Come pulire e restaurare dipinti (e cornici) riportandoli alla loro iniziale bellezza (parte 1)

Forse il titolo che ho scelto è un po’ troppo pomposo … ma devo o no farti venir voglia di leggere questo post? 😉
Non è infatti di un mini-corso di restauro, ma quello che andrò a descrivere nel seguito sono “solo” le mie personali esperienze di restauro di quadri di famiglia (e rispettive cornici), più o meno datati nel XX secolo, … di grande significato affettivo per me, ma non penso di particolare valore economico! Non parlerò quindi di restauro di quadri di Bosch, di Picasso o di Dalì, che ovviamente richiederebbe un’analisi specifica sul singolo dipinto, lo studio dei materiali impiegati in quel periodo storico e quant’altro! Nel mio piccolo ho cercato comunque di informarmi e di fare del mio meglio … per cui penso di poter dare qualche consiglio a chi desiderasse intraprendere un percorso analogo, … suggerendogli tuttavia di non basarsi solo su questa fonte, ma di cercarne anche altre, magari più autorevoli!

Già diversi anni fa avevo ripulito alcune miei dipinti giovanili (ad olio su tela) dove era stata data a suo tempo una vernice finale che già li aveva protetti da diverse avversità ambientali (e.g. l’umidità), ma non certo dalla polvere e dallo smog. A quel tempo avevo utilizzato semplicemente della schiuma con sapone di Marsiglia (generata scuotendo, con la mano, immersa in una bacinella, dell’acqua con tale sapone naturale e delicato). Dopo avere passato sulla tela quella schiuma con una spugnetta morbida per togliere polvere e grasso, l’avevo poi rimossa con qualche passaggio di spugna inumidita d’acqua (e talvolta addirittura usando un getto d’acqua usando la doccia della vasca). Il risultato mi era sembrato decoroso ed i dipinti non si erano rovinati … anzi, le tele asciugandosi avevano riacquistato una maggior tensione.

Tuttavia ora mi trovavo di fronte a dipinti anche di inizio secolo, spesso realizzati su legno e talvolta (mi sembrava) neppure trattati con particolari vernici finali protettive. Inoltre alcuni presentavano colori ormai smorti, soprattutto quelli chiari quali i cieli. Infine, per alcuni sarebbero sicuramente stati necessari anche dei ritocchi di colore sul dipinto stesso, perché scrostato al punto tale da vedersi lo sfondo del legno o della tela. Spesso anche le cornici erano ammaccate e/o con le giunture non tagliate con quella precisione propria delle apparecchiature di taglio moderne, per cui presentavano fessure anche evidenti.
Insomma, dovevo necessariamente impegnarmi di più ed informarmi a dovere prima di procedere in una pulizia e restauro del tutto!!

Sono quindi andato nel negozio Sinopia (via Poliziano 56/A, 10153 Torino – vicino al parco Colletta di Torino) che già a suo tempo avevo utilizzato per trovare materiale utile al restauro di mobili (vedi post Appunti di restauro: sverniciare e riverniciare un mobile in legno): lo avevo infatti trovato molto fornito e gestito da persone professionalmente valide.
Descritto il mio intento al primo commesso disponibile, costui mi aveva consigliato di aspettare per parlare direttamente con il loro esperto in restauro di dipinti. Così ho fatto e, dopo aver ripetuto a quest’ultimo il mio obiettivo, le sue prime parole erano state poco confortanti: “Lo sa vero che ci sono persone che studiano diversi anni per poter effettuare il restauro più appropriato per un dipinto?“. Dopo avere ingoiato il rospo e chiarito ulteriormente i miei intenti non professionali, mi aveva quindi consigliato il loro prodotto Solva-gel,  una crema “general purpose“, da utilizzare comunque con discrezione ed attenzione. Vista (in proporzione) la minima differenza di costo tra la confezione piccola e quella grande, e non avendo idea di quanto ne avrei consumato per ripulire ciascun quadro (e neppure sapendo con precisione il loro numero), avevo preso la confezione grande da 800g: con il senno di poi, avendo constatato che minimo è il quantitativo da usare, probabilmente anche al confezione piccola sarebbe stata più che sufficiente per ripulire la mia ventina di dipinti … comunque mi aveva confortato il fatto che quel preparato “non si deteriorava con il tempo” per cui lo avrei potuto utilizzare anche dopo diverso tempo!! Sull’etichetta di quel prodotto viene indicato: “Miscela di tensioattivi e solventi organici in emulsione addensata per operazioni di pulitura“… il che non dice molto, almeno alle mie orecchie da profano! Si presenta comunque come una crema bianca, agevolmente spalmabile utilizzando una tela o un  batuffolo di cotone, essendo di una consistenza molto simile ai polish da me spesso utilizzati per pulire i mobili e rinnovarne la lucentezza.

