Ritrovarsi dopo (quasi) 50 anni: 5A del 1977, liceo scientifico Einstein di Torino

Sembra ieri che si frequentava il liceo e invece sono trascorsi oramai quasi 50 anni! … insomma, una vita da un punto di vista sia umano sia professionale.
Ritrovarsi anche solo per un pranzo dopo così tanti anni si poteva definire davvero un azzardo: già decenni fa, il film “Il grande freddo” ne aveva mostrato le possibili conseguenze… e in quella trama erano passati “solo” 15 anni.
… e invece tutto è andato per il meglio!

Tutto è partito dalla seguente foto, ritrovata per caso, di un bel disegno di un ex-compagno, opera salvata (di straforo) dal macero insieme ad altri miei disegni e a tabelloni di esiti che erano stati un tempo affissi in bacheca… dopo un “bliz” di alcuni di noi negli scantinati della scuola, nel settembre successivo all’esame di maturità.

Qualche messaggio WhatsApp con quell’ex-compagno (già rivisto nel tempo durante riunioni di lavoro), curioso di sapere come facessi a possedere quel suo disegno scolastico, l’incontro per strada con un altro di noi e poi… la pazza idea di cercare di creare un gruppo WhatsApp in cui invitare tutti gli ex-compagni di liceo della sezione A (anche quelli che non erano rimasti tra noi fino alla 5a, per diverse motivazioni) e combinare quindi una rimpatriata per un pranzo o una cena!
Una quindicina di anni fa, alcuni si erano già ritrovati, ma erano in numero molto ridotto e poi insieme ad altre persone del liceo di quei tempi: insomma non era stato propriamente un ritrovo di classe! Questa volta l’intenzione era quella di non lasciare fuori nessuno della sezione A tra il 1972 e il 1977… o almeno provarci!
Con l’aiuto dei social (Facebook in primis), di LinkedIn e di ricerche libere sul Web, coadiuvati anche da un passaparola tra quelli di noi di volta in volta rintracciati, si è riusciti a recuperare i numeri telefonici di quasi tutti (una sola irreperibile della 5aA!) e costituire un gruppo WhatsApp di ben 24 persone… quando in 5a, dopo le bocciature e le defezioni negli anni, eravamo rimasti solo più in 26 (benché in 2a si fosse accorpata parte di una classe femminile… di cui solo due promosse in 3a!! 🙄). Una selezione impensabile nei tempi odierni: evoluzione o involuzione di un sistema scolastico? Da tenere presente, inoltre, che 3 di noi ci hanno da tempo lasciati prematuramente… forse a ricordarci che siamo fortunati a poter ancora operare nel mondo e che nostra vita non è eterna.

Può forse stupire qualcuno come oggi sia possibile rintracciare agevolmente così tante persone grazie a Internet. Ma quello che personalmente mi ha stupito maggiormente è che solo uno degli ex-compagni ha declinato l’invito di aderire a quel gruppo WhatsApp, motivandolo con il fatto che i tre anni frequentati assieme non li ricordava volentieri e avrebbe avuto poco da condividere con tutti noi… Insomma, una mosca bianca tra le molte altre che invece svolazzavano felici a proprio agio, visti i messaggi di entusiasmo inviati in quella chat di gruppo!

Per quello che mi riguarda, da teenager trascorrere assieme circa metà delle giornate per 5 anni, soprattutto in quegli anni “caldi”, è stata un’esperienza direi irripetibile: forse solo all’università si è potuta sperimentare una situazione simile, ma i numeri in gioco erano ben diversi e questo sicuramente ha fatto la differenza nella creazione di un gruppo in qualche modo coeso! Anche negli ambienti lavorativi, seppur si possano trascorrere ancor più ore assieme e la vicinanza possa durare per tempi ancora maggiori, difficilmente si riesce a pareggiare quell’esperienza, probabilmente per via della differente età! Infatti, penso sia comune sperimentare come un anno solare di quegli anni giovanili rimanga impresso temporalmente nella memoria molto più di quelli più recenti: insomma, indubbiamente quei 5 anni di liceo sembrano oggi essere durati molto di più, ad esempio, degli ultimi nostri 5 anni di vita!!
Erano stati anni intensi, in cui lo studio era stato sì prioritario, ma erano iniziate anche le esperienze di vita sociale, la diffusione di ideali e di aspettative di miglioramento della società, con la certezza di poter dare poi personalmente un contributo concreto in tal senso nel corso della propria futura vita.
Non so se le classi scolastiche di oggi riescano appieno a sperimentare i medesimi sentimenti, in questa società odierna, così bombardata dai social e da una mancanza di confronto diretto… e in questo mio pensiero (sebbene solo in questo! 😊) sento il peso dei miei anni! Mi viene in mente la canzone Compagno di scuola di Venditti, cantata spesso a squarciagola in quegli anni, quando si strimpellava la chitarra in compagnia, e in particolare alla frase “Mezzogiorno, tutto scompare,
Avanti, tutti al bar! Dove Nietsche e Marx si davano la mano e parlavano insieme dell’ultima festa
“. Anche chi di noi non era in quegli anni schierato apertamente, comunque respirava quell’aria di confronto, di volontà di migliorare non solo le proprie condizioni sociali, ma anche quelle di tutte le persone, senza confini territoriali. Non c’era ancora l’immigrazione, ma di problemi ce ne erano di sicuro molti anche se proprio in quegli anni terminava la ventennale guerra del Vietnam e anche se, come dice Gaber in una delle sue canzoni, “non ci avevano detto proprio tutto“! Oggi che, teoricamente, con Internet si potrebbe conoscere meglio e più velocemente ogni fatto storico (e quindi prendere coscienza della realtà dei fatti e comportarsi di conseguenza), in realtà dilaga l’ignoranza (e addirittura il revisionismo di fatti storici sebbene assodati) solo perché lo si è letto da qualche parte sul Web! Il populismo sembra avere la meglio un po’ ovunque nel mondo, coadiuvato dalle paure indotte, dal progressivo scardinamento di diritti faticosamente conquistati dalle generazioni precedenti. Mi ritrovo quindi nelle parole di canzoni come “La nostra generazione ha perso” di Gaber. … e posso comprendere lo stato confusionale di molti giovani, le loro fragilità dettate da mancanza di certezze e di speranza in un futuro migliore.

