Sto coronavirus sta diventando sempre più una musa ispiratrice non solo per i giornalisti ma anche per i poeti!!!
D’altra parte proprio i sentimenti sono l’ingrediente primario di un buona poesia e di quelli, anche contrastanti, in questo periodo chi non ne ha? … figuriamoci poi un poeta!!
Già ne avevo riportate di poesie in altri miei precedenti post, ma ora è giusto dedicare proprio a loro un mio post specifico, perché, sia nella serietà sia nell’ironia dei loro scritti, le parole dei poeti, dettate da una loro innata sensibilità, riescono sicuramente a regalarci qualcosa di profondo, sia questa una sensazione o un sorriso!!
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Lista dei poeti
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Inizio con una bella poesia di pubblicata nel blog della poetessa Kitty O’ Meara, …
(non Kathleen O’Meara [1839 – 1888] come pubblicizzato in qualche post nei social!)
https://the-daily-round.com/2020/03/16/in-the-time-of-pandemic (*)
https://the-daily-round.com/2020/03/24/in-the-time-of-pandemic-part-ii/
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*** Ai tempi della pandemia ***
E la gente rimase a casa.
E lesse libri ed ascoltò, e si riposò, e fece esercizi, e fece arte e giocò, e imparò nuovi modi di essere, e si fermò.
E ascoltò più in profondità. Qualcuno meditava, qualcuno pregava, qualcuno ballava. Qualcuno incontrò la propria ombra.
E la gente cominciò a pensare in modo differente.
E la gente guarì.
E, nell’assenza di gente che viveva in modi ignoranti, pericolosi, senza senso e senza cuore, anche la terra cominciò a guarire.
E quando il pericolo finì e la gente si ritrovò, si addolorò per i morti, e fece nuove scelte, e sognò nuove visioni, e creò nuovi modi di vivere, e guarì completamente la terra, così come lei era guarita.
Ed alcune illusioni scivolarono via.
Ed alcuni uomini videro svanire il loro potere, ma lo raggiunsero, e lo afferrarono, e lottarono per riaverlo.
“Tornate al lavoro”, comandarono.
“Costruite muri”, ordinarono.
“Spendete soldi per cose di cui non avete necessità.
Incolpate l’altro.
Abbiate paura degli stranieri.
Rispettate il mio potere”.
E la gente disse no.
Disse: “Tu non possiedi i nostri doni.
Sono solo nostri e da condividere.
La terra ed il suo popolo sono sbilanciati.
La soluzione ė un’altra.
Dobbiamo stare ancora in silenzio.
La malattia è il nostro insegnante.
Ascolteremo la sua lezione.
La terra è la casa di tutti.
E noi guariremo noi stessi.
E l’equilibrio verrà ripristinato.
La terra è la casa di tutti.
E ci occuperemo dello straniero.
E daremo da mangiare allo straniero.
E noi ospiteremo lo straniero.
E noi ameremo lo straniero,
dentro e fuori di noi.
La terra è la casa di tutti”.
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In the time of pandemic (The Daily Round – Catherine M. O’Meara’s blog) *** *
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In lingua originale:
In the Time of Pandemic
(part I)
And the people stayed home.
And they read books, and listened, and rested, and exercised, and made art, and played games, and learned new ways of being, and were still.
And they listened more deeply. Some meditated, some prayed, some danced. Some met their shadows. And the people began to think differently.
And the people healed.
And, in the absence of people living in ignorant, dangerous, mindless, and heartless ways, the earth began to heal.
And when the danger passed, and the people joined together again, they grieved their losses, and made new choices, and dreamed new images, and created new ways to live and heal the earth fully, as they had been healed.
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(part II)
And some illusions slipped away.
And some men saw their power vanish, but reached, and grasped, and struggled.
Return to work, they commanded.
Build walls, they ordered.
Spend money on things you do not need.
Blame the other.
Fear strangers.
Respect my power.
And the people said no.
They said: You do not own our gifts.
They are ours alone to share.
The earth and her people are out of balance.
The medicine is another way.
We must be still.
The illness is our teacher.
We will listen to the lessons.
The earth is home to all.
And we will heal ourselves.
And balance will be restored.
The earth is home to all.
And we will nurse the stranger.
And we will feed the stranger.
And we will shelter the stranger.
And we will love the stranger,
within and without.
The earth is home to all.
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Altrettanto belle e particolari sono poi alcune poesie che l’amico Danilo Torrito ha dedicato al virus più famoso del momento e pubblicato sul suo profilo Facebook, tutte scritte con quella simpatica ironia che spesso contraddistingue i suoi scritti.
Alcune poi sono state anche splendidamente musicate in video:
Ovviamente la vasta produzione di Danilo sul tema non si esaurirà oggi, … ma vale la pena comunque riportare la maggior parte di quelle da lui già pubblicate:
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COME UN FIUME
Scorre il tempo come un fiume
lestamente tra le dune
scava piccoli sentieri
rimodella anche i pensieri
Scorre il tempo come un fiume
mentre guadi c’è una fune
che può darti la saggezza
quando attenua la bellezza
Scorre il tempo come un fiume
nel messaggio di un barlume
credi di essere immortale
non comprendi quanto vale
Scorre il tempo come un fiume
tra le pieghe di un costume
lo puoi pure catturare
ma giammai lo puoi frenare
Scorre morbido e veloce
da un sentiero giù alla foce
e se al fine ti è sfuggito
anche l’anima ha intristito
Mentre speri nel domani
lui ti scorre nelle mani
così sfugge al tuo presente
come se non fosse niente
Questo tempo inconsistente
che si vive inconsciamente
è la vera proprietà
dell’ottusa umanità
Danilo Torrito
Passaggi – Neosedizioni 2009
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Anche lui si fa regale
Sulla testa una corona
E col fare suo… regale
Tutto il mondo allerta e sprona
E col fare suo… regale
S’è poi fatto anche letale
Tutto il mondo è lì che trema
Per adesso è sua la scena!
DT
26.01.2020
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COLONAVILUS
Disse il virus: ” Volelò
Volelò di qua e di là
Dalla Cina volelò
E nessun mi felmelà
Me n’andlò dove vollò
E nel mondo legnelò
Io dei vilus sono il lè
La colona in testa c’è
Voi complate mascheline
Che non selvono ad un cazzo
Cali miei siete alla fine
Sta venendo giù il palazzo
Tloppe voi ne avete fatte
Tloppe voi ne avete dette
Tolna tutto adesso indietlo
E vi fotto… dal di dietlo
Sto fottendo già la Cina
Più cludele di una mina
Che ola paga e paghelà
Pel la glande cludeltà
Cludeltà velso animali
Cludeltà velso pelsone
E pel tutti questi mali
Io salò… la punizione!”