ATTENZIONE: se si è usato per la pulizia del dipinto un prodotto di tensioattivi e solventi organici tipo il Solva-gel, è necessario poi eliminare bene il prodotto residuo con acqua (con un telo o con del cotone imbevuto) e/o con un prodotto di pulizia a base di petrolio. Un po’ come se si fosse usato del sapone neutro che poi deve essere sciacquato! Diversamente, se ad esempio si spruzza una vernice finale opaca, c’è il pericolo che, facendo reazione con quello, dopo qualche minuto diventi di un opaco biancastro, velando impropriamente il dipinto e si debba quindi agire per eliminarla!!

Solva-Gel – Miscela di tensioattivi e solventi organici in emulsione addensata per operazioni di pulitura

Mi ha consigliato anche di acquistare (a poco prezzo) una latta di essenza di petrolio che, oltre a poter servire eventualmente come diluente per il prodotto precedente, poteva magari anche da solo bastare per una pulizia di alcuni dei dipinti meno “sporchi”.

Ecco nel seguito i miei consigli che mi sento di dare sulla base alla mia personale esperienza …

Innanzitutto, prima di procedere ad utilizzare quei prodotti, su ciascun dipinto conviene provare ad usarli su una piccola zona di minor interesse (e.g. un bordo o un angolo) per verificarne l’effetto, e questo quindi prima di procedere in altre parti dove l’eventuale danno risulterebbe maggiore! Tale procedura è opportuno effettuarla prima della pulizia di ciascun quadro, in quanto i colori ed i materiali utilizzati possono differire da quelli dei precedenti e quindi potrebbero sempre comunque verificarsi di potenziali effetti indesiderati. Devo dire che non ho riscontrato controindicazioni per nessuno dei miei dipinti ad olio, su tela, su cartone telato e su legno, ma questo non vuole dire …
Vista la consistenza già sufficientemente spalmabile, non ho poi reputato opportuno effettuare alcuna diluizione. Utilizzando piccoli batufoli di cotone imbevuti di un po’ di quella crema, ho proceduto a pulire a piccoli passi ogni parte di ciascun dipinto. Notando che, sebbene in minima parte, anche del colore veniva rimosso al passaggio della soluzione, colorando leggermente il batufolo inizialmente bianco, ho proceduto alla pulizia in modo da passare su zone di colore simili prima di cambiare cotone, in modo tale da non rischiare di mischiare eventualmente dei colori. Sono partito sempre dalle parti chiare, in quanto sono poi quelle dove l’operazione di pulitura si noterà maggiormente. Infine, ho prestato particolare attenzione nel ripulire la zona dove c’era la firma del pittore, talvolta inizialmente addirittura nascosta dallo sporco da renderla quasi illeggibile. Ovviamente quel materiare deve essere spalmato sul cotone in dosi minime e deve essere esportato al più presto, prima che asciughi, utilizzando magari un nuovo batufolo pulito nell’ultima passata.
Insomma, la procedure descritta è assai simile ad una che prevedesse di pennellare nuovamente singolarmente il colore di ciascuna immagine presente nel dipinto, ciascun suo colore, petalo, volto ed oggetto!

Sebbene in minima parte, anche del colore viene rimosso al passaggio della soluzione, colorando leggermente il batufolo inizialmente bianco
Confronto tra una rosa ripulita ed un’altra ancora da restaurare: nella prima è evidente il ripristino della lucentezza dei colori originari
Ho prestato particolare attenzione nel ripulire la zona dove c’era la firma del pittore, talvolta inizialmente nascosta dallo sporco e quasi illeggibile

Per restaurare un dipinto conviene toglierlo dalla sua cornice, anche qualora non ci sia un vetro, in modo tale da trattarlo interamente, anche ai suoi bordi. Inoltre, togliere il cartoncino posteriore può portare a belle sorprese, quali quella di scoprire scritti del pittore o addirittura un altro dipinto, magari di studio, realizzato sul medesimo supporto poi utilizzato dall’altro lato. Questo è quanto mi è successo togliendo dalle cornici (appunto per ripulirli e restaurarli) alcuni dipinti giovanili di mio zio, da decenni in cantina, … riportando alla luce sul retro altri dipinti di studio … forse più belli di quelli frontali! Non saranno dei Picasso, ma pur sempre dei Contini!!! 😉

Togliere il dipinto dalla cornice può portare a belle sorprese, quali quella di scoprire scritture del pitture o addirittura un altro dipinto

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Relativamente alle cornici, primo passo è quello di stuccare, con opportuno prodotto per legno, tutte le fessure e le ammaccature presenti.

