Fare lo scrutatore in una elezione è un’esperienza che fa comprendere diverse cose 🙄

Fare lo scrutatore in una elezione è un’esperienza da fare almeno una volta nella vita in quanto ti fa comprendere diverse cose che diversamente potresti forse solo intuire ma, come sempre, toccare con mano ha sempre un effetto assai diverso!

Ora che è passata qualche settimana dalle ultime votazioni in cui sono stato chiamato come scrutatore e mi sento quindi più distaccato da quegli eventi, posso cercare di provare, con più calma e quindi forse con maggior obiettività, a descrivere alcune mie impressioni ed esporre alcune considerazioni personali.

Ho già scritto il post Come ottenere il compenso per i componenti di seggio delle attuali elezioni (scrutatori, segretari e presidenti) dove ho evidenziato come, soprattutto per un giovane disoccupato, il compenso di uno scrutatore non sia indifferente: infatti, nonostante il numero elevato di ore in cui uno risulta impegnato, in buona parte sono di sola attesa per cui, se si sanno sfruttare opportunamente questi tempi morti (e.g. leggere un buon libro, chiacchierare piacevolmente con i “colleghi”di seggio, telefonare per sbrigare faccende personali da remoto), risultano comunque ben impiegati!! 
Avevo già anche evidenziato come, nonostante la disoccupazione giovanile crescente e nonostante anche nel sito Facebook di Informa Giovani di Torino fosse stato per tempo pubblicato un post che pubblicizzava tale opportunità, mi sembra ci siano state difficoltà nel reperire persone che accettassero questa tipologia di incarichi (non dico tanto quello di presidente di seggio, che richiede alcune competenze specifiche, ma anche solo quello di scrutatore con assai meno responsabilità), se è vero che sono state chiamate anche persone, come me, che erano unicamente iscritte nell’Albo degli scrutatori (talvolta senza mai essere state chiamate da decenni) benché non avessero esplicitamente dato la loro disponibilità a ricoprire l’incarico di scrutatore per queste elezioni specifiche. Infatti, io stesso non ne avevo fatto richiesta esplicita pur avendo richiesto l’iscrizione in quell’Albo, in quanto – sebbene tale richiesta fosse stata accolta avendone io i requisiti – nella email che lo notificava avevo trovato indicata questa precisazione: tale iscrizione all’Albo decorre a partire dal mese di gennaio dell’anno successivo alla presentazione della domanda, se inviata entro il mese di novembre“. Quindi non poteva essere ancora considerata valida per le elezioni imminenti di ottobre 2021!

Formalmente, sembra che si debba essere iscritti all’Albo degli scrutatori da almeno il novembre dell’anno precedente la consultazione in cui si può essere chiamati come scrutatori
Se uno fa la richiesta di poter essere scrutatore per una elezione, questa viene rifiutata se non sono trascorsi i termini dall’accettazione a far parte dell’Albo degli scrutatori (“dal mese di gennaio dell’anno successivo alla presentazione della domanda, se inviata entro il mese di novembre“).

Ma sono stato sorpreso ancor più nel vedere accettati come scrutatori dei giovani che semplicemente si erano presentati in strada, fuori dai seggi, il sabato pomeriggio (sperando nella defezione di qualcheduno in quel primo incontro tra scrutatori e il suo presidente di ciascun seggio) e che non erano neppure iscritti in quell’Albo che richiede immagino specifici controlli per verificare l’idoneità del soggetto a ricoprire tale ruolo: insomma mi è sembrato un qualcosa contro quelle “regole” citate, benché alcune forse non fossero del tutto logiche, come quella indicata, relativa a dover aspettare all’anno successivo! Insomma, sembra che un conto siano le regole formalmente definite e un’altra sia poi la realtà imposta dalle situazioni al contorno… 🤔

Ma quello era solo il primo di molteplici aspetti “strani” che avrei avuto modo di vedere e sperimentare di persona in quelle giornate!

