Appunti di restauro: come riparare la tela tagliata/bucata di un dipinto

Purtroppo talvolta si trovano dipinti anche meritevoli se non da museo, deteriorati dal tempo e dall’incuria.
Talvolta, poi, presentano addirittura tagli o buchi più o meno deturpanti che, comunque sia, disturbano la loro bellezza. In questo caso non è sufficiente solo ripulirli con tensioattivi (eliminando poi i residui con acqua/prodotti idonei a base d’idrocarburi), rivitalizzarli con olio di noci (capace di ridare quella giusta percentuale di grasso persa sia nel tempo, dalle condizioni climatiche non ideali in cui era stato tenuto il dipinto, sia ridotta ulteriormente anche dall’azione stessa dei prodotti utilizzati per la pulitura della tela, e questo vale anche per quelli meno aggressivi), eventualmente tendere la tela affossata in alcuni punti (ad esempio inumidendola per far sì che, asciugando, quella ripristini la sua forma pregressa) …
… per tutto ciò può essere sufficiente leggere i miei post precedenti:

Se invece ci sono sulla tela del dipinto anche dei tagli o dei buchi, prosegui a leggere questo post!

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Talvolta capita di entrare in una vecchia casa di famiglia semi abbandonata e scoprire bellezze che sembrano essere state lì ad aspettare da decenni lo sguardo di qualcuno che le noti, seminascoste nel buio di una stanza priva di riscaldamento e umida … insomma, non proprio quelle condizioni ideali per conservare dei dipinti! È poi bello pensare che abbiano aspettato proprio il tuo sguardo e non quello di qualcun altro … ma questa ovviamente è pura fantasia perché un dipinto non ha certo una sua vita propria … seppure forse questo non sia del tutto vero, se si considera che certi capolavori sono sopravvissuti miracolosamente a eventi storici drammatici che hanno portato distruzione ovunque, … inondazioni, incendi, guerre! Forse, allora, in fondo c’è qualcosa che li anima e li protegge!

Ecco, questo è un po’ quello che è capitato a me quando ho visto, sul muro scrostato dall’umidità di una vecchia casa di campagna disabitata da decenni, il seguente ritratto di una bella donna dall’aspetto enigmatico, … serio ma con un mezzo sorriso, … con uno sguardo sereno ma forse anche rassegnato!

Quadro ritrovato

Nonostante il lungo tempo di abbandono, le condizioni del dipinto erano quasi miracolosamente buone, se non fosse per alcuni fori di piccola entità in alcune parti della tela, per fortuna collocati in posizioni non troppo evidenti. Uno solo, in particolare, risultava visibile al semplice sguardo, mentre gli altri lo erano solo a una più attenta analisi.

Dopo avere effettuato una prima pulizia del dipinto, come indicato nei precedenti post, mi sono quindi messo a cercare anche su Internet, come poter meglio operare per riparare i buchi nella tela. In verità non ho trovato molto, se non ovviamente che si doveva, innanzitutto, “rattoppare”, sul lato posteriore della tela, con una “pattina”, cioè con una tela da fodero venduta nei negozi specializzati: in alternativa, si parlava anche di usare semplicemente addirittura un tessuto di cotone termo collante, insomma quelli che si trovano in commercio per i comuni lavori di sartoria. Non convinto di nulla di ciò che ero riuscito a trovare in Rete, ho incominciato un non breve pellegrinaggio nei colorifici del monregalese … inizialmente senza successo, ma poi sono giunto nel Colorificio Bonelli, nel centro di Mondovì, in piazza Santa Maria Maggiore, che (a posteriori) ho saputo rappresenti, fin dal 1900, una realtà affermata non solo nella fornitura di colori e accessori per la pittura, ma anche di prodotti idonei al restauro. Anzi, il titolare è lui stesso un restauratore che, senza fretta e con competenza, ha saputo chiarire tutti i miei dubbi fornendomi non solo i prodotti necessari, ma indicandomi anche le procedure più idonee per quanto avrei dovuto fare!

Colorificio Bonelli, nel centro di Mondovì, in piazza Santa Maria Maggiore

Nel seguito riporto gli appunti che ho preso e che mi sono serviti per operare sul dipinto.

