Ho visto che circolano anche su facebook foto di spregio di culture e simboli religiosi, con commenti che incitano a diffonderle il più possibile.
Invece il mio suggerimento è semplice ed è opposto a quello di chi ha effettuato il post di tali foto, cioè NON CONDIVIDETELE (e, se per caso le avete già condivise, cancellate quei vostri post)!
NON CONDIVIDETE foto di cretini qualsiasi (i cretini si equivalgono in tutte le società e culture) che vogliono, nella loro stupidità, fomentare l’odio tra Popoli, religioni e culture.
NON CONDIVIDETE foto di quella tipologia perché è quello che vogliono proprio questi cretini.
NON CONDIVIDETELE così come penso non fareste per foto analoghe che altri cretini (anche italiani) più volte hanno diffuso sui social network (dove anziché una statua “simbolica” di una religione c’era una persona, quindi direi ancora peggio).
NON FATE IL LORO GIOCO, non aiutateli a fomentare tale odio, non abbassatevi al loro stesso livello culturale!!! Loro contano proprio sul vostro aiuto per diffondere quel loro messaggio di odio e stupidità!
Purtroppo ci pensano già certi quotidiani e settimanali che mettono troppo spesso anche in prima pagina immagini che sarebbe bene non mostrare, facendo così (consapevolmente) il gioco voluto dagli stessi malviventi, … e questo solo per vendere qualche copia in più o, ancor peggio, per favorire partiti politici che basano i loro voti sulle paure della gente e quindi incitano all’odio verso il “diverso”, in tutte le sue forme (e.g. religioso, razziale, sessuale).
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Riporto nel seguito alcune affermazioni forti di Papa Francesco che penso sia una delle guide religiose che ha compreso la realtà dei fatti …
“Quando parlo di guerra parlo di guerra sul serio, non di guerre di religione. Non c’è guerra di religione. C’è guerra di interessi, per i soldi, per le risorse naturali, per il dominio dei popoli. Tutte le religioni vogliamo la pace, capito?“. Sono parole di Papa Francesco, che sull’aereo che lo portava a Cracovia ha sottolineato che il sacerdote ucciso a Sanit-Etienne-de-Rouvay “è morto proprio nel momento in cui offriva la preghiera per la chiesa“.
Ma, aggiunge, “quanti, quanti cristiani, quanti di questi innocenti, quanti bambini vengono uccisi. Pensiamo alla Nigeria. Non obiettate ‘ma quella è l’Africa: è guerra, non abbiamo paura di dire questa verità: il mondo è in guerra perché ha perso la pace“.
“C’è una parola in italiano che non conoscevo quando sono venuto le prime volte, extracomunitario, ma proprio questa crudeltà è quello che fa che tu che sei di un altro paese, diventi un extracomunitario, ti portano via dalla comunità, è una cosa contro cui dobbiamo lottare tanto“. Lo ha detto Papa Francesco a una ragazza figlia di immigrati che a Bergamo ha subito episodi di razzismo e bullismo che l’hanno quasi spinta al suicidio. “Tu – le ha detto Francesco – sei stata molto coraggiosa. Ma è difficile lottare contro questo terrorismo della lingua, delle chiacchiere, degli insulti, di cacciare via la gente, con insulti o cose che fanno male al cuore“.
Francesco, accogliere migranti in fuga da guerre e fame.
