo da dedicare completamente ai miei interessi intelletuali, dato che quelli fisici mi sono per il moemento proibiti. IO sto leggendo in contemporanea 51 libri e ho portato il pianoforte di mia mamma a casa mia ( mai suonato prima),ma non ti nascondo che me lo sogno la notte di farmi una gran passeggiata nei boschi

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  110. sebastian ha detto:

    Ciao Enzo ho 16 anni e giocando una partita di campionato (calcio) ho rimediato una frattura biossea scomposta di tibia e perone (di colpo l’ho preso dall’esterno della gamba).
    Abito a Verona e ci ho messo 15 minuti ad arrivare dal campo da gioco all’ospedale, sono stato ricoverato domenica 29 settembre e sono stato operato due giorni dopo verso sera, mi è stato inserito un chiodo in titanio all interno della tibia senza toccare il perone,il chiodo va da sotto il ginocchio fin poco sopra della caviglia ed e stato fissato con delle viti.
    Il ricovero in totale e durato 16 giorni ed e stata un agonia.
    A casa si sta meglio e si è a proprio agio,ieri sono stato in ospedale per un controllo e sono rimasto mocaviglia ed molto contento del fatto che la tibia si stia già riprendendo: infatti si sta formando il callo (anche se e un callo molto fragile perché è in fase iniziale.

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  111. Sandro ha detto:

    È proprio vero che ogni caso e un caso a sè;mi sono rotto tibia e perone nel 2009 in una gara di mtb a Rosia (SI),operato a Siena mi hanno messo due osteosintesi e circa 16 viti,dopo tre mesi ero già in bici e non ho avuto nessuno dei problemi che ho letto dalle tue e altre esperienze.Da quanto sono stato fortunato ho deciso,dopo quattro anni,di togliere i ferri.L’intervento é avvenuto lunedì passato e da ieri mercoledì sono a casa,osteosintesi e viti sono venute via agevolmente,a parte qualche martellata per le più ostiche!Appoggio già il piede per terra e se non fosse per i punti metallici mi sentirei di caricare il peso quasi per intero.Credo che proprio il peso giochi un ruolo importante nella guarigione e riabilitazione dell’arto.Un conto sono i miei 67 chili un altro i 90 di chi é più pesante.Altri aspetti importanti sono la capacità del chirurgo,la riabilitazione e le condizioni fisiche generali di chi subisce l’intervento.Un atleta riduce i tempi di recupero in quanto usa mezzi ai quali una persona normale difficilmente accede.Mi auguro che le cose vadano lisce anche per la rimozione dei ferri,tocchiamo,appunto ferro!Ho riportato la mia esperienza fortunata,di cui non ho nessun merito,a parte una certa reattività fisico mentale,per fare coraggio a quanti leggeranno queste variegate esperienze,affinché non si demoralizzino troppo e non pensino che la tua,e altre,esperienze siano la regola.Ho dimenticato di dire che ho 54 anni e che non sono proprio un ragazzo.Un saluto e buona fortuna a tutti!!!

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    • Enzo Contini ha detto:

      Hai fatto benissimo Sandro a riportare la tua esperienza veloce di guarigione … ci voleva proprio tra i commenti!!!
      Anch’io sono del ’59 e uso la bici quotidianamente anche ora nuovamente per andare al lavoro in ambito cittadino … e pensa che mi sono fatto le fratture scivolando sulla rampa ghiacciata del garage per recuperare la macchina per andare al lavoro in trasferta, per cui non sempre la bici è più pericolosa della macchina 😉 !!!

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      • Sandro ha detto:

        Le cose succedono e basta, la vita é un posto pericoloso! Se qualcuno che vive in Toscana e ne avesse bisogno, spero proprio di no, consiglio questo chirurgo ortopedico che é davvero speciale, dott.Luigi Ciampalini attualmente primario di ortopedia all’ospedale della Gruccia di Montevarchi(AR)…. Gruccia non é poi male per noi pieni di viti fissatori e placche.
        Ti saluto Enzo, siamo diversamente giovani ma il 1959 é una classe di ferro, nel nostro caso direi di ferri!!!

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    • roberto crocetta ha detto:

      Sandro, senza dubbio le tue condizioni precedenti ti hanno aiutato.. Intendo, se come me hai 53 anni esei un fumatoe di vecchia data non ti stai aiutando. Però il fattore preponderante è la natura dell’evento traumatico. Una frattura lineare è una cosa, una lesione pluriframmentata, con ferita da scoppio, come la mia, è un ‘altra. Cio nondimeno è bello che ci mandi una esperienza positiva ed è indiscutibile che una visione “positiva” della propria condizione sia di grande importanza.

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      • Sandro ha detto:

        Roberto se la mia fosse stata una frattura lineare come facevano a mettermi dodici viti tra tibia e perone?!Mi sono schiantato a quaranta all’ora in mtb su un masso a spigolo!Un saluto

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  112. Clemente ha detto:

    Grazie….io circa due mesi fa ho avuto un incidente stradale con lo scooter dove mi sono procurato una frattura scomposta e esposta della tibia e del perone…mi hanno messo il fissatore con 6 viti ma senza chiodo…mi sono rivisto in molte cose che hai detto…soprattutto quando i medici che vedono la radiografia e non ti sanno dire i tempi di recupero e ti rimandano di un altro mese per un’ulteriore radiografia..quindi da come ho potuto ben capire da te e dalle info che sto vedendo a internet mi conviene iniziare a leggere perché sarà un periodo un po’ lungo prima di tornare al top della forma…!!!

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    • Enzo Contini ha detto:

      Coraggio … come vedi sei in buona compagnia! Anche a te un augurio 😏

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    • roberto crocetta ha detto:

      Mi è molto piaciuta “anonima ma non sfigata”. In effetti la mia frattura scomposta ed esposta di tibia e perone è avvenuta nella prima pausa dal primo ciclo di chemioterapia dopo un ca del colon operato,aggiungete che sono hiv pos. Ora forse vi immaginerete che sono un vecchio arnese malandato: tutt’altro. Oggi in terrazzo cercavo di reimpostare uno yoga compatibile col mio fissatore esterno, fatto sopratutto di respirazione. Non penso alla possibille evoluzione del ca o della mia ferita traumatica che solo da poco è guarita dal fatto infettivo. Penso alle nuvole che passano, alla donna che mi sta accanto, al piacere della doccia che mi sono appena fatto mezzo avvolto nel cellophan. Penso al mio gatto, che quando era caduto dal terrazzo e aveva avuto lui il f.e. , appena è stato meglio a ricominciato a fare fusa e inseguire farfalline. Ecco cosa penso, amici miei.
      Un ” in gamba ” a tutti

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      • Enzo Contini ha detto:

        Auguri Roberto!
        Penso che molte persone che hanno sicuramente meno problemi di salute di te, in questo momento sono infelici o preoccupate per cose futili …
        Il tuo atteggiamento verso quella cosa meravigliosa che è la Vita, sia un esempio per tutti noi!

        A presto ….

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      • anonima ma non sfigata ha detto:

        Roberto, non sei un vecchio arnese malandato, sei diversamente sano.
        Nella vita ci sono battaglie che non si scelgono. si tratta di scegliere cosa fare. se subire oppure lottare con le unghie e i denti. La forza magari viene da se, oppure si scopre in se stessi un’energia mai immaginata. Spesso chi ti è vicino è fondamentale. comunque vada, io sono del parere che la vita deve essere sempre “vissuta”.
        Non vorrei sembrare saccente, né troppo filosofica, invito sempre le persone con cui mi trovo sulla stessa lunghezza d’onda a leggere la poesia “SE” di Kipling (magari la conoscete già). per me è sempre fonte di grande aiuto. Oppure a fare-rifare il questionario di Proust per rilassarsi un po’ in compagnia.
        Siccome per indole non mi piace “espormi” troppo, nel senso che c’è un pudore dei propri sentimenti che per me è sacro, assolutamente personale e condivisibile solo con chi ti è dato di attraversare la vita, vi do un grande abbraccio e vi saluto. Buona guarigione a tutti.

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      • Sandro ha detto:

        Forza Roberto,noialtri esseri umani siamo capaci di dare il meglio proprio quando il gioco si fa duro!

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  113. Anonimo ha detto:

    Grazieee!! Io ho i chiodi solo all’interno, non ho avuto macchinari esterni, ma per il resto mi sono rivista in tantissime cose!

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  114. anomina ma non sfigata ha detto:

    Ciao a tutti voi. Sono incappata in questo blog cercando dei postumi della frattura alla tibia. Non sono io la infortunata, ma mio marito. Il 28 agosto dopo due giorni dall’arrivo in vacanza, mio marito inciampa e si procura la fatidica frattura scomposta spiroide biossea.
    Non vi parlo del pronto soccorso, del rientro a casa, del ricovero per la riduzione della frattura, della degenza. Tutti voi ne avete parlato largamente. Vi parlo del lato “psicologico” della faccenda.
    Vi dico solo di tenere duro. Tutto passerà e si assesterà. Di questa esperienza, di cui ovviamente ne fareste tutti a meno, fatene invece tesoro. Vi aiuterà a capire che c’è una vita parallela fatta di sofferenze e di problemi che spesso la vita “normale” non ci fa nemmeno intuire. Pensate agli ospedali che vi hanno curato. Pensate quanta sofferenza, quanta speranza, quante aspettative contengono. Questa forzata inattività, lo avete già intuito anche voi, vi darà altri ritmi altre cadenze. Pensate alle persone che le vivono da sempre oppure le dovranno vivere per sempre. Purtroppo vi faranno capire chi vi è vicino e chi no, magari scoprirete persone che invece non avreste mai pensato di trovare.
    Perché vi dico questo? 8 anni fa mio marito ha avuto una emorragia cerebrale. Non vi racconto tutto l’iter. E’ lunghissimo. Totale competenze: affetto da una malattia rara di cui praticamente non c’è cura, è rimasto su una sedia a rotelle per 2 anni. Poi con fisioterapia, forza di volontà, passione e voglia di ritornare almeno in parte alla vita “normale”, siamo riusciti ad avere una vita accettabile. La malattia, per il momento è spenta. Adesso di nuovo un altro stop. Pazienza. Stringiamo i denti e tiriamo avanti. Abbiamo una sola vita, fatta di alti e bassi. Viviamola sempre al meglio, non arrendendoci mai. Siate pragmatici. Se una cosa va male oppure non va come vorremmo, affrontatela di petto. Non dico che scoraggiamenti e depressioni non ci siano, anzi. Spesso ci si chiede se tutto questo patire ha un senso. Non sono=siamo gli sfigati di turno.
    Auguri a tutti voi

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    • Enzo Contini ha detto:

      Grazie per le tue considerazioni che sicuramente saranno di aiuto ad un attento visitatore futuro del post. … un buon antidoto per scacciare via, almeno per un po’, la depressione e lo sconforto!
      Sei la prima persona che lascia qui un commento che non ha subito direttamente la rottura … e questo mi fa molto piacere perché dimostra quanto coinvolgimento ci sia anche nelle persone che indirettamente subiscono le malattie dei propri cari.
      Un augurio anche a te!
      Enzo

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  115. Anonimo ha detto:

    Leggendo la tua avventura o meglio disavventura mi sono sentita meno sola. Sono caduta circa quattro mesi e mezzo fa, una caduta banale, per le scale di casa, … e, come al solito, più banali sono più ti fai male. Ho riportato la rottura spiroidale e scomposta della tibia, del perone e del malleolo tibiale posteriore. Sono stata più fortunata di te, anche se ho avuto un intervento con l’impianto di un ferro all’interno dell’osso mi hanno risparmiato quelli esterni. Ma la mia avventura continua purtroppo: tra le due parti della tibia c’è uno spazio di due millimetri che stenta a calcificare e anche le altre fratture non ne vogliono sapere. Parlano di metabolismo lento e ora sto da un mese facendo magnetoterapia. Risultati? Ma … che stamattina la radiografia ha dato esito negativi. Sono affranta … demoralizzata … come dici tu mi impegno nella lettura … in ricerche su internet … ma le giornate sono lunghe sembrano non finire mai. E come dici tu nei momenti difficili ti rendi conto di chi ti vuole bene e di chi no … alla fine si contano sulle dita … e si inizia a fare una cernita. Poi inizi a fare i conti con la tua vita … depressione eccomi … momenti sì momenti no … ma alla fine vado avanti … cerco di vedere il meglio della situazione … nulla capita per caso … se non fossi caduta non avrei capito tutto ciò che adesso so.

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    • Enzo Contini ha detto:

      I momenti di sconforto vengono, la depressione pure, … soprattutto dopo gli esiti di una radiografia diciamo non brillanti! Come anche dici tu, anche questi sono momenti della vita da cui si può imparare molto, … anche se dolorosi. Un abbraccio e fatti coraggio: per fortuna è solo questione di tempo e poi lentamente ritornerai a camminare normalmente … e sarà una sensazione bellissima.

      A presto
      Enzo

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  116. Mario ha detto:

    Ciao Enzo,leggo il tuo blog oggi,a distanza di un bel pò di tempo dal tuo incidente,e spero che tu ti sia rimesso perfettamente.A me è capitato il fattaccio il 7 settembre scorso.,giocando a tennis,non chiedermi come ,perchè la dinamica dell’incidente non l’ho capita ancora,nonostante la testimonianza oculare dell’amico/avversario di turno e delle rispettive mogli a bordo campo.
    Comunque,risultato: frattura scomposta spiroide di tibia e perone,solita prassi,trazione transcheletrica al tallone e dopo due giorni intervento in anestesia spinale,applicazione di placca interna di sintesi con 8 viti e due viti endomidollari alla tibia,il perone soltanto riposizionato.
    Dimissioni dopo una settimana di degenza,e tutto quello che scrivi riguardo alla tua di degenza è del tutto condiviso !!!
    Vengo dimesso il giorno 13 con una valva che mi blocca la caviglia,un gambaletto in sostanza,aperto sul lato anteriore,dopo 30 giorni,e due medicazioni con rimozione della sutura,la radiografia evidenzia un scarso callo osseo,per cui altri 30 giorni senza carico all’arto,i dolori sono sopportabili,naturalmente c’è la terapia antitromboembolica ,ma a parte questo,devo dire che non ho particolari fastidi,oggi ho prenotato la visita fisiatrica ,mi muovo abbastanza bene con due stampelle come le tue,e credo che ,tutto sommato,i miei disagi siano più psicologici che fisico,ti senti del tutto inutile,stai lì come un fesso con la gamba per aria,ed aspetti che le cose si sistemino,tra 25 giorni vedremo,spero di farcela a tornare in campo a primavera,anche se onestamente la vedo dura,la cosa che ,come tu hai fatto notare,più mi colpisce in questo periodo,è che capisci chi davvero ti è vicino e ti sostiene in momenti così.Un paio di amici,qualche parente e la famiglia (mia moglie) ,povera donna,che si sobbarca un lavoraccio per far funzionare tutto al meglio.
    Domani comincerò ad andare in piscina ,almeno un pò di movimento mi aiuterà,spero,a non pensarci troppo.