Sempre in quel mio post avevo anche già evidenziato come la procedura per inoltrare la richiesta di pagamento fosse risultata sia semplice, in quanto informatizzata, sia sicura, richiedendo un’autenticazione con SPID (seppure, a oggi – a distanza di diverse settimane – nessun accredito sia stato ancora effettuato, neppure per le prime consultazioni! 🙄🤔) … quindi una procedura assai più avanzata di quelle che ho personalmente visto ancora in essere durante lo spoglio delle schede e il loro inoltro… procedure direi probabilmente rimaste immutate dall’inizio della Repubblica (o forse anche più), nonostante i tempi siano assai cambiati! Avevo preannunciato che avrei avuto occasione di parlarne in un altro successivo post… vale a dire in questo, in cui cercherò appunto di fare alcune considerazioni a supporto di quella mia precedente affermazione!!!

Partiamo dal numero sia di partiti votabili sia dei candidati sindaci nella mia città di Torino: rispettivamente 30 partiti e 13 candidati da sindaco. Il numero poi delle persone che potevano essere indicate tra le preferenze non mi sforzo neppure a contarle, ma sono centinaia tra elezione del Consiglio Comunale e di ciascuna delle Circoscrizioni amministrative! Per curiosità sono andato a vedere su Wikipedia quanti fossero i partiti alle prime elezioni del ’46, quando penso erano state messe in atto le procedure di spoglio ancora oggi probabilmente in vigore: c’erano 11 partiti rispetto ai 30 attualmente presenti in questa consultazione.


È vero, stiamo parlando di una grande città, ma ciò non toglie che sconcertante è l’impressione che un cittadino come me ne deriva, anche solo guardando quei papiri appesi ai muri! … tanto più quando uno è uno scrutatore e pensa che nello spoglio delle schede teoricamente potrebbero esserci, per ciascuna, anche due preferenze tra quelle molteplici!! 😲 Per fortuna, a posteriori (i.e. terminato cioè lo spoglio) scopri poi che ben pochi indicano delle preferenze e, inoltre, quelle eventualmente presenti sono un piccolo sott’insieme dei potenziali nominativi presenti in quel lungo elenco!

Le regole sulla scelta delle eventuali preferenze poi non sembra fossero così ovvie e (da quanto ho potuto vedere durante lo spoglio) soprattutto conosciute dai votanti: le due possibili scelte dovevano essere entrambi di un medesimo partito o bastava che fossero all’interno di partiti di un’unica coalizione per un medesimo sindaco? La regola che i due dovessero poi essere di sesso differente (pena l’annullamento di entrambi le preferenze) mi è sembrata poi davvero ridicola, oltre che poco nota. Con l’intento di favorire la presenza di un maggior numero di rappresentanti femminili, si è giunto a formulare una limitazione sulle scelte dell’elettore. Non bastava imporre ai partiti di stare entro certe proporzioni per garantire comunque una parità tra i sessi? Si noti, poi, che è risaputo che i votanti siano in percentuale più donne, per cui non mi sembra proprio che ci sia, in questo contesto, comunque una voluta condizione di disparità tra i sessi!🤔 Ben altre sono le situazioni in cui il “sesso debole” risulta svantaggiato e quella regola elettorale semmai mi sembra si limiti a offuscare quelli che sono quei problemi reali…

La dimensione di almeno una delle schede elettorali, quella relativa alla scelta del sindaco, era davvero impressionante, al limite del ridicolo! Le schede pubblicitarie di esempio, ricevute nelle buche, presentavano una dimensione “umana” (29×50), mentre quella reale, che uno si è poi trovato di fronte quando ha votato, era grande più del doppio: nemmeno questo potesse servire a renderla più chiara e comprensibile ai cittadini più accecati!! Quanti elettori si sono soffermati diversi minuti dentro il seggio nel tentativo di ripiegare a dovere quel papiro e quanti hanno poi comunque desistito imbucandolo malamente nell’urna dopo aver fatto del loro meglio… 🙄
La foto seguente forse non rende bene l’idea delle dimensioni delle schede (anche perché la più grande viene ritratta parzialmente piegata), ma chiunque sia andato a votare non può che essere d’accordo con me:

