Leggo in un trafiletto del Venerdì di Repubblica del 20/04/2012 la seguente notizia che penso sia importante evidenziare.
Riporto integralmente il testo pubblicato:
“Si fa presto a dire: contro il traffico e l’inquinamento, puntiamo tutto sulla bicicletta. Certo tra incentivi sull’acquisto delle due ruote e bike sharing sarebbe scorretto affermare che in Italia gli investimenti pubblici siano mancati.
C’è però ancora molto da pedalare per arrivare ad una piena equiparazione dei diritti dei ciclisti a quelli di chi si sposta in auto o con altri mezzi a motore. Un caso è quello segnalato da un lettore di Pesaro, comune dell’Italia di mezzo dove la bici è una realtà diffusa: chi si muove in bici per andare a lavorare – magari usufruendo proprio del bike sharing approntato dal Comune, non è coperto dall’INAIL in caso di incidente lungo la strada.
La legge riconosce due sole fattispecie: l’incidente avvenuto su pista ciclabile e quello su zona interdetta al traffico di veicoli a motore. Ma quanti italiani si ritrovano con una pista ciclabile tra casa ed ufficio?” (rubrica Diritti & Rovesci)
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P.S. [12/04/2016]
Dalla Circolare di lavoro e previdenza n.8 del 26 febbraio 2016:
La nuova norma del 2/2/2016 rende indennizzabili tutti gli eventi occorsi in bicicletta indipendentemente da:
- sussistenza di mezzo pubblico;
- possibilità di effettuare il percorso a piedi;
- presenza di pista ciclabile.
Si tratta di una novità importantissima, che mira ad incentivare l’uso della bicicletta e decongestionare le città.
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