Come pulire e restaurare dipinti (e cornici) riportandoli alla loro iniziale bellezza (parte 2)

Circa un anno fa avevo scritto un post con lo stesso titolo (che vi invito a leggere) e ora mi accingo ad aggiungere altre informazioni sull’argomento.

Restaurare i quadri di famiglia, quelli che da sempre girano da una casa all’altra o da una camera a un’altra, è sempre un’emozione piacevole. Dopo averli ripuliti dallo sporco, talvolta ci si accorge che non è ancora sufficiente in quanto magari sono stati per decenni in posti umidi o assolati (e.g. una cantina o una veranda) che ne hanno alterato i colori o, peggio ancora, hanno procurato muffe o scrostature.

Inizia allora la parte più creativa. Superata la paura iniziale di poter peggiorare la situazione, si prendono i pennelli e i colori della medesima tipologia (e.g. a olio) e si mescolano i tinte in modo opportuno per poter operare al meglio. Relativamente al ritocco dei punti in cui manca il colore o dove comunque deve essere pennellato nuovamente in quanto alterato o sbriciolato, mi sono tornati assai utili (per risalire ai colori da mischiare per riottenere la tonalità originale presente nel dipinto) sia il libro I colori di Ian Sidaway sia la classica Ruota dei colori (**).  Soprattutto il primo fornisce indicazioni assai accurate tramite apposite tavole, specifiche per diverse tecniche di pittura (i.e. olio, acrilico, acquarello). Ovviamente sono indicazioni di massima, in quanto sia quella specifica tipologia di colore non risulta talvolta disponibile se non in una marca specifica difficile da reperire, sia le caratteristiche di un colore dipendono anche dalla marca stessa del prodotto effettivamente utilizzato: sta comunque poi alla sensibilità personale diluire e miscelare a dovere il tutto con anche altri colori per ottenere davvero il colore desiderato, … o almeno uno molto simile 🙂!

I colori  (Ian Sidaway): fornisce indicazioni assai accurate e specifiche per ciascuna tecnica di pittura (e.g. olio, acrilico, acquarello) [1]
I colori (Ian Sidaway): fornisce indicazioni assai accurate e specifiche per ciascuna tecnica di pittura (e.g. olio, acrilico, acquarello) [2]

La difficoltà maggiore non è però quella di ritrovare il colore, ma di cercare d’imitare lo stile e la pennellata di chi aveva originariamente dipinto quel quadro specifico. Benché alcuni di quei pittori non li ho neppure conosciuti essendo morti da tempo, è un po’ come immedesimarsi in loro! Anni fa avevo addirittura ritoccato alcune opere a carboncino di mio bisnonno, prima d’inquadrarle sotto vetro… ed è stato un po’ come incontrarlo virtualmente attraverso quelle sue opere giunte miracolosamente fino a me!!

Savonarola di Bartolomeo Dalmazzo (mio bisnonno)

Magari può succedere addirittura che una medesima miscela di colori possa essere utilizzata per ritoccarne più di uno. Così, pian piano, i colori spenti o deteriorati ritornano a risplendere e alla fine, uno alla volta, quei dipinti rinascono!
Non so certo se sono venuti proprio come erano originariamente, ma sicuramente sono meglio di come li ho trovati, dimenticati da anni dove le condizioni ambientali non potevano che deteriorarli talvolta pesantemente! 🙄

Diversi dei dipinti che ho restaurato sono studi giovanili (o bozze trovate sul retro di un altro dipinto dopo averlo tolto dalla cornice!) di mio zio Mario, un pittore di famiglia che ho sempre apprezzato molto. Non sono certamente i sui dipinti migliori, anzi ne sono solo l’ombra, ma penso sappiano dire qualcosa a chi li guarda, o almeno lo dicono a me che conosco, almeno parte, la sua produzione successiva.
Ecco uno dei dipinti come è ora e come era ridotto prima, dopo essere stato per decenni un una veranda umida:

Nel seguito mostro un altro bel dipinto di mio zio, più recente, che risulta rovinato in diversi punti:

L’ho lasciato per ultimo, in quanto è quello che apprezzo maggiormente tra quelli che ho: obiettivo futuro sarà quello di riportare anche quello nelle condizioni originarie.
Per ora, accontentatevi di quello che ho realizzato (molto più semplicemente) tramite un’operazione di fotoritocco:

Gli altri dipinti che ho già restaurato li puoi vedere in questa mia pagina Facebook! 🤗, ad esempio questo di Andreina Vaccari:

Il passo finale è poi quello di utilizzare una vernice protettiva satinata o brillante, a seconda del soggetto e delle personali preferenze: quella contribuirà a mantenere nel tempo il lavoro di restauro effettuato. Nota: io preferisco distendere a pennello la vernice finale in quanto, secondo me, si riesce a distendere più uniformemente della sua versione spray, contrariamente a quanto uno potrebbe pensare. Utilizzando i prodotti non spray si ha anche il vantaggio di poter mescolare a piacere la loro versione opaca e lucida in modo da ottenere il risultato desiderato: vedi Vernice finale su un dipinto a olio: istruzioni per l’uso | Enzo Contini Blog.

Vernice spray protettiva satinata o brillante, a seconda del soggetto e delle personali preferenze

ATTENZIONE: se si è usato per la pulizia del dipinto un prodotto di tensioattivi e solventi organici tipo il Solva-gel (descritto nel vecchio post), è necessario poi eliminare bene il prodotto residuo con acqua (con un telo o con del cotone imbevuto) e/o con un prodotto di pulizia a base di petrolio. Un po’ come se si fosse usato del sapone neutro che poi deve essere sciacquato!
Diversamente, se ad esempio si spruzza una vernice finale opaca, c’è il pericolo che, facendo reazione con quello, dopo qualche minuto diventi di un opaco biancastro, velando impropriamente il dipinto e si debba quindi agire per eliminarla!!

Esempio di prodotto che è necessario passare dopo avere usato per la pulizia del dipinto dei tensioattivi e solventi organici tipo il Solva-gel, in modo da eliminare bene i residui del precedente prodotto

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