Sicuramente a molti è sfuggita la notizia del successo di alcune associazioni di consumatori nel veder non solo abolita la modifica unilaterale, da parte di tutti gli operatori di rete fissa, della durata di un contratto mensile a soli 28 giorni, ma anche la possibilità di avere un rimborso per le spese maggiorate sostenute dal consumatore per diversi mesi a partire dal giugno 2017.
Sono usciti diversi articoli sui giornali che riportano particolari ed informazioni al riguardo su come ottenere questo rimborso. In particolare, io ho trovato piuttosto esaustivo un articolo apparso anche sul web lo scorso 1 novembre sul quotidiano La Repubblica. Da questa fonte direi autorevole si evidenzia che “hanno diritto ai rimborsi gli utenti che avevano una rete fissa Tim, Wind 3, Vodafone e Fastweb dal 23 giugno 2017. Al momento per averli bisogna essere rimasti con il proprio operatore, ossia non averlo cambiato nel frattempo“. Ovviamente quest’ultimo vincolo è assurdo, ma è anche in qualche misura comprensibile in quanto diversamente gli attori coinvolti nel rimborso sarebbero maggiori e quindi la procedura dovrebbe complicarsi seppur minimamente! Si legge che, in questo caso “l’Autorità deve ancora specificare le modalità e probabilmente dovremo aspettare l’insediamento del prossimo consiglio Agcom (l’attuale scade il 31 dicembre 2019)“.
Inoltre, come indicato esplicitamente in questo articolo, “le misure di compensazione e i rimborsi sul caso della fatturazione 28 giorni coinvolgono solo i clienti di rete fissa (sono esclusi i clienti di rete mobile come previsto dalla delibera)”. Anche questo lo trovo assurdo, essendo state applicate a suo tempo le stesse regole per i contratti mobile … ma forse è solo questione di tempo!
Si specifica poi che “le modalità per avere lo storno o le misure compensative variano a seconda degli operatori” e questo può indubbiamente complicare e disorientare il consumatore. In un articolo già del 27 luglio 2019 de L’Economia, vengono forniti tutti i dettagli su come richiedere il rimborso o le compensazioni e questo specificatamente per ciascun operatore. Già, perché ovviamente ciascuno di questi ha pensato bene di proporre, in alternativa al rimborso, la possibilità di una compensazione in termini di aggiunta di alcuni servizi normalmente a pagamento, invece così offerti “gratuitamente” per un certo periodo temporale. Spesso la richiesta di questi servizi in compensazione può essere effettuata anche direttamente dal sito/app dell’operatore specifico.
Personalmente ho preferito optare per una richiesta di un rimborso che dovrebbe essere “poco meno dell’importo di un mese di canone dell’offerta (fa fede il prezzo pagato dall’utente in quel periodo)“, secondo quanto indicato sempre in quell”articolo de La Repubblica.
È possibile rivolgersi e dare il mandato ad una associazione dei consumatori per ottenere tale rimborso, ma penso sia più agevole procedere autonomamente. Infatti “l’utente può procedere da solo e ottenere sicuro successo, dato che i rimborsi sono ormai stati confermati non solo dalle regole ma anche dalla giustizia amministrativa (che ha respinto i ricorsi degli operatori)“.
In particolare, avendo quindi io una linea fissa TIM, mi è bastato telefonare oggi al servizio clienti 187 per richiedere il rimborso sia per il mio numero telefonico sia per quello di un familiare, fornendo semplicemente il nominativo dei loro intestatari più, opzionalmente, il mio numero di cellulare per ricevere notifica dell’esito della mia richiesta entro i successivi 10 giorni.
Insomma, completare tutta la procedura mi ha richiesto pochi minuti, non avendo neppure dovuto rimanere in attesa per poter parlare con un operatore: forse che oggi erano tutti intenti alle ultime compere di Natale e perciò il servizio clienti non era oberato di richieste? Forse, ma la procedura mi è comunque risultata assai agevole e veloce e penso dovrebbe esserlo anche per gli altri operatori! 🙂
Infine, come indicato in questo articolo, risulta possibile inoltrare la richiesta di rimborso anche dal sito MyTIM se preferisci: nel testo conviene probabilmente indicare tutti i dati che mi sono stati richiesti dall’operatore del 187 (numero telefonico fisso, intestatario del contratto, numero di cellulare su cui ricevere notifica di evasione richiesta), anche se diversi dovrebbero essere già impliciti operando nella propria area autenticata riferita alla propria linea.
Sempre da quell’articolo si legge “Nella schermata principale il cliente dovrà cliccare su “Chiedi informazioni“, poi successivamente selezionare “28 giorni – Richiedi rimborso in fattura TIM“, compilare un modulo scrivendo “Richiedo il rimborso economico da accreditare direttamente in fattura, per la fatturazione a 28 giorni ai sensi della delibera AGCOM n. 269/18/CONS“, indicare un proprio numero di telefono cellulare (anche di un altro operatore mobile) e una fascia di reperibilità per eventuale contatto da parte di un consulente TIM”. Inserisco alcuni screenshot che mostrano come raggiungere quella sezione del sito non proprio in primo piano:
Tramite l’app MyTIM non ho trovato esplicitamente quella sezione di richiesta predefinita, ma devo anche dire di non averla cercata troppo: si può comunque inoltrare la richiesta tramite chat, utilizzando l’apposita sezione:
Con questa modalità online non penso però possa essere possibile inoltrare la richiesta anche per altri numeri di familiari … per cui forse una telefonata al 187 rimane, secondo me, la soluzione più agevole e flessibile soprattutto se uno intende richiederlo per più utenze di familiari!
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P.S. 10/2/2020
Non ho ricevuto al comunicazione di stato di avanzamento della pratica di rimborso sul numero di cellulare che avevo fornito quando ho inoltrato la richiesta in oggetto (mi sarebbe dovuta arrivare entro 10 giorni secondo quanto mi aveva detto l’addetta del call center). Tuttavia ho verificato proprio ora che sulla mia bolletta mi è stato effettuato il rimborso in quanto ho pagato molto meno: