Avevo già scritto alcuni post su questo straordinario santuario che sembra sospeso sul Momburgo:
- 2021: Villanova Mondovì – Dalla cappella di San Bernardo al santuario di S. Lucia: un percorso tra le bellezze nascoste del Monregalese!;
- 2020: Villanova Mondovì: bella passeggiata per il sentiero della storica via crucis sul monte Calvario;
- 2016: Villanova Mondovì: dietro la cappella di San Bernardo nuovo “belvedere” … con vista sulla cava!
- 2012: Monte Calvario a Villanova Mondovì (chiesa di Santa Caterina, santuario di Santa Lucia e cappella di San Bernardo): rifugio faunistico o sfruttamento indiscriminato delle risorse ambientali?
Anche quest’anno, sono riuscito a rivederlo approfittando di una delle rarissime visite guidate – 7 agosto e 4 settembre 2022 – organizzate da alcuni volontari molto volenterosi e caparbi. Nel giro di 3 anni sono riusciti a moltiplicare le visite guidate al Santuario, fino a raggiungere quota 1600 presenze nel 2022: un record raggiunto pur essendo state limitate le aperture, segnale evidente che il luogo suscita assai interesse anche tra i turisti. Un volontario mi ha detto che la maggior parte di questi proviene non solo da tutto il Piemonte, ma anche dalla Liguria e dalla Lombardia: hanno anche ricevuto richieste da gruppi di tedeschi e francesi!
L’evento, abbinato anche alle visite di altri piccoli – grandi gioielli del Monregalese (Chiesa di S. Caterina, Museo delle suore della Passione), era stato pubblicizzato principalmente con il passaparola e grazie anche a un articolo comparso sul giornale cartaceo locale L’Unione Monregalese (mentre nel sito di quello stesso giornale si trova solo un articolo del 2021 o di anni ancora precedenti…):

Insomma, sul web non si trova molto relativamente alle più recenti aperture del 2022 (stranamente nulla viene indicato anche sul sito specifico del santuario), mentre lo scorso anno erano comparsi online diversi articoli, alcuni dei quali risultano visibili ancora oggi (18 agosto 2021 – Villanova Mondovì (CN): proseguono le visite al Santuario di Santa Lucia e alla Chiesa nella grotta; La chiesa nella grotta: visite guidate al Santuario di Santa Lucia)! Solo sul sito facebook sono comparsi post che pubblicizzavano gli eventi: da qui sono venuto anche a conoscenza della presenza dei seguenti articoli di targato.cn che non avevo trovato tramite motori di ricerca:
- Riaprono ai visitatori il Santuario di Santa Lucia e i tesori del museo diffuso villanovese
- Continuano le visite alla scoperta di Santa Lucia e della chiesa nella grotta di Villanova Mondovì
- Ultime due domeniche per poter visitare la grotta e il Santuario di Santa Lucia
Ma il problema principale non è certo la visibilità non ottimale degli eventi… tanto i visitatori, si è visto, accorrono anche da lontano: anzi, forse provengono soprattutto da altri paesi, dal momento che diversi abitanti di Villanova, pur sapendolo, non mi sembra si siano mossi più di tanto per rivedere questo luogo oramai quasi sempre inaccessibile.
Pigrizia? Disinteresse nel rivedere un posto già visto in passato? Timore di rivederlo sempre più provato dal tempo e dall’incuria? Chi può dirlo!! Per troppi di loro, comunque, quel Santuario rimane solo un “rocas”, non comprendendo appieno il valore di quel gioiello d’arte anche solo come richiamo turistico nella zona e quindi anche con risvolti economici! Davvero troppo pochi i volontari che provengono proprio dal Paese e che partecipano attivamente per valorizzare quel patrimonio davvero unico di quel loro territorio!
Ma torniamo alla nuova visita che ho fatto recentemente (agosto 2022).
Speravo che qualcosa si fosse mosso, che alcuni degli interventi ipotizzati l’anno precedente avessero avuto un seguito: d’altra parte, il sottotitolo dell’articolo del giornale L’Unione Monregalese recitava “In piena attività il Comitato per la valorizzazione, ultimati gli interventi di manutenzione sull’area verde e sull’edificio“!
Invece, ho visto ben poco! Anzi, ci sono segnali evidenti che indicano come il degrado non si stia arrestando: anche al visitatore distratto questo risulta palpabile dalla presenza di nuove zone a cui viene vietato l’accesso in quanto divenute nel frattempo pericolose. Diverse stanze non sono più visitabili e anche il cortile di fronte al Santuario risulta ora inaccessibile: basta alzare gli occhi e vedere le condizioni anche solo di alcune grondaie, per comprendere il motivo di quel nuovo divieto! Neppure più le belle terrazze risultano percorribili per intero e, anzi, una è ora completamente inaccessibile, così come la grotta all’interno della chiesa (quest’ultima penso solo per il potenziale pericolo di scivolare…).
Di lavori in corso evidenti, ho visto ben poco… 🙄 solo principalmente nuovi divieti di accesso per pericolo! Purtroppo ben a poco servono le sparute piantine fiorite poste di fronte al Santuario, proprio in quella zona ora recintata rendendola inaccessibile… sebbene possano comunque abbellire quel luogo!
Insomma, l’interesse c’è e sembra sia molto attivo anche presso l’Ente Proprietario, cioè la parrocchia di Villanova, o meglio di Santa Caterina in Villavecchia. Il “nuovo” Parroco, nominato nel novembre 2018, ha l’obiettivo di valorizzare tutti i tesori del territorio locale: per questo ha affidato ad un gruppo di Volontari – ben coordinati da un responsabile – il compito di portare più gente possibile a visitare Santa Lucia, perché forse solo così si potrà invertire il percorso di declino iniziato da lunga data… e pian piano ci stanno riuscendo, anno dopo anno! Ma tutto questo impegno di volontari non potrà certo bastare se non ci sarà anche un interesse da parte delle Istituzioni preposte a conservare i beni culturali e non arriveranno quindi gli opportuni aiuti finanziari. Un volontario mi ha detto che sono già stati effettuati diversi studi su come poter intervenire sull’edificio e si è anche recentemente cercato di prendere parte a bandi d’imminente apertura, per riuscire almeno a ripassare i tetti oramai decadenti: insomma, quello che manca sembra siano solo i finanziamenti! Purtroppo l’incuria di decenni ha reso la situazione attuale molto difficile da fronteggiare e risulta già arduo riuscire anche solo a coprire le spese ordinarie! Mi chiedo se utilizzo commerciale di parte dell’edificio (e.g. ristorante, ostello) potrebbe forse contribuire a reperire dei fondi…
Non rimane, per chi lo desidera, che vedere alcuni di quei luoghi, ora inaccessibili, nel video che avevo fatto lo scorso anno, sperando di poter a breve fotografare nuovamente quelli stessi ristrutturati: ma forse questa è solo un’utopia! Infatti, a nulla era servito, non molti anni fa (2015), essere stato tra i Luoghi del cuore del F.A.I. più votati del cuneese (Tra i luoghi del cuore d’Italia c’è il Santuario di Santa Lucia tra Villanova e Roccaforte Mondovì; “Luoghi del cuore” del Fai: i più votati nella Granda: ai primi posti nella classifica provvisoria i santuari di Villar San Costanzo e Villanova Mondovì e la strada del vallone di Elva), raggiungendo un numero di votazioni impressionante, grazie anche all’impegno di associazioni, volontari e suore.
Oramai il disinteresse di molti sembra regnare se è un dato di fatto che, penso per scoraggiamento anche dei più attivisti, quello stesso luogo, nel giro di pochi anni, da migliaia di voti abbia nel 2022 ricevuto solo 18 voti nel sito del FAI “I luoghi del cuore“! Io l’ho votato e invito a farlo anche voi... non tanto sperando di farlo risultare vincente, ma almeno per non renderlo il luogo “meno” del cuore di tutti!!

Sembra proprio che solo la Parrocchia e quei pochi volontari imperterriti si preoccupino delle sorti di questo monumento di notevole valore storico e artistico oltre che religioso.
Il Comune, la Sovraintendenza, i Fondi, le Banche… insomma, chi potrebbe intervenire economicamente per fermarne il degrado, sembrano disinteressarsi di questo gioiello del Monregalese, con beneplacito di buona parte della popolazione locale.
Per intanto il vincolo paesaggistico sul Momburgo è decaduto per via del ricorso fatto dal Comune (8/2022 – Unione Monregalese – Villanova: il Tar accoglie il ricorso del Comune: decade il vincolo sul Momburgo): avrebbe dovuto bloccare l’erosione della montagna Momburgo – quella stessa su cui poggia il Santuario – da parte di cave che, oltre che a deturpare il paesaggio, continuano a far brillare mine a distanze sempre più ravvicinate! Come si fa a non pensare che quegli scoppi, che fanno tremare vetri e muri di diverse case del Paese, non abbiano un effetto devastante anche sulla struttura del Santuario attaccato sulla roccia di quel medesimo monte, a pochissime centinaia di metri dalle cave! La cava, subito a sinistra del Santuario, per fortuna è inattiva da qualche anno, ma è già assurdo che ci sia e abbia operato per anni: anche senza tener conto dei probabili danni alle strutture dell’edificio provocati dalle vibrazioni dovuti ai lavori di scavo sulla montagna, evidente permane il degrado paesaggistico che permarrà nel tempo a testimoniare, anche ai posteri, gli errori di una amministrazione poco accorta. La foto seguente mostra come sia ben visibile e deturpante quella cava di Roccaforte quando si guarda dalla provinciale il Santuario di Santa Lucia (nella foto all’estema sinistra)!


Come si nota chiaramente dalle seguenti riprese da satellite di GMap, l’estensione della cava di Villanova in solo dieci anni (2012 – 2022) si è assai estesa, quasi raddoppiandosi e avvicinandosi sempre più al Santuario: ha quasi oramai nuovamente raggiunto la Cappella di San Bernardo (protetta dalle Belle Arti) che solo pochi anni fa era stata spostata di molto dalla sua sede panoramica originale, proprio per consentire il proseguimento degli scavi. Attualmente la cava ha quasi raggiunto quella Cappella nella sua nuova collocazione di pochi anni fa!

Ecco come appare la visione in 3D via satellite del territorio utilizzando Google Earth, orientandosi opportunamente per meglio valutare la attuale situazione sia lato cava di Roccaforte sia lato cava di Villanova:



Si tenga presente che queste immagini seguenti sembra siano elaborazioni di dati del 3/8/2017 (indicazione in basso a sinistra) cioè di più di 5 anni fa per cui probabilmente non mostrano nemmeno la situazione reale attuale, ovviamente peggiore!

Utilizzando infine la funzionalità di immagini storiche via satellite che esiste nella versione Google Earth pro (da installare su PC: vedi I molteplici servizi gratuiti di visualizzazione del territorio geografico: Google Maps, Street View, Google Earth, Microsoft Bing Maps, Apple Maps…) si ricavano le seguenti visioni registrate via satellite su quella cava.
Si noti come la definizione delle immagini sia progressivamente aumentata, soprattutto a partire dal nuovo secolo: soprattutto quella del 1985 è decisamente a bassa risoluzione, ma consente comunque di rilevare la dimensioni di allora della cava tenendo presente che ora il margine della cava ha quasi raggiunto il luogo dove viene indicata la Cappella di San Bernardo che ho evidenziato in rosso. In realtà, dove viene indicata quella Cappella è la posizione attuale e non quella che aveva in quel 1985: infatti era stata spostata nel 2004 dalla sua bella posizione panoramica – ben differente dall’angusta posizione attuale – per appunto lasciar spazio all’espandersi della cava: vedi Monte Calvario a Villanova Mondovì (chiesa di Santa Caterina, santuario di Santa Lucia e cappella di San Bernardo): rifugio faunistico o sfruttamento indiscriminato delle risorse ambientali?
Sovrapponendo, con un editor grafico, le immagini da satellite del 31/12/1985 e del 28/10/2020 (cioè le ultime attualmente pubbliche: ovviamente ora nel 2022 la situazione è ancora peggiore, ma bisogna aspettare ancora un po’ perchè risulti visibile pubblicamente la visione 2022 via satellite tramite Google!) ho evidenziato la parte di montagna erosa da quella cava in 45 anni (per un’altezza di più di 100m!!): pazzesco!!!

Nel seguito le immagini da satellite attualmente disponibili da Google Earth Pro per quel territorio: 28/10/2020; 3/8/2017; 24/9/2015; 13/9/2012; 31/12/1985
Questa cava di Villanova non è certo così vicina al Santuario come quella inattiva quasi adiacente di Roccaforte, ma in linea d’aria non è poi molto più distante (come si può notare dalle foto da satellite riportate sopra): nel tempo, la sua distanza in linea d’aria si è poi dimezzata nel corso di pochi decenni. Comunque agisce sulla medesima montagna per cui l’effetto delle mine che vengono fatte brillare settimanalmente si ripercuotono nel tempo sicuramente sulle case di Villavecchia (diverse crepe si allargano sui muri di quelle case) e probabilmente anche più distante: varrebbe sicuramente la pena mettere qualche sensore (i.e. quelli che si mettono per registrare i terremoti) nel Santuario per tracciare il loro impatto anche su quel tratto di montagna in cui è collocato. Nelle grotte di Bossea ci sono questi semplici sensori collocati in modo permanente e non penso ci voglia molto – anche in termini economici – per piazzarne qualcuno nel Santuario, magari anche solo per un certo periodo di tempo opportuno!
Nell’articolo Villanova: il Tar accoglie il ricorso del Comune: decade il vincolo sul Momburgo si legge: «Abbiamo fatto ricorso contro il vincolo perché a nostro avviso la zona è già sufficientemente tutelata – il commento del sindaco, Michelangelo Turco –, ci sono già i vincoli paesaggistici del Piano regolatore, non c’era bisogno di aggiungere divieti ai divieti, oltretutto creando difficoltà in più a Villavecchia, una zona in cui è difficile convincere i privati a insediarsi o intraprendere interventi di riqualificazione. Poi l’area individuata era molto ampia, scendeva nel Garombo verso Garavagna e andava verso Branzola, creando ulteriori difficoltà alle aziende agricole. Il venir meno del vincolo per noi significa semplicemente meno oneri per chi vuole intervenire sui fabbricati o prendere iniziative». Sul tema dell’espansione dell’attività estrattiva delle cave, che è uno dei temi su cui storicamente verte il dibattito, Turco precisa: «Le cave seguono le loro normative e i loro canali, le autorizzazioni non fanno nemmeno capo al Comune. Oltretutto vedo particolarmente improbabile un’espansione verso Monte Calvario, visto che la zona della cava in quella direzione è già stata tutta recuperata, addirittura con le semine verdi in funzione. Oltretutto Monte Calvario è una zona di proprietà comunale». Il vincolo paesaggistico effettivamente ha comportato inutili burocrazie e ha sicuramente ostacolato interventi di riqualificazione di edifici della zona, ma basterebbe escludere le aree abitate e mantenerlo nel territorio boschivo del Momburgo, garantendo quindi quella protezione contro lo sfruttamento delle sue risorse. Relativamente alle concessioni date alle cave, si afferma che non fanno capo al Comune senza tuttavia precisare a chi competono! Mi chiedo: chi allora è il responsabile delle autorizzazioni che, decennio dopo decennio, hanno permesso il perpetuarsi di questo scempio ambientale? Per il mantenimento di poche decine di posti di lavoro ed il profitto di pochi, si è continuato a distruggere un vasto territorio che avrebbe potuto offrire ben altre possibilità alla popolazione locale, anche in termini di richiamo turistico e quindi con un positivo impatto economico sulle attività commerciali della zona. L’affermazione che sia particolarmente improbabile un’espansione verso Monte Calvario, mi sembra poi alquanto azzardata anche solo guardando quanto è avvenuto nell’ultimo decennio, come si evince dalle precedenti immagini via satellite. Si noti come la parete di montagna erosa negli ultimi 10 anni (immagine a sinistra: circa 318 metri per un’altezza di circa 124 metri) disti in linea d’aria poco meno della distanza tra l’estremo della cava e il Santuario di Santa Lucia (immagine a destra: circa 393 metri). Questo significa che, se gli scavi continueranno con la medesima intensità (che, in verità, è sempre cresciuta negli anni), nel giro di meno di 20 anni potrebbe arrivare ad interessare davvero assai da vicino il versante in cui è presente il Santuario! Si noti tra l’altro che la cava di Villanova Mondovì stà già interessando un territorio (circa 670 metri di altezza) più in alto del Santuario (circa 614 metri di altezza).
Relativamente al recupero della zona della cava in quella direzione poi, che si afferma sia stata già tutta effettuata addirittura con le semine verdi in funzione, anche guardando bene con il cannochiale, sinceramente non se ne vede l’ombra!! 🤔 Anzi, al rumore continuo della cava – che perdura talvolta addirittura anche di notte e nei week-end – e alle periodiche sirene che preannunciano l’imminente scoppio di mine, nonchè di queste ultime, si sono aggiunte non solo le zanzare (che proliferano grazie ai bacini d’acqua utilizzati nella lavorazione), ma anche la puzza di catrame proveniente da nuove attività iniziate recentemente!
Nella speranza e attesa che l’evolversi degli eventi cambi il suo corso attuale, nel frattempo chi desiderasse ancora vedere anche quei luoghi del Santuario ora inaccessibili, deve accontentarsi dei seguenti spezzoni del video che avevo realizzato un anno fa, quando ancora diverse di quelle zone risultavano ancora visitabili:
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Altri link utili sul Santuario di Santa Lucia
Grazie per l’enorme lavoro che stai facendo di anno in anno. Anche noi cerchiamo di fare il possibile per risvegliare ammnistrazione e cittadinanza sulle bellezze a rischio del nostro territorio. Il Comitato ambientale “Ama il tuo paese” ha a cuore il territorio del Momburgo, a partire dal Santuario di S. Lucia, tanto è vero che la raccolta delle firme per il FAI è stata da noi promossa per parecchi anni, suscitando l’interesse di quest’ultimo per il monumento e la sua presa di posizione a favore del vincolo.
Oggi l’intera zona è effettivamente a rischio per via dell’annullamento, ma per fortuna la Regione Piemonte, nella persona del suo vicepresidente Carosso, ha dichiarato pubblicamente di voler procedere al ricorso al Consiglio di Stato. Ne siamo felici, anche perché non crediamo comunque che il vincolo sia un ostacolo allo sviluppo del borgo (in quanto “storico” è comunque già soggetto a pratiche edilizie diversificate) , semmai lo sono le cave (che potrebbero un domani riuscire a formare un polo minerario unico Rocchetta-Garombo andando ad intaccare la via Crucis). Ed il vincolo è una tutela FORTE, capace di porre un freno al consumo indiscriminato del territorio. Senza di esso sarà difficile salvare la zona.
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