Tra i libri di famiglia ho ritrovato la prima edizione pubblicata dalla Treves del Notturno di Gabriele D’Annunzio, un’opera assai particolare, non celebrativa come molti altri suoi scritti. La stessa modalità con cui è stata scritta, la rende sicuramente particolare e profonda. Si legge anche da Wikipedia: “l’opera fu realizzata a Venezia nel 1916 mentre il poeta e prosatore era fermo immobile e temporaneamente cieco per via di un grave incidente aereo. D’Annunzio la scrisse utilizzando circa diecimila strisce di carta o cartigli su ciascuna delle quali era vergata una sola riga di testo. Il materiale così redatto fu poi messo in ordine dalla figlia Renata, la quale lo assisteva al capezzale. L’Opera è strutturata in tre Offerte e una Annotazione finale. … La prima edizione del libro, considerato un vero capolavoro, seppure particolarmente differente dallo standard del poeta, in genere ottimista e pieno di desiderio di autoaffermazione, fu pubblicato per la prima volta da Treves nel 1916, quando, tuttavia, ancora non aveva ricevuto l’ultima mano dall’autore. L’edizione definitiva, sotto il diretto controllo di D’Annunzio, apparve, invece, nel 1921.”
Dal commento al libro presente su Amazon leggo: “Amore, morte e dolore sono i temi di questa intensa confessione lirica, scritta quando, in seguito a una grave ferita di guerra, D’Annunzio è costretto a indossare una benda su entrambi gli occhi, che lo condanna a una temporanea cecità e a una immobilità pressoché totale.
Eppure il poeta non rinuncia a scrivere. In una sorta di divinazione, annota su sottili strisce di carta “visioni immense affluenti dal cervello all’occhio ferito, trasformazioni verbali della musica”. Così s’intrecciano i ricordi dell’infanzia e della madre, l’esaltazione eroica delle imprese di guerra, il rimpianto per i compagni morti valorosamente, l’affetto per la figlia Renata e il presente della malattia. Un’opera sorprendente, che ci rivela un D’Annunzio commosso, ripiegato su se stesso, lontano dalla tensione supero mistica delle liriche e dei romanzi.”
Molto particolari sono poi le immagini presenti nel libro, xilografie del pittore Adolfo De Carolis che proprio con il Notturno continua il sodalizio con D’Annunzio ideando nuovi motti, loghi e le xilografie che lo illustrano.
Non avendo trovato agevolmente su Internet tutte le sue belle opere presenti in quel libro, le riporto nel seguito perché possano ancora essere ammirate nella loro originalità e bellezza.