Lo zoo di Torino nel Parco Michelotti (dal 20/10/1955 al 31/3/1987)

Chi non ricorda lo zoo di Torino (apertura 20/10/1955 – chiusura 31/3/1987) nel Parco Michelotti?
… se vuoi fare un tuffo nei ricordi, guarda questo video che ho fatto partendo da miei filmati Super8  …

ScreenHunter_01 Jan. 17 18.22

Lo zoo di Torino –  1965 (Enzo Contini)

Se sei interessato al Parco Michelotti, possono forse interessarti anche i seguenti post:

_______________
P.S.
[Da un post del 28/5/2013 nel blog della “Locanda dell’arte” [*, **]: “Nella Locanda dell’Arte l’allestimento Archeologia Incantata è ampliato con un percorso multimediale: accanto alle opere d’arte e ai libri diEzio Gribaudo, … il video di Enzo Contini dedicato allo Zoo di Torino, nelle cui immagini si riflettono e proiettano i ricordi che hanno ispirato l’artista nella creazione delle opere in mostra.“]

Se poi vuoi avere ulteriori informazioni sullo zoo di Torino guarda nel seguito le informazioni che ho raccolto ricercando su Internet. Alcune le riporto quasi integralmente, indicandone ovviamente le fonti , in modo tale che non vadano perse.

Se poi vuoi vedere altri video sul quello zoo, incredibilmente sono presenti in rete solo altri tre video amatoriali oltre al mio: nonostante la miriade di persone ed i video che sicuramente sono stati fatti in Super8, solo questi pochi sono oggi presenti sui social network o su siti di quotidiani … nessun video professionale!! Tra i commenti del seguente, in particolare c’è il seguente di Ivan Villa, … belle parole che mostrano un po’ di umanità tra la troppa crudeltà di quello che erano gli zoo: “Ho lavorato tanti anni con loro, li conosco per nome e per quell’innaturale amicizia che era nata fra me loro, ho condiviso il gelo invernale ed il caldo torrido, la malinconia che traspariva neo loro occhi, Alice e Baby (gli elefanti) Giorgio (lo struzzo), Coccobilly (il tucano) Elsa (l’aquila) Paola (la iena) e tutti, tutti gli altri, 25 anni dopo mi mancano, uno ad uno,  col groppo in gola grazie di avermi regalato una emozione irripetibile“.

Mi ricordo… lo zoo di Parco Michelotti in Corso Casale – 1960-69 (Guglielmino, Amato, D’Este e Dal Santo)

_____
P.S. 17/7/2020
Mi ha contattato Valentina, una gentile visitatrice di questo post, che mi ha indicato la presenza su YouTube di altri 3 video che (nonostante la scarsa qualità, le riprese davvero amatoriali con zoom veloci e repentini, il logo By Simona689 stampigliato permanentemente ed assai invadente) risultano, a mio parere, particolarmente interessanti in quanto riprendono lo zoo il 1/5/1986, quindi pochi mesi prima che lo zoo di Torino venisse chiuso (31/3/1987).
In quei video, oltre agli animali e i luoghi in cui erano collocati (in cui si intravvedono chiari segni di degrado delle strutture) vengono mostrati anche seppur rapidi scorci del parco e addirittura qualche ripresa del rettilario e di qualche sua vasca con murene e pesci. Insomma un reperto storico non indifferente che è stato aggiunto il 18/4/2020 dopo probabilmente che quel video è stato riversato digitalmente. Chissà quante riprese ancora non ancora pubbliche ci sono rinchiuse nei cassetti di m0lte persone!

Giardino Zoologico di Torino, 1/5/1986

Da un libro dello scrittore della prima metà del ‘900 Angiolo Biancotti, ho appreso che, prima della costituzione dello zoo, quel parco, dedicato all’insigne ingegnere idraulico Ignazio Michelotti che progettò l’antistante diga d’arresto del Po, era meta di passeggiate romantiche e di meditazioni fino alla Madonna del Pilone e poi oltre per giungere all’osteria dei “pesci vivi” non lontana dal Cimitero di Sassi, quieto e raccolto nel piano a piè del monte … una meraviglia di fronde verdi in mezzo al fitto della città.

Ho inserito poi anche alcune foto che ho fatto il 19/4/2013 che mostrano chiaramente lo stato di degrado del parco che da troppo tempo è abbandonato a se stesso ed all’incuria.

