Da più di 30 anni trascorro piacevolmente alcuni week-end e qualche settimana di ferie estive a Villanova Mondovì, Paese di origine degli antenati di mia moglie. Se volete vedere alcune foto di questo bel paese, potete andare a questo link dove ho condiviso pubblicamente su OneDrive alcune delle immagini che ho catturato nel tempo con la mia macchina fotografica!
Anche se non ci sono nato e non è legato a ricordi infantili (sebbene, lato materno, sia originario di Mondovì/Carrù) mi sono affezionato a questo bel Paesino con il suo Monte Calvario e la passeggiata in mezzo alla pineta con i piloni del Calvario e il panorama che dalla cima si può ammirare, con l’antica chiesa di Santa Caterina e la sua Piazza di Villavecchia, con Caporale ed il suo pianoro stupendo di incontaminata natura, con il Santuario Santa Lucia che sembra appiccicata alla roccia per miracolo, con le cappelle campestri (San Bernardo, San Rocco ecc…) che tengono in piedi tradizioni di feste centenarie tramandate da più generazioni. Senza parlare delle mete vicine, dalla Certosa di Chiusa Pesio ed ai rifugi montani, al Santuario di Vicoforte con la sua volta ellittica incredibile! … e poi le terme di Lurisa, gli impianti sciistici del Mondolè Ski senza poi tralasciare ovviamente Mondovì con la sua funicolare che porta in pochi minuti nella stupenda Mondovì Piazza con il suo campanile e lo splendido panorama!! … e ancora poi le Langhe a due passi con i loro vigneti ed il loro buon vino … insomma un mondo di attrazioni turistiche, culturali, gastronomiche e naturalistiche, tra le più apprezzabili in Piemonte!!
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INDICE
- Si sta cercando veramente sempre di tutelare queste bellezze naturali ed artistiche?
- Cappella del S.S. Crocifisso
- Pineta del Momburgo (Monte Calvario) e cave
- Cappella di San Bernardo (com’era e com’è oggi)
- Santuario di Santa Lucia
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Si sta cercando veramente sempre di tutelare queste bellezze naturali ed artistiche?
La domanda ora è semplice: si sta cercando veramente sempre di tutelare queste bellezze naturali ed artistiche?
Cercando su Internet, ho trovato qui una notizia risalente al 27/12/2011 relativa all’approvazione di due progetti per la risistemazione di Monte Calvario a Villanova Mondovì, in particolare uno che mira alla valorizzazione dell’antica via per il Monte Calvario, e l’altro al miglioramento della stabilità ecologica della pineta del Monte. Per il momento non ho notato nessun lavoro concreto in tal senso, ma forse, visti i tempi burocratici generalmente biblici, forse è troppo presto …
D’altra parte io stesso ho notato alcune cose positive concrete fatte quest’anno dall’attuale amministrazione: dalla rimessa a nuovo del parco giochi per bambini, all’installazione in piazza Filippi di due distributori di acqua filtrata ed eventualmente gasata che tende giustamente a limitare lo spreco (non solo ambientale ma anche economico) derivante dall’utilizzo delle bottiglie di plastica.
Tuttavia vi propongo alcune foto scattate la settimana scorsa lungo la strada che porta in cima a Monte Cavario: mi sembrano siano sintomatiche di una contraddizione intrinseca rilevabile spesso anche senza spostare di molto lo sguardo.
Talvolta nella stessa immagine si vede, ad esempio, un cartello indicante che l’area è protetta e la selvaggina deve essere rispettata e non disturbata (con relative sanzioni a norma di legge) e un altro accanto indicante il limite di una cava, con relativi avvertimenti di pericolo di caduta e per sparo mine.
Rifugio faunistico, da rispettare e da non disturbare, o pericolo di caduta e sparo mine?

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Cappella del S.S. Crocifisso
In cima a Monte Calvario, proprio accanto alla Cappella del S.S. Crocifisso, la visuale è questa … con relativo cartello della Comunità Montana delle Valli Monregalesi che afferma attuare un “impegno continuo”!!! Ci sono però diverse forme di “immondizia” … talvolta anche peggiori della cartaccia!
Ecco poi lo stato di incuria ed abbandono in cui versa da anni la Cappella del S.S. Crocifisso … senza parlare del sentiero della via crucis che conduce a essa attraverso la pineta … ormai quasi impraticabile in diversi punti!!
Rimane chiusa oramai sempre da quando più di un decennio quando il vecchio Parroco Don Servetti è morto: nemmeno una festa religiosa è stata in grado di fare il miracolo di renderla nuovamente visitabile così come nessuna processione percorre più quella via crucis abbellita da piloni lungo tutto il percorso, come solo fino ad un decennio fa avveniva il Venerdì Santo ed in occasione di altre festività religiose: sono ormai quasi sepolti dal degrado e l’incuria. Le erbacce, il muretto sgretolato in più punti, gli scalini sconnessi, i muri della facciata ammuffiti, la luce che la illuminava un tempo (rendendola visibile ovunque esendo in cima al monte) è scomparsa e rimane ormai solo più un ricordo …
I ripetitori a fianco finiscono poi il quadro di desolazione: l’ultimo pilone della via crucis, relativo alla “sepoltura di Gesù“, ne fa da sfondo quasi a premonire la prossima annunciata fine.
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Pineta del Momburgo (Monte Calvario) e cave
La bella pineta che ricopre Monte Calvario oramai da anni è attaccata da più fronti: da un lato le cave che, imperterrite, proseguono la loro erosione della montagna, dall’altra la processionaria.
Quando chiedo ai residenti se si stà facendo qualcosa per contrastare questo degrado e per cercare di ostacolare questa morte annunciata, spesso alzano spalluccia … da una parte gli interessi economici, dall’altra l’impossibilità di fermare la diffusione di quel parassita che, oltre a distruggere i pini è anche pericoloso per la salute degli uomini e degli animali.
Ho cercato ora su Internet informazioni su questo flagello naturale per vedere se davvero non esistono soluzioni … da alcuni link che ho trovato sembra che in realtà delle soluzioni esistano (lotta microbiologica con il batterio Bacillus thuringiensis, trappole ai feromoni, endoterapia, trappole meccaniche). Diverse ditte di dinfestazione si propongono per combatterla e sono facilmente individuabili anche solo con una semplice ricerca su Internet. Non sono così sicuro che si siano provate tutte queste strade che, almeno altrove, sembra abbiano dato buoni risultati!
Ma se i malanni naturali sono forse difficili da combattere, forse quelli procurati dall’uomo sono ancora più difficili da arginare. Le cave sono ormai presenti da decenni, penso risalgano all’inizio secolo: ma allora i mezzi utilizzati per il loro sfruttamento erano ben diversi da quelli attuali.
Io conosco la cava dal 1980. Nel corso dei soli ultimi 30 anni si è espansa a dismisura ed il ritmo di estrazione oggi è tale che ad ogni estate dal balcone della mia casa di Villanova nuove colline e montagne mi appaiono all’orizzonte, non essendoci più parte del monte frantumato nel corso dell’anno. Anche le apparecchiature, le ruspe, i camion ed i capannoni presenti si sono moltiplicati esponenzialmente soprattutto nell’ultimo decennio.
Ecco alcune foto che avevo fatto alla cava a settembre 2002 / aprile 2004 e di seguito come quella cava si presenta oggi. L’ultima concessione risale appunto a quel periodo ed era stata mi sembra di 10 anni (scadrebbe tra qualche anno) e, a quanto ho sentito, era stata concessa con vincoli ben precisi di recupero del territorio. Ora ho sentito dire che è stata avanzata la proposta per una nuova concessione per successivi ben 20 anni!!! Avendo visto i cambiamenti subiti nell’ultimo decennio non oso neppure immaginare cosa possa significare un ulteriore sfruttamento di quelle risorse per un periodo così lungo e con tecnologie che diventeranno sempre più avanzate e produttive!!





Mi chiedo: possibile che, per probabilmente meno di un centinaio di posti di lavoro reali sul territorio locale, gli abitanti di Villanova possano sopportare in silenzio questo scempio? Penso non solo all’aspetto paesaggistico e ambientale ma anche al rumore (dalle 6 del mattino anche ad agosto e talvolta anche la notte), agli smottamenti, alle polveri … senza parlare delle zanzare che, anche quest’anno di grande siccità, hanno potuto prolificare abbondantemente grazie alle pozze d’acqua presenti nel cantiere della cava!! … oltre alle serpi d’acqua.
Si deve non solo chiudere gli occhi ma anche le orecchie e talvolta pure il naso per ignorare il tutto … e non badare alle punture delle zanzare!!!
Ma anche volendo fare un discorso economico e non solo ambientale, non si tiene conto del lavoro che potrebbe derivare da un diverso utilizzo di quell’enorme area ora desolata e malsana? Parco avventura, campi sportivi, abitazioni … pure un centro commerciale è meglio di una cava e penso renda di più in termini sia economici sia in posti di lavoro. Senza parlare della rivalutazione sia del Paese in termini turistici sia delle centinaia di case, attualmente svalutate dalla presenza delle cave: all’atto dell’acquisto di quelle case, spesso gli acquirenti pensavano ragionevolmente che la cava avrebbe terminato le attività nel corso di al massimo un decennio o almeno le riducesse drasticamente e non le espandesse esponenzialmente come invece è avvenuto.
Mi hanno detto che esistono già progetti per la rivalutazione di quel territorio e che sono molto propositivi: ma quanto si aspetta ancora per attuarli?
Ecco infine alcune foto relative alla cava come si presenta ora (agosto 2012) dove si possono notare sia le dimensioni attuali sia la sua vicinanza all’abitato sia di Villanova anche nella sua parte più antica (Villavecchia) che si espande lungo il monte Momburgo (da cui è stata ripresa la foto panoramica seguente).

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Cappella di San Bernardo (com’era e com’è oggi)
Neppure la cappella di San Bernardo ha saputo, un decennio fa (vale a dire all’epoca della richiesta dell’attuale concessione) fare il miracolo di arrestare questo scempio che ormai, per chi percorre la statale da Mondovì a Limone, è ben visibile anche direttamente dalla macchina … al punto che parlando con un collega che va a Limone in ferie, è bastato parlagli della cava per fargli capire subito dove si trovava Villanova Mondovì.
Risultare individuabili grazie alla presenza di una cava, enorme e ben visibile anche dalla statale, non è certo un buon biglietto da visita per un turista o per chi intenderebbe eventualmente proporre attività ricreative in quel territorio!!
Ecco la cronistoria fotografica dello spostamento addirittura di tutta la Cappella di San Bernardo in quanto era sotto tutela dei Beni Culturali ma intralciava il proseguo degli scavi. Le prime foto, che ho inserito in questo post, sono relative alla Cappella nella sua collocazione iniziale, dove si poteva ammirare sia il bel paesaggio (Villavecchia sulla sinistra) sia si poteva entrare sempre nella cappella per visitarla e … magari ripararsi da un temporale! Attualmente spostata e ricostruita a qualche centinaio di metri con un’opera ciclopica e sicuramente costosa (sebbene opportunamente pubblicizzata in senso positivo da iniziative locali) risulta accessibile nuovamente solo da quest’anno e solo esternamente, dopo più di otto anni dall’inizio lavori; inoltre non risulta segnalata da nessun cartello turistico e risulta infine perennemente chiusa (inizialmente solo due piccole grate permettevano di vederne l’interno in minima parte, come testimoniano le foto seguenti, ma con la collocazione di un assurdo cancello, neppure questo è più possibile!).
P.S. 2020 – Neppure a distanza di quasi un decennio, esiste alcuna indicazione relativa alla cappella di San Bernardo … ma tanto ora, anche se uno riesce a raggiungerla, non può accedere neppure al suo atrio in quanto una cancellata di ferro (inutile quanto esteticamente deturpante) ne impedisce l’accesso! Anche qui una costosa opera antiestetica, inappropriata e inutile. Serve forse a evitare atti vandalici? Seppur da sempre fosse sempre aperta e accessibile anche al suo interno ad accogliere i viandanti/visitatori, di atto di vandalismo quella cappella secolare ne ha subito solo uno: questo di essere stata spostata da una locazione con una vista stupenda a un avvallamento privo di alcuna visuale!
1/9/2002 – Com’era la vista dalla Cappella di San Bernardo: magnifico panorama di tutto il paese comprese le chiese della parte alta, la più antica. Da un sentiero già al limite della cava, si poteva raggiungere agevolmente la cappella e visitarla dopo avere ammirato il belvedere sulla valle. Sempre aperta, garantiva da decenni rifugio in caso di pioggia e mai nessun atto vandalico si era verificato, come testimoniano le foto seguenti che la mostrano in ottime condizioni, per non essere mai stata restaurata!
P.S. 2020 – Ora che non solo è stata spostata in un posto infimo, in fondo a una conca dove la vista è nulla, ma un inutile cancello di ferro impedisce l’accesso addirittura nella tettoia antistante la cappella, i cui interni quindi non si possono più non solo visitare, ma neppure intravvedere dalle feritoie delle finestrelle! Vedi Villanova Mondovì: dietro la cappella di San Bernardo nuovo “belvedere”… con vista sulla cava!


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Aprile 2004 – Ricollocazione Cappella di San Bernardo:

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Agosto 2012 – Cappella di San Bernardo nell’agosto 2012:
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Santuario di Santa Lucia
Anche il Santuario di Santa Lucia è ormai semi abbandonato e dopo uno smottamento della strada di accesso (avvenuto nel lontano 2009), solo quest’anno (2012) l’abbiamo trovata parzialmente ripristinata, sebbene risulti ancora percorribile sono a piedi e persista il divieto di accesso per gli autoveicoli (anche se ho constatato che spesse volte il divieto non viene rispettato anche perché è meta di persone anche anziane per le quali il percorso a piedi, seppur breve, risulterebbe assai difficoltoso).

La cava alla sinistra del Santuario, di pertinenza del Paese limitrofo (Roccaforte) è stata finalmente chiusa da poco: lo scempio comunque rimane sia a livello paesaggistico sia come probabili danni alla struttura del Santuario secolare e distante poche centinaia di metri.
Le immagini via satellite che si ricavano da Google Map sono a dir poco terrificanti e da cui si può constatare che le dimensioni delle cave sono quasi analoghe a quelle del centro abitato del Paese:
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Allego nel seguito altre foto del santuario di Santa Lucia del marzo 2017:
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Cosa si può fare allora di concreto per modificare il corso degli eventi? Iniziative interdisciplinari quali quelle della scuola media di Villanova Mondovì penso siano andate nella direzione giusta, coinvolgendo i ragazzi a “prendersi a cuore” il territorio ed alcune realtà artistiche in abbandono e degrado.
Da meno di un anno è sorto il Comitato Ambientale Villanovese – Ama il tuo Paese (FACEBOOK – Amailtuopaese) che sta cercando di fare qualcosa: purtroppo conta attualmente meno di un centinaio d’iscritti e, almeno gli attivisti che ho incontrato, sono persone sopra i 50 anni. È necessario sensibilizzare maggiormente i giovani che forse non hanno l’esperienza ma hanno spesso più idee e più determinazione se credono veramente in qualcosa … e poi è a loro che lasciamo in eredità il mondo e perciò è giusto che loro in prima persona incomincino a prendersene carico a partire dai luoghi in cui vivono.
I problemi ambientali della zona non si riducono certamente alla sola cava ovviamente, sebbene quella sia la piaga più evidente a chiunque sosti anche solo per poche ore in quel Paese: per questo quel Comitato si occupa anche di altri aspetti di tutela del territorio. Assurda ad esempio è la carenza di acqua che si ha da sempre in agosto con relativo divieto del Sindaco di usare l’acqua per irrigazione anche nelle ore notturne, e questo anche in anni non di siccità generalizzata come quello attuale. Il problema della carenza idrica sarà sempre più un problema che dovrà sicuramente essere affrontato seriamente dalle future amministrazioni e nuovamente la cittadinanza dovrà vigilare sulle loro decisioni: troppo spesso alcune amministrazioni cercano ancora di aggirare le indicazioni espresse dal recente referendum.
Ho voluto iscrivermi anch’io a quel Comitato, benché non sia residente a Villanova e ci trascorra solo poche settimane l’anno, volendo dare fiducia a queste persone che si stanno impegnando in prima persona per cambiare alcune delle derive ormai sempre più evidenti e sempre più difficili da arginare.
Ho visto ora sul blog del loro sito che, come in molti Comitati democratici, anche nel loro ci sono incomprensioni e quello che era l’attuale Presidente si è appena dimesso. Spero che questo primo tentativo di associazione e di discussione democratica non debba finire ma sappia invece trovare nuove forze e ampliarsi con maggiori adesioni soprattutto tra il popolo giovanile del Paese, attualmente latitante. Spero che riescano a rendersi maggiormente visibili sia con banchetti durante le fiere locali, sia soprattutto con iniziative concrete che sappiano trovare l’appoggio di altra parte della popolazione, attualmente sopita e assente: ripulire con il proprio personale impegno alcune delle brutture del Paese, ad esempio cercando di rendere più agibili certi sentieri (es. da San Bernardo a Santa Lucia, la via Crucis), affiggendo dei volantini su bacheche e nei negozi in modo da diffondere la conoscenza della loro iniziativa, proporre serate a tema in cui presentare con slide le loro iniziative concrete e accettare nelle loro riunioni più gente anche con idee differenti ma con l’obiettivo comune del bene ambientale del Paese.
So bene che non è un’impresa facile, soprattutto riuscire ad impostare internamente un dialogo civile e democratico, essendo molte le idee e le possibili proposte, ma sono sicuro che, anche solo con l’impegno continuo di pochi, possano riuscire nel loro intento. Ma proprio perchè possono essere trovate diverse iniziative rivolte a quel fine, non è detto che ciascuno le debba approvare tutte ed impegnarsi ovunque: ciascuno può e deve rivolgere le proprie energie solo o principalmente in quella in cui crede o crede maggiormente.
Auguri dunque a tutti loro …
P.S. 2020 – L’iniziativa del gruppo di persone che costituiva il Comitato Ambientale Villanovese – Ama il tuo Paese mi sembra sia sostanzialmente morta: il sito non esiste più e il loro sito Facebook Amailtuopaese, non ha più alcun post da più di due anni … 😦
Probabilmente ne inserirò qualcuno io di nuovo per cercare di ravvivare l’iniziativa semmai fosse ancore possibile!
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Complimenti per la documentazione ed il lavoro fatto. Sono stata a Caporale domenica pomeriggio con mia figlia. Cercavo la cappella di san Bernardo “spostata”. Adesso capisco perchè non la trovavo. non c’è nessuna segnalazione.
Mia figlia (15 anni) era esterrefatta dalla deturpazione dl paesaggio per vai della cava. Che desolazione. E pensare che Caporale è a mio modo di gustare…uno dei posti più belli del mondo…
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Gabriella Barberis, ovvero l’ndignazione sui misfatti pubblici o privati. Ciao Gabriella, avrei potuto informarti prima di questo disastro, ma la quantità dei tui impegni me lo ha impedito. Purtroppo è così in questa parte del mondo, e ancora non siamo riusciti ad affrontarlo come meriti, benchè alcuni ci hanno impiegato molto del proprio tempo per argomentare opponendosi alla coltivazione della cava, allo spostamento della cappella di San Bernardo, pensa che hanno speso più di 800.000 euro per spostarla in modo da continuare a scavare. E gli uomini di chiesa ? Silenzio! Come avete potuto vedere dall’alto, addosso a Villanova, una bella cittadina del cuneese, mica del Ruanda, con tutto il rispetto per il Ruanda, un disastro a cielo aperto, e pensa a quanti si occupano di controllare questo disastro, dall’ASL all’ARPA, agli assessori all’Ambiente comunale, provincale e regionale. Fino ai Comitati, in primisi in Nostro Ama Il Tuo Paese, per continuare a quello a dfifesa del paesaggio, a Italia Nostra, che ha già scritto due anni fa citando la ministra di allora, Melandri che aveva detto che quella cappella non andava spostata eccetera eccetera. Nonostante ciò quella brutta cosa avanza. Cosa si può fare ? Con il garbo e la moderazione non credo si possa ostacolare questo scempio, bisogerebe ricorrere ai tribunali, e li i tempi li vedo luuunnghiiiiii. Vedi l’ILVA di Taranto e poi muori ! Ci vorrebbe un DIO !!! Ciao buona giornata a te con un abbraccio. Stefano.
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Io farei una cosa semplicissima, inviamo questa lettera insieme alle foto ed i nostri commenti, al sindaco di Villanova, al presidente della provincia, al presidente della regione e poi ai tre assessori all’ambiente, comunale provinciale e regionale, poi all’arpa e quindi a Italia Nostra e poi al FAI, e all’associazione In difesa del paesaggio alla Lega Ambiente, quindi alle ASL di comune provincia e regione.e chiediamo loro di darci una risposta, ed una , perchè no, ai titolari delle concessioni. Grazie Enzo, bel servizio.
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I presupposti per uno sviluppo sostenibile del nostro paese ci sono tutti, natura e arte resistono e ogni tanto qualcuno dice di occuparsene; parole al vento però, pronunciate dai due ai quattro anni fa: gli stanziamenti c’erano, dove sono finiti? Che rabbia sentire parlare di soluzioni a breve termine, solo chi campa cent’anni può sperare di vedere qualcosa di nuovo in quel di Villanova!
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Segnalo anche questo altro articolo: staremo a vedere …
http://www.provinciagranda.it/index.php?option=com_content&view=article&id=1684:villanova-scoperta&catid=1028:12102012&Itemid=54
Villanova Mondovì: Santa Caterina rivela l’abside dell’antica chiesa
I lavori di restauro consentono la scoperta di un edificio di culto preesistente
VILLANOVA MONDOVÌ – È una “finestra” sul passato di Villanova quella che si apre sul pavimento in coccio pesto color mattone, recentemente ultimato nell’antica parrocchiale di Santa Caterina. Una vetrata che mostra in tutta la sua suggestiva evidenza, i resti di mura dell’abside della chiesa addirittura antecedente all’attuale edificio romanico-gotico. L’ultimo tassello, in ordine di tempo, del laborioso percorso di recupero finanziato con il prezioso contributo della Fondazione Crc. «Un intervento ben fatto – ha commentato il sindaco Boasso – che pone nella giusta evidenza l’importanza di questa chiesa. Un contenitore di notevole valenza architettonica, impreziosito da uno splendido ciclo di affreschi quattrocenteschi che ne fanno un tesoro d’arte unico nel suo genere». A che punto sono i lavori? Lorenzo Eula, il professionista che li segue, fa il punto della situazione: «Dopo aver provveduto a sistemare il tetto e l’assetto statico, realizzato l’impianto di riscaldamento, ultimato il pavimento e collocate le lastre di vetro nella zona di particolare interesse archeologico, a breve termine provvederemo a realizzare la rampa esterna con l’accesso per i disabili e l’impianto di illuminazione che, fra l’altro, è già stato appaltato». «In sostanza – ha proseguito l’ingegner Eula – restano da effettuare alcuni interventi che non dovrebbero richiedere tempi eccessivi. In particolare dovrà essere effettuato un cerchiaggio in acciaio sui pilastri all’altezza dei capitelli circolari per sorreggere gli archi riportati. Inoltre occorrerà suturare alcune lesioni interne, riportare alla forma originaria alcuni capitelli e cornicioni parzialmente lesionati, suturare delle lesioni sulle pareti esterne, sistemare le porte d’ingresso ed eliminare i cavi presenti sulla facciata». In questo modo si dovrebbe ultimare il ciclo di interventi programmati per il recupero completo dell’edificio. «L’Amministrazione comunale – ha concluso Boasso – ha sollecitato la conclusione di questi lavori in modo da utilizzare questo gioiello architettonico fin dal prossimo anno. Si tratta di un’opera alla quale teniamo molto e che potrebbe diventare non solo la sede ideale per manifestazioni e mostre, ma anche una tappa di grande prestigio per itinerari turistico-devozionali che potrebbero includere il santuario di Santa Lucia, la pieve di San Maurizio e il cascinale dei frati dei Bertini».g.b.Rulfi
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… e poi cercando la buona notizia precedente ne ho trovata un’altra che vale la pena rileggere … sebbene del 2008!!!
Altro che ostello … ora si raggiunge solo faticosamente su una strada sconnessa e franata come testimonia una foto presente in questo post!
http://www.unionemonregalese.it/index.php?id_articolo=2623
05-03-2008 VILLANOVA
Un ostello della gioventù a Santa Lucia di Villanova?
Arroccato sulla pietra sopra Villanova, il Santuario di Santa Lucia è quasi un simbolo. Potrebbe presto essere oggetto di un progetto di recupero: con l’aiuto di fondi regionali, potrebbe ospitare un Ostello della gioventù. «È un’idea che inseguiamo da un po’ – racconta don Franco Bernelli, parroco di Villanova –, per andare incontro al turismo religioso». Il primo complesso del Santuario, noto ai più per la sua chiesa all’interno di una grotta, risale circa al 1500. Fu poi ampliato nei vari secoli, e rimodernato negli anni ’50 e attrezzato come “Casa per ritiri ed esercizi spirituali” e fu affidato alle Suore missionarie della Passione fino a qualche decennio fa. Oggi si sta pensando a un progetto nuovo, per recuperare la struttura e “rilanciarla”. Della questione si è discusso la mattina di venerdì 29 febbraio a Torino, negli uffici dell’Assessorato regionale al Turismo: erano presenti l’assessore villanovese Alessandro Rossi, insieme a don Bernelli e all’architetto villanovese Marcello Boetti, progettista incaricato dal Comune. «Il progetto sfrutterebbe i fondi regionali messi a disposizione per le iniziative volte a incentivare il turismo religioso Una parte dell’ala potrebbe essere destinata a ospitare una mostra diocesana permanente sull’attività dei missionari. Il progetto sarà redatto e presentato entro il mese di marzo. – ci spiega Boetti –. Presenteremo il definitivo dopo la metà di marzo. Quello che prevediamo è di eseguire una serie di lavori nella manica ottocentesca del Santuario, sul secondo e terzo piano. L’ipotesi è quella di un ostello da circa 25 posti». Il costo dell’opera si aggira sui 330 mila euro, di cui la Regione potrebbe arrivare a finanziare fino al 60%: il resto sarebbe a carico del Comune. «Nel progetto – continua Boetti – rientrerebbe anche un recupero della stradina che collega il Santuario con il centro storico di Villavecchia e la messa in sicurezza della strada di accesso che sale a Santa Lucia».
MARCO TURCO
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Oggi giornata storica: ecco l’articolo apparso su Provincia Granda:
Il Comune di Villanova “sospende” le cave
Nuove prescrizioni per le ditte proprietarie del sito
VILLANOVA MONDOVI’ – Alla prossima Conferenza dei Servizi, il Comune di Villanova Mondovì esprimerà parere “sospensivo” in merito al progetto di ampliamento della cava “Rocchetta”, presentato dalle ditte Giuggia e Saisef. La decisione della giunta è stata presa giovedì scorso. E’ motivata dalla richiesta di una serie di integrazioni che tengono anche conto delle osservazioni del comitato ambientale “Ama il tuo paese”. In sostanza, la coltivazione della cava non dovrà incidere sui fenomeni carsici (in particolare sull’ecosistema della grotta dei Dossi) presenti nella zona. Inoltre il progetto dovrà prevedere la riduzione della pendenza del profilo finale per consentire un rinverdimento completo e omogeneo del territorio a recupero ultimato. Il sentiero che collega Santa Lucia a San Bernardo e a Santa Caterina dovrà avere una pendenza più contenuta e le ditte Giuggia e Saisef dovranno adottare nuove soluzioni per l’abbattimento delle polveri, mediante il lavaggio delle ruote dei camion e l’adozione di un sistema a pioggia o cannoni nebulizzatori. Dovrà essere adottato un sistema di coltivazione a fette orizzontali discendenti e ogni lotto dovrà essere recuperato dal punto di vita ambientale entro tre anni dalla data di rilascio dell’autorizzazione, indipendentemente dall’andamento del mercato degli inerti. Importante anche la richiesta di indicare il termine finale della coltivazione, sia dal punto di vista temporale che topografico. Per monitorare le emissioni di fumi e polveri dovranno essere istallate apposite centraline fisse, gestite dall’Arpa. Per quanto concerne San Bernardo, la collinetta ad est dovrà essere abbassata al livello della cappella. L’area dovrà essere destinata al pubblico con spazi di sosta attrezzati e dovrà essere recintata. Infine, due volte alla settimana, le ditte Giuggia e Saisef dovranno provvedere alla pulizia di via Divisione Cuneense mediante un’apposita autospazzatrice. La strada dovrà essere bagnata tutti i giorni (eccetto la domenica) nei mesi da marzo a novembre. Le ditte dovranno anche mantenere a proprie spese la segnaletica orizzontale, presso l’incrocio fra via Divisione Cuneense e via Roccaforte.g.b.rulfi
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Carissimo Enzo, quest’ultima pagina non fa che accrescere l’amaro in gola che gli scempi delle amministrazioni italiane stanno perpetrando a danno di tutti noi. Personalmente sono schifato da questi magnaccia della cosa pubblica. Non ci sono rimedi, vedessi gli ultimi incontri delle varie associazioni. All’ultima di quattro associazioni monregalesi eravamo una ventina, in pratica 5 per ogni comitato/associazione. E continuiamo a creare pagine di documenti visti e rivisti da presentare a…da far vedere a chi…Insomma aria fritta . Contro questi personaggi dal pelo sullo stomaco alto una spanna, queste cose non fanno neanche il solletico. Sono convinto che per fargli un po di prurito, bisognerebbe scendere in piazza, davanti alle cave, agli inceneritori ,ai sentieri deturpati e inaccessibili, chiedere conto del perchè hanno permesso queste porcate, Accusandoli di aver lasciato deturpare il territorio, il paesaggio, la salubrità della zona. I documenti, sono utili a metterci i bastoni tra le ruote, che già vanno lentamente. Bisognerebbe innestare una marcia veloce, serve uno scatto, un salto di qualità che vada oltre. Che metta gli amministratori davanti alle proprie responsabilità, lo sanno benissimo cosa hanno combinato, chiediamo loro quale giustificazioni possono adottare per lo scempio del Monte calvario.Non ne hanno, la faccenda del lavoro è solo un ricatto, riconvertendo la cava in qualcosa di bello, ci sarebbe lavoro per tanti, e meno degradante. Ma la ragione di tutto sta nel denaro, nel profitto dei soliti pochi, in combutta con chi glielo permette in cambio di riconoscenze tangibili, se non peggio. Noi dovremmo attivare il nostro sdegno e mostrarglielo con manifesti e foto di come era, e di come è diventato. Svegliamo le coscienze ! Facile a dirsi eh eh ! Allora cosa ? Io lo so ma non lo dico,,,, Riuscire a mettere insieme tutta questa indignazione è il vero problema. Creare una pattuglia di trenta quaranta persone decise a metterci la faccia, come si dice, appoggiati almeno da un centinaio di altri pronti a sostenerli. Utopia. Boh ! Buona serata.
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Mi viene in mente il piccolo ma intenso libro di Jean Giono, “L’uomo che piantava gli alberi”.
Poche decine di pagine per raccontare la storia vera di un uomo che, a inizio secolo, dopo aver perso figlio e poi moglie, si era ritirato in una
abbandonata zona di campagna nella solitudine, dove trovava piacere a vivere lentamente con le pecore ed il cane. Ma il suo vero “lavoro” non era quello di pastore bensì quello di piantare alberi in quella distesa di terra comunale abbandonata da tutti.
… fino a fare risorgere quella terra desolata e fare rinascere il villaggio abbandonato per decenni.
Scrive Jan Giono: “Quando penso che un uomo solo, ridotto alle proprie semplici risorse fisiche e morali, è bastato a far uscire dal deserto quel Paese di Canaan, trovo che, malgrado tutto, la condizione umana sia ammirevole”.
L’albero rappresenta, fin dai tempi più antichi, il simbolo e l’espressione della vita, dell’equilibrio e della saggezza. Cosa ci può essere di più utile e bello per la terra ed il nostro vivere che piantare e far crescere degli alberi? E di rimando, cosa ci può essere di più inutile e dannoso che distruggere una montagna con i suoi alberi?
Mi chiedo se ancora oggi sia ancora fattibile che un uomo solo possa compiere il “miracolo” compiuto da quel francese. … e mi chiedo anche se quell’uomo avrebbe saputo prendere quella sua decisione di vita se non gli fosse successa la disgrazia della morte del figlio e della moglie.
Forse i tempi sono cambiati e oggi probabilmente si rischierebbe addirittura il carcere se uno piantasse degli alberi in un terreno non di sua proprietà. … ed al contrario si concedono concessioni per continuare a distruggere con cave intere colline con pinete annesse. La legge del profitto non ha occhi … e le future generazioni non vedranno più quello che i nostri occhi possono ancora vedere oggi!
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Mi unisco al coro di complimenti, trovo bellissime le foto di San Bernardo e me le sono immaginate in un manifesto sullo stile di Klio Karadim (eheheh…cercatene su internet le immagini, è un’artista berlinese). Inquietante la traccia rosso sangue sulla roccia durante il trasferimento della povera cappella..
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Grazie, per la questione del link sarà dovuto alla mia poca dimestichezza col compiuter, come puoi anche notare dal messaggio anonimo che ti ho inviato, eppure non volevo essere anonima infatti per sicurezza ho messo il nome. Farò controllare da Massimo.
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cari amici, il direttivo ha in effetti lavorato molto in questi primi sei mesi di attività, ha intrecciato proficue collaborazioni con altre organizzazioni quali salviamo il paesaggio, lega ambiente ,italia nostra,ha un sito internet e un gruppo di lavoro permanente ma soprattutto ha prodotto la richiesta di ViNCOLO AMBIENTALE per il Momburgo ed ora le “OSSERVAZIONI” agli organi competenti contro l’ampliamento cave, con un grande lavoro di ricerca, lettura documenti e sollecitazioni a chi di dovere.I tasselli più importanti sono stati messi con grande solerzia. Siamo stati più carenti ,in effetti , sull’informazione , per mancanza di tempo ed energie, e ce ne scusiamo sperando al più presto di potervi porre rimedio con nuovi collaborativi soci ,come voi.
