Lo zoo del Parco Michelotti in una interessante mostra all’Archivio Storico della Città di Torino: “Animali nella storia di Torino: dallo sfruttamento alla tutela”

L’Archivio Storico della Città di Torino (Via Barbaroux 32, Torino) presenta sempre mostre (ad ingresso gratuito) assai interessanti e particolari, ricche non solo di documenti ma anche di oggettistica, entrambi presenti in quell’enorme archivio della città. Spesso poi, queste mostre rimangono documentate da libri ricchi di testimonianze fotografiche.

Questo inverno avevo visto l’interessante mostra “Torino sotto attacco: dalle leggi razziali alla Liberazione” e nel week-end ho visto le due nuove, una dedicata alla luna (Cronache lunari: scienza e suggestioni dal Settecento a oggi) ed un’altra sugli animali in città (Animali nella storia di Torino: dallo sfruttamento alla tutela). Seppur entrambe interessanti, mi limito in questo post a fornire alcune informazioni sulla seconda, in quanto affronta la tematica da un punto di vista che ho trovato originale. Come indicato nella locandina “l’indagine nelle carte dell’Archivio Storico conferma che, ogni volta che la Città si è occupata di loro, lo ha fatto per sfruttarli (nella caccia, nell’allevamento, nel lavoro, nello svago), oppure per eliminarli. … Solo negli ultimi decenni anche in campo legislativo si è affermato il principio che gli animali sono esseri senzienti, in grado di comprendere e di soffrire, e come tali hanno il diritto di essere rispettati e tutelati“. Ed è proprio in questo contesto che ho trovato interessanti foto e documenti anche relativi allo zoo del Parco Michelotti, di cui mi sono già interessato nei seguenti post: __________________

Aggiungo quindi, nel seguito, parte della documentazione presente in quella mostra, sicuro che anche questa possa fornire ulteriori informazioni preziose per storicizzare quel territorio, invitandovi a vederla anche di persona: c’è tempo fino al 14 gennaio 2020, salvo proroghe (orari: da lunedì a venerdì 8,30-16,30 … sebbene talvolta, durante manifestazioni – e.g. Settembre Musica –  sia aperto anche di sabato). purtroppo troppo spesso le informazioni presenti in una mostra temporanea vanno perse una volta terminata: il web può servire quindi a mantenerne traccia nel tempo …

L’unico dagherrotipo a soggetto animale realizzato in Italia di cui si sia a conoscenza è quello dell’elefante Friz posseduto da Vittorio Emanuele II (Collezione Simeom C4400).

NOTA: dagherròtipoImmagine fotografica ottenuta con il processo della dagherrotipia, inventato nel 1837 da L.-J.-M. Daguerre. Esso forniva un’unica copia positiva, non riproducibile, su supporto in argento o rame argentato sensibilizzato, in camera oscura, mediante esposizione a vapori di sodio. La ripresa richiedeva lunghi tempi di esposizione, da ca. 20 minuti fino a tre quarti d’ora.

Nel 1835 fu Enrico Gonin a disegnare l’animale a spasso nel parco di Stupinigi, attorniato da una folla di curiosi (collezione Simeom, D 830)

Appena giunto a Stupinigi, la pittrice Sofia Giordano fece a Friz un ritratto da cui il laboratorio Felice Festa stampò una litografia che ebbe larga diffusione (collezione Simeom, D 1869)

I Giardini Reali sede del Giardino Zoologico. Sullo sfondo la Mole Antonelliana in costruzione. Foto Giacomo Brogi 1868 circa (Nuove acquisizioni fotografiche 1/24)

          
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3 risposte a Lo zoo del Parco Michelotti in una interessante mostra all’Archivio Storico della Città di Torino: “Animali nella storia di Torino: dallo sfruttamento alla tutela”

  1. spartaco gippoliti ha detto:

    Mi dispiace che trovi interessante una mostra che si basa esclusivamente sul politically correct per mandare un messaggio che glorifica acriticamente certe posizioni attuali che riguardano gli animali. Il Giardino Zoologico di Torino, malgrado dei limiti evidenti (quale istituzione umana non ha dei limiti?) ha svolto un ruolo importante nella ricerca scientifica e nella didattica e vi hanno lavorato studiosi illustri, come Alulah Taibel e Giusto Benedetti. Purtroppo, a Torino si è scelta la soluzione più facile, quella di chiudere lo zoo invece di trasferirlo altrove per realizzarne uno ancora migliore. Ma forse a qualcuno della famiglia Agnelli non piaceva…..

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    • Enzo Contini ha detto:

      Grazie Spartaco per avere lasciato un tuo commento.
      Anch”io ho di quello zoo un ricordo magico, essendo legato alla mia infanzia. Da adolescente non ci sono mai andato e un po’ mi dispiace perché ora avrei voluto avere più foto e video per ricordarlo.
      Ciò non toglie che ora da adulto sia ben felice che non esista più perché sono convinto che a nessun animale selvatico debba venir tolta la libertà di vivere dove per sua natura è nato. Molto meglio che siano ora magari gli uomini a spostarsi per studiare i loro comportamenti nel loro ambiente naturale (quindi il più vero) e non il viceversa. Almeno nella nostra civiltà, l’amore per gli animali ha saputo evolversi nel tempo e credo che anche questo sia un indice del livello di progresso di un popolo.

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  2. Piero Seinera ha detto:

    Grazie per la citazione ( baldung blogspot di fosforo) Andrò sicuramente a vedere la mostra. Cordialità Piero Seinera

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