P.S. 2016 – Purtroppo il sito del Politecnico relativo all’Architettura del ‘900 in Piemonte non risulta più raggiungibile da Internet: per fortuna tramite i motori di ricerca è ancora possibile accedere ad alcune sue parti tramite alcuni link di condivisione evidentemente creati per accedere a quei contenuti stranamente resi privati (e.g. http://archive.is/bV1CE). Riporto quindi nel seguito il contenuto di quelle pagine che merita di essere conservato e reso accessibile a tutti!

=============================================================

http://www.archi2.polito.it/mostre/01/01_venturelli/giard%20zoo.html (sito purtroppo non più attivo)

(Vedi anche il mio successivo post Parco Michelotti e la sua vegetazione: alias quando il web non dimentica se sei interessato alla vegetazione presente nel parco Michelotti)

Nel dicembre 1950 viene presentato al Consiglio Comunale il progetto dell’Ing. Manfredi per un Giardino Zoologico al Valentino, ampliato e accompagnato da un plastico degli impianti.
In un primo tempo erano state individuate come aree da utilizzarsi per l’impianto dello Zoo il nuovo parco della Pellerina e poi il Parco pubblico Leone Ginzburg. A quest’ultimo progetto si era opposta la Soprintendenza ai Monumenti per il Piemonte.
La scelta del vicino Parco Michelotti, “silenzioso e un tantino malinconico“, viene ritenuta più consona in quanto l’occupazione di tale area da parte del Giardino zoologico, scontenterebbe, con tutta probabilità, solamente il ristrettissimo numero dei frequentatori della zona.
Il 25 febbraio 1955 la Giunta comunale delibera di concedere per trent’anni alla Società Molinar la zona del Parco Michelotti.
Il Consiglio comunale, in data 8 marzo 1955, approva la delibera della Giunta concedendo, per il costruendo Zoo, circa 24.500 mq del parco, dalla diga sul Po fino all’altezza del “Teatro Parco Michelotti“, senza però oltrepassare, a monte, il viale che fiancheggia Corso Casale.
Si realizza così a Torino la vecchia idea, sia dei Terni che dei fratelli Molinar: un Giardino zoologico associato a un deposito di transito.
I lavori per la costruzione dello Zoo procedono alacremente in vista della sua inaugurazione, prevista nel mese di luglio. Il primo degli ingressi, quello principale, si aprirà all’altezza di via Romani; il secondo a fianco del teatro. Anche dall’esterno il passante potrà dare uno sguardo allo zoo, poichè esso non sarà circondato da alcun muro di cinta, bensì da una recinzione di rete metallica.
Sono stati predisposti i lavori per la costruzione di un grande fabbricato comprendente otto vaste gabbie suddivise in zone riscaldate e all’aperto per i felini , alto quattro metri e sormontato da coni di vetro-cemento per favorire l’illuminazione naturale e dotati, alla cima, di un sistema di aerazione; sono in allestimento 12 gabbie per scimmie e piccoli mammiferi, anch’esse doppie. E’ stata scavata un’isola per i giochi delle scimmie attrezzandola con altalene e ruote e, con la terra di riporto di questo e altri scavi, si è creata una collinetta che , guarnita sulla cresta di spuntoni di roccia affioranti, diventerà un’oasi adatta per accogliervi animali di montagna.
Il 20 ottobre del 1955 si può procedere all’inaugurazione ufficiale.
Il 5 settembre 1956, la Società Molinar invia una lettera ufficiale al Sindaco per informarlo di un nuovo progetto per la sistemazione definitiva del Giardino . Risulta nuova la proposta di far acquistare al Municipio, oltre al Teatro e all’annessa birreria, che verrebbe mantenuta ad esclusione della pista da ballo, anche l’unità immobiliare al momento occupata dall’Associazione Macellai. Il progetto della Molinar prevede la totale trasformazione di quest’ultimo fabbricato. Una parte dei locali dovrebbe infatti venire riattata per allestirvi un acquario-rettilario; la restante parte sarebbe destinata a biblioteca, sala di lettura e aula per conferenze.
Il 20 marzo iniziano le opere per la costruzione del secondo lotto dello Zoo. Le opere da realizzare sono: un laghetto-stagno con acqua corrente, isolotti sabbiosi e qualche angolo erboso con ciuffi di canne; una costruzione , su modello di analoghe strutture straniere, che dovrà ospitare da un lato le giraffe, con un ampio ricovero stalla e dall’altro lato gli elefanti pure con un grande ricovero stalla. A lato di ogni ricovero sorge un magazzino per deposito e all’esterno sono predisposti due vasti piazzali. Nella parte posteriore della Casa è ricavata un’ampia voliera.
Il 29 gennaio 1958 la Società Molinar trasmette all’esame del Sindaco un progetto di massima e le relative spese per la costruzione di un Acquario-Rettilario al parco Michelotti.
Il progetto viene affidato all’arch. Enzo Venturelli . La pianta del complesso ha la forma di una T, il piano dell’Acquario risulta ribassato di circa due metri rispetto al piano esterno del terreno, mentre il piano del Rettilario è rialzato di circa due metri.
Il 28 maggio 1960 viene inaugurato l’Acquario-Rettilario.
Nel novembre 1961 viene inoltrata la richiesta ufficiale della Società Molinar al Sindaco per il finanziamento dell’intero progetto riguardante le due case ancora mancanti: quella dei pachidermi, ippopotami e rinoceronti, e quella dei felidi, leoni e tigri.
Alla fine degli anni Sessanta inizia una campagna di critica nei riguardi dell’organizzazione e metodologia dei giardini zoologici.
Il 30 luglio 1986 la concessione alla ditta Molinar è prorogata nonostante le molte polemiche fino al 31 marzo 1987.
Il 18 febbraio 1987 il Consiglio Comunale approva la chiusura dello zoo per il 31 marzo e la costituzione di un collegio di esperti per la realizzazione di una struttura di osservazione e di ricerca sul fiume e per il riassetto e la riqualificazione del parco Michelotti.
Il 1 aprile del medesimo anno, lo zoo chiude definitivamente.
In dicembre la giunta con delibera d’urgenza dà al Politecnico di Torino (prof. Luciano Re del dipartimento Casa Città) l’ incarico di allestire una documentazione sulla “formazione, consistenza, suscettibilità di riqualificazione dei caratteri architettonici ed ambientali del Parco Michelotti e di aree annesse all’ ex canale”. Si susseguono numerose ipotesi.
Dopo la chiusura dello zoo nel marzo 1987 l’ area all’ interno della recinzione è chiusa al pubblico e solo parzialmente utilizzata: la zona centrale ospita gli animali rimasti, la parte verso la Gran Madre è scuola di giardinaggio per i ragazzi di una cooperativa, la zona vicino al ponte Regina Margherita è occupata dalla bocciofila e in parte recuperata a parco e chiusa.
Nell’estate 1991 il parco è stato “palcoscenico di intrattenimento” per il pubblico della città: piano bar, ristorante, spettacoli teatrali, sfilate di moda hanno richiamato un folto pubblico.
La circoscrizione 8 il 25 giugno 1991 in un’assemblea aperta nella biblioteca Geisser ha discusso le prospettive di utilizzo del parco e la richiesta, con la raccolta di firme, della riapertura immediata della parte chiusa al pubblico e delle trasformazioni, della manutenzione e della sicurezza dei vari impianti.
La delibera programmatica del 1988 con il progetto preliminare al Piano Regolatore di Torino del 1991 dà una notevole importanza alla “Valle del Po” prospettando possibili e consistenti trasformazioni.
Sono previsti due nuovi ponti sul Po: uno corrispondente al sottopasso del Lingotto, l’altro in proseguimento di corso San Maurizio per escludere il ponte della Gran Madre dal traffico veicolare. Il parco del Po diventa una grande area per lo svago con attrezzature ricettive agli estremi, attrezzature sportive e nautiche diffuse, luoghi di sosta e di ristoro. Il fiume diventa navigabile grazie a due chiuse in tutta la sua estensione.

Maggiori informazioni sul rettilario e su Enzo Venturelli li puoi trovare in un successivo post: Enzo Venturelli: architetto torinese di grande inventiva.

____________

http://it.wikipedia.org/wiki/Borgo_Po#Cenni_storici
Agli inizi del XX secolo la nascente industria cinematografica (che in Italia ha avuto origine a Torino) trovò la sua collocazione proprio in Borgo Po, nella zona dell’attuale via Asti. Per i film in costume si tenevano le bestie feroci ed era consueto, nel silenzio della notte, udire il barrito dell’elefante e il ruggito del leone. Poi pian piano tutto è andato a Roma e il quartiere è diventato sempre più residenziale e lussuoso, anche se oggi sopravvivono ancora alcune aziende che operano con grande silenzio e discrezione. Gli animali tornarono dopo la seconda guerra mondiale con la costruzione dello zoo Michelotti, oggi chiuso e trasformato in un parco lungo fiume, per via della mutata sensibilità popolare nei riguardi degli animali.

=======================================================

Altri link utili:

https://baldung.blogspot.com/2014/04/il-girdino-zoologico-di-torino.html

Avatar di Sconosciuto

About Enzo Contini

Electronic engineer
Questa voce è stata pubblicata in Arte e Bellezza, Fotografie, Giustizia, burocrazia e malcostume, Pensieri&Parole, Ricordi, Torino e dintorni. Contrassegna il permalink.

20 Responses to Lo zoo di Torino nel Parco Michelotti (dal 20/10/1955 al 31/3/1987)

  1. Avatar di Sconosciuto Anonimo ha detto:

    Super interessante. Si sa se attualmente ci sono progetti per fare qualcosa con le strutture rimaste?

    "Mi piace"

    • Avatar di Enzo Contini Enzo Contini ha detto:

      Negli anni di proposte ce ne sono state molteplici, dal restauro dell”edificio ex rettilario di Venturelli per ospitare il museo delle marionette, a ospitare un neo zoo urbano di Zoom. Nulla di fatto…

      Per ora almeno si è recuperato il parco e evitato l’abbattimento degli edifici…

      "Mi piace"

  2. Pingback: Mentre lo storico rettilario di Venturelli sta cadendo a pezzi, si torna a parlare del parco Michelotti, dell’ex-zoo e del suo futuro | Enzo Contini Blog

  3. Avatar di Roby Roby ha detto:

    Che bello……quanti ricordi questi filmati sono favolosi

    Piace a 1 persona

  4. Pingback: Lo zoo di Torino nel Parco Michelotti: compaiono in Rete sempre nuovi video e immagini amatoriali! | Enzo Contini Blog

  5. Pingback: Parco Michelotti e la sua vegetazione: alias quando il web non dimentica | Enzo Contini Blog

  6. Pingback: Enzo Venturelli: architetto torinese di grande inventiva | Enzo Contini Blog

  7. Pingback: Lo zoo del Parco Michelotti in una interessante mostra all’Archivio Storico della Città di Torino: “Animali nella storia di Torino: dallo sfruttamento alla tutela” | Enzo Contini Blog

  8. Pingback: Il parco Michelotti e le vicende del giardino zoologico desunte dagli articoli dei quotidiani | Enzo Contini Blog

  9. Avatar di piero piero ha detto:

    Una panoramica davvero esaustiva, ottimo lavoro. Vorrei solo segnalarti che il riferimento al post sul mio blog baldung Blogspot è errato: E’ baldung e non bardung. Ci tengo perchè si ispira ad un pittore del 500 che amo (Baldung Grien)

    "Mi piace"

  10. Pingback: Il passato del parco Michelotti e dello zoo di Torino: quale il futuro? | Enzo Contini Blog

  11. Pingback: Parco Michelotti, ex sede della zoo di Torino: nuove speranze di rinascita e utilizzo sociale | Enzo Contini Blog

  12. Avatar di Enzo Contini Enzo Contini ha detto:

    Da un post del blog della “Locanda dell’arte”:

    Nella LOCANDA DELL’ARTE l’allestimento ARCHEOLOGIA INCANTATA è ampliato con un percorso multimediale: accanto alle opere d’arte e ai libri di Ezio Gribaudo, l’esposizione presenta le fotografie di Stefania Monsini che illustrano la fantastica esperienza dell’incontro tra Gribaudo e una scolaresca nell’atelier del Maestro d’arte e il video di Enzo Contini dedicato allo Zoo di Torino, nelle cui immagini si riflettono e proiettano i ricordi che hanno ispirato l’artista nella creazione delle opere in mostra.

    "Mi piace"

  13. Avatar di simona simona ha detto:

    Ciao! Vorrei solo dire un grazie enorme per le informazioni che avete condiviso in questo blog! Di sicuro’ diverro’ un vostro fa accanito!

    "Mi piace"

  14. Avatar di Stefano Collica Stefano Collica ha detto:

    Hello Carissimo Enzo, grazie per questo messaggio, ma dopo un paio di frustranti tentativi, non sono riuscito a vedere nulla. Comunque grandi saluti e complimenti , sei forte. Ciao!

    "Mi piace"

  15. Avatar di Enzo Contini Enzo Contini ha detto:

    Ho trovato anche questo interessante filmato che mostra lo zoo nel 1980: http://m.youtube.com/#/watch?v=0N2shcLggwU

    "Mi piace"

  16. Avatar di francocanavesio francocanavesio ha detto:

    Bello! E chi non ricorda la lo stagno dei fenicotteri all’ingresso, il pizzico delle labbra della giraffa quando gli offrivi il pezzo di carota, i babbuini col sedere rosso …

    "Mi piace"

Scrivi una risposta a Enzo Contini Cancella risposta