La dimensione di almeno una delle schede elettorali, quella relativa alla scelta del sindaco, era davvero impressionante

Alcuni oggetti in dotazione a ciascun seggio erano poi reperti storici da museo: a partire dalla matita indelebile, opportunamente temperata e talvolta di dimensioni oramai assai ridotte, alla luce sopra ciascuna cabina – collegata a una presa appositamente predisposta in altezza (probabilmente da decenni, seppur utilizzata solo in tale occasione ricorrente) e appesa a un poco estetico gancio e con lampadina a incandescenza (di quelle non più in vendita per legge dal 2009), per finire ai timbri per la data e per contrassegnare il seggio specifico (il primo di pessima fattura – simile a uno che avevo da bimbo per gioco e che difficilmente fornisce una stampa leggibile -, il secondo davvero un raro manufatto storico!).

Lampadina a incandescenza non più in vendita da più di un decennio
Timbri che hanno sicuramente innumerevoli decenni

In contrapposizione a quegli oggetti “antichi” che si ha modo di scoprire facendo lo scrutatore, c’erano poi, parcheggiate nei corridoi, esempi di quello che, per lo meno in apparenza, dovrebbe essere il simbolo del nuovo che avanza in quei luoghi designati all’insegnamento: solo il tempo saprà obiettivamente giudicare… 🙈

Le nuove seggiole che dovrebbero rappresentare il “nuovo” che avanza nelle scuole…

Mentre fare lo scrutatore non richiede particolare impegno concettuale, fare il presidente di seggio reputo sia un compito gravoso, principalmente per la burocrazia e le molteplici regole che devono essere rispettate e che vanno, a mio parere, ben al di là della correttezza e scrupolosità nell’analisi dei voti.
Il numero sia dei registri da compilare sia delle buste – anche di enormi dimensioni improbabili – da poi riempire con molteplici documenti cartacei, è ben al di sopra di ogni più pessimistica ipotesi che avrei potuto fare! Modello 34/CON con le tabelle di scrutinio, Modello 19/CON con il verbale delle operazioni dell’ufficio elettorale di sezione (da consegnare al rivelatore della raccolta dati non appena terminano le operazioni di scrutinio delle liste), ecc… ecc…
Inoltre, il numero di firme che devono essere apposte da presidente, vicepresidente (scelto casualmente tra gli scrutatori), scrutatori, rappresentanti di lista, è impressionante. Infatti, non solo ciascuna scheda elettorale deve essere preventivamente firmata da uno scrutatore e timbrata (operazione questa che può avere un suo senso per impedire l’introduzione di voti falsi), ma anche molteplici pagine dei diversi registri devono essere firmati da tutti!!! Teoricamente dovrebbero essere firmate alla fine dello scrutinio, quando le diverse sezioni sono state compilate, per confermarne la validità di quei dati inseriti, ma è oramai assodato (ho chiesto a più amici che hanno fatto come me lo scrutatore) che, essendo tali firme decine e decine, queste vengono apposte su pagine in bianco precedentemente, vale a dire nei tempi morti della giornata: perciò, come spesso avviene, l’eccessiva apparente garanzia di controllo, in pratica si traduce in una buffonata! Come la formalità che prevede che uno degli scrutatori dichiari, formalmente firmando, che durante lo scrutinio ha preso una per una le schede dall’urna, quando invece è ben risaputo che generalmente il contenuto di un’urna viene rovesciato su un tavolo e le schede vengono poi aperte e smistate da tutti in simultanea, diminuendo così drasticamente i tempi e senza per questo invalidare per nulla la correttezza dei risultati. Insomma questa, come altre regole, introducono solo burocrazia e complicazioni formali, assolutamente inutili a garantire una presunta maggior correttezza di uno scrutinio.