    Un abbraccio

    Mario Mozina

    Trieste

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    • Enzo Contini ha detto:

      Grazie Mario della tua testimonianza e ovviamente
      … buona guarigione!
      Grazie per aver menzionato la terapia antitromboembolica, l’iniezione giornaliera, di cui non avevo parlato nel mio post: ricordiamo che, seppur noiosa, è importante farla sempre!

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  117. roberto crocetta ha detto:

    Caro Enzo e colleghi di frattura, ero stato ottimista sulla riparazione delle ferita. Una infezione ( 40 di febbre e dolori importanti) mi si è mangiata gli innesti cutanei riportandomi dritto al “via”. In effetti dopo 65 giorni dall’incidente alla consolidazione ossea nemmeno ci penso visto che nemmeno risco a ottenere la chiusura delle ferite ( un tempo le avrebbero chiamata piaghe).
    tant’è, l’unica consolazione è che non ho mai avuto tanto tempo per leggere…

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  118. Franco ha detto:

    Stesso trauma, tibia e perone sx, frattura scomposta (non esposta, ma frazionata in 3 pezzi). Incidente alpinistico sul Monte Rosa il 5 agosto, trasporto in elicottero al pronto soccorso di Aosta, per cui confermo la grande professionalità ed umanità degli operatori sanitari che oltre alle cure, sono riusciti a sfilarmi il pesante scarpone, senza farmi troppo male. Stabilizzata la gamba (doccia gessata fino alla coscia), il 6 agosto, sono divenuto trasportabile in auto presso l’ ospedale di Desenzano del Garda (poco distante da casa), dove dopo 2 giorni di trazione, sono stato sottoposto ad intervento con riduzione della frattura e inserimento di una placca con 9 viti alla tibia e di una vite al perone.
    Mi inserisco, soprattutto per incoraggiare coloro che avendo subito infortuni simili, leggendo i commenti precedenti, potrebbero pensare che generalmente, il recupero sia sempre tanto lungo.
    Ho 56 anni e sono (ero) in ottima forma fisica, prima dell’ incidente correvo 10 Km un paio di volte la settimana e praticavo trekking o alpinismo come minimo un week end su due. La posizione della mia lesione non consentiva l’ inserimento del fissatore esteno, per cui gesso per un mese, tolto il 13 settembre insieme ai punti con commento molto positivo del medico e prescrizione di carico progressivo : 10 Kg alla fine della prima settimana (la quinta dall’ intervento), 20 – 30 – 40, le successive (40, la metà del mio peso, mentre sto scrivendo) e se chi se lo puo permettere, prova a mettere il piede sulla bilancia e spingere fino a 40 Kg, capirà che è un carico di tutto rispetto. Essendo titolare di una piccola impresa, non posso permettermi di stare fuori azienda per troppo tempo, quindi sto lavorando con orario limitato da oltre un mese.
    Mai usata la sedia a rotelle, ma solo stampelle, utilizzo la macchina da due settimane, cammino parecchio facendo attenzione al carico prescritto, ogni tanto bici da camera senza freno e altri atrezzi per braccia e spalle, a parte un discreto gonfiore, soprattutto la sera, il tono muscolare non ha fatto in tempo a scomparire del tutto ed è in ripresa, il dolore, mai insopportabile, ora è assolutamente trascurabile.
    Spero sinceramente che la mia esperienza, anche se non ancora conclusa (lunedì 14 ottobre ho la seconda visita di controllo con RX e dalle sensazioni che provo, sono molto ottimista) possa essere, in qualche modo, di conforto per i tempi ridotti.

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    • Enzo Contini ha detto:

      Grazie Franco per aver voluto raccontare la tua esperienza che sicuramente serve a far sì che prossimi visitatori del post possano essere ottimisti.
      Se lo riterrai opportuno, facci poi sapere nel tempo come procede la tua guarigione!
      😉

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  119. roberto crocetta ha detto:

    Vedo che siamo un bel po’, mi ci aggiungo: frattura scomposta (orribile, l’ha definita il primario ortopedico) ed esposta, incidente di moto 35 giorni fa. Dopo un innesto cutaneo pare che i tessuti molli e la pelle si stiano riparando. Mi hanno detto che terrò il fissatore circa cinque mesi, ma temo siano stati ottimisti. Il fissatore, a cui speravo di abituarmi, in realtà mi dà un fastidio (dolore) che cresce al posto di diminuire. Continuerà cosi, che dite? Un grazie di cuore per quasta bellissima testimonianza, non solo utile ma anche di dilettevole lettura. Non sei solo un uomo forte Enzo, ma anche un pregevole scrittore.
    Roberto

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    • Enzo Contini ha detto:

      Grazie Roberto … troppa grazia!! 😉

      Il dolore di cui parli per fortuna passa … o almeno uno ci si abitua e diventa più un fastidio che altro: certo dopo un po’ che si cammina, con stampelle o meno, si sente l’esigenza di mettere la gamba in alto …
      Comunque solo se poi si infettano i fori dove ci sono i chiodi allora il dolore riprende.
      Ti raccomando quindi di disinfettare e coprire con garze sterili i chiodi/fori almeno ogni 2/3 giorni, come sicuramente ti avrà anche detto il tuo ortopedico, di portare calzoni larghi lunghi (quelli da rappista :-)) in modo da coprire e proteggere la gamba dalla polvere … anche se comunque è meglio non andare in posti dove più facilmente è facile contrarre infezioni (es. spiaggia, sterrati).

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  120. Stefano monti ha detto:

    Grazie per la tua testimonianza, sto passando adesso ciò che tu hai già passato e devo dire che mi sei di grande conforto e aiuto.

    Grazie di cuore.
    Stefano

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  121. Elena Rondonotti ha detto:

    Molto interessante la tua testimonianza, grazie. Io mi sono fracassata tibia e perone il 27 aprile, trazione, operata con chiodo endomidollare T2 Stryker, 68 giorni in sedia poi 2 stampelle poi 1 e adesso in casa e x brevi tratti senza e non zoppico quasi + (e ho 58 anni)! Incoraggio tutti a non perdersi d’animo! Aggiungo che sono stata molto fortunata ad essere ricoverata all’ospedale di Aosta dove il reparto ortopedia è eccezionale!!
    In bocca al lupo a tutti!!!