Ritrovarsi ora noi così numerosi, dopo esperienze sicuramente diverse, ma comunque generalmente formative e di rilievo, ha comunque confermato quel legame che si era creato allora, quasi magicamente, quasi cameratesco seppur l’ambiente fosse ben differente da quello militare! Anche solo il ricordare alcuni professori ed episodi a loro associati, ancora oggi ha avuto il potere di testimoniare quel fattore comune che si è mantenuto nel ricordo di tutti noi. Talvolta, a fatica ci siamo riconosciuti fisicamente, perché negli anni l’aspetto può cambiare di molto, ma il modo di sorridere, lo sguardo, gli atteggiamenti e la voce difficilmente cambiano e sono quelli che realmente fanno di ciascuno di noi una persona unica e quindi necessariamente individuabile. … così come la schiettezza e la correttezza, come anche alcuni messaggi circolati nella chat hanno potuto evidenziare.

Da quello scambio di messaggi è poi saltata fuori anche l’idea di ritrovarsi, prima del pranzo, proprio nel liceo per poter scattare qualche foto di “classe”, magari entrando proprio in quell’aula che ci aveva ospitati tanto tempo fa! Contattato il Preside e ottenuta l’autorizzazione, un gentile operatore scolastico (mi sembra che così oggi debbano essere chiamati i “vecchi” bidelli!) ci ha accompagnati nei locali del liceo, prestandosi anche a farci da fotografo! Un grazie anche a lui per la disponibilità…

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Come eravamo:

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Come siamo oggi:

Ecco, infine, il cartellone dei risultati dell’esame di maturità (anno scolastico 1976 – 1977) della nostra 5aA del liceo scientifico statale Albert Einstein e della 5aC del liceo scientifico privato Carlo Alberto, giudicato dalla medesima commissione.
Dagli esiti mi sembra traspaia come la formazione della scuola pubblica (e/o delle persone che la frequentavano) fosse decisamente un passo avanti 😉😎 rispetto a quella privata che oggi va così di moda! 🙄🤔

Altri documenti scolastici, salvati dal macero, li puoi trovare in questo mio album su Facebook

Alcuni messaggi, circolati nella chat dopo l’incontro, dimostrano che diffuso è stato quel sentimento da me espresso in questo post:
È stato bellissimo: si è rispolverata una comunicazione sì, forse un po’ disorientata all’inizio ma prontamente ristabilita come di dovere. Dopo tanti anni, trascorsi in vario modo, c’è un gusto per il ritrovamento, fatto di complicità coetanea, che a me farà piacere anche in futuro“;
La cosa che mi è piaciuta di più è stato parlare con ciascuno di voi e rivedere espressioni, risate e sguardi che ricordavo…“;
È stato molto bello, ritrovarci e scoprire che non siamo cambiati, al limite migliorati come il buon vino“…

Sicuramente, ora che si è costituito quell’apposito gruppo WhatsApp, ci sarà occasione sia di rivedersi tutti insieme per un incontro non necessariamente mangereccio sia magari di riallacciare amicizie sopite nel tempo.
… anche perché alcuni di noi, loro malgrado, non hanno potuto partecipare a questo evento per via del maltempo (ponti chiusi e strade inagibili) o per sopraggiunti impegni improvvisi e inderogabili!

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