Lo so, è un post lungo che, per di più, si è ampliato nel tempo e probabilmente andrà a contenere ancora ulteriori informazioni nel prossimo futuro. Perciò ho pensato di inserire qui, subito all’inizio, un breve riassunto del post per chi volesse la sintesi del suo contenuto e magari poi scegliere successivamente se procedere la sua lettura nel dettaglio.
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A Torino, nel fossato lungo circa 3 Km tra via Sempione e via Gottardo (che principalmente fino agli anni ’70 ospitava la rete ferroviaria per transito merci – seppure fosse rimasta comunque minimamente in funzione sino alla fine degli anni ’80) è stato eseguito un radicale intervento, che definirei vandalico, dove ogni forma di flora è stata abbattuta in modo indiscriminato a colpi di ruspa e di motosega. Nei decenni la Natura aveva fatto nascere e prosperare una foresta urbana di centinaia di alberi, capaci di ospitare uccelli e di svolgere tutte quelle ben note benefiche funzioni utili soprattutto in una città ad alto inquinamento qual è Torino.
Operazione propedeutica alla realizzazione della linea 2 della Metro? Direi utile ORA sicuramente no in quanto, se si farà, sarà semmai tra diversi anni, quando ben altri saranno i lavori da realizzare (ed eventualmente quelli fatti da rifare, essendo trascorso così tanto tempo): attualmente la partenza della nuova linea da Rebaudengo è ancora addirittura in forse, come riportano articoli molto recenti (06/12/2018) di giornali. Sicuramente è di insegnamento il fatto che addirittura i preventivati lavori per allungare di una sola stazione la linea 1 della Metro stanno proprio recentemente subendo ancora ulteriori ritardi, per cui sono arrivati attualmente a ben 9 gli anni che saranno stati richiesti per quella estensione di una sola fermata! Il 15/5/2016 compariva su La Stampa l’articolo “Al via la demolizione dello Scalo Vanchiglia: Il primo atto della Variante 200 che trasformerà il quartiere” e ancora ad oggi nulla di quanto lì indicato è stato eseguito.
Perché allora quell’opera di distruzione ORA? Perché non aspettare ad abbattere quegli alberi in attesa della certezza sulla data di inizio lavori, in modo tale da accorciare di molto il tempo necessario per una loro sostituzione con viali alberati a fine opera? Inoltre un’operazione di eliminazione della fauna immediatamente precedente ai lavori, avrebbe evitato di doverla probabilmente almeno parzialmente rifare nuovamente, esendosi riformata vegetazione dnel frattempo, rendendola anche economicamente più vantaggiosa.
Operazione propedeutica alla pulizia delle immondizie? Divenuto da sempre discarica illegale di immondizia soprattutto in alcuni punti (e.g. in prossimità dei ponti), sarebbe bastato un dovuto intervento di pulizia dalle immondizie (mai effettuata seriamente da decenni), la potatura di alcuni alberi, l’eliminazione di qualche erbaccia ed eventualmente un’opera di normale disinfestazione dai topi, per risolvere egregiamente la situazione … senza per questo dover compiere un’opera distruttiva, incapace di distinguere il degrado dell’immondizia da un patrimonio arboreo e naturale.
Forse l’eliminazione di qualche sterpaglia e rovo avrebbe facilitato uan operazione di pulizia dei rifiuti di piccola dimensione, non certo l’abbattimento di alberi decennali alti più di 3 metri e di fusto anche superiore ai 70 cm (vedere l’album Flickr apposito).
Si noti inoltre (vedere un altro album Flickr apposito) che buona parte dell’immondizia di notevoli dimensioni (e.g. gomme, boiler, armadi, infissi, enormi ruote per avvolgere cavi elettrici/ottici) si trova in prossimità del bordo del fossato oppure in fondo, dove un tempo passavano i binari: quindi almeno quella si sarebbe potuta togliere agevolmente da tempo anche lasciando completamente intatta la vegetazione presente sulle sponde del fossato.
Da una analisi dei rifiuti presenti ancora attualmente (6/1/2019) si nota poi che alcuni sacchetti di rifiuti sono assai recenti (successivi all’abbattimento degli alberi) ed alcuni addirittura relativi al capodanno appena trascorso. Impressionante, poi, come esistano alcuni punti in cui siano stati scaricati nel tempo molti sacchetti (del medesimo tipo) dell’immondizia quotidiana, a comprova che sia opera di alcuni abitati incivili del quartiere stesso che abitualmente usano quel fossato come discarica per i propri rifiuti, anziché utilizzare i cassonetti dell’immondizia magari meno comodi da raggiungere: basterebbe poco individuarli da parte delle forze dell’ordine competenti trattandosi di comportamenti “seriali”.
L’unica soluzione per fermare tale situazione non era quindi abbattere un bosco intero perlomeno anzitempo, ma invece ripulirlo subito dalle immondizie decennali e poi provvedere affinché ci fosse una più attenta osservazione da parte delle forze dell’ordine oltre ad una sensibilizzazione della cittadinanza stessa. Infatti, spetta anche agli stessi cittadini del quartiere fotografare e/o ripretendere con video, magari dai balconi, chi continua imperterrito ad usare impropriamente quel territorio e quindi denunciare quegli incivili “abitanti insospettabili dei quartiere “, quando li vedono “buttare sacchetti di rifiuti nel trincerone, come se non fosse loro l’ambiente che inquinavano“, come riportato in un commento al post da un abitante di un edificio che dà sul trincerone!
Oltre alle immondizie si sono aggiunte ora, in prossimità di ciascun ponte, anche le macerie dei muri (costruiti da pochi anni per impedire l’accesso ed uso improprio dei sottopassaggi da parte della malavita) gettati giù per fare passare le ruspe da una parte all’altra di ciascun di quelli: pesanti ed infìgombranti da portare chissa quando via, dovranno probabilmente essere risostruiti per il medesimo scopo. Se bucati in alcuni punti, sarebbe bastato un minimo intervento per riportarli com’erano e con costi minimi.
Infine, ho trovato assai fastidiosi alcuni articoli apparsi su alcuni quotidiani come La Stampa (“Dopo decenni si ripulisce il Trincerone: arrivano le ruspe: via ai lavori nell’ex ferrovia abbandonata dove passerà la nuova linea della metropolitana“) che, senza preoccuparsi neppure di presentare l’altra faccia della medaglia, inneggiavano a quell’opera di distruzione, così come le riportate dichiarazioni delle istituzioni che festeggiavano l’operazione come una prima vittoria.
… ora, se pensi che sia di tuo interesse, puoi iniziare a leggere il contenuto di questo post nel dettaglio
😉
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In un post della scorsa primavera avevo avuto modo di decantare la bellezza della foresta urbana creatasi negli anni nel fossato lungo circa 3 Km tra via Sempione e via Gottardo: fino agli anni ’70 ospitava la rete ferroviaria per transito merci che collegava lo Scalo Vanchiglia alla ferrovia Torino-Milano.
Nel seguito vi mostro le fotografie che avevo fatto la scorsa primavera dal ponte di via Monterosa e da quello di via Mercadante, dove si poteva ammirare questo bosco naturale, ricco non solo di vegetazione ed alberi decennali, ma anche di uccelli e forme di vita tra le più svariate. E’ vero, c’erano (e ci sono tutt’ora) anche dei topi che comunque generalmente si guardavano bene dall’allontanarsi da quel fossato e rischiare di finire schiacciati dalle macchine: comunque, se si volevano eliminare alcuni di questi animali, generalmente considerati molesti e pericolosi, sarebbe stato sufficiente ripulire seriamente dai rifiuti (accumulatosi nei decenni per via della mancanza di interventi adeguati e continuativi) ed adottare una delle mille metodologie di disinfestazione che non richiedono ovviamente l’abbattimento di alberi decennali e quant’altro!!
Ovviamente io ero e sono favorevole ad interventi di pulizia … ma totalmente contrario all’intervento vandalico attuato, dove ogni forma di flora è stata abbattuta in modo indiscriminato a colpi di ruspa e di motosega: è mancato solo lo spargimento del sale!
Paragonate le foto scattate la scorsa primavera con quelle del desolato paesaggio odierno, ripreso dalla medesima posizione!

20/4/2018 – A Torino quella che era una foresta lunga 3Km: ex-ferrovia tra via Sempione e via Gottardo dal ponte di via Mercadante

20/4/2018 – A Torino quella che era una foresta lunga 3Km: ex-ferrovia tra via Sempione e via Gottardo dal ponte di via Monterosa
Solo meno di un mese fa avevo fotografato ed inserito su Facebook questi bellissimi fiori selvatici, ancora sbocciati nonostante il sopraggiungere dell’inverno, che spiccavano in quel fossato dove un tempo passava il treno a vapore:

12/10/2018 – Ad autunno inoltrato, nel fossato dove un tempo passava il treno, spiccavano ancora splendidi fiori selvatici
Alla fine del post ho poi inserito anche screenshot ripresi da Street View di Google Maps grazie al quale si può ancora ripercorrere tutto il bosco non solo in tutta la sua lunghezza, ma anche sia negli anni sia in diversi periodi dell’anno.
Insomma, una foresta urbana che solo la Natura era riuscita a far nascere nei decenni, capace di ossigenare un intero quartiere, abbattuta da ruspe e motoseghe incapaci di fare alcuna distinzione di sorta!!
… e viene anche scritto, nel maggior quotidiano cittadino, che i residenti sono FINALMENTE FELICI!!! Ma proprio tutti??
Io, in verità, ho visto principalmente passanti che, attraversando uno dei ponti, erano sconcertati da quella visione di desolazione e di distruzione immotivata.
Forse un sacrificio in nome del “progresso“, in vista della costruzione della linea 2 del Metrò?
NEPPURE quello! Si legge infatti che “la partenza della nuova linea metropolitana da Rebaudengo è ancora in forse” … e comunque se si farà sarà semmai tra diversi anni quando ben diversi saranno i lavori da fare (ed eventualmente quelli di pulizia da rifare, essendo passato tanto tempo e se, come è avvenuto in tutti questi anni, seriamente non si ripulirà periodicamente il fossato dalle immondizie gettate da quella parte incivile della cittadinanza, verosimilmente locale). Sicuramente è di insegnamento il fatto che addirittura i preventivati lavori per allungare di una sola stazione la linea 1 della Metro stanno proprio recentemente subendo ancora ulteriori ritardi, per cui sono arrivati attualmente a 9 gli anni che saranno stati richiesti per quella estensione di una sola fermata!
Inoltre, quando verrà poi semmai costruita quella nuova linea 2 del Metro, spero proprio che chiudendo il fossato ed allagando le strade, si provvederà a costruire piste ciclabili ed a piantare anche nuovi alberi lungo i viali in modo da compensare gli alberi preesistenti abbattuti.
Ma, mi ripeto, tutto questo che tutti noi speriamo diventi realtà, lo sarà semmai tra diversi anni: perché allora quell’opera di distruzione ORA??
E’ vero: in alcuni tratti, soprattutto quelli in prossimità dei ponti, quel fossato era, da sempre, un punto di discarica illegale di immondizia, verosimilmente buttata soprattutto da quella parte incivile della cittadinanza locale.
Tuttavia sarebbe bastata una semplice pulizia dalle immondizie (mai effettuata seriamente da decenni), la potatura di alcuni alberi e magari l’eliminazione di qualche erbaccia, per risolvere egregiamente la situazione!! Un maggior controllo delle forze dell’ordine avrebbe poi sicuramente aiutato a contrastare questi atti di inciviltà … senza per questo dover compiere un’opera di “bonifica” distruttiva, incapace di distinguere il degrado dell’immondizia da un patrimonio arboreo e naturale.
Per di più, quella vera opera di sola “pulizia” si sarebbe potuta effettuare con costi ben più contenuti. Come già evidenziato, se non si provvederà ad una eliminazione periodica dall’immondizia, la situazione, da quel punto di vista, si ripresenterà già tra qualche mese … solo che non ci saranno più le centinaia di alberi prima presenti su quei dirupi, con tutto quello che ne consegue! (P.S. 20/02/2019 – A distanza di mesi, solo l’immondizia ancora permane nel fossato!)
Ho poi trovato inappropriato ed unilaterale l’articolo “Dopo decenni si ripulisce il Trincerone: arrivano le ruspe: via ai lavori nell’ex ferrovia abbandonata dove passerà la nuova linea della metropolitana“, presente sul sito de La Stampa, che inneggia a quell’opera di distruzione, così come le riportate dichiarazioni delle istituzioni, senza neppure fare un pensiero all’altra faccia della medaglia.
Non so a voi, ma a me l’immagine di quella ruspa che abbatte alberi in modo indiscriminato mi ha riportato alla mente quella scena del film Avatar in cui appunto delle enormi ruspe avanzavano abbattendo la foresta.
Da quell’articolo si continua a leggere:
“Dopo decenni di attesa, i residenti non ci credevano più. Ormai si erano abituati a quel panorama selvaggio, con i rovi e la vegetazione incontrollata …“
“… E ad un certo punto la natura ha preso il sopravvento, trasformandolo in un’enorme foresta urbana. La vegetazione era incontrollata al punto da ostruire la vista delle case e il passaggio pedonale sui marciapiedi“
… mi chiedo davvero se quel giornalista sia mai passato su quei marciapiedi a lato del fossato, larghi al massimo 70 cm (anzi, in alcuni tratti anche molto meno ed anche solo gli specchietti delle macchine parcheggiate impediscono il passaggio pedonale!), dissestati e sporchi di escrementi di cani, con le macchine posteggiate spesso malamente a lato ed con i Suv anche a spina di pesce con le ruote anteriori sopra! Insomma, se proprio vogliamo chiamarli così, i “marciapiedi” di cui si parla sono questi:
Mi chiedo poi anche se quel giornalista sia mai stato in una di quelle case di periferia lungo via Sempione e via Gottardo dove, a suo giudizio, quella “vegetazione ostruiva la vista“. Io ho vissuto per decenni in una di quelle case e posso assicurare che ben altre visioni hanno disturbato la mia vista! Sicuramente lui non ha mai potuto ascoltare i gorgheggi di qualche merlo che abitualmente si adagiava sulle fronde di quegli alberi ora abbattuti!
Viene ancora scritto:
“L’inizio delle operazioni di pulizia ha colto di sorpresa anche la Circoscrizione 6: «Siamo soddisfatti, ma ora dobbiamo pensare anche a come mantenerlo pulito in attesa della nuova linea metropolitana -commenta la presidente Carlotta Salerno-: lavoreremo a stretto contatto con il Comune e la Polizia Municipale per evitare che il Trincerone diventi di nuovo una discarica».”…
Come è possibile che “l’operazione di pulizia ha colto di sorpresa anche la Circoscrizione 6“: sembrerebbe quindi proprio che la condivisione degli obiettivi (pulizia dai rifiuti o distruzione di alberi?) e dei tempi non sia proprio stata condivisa nemmeno con le istituzioni locali preposte alla salvaguardia del territorio, in quanto rappresentanti dei suoi residenti! … mi fa piacere comunque che qualcuno sia ormai sicuro dell’imminente inizio dei lavori per la nuova linea metro: da ciò che ho letto sui giornali mi sembrava invece che non solo i tempi ma anche il percorso non siano così scontati!
Inoltre, si dice che i residenti abbiano osservato “con curiosità lo svolgersi dei lavori“!!!
Almeno per alcuni, più che di “curiosità” direi si sia trattato di sconcerto, anche perché la popolazione non è stata opportunamente informata dell’operazione con manifesti o altro …
… e lo sconcerto è aumentato quando si è incominciato ad intuire che da semplice operazione di pulizia (bonifica dai rifiuti e da qualche sterpaglia), in realtà si trattava di un’opera di distruzione indiscriminata di tutto l’esistente, alberi inclusi!
Si continua dicendo: “Si pensa anche a coprire il Trincerone con delle reti, per evitare il ritorno del degrado”. Addirittura la prima lettera maiuscola per definire quel fossato innalzato al titolo di “Trincerone”! La soluzione è quindi quella di “coprire quell’enorme fossato con delle reti”: pensate, una rete che copra 3 km di ex-ferrovia, un enorme impegno di risorse per un lavoro completamente inutile in un’eventuale ottica poi del Metro!!! Di una “soluzione” analoga se ne parlava già in un articolo de La Stampa del 9/4/2010 che trovate in fondo al post, ma allora si ipotizzavano reti su entrambi i bordi del fossato, direi più realizzabili rispetto ad una copertura, sebbene comunque lavori completamente inutili in un’ottica di una eventuale costruzione della linea 2 del Metro.
“Nel frattempo, i residenti festeggiano questa prima vittoria. Certo, si fa presto ad esultare, quando la partenza della nuova linea metropolitana da Rebaudengo è ancora in forse. Ma il voltare pagina – si spera per più tempo possibile – allo scempio che per decenni è diventato parte integrante di questa parte di periferia, fa accennare un sorriso agli abitanti di questo territorio. Che per una volta si sentono meno abbandonati“.
FESTEGGIARE??? MA DOVE, … E POI, PROPRIO TUTTI?? Mi viene davvero da chiedermi se il giornalista quando ha scritto quello pseudo articolo lo potesse credere davvero e avesse intervistato personalmente più persone del quartiere, limitandosi a riportare a parole solo un lato della medaglia!! … per non parlare di chi ha deciso le modalità con cui effettuare quest’opera di “bonifica“!!!!!
Altro che festeggiamenti … io ho visto molti passanti increduli domandarsi il perché di quello scempio!
Invece, per l’unico intervento veramente utile bisogna aspettare: infatti, viene detto che “per la rimozione dei rifiuti bisognerà aspettare Amiat“. Perciò la situazione attuale è questa:
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20/02/2019 – Permangono a tutt’oggi tutti i rifiuti che non sono stati ancora raccolti a distanza di settimane dall’opera di distruzione … insomma quello che si doveva urgentemente togliere è per ora rimasto, mentre gli alberi che si sarebbero eventualmente dovuti abbattere tra diversi anni non ci sono più! Analogamente, i muri abbattuti dei sottopassaggi rimangono in bella vista e nessuna opera di ricostruzione si vede all’orizzonte.
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Sempre in quell’articolo si afferma anche: “Certo, si fa presto ad esultare, quando la partenza della nuova linea metropolitana da Rebaudengo è ancora in forse“. Ma come, … solo meno di un mese fa erano comparsi articoli che affermavano l’ufficialità del percorso che comprendeva anche quelle fermate (e.g. “Linea 2 del Metro di Torino, ufficiale il percorso: 36 fermate in oltre 36Km“)!!!!
Insomma, mi sa che i lavori inizieranno ovviamente solo quando i soldi ci saranno ed anche il suo percorso (perlomeno all’inizio dell’opera) dipenderà dagli stanziamenti effettivamente ricevuti: ora i finanziamenti per completare tutta l’opera in tempi “brevi” penso proprio che non ci siano. Comunque l’articolo de La Stampa è più recente di diverse settimane rispetto a quello citato, per cui le carte sembrano essere ancora in gioco relativamente alla definizione della stazione di partenza della nuova linea. Insomma. non è che io sia contro la realizzazione della nuova linea Metro, ANZI!! Ma non penso proprio, purtroppo, che l’inizio lavori (specialmente in quel tratto) sarà a breve …
P.S: 13/11/2018 Linea 1 del metro di Torino, l’apertura slitta al 2011: altro rinvio è per l’opera . Quindi forse saranno bastati solo 9 anni per prolungare di una fermata la linea 1: NO COMMENT.
E ancora:
“Rimane invece in sospeso la questione passerelle. Queste, oltre ad essere le uniche vie di passaggio tra via Gottardo e Sempione, complice la condizione di isolamento, risultano un perfetto habitat per le sale del buco. I tossici le utilizzano regolarmente come narcosale, incuranti dei passanti. Stesso problema per i varchi dell’ex tunnel ferroviario, che erano stati chiusi con il cemento ma i drogati hanno forzato lo sbarramento: «Bisogna innanzitutto ripristinare le barriere in cemento – continua la presidente della Sei -, mentre sulle passerelle ci vorrebbe un’illuminazione maggiore»”.
Intanto per momento anche quei muri realizzati non molti anni fa, che impedivano l’accesso sotto i ponti ed il relativo stazionamento delle persone che si dice spacciassero o consumassero droga, sono stati completamente abbattuti: se in quelli erano stati creati dei fori, bastava chiuderli anziché distruggerli completamente (probabilmente al solo scopo di fare passare agevolmente le ruspe dal un lato all’altro di ciascun ponte), …. e per poi (sembra) doverli ricostruire da zero, con ovvi costi maggiori!!!
E poi … i punti di spaccio (completamente indisturbato anche da parte delle forze dell’ordine) sono così evidenti a tutti (e.g. nei pressi della farmacia Sempione) che, sinceramente, sigillare il sottopasso di quei ponti per ostacolare la tossicodipendenza mi sembra proprio un’ipocrisia!!

Muri che ostruivano l’accesso sotto i ponti (per impedire luoghi di spaccio) distrutti principalmente per far passare agevolmente le ruspe (1)

Muri che ostruivano l’accesso sotto i ponti (per impedire luoghi di spaccio) distrutti principalmente per far passare agevolmente le ruspe (2)

Muri che ostruivano l’accesso sotto i ponti (per impedire luoghi di spaccio) distrutti principalmente per far passare agevolmente le ruspe (3)

Muri che ostruivano l’accesso sotto i ponti (per impedire luoghi di spaccio) distrutti principalmente per far passare agevolmente le ruspe (4)

Muri che ostruivano l’accesso sotto i ponti (per impedire luoghi di spaccio) distrutti principalmente per far passare agevolmente le ruspe (5)
P.S. 18/02/2019
Dopo mesi di inattività sul trincerone dove, ricordiamo, permangono ad oggi tutti i rifiuti umani, ecco saltare fuori una novità: strisce arancioni, tipicamente utilizzate per delimitare zone con lavori in corso temporanei, sono state collocate su ambo i lati di tutti i ponti. Generici cartelli di Pericolo e di Accesso Vietato non specificano nulla di più.
Insomma, un bel lavoretto all’italiana, economico quanto inutile, per scaricare eventuali responsabilità di sorta in un prossimo futuro.
Quindi, al posto dei muri che ostruivano l’accesso sotto quei ponti, costruiti per impedire luoghi di spaccio (secondo quanto dichiarato dai quotidiani), sono state collocate delle strisce di plastica. Sempre secondo quanto riportato sui giornali, su alcuni dei muri (distrutti principalmente per far passare agevolmente le ruspe che hanno distrutto la foresta urbana) erano stati creati dei fori per consentire comunque l’accesso sotto i ponti: immagino ora quanta fatica ci vorrà per superare quel nuovo ostacolo collocato che si aggiunge alle brutture già presenti! Infatti, permangono in bella vista, oltre ai rifiuti, anche i rottami dei muri di cemento abbattuti mesi fa …

Strisce arancioni collocate su ambo i lati di tutti i ponti del trincerone: un bel lavoretto all’italiana, economico quanto inutile per scaricare eventuali responsabilità di sorta nel prossimo futuro

Strisce arancioni collocate su ambo i lati di tutti i ponti del trincerone: dettaglio dei generici cartelli di Pericolo e di Accesso Vietato che non specificano nulla di più
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P.S. 22/04/2019
Come prevedibile, sono già stati creati agevolmente dei varchi, laddove desiderati … ma formalmente i divieti ci sono per cui, qualsiasi cosa succeda, la responsabilità è salva!
… e se poi parte di quei teli di plastica arancione si aggiungono ai molteplici rifiuti che perdurano a tutt’oggi, chi se ne frega!! 😦
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Da un post su Facebook mi viene sottolineato poi che “Il denaro non è pubblico ma dell’immobiliare Regio Parco che, sollecitata dal Comune, dopo mille e mille segnalazioni fatte dai residenti ha provveduto dopo 10 anni a ripulire l’ex passante ferroviario“.
Io credo che ripulire i rifiuti ed adottare una delle mille metodologie di disinfestazione non richiede ovviamente l’abbattimento di alberi e quant’altro!! Inoltre non so in che qualità quell’immobiliare Regio Parco debba essere responsabile dei lavori da effettuare su quel fossato dell’ex ferrovia (nulla ho trovato a tale riguardo ricercando su Internet): inizialmente pensavo fosse in concessione (come per le autostrade e le ferrovie, quindi, alla fine, denaro pubblico) ma sembra mi sbagliassi.Da più fonti si afferma, infatti, che è proprietà privata di quell’immobiliare e che precedentemente era delle Ferrovie dello Stato. Se è così, ne deduco che, nel caso si faccia poi passare la linea 2 del Metro, quell’area dovrà essere comprata/affittata dal Comune: mica quello è stato il motivo per cui quell’immobiliare l’aveva acquistata?
Se quindi è proprio proprietà privata, allora alcune domande risultano lecite:
- Perché quell’immobiliare avrebbe voluto effettuare, seppur sollecitata dal Comune, quella operazione di “bonifica” assai più costosa di una semplice eliminazione dei rifiuti (con magari potatura degli alberi ed eliminazione della sterpaglia), la sola opera di cui sicuramente era in difetto? Forse per far festeggiare alcuni dei residenti indicati nell’articolo de La Stampa? Proprio ora, con la crisi economica del settore e dopo decenni in cui poco o nulla aveva fatto? Mmm…
- Perché non aspettare che, dell’eliminazione totale del preesistente, non se ne facesse poi carico il Comune quando i lavori del Metro magari inizieranno davvero e gli alberi da abbattere sarebbero stati, con minor ritardo, sostituiti con viali alberati a fine lavori? Non è che gatta ci cova (“se tu dai una cosa a me …“) e tutta questa operazione, eseguita anni prima del dovuto, si giustifica principalmente come mera, scaltra (ma non per questo meno bieca) azione politica populistica? Boh …
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DIMOSTRIAMO LA NOSTRA INDIGNAZIONE PER QUESTA SCELTA DELL’AMMINISTRAZIONE, ESEGUITA IN MODO NON CONDIVISO OPPORTUNAMENTE CON I RESIDENTI E COMMENTIAMO OPPORTUNAMENTE ARTICOLI CHE INNEGGINO A TALE OPERA DI DISTRUZIONE!
[e.g. scrivendo una email di protesta non solo a La Stampa – publiceditor@lastampa.it – relativamente all’impostazione data all’articolo che verrà analizzato nel seguito, ma soprattutto al Comune di Torino – urp@comune.torino.it – per manifestare il proprio sdegno per la distruzione effettuata in modo indiscriminato e lo spreco di denaro pubblico]
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Scrivete anche voi email di protesta:
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Assordante è poi il silenzio assenso di almeno alcune associazioni ambientaliste.
Contattata la Lipu di Torino, che opera molto nell’adiacente parco Colletta ricco di diverse specie di volatili, il comportamento e le risposte che ho ricevuto mi hanno fatto rabbrividire: al confronto Pilato era stato più corretto, mettendoci almeno la faccia! Alla mia analisi e domanda relativamente al perché quella associazione ambientalista non abbia detto nulla, ha risposto anonimamente e di fatto condividendo con semplicismo i “lavori” effettuati, rimandandomi “per maggiori chiarimenti in merito agli uffici comunali e circoscrizionali competenti“.