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  122. Riccardo ha detto:

    Ciao Enzo! Sono Riccardo 21 anni Torino.
    introduco questo post dicendo che il 07/08/2009 ebbi un incidente in macchina con decesso di un caro amico di mio padre, 4 anni dopo il 07/08/2013 mi ritrovo di nuov al punto di partenza, cioe?? con montagne di libri da divorare e giochi della play da finire ( causa noia ).
    sono appassionato di motocross, bici, calcio, sci e tutte quelle cose che, con una fratture biossea scomposta alla tibia e al perone, non posso più fare.
    Innanzitutto ti ringrazio per la tua testimonianza anche a livello fotografico dato che anche io porto il fissatore esterno, e anche io come un altro ragazzo che ha scritto su questo blog, me li sono rotti con una caduta stupida in moto.
    Volevo inoltre dirti che ti scrivo da una sala di rianimazione, poiché essendo giovane e robusto ( tengo a precisare robusto per la grandezza delle ossa ) il mio corpo a deciso di rispondere in maniera aggressiva al trauma così da far in modo che il mio polmone, non so dirti quale, non si distenda come dovrebbe.
    Ora è il secondo giorno che mi trovo qua con questo casco in testa per la ventilazione e i medici mi hanno riferito che le cure stanno procedendo bene, spero che mi portino via il prima possibile. Mi scuso se ho sbagliato a scrivere qualcosa dal punto di vista grammaticale ma, sia per la correzione automatica e sia per il casco, ho fatto quello che potevo.
    Ci tenevo a lasciare una testimonianza perché anche quando va male, può sempre andare peggio.
    Buona giornata e scusami del tempo rubato.
    Cordiali saluti
    Riccardo.

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  123. Anonimo ha detto:

    Ciao Enzo, mi chiamo Lello e anch’io ho subito il trauma della rottura di tibia e perone il 18 giugno 2013 facendo un stupido salto. Ho tenuto il fissatore esterno per 20 gg e dopo ho avuto un intervento con inserimento di due placche (una nella tibia e l’altra nel perone) con 22 viti.
    Dopo più di un mese ancora niente callo osseo e mi e stato consigliato di fare magnetoterapia ad alta frequenza per accelerare la calcificazione sperando che funzioni.
    Mi guardo la gamba ed è uno stecchino, spero di recuperare al più presto, non vedo l’ora di tornare a lavorare.
    Se sei in ferie ti auguro buone ferie, io le mie me li sono giocate.
    Un caldo saluto d’agosto, Lello

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    • Enzo Contini ha detto:

      Grazie Lello. Cerca, per quanto ti sia possibile, di considerare anche tu questo periodo come ferie … sebbene forzate e con limitate possibilità di movimento. Tanti auguri di una buona guarigione 😉

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  124. Valebike ha detto:

    Interessante….mi hanno messo un fissatore esterno il 30 luglio, frattura scomposta di tibia e perone….la tua testimonianza non mi incoraggia, ma credo sia realistica.
    Saranno mesi molto lunghi, sono una sportiva, lavoro in movimento. Tutta l’immobilità a cui sarò costretta non mi piacerà. Grazie,comunque.

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    • Enzo Contini ha detto:

      Grazie a te per avere lasciato il tuo commento! Buona guarigione … l’essere sportivi aiuta sempre 😉

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      • Valebike ha detto:

        Ciao!
        Nel tentativo di preservare l’intergità psicologica fantastico intorno ad attivià sportive che potrei sostenere a breve anche col fissatore: ho pensato a comprare dei rulli, sto pensando di iscrivermi-più avanti- ad un corso di di spinning……ma secondo te si può fare attività sportiva (senza carico) col fissatore montato? Attualmente ho autorizzazione ad un carico del 30 per cento…..

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        • Enzo Contini ha detto:

          La cyclette o bici su rullo penso faccia solo bene (senza esagerare ovviamente!). Anch’io ci avevo pensato ma poi ho provato ed ho visto che il fissatore facilmente batteva quando. il pedale era in basso … per cui non mi sono arrischiato! Ti consiglio quindi di provare una cyclette prima di effettuare un acquisto così verifichi subito se il fissatore rischia di battere. Io avevo poi optato per usare delle fasce con velcro di 1 e 2 kg per cercare di stimolare i muscoli della gamba con esercizi da sdraiato.

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      • Valebike ha detto:

        Ecco sì…anche io avevo pensato che forse il fissatore rischia di battere….oggi primo controllo rx a 27 gg dall’intervento: zero callo osseo, carico concesso 50%.
        Sarà lunga……ma ho capito bene, dopo la rimozone del fissatore si riprendono le stampelle?

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      • Enzo Contini ha detto:

        Generalmente non si riprendono le stampelle una volta rimosso il fissatore, a meno che, come è avvenuto nel mio caso, il callo osseo non sia ancora sufficiente ma, per via di infezioni ai chiodi o altro, si renda comunque conveniente rimuoverli. 😦
        Comunque la rimozione, se fatta come nel mio caso con una breve anestesia con mascherina, è una cosa abbastanza veloce ed indolore. Se, come ho sentito fare in alcuni centri, il tutto avviene senza anestesia, dubito che sia così completamente indolore!

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      • Valebike ha detto:

        Ho passeggiato un pò per il tuo blog…..a dimostrazione di quanto è piccolo il mondo, anche quello virtuale, ti mando tanti saluti da Mondovì!

        Ciao!!!!!

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      • Enzo Contini ha detto:

        Solo la scorsa settimana sono venuto due volte in bici da Villanova a Mondovì passando per la strada vecchia di Frabosa!!! Se lo sapevo passavo a trovarti …
        Ora sono tornato dalle ferie a Torino 😞

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  125. Gianluca ha detto:

    Ciao caro enzo! Sono Gianluca di Padova.
    ..non so se ti ricordi ancora di me ..ma ti avevo scritto lo scorso 8 giugno x qualche “consiglio” sia dal punto fisiatrico che “morale” x la frattura alla tibia procurandomi lo scorso 28 aprile in bici !! Grazie ai tuoi suggerimenti e alle tue “dritte ” sono ritornato in bici già da 20 giorni ….alzandomi anche bene sui pedali….non sai la felicità dopo la sofferenza d’esser stato bloccato 2 mesi di sentir ancora il vento in faccia…ti volevo chiedere però un piccolo suggerimento. Ora cammino abbastanza bene ..zoppico leggermente x via d’un leggero fastidio nel 3 distale dov’era situata la frattura …..secondo te ..avendo letto le tue recensioni sul blog ..faccio bene a camminare x stimolare l’osso a rimarginarsi in modo più completo …e veloce…come ho letti suoi tuoi recenti appunti…o sto facendo male? nell’attesa di una tua risposta ….caro enzo..io devo solo ringraziarti ….grazie ,grazie ,grazie !!! grazie Enzo!!!

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    • Enzo Contini ha detto:

      Ciao Gianluca. Mi fa piacere risentirti e … saperti già in sella!!
      A me sia gli ortopedici sia i fisiatri mi avevano detto che la cura migliore era camminare, più ancora che fare ginnastica o magnetoterapia. Ovviamente se dopo aver camminato ti fa molto male smetti … io comunque cercavo di camminare almeno 2 ore al giorno.
      Cerca solo di non dare colpi … se ti fa ancora male, probabilmente non è ancora del tutto a posto. … i blocchi ai pedali per il momento li eviterei 😉

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  126. michael ha detto:

    Ciao Enzo,complimenti x il blog sono un 37nne e il 27/12/12 ho subito un infortunio sul lavoro con frattura scomposta esposta di tibia perone (lavoro al porto ed un muletto mi ha investito in retromarcia). Intervento chirurgico di riduzione e sintesi con chiodo e a casa solo dopo 15 gg di ospedale causa infezione (dovuta all’esposizione dell’osso). Non ti elenco la “mia via crucis” ma ti chiedo solo quanto ti è voluto, da quando ti hanno dato il carico completo, a camminare senza stampella.Domani inizio la terapia in piscina x il carico completo e vado con una stampella da 15 giorni. A parte l’ipertrofia diffusa di gamba e polpaccio mi preoccupa il gonfiore di piede e caviglia che mi accompagna già dalla mattina limitandomi a forzare causa dolore.Dato ci sei passato prima di me ti chiedo se è normale e consigli.

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    • Enzo Contini ha detto:

      Ciao Michael.
      Innanzitutto non preoccuparti del gonfiore alla caviglia e al piede in quanto questo è principalmente dovuto alla circolazione che non può funzionare a dovere dal momento che non cammini sufficientemente e con carico completo. Anche quando ti verrà concesso il carico completo comunque il gonfiore continuerà riducendosi molto gradualmente: ancora adesso, a distanza di quasi un anno e mezzo dall’incidente, io ho talvolta la caviglia ancora un po’ gonfia soprattutto alla sera e con il caldo … comunque non mi dà più particolare fastidio!
      Per quanto riguarda le tempistiche, penso che sia un fattore troppo soggettivo per poter ti fornire delle ipotesi. Nel mio caso specifico, ho incominciato a camminare senza stampelle (ma sempre con un bastone da tracking) dopo un 5 mesi, quando ancora avevo il fissatore con i chiodi. Poi quando me l’hanno tolto, dal momento che la tibia non si era comunque saldata ancora bene, mi hanno rimesso l’uso di entrambe le stampelle e un carico al 40%, con progressivo aumento … ci sono voluti altri 4 mesi prima di abbandonare le stampelle definitivamente in cantina! Comunque, ripeto, ogni caso è a parte per cui non fasciarti la testa e quello che puoi fare è cercare di camminare il più possibile, dolore permettendo.

      Ciao
      Enzo

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  127. Claudio Rossi ha detto:

    Saluti a te Enzo ed a tutti quelli che hanno lasciato la loro testimonianza nel tuo blog :
    con la variazione di alcuni piccoli dettagli sembra che tu abbia “copiato”la mia storia!
    Anch’io mi occupo di informatica (AIX uno unix-like di IBM ) ed anch’io frattura di tibia e perone (scomposta & esposta) il 12/08/2012.
    La tecnica di restauro utilizzata nel mio caso è di scuola Russa : chiodo endomidollare senza chiodi di fissaggio. Ho avuto un’incidente in moto a Tashkent (Uzbekistan) … poco dopo Samarcanda … Dopo undici mesi zoppico vistosamente ma vado in auto senza problemi, in moto gestendo male il freno posteriore ed in bici da corsa in modo penoso …
    Tra due settimane rimuoviamo il chiodo Uzbeko … è un pò troppo lungo e da fastidio al ginocchio … ma verrà sostituito da un chiodo in titanio nostrano a causa della scadente/insufficente calcificazione.
    Sono del 55 e l’età non aiuta : così almeno mi dice il medico Uzbeko che ancora mi scrive.
    Non ti descrivo la settimana in un ospedale dell’asia centrale da solo e con 43 gradi medi!!!!
    Nella vita tutto è esperienza : certo che questa me la sarei risparmiata volentieri!
    Attenzione a quando usate un solo appoggio, io ho scelto il bastone per recarmi al lavoro .. dopo sei mesi era necessario rientrare e questo era meno evidente come supporto … caricandolo troppo ho leso la puleggia dove scorre il tendine del pollice : morale “pollice a scatto” poi bloccato e quindi fatta Tenolisi al dito.
    “Iimbocca al lupo” a tutti Voi … prima o poi tutto questo sarà solo un ricordo … Un saluto, Claudio.

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    • Enzo Contini ha detto:

      Grazie Claudio ed un “in bocca al lupo” anche a te!!!
      Devo confessarti che non sapevo neppure dov’è il Uzbekistan … 😐

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    • Valebike ha detto:

      Ecco un quasi-socio!!!!
      Sono stata investita in Georgia….scuola russa anche quella: mi hanno perfettamente rattoppato l’intestino perforato, per il resto ho portato la gamba rotta in Italia e me la sono fatta aggiustare in italiano…:) Anche per me una settimana di ricovero in un ospedalino di provincia dove uno solo parlava un pò di inglese….

      Ciao!

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  128. Sara ha detto:

    sembra di leggere la mia storia. grazie per averla scritta…. io sn caduta il 14 aprile dalla bici e ho avuto un fracasso epifisario prossimale tibia sx. due gg doPo mi hanno messo fissatore esterno che io chiamo maniglia da frigo…. e solo 22 gg dopo la vera operazione con osteosintesi con placche e viti. per un totale di 47 punti
    ora a distanza di tempo posso caricare il piede con 25 kg.
    leggendo i vari commenti capisco che la storia é lunga.
    nn ho ancora finito le lacrime, ma cerco di impegnarmi con ginnastica magneto e fisioterapia …. cerco di tenermi impegnata.
    certo è che come hai scritto ho imparato a vivere diversamente.
    il fisioterapisti mi ha consigliato di leggere bianco su nero di gallego. … libro azzeccatissimo. grazie ancora

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    • Enzo Contini ha detto:

      Grazie Sara …Io ho ripreso ad andare in bici da un due mesi … Le prime volte mi sembrava di sognare, anche se già il camminare mi era sembrato quasi un miracolo!
      Capisco bene le tue lacrime … ma fatti coraggio, è solo questione di tempo 😊

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  129. DANIELE ha detto:

    Ciao Enzo
    sono quel Daniele che ha scritto 4 mesi fa ormai.
    Adesso sto bene, cammino zoppicando un po’ senza stampelle, con una placca di liss sottocutanea avvitata alla tibia che mi da una mano. Ho fatto più massaggi di Balotelli dopo un infortunio ma mi sento ok perchè oggi il dottore mi ha detto che procede tutto bene, malgrado la frattura sia lenta a consolidarsi.
    Sembrano passati millenni da quando ti ho scritto quel 13 febbraio ed è stato, e comunque lo è tuttora, un po’ ostico riprendersi.
    Su tante cose ti do ragione ma su una in particolare hai di più ragione =)
    Ho scoperto le persone su cui posso veramente contare.
    In primis mia moglie che mi è stata molto d’aiuto con la sua pazienza…molta pazienza, visto che da
    ammalato sono un grandissimo rompi c……..
    Poi mia figlia di un anno, tra qualche giorno, e capirai benissimo perchè.
    I miei, le mie sorelle e qualche amico, che ha fatto davvero la differenza.
    Mi sento, nel mio piccolo, davvero fortunato, senza essere troppo retorico spero, ma il ghiaccio de quel 13 febbraio si è ormai sciolto col calore delle peersone che ho vicino.