Per quanto riguarda le ultime vicende, nessun problema, anzi . Era una chiarezza e pulizia interna da farsi dopo un assemblaggio iniziale. E poi come si suol dire, ed è verità, tutti sono utili ma nessuno è indispensabile.Le funzioni di Presidente sono ora svolte dal nostro amato,serafico, Carlo Banchini, il direttivo, seppur ricettivo a nuovi rimpasti,è più attivo e vigile che mai.
Chi ci ama sia dunque sereno e collabori con noi, perchè la battaglia è durissima.
Qualunque sia il risultato è comunque chiaro che il tempo delle pecore è finito.Flavia bongiovanni
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Hai fatto bene a ricordare i punti salienti del vostro operato degli ultimi mesi che spero dia i risultati voluti, ma se anche fallisse in parte è comunque un’evidenza di una vigilanza che deve essere sempre presente in una cittadinanza verso l’operato delle amministrazioni affinchè non ci siano spiacevoli derive …
PS: ho notato che seguendo il link, associato al tuo nome nel tuo precedente post, conduce al sito “http://amailtuopaesecomitatoambientalistavillanovese/” anzichè “http://www.amailtuopaese.org/” (come avviene giustamente ad esempio seguendo il link associato al nome di Massimo, relativamente al suo precedente post). Penso si tratti di qualche bug nella configurazione del tuo utente che sicuramente chi ha predisposto il blog può risolvere (o di una tua svista nella registrazione del tuo utente in wordpress)!
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Avevo parlato con Enzo domenica mattina per la prima volta di persona. Mi era stato segnalato il suo nome dal presidente d’Italia Nostra a novembre o dicembre scorso, non ricordo bene. Su Face Book siamo diventati presto amici e mi ero proposto di tesserarlo anche con ” la forza ” appena l’avessi incontrato. Non era necessario usare la forza naturalmente. Si è iscritto da solo nelle mani di Grazia. Dal servizio fotografico che ha pubblicato e dai commenti che ha scritto si vedono il suo senso civico e l’attenzione che pone alla difesa del paesaggio e non solo. Complimenti Enzo ! In quanto al resto, dopo un inverno di speranze e impegno da parte del direttivo , a che punto siamo ? Alle dimissioni del presidente si vuole porre rimedio e come e con chi ?
Vi prego di scusarmi, ma sapete che guardo al sodo, e dopo le mie dimissioni, non so con quale diritto esprimo dubbi e perplessità . Di fatto mi piacerebbe vedervi decollare in alto e raggiungere gli scopi prefissi nella salvaguardia dei luoghi che Contini così bene ha fotografato. Di alcune ne farei delle gigantografie e le esporrei in piazza, in un banchetto allestito alla ricerca di consenso, ma decisioni del genere con quale direttivo ? Un cordiale saluto.
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Grazie Stefano dei complimenti, … fanno sempre piacere soprattutto quando non sono ricercati! 😉
Anche a me ha fatto piacere conoscerti di persona in piazza la scorsa settimana e spero di avere in futuro con te nuove occasioni di scambi di idee e discussione spero proficua …
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ENzo, sono senza parole, una visione ,oggettiva,precisa, cruda e documentata di questa realtà
grazie per questo tuo appassionato impegno che ci aiuta nel cercare di migliorare e difendere il nostro ambiente.Flavia bongiovanni
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Se riuscirete a rendervi più visibili (es. banchetti per strada, iniziative culturali, iniziative per risanare qualcosa con l’impegno di volontari) sono certo che altre persone aderiranno in quanto sarete considerati più credibili! Buon lavoro ….
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Complimentoni !!!!!!!!!!!! Ottimo gran bel lavoro !!!!!! Noi ci stiamo dando un sacco da fare, certo i giovani sono le persone da coinvolgere maggiormente, anche se hanno alle spalle, molte volte, un educazione ambientale insegnata dai genitori, che non è il massimo…..
Purtroppo in questo momento non abbiamo molto tempo per affrontare altri temi se non quello dell’ampliamento delle cave, argomento il quale ha scatenato la fuoriuscita del presidente e un altro del direttivo, purtroppo sono temi caldi, che devono essere affrontati anche se in questi momenti possono essere strumentalizzati attraverso i temi scottanti della crisi economica.
Noi ce la stiamo mettendo tutta ! Abbiamo bisogno di forze per vincere, speriamo che la coscienza delle persone non si limiti al mero consumismo, ma anche ad un consapevole e ritornevole sviluppo ambientale.
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Grazie Massimo dei complimenti: se arrivano fanno sempre piacere! Comunque è un po’ di anni che mi rodono dentro tutte queste cose ed ora ci tenevo metterle nero su bianco …
Spero di conoscerti personalmente in futuro e fatemi sapere se riuscite ad ottenere qualche risultato e anche se posso aiutarvi in qualche modo sebbene ormai in autunno/inverno sarò a Villanova solo per qualche week-end e spero durante le feste di Natale …
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Che lavorone Enzo, complimenti. Uno degli infiniti esempi di incongruenze nella gestione del territorio. Auguri per il tuo (vostro) impegno.
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