“Si può perdonare totalmente?“, si è chiesto Francesco. “è una grazia – ha spiegato ai ragazzi che partecipavano alla ‘Festa degli italianì organizzata dalla Cei – che dobbiamo chiedere al Signore. Noi da noi stessi non possiamo. Facciamo lo sforzo, tu lo hai fatto ma è una grazia che ci dà il Signore: non è facile perdonare il nemico, quello che ti ha ferito, quello che ti ha fatto del male“. Nella sua risposta il Papa ha evocato un concetto già proposto in altri contesti: “le chiacchiere sono un terrorismo, è il terrorismo delle chiacchiere, la crudeltà della lingue o quello che tu hai sentito è come buttare una bomba e quello che la butta non si distrugge, questo è una cosa che noi dobbiamo vincere, e come si vince? Tu hai scelto la strada giusta, il silenzio, la pazienza, e hai finito con quella parola tanto bella, il perdono”. Bisogna, ha sottolineato, rispondere con la mitezza a questo “terrorismo della lingua. Stare zitto, trattare bene gli altri, non rispondere con un’altra cosa brutta, ma fare come Gesù, che era mite di cuore, e noi viviamo in un mondo dove a un insulto rispondi con un altro, ci insultiamo uno con l’altro e ci manca la mitezza. Chiedere la grazia della mitezza di cuore e quella è anche una strada che pare la strada al perdono“.
“Grazie – ha continuato Bergoglio rivolto alla ragazza figlia di immigrati – della tua testimonianza, tu parli di un problema molto comune fra i bambini e anche fra persone non bambini, la crudeltà. Guarda che anche i bambini sono crudeli talvolta e hanno quella capacità di ferirti dove più ti faranno male, di ferirti il cuore, di ferirti la dignità, di ferirti anche la nazionalità come è il tuo caso, e ti prendevano in giro con la lingua e le parole. Ma la crudeltà è un atteggiamento umano alla base di tutte le guerre“. “La crudeltà – ha concluso – che non lascia crescere l’altro, la crudeltà che uccide l’altro, la crudeltà che uccide anche il buon nome di un’altra persona, quando una persona chiacchiera contro un’altra è crudele, perché distrugge la fama della persona“. “Perdonare – ha poi concluso – non è facile. Perché uno può dire io perdono ma non mi dimentico, e tu sempre porterai con te questa crudeltà, queste terribili bruttezze che feriscono, e che cercano di buttarti via dalla comunità. Gesù dice porgi l’altra guancia, significa questo, lasciare nelle mani del Signore questa saggezza del perdono, che è una grazia, e noi faremo tutto il possibile per perdonare. Ti ringrazio della tua testimonianza“. (AGI)
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… e già prima dello scorso Natale aveva detto:
“C’è chi si consola dicendo: sono morti ‘solo’ venti bambini. Siamo diventati pazzi! Milioni di morti e tanti soldi nelle tasche dei trafficanti di armi. Si producono armi per bilanciare le economie. Sarà un Natale truccato“.
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Infine riporto nuovamente anche alcune considerazioni del Dalai Lama, sicuramente un’altra guida spirituale illuminata e consapevole: nelle sue parole invita addirittura a superare i limiti che esistono in tutte le religioni, andando alla ricerca di un qualcosa ancora al di sopra di quelle … e quindi condivisibile da qualsiasi uomo di buona volontà, anche ateo.
”Tutti vogliono vivere una vita tranquilla. Questa violenza, i terroristi, sono miopi. Le emozioni sono fuori controllo. E questa è una delle cause degli attentati suicidi. Non possiamo risolvere questo problema solo con la preghiera. Io sono buddista. E credo e pratico la preghiera. Ma noi esseri umani abbiamo creato questo problema e ora chiediamo a Dio di risolverlo. E’ illogico. Dio avrebbe detto ”risolvetelo da soli perché voi lo avete creato in prima istanza”. Abbiamo bisogno di un approccio sistematico per promuovere valori umanistici, dagli asili alle università. E’ nell’interesse di tutti”.
“Pregare non è abbastanza. Anche se sono un monaco buddista, credo che la soluzione vada trovata ‘oltre le religioni’, in una nuova ‘etica temporale’, che con senso comune e conoscenza scientifica promuova un approccio universale ai valori umani comuni”. Così la soluzione secondo il Dalai Lama è “un approccio sistematico per promuovere valori umanistici, di unità e di armonia. Se iniziamo a farlo ora, c’è la speranza che questo secolo sarà diverso dal precedente. E’ nell’interesse di tutti. Quindi dobbiamo lavorare per la pace delle nostre famiglie e della società, e non ci aspettiamo l’aiuto di Dio, di Budda o dei governi”.