Ed il virus sta volando
Sta volando a tutto gas
Sta infettando e salutando
Sayonara… con gran class!
DT
31.01.2020
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Il contagio alla lovescia è cominciato
Il contagio alla lovescia è
Il contagio alla lovescia
Il contagio alla
Il contagio
Il …..
….
…
..
.
Dov’è la maschelina?
Dov’è la
Dov’è
Dov
Do
D …..
….
…
..
.
Ulge colona di fioli!
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PAN DE QUI PAN DE LÀ
Per qualcuno è Pan de Mia
Per qualcuno è Pan de Monio
Io non so chi sia ‘sta Mia
Tanto meno chi sia Monio
Forse Mia è ‘na fornarina
Con annessa mascherina?
Non si scherza con l’igiene
Impastando… la si tiene!
Forse Monio è un gran fornaio
Che l’impasto rende gaio?
Mentre impasta la farina
La terrà la mascherina?
Quel che è certo è che son pani
Impastati a piene mani
Con farine assai trattate
Saggiamente mescolate
Quel che è certo è che son pani
Impastati da più mani
Controllati da faccine
Dietro ambigue mascherine
Certo è che questi pani
Li fan tipi molto strani
E li vendono agli umani
Come pani molto sani
Io non mangio questi pani
Non mi piacciono son strani
Preferisco gli integrali
O quei pani ai cereali
Per qualcuno è Pan de Mia
Per qualcuno è Pan de Monio
Se incontrate Monio o Mia
Non create un pandemonio!
DT
05.02.2020
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ALLEGRORIA
La Morte ci sorprende sul pietrame
Su prati color verde o color rame
Su scricchiolìi di ruvido fogliame
Su cumuli di fetido letame
La Morte ci sorprende e poi ci prende
Seppur ci nascondiamo tra le tende
La Morte se è derisa poi si offende
E fin che non ci trova non si arrende
La Morte ci sorprende in ogni dove
Col Sole o con la Luna anche se piove
La Morte ci sorprende sulla neve
Con passo travolgente oppure lieve
La Morte ci sorprende come il vento
Che spazza via le cose in un momento
La Morte ci sorprende come il fuoco
Che dentro un caminetto fa il suo gioco
La Morte ci sorprende dappertutto
Con il colore nero porta il lutto
La Morte ci sorprende e prende tutto
Così come fa un ladro farabutto
La Morte ci sorprende sulla via
Con vesti di briosa allegoria
E porta via con sé quell’allegria
Che dentro questi versi è alleg(r)oria!
DT 😉
19.02.2017
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La Vita pagò il conto e chiese il resto
La Morte le rispose: “Non c’è resto!
Perché se resta poco arrotondiamo
Perciò di usar la carta… consigliamo!”
DT
22.02.20
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UNO STARNUTO
Circondato da piume e paillettes
Declamava le rime su un set
Quando fece però uno starnuto
Tutti dissero: “Fuori… cornuto!”
Anche un virus che stava seduto
S’alzò in piedi dicendo: “Cornuto!”
Perché pure tra i virus c’è allarme
Pur tra loro si contano… salme!
Sono virus d’un tempo che fu
Che paura non fanno già più
Che s’aggirano intorno agli umani
Adagiati su corpi e su mani
Ma son virus d’un tempo che fu
Ed a loro nessun pensa più
Con effetti nemmeno più strani
Pur se sporche si lascian le mani
Ma il poeta non era un untore
Il suo viso c’aveva colore
Lo starnuto partì così a caso
Per un pelo finito… sul naso
Fu additato per quello starnuto
Malmenato da un tipo forzuto
Preso a calci da chi disse: “Fiuto!
Quel poeta è un infetto rifiuto”
Circondato da piume e paillettes
Restò a terra di fronte a quel set
Quando giunse però l’ambulanza
S’era persa… qualunque speranza!
Se vi scappa così uno starnuto
Non pensateci manco un minuto
Forse è meglio scappare con lui
Perché i climi… mi sembrano bui!
DT
23.02.2020
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IN VIRUS VERITAS
Tutti quanti destinati
A che cosa non si sa
Tutti quanti destinati
Chi trapassa e chi vivrà
Tutti quanti destinati
Quelli amati e quelli odiati
Tutti quanti destinati
Quelli sani e gli infettati
Tutti quanti destinati
A spettrali quarantene?
Tutti quanti destinati
A blindare pranzi e cene?
Tutti quanti destinati
A blindare colazioni?
Tutti quanti destinati
A blindare le emozioni?
Tutti quanti destinati
A blindar l’aperitivo?
Tutti quanti destinati
Ad un vivere furtivo?
Tutti quanti destinati
A svuotar supermercati?
Tutti quanti destinati
Forse ad esser contagiati?
Tutti quanti destinati
A domande e domandine?
Tutti quanti destinati
A indossar le mascherine?
Siamo tutti destinati
A che cosa non si sa
Se verremo in-CORONA-ti
Scoprirem… la verità?
DT
25.02.2020
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SU CORAGGIO!
Ho sentito un grande saggio
Dire a molti: “Su coraggio!
Non appena pioverà
Questo virus morirà”
Ho sentito un altro saggio
Dire ad altri: “Su coraggio!
Sarà un vento assai violento
A fermare il virulento”
Ho sentito tanti saggi
Raccontare ad altri saggi
Che con litri di amu-China
Quel bastardo torna in Cina
Ho sentito tanti saggi
Raccontare ad altri saggi
Che con tante vitamine
Si decreta la sua fine
Ho sentito tanti saggi
Raccontare ad altri saggi
Che indossar la mascherina
Mette in crisi il Made in China
Ho sentito qualche saggio
Raccontare della peste
Non facendo gran coraggio
Allarmando cuori e teste
Ma tra i saggi i più zelanti
Sono stati i governanti
Che con mosse demenziali
Sono stati i più letali
Pure io mi faccio saggio
E vi dico: “Su coraggio!
Siamo solo di passaggio
Che si arrivi almeno a maggio!”
DT
26.02.2020
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COVID-19
Disse il COVIDiciannove:
“Son colui che tutto move
Muoverò pure le Stelle
Che del Sole son sorelle
Ho già mosso alcune vite
Le ho rimosse e son partite
Ma in confronto a miei ‘compari’
Ho risvolti meno amari
Certo ho mosso virulenza
Aumentando l’emergenza
Ma la prima è poi scemata
Mentre l’altra è poi aumentata
Tra emergenza e virulenza
Noto un poco di incoerenza
Se vien meno virulenza
Perché aumenta l’emergenza?
Io davvero non comprendo
Tutto questo darmi addosso
Devo dir che mi sorprendo
Del successo che ho riscosso
Me n’andrò per mari e monti
A me piace assai viaggiare
Quando poi farete i conti
Però fateli… tornare!
Ora vado… vi saluto
A voi resti lo starnuto
Non son certo ben voluto
Ma qualcuno… mi ha voluto!”
Così il COVIDiciannove
Se n’andò per non so dove
Par però che poi tornò
Da chi un giorno… lo creò!
DT
28.02.2020
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PRESUPPOSTO
Partirei da un presupposto
Ma non so dov’è ‘sto posto
Quindi chiedo in modo tosto
A chiunque di ‘sto posto
Certi dicon sia un bel posto
E che là si beva il mosto
Mosto buono che c’ha un costo
Dolce più del presupposto
Ovviamente il presupposto
Va cercato in qualche posto
Ma soltanto là in quel posto
Par si trovi il presupposto
Ed allora là in quel posto
Cercherò il mio presupposto
Il tom tom perciò mi imposto
Se lo trovo… là poi sosto!
DT
04.03.2020
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L’AMORE AI TEMPI DEL CORONA VIRUS
“Per questioni di virus corona
Io non posso più darti la mona
Lo decreta persino un decreto
Quindi amore rispetta il divieto
Per questioni di virus corona
La puoi solo guardare la mona
Devi stare distante un bel metro
Dalla mona e persin dal didietro
Per questioni di virus corona
Tu per ora non tocchi la mona
Quindi tieni lo ‘scettro’ abbassato
Non mi freghi tenendolo alzato
Per questioni di virus corona
Tu mio caro riposi in poltrona
Se vogliamo seder sul divano
Mi sta bene ma stammi lontano!”
Così disse la moglie al marito
Che rimase direi inebetito
E le disse: “Non far la cretina
Vorrai mica sbarrar la… giorgina?
‘Sto cazzone di virus corona
Non la guarda nemmeno la mona
Quello punta alla gola e ai polmoni
Non sa manco che sono i maroni
Tante cose son già sulla gogna
Tante altre son piene di rogna
Se mi togli persino la ‘gina’
Avrà vinto davvero la Cina”
Lei non ebbe nessuna pietà
Disse solo: “Vedrà chi vivrà!”
E lui illuso in poltrona a poltrire
Si lasciò piano piano… morire!
DT
06.03.2020
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A UN METRO DA ME!
State lontani lontani un metro
Ancora meglio se ci sta un vetro
Lontan dagli occhi lontan dal cuore
Giammai a contatto sennò si muore
State lontani lontani un metro
Lontan davanti lontan di dietro
State lontani persin di lato
State lontani col vostro fiato
State lontani che c’è un decreto
State lontani che c’è un divieto
State lontani per l’ordinanza
Di strada in strada di stanza in stanza
State lontani lontani un metro
O tiro fuori il mio lungo metro
Se la distanza non è d’un metro
C’ho l’anatema da lanciar dietro
State lontani lontani un metro
Distanti un metro pur sulla metro
E se m’accorgo che non c’è un metro
Vi do un bel calcio davanti e dietro
State lontani lontani un metro
Sennò vi mando dal buon San Pietro
Lui c’ha le chiavi del Paradiso
V’apre le porte… con un sorriso!
DT
06.03.2020
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DI TEMPESTA IN TEMPESTA
Ci crediamo immortali ed immuni
E pensiamo d’avere gran lumi
Ma ‘sti lumi ci stanno accecando
E tra i lumi già stiamo annaspando
Stiam cercando ma senza trovare
Una strada che possa salvare
Ogni essenza infettata ed immersa
Tra le grinfie d’un virus che versa
Stan venendo anche al pettine i nodi
Laviam mani già piene di chiodi
Mascheriamo le bocche e non basta
Messi in croce così dalla casta
Noi non siamo immortali ed immuni
Tanto meno c’abbiamo gran lumi
Siamo solo granelli di sabbia
Con risvolti di gioia e di rabbia
Noi non siamo immortali ed immuni
Non lo sono città né comuni
Non lo sono né stati e nazioni
Ci perdiamo tra idee e riflessioni
Siamo solo granelli di sabbia
E verremo spazzati con rabbia
Dalle onde d’un mare in tempesta
Che alla fine comunque s’arresta
E alla fine c’è sempre chi resta
Con le mani appoggiate alla testa
In attesa di un’altra tempesta
Di tempesta in tempesta in tempesta!
DT
07.03.2020
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Nell’Anno del Signore 7 Marzo 2020
Un metro di distanza è garantito
Con lo spaghetto all’aglio ben guarnito
Col buon peperoncino assai piccante
Persino il virus scappa assai distante
Ei fu… il pranzo fu!
DT
07.03.2020
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ADAGIO
C’è paura del contagio
E per questo si va adagio
Ma io credo che il contagio
Se ne fotta dell’adagio
C’è paura del contagio
C’è l’Adagio di Albinoni
Ascoltiamo quest’Adagio
Basta adesso coi sermoni
Là si deve far così
Là si deve far colà
E se lei non fa così
Sarà infetto e infetterà
Là ci vuol la mascherina
Là ci vuole l’amuchina
E se lei non lo farà
Sarà infetto e infetterà
Forse è vero forse no
Francamente non lo so
Per adesso l’Albinoni
Accantona le pressioni
C’è paura del contagio
Ma io temo più il disagio
Che si adagia sulla scena
Dentro aree in quarantena
C’è paura del contagio
E per questo si va adagio
Io m’affido all’Albinoni
E agli appassionanti toni
DT
07.03.2020
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ALLA TORRE
Il Vento del mattino corre e gioca
Mentre sul fuoco ansima la moka
Mentre alla radio va ‘La Vida Loca’
Mentre la Luna in ciel si fa più fioca
Il Vento del mattino gioca e corre
Mentre alla radio va ‘La Vita Folle’
Col Vento pure il Tempo gioca e corre
Finché qualcosa in testa poi mi bolle
Proviamo a fare il Gioco della Torre!
Chi buttereste giù dalla sua altura?
Il Vento che al mattino gioca e corre
O il Tempo che correndo fa paura?
Qualcuno butterebbe il forte Vento
Perché spaventa forse più del Tempo
Qualcuno salverebbe invece il Vento
Buttando via le angosce del suo Tempo
Io butterei da là queste mie rime
Le affiderei al buon vento e alle colline
Le affiderei a pianure ed alte cime
Soltanto per vederne poi… la fine
Io butterei da là ‘sta situazione
Con tutti i suoi colpevoli in azione
Con chi ha pensato bene di giocare
Con ciò che più non riesce a controllare
Il Vento del mattino corre e gioca
Con voce sibilante ma più roca
Qualcuno s’è fermato e più non corre
Dà segni di squilibrio anche la Torre!
DT
08.03.2020
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LA COSA!
Io vorrei lasciare un segno
È per questo che m’impegno
Scrivo scrivo e metto in rima
Il pensier che arriva prima
Certo è che di ‘sti tempi
Son pensieri pertinenti
Pertinenti a questi tempi
Specchi alquanto riflettenti
Ed allora riflettiamo
Sul momento che viviamo
Sul presente incasinato
Per il virus che è ‘scappato’
Sul presente già infettato
Su un futuro senza fiato
Sul presente controllato
Messo al muro e già bloccato
Sul presente ‘mascherato’
Su un futuro ormai bendato
Carnevale se n’è andato
Ma un suo scherzo lo ha lasciato
Niente abbracci niente baci
Solo un timido… ‘mi piaci’
Niente baci niente abbracci
Nel rispetto dei dispacci
Un saluto alla lontana
Più d’un metro… cosa strana
Tutto appare assai irreale
Va alla grande il virtuale
Lava lava la manina
Anche tu lavanderina
Col sapone no amuchina
Che fa male alla manina
Tutto poi si fa virale
Più del Covidiciannove
Nel marasma generale
C’è chi scappa e scappa altrove
Ma alla fine dove scappi?
Sempre in ‘quello’ al fine incappi
Ed allora non scappare
Resta là… dove puoi stare!
Io vorrei lasciare un segno
È per questo che m’impegno
Se la ‘cosa’ qui s’ingrossa
Anch’io forse in zona rossa!
DT
09.03.2020
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COME AI TEMPI DEL COLERA!
Lui le disse: “Io t’abbraccio
Me ne frego del dispaccio
Io t’abbraccio e poi ti bacio
Come avvien tra pera e cacio”
Lei rispose: “Non scherzare
Ci potrebbero arrestare
Qui la cosa si fa nera
Come ai tempi del colera
Già s’è fatta molto grossa
Qualche zona è pure rossa
Qualche altra è ancora gialla
Non si sa per quanto a galla
Siamo tutti controllati
Che siam sani od infettati
Molti sono già marchiati
Con il rosso… già azzonati
Quindi è meglio non rischiare
Rimandiamo il nostro amore
Ci potremmo un dì riamare
Tieni a bada il folle ardore”
Lui però non ascoltò
Il consiglio dell’amata
Nell’abbraccio la baciò
Fu arrestato e lei marchiata
Come ai tempi del colera
Qui si rischia la galera
Già intravedo dei monatti
Vado a far con lor… due patti!
DT 😮
09.03.2020
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CALMA QUASI PIATTA
Ci si guarda con sospetto
Ci si chiede: “Sarà infetto?”
Si procede con gran fretta
Ci si chiede: “Sarà infetta?”
C’è una certa riluttanza
Ad entrare in una stanza
Son già troppe tre persone
Oltre i tre… c’è confusione
Nei negozi c’è il cartello
Che ci avvisa del decreto
Negli uffici allo sportello
C’è l’annuncio del divieto
Stiamo in fila ma ad un metro
Ci guardiamo avanti e dietro
Ci osserviamo con sospetto
Ha ciascuno il suo biglietto
C’è un silenzio surreale
Non dovunque ma è reale
Quella calma quasi piatta
Da far dir che ce l’ha fatta
È arrivato e ce l’ha fatta
A crear la calma piatta
Dalla Cina con furore
È arrivato… per errore?
È arrivato come un re
Con ‘corona’ da gran scena
È venuto per un tè
S’è fermato poi per cena
S’è fermato i giorni appresso
Ed ha preso anche possesso
Delle nostre amate vite
Che correvano spedite
È arrivato ad appianare
Tutto il nostro gran strafare
È arrivato ad appianare
Tutto il nostro gareggiare
Gareggiare per avere
Gareggiare per sedere
Conquistare il belvedere
Su poltrone di potere
È venuto e ancor sta qua
Non so dir per quanto ancora
Certo un giorno se ne andrà
E ciascun… non vede l’ora!
Ci si guarda con sospetto
Poi speriam con più rispetto
Forse un dì pure la fretta
Finirà di andare in fretta!
DT
10.03.2020
___________
IN ZONA ROSSA
Per questioni di virus corona
Resto a casa ma non in poltrona
Su un divano di foggia un po’ grossa
Ho creato la mia zona rossa
È una zona d’un rosso brillante
Devo dire davvero invitante
Ma talvolta la devo lasciare
E la linea proibita… saltare
Resto a casa per quanto io possa
Perché fuori la ‘cosa’ è un po’ grossa
Ma talvolta mi tocca scappare
E la mia zona rossa lasciare
Io non scappo per tedio o per noia
Né per gioia o momenti di gloria
Ma soltanto perché del lavoro
Va gestito e non posso da solo
Ed allora mi devo incontrare
Certe cose le devo trattare
Ed uscire veloce da qui
Perché spesso non basta il pc
Se riesci a operare da casa
Buon per Te resta pure lì a casa
E magari fa’ tabula rasa
Delle cose superflue per casa!
DT
11.03.2020
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STATE A CASA
Per favore state a casa
Nella vostra bella casa
Anche chi c’ha una stamberga
Là ci tenga le sue terga
Per favore state a casa
Anche chi c’ha mezza casa
Basta a volte anche metà
Che sia o no di proprietà
Per favore state a casa
Pur se è fatta di cartone
Anche quella è un po’ una casa
Dove stare in reclusione
Per favore state a casa
Pur se fatta sotto un ponte
Anche quella è un po’ una casa
Fino a che non crolla il ponte
Per favore state a casa
Pur se tutto sembra a pezzi
Se c’è un tetto… quella è casa
Fino a che non crolla a pezzi
Per favore state a casa
Che sia bella o che sia brutta
Per favore state a casa
Sennò il virus sempre erutta
Come fa chi non ha casa
E per questo si arrovella?
Come fa chi non ha casa
E c’ha solo una scodella?
Non temete c’è una strada
Che risolve il tema casa
Se vi fermano per strada
Dite solo: “Son già a casa!”
DT
12.03.2020
___________
EI FU… SICCOME VIRUS!
Dall’Alpi alle Piramidi
Dal Manzanarre al Reno
Non siate troppo avidi
Che lo scaffale è pieno
Dall’Alpi alle Piramidi
Dal Manzanarre al Reno
Non siate così avidi
Non serve fare il pieno
Sull’Alpi e le Piramidi
Non ci possiamo andare
Non siate troppo impavidi
Non fatevi arrestare
Scalate altre piramidi
Magari dentro casa
Pulite senza gli acidi
I vetri e tutta casa
Non siate troppo impavidi
Con auto mezzi o treno
Se vengon poi le ragadi
Mangiate un po’ di meno
Dall’Alpi alle Piramidi
Laviamoci di più
Sennò verranno gli afidi
Su mani e sul pupù
Dall’Alpi alle Piramidi
Dal Manzanarre al Reno
I tempi un tempo rapidi
Per ora… c’hanno il freno!