Per intanto ecco l’elenco del necessario:

  • Un pezzo di tela, simile a quella del dipinto su cui si deve operare, nel mio caso una scura di lino.
  • Metilcellulosa (in polvere)
  • Nastro adesivo di carta (quello di un colore giallo scuro in quanto presenta un collante più idoneo rispetto a quello del più economico nastro bianco, generalmente utilizzato per la pittura murale o dei mobili)
  • Stucco in pasta
  • Vinavil
  • Olio di noci
  • Vernice finale damar lucida.
Prodotti utilizzati

Sul lato dipinto della tela, ho innanzitutto tappato tutti i fori presenti con spezzoni del nastro adesivo di carta, per evitare che della colla potesse poi riversarsi su zone limitrofe del dipinto.
Ho tagliato quindi dei rettangoli della tela (simile a quella originaria) di dimensioni opportune e sufficienti per coprire ciascun singolo buco. Ho poi sfilacciato, in ciascuno, tutti quattro i bordi in modo da rendere le toppe più facilmente eliminabili in un potenziale futuro: per principio, qualsiasi opera di restauro dovrebbe cercare infatti di poter essere il più possibile eliminabile nel tempo. Ovviamente il verso di collocazione di ciascuna toppa deve rispettare la direzione dei fili della tela originale.
Per incollarli poi sul retro della tela ho usato un impasto di metilcellulosa (diluita in acqua) e Vinavil. Usare solo quest’ultimo avrebbe infatti potuto arrecare stropicciature nella tela, una volta essiccato.
In particolare, si deve prendere un po’ di polvere di metilcellulosa, bagnarla con 5 parti di acqua (e.g. un cucchiaino di polvere con 5 cucchiaini di acqua); si deve quindi mischiare bene il tutto e attendere che l’impasto prenda forma e “gonfi”; sebbene mi fosse stato detto di attendere diverso tempo (i.e. 4 ore), ho visto che dopo una mezz’ora la miscela presentava già una struttura idonea; ho quindi aggiunto 1 parte di Vinavil (e.g. un cucchiaino) e mischiato il tutto. Prima di questo restauro, non sapevo molto sulla metilcellulosa, ma poi ho letto che può essere anche utilizzata come collante per restaurare dei fogli di carta/papiri … ed è anche il prodotto generalmente utilizzato, molto più diluito, per attaccare la carta da parati sui muri!

Metilcellulosa in polvere, diluita con 5 parti di acqua
Aggiungendo una parte di Vinavil

Ho disteso, quindi, con un dito il collante così ottenuto, sia sul retro della tela del dipinto (ovviamente in corrispondenza del tratto bucato) sia sulla toppa sfrangiata (collocandola solo nella parte centrale e non all’estremità dei suoi bordi), precedentemente preparata nelle dimensioni idonee per coprire il buco senza per questo essere troppo grande. Appoggiando bene il dipinto capovolto su un tavolo, ho poi pestato bene con un dito ciascuna toppa così attaccata. Sebbene mi fosse stato suggerito di passare per più volte un ferro poco caldo su ciascuna toppa, per asciugare più velocemente il tutto, essendoci un bel sole caldo, ho preferito lasciare il retro del dipinto al sole per un quarto d’ora, cioè il tempo che mi è sembrato sufficiente per asciugare sufficientemente la colla, seppur non ancora del tutto. Ovviamente, appena la colla si è asciugata sufficientemente, ho staccato gli spezzoni di nastro di carta dal dipinto in quanto la loro funzione l’avevano espletata e, lasciandoli maggiormente, avrebbero potuto creare problemi al dipinto, magari attaccandosi loro stessi più del dovuto e rischiando di asportare colore togliendoli.