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    • Enzo Contini ha detto:

      Daniele, mi fa piacere rirentirti e apprendere da te le buone notizie. Pensa che proprio oggi sono andato al lavoro in bici … per la prima volta, dopo quasi un anno e mezzo! Pensa che prima dell’incidente ci andavo qiasi sempre … anche d’inverno con il brutto tempo. Tuttavia solo ora ho ritrovato il coraggio di affrontare il traffico cittadino von tutte le sue potenziali insidie per i ciclisti!!;

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  130. Gianluca ha detto:

    Caro enzo,
    scrutando nel web sono entrato nel tuo blog ed essendo anch’io … vittima di un infortunio abbastanza similare al tuo ti scrivevo x qualche delucidazione in merito, avendo constatato d”aver trovato una persona che forse mi può aiutare in fattore fisico e morale! Sono un grande appassionato di bici e praticavo….sperando di poterci ritornare..granfondo ciclistiche in tutto il veneto ottenendo dei buoni risultati

    Nelle manifestazioni! purtroppo il 28 aprile scorso nella granfondo fizik disputatasi a marostica (vi) a 5 km dall’arrivo in discesa saltando un pattino del ferno anteriore sx cado rovinosamente a terra finendo la mia corsa sbattendo sul gard real ad una velocita “elevata! diagnosi: frattura scomposta della tibia sx con abrasioni sul 70% del resto del corpo! portatomi all”ospedale sant”antonio di padova 3 giorni dopo vengo sottoposto a intervento chirurgico con inchiodamento midollare e 3 viti in titanio! premetto che a un mese dall’accaduto mi si sono tolti i punti metallici e le ferite della gamba e le abrasioni si sono rimarginate molto bene ! quello che mi preoccupa naturalmente e la gamba sx che ho perso ormai 80% del tono muscolare! volevo chiederti un parere: la magnetoterapia può aiutare nel recupero x la calcificazione dell”osso? Quando comincerò la fisioterapia potrò includere un ora di “rulli” senza caricare molto avendo letto che aiuterebbe molto? a 39 anni potrò ritornare a gareggiare nelle competizioni granfondistiche ? Non ho mai avuto dolori fortunatamente e mi rendo conto che il mio infortunio rispetto al tuo può essere ininfluente ma essendo molto giù moralmente e avendo avuto l”incidente nel momento “clù” della stagione ho bisogno che qualcuno mi dica “effettivamente” cosa potrei fare x un buon recupero! ! Nell”attesa di una tua cordiale risposta ti ringrazio del tempo concessomi sperando di non averti importunato e rubato del tempo prezioso ! ti saluto e ti ringrazio! grazie ! ciao!
    barbiero gianluca torreglia (pd)

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    • Enzo Contini ha detto:

      Ciao Gianluca.
      Anch’io sono un appassionato di bici, anche se non ho mai fatto delle gare neppure in gioventù!
      Dal tuo racconto mi sembra che, nonostante la brutta caduta, la tua situazione abbia subito un decorso molto più favorevole del mio visto che dopo pochi mesi ti hanno già tolto i punti metallici … anche se non so bene cosa intendi (ti avevano messo un fissatore esterno come nel mio caso o, come mi sembra di capire, ti hanno fatto un intervento mettendoti dei chiodi interni?). La ripresa sicuramente dipende dal tipo di rottura ma anche molto da fattori fisiologici legati alla persona (collegati anche all’età).
      Per quanto riguarda il tono muscolare direi che non devi preoccuparti: se non usi un muscolo per anche meno di un mese, anche solo per via di una semplice ingessatura, il muscolo non usato si riduce all’inverosimile e questo sicuramente spaventa … ma basta riusarlo e tutto torna come prima in pochi mesi.
      Per stimolare l’osso a saldarsi meglio e togliere il gonfiore alla gamba, recuperando anche il tono muscolare, la cosa più importante è camminare (eventualmente anche almeno inizialmente sui tappeti mobili [2-4 Km/h inizialmente per 15 min, poi in crescendo: comunque segui le indicazioni che ti darà il fisioterapista anche se la soglia del dolore è già un’ottima indicazione a smettere o continuare!].
      Anche a me gli ortopedici hanno detto che la magnetoterapia abbrevia il consolidamento, soprattutto quando, come nel mio caso, c’è un ritardo nel processo di saldatura … non so nel tuo caso se può essere comunque utile visto che le tue ossa sembrano reagire già a dovere! Quello che mi hanno detto è comunque che un’utilità l’ha se fatta per molte ore/giorno (6 ore al giorno, ad esempio alla sera/notte dormendo) per cui in genere si affitta o si compera. In genere i medici ne consigliano una “professionale” di una ditta che le affitta direttamente al pubblico mandandoti a casa un loro addetto … eventualmente poi puoi riscattarlo se la cura dura più mesi. Mi sembra costasse sui 100 -150€ al mese e l’apparecchiatura sui 1000€ (sono cifre indicative … non mi ricordo neppure più la ditta). Nei negozi sanitari trovi poi altre ditte che propongono apparecchietti secondo me analoghi che costano dai 250 -550€ in cui imposti la frequenza e la potenza del campo magnetico sui valori consigliati per agire sulle fratture. Io avevo optato per l’acquisto di uno di questi prodotti, quello che aveva un solenoide di un 8cm che consentiva un posizionamento agevole sulla rottura della tibia. Sinceramente, guardando i dati tecnici delle diverse macchine, compresa quella “professionale” di costo doppio al più caro di quelli “da banco”, non mi avevano convinto (come tecnico) le motivazioni addotte dal commerciale di zona assai gentile contattato telefonicamente: la potenza di un campo magnetico è quella e una frequenza di oscillazione è una frequenza ben definita per cui, se la potenza e la frequenza impostata è quella che la prassi dice la migliore, non vedo proprio in cosa possono differire i diversi prodotti, sempre che la forma e le dimensioni dei solenoidi siano quelle più opportune per essere collocate agevolmente sul luogo di frattura! Comunque gli ortopedici in genere consigliano e conoscono principalmente quella “professionale” che probabilmente consiglieranno anche a te: vedi un po’ tu … se pensi di affittarla ed usarla solo un mese la differenza di prezzo non è molta per cui anche avere una persona che viene a casa tua a tararla e dirti come usarla può comunque giustificare la diversità di prezzo!
      I tempi di recupero penso non te li possa dire nessuno, nemmeno un medico, se non mentendoti o basandosi solo su dati statistici che lasciano il tempo che trovano in quando credo che troppe variabili entrino in gioco! Quello che puoi sicuramente fare per aiutare il processo di consolidamento e la ripresa muscolare, ripeto, è soprattutto camminare … prima con l’aiuto di entrambe le stampelle, poi di una sola, poi ancora con un bastone da trekking, poi senza nulla.
      … andare in piscina, inizialmente anche solo per camminare nell’acqua, poi per nuotare.
      La cyclette e i tappeti ovviamente aiutano, ma io preferivo uscire a camminare, anche per scacciare il malumore e tirarmi su il morale! 😉
      L’uso di calze elastiche (prima quelle ad elevata compressione comprate misurando la circonferenza della caviglia e che lasciano le dite del piede fuori, poi quelle a gambaletto a minore compressione e molto simili a calze normali) a me è servito molto per agevolare la circolazione e far sì che il gonfiore diminuisse sempre più. Il fisioterapista mi aveva inizialmente messo anche le strisce colorate … qualcosa fanno anche quelle se collocate da personale esperto.