DT
13.03.2020
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DESERTO
Siamo figli di un contagio
Dicon certi fino a Maggio
Altri dicono che a Giugno
La ‘corona’ avremo in pugno
Certi dicono che a Luglio
Sarà pronto quell’intruglio
Che nel mese poi di Agosto
Metterà ogni cosa a posto
Tutti liberi a Settembre
Sul finire dell’estate
Spariranno via le ombre
Ma in Ottobre… se ci state
A Novembre tutti i Santi
Poi verranno ricordati
Con i Morti forse tanti
Che col virus son andati
E che dire di Dicembre?
Chiude l’anno ormai da sempre
Chiuderà pure quest’anno
Coi suoi morti e il grande affanno
Si lo so… son troppo avanti
Ma i pensieri sono tanti
E si fanno più pressanti
Col deserto… qui davanti!
DT
14.03.2020
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SUL FILO… DELLA SPESA!
Faccio strade non battute
Strade vuote strade mute
Di ‘sti tempi far la spesa
Sembra proprio ormai un’impresa
Per le strade non battute
Faccio incontri a scene mute
Con colombi frettolosi
Che non volano paurosi
Sanno forse pure loro
Che il silenzio a volte è d’oro
Di ‘sti tempi molto d’oro
Lo capiscono anche loro
Per le strade non battute
I pensieri fan volute
Tra la lista della spesa
E la vita a un filo appesa
E la vita è certo appesa
Lì sul filo del contagio
Mentre penso alla mia spesa
Tutti in fila si va adagio
Ma ora entro tocca a me
Entro insieme ad altri tre
Farem tutti un po’ di spesa
Con la vita… a un filo appesa!
DT
14.03.2020
___________
TELERAGNO
Si vive camminando
Si vive respirando
Un passo ed un respiro
Guardando il cielo vivo
Un cielo a volte azzurro
Un cielo a volte grigio
Sul pane un po’ di burro
Il bianco smorza il grigio
Sul burro marmellata
Di fragole o mirtilli
Per dare una sferzata
All’intestino e ai villi
Del miele nel caffè
D’acacia o di castagno
Del miele anche nel tè
Là fuori osservo un ragno
Un ragno laborioso
Che tesse la sua tela
Ha un ché di prodigioso
Mi pelo poi una mela
Ne basta al giorno una
Lo dice un vecchio detto
Ne basta al giorno una
Per star fuori dal letto
Per star fuori dal letto
Non basta più una mela
E il ragno assai provetto
Sta per finir la tela
Si vive camminando
Si vive respirando
Stiam poco camminando
E a stento… respirando!
DT
14.03.2020
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E FU… SINFONIA!
E fu in onore del virus corona
Che fu ingaggiata persino la Nona
E fu ingaggiata perché positiva
E fu ingaggiata perché grande diva
Timidamente parlò molto ‘adagio’
Dicendo a tutti: “Non temo il contagio
Son poco allegra non tanto maestosa
All’apparenza vivace e scherzosa
L’orchestra e il coro son già lì schierati
In re minore si sono accordati
E la corona del virus mondiale
Non può investire una cosa speciale
Sono il messaggio romantico e fiero
Di fratellanza davvero sincero
Il buon Beethoven così m’ha creata
Forse per questo m’avete ingaggiata?
Sono il messaggio di gioia e di pace
L’ode che unisce le genti e che piace
Non mi si metta però in quarantena
Non mi si blocchi di blocco la scena
Son per l’Unesco Memoria del mondo
Testo e spartito van giù nel profondo
Il buon Beethoven così m’ha creata
Forse per questo m’avete ingaggiata?”
E fu in onore del virus corona
Che fu ascoltata con gioia la Nona
E fu ascoltando la sua sinfonia
Che questi versi han poi preso la via!
DT
15.03.2020
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NON CONTARCI
Torneremo ad abbracciarci?
Forse sì… ma non contarci
Torneremo anche a baciarci?
Forse sì… ma non contarci
Non contare in qualche cosa
Che non era neanche prima
Se tra noi c’era qualcosa
Sarà dopo… come prima
Se tra noi non c’era nulla
Pure dopo sarà il nulla
Se tra noi c’era l’Amore
Anche dopo sarà Amore
Il lirismo che dilaga
Come cura della ‘piaga’
Ha qualcosa di posticcio
Mi fa chiudere un po’ a riccio
Questa cosa assai corale
Del balcone ‘canterino’
Certo è bella e assai vitale
Può anche unire nel destino
Ma è l’unione del momento
Perché c’è un isolamento
Che ci spinge a fare e dire
Tutto ciò che sembra unire
Siamo un po’ come il fedele
Che va in chiesa per pregare
Che c’ha in cuore insieme al miele
Pure il fiele da sputare
Torneremo ad abbracciarci?
Forse sì… ma non contarci
Torneremo anche a baciarci?
Forse sì… ma non contarci
DT
15.03.2020
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FRATELLO D’ITALIA
Fratelli d’Italia l’Italia s’è desta
Sto qui alla finestra la vedo assai mesta
Nessuno più urla nessuno protesta
Saran tutti a casa lì a fare la siesta?
Fratelli d’Italia l’Italia è assai mesta
‘Na testa di cazzo mi guasta la festa
“Ma vattene a casa!” Gli urlo incazzato
Solleva le spalle col medio già alzato
“Ma vattene a casa!” Gli urlo più forte
“Untore demmerda che semini morte”
Si gira e sorride col medio più alzato
Con calma mi dice: “Son io il coronato!
Dai scendi cretino facciamo due passi
Star lì al balconcino sai quanto ti scassi
Dai vieni ti aspetto saremo io e te
Troviamo anche il tempo di berci un caffè
Fratello d’Italia ma destati un po’
Di farti del male intenzione non ho
Fanculo al decreto che tutto proibisce
Vedrai di ‘sto passo… l’Italia fallisce!”
Non so più che fare non so più che dire
Il virus corona mi invita ad uscire
Ci penso e ci penso poi dico: “Ma sì!
Adesso mi cambio tu aspettami lì”
Mi metto il vestito più bello che ho
Persin la cravatta con righe retrò
Mi metto le scarpe più nere che ho
E quando poi scendo lui dice: “Però!
Sei proprio carino col tuo vestitino
Ma quanto ti dona quel bel cravattino
Vedrai che bel giro nel parco facciamo
Non essere teso… più tardi torniamo!”
Mi sveglio sudato guardandomi intorno
C’è un Sole brillante che illumina il giorno
Ma accanto al mio letto una bella ‘corona’
Sorniona sussurra: “Lui no… non perdona!”
DT
15.03.2020
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QUANTE VOLTE?
Alla faccia del decreto
Sono uscito quattro volte
All’insegna del divieto
Certo è che sono molte
Sono uscito quattro volte
Per buttare l’immondizia
Certo è che sono molte
Forse è stata un’imperizia
Una volta per buttare
Resti d’umido e bucciame
Una volta per buttare
Vetro vario e scatolame
Una volta per buttare
Cartoncini e varia carta
Una volta per buttare
Tutto ciò che poi si scarta
Si lo so che nel totale
C’è la plastica da dare
Ma per lei c’è il lunedì
E la metterò… poi lì
Lì vicino ai cassonetti
Con tant’altri bei sacchetti
Lei vien presa il martedì
Doman sera… poggio lì
Alla faccia del decreto
Uscirò tant’altre volte
Se mi ferman sarò lieto
Di tossire… un po’ di volte!
DT
Domenica 15.03.2020
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FLASH MOB
Nel coacervo dei flash mob
Non faceva mai un flash mob
Non perché lui fosse snob
Non credeva nei flash mob
“Andrà tutto tutto bene”
Già le palle aveva piene
Lui pensava: “Bene un cazzo
Crollerà pure il Palazzo!
Se siam tutti nel palazzo
Nel rispetto del decreto
Quanto regge ‘sto palazzo?
Se vien giù… ci porta dietro!
Sarà stato progettato
Per tenerci tutti insieme?
Col cemento bene armato
Fatto come si conviene?”
Forse un po’ la reclusione
Forse un po’ l’informazione
Non gli davano speranza
Tra le mura della stanza
Una stanza del suo loft
Tanto bello quanto soft
Vista aperta alla collina
Dalla sera alla mattina
Dalla sera alla mattina
Tra il lavoro e la collina
Tra il lavoro e la collina
Dalla sera alla mattina
Finché un giorno fu assai snob
Perché fece un suo flash mob
Un flash mob si dice… ‘al volo’
Dalla stanza… fino al suolo!
Nel coacervo dei flash mob
Forse il suo fu troppo snob
Ma ciascuno ha il suo flash mob
A suo modo… ognuno è snob!
DT
17.03.2020
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FINESTRA AL SOLE
Niente smog città pulite
Sole alto clima mite
Niente giri niente gite
Passeggiate ormai proibite
Niente smog città deserte
Tutti insieme nella ‘suerte’
Che ogni giorno si diverte
E mazzate ne ha già inferte
Niente smog città spettrali
Per il virus siamo uguali
Lungo strade e lungo viali
Siamo numeri… seriali
Niente smog città in allerta
Tutti lì sotto coperta
La finestra al Sole offerta
Tien distante anche l’allerta
Niente smog s’attende il picco
Resto in casa col mio bricco
E il mio solito alambicco
Che distilla… un verso ricco!
DT
18.03.2020
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SHAKESPEARE AI TEMPI DEL CORONAVIRUS
“Videochiamami ti prego
O io esco e me ne frego
E alla faccia del decreto
Non rispetto alcun divieto
Videochiamami ti prego
O io esco e me ne frego
Vengo sotto il tuo balcone
E ti canto una canzone
Videochiamami Giulietta
Sono qui col cell che aspetta
Sono qui nella stanzetta
E mi manca la tua… stretta!”
Fu con queste tre quartine
Che Romeo la messaggiò
Lei con altre tre quartine
Messaggiando lo freddò:
“Senti un po’ bel cicisbeo
Che ti fai chiamar Romeo
Ma perché non chiami tu?
Non hai giga pure tu?
Hai paura di sprecarli?
Hai paura di pagarli?
Mi fai proprio tanta pena
Forse è meglio uscir di scena
Ma ci esci tu da solo
Io ci resto e mi consolo
Con un tipo più ‘sociale’
Del bel mondo virtuale!”
Certo è che ‘ste quartine
Poi sancirono la fine
Perché amar senza contatto
Poi li fece andar di matto
E lui infatti gran coglione
Andò sotto il suo balcone
Cantò pure una canzone
Fu arrestato e andò in prigione
Lei chattando e richattando
Virtualmente trovò Nando
Poi Fernando e infine Armando
Stanno assai… socializzando!
DT
18.03.2020
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MOLTO TOCCANTE
Lui le scrisse una poesia
Con un verso assai ‘toccante’
Lesse poi la sua poesia
Con un tono più toccante
Lei ascoltò quella poesia
E gli disse: “Ma vai via!
Devi stare assai distante
Non puoi essere toccante”
Lui rispose: “È sol poesia
La poesia non ha confini
Può creare una magia
Far sentire più vicini”
Lei ridisse: “Ma vai via!
Devi stare più distante
Se vien qui la Polizia
Poi ci multa in un istante”
Lui rispose: “È sol poesia
La poesia non ha confini
Può creare l’armonia
Far sentire più vicini”
Lei gli disse: “Sei de coccio!
Devi star distante un metro
Guarda un po’ che se mi scoccio
Ti do un calcio nel didietro”
Lui rispose: “È sol poesia
La poesia non ha confini
Può creare sintonia
Far sentire più vicini”
A quel punto lei sbottò
E un bel calcio gli tirò
Ben mirato nel didietro
In virtù del noto metro
Lui capì che la poesia
Non dev’essere ‘toccante’
E così se n’andò via
Col sedere… dolorante!
DT
19.03.2020
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COVID-INO
Me lo vedo il Covidino
Lì su un alto cadreghino
Sorseggiare del buon vino
E strizzare l’occhiolino
Me lo vedo il Covidino
Sempre lì sul cadreghino
Fare patti col destino
Fare al mondo un sorrisino
Me lo vedo il Covidino
Rotondetto e piccolino
Col suo ghigno birichino
Degustare a litri il vino
Me lo vedo il Covidino
Terminare a litri il vino
Scender poi dal cadreghino
E riprendere il cammino
Me lo vedo il Covidino
Armeggiare col mirino
Come un abile cecchino
Sopra un alto cadreghino
Me lo vedo il Covidino
Fare patti col vaccino
Farsi più d’un conticino
E investire sul vaccino
Me lo vedo il Covidino
Spero lui non veda me
E che torni a bere il vino
Fino a perdere il suo sé!
DT
20.03.2020
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PAN(D)ORAMA
“Ma che bello il pan(d)orama”
Disse lui dal belvedere
“Più nessuno corre e brama
Tutti a casa… sul sedere!
Ma che bello il pan(d)orama
Ma che bella pandemia
Che controlla su una dama
Chi resiste e chi va via
Ma che bello il pan(d)orama
Ma che bella strategia
Dimmi un po’ come si chiama
Chi a ‘sta cosa ha dato il via?”
Fu così che il Braccio Destro
Rivolgendosi al Maestro
Gli mostrò una boccettina
Con su scritto… ‘Roba Fina’
Fu così che l’altro Braccio
E poi un altro e un altro appresso
Nel coacervo di un abbraccio
Esultarono al successo
Mi svegliai dal dormiveglia
Guardai l’ora della sveglia
Ma non vidi alcuna ora
Quando è ora in fondo è ora
Mi affacciai dalla finestra
Era brutto il pan(d)orama
Saltai giù dalla finestra
S’aprì agli occhi… il Panorama!
DT
22.03.2020
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MORTO IGNOTO
Pandemia pandemia
Per piccina che tu sia
Pian pianin ci porti via
Pian pianin fai pulizia
Pulizie di primavera
Da mattina sino a sera
Non sarai la peste nera
C’hai però la tua filiera
La filiera dei tuoi morti
Varie età senza cognomi
Vecchi e giovani anche forti
Che per noi non hanno nomi
Dieci cento mille morti
A migliaia sulla pista
Per noi tutti solo morti
Con un numero di lista
Per noi tutti morti ignoti
Agli affetti solo noti
Dentro bare allontanate
Con le spoglie poi cremate
Sentimento al morto ignoto
Per riempire il grande vuoto
Che ogni morto… morto solo
Ha lasciato… col suo volo!
DT
23.03.2020
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BALCOLIMPIADI 2020
“LANCIO DEL GIAVECCHIOTTO”
Lo guardò e gli disse: “Vecchio!
Sei davvero assai vecchiotto
Non ci usiamo da parecchio
Devo dir che mi hai anche rotto!”
Lui le disse: “Chi ha parlato!
Sei più vecchia del creato
Io t’ho rotto e tu m’hai rotto
Dai lanciamoci… di sotto!”
Si lanciaron dal balcone
Come vuol la tradizione
Che allontana ciò che è vecchio
Infilandolo in un secchio
Si lanciaron dal balcone
Per sancir la loro unione
Passò il ‘carro’ dei rifiuti
Che raccolse poi i canuti
Affrontaron l’emergenza
Con saggezza e con coerenza
Quando il virus lì arrivò
All’asciutto poi restò
Affrontaron l’emergenza
Denunciando l’indecenza
Di un sistema sanitario
Messo al muro in modo vario
Se hai qualcosa di vecchiotto
Che non usi ed è anche rotto
Lancia tutto dal balcone
Come vuol… la tradizione!
DT
23.03.2020
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CARO COVID-19
Caro Covidiciannove
Ci hai trattati con i guanti
Ti sei messo in ogni dove
Ci hai sgamati tutti quanti
Hai sgamato ogni mortale
Che sia stato o no infettato
Ti sei fatto assai virale
Tutto il mondo ti ha ascoltato
La psicosi che hai creato
Ha attecchito in ogni dove
Nel profondo hai ben scavato
E ogni cosa… là si smuove
Hai sgamato i finti santi
Hai sgamato i finti ciechi
Son sbottati proprio in tanti
E taluni son più biechi
Hai sgamato anche i furfanti
Hai sgamato ignoti e noti
Hai sgamato i figuranti
Hai sgamato i pieni e i vuoti
Hai sgamato la saggezza
Rivelatasi pochezza
Hai sgamato la pazienza
Ch’era tale in apparenza
Ci hai sgamati proprio tutti
Belli buoni vili e brutti
Una storia collettiva
Infettata ed infettiva
Caro Covidiciannove
Però adesso svolta altrove
Cambia strada cambia meta
Che altro vuoi da ‘sto Pianeta!
Un Pianeta ormai già a Terra
Tanti son sulla barella
Tanti altri giù per terra
Tanti là sopra una stella
Caro Covidiciannove
Forse è colpa del T9
Perché scrive cosa vuole
Quando vuole e come vuole!
DT
23.03.2020
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ALLA MERCÉ
Tutti in coda alla mercé
Per comprare del caffè
Per comprare pasta e pane
E buon cibo per il cane
Tutti in coda alla mercé
Per comprare vino e tè
Per comprare un po’ di tutto
Per non stare mai all’asciutto
Tutti in coda alla mercé
Per comprare del formaggio
Son parecchi avanti a me
Carpe diem forza e coraggio
Tutti in coda alla mercé
Per comprar verdura e frutta
Tutti in coda con quel sé
Dove tutto va e si butta
Tutti in coda alla mercé
Sotto il Sole che riscalda
Tutti in coda alla mercé
Sotto il Sole che rinsalda
Tanti invece stanno all’ombra
Con la mente non più sgombra
Con la maschera ed i guanti
Forse il virus… sta più avanti
Ma perché non state al Sole?
Basta un passo che ci vuole
Stare al Sole fa assai bene
Stare in ombra non conviene
Ma perché non state al Sole?
Fa assai bene pure al cuore
Anche lui già sotto sforzo
Nella lista… ci sta l’orzo?
Tutti in coda alla mercé
Di paura e diffidenza
Tanta merce alla mercé
Tutti a debita distanza!
DT
24.03.2020
__________
IL RE CLUSO
Lo chiamavano il Re Cluso
Con l’esterno aveva chiuso
Tra le mura del suo regno
Lui cercava ogni sostegno
Lo cercava tra le righe
Di un buon libro o una canzone
Lo cercava tra le righe
Di una lirica tenzone
Lo cercava all’orizzonte
Che gli stava lì di fronte
Lo cercava su quei monti
Irradiati dai tramonti
Lo cercava anche nel Sole
Perché il Sole dà calore
Lo cercava nel deserto
Nel silenzio di un concerto
Lo cercava tra le Stelle
Se nel ciel vedeva Stelle
Lo cercava sulla Luna
Quasi sempre verso l’una
Lo cercava nel sociale
Gran bordello virtuale
Che per quanto virtuale
Era sempre più reale
Lo cercava anche nei fiori
Tra le mura del suo regno
Perché il mondo chiuso fuori
Di riaprir non dava segno
Ma un bel giorno il mondo aprì
Ed il Re dal regno uscì
Poco dopo vi rientrò
Cosa vide… non lo so!
DT
24.03.2020
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MILLE BACI
Lei gli disse: “Caro Orazio
Non invadere il mio spazio
È già ben delimitato
Pur se il fil non è spinato
Per favore caro Orazio
Resta dunque nel tuo spazio
Che il decreto decretato
Già più volte l’hai violato
Dammi ascolto caro Orazio
Sopportiamo questo strazio
Sopportiamolo a distanza
Pur se piccola è la stanza
Ti ringrazio però Orazio
Del bellissimo topazio
Ma rimani nel tuo spazio
Non provarci… con il dazio”
Lui le disse: “Sei uno strazio
Il mio nome non è Orazio
Cara Lesbia… son Catullo
Sono io che ti trastullo
Forse un poco ti sei persa
Perché il mondo tergiversa
Prova un po’ a tornare in te
E a spaziare sol con me!”