Compassionevole (non riesco a trovare un aggettivo migliore!) è poi la periodica presenza nei corridoi e nei seggi, di rappresentanti delle diverse liste, anime in pena che, soprattutto durante gli scrutini, sono pronte a tutto per non vedere invalidato un voto della propria coalizione!

Oramai diversi presidenti si avvalgono di qualcuno che operi su un computer utilizzato, alla bene meglio, per poi avere tutti i dati utili per la compilazione dei molteplici papiri cartacei! I più organizzati, hanno già preventivamente creato appositi fogli Excel che, più o meno automaticamente, sono in grado di fornire appropriatamente i desiderati dati aggregati richiesti: si tratta di quegli stessi dati che poi, in buona parte, serviranno solo esclusivamente per compilare a posteriori dei registri voluminosi, quale quello pensato per apporre, su tabelle cartacee, una crocetta singola per ogni voto dato a ciascun partito/preferenza!!! Insomma un metodo amanuense che ricorda i primordi di qualsiasi metodologia di scrutinio…
Insomma, alla fine dello scrutinio per ciascun seggio vengono riempiti due borsoni enormi, pieni di buste enormi con molteplici documenti/registri (oltre che ovviamente le schede) che poi vengono chiuse ermeticamente, firmate e timbrate ai bordi, per poi essere consegnate personalmente a mano dal presidente in un luogo prestabilito. Non oso pensare quanto spazio debbano poi occupare tutti i borsoni consegnati da tutti i seggi di una metropoli come Torino: per di più dovranno rimanere per anni a disposizione, prima di poter essere finalmente portati al macero e avere tutta quella carta riciclata. Ho letto in un articolo, relativo alle elezioni europee del 26 maggio 2019, che erano state stampate oltre 66 milioni di schede elettorali che per legge, possono tornare a nuova vita anche dopo 5 anni dalla consultazione!! Quei dati seppur relativi a un’altra tipologia di consultazione e datati di qualche anno, danno comunque un’idea – verosimilmente veritiera a tutt’oggi per qualsivoglia tipologia di consultazione elettorale – sia del numero di schede stampate sia dei tempi di stoccaggio di quelle votate. Quanti alberi abbattuti per produrre tanta cartaccia, archiviata poi per così lungo tempo! Per non pensare, infine, ai costi globali di ciascuna consultazione in un sistema di votazione così strutturato: si parla di circa 400 milioni di euro! Insomma la paga delle 6 persone presenti in ciascun seggio (1 presidente, 1 segretario, 4 scrutatori – di cui uno verrà nominato vice-presidente) sembra proprio incida in minima parte in questo processo costoso che coinvolge anche molteplici altri attori (e.g. grafici, copisterie, forze dell’ordine, scuole con parte del loro personale, addetti comunali)!

Una delle pagine del manuale che indica quali documenti inserire nelle diverse enormi buste, prima che queste vengano inserite in due grandi borsoni da portare personalmente in un luogo convenuto