      Le gare che fai sono sicuramente “pesanti” per cui i tempi di recupero potrebbero essere di mesi, ma penso visti i presupposti che mi hai scritto, che sicuramente tornerai a correre … magari inizialmente con qualche paura in più, anche quella comunque superabile con il tempo!

      Un augurio
      Enzo

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  131. Anonimo ha detto:

    Ciao Enzo! Anch’io come te ho subito … e tuttora subisco il trauma di una frattura alla tibia dovuta ad una caduta in bicicletta in una gara ciclistica avvenutasi il 28 aprile a Marostica (VI) intervento chirurgico dopo 4 giorni dall’accaduto mi sono state installate 3 viti e un chiodo poco al di sotto della zona “malmessa”. Dopo 8 giorni son stato dimesso e dopo 21 giorni dall’intervento sento molto meno male da come me l’avevo aspettato! Ma i dubbi continuano a tormentarmi! Potrò ritornare come prima nelle competizioni ciclistiche? Avrò problemi nel camminare diritto? Sarò limitato nelle cose di tutti i giorni? Premetto che ho 38 anni compiuti e ho sempre fatto sport a livello amatoriale e maratone … ti faccio tanti auguri. Ciao grazie!

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    • Enzo Contini ha detto:

      Ciao e tanti auguri anche a te! Penso che anche per te sia solo una questione di tempo affinché l’osso si saldi bene. Penso che molti ciclisti professionisti abbiano avuto rotture anche peggiori e poi siano riusciti, seppur con fatica, a ritornare a correre!! Io non faccio le corse ma da qualche settimana ho ripreso l’amata bici, rimasta appesa in garage per troppo tempo 😊

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  132. marco ha detto:

    Ciao,sono un ragazzo di 21 anni e lo scorso mese,a causa di un incidente in moto,ho riportato la frattura di tibia e perone dx,ricordo che sono stato per 7 giorni immobilizzato sul letto con la gamba in trazione(ho provato esattamente la tua stessa brutta sensazione quando hanno trapanato il tallone),poi sono stato operato con anestesia locale,ma sedato con la mascherina,a me hanno infilato un lungo chiodo endomidollare dal ginocchio alla caviglia con altri due chiodi per fissare il tutto,per fortuna già cammino con le stampelle fin dal giorno delle dimissioni dall’ospedale(ovviamente sento sempre meno dolore col passar del tempo).Condivido la tua esperienza con il personale medico e ausiliario,sempre pronti con gli antidolorifici di giorno e di notte,e purtroppo,condivido il fatto che nel reparto c’è davvero troppo casino,io capisco che non è un albergo ma non riuscivo a stare un momento tranquillo.Spero che tornerai più forte di prima,cosa che spero anche per me.Un saluto!

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  133. Federico ha detto:

    Dimenticavo, sottoscrivo in pieno cio’ che scrive Enzo parlando dell’insorgere della necessita’ di acquisti online in forma ossessivo compulsiva….mi sono comprato di tutto. Il problema e’ che e’ anche vero che l’occasione fa’ l’uomo ladro e mia moglie mi ha sottratto la carta di credito approfittando della mia immobilita’ e sostenendo che cosi’ puo’ provvedere alle mie necessita’ …..oltre al danno la beffa.

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  134. Federico ha detto:

    E’ incredibile scoprire quanta gente subisca il travaglio di questa rognosa frattura, anche se io a differenza degli altri me la sono procurata in un brutto incidente d’auto e sono felice di essere qui a parlarne. Non per dare sconforto, perche’ come giustamente sottolinea Enzo ogni frattura ha una storia e un decorso a se’, ma la scorsa settimana mi hanno sottoposto al secondo intervento, dopo cinque mesi di fissatore, modificandolo con uno circolare fissato da cavi d’acciaio che mi trapassano il malleolo. Insomma, un calvario senza fine anche se questo attrezzo fantascientifico mi ha liberato l’articolazione consentendomi di poggiare il piede, al prezzo pero’ di non pochi dolori. Ripeto che tutto cio’ e’ dovuto al mio tipo di frattura, dove l’osso praticamente mi e’ esploso, e non e’ mia intenzione far preoccupare nessuno sui tempi di recupero assolutamente personali, ma ci tenevo a manifestare il mio sconforto nel constatare che il recupero da un trauma del genere e’ piu’ lungo di quello che ci si aspetta. Caro Enzo quando tornerai a sciare ti esorto a lasciare un commento sulle tue sensazioni perche’ anche io da sciatore sono molto preoccupato. Un saluto a tutti. Federico

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    • Enzo Contini ha detto:

      Ciao Federico e grazie per aver voluto lasciare anche tu un commento!

      Quando ti capitano certi incidenti, sapere che non sei il solo ad avere questa brutta esperienza penso possa comunque servire …

      Per il momento gli sci e scarponi sono in fondo al garage. Solo ultimamente mi è passata la paura di scendere le scale o la rampa dei box anche se bell’asciutta …
      Sono già contento di essere riuscito da poco a trovare la forza di riprendere la bicicletta che, prima dell’incidente era il mio mezzo preferito di locomozione anche per andare al lavoro e alla sera. Dopo tanti mesi la sensazione che ho avuto nel montare in sella è stata magnifica … Tuttavia ho ancora soggezione ad usarla nel traffico cittadino ed ho sempre paura di dare un colpo alla gamba …l’osso non è ancora saldato completamente sebbene siano passati ormai 15 mesi.
      Continuo a portare le calze elastiche e, ciò nonostante, sento la gamba un po’ dolente soprattutto alla sera. Se poi provo a fare anche solo un piccolo saltello, mi accorgo che ci vorrà ancora del tempo perché tutto sia solo un brutto ricordo. Poter camminare lo percepisco comunque già come un grande dono che merita di essere riconosciuto interamente!
      Vedrai che anche per te sarà ancora solo questione di tempo e magari chissà … tra qualche anno ci incroceremo senza saperlo su qualche discesa in montagna

      A presto dunque,
      Enzo
      😉

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      • Federico ha detto:

        Grazie per la risposta Enzo, anche se e’ poco confortante sapere che dopo 15 mesi l’osso non si e’ ancora saldato, e anche la questione del saltello mi preoccupa perche’ per me che ho ancora il fissatore vuol dire che ho davanti tempi biblici. Comunque sono lo stesso fede del primo messaggio di risposta alla tua esperienza e nonostante lo sconforto sono felice che prima o poi si ottiene di nuovo quello che giustamente chiami un dono: il poter camminare. Magari ce lo diamo un appuntamento sulle piste, chissa’.