Quindi, si può utilizzare sia del colore acrilico (e.g. per pitturare eventuale passe-partout in legno) sia, più convenientemente, delle vernici spry, magari dorate: si noti che esistono diverse tonalità d’oro, più o meno marcate a seconda della marca.

Vernici spry da me utilizzate per colorare d’oro alcune cornici

Nel seguito mostro alcuni risultati ottenuti:

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Un altro materiale che viene usato per pulire dipinti è l’anacrosina. Non avendolo per ora mai usato, vi rimando ad alcuni siti dove ho visto descriverne l’utilizzo:

Da http://www.rinaldin.it/ita/RvIta/Rv2coPuliz.htm: “L’anacrosina va stesa delicatamente con un pennello di setole morbide, in modo uniforme, su tutto il dipinto. Si ottiene così la saponificazione della vernice e della sporcizia. 
Si lascia poi asciugare fino a completa essiccazione. Generalmente un quarto d’ora è sufficiente, ma questo tempo potrebbe variare in base alla temperatura dell’ambiente e alla quantità di prodotto versato sul dipinto. 
A questo punto si procede all’asportazione della crosta che si è formata dall’essiccazione dell’anacrosina, della vernice e della sporcizia. Si immerge una spugna in acqua calda (ma non bollente), la si strizza parzialmente, e la si passa sopra il dipinto. L’operazione va ripetuta più volte fino a quando tutto il dipinto viene liberato dalla crosta. Un consiglio: per evitare brutte sorprese sarebbe meglio provare tutta l’operazione su un angolo del dipinto.
Terminata l’operazione di pulitura si lascia asciugare il dipinto per impedire che insorgano delle muffe a causa dell’umidità. L’asciugatura deve essere completa, sia nella parte del dipinto, che sul rovescio della tela”.

Su http://www.antichitabelsito.it/anacrosina.htm: “L’anacrosina permette la rimozione dello sporco che tende a formarsi sul dipinto con il passare del tempo (es. fumo, inquinamento atmosferico, ecc.) senza però intaccare il film di vernice protettiva che generalmente ricopre il film pittorico.
L’anacrosina è un prodotto pronto all’uso che non deve essere diluito. Consigliamo comunque di agitarlo accuratamente prima di applicarlo.
Consigliamo, prima di utilizzare l’anacrosina, di rimuovere l’eventuale polvere sulla superficie del dipinto con l’aiuto di una pennellessa a setole morbide. Se dal successivo esame del film pittorico, questo risulta compatto e senza decoesioni allora possiamo proseguire con l’intervento di pulitura, altrimenti consigliamo di sospendere il lavoro e valutare un preventivo intervento di consolidamento del film pittorico.
Stendere il dipinto sul tavolo da lavoro e distribuire l’anacrosina uniformemente su tutta la superficie pittorica con l’aiuto di un pennello.
Lasciare asciugare completamente l’anacrosina applicata. Generalmente sono sufficienti 15 minuti anche se il tempo di asciugatura varia a seconda della temperatura ambiente e dalla quantità di anacrosina utilizzata. Rimuovere quindi la crosta formatasi, possibilmente utilizzando una spugna marina naturale dopo averla inumidita con acqua demineralizzata calda (non bollente).
Se necessario ripetere il processo fino a quando il dipinto risulterà perfettamente pulito. Si consiglia di aggiungere all’acqua demineralizzata utilizzata per il risciacquo dell’anacrosina il 3% di nipagina, per evitare l’eventuale formazione di muffe sul film pittorico e sulla tela a causa dell’umidità generata dall’intervento stesso.
Al termine dell’intervento di pulitura con anacrosina sarà necessario asciugare accuratamente il dipinto.
Si consiglia in ogni modo, di effettuare un saggio dell’intervento sopra descritto in una zona più nascosta del dipinto“.

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