Tra le non piacevoli conseguenze della prossima diffusione del 5G per tutte le frequenze previste da quello standard sul territorio nazionale, c’è il cambio d’utilizzo di alcune frequenze attualmente riservate al digitale terrestre e, conseguentemente, al cambio anche dei metodi di codifica utilizzati dal nuovo standard che verrà adottato.
Sembra ieri che si sono dismessi migliaia di TV a tubo catodico dopo che per qualche anno molti erano sopravvissuti grazie a decoder digitali esterni che, oltre a costare uno sproposito (almeno inizialmente), per poterli pilotare richiedevano l’utilizzo di un fastidioso secondo telecomando, in aggiunta a quello del televisore. Insomma, seppure la definizione dell’immagine non fosse sempre migliore rispetto a quella del “vecchio” TV a tubo catodico, soprattutto per il minor spazio occupato, molti erano passati in pochi anni alla TV a led (dopo che altre tecnologie analoghe avevano nel frattempo avuto meno successo, soprattutto per via degli alti consumi- e.g TV al plasma). Io non ero stato certo tra i primi ad acquistarne uno, anche perché non guardo molto la TV: anzi, i primi acquirenti di TV di quella nuova tecnologia erano stati anche loro colpiti dal cambio di metodologia da analogico a digitale terrestre e spesso si erano dovuti dotare anche loro di un decoder esterno, qualora non fosse previsto un upgrade del TV seppur acquistato da pochi anni.
Ora si presenta uno scenario analogo, ma direi ancora più fastidioso in quanto non si percepirà almeno il vantaggio di avere un oggetto meno ingombrante seppur consentendo una dimensione dell’immagine maggiore. È vero, la qualità dell’immagine sarà forse ancora migliore, ma chi di noi sarà in grado di apprezzare pienamente tale miglioria se non si possiede un TV di più di 50″?
Ma nella nostra società dei consumi, oramai non ci si fa nemmeno più tanto caso a sostituire un TV dopo anche meno di 5 anni, sempre che non si sia rotto prima… In quest’ultima evenienza non improbabile, ripararlo probabilmente non sarebbe nemmeno convenuto né in termini di qualità né economici essendo i prezzi di vendita drasticamente scesi a parità di definizione video!
A questo punto, quindi, non resta che rassegnarci e magari cercare di scoprire fin d’ora se il nostro TV sarà compatibile con il nuovo standard. Le televisioni vendute dal 2017 in poi sono sicuramente compatibili poiché per legge devono essere dotate di quel decoder di ultima generazione integrato. Invece, per le TV vendute prima del 2017 non è sicura la compatibilità, soprattutto se di marche/modelli economici.
Per sciogliere ogni dubbio e sapere eventualmente di che morte dobbiamo morire, per fortuna c’è un metodo assai agevole per scoprire se il nostro TV è compatibile col nuovo digitale terrestre, cioè abbia integrato un decoder dvb-t2 e che sia compatibile con la decodifica dello standard h265/hevc alias High Efficiency Video Coding. Basta infatti effettuare una ricerca su Internet a tale proposito (oltre che, mi dicono, ascoltare alcune indicazioni diffuse tramite alcune pubblicità alla TV) per scoprire che è sufficiente collegarsi al canale 100 (canale di test RAI) o canale 200 (canale di test Mediaset) per vedere se compare la seguente videata, che fornisce appunto l’indicazione che la TV è compatibile al nuovo standard:

Per fortuna il mio TV Samsung The Frame UE43LS003, seppur datato di qualche anno, risulta compatibile 🙂
Se invece tu non vedi quella videata sul tuo TV, purtroppo ci sono buone possibilità che non sia compatibile: in quel caso, la scelta di acquistare nuovamente un decoder esterno non so se ti convenga se non, minimamente, solo economicamente!
Le tempistiche di migrazione al nuovo standard, se rispettate, ho visto sono le seguenti:
- Dal 1° settembre 2021 al 31 dicembre 2021: (Area 2 e Area 3) Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna e le province di Trento e di Bolzano.
- Dal 1° gennaio 2022 al 31 marzo 2022: (Area 1) Liguria, Toscana, Umbria, Lazio, Campania, Sardegna.
- Dal 1° aprile 2022 al 31 giugno 2022: (Area 4) Sicilia, Calabria, Puglia, Basilicata, Abruzzo, Molise, Marche.
Nella prima fase del passaggio, i canali DTT abbandoneranno lo standard MPEG-2 per usare esclusivamente l’MPEG-4 (attualmente impiegato solo dai canali HD, quelli dal 500 in su). La transizione definitiva invece avverrà a luglio del 2022 con il passaggio allo standard HEVC.
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Vedi anche i seguenti articoli dai quali ho dedotto diverse delle informazioni presenti in questo post: