La censura ai tempi di Facebook e dei suoi gruppi privati

Due settimane fa ho scritto un post in cui ho ripercorso, nel bene e nel male, diversi aspetti dell’ambiente di lavoro in cui ho trascorso ben 34 anni della mia vita prima di andare in isopensione. Li ho raccontati così come li ho visti e vissuti, fornendo anche particolari che difficilmente possono essere negati da chi ci lavora o ci ha lavorato. Anche se ovviamente ogni esperienza ha di per sé della soggettività, in quell’articolo ho cercato di essere il più sincero ed obiettivo possibile.

Ho poi inserito sul mio account Facebook, come solitamente faccio ad ogni mio nuovo post di questo blog, il link per poterlo raggiungere. Ho così ricevuto diversi apprezzamenti da alcune persone con cui ho lavorato ed una, in particolare, ha addirittura commentato “Solo applausi 👏 Ogni professionista IT o chi vuole intraprendere questo percorso dovrebbe leggere questo post! Mi sono ritrovato, nel bene e nel male, in questi passaggi. Enzo hai ancora molto da dare a questo ambiente: ci starebbe bene un libro recap“.

Ovviamente ciò non solo mi ha fatto molto piacere, ma mi ha anche invogliato a diffondere maggiormente quel mio articolo. Ho pensato quindi di condividere quel mio post su Facebook anche in due gruppi privati in cui potevano esserci persone interessate a leggerlo ed eventualmente commentare: Amici di CSELT e Dipendenti TIM.

Il risultato ottenuto è stato direi antitetico!

Nel primo, nonostante mi fossi appena iscritto in quel gruppo privato, non solo è stato subito pubblicato, ma il primo commento ricevuto recitava: “Benvenuto in questo Gruppo caro Enzo Contini. Ho già letto, sia pure velocemente, il LUNGO ED EMOZIONANTE POST sulla storia dello CSELT, delle sue Luci e delle sue Ombre. Per me è stato davvero un GRANDE REGALO DI NATALE, in ques’anno che ricordo come il 40° Anniversario dall’uscita dallo CSELT“. Inoltre un altro  ex collega che segue quel gruppo (ma che personalmente non ho mai conosciuto) lo ha persino condiviso in un altro gruppo privato, CSELTmuseum.

Ben diversamente è stato accolto il medesimo post dagli amministratori di Dipendenti TIM, nonostante da anni fossi iscritto in quel gruppo privato, pur non avendo mai contribuito. Non vedendolo approvare, dopo qualche giorno ho inserito un nuovo post con link diretto all’articolo del mio blog e non più quello al mio post sul mio account fb, ipotizzando che fosse quello stato il motivo. A distanza di qualche giorno mi arriva la notifica del rifiuto della sua pubblicazione con la seguente sintetica ed enigmatica motivazione: “??“. Supponendo quindi ora che quel rifiuto fosse imputabile al fatto di essere stato considerato off-topic (ad una lettura poco attenta sarebbe potuto succedere, in quanto le prime frasi fanno riferimento ad un film, Blade runner, da cui ho ripreso il titolo del post) inserisco nuovamente il link dell’articolo aggiungendo questa volta anche le seguenti frasi di esplicita spiegazione sul suo contenuto: “Come neo isopensionato, ho cercato di riassumere, nel seguente articolo, alcune delle cose viste nei miei 34 anni vissuti nell’Azienda. Ovviamente sarò ben felice di aggiungere ulteriori dettagli che mi sono sfuggiti e che invece alcuni di voi ricordano. Altrettanto ovviamente, se ci sono cose che ho scritto che non reputate vere, mandatemi un feedback nei commenti“.

A questo punto non solo non è stato pubblicato e rifiutato con una motivazione più o meno comprensibile, ma sono stato addirittura escluso da quel gruppo privato!! Una mia successiva richiesta di rientrare rimane poi inascoltata.

Ho quindi scritto ai due amministratori di quel gruppo, tramite il Messerger di Facebook essendo quello l’unico contatto disponibile, chiedendo loro gentilmente di fornirmi una motivazione dell’accaduto: anche così nessuna risposta!

Messaggio inviato ai due amministratori del gruppo privato  Dipendenti TIM

Ho aspettato più di una settimana prima di pubblicare questo post, sperando ancora sempre in una risposta di uno dei due amministratori di quel gruppo … ma nulla!

Eppure nella descrizione relativa a quel gruppo si recita: “Gruppo dipendenti TIM ed ex-colleghi pensionati senza esclusione alcuna. In questo gruppo sono accettate tutte le discussioni riguardanti la società in cui lavoriamo, il nostro lavoro ed informazioni sindacali“.

Devo ammettere che ci sono rimasto male, mi ha amareggiato ed anche un po’ disgustato. Mi è sembrata proprio quella forma di censura che l’Internet in cui credo, aperto al dialogo ed alla diffusione delle verità (anche scomode), non dovrebbe davvero avere. Penso proprio che questo sia uno dei problemi di alcuni gruppi privati gestiti malamente dai loro amministratori che bloccano tutti quei post che non sono in sintonia con quello che loro desiderano, seppur inseriti dagli aderenti al gruppo nel rispetto delle regole indicate nell’aderirvi. Questo comportamento non può che portare ad una visione distorta della realtà e non agevola quindi la discussione che è il primo passo verso un possibile miglioramento.

Evidentemente, meglio per loro che non si parli di certe cose, meglio continuare a far finta di niente, nella peggiore tipica mentalità italiana di omertà che non può non ricordare quella di una certa malavita (non vedo, non sento, non parlo) e che pone le solide basi affinché non si possa avere una qualsiasi forma di miglioramento reale.

Per di più nei gruppi privati fb, viene lasciato agli amministratori l’arbitrio di espellere membri a loro insindacabile discrezione, senza nemmeno darne una motivazione al “confinato”: questo  può dar quindi adito alla possibilità di comportamenti scorretti anche da un punto di vista della buona educazione. Insomma una “condanna” senza il diritto ad una sentenza e senza che nemmeno altri lo vengano a sapere (compresi gli aderenti al gruppo stesso). Insomma, un atteggiamento tipico delle migliori dittature! 🙄

… ed invece è bene che lo si sappia. È bene che gli appartenenti ad un gruppo privato sappiano come vengono filtrati i post dai suoi amministratori, in modo che giungano loro solo notizie di un certo tipo.

Io ti racconto la mia vita, il mio passato, il mio presente, anche se a te, lo so, non importa niente…“, cantava diversi anni fa Claudio Lolli. Ma anche se a qualcuno sembra non ne importi niente, poco male, io lo racconto lo stesso per chi ha orecchie per ascoltare, continuando ancora a credere in un mondo migliore!

Non mi resta ora altro che inviare ai due amministratori di quel gruppo, sempre tramite Messanger, il link anche di questo articolo in modo che ne siano a conoscenza ed abbiano  eventualmente modo di commentare.

_______

P.S. 13/5/2020

Ho appena ricevuto finalmente una risposta da uno dei due amministratori del gruppo in oggetto, sebbene dopo circa 6 mesi! Non proprio la risposta che avrei sperato, vale a dire quella con una spiegazione del rifiuto del mio post e della mia successiva espulsione dal gruppo privato, senza alcuna spiegazione ed ignorando per di più ogni mia successiva richiesta di rientro.

Insomma non la risposta sperata mesi fa … ma comunque una risposta! 🙂

Eccola:

Messaggio ricevuto oggi, 13/5/2020, tramite Messenger da uno dei due amministratori a cui avevo scritto 6 mesi fa

Nello screenshot di Messenger, riportato precedentemente in questo post, avevo lasciato visibili i nomi dei destinatari, cioè quelli dei due amministratori di quel gruppo chiuso. Perché, infatti, avrei dovuto nasconderli, essendo gli stessi ben visibili a tutti coloro (iscritti o meno al gruppo) che accedono a quella pagina di Facebook? Infatti lì, oltre al pulsante Join group per richiedere di essere ammesso al gruppo, vengono mostrate anche le sezioni About this group, Members (con ovviamente l’elenco di tutti i suoi amministratori e la possibilità di accedere a tutte le loro informazioni pubbliche presenti loro rispettivo account Facebook), Activity, Group rules from Admins.
Inoltre, “lesivo e diffamatorio” è forse dire ciò che è accaduto veramente e di cui si espongono e riportano dettagliatamente le prove?
E’ vero, io non sapevo e non so tutt’ora “chi sia tra i due amministratori ad avermi eliminato ne le motivazioni” per cui l’abbia fatto. D’altra parte era proprio di queste motivazioni che avevo gentilmente subito chiesto ad entrambi spiegazione con il mezzo più consono a mia disposizione, cioè il sistema di messaggistica associato al social network. Che uno degli amministratori di un sito/gruppo Facebook mi dica che non è tenuto a vedere almeno periodicamente le richieste ivi presenti, mi sembra poi davvero da incompetenti!! Messenger è stato appositamente creato da quel social network per consentire un contatto diretto tra visitatori e gestori di un sito Facebook, sia questo un privato, un negozio od un gruppo. Sinceramene è la prima volta che scrivo a dei referenti di un sito Facebook e costoro non mi rispondono … o uno di loro lo fa in modo inappropriato dopo diversi mesi!! Questo fa davvero pensare …

