Questa foto mostra un’ex cabina telefonica trasformata da diversi anni, sapientemente e con poca spesa, in una mini postazione per un libero scambio di libri: certo inizialmente era anche ben altra cosa da un punto di vista artistico…

Non è certo una biblioteca ma è comunque un utile mezzo per poter condividere libri che diversamente magari sarebbero andati cestinati nei cassonetti della carta, dando così loro un’ulteriore possibilità di essere utilizzati e letti da qualche frequentatore di un giardinetto del quartiere come in questo caso (quella ex-cabina telefonica si trova infatti a Torino in piazza Peyron).
Era stata pensata e realizzata da Daniele D’Antonio, artista ironico e fortemente impegnato che, ho visto ora cercando su Internet, è purtroppo morto circa un anno fa.
Quando ho visto, passeggiando in quella zona, quella cabina così ripensata, mi sono chiesto come mai quell’idea non si sia diffusa, magari per dare origine ad altre iniziative analoghe sia in Torino sia in altre città: d’altra parte molte delle cabine telefoniche non servono più per lo scopo per le quali erano nate e progressiva e inevitabile è lo smantellamento anche di quelle ancora esistenti.
Dismettere una cabina poi, penso costi di più di un suo riutilizzo per altri scopi come quello indicato ad esempio, e anche questo fattore economico potrebbe contribuire, convenendo anche a TIM, tanto più se le amministrazioni locali agevolano e appoggiano tale trasformazione!
Cercando u Internet, ho appreso però che D’Antonio aveva dovuto difendere a spada tratta quella Cabina dell’Arte Diffusa contro i continui vandalismi e i furti pur di non tradire la filosofia originaria del progetto. In un articolo del Quotidiano Piemontese (Distrutto l’unicorno d’oro, chi odia la Cabina dell’arte diffusa?) viene anche riportato l’atto di vandalismo avvenuto un 5 anni fa: dopo la misteriosa e affascinante apparizione dell’unicorno d’oro (ora non più presente), la situazione era diventata più grave e definita in quanto l’unicorno era stato coscientemente distrutto, un pezzetto alla volta, ed era anche apparso uno sgrammaticato cartello che accusava la Cabina di essere un corpo estraneo non voluto nella piazza.

Confrontando le immagini della cabina oggi e di com’era nel 2019 si può notare come molteplici siano le differenze…
La componente artistica oramai si è persa “grazie” anche agli atti di vandalismo per me incomprensibili, ma la sua funzionalità primaria è ancora sopravvissuta.
Lunga vita, dunque, a questa cabina, sperando che altri riprendano questa iniziativa per dare una nuova vita a quelle ancora presenti e prossimamente probabilmente dismesse!!