Fu così che a suon di baci
Furon cento mille baci
Ma tra tutti i folli baci
Mai si dissero… ‘mi piaci’
Perché ormai per il ‘mi piace’
Si usa il pollice all’insù
E nel social trova pace
Chi ne vede… tanti in su!
DT
25.03.2020
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AI TEMPI DEL CORONA ANDÒ COSÌ
La bocca le baciò tutto tremante
E lei sentendo il tipo tremolante
Pensò che fosse un po’ febbricitante
E quindi urlò atterrita: “Stai distante!
Dobbiam per prima cosa misurare
La febbre per capir s’è da abbassare
E prima ancor che tu voglia baciare
Sarebbe molto meglio tamponare
Chiudendo gli occhi a te mi son donata
Senza pensare d’essere infettata
Son stata assai leggera ed incosciente
Avrei dovuto pur tenerlo a mente
E sì che alla tivù lo dicon sempre
Di non toccar nessuno tra la gente
Di non baciar nessuno e tener sempre
I guanti con la maschera coprente
Dovresti pure tu saper ‘ste cose
Invece mi fai fare brutte cose
Se scopro che col bacio m’hai fregato
Io giuro che ti stacco il beneamato”
Ma il tipo tanto aitante e tremolante
Non era mica poi febbricitante
Il tipo tremolava per l’ardore
Così come succede nell’ammmore
Ai tempi del corona andò così
Chi amava poi col tempo s’indurì
E i baci tremolanti e appassionati
Poi vennero pian piano… eliminati!
DT
25.03.2020
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WUHANCINESE
Tutto il mondo ormai è paese
Tutto il mondo ormai è alle prese
Con il virus ‘wuhancinese’
Che di vite ne ha già prese
Tutto il mondo ormai è paese
Per il virus wuhancinese
Che ha bloccato aziende e imprese
Dentro un limbo ormai sospese
Tutto il mondo ormai è paese
Per il virus wuhancinese
Che ha bloccato scuole e chiese
Case e isole comprese
Tutto il mondo ormai è paese
Per il virus wuhancinese
Che ha gettato tra contese
Quest’Europa… senza intese
Tutto il mondo ormai è palese
Ha pochissime difese
Contro il virus wuhancinese
Dalle sepsi molto estese
Tutto il mondo ormai è paese
Un immenso e gran paese
Dove scelte disattese
Han portato a ‘ste sorprese
Non per essere scortese
Verso il virus wuhancinese
Ma in attesa di riprese
Io mi tocco… il noto ‘arnese’
DT
29.03.2020
___________
LA PUZZETTA AI TEMPI DEL CORONAVIRUS
E quando all’improvviso
Il cul fece trombetta
La mano andò sul viso
Per via della puzzetta
Usciron tutti in fretta
Insiem dalla casetta
Il nonno e la nonnetta
Il bimbo e la bimbetta
La mamma urlò: “Su in fretta
Usciamo tutti in fretta
Il babbo ha la caghetta
E forte è la puzzetta”
In strada tutti fora
Li vide una signora
Che urlò dal suo balcone
Con lirico vocione
Che urlò: “Oddio gli untori
Dobbiamo farli fuori
Sia a grandi che piccini
Spariamo coi pallini”
La mamma allora urlò:
“No no no no no no
Siam fuori per un peto
Sappiamo del divieto
Tra poco rientreremo
E a casa poi staremo
Per giorni mesi e anni
A sopportar gli affanni”
Finita la puzzetta
Rientrarono in casetta
Sessanta metri quadri
Senza tappeti e quadri
Son là tutti rinchiusi
Han tutti grandi musi
Son già passati anni
Tra puzze e grandi affanni
DT
01.04.2020
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COME PRIMA PIÙ DI PRIMA!
“Vedrai che tornerà com’era prima”
Lui disse alla sua amata Carolina
“Vedrai che tornerà com’era prima
Andremo a passeggiare su in collina
Vedrai che tornerà com’era prima
Mia dolce e cara amata Carolina
Andremo insieme il sabato mattina
A far la spesa grande, o mia piccina
Vedrai che tornerà com’era prima
Impasteremo insieme la farina
Per fare un pane buono più di prima
Per dare forme nuove alla farina
Vedrai che tornerà com’era prima
Andremo su in montagna fino in cima
A respirar quell’aria sopraffina
Seduti su una gelida panchina
Vedrai che tornerà com’era prima
Ci sveglieremo insieme la mattina
E come facevamo già anche prima
Faremo colazione là in cucina
Vedrai che tornerà com’era prima
Lo giuro qui in ginocchio, o mia gattina
E avrai da me soltanto amore e stima
E il nostro amor sarà come una rima”
E infatti tornò tutto come prima
Riprese lui a picchiare Carolina
Con schiaffi dati presto la mattina
E calci verso sera… come prima
Ma un giorno la sua amata Carolina
S’alzò dal letto prima un po’ sordina
Andò con passo lieve là in cucina
E prese un mattarello… roba fina!
L’amato non si alzò quella mattina
Non mise mai più piede là in cucina
Uscì di casa presto Carolina
Per lei più nulla fu… com’era prima!
DT
04.04.2020
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LA PANDIERA ITALIANA
Per questioni di virus corona
La Band-iera s’è fatta Pand-iera
E direi che un pochino anche stona
Pur se sventola al vento assai fiera
Proprio al centro del bianco solare
Un re strano c’ha messo un blasone
Un re strano che ha preso a regnare
Su un Paese da tempo in prigione
È un re strano invisibile e fiero
Che combatte da vero guerriero
Un re strano spietato ed astuto
Che sul trono qualcuno ha voluto
Un re forte di fama mondiale
Che sul Mondo s’è messo a regnare
Un re forte con scettro spettrale
Che per tanti s’è fatto letale
Un re forte dal tocco mortale
Destinato per molto a regnare
Che s’è fatto anche un po’ influenzare
Da qualcosa di oscuro e brutale
Va un pensiero per ora ai Caduti
Come militi ignoti sperduti
E un pensiero a chi opera al fronte
E a chi deve affidarsi a Caronte
Per questioni di virus corona
La Pand-iera sta là e non perdona
Certo un giorno cadrà la corona
E con lei tanti altri… in poltrona!
DT
06.04 2020
Pingback: Coronavirus? … forse è il caso di sdrammatizzare un po’ per contrastare il panico collettivo che si sta creando!! | Enzo Contini Blog