Nel seguito riporto lo scambio di email in ordine temporale:

Risposta anonima della Lipu Torino che di fatto condivide con semplicismo i “lavori” effettuati
Alla seguente mia successiva email di sdegno per la loro risposta, non ho poi ricevuto più alcun riscontro:
Anche Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta, sempre da me contattata con un medesimo messaggio, non si è degnata neppure di rispondermi né via email (sebbene due volte sollecitata), né via sito Facebook (anche se i messaggi Messenger sono stati letti dopo pochi minuti). Eppure solo lo scorso anno ha pubblicato un’indagine, presentata all’appuntamento annuale di Mal’aria nel 2017, in cui indicava come una delle 10 mosse per cambiare le città e sconfiggere lo smog quella di favorire lo sviluppo e il mantenimento di boschi urbani. NO COMMENT!!
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Inserendo la mia visione dei fatti in un gruppo Facebook, qualcuno (forte dei commenti contrari) ha scritto addirittura “Ritengo che questa discussione sia inutile e fuori luogo visto anche i commenti che arrivano da altre persone che sono assolutamente favorevoli ai lavori… Quindi come si dice le chiacchiere stanno a zero” (Angelo Di Paola),… come se i commenti delle poche persone che frequentano un gruppo Facebook (di poche migliaia iscritti – ovviamente di attivi molti meno – su una popolazione della Barriera di Milano con più di 37000 abitanti) rispecchiasse l’opinione di tutta una cittadinanza e come se poi la discussione con chi la pensa diversamente non possa che accrescere in tutti una visione più ricca della realtà!!
Per non parlare poi dei commenti che hanno ridicolizzano il tutto ed anche di alcuni con insulti personali. [tanto per citarne alcuni: “Mi dice da chi compra le sostanze di cui fa uso? (Luca Vignoni ); “Vedo che quella foresta qualcuno se l’è fumata” (Fabio Martina); “Ma dei boschi che nascono ai bordi dei marciapiedi e che in maniera indegna vengono estirpati dal comune ?? … ne vogliamo parlare ???” (Vincenzo Tozza); “Gira brutta droga … sicuramente pulendo il trincerone qualche pallina avariata si sarà diffusa nell’aria..” (Fabrizio Cucco); “Ma che cacchio ti sei fumato? Cambia spacciatore!” (Alessio Atzeni) ]
Io sono stato questa mattina su uno dei ponti che attraversano il fossato, e a coloro che si fermavano a guardare la sua condizione attuale, ho chiesto il loro parere sull’intervento effettuato: vi assicuro che la percentuale delle persone contrarie a quell’abbattimento di alberi (non certo alla rimozione dei rifiuti) è stata davvero elevata! Ovviamente anche questa mia piccola personale indagine ha gli stessi limiti numerici che ho evidenziato esserci in qualsiasi gruppo Facebook, ma ha perlomeno interessato persone che ci hanno messo la faccia e non hanno ridicolizzato il tutto o, peggio ancora, insultato.
Lo so, lo insegnano già alle elementari, ma letti i diversi commenti al mio post su quel gruppo si Facebook, che denotano un livello culturale non particolarmente eccelso di alcune persone, penso valga anche qui la pena ricordare l’importanza della presenza di alberi anche nelle città, soprattutto in quelle ad altro tasso di inquinamento come Torino. Basta fare una qualsiasi ricerca su Internet per poter leggere come sia importante creare e mantenere (se già esistenti) i cosiddetti boschi urbani: la stessa La Stampa pubblicava l’articolo “I boschi urbani, per salvare l’aria delle città“ (16/2/2016).
Negli scorsi giorni, in un’operazione effettuata a tempo di record, sono stati abbattuti centinaia di alberi decennali lungo quel bosco urbano che si estendeva per chilometri, seppur lungo una striscia di solo qualche decina di metri. Che si trattasse di un bosco urbano penso che, anche se non lo si è mai visto di persona, risulti evidente dalle immagini riportate della scorsa primavera … anche se in uno dei commenti in quel gruppo qualcuno ridicolizzava anche questa evidenza affermando: “Divertente l’idea che qualcuno possa affermare che era un