Faccio infine notare che, diversamente da quanto affermato in quella risposta che ho ricevuto, tra le regole che appaiono nell’apposita già citata sezione Group rules from Admins di quel gruppo, si disquisisce su chi fornisce le autorizzazioni ad entrare nel gruppo, ma non viene indicato chi non autorizza un post inviato da un iscritto (in generale tutti gli amministratori possono teoricamente farlo, ovviamente, ed anzi viene proprio in quelle regole specificato “gli amministratori si riservano il diritto di controllare preventivamente i post che vengono pubblicati nel gruppo“) e non viene assolutamente indicato chi può escludere un iscritto dal gruppo e per quali motivazioni. Perciò la mia scelta di inviare la missiva ad entrambi era dovuta e la mancata conoscenza dettagliata delle regole poste ad un gruppo da parte di un suo amministratore anche questo fa pensare …

Group rules from Admins di quel gruppo chiuso Dipendenti TIM

Insomma, per le ragioni sopra riportate, mi sembra sia alquanto ridicola la spiacevole minaccia, presente nel messaggio, di adire per vie legali qualora non eliminassi l’immagine dello screenshot del mio messaggio inviato a suo tempo su Messenger, (reputata addirittura diffamatoria).
Comunque, non mi è costato nulla annerire i due nomi in quello screenshot, cioè quelli di coloro che al tempo di pubblicazione di questo post erano i soli amministratori (oggi vedo che se ne sono aggiunti altri due in coda). Se basta solo questo per far piacere a qualcuno, perchè infatti non farlo?

Permangono, invece, non risposte le mie richieste di spiegazione avanzate mesi fa, ma di questo sembra non importi evidentemente molto a quegli amministratori… D’altra parte ora, a distanza di mesi e ricevendo per di più questo messaggio, in verità non importa più molto neppure a me!! 😦

Ovviamente ho dato risposta, sempre via Messenger, a quell’amministrato relativamente alle modifiche effettuate a questo post, evidenziando anche  l’aggiunta del seguente post scriptum.
Chissà se nuovamente si accorgerà della presenza di quel messaggio prima di sei mesi e solo per puro caso!! 🤔

Comunque i commenti pubblici ai miei post sono sempre ammessi e da me pubblicati senza esclusione alcuna … se non quella dell’educazione! 😊

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Informazioni su Enzo Contini

Electronic engineer
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7 risposte a La censura ai tempi di Facebook e dei suoi gruppi privati

  1. Monica Cossu ha detto:

    Ma se oggi ho scritto: grazie per avermi accettata nel gruppo….. Bloccata

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  2. Pingback: Ho visto cose che … | Enzo Contini Blog

  3. puntomaupunto ha detto:

    No. Quella non è “censura di Facebook”. Censura di Facebook è quando Zuckerberg ti impedisce di usare la piattaforma in assoluto. Come dico da un quarto di secolo almeno, in un gruppo privato ospitato da una piattaforma sono gli owner del gruppo che decidono cosa accettare; la piattaforma in quel caso è solo un veicolo.

    Insomma, puoi dire che è una censura di Marchione ed Esposito, e si può discutere sulla cosa (la mia posizione personale è che sono affari loro, ma riconosco che è una posizione minoritaria. Diciamo che se mi capitano situazioni del genere, me ne vado silenziosamente via perché è chiaro che non ci guadagnerei nulla anche solo a leggere); ma non che è un problema di Facebook.

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    • Enzo Contini ha detto:

      Certo Mau che non è la piattaforma Facebook il problema, ed infatti non l’ho intitolato “la censura di Facebook” bensì “la censura AI TEMPI di Facebook”. Certo è comunque che la piattaforma di per sé permette, come ho evidenziato nel post, anche comportamenti non democratici e alla luce del sole …

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      • puntomaupunto ha detto:

        Di nuovo, no. Quando ho scritto “un quarto di secolo fa”. parlo con cognizione di causa, visto che io ero a capo della gerarchia Usenet it.*, dove i newsgroup moderati funzionavano esattamente allo stesso modo: il moderatore poteva fare quello che gli pareva. Semplicemente noi gestori della gerarchia permettevamo di creare – se c’era interesse sufficiente – quanti gruppi moderati si volesse sullo stesso tema. Non ricordo se oltre a it.arti.cartoni non moderato ce ne fossero due oppure tre di moderati da fazioni diverse…

        Insomma, non c’è nulla di nuovo. Il punto è che la libertà di espressione non significa libertà di espressione in qualunque angolo, ma a livello più alto. Non è il caso di Facebook che è così pervasivo, ma di per sé si può pensare a un socialcoso di nicchia dove non c’è nessun obbligo che si accettino i post di qualcuno. Resta la scarsa educazione nel non rispondere alle richieste di chiarimenti: ma se capita come a me, mi ci vuole una vita prima di accorgermi che ho un messaggio da parte di una persona fuori dalla cerchia degli amici di faccialibro…

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        • Enzo Contini ha detto:

          La “regola” dovrebbe essere il “manifesto” del gruppo: se uno lo rispetta, un amministratore serio e corretto dovrebbe accettare un post di un iscritto e se i criteri ivi definiti perché uno possa entrare nel gruppo chiuso esistono/persistono, la persona dovrebbe essere accettata/rimanere.

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