Fori contrassegnati meglio con la matita sul retro della tela
Toppe di tela incollate per ricoprire i fori, dopo aver preventivamente applicato del nastro di carta sul fronte del dipinto per impedire che la colla potesse espandersi sul altre parti del dipinto

Successivamente ho pennellato uniformemente dell’olio di noci per ridare il giusto grasso al dipinto che ha infatti riacquistato subito la lucentezza che aveva perso sia per il tempo di abbandono sia per via della pulitura con il prodotto di pulizia: anche quest’ultimo, infatti, un minimo ovviamente influisce negativamente in tal senso nell’adempimento del suo scopo, cioè eliminare lo sporco e quindi ridare luce originaria ai colori. Dal grado di assorbimento di quell’olio (distribuito uniformemente con un telo o con un pennello), si può poi notare dove il dipinto ha necessità di un’ulteriore passata (parti ritornate quasi subito opache) e dove invece la quantità stesa è stata sufficiente. Naturalmente stendere un sottile strato di olio di noci non ha certo l’effetto di una vernice finale (sia come risultato ottico sia come protezione), ma riesce comunque già a regalare un primo ritorno del dipinto alle sue originali condizioni di brillantezza!

Il dipinto dopo essere stato ripulito: manca ancora il ritocco dei colori dove esistevano i fori, seppur questi siano ora già stati coperti con opportune toppe applicate sul retro della tela

Ora, mi resta solo di aspettare che il tutto asciughi per poter, quindi, ritoccare i punti dove c’erano i fori (… e infine, dopo diversi mesi, applicare la vernice finale per proteggere il dipinto dalla luce e dalle avversità in genere!). Nel mio caso specifico, essendo questi fori di piccola entità (più che di fori si può parlare di zone di tela diradata), non penso di utilizzare neppure lo stucco (che sarebbe stato da distendere, sul fronte del dipinto, con attenzione e in piccole dosi, collocandolo esclusivamente nei punti dove ci sono i fori). Penso infatti di agire direttamente con il colore, dopo avere trovato la sua giusta intonazione: vale comunque sempre la regola che è meglio eventualmente usare una tonalità po’ più scura che una più chiara, se proprio non si riesce a farla identica, in quanto la differenza si nota meno! Inoltre penso di utilizzare dei colori a olio, avendo il dipinto, originario del primo ‘900, utilizzato sicuramente quel tipo di pigmento, sebbene mi sia stato suggerito di usare pure i colori acrilici per via del loro assai più breve tempo di essiccamento che rende possibile vedere, fin da quasi subito, il risultato cromatico finale (che in genere può un po’ cambiare asciugando, senza dover aspettare settimane per poi doverlo eventualmente ancora correggere!

Essendo riuscito, dopo la pulitura del dipinto, a leggere bene sia la data sia la firma del pittore, ho scoperto che si tratta di un dipinto del 4/1904 di Enrico Clara, artista torinese nato verso 1860-65 che ha infatti svolto la sua attività artistica principalmente nella campagna della mia regione, il Piemonte.

Enrico Clara. 4.1904

P.S. 30/8/2020

Ritoccato con colore dove necessario (punti in cui la tela presentava buchi opportunamente rappezzati sul retro del dipinto) e rimesso nella sua cornice originale, anch’essa restaurata. 🙃

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P.S. 3/4/2021
Dopo i dovuti mesi di distanza dai ritocchi e dai restauri descritti, ho passato la vernice finale al dipinto. Vedi i dettagli nel post successivo Vernice finale su un dipinto ad olio: istruzioni per l’uso | Enzo Contini Blog

Dipinto dopo aver passato, con una pennellessa, due mani di vernice finale (lucida e opaca al 50%)
Particolare del dipinto terminato

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11 risposte a Appunti di restauro: come riparare la tela tagliata/bucata di un dipinto

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  5. Paolo ha detto:

    Cosa avresti fatto se il dipinto fosse stato trattato a spatola con abbondante colore? Questo stesso ha strappato la tela essiccandosi nel tempo. Grazie

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    • Enzo Contini ha detto:

      Premetto che non sono un professionista del settore per cui se il dipinto è di valore ti consiglio di rivolgersi ad un restauratore. Detto ciò, io non avrei penso fatto molto diversamente da quanto descritto, sebbene probabilmente la pezza sul retro debba magari essere maggiore ed il ritocco di colore (se, come penso, necessario) eseguito con la medesima tecnica, quindi utilizzando un’adeguata spatola.

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