Mi chiedo: non basterebbe che fosse almeno fornito a ciascun presidente di seggio un file Excel univoco, appositamente già predisposto per inserire i dati provenienti dal conteggio delle schede elettorali del seggio e strutturato in modo da derivare automaticamente i dati aggregati desiderati? Tale file potrebbe poi essere inviato digitalmente, magari opportunamente criptato e dopo un accesso sicuro a un portale (e.g. tramite lo SPID del presidente di seggio)! Non sto parlando di un sistema che consenta a un cittadino di votare eventualmente anche da casa, accedendo direttamente lui – con autenticazione sicura (e.g. SPID, CIE) – a una pagina Web che consenta di esprimere il proprio voto, bensì solo di un semplice file predisposto da compilare e da poi trasmettere digitalmente in modo sicuro! Le banche e le società di consulenza finanziaria operano così già da decenni e penso che questo sia per tutti, anche per i non tecnici, una conferma che la tecnologia per poterlo fare esiste da tempo e la sicurezza intrinseca in quelle loro procedure sia sicuramente analoga, se non superiore, a una “cartacea”, oltre a essere più comoda e veloce. L’uso di metodi di autenticazione sicura poi, sono diventati assai comuni e risultano ora addirittura gli unici consentiti per accedere ai siti della Pubblica Amministrazione: perciò, richiedere a un presidente di seggio di doverla possedere, non mi sembra un requisito penalizzante! Se si pensa poi che negli Stati Uniti, una delle democrazie considerate più consolidate, si può votare da tempo addirittura per corrispondenza, viene davvero da chiedersi il perché di questo ritardo secolare, per effettuare delle votazioni, nell’utilizzo di metodologie informatiche (a qualsiasi livello, dal semplice file Excel per riportare e raggruppare gli esiti, alla votazione anche da casa tramite un proprio computer) . Senza pensare ai vantaggi in termini di risorse sia umane sia economiche
Forse che l’elettore si possa sentire più coinvolto se deve recarsi in un seggio e usare la matita indelebile per apporre una X? Mi viene in mente, a tale proposito, la canzone Le elezioni di G. Gaber che, pur essendo molto datata, ironicamente sa esprimere alcune considerazioni sempre valide sulle democrazie odierne fondate sulla delega e sulla partecipazione dell’individuo quasi unicamente per apporre una X su un foglio, generalmente poco convinto della propria scelta, magari pilotata principalmente da pubblicità ingannevole o comizi in cui si dice di tutto e di più, senza badare troppo alla realtà dei fatti! Insomma, una vittoria dei più astuti più che una dei più competenti e capaci… Mi ha sempre dato fastidio, tra l’altro, che per essere eletto rappresentante politico non ci sia la necessità di avere una qualsivoglia qualifica scolastica, quando invece oramai questa è richiesta ovunque, spesso una laurea soprattutto se non si tratta di un lavoro di esclusiva manovalanza! E poi, quale divario culturale e di sostanza esiste tra diversi politici attualmente eletti e quelli presenti alle origini della nostra Repubblica!

Se infine andassimo ad analizzare la tipologia dei votanti, probabilmente scopriremmo sia una bassa percentuale di persone giovani (i.e. < 30 anni) indice di un allontanamento delle giovani generazioni dalla partecipazione attiva a qualsiasi minima forma di politica, sia la presenza anche di persone quasi incapaci d’intendere oltre che di manifestata ignoranza e asocialità.
Certo questa mia ultima affermazione si basa esclusivamente dalla mia personale esperienza su di un seggio specifico, ma ho ragione di supporre che possa essere in qualche modo generalizzata se è vero che diverse sono state le schede contenenti insulti/disegni inappropriati o contrassegnate con più voti posti su simboli di partiti addirittura collegati a raggruppamenti per sindaci differenti. Da segnalare anche situazioni disdicevoli in cui, ad esempio, dando la precedenza a entrare nel seggio a un invalido o a una mamma con bambino piccolo, si generano lamentele in qualche presente perché deve aspettare pochissimi minuti in più passando dopo! Per non parlare di chi è rimasto nella cabina anche molto più di 10 minuti: certo la dimensione delle schede non aiutava nel ripiegarle a dovere, ma a tutto c’è un limite!
Insomma, seppur la democrazia parlamentare sia probabilmente la forma di governo migliore in quanto la sovranità è esercitata, direttamente o indirettamente, dal popolo, non è difficile immaginare come talvolta possa non portare ai risultati più consoni!

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Note

In previsione dei numerosi votanti che non avevano la scheda elettorale o la presentavano scaduta (e.g. nessun posto rimasto per il timbro), in ogni seggio c’era generalmente affisso questo foglio d’istruzioni di cui può sicuramente utile tenerne memoria anche in futuro 😉:

Uffici elettorali a Torino dove recarsi in caso di tessera elettorale non aggiornata o con spazi per la certificazione del voto completi

Per qualsiasi comunicazione si può contattare l’ufficio del servizio elettorale, ad esempio essendo convocato per notificare una propria indisponibilità a ricoprire il ruolo di scrutatore allegando opportuna documentazione.

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Informazioni su Enzo Contini

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