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  135. carlo ha detto:

    Buongiorno Enzo
    Devo ringraziarti per la tua testimonianza è veramente preziosa ho subito anch’io la frattura della tibia a causa di un incidente in moto, un auto mi ha preso nella gamba dx, il dubbio per me è di poter tornare ad usare in futuro la moto, pesa un po’ 210 Kg. Con me e la moglie diventano 350, ma come dici giustamente ci sono altre cose che in questo periodo di convalescenza vengono valorizzate, in primis gli amici si percepisce immediatamente quelli che sono veri.
    Ti abbraccio per la tua grande umanità
    Ciao carlo

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    • Enzo ha detto:

      Ci vorrà del tempo … ma vedrai che riuscirai ad usare nuovamente la moto!

      Un abbraccio anche a voi … soprattutto i primi mesi penso siano faticosi sia per te ma forse ancor più per tua moglie e per chi ti sta accanto.
      La testimonianza di tutti noi spero possa alleviare almeno un po’ i prossimi lettori del post … probabilmente anche loro con qualche osso rotto 😐

      Quindi grazie anche a te per la tua testimonianza

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  136. Daniele ha detto:

    grazie. Oggi ho avuto la tua stessa esperienza.ghiaccio per strada spero francamente di guarire più velocemente ma non mi faccio illusioni.Un abbraccio e in bocca al lupo

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    • Enzo Contini ha detto:

      Grazie a te Daniele per aver voluto anche tu lasciare traccia in questo post!

      Come ho già detto in altri commenti, leggere le esperienze degli altri penso serva soprattutto a farsi un’idea del percorso che ti può aspettare e leggere magari consigli che possono tornare utili …
      … per il resto ogni rottura è una storia a se, per cui le tempistiche di guarigione non penso possano essere note a priori neanche ai medici che ti hanno ora preso in cura.

      Devo confessarti che quando ho letto il tuo commento ho sentito un brivido … tra un po’ esco dal lavoro e mi aspetta qualche tratto di marciapiede ghiacciato … non pensavo che da sciatore e pattinatore che ero, ora abbia ancora timore per un po’ di neve in città! 😦
      Ma anche queste paure passeranno, come tutto d’altra parte …

      Un abbraccio forte e un “in bocca al lupo” anche a te che in questo momento ne hai forse più bisogno di me che sono uscito dal “tunnel”, sebbene non da molto e non senza fatica!

      PS
      Per qualsiasi cosa non temere di disturbarmi a contattarmi, semmai in futuro tu abbia qualche dubbio o quesito a cui pensi io possa dare risposta … ovviamente non come esperto del settore ma solo come ex-paziente.
      Semmai anziché dal blog tu preferissi contattarmi privatamente tramite la mia email, non c’è problema, eccotela: contini.enzo@gmail.com

      😉

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  137. Filippo ha detto:

    Il 20 dicembre del 2012 ho riportato anch’io una frattura scomposta di tibia e perone (stupida caduta con la moto da quasi fermo) che mi è stata ridotta con un chiodo endomidollare. Anche a me hanno trapanato il calcagno per la trazione ma (siamo al sud) senza anestesia. Dopo 4 giorni mi hanno operato e dopo altri cinque mi hanno mandato a casa. Al primo controllo radiografico, mi hanno prescritto attività di riabilitazione, ma non ti nascondo lo sconforto nel vedere le lastre in cui la frattura appariva in tutta la sua “magnificenza”. Solo allora ho capito che le cose erano più complicate di quanto pensassi. Leggere esperienze che assomigliano a quelle che stai vivendo aiuta. Grazie
    Filippo

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    • Enzo Contini ha detto:

      Grazie a te Filippo per aver voluto lasciare un tuo commento!
      E’ incredibile constatare come per stupide cadute uno possa in pochi secondi vedere mutata la propria vita per mesi 😦

      Non ti scoraggiare: è solo questione di tempo e ritornerai come prima!

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  138. Anonimo ha detto:

    Caro Enzo, è stato un piacere trovare il tuo blog con la descrizione della tua esperienza perchè nel momento in cui scrivo ho il tuo stesso fissatore per la stessa frattura, solo montato più in basso sul calcagno, quindi con l’articolazione del piede bloccata. Ho provato le tue stesse sensazioni. Sono ancora molto dolorante al mio primo mese dall’operazione e sono inchiodato alla poltrona con la gamba sollevata su una pila di cuscini. Sto facendo leva sulla mia voglia di tornare come prima per superare il terribile momento e fortunatamente sono assistito da mia moglie e la mia bimba, che avendo due anni in realtà non può fare molto se non darmi continui bacetti sul fissatore. La recente scoperta di tempi molto lunghi di recupero mi ha stravolto, ma confido di recuperare prima o poi. Sono comunque felice di sapere che ce la si può fare, garzie anche alla tua esperienza, ma giuro che non vedo l’ora che finisca questa orribile sensazione di sentire dei chiodi piantati nella gamba. Saluti

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    • Anonimo ha detto:

      Caro Fede,
      mi fa piacere che leggere la mia esperienza ti possa essere stato di aiuto …
      Tieni comunque conto che, come ho anche scritto nel post, ciascun caso è diverso per cui ti auguro dei tempi di recupero più brevi dei miei 😉

      Comunque, sperando di farti coraggio, da qualche giorno cammino senza neppure più il bastone da montagna e riesco ad usare la frizione della macchina (anche se ancora con un po’ di fastidio). Ogni giorno continuo a fare almeno due ore di camminata frequentando anche una palestra. Di correre non se ne parla (ancora) ma riesco a camminare anche veloce (seppure zoppicando soprattutto quando sono stanco). La caviglia è
      gonfia la sera ma non sento più la necessità di portare la calza elastica in modo continuativo.
      … insomma il prossimo RX con visita ortopedica di inizio marzo spero proprio che sia l’ultimo!!!
      L’importante è non farsi prendere dallo sconforto … cerca di tenere la mente impegnata e trovati anche qualche occupazione “manuale” per scaricare la tensione … e vedrai che anche questa brutta esperienza passerà lasciandoti anche cose positive
      Buona guarigione anche a te 😉

      ——————————————————————————–

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  139. stefano collica ha detto:

    Carissimo Enzo , leggerti è un piacere, anche se non ho letto tutto, è più forte di me, quando il papiro di carta scritta si allunga al di là delle mie possibilità di pazienza. Ma come hai potuto notare rispondo sempre, per educazione e per rispetto. Rispetto per la tua umanità messa su un tapis a disposizione di tutti di una tua esperienza negativa e personale. A me, non resta che dirti grazie per avermi reso partecipe della tua esperienza, e farti tanti auguri affinchè il tuo recupero avvenga nel minore tempo possibile. Ciao. Stefano Collica.

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  140. francocanavesio ha detto:

    Grazie per la testimonianza, Enzo. Aspettiamo la terza radiografia, con l’osso rimesso a nuovo! In bocca al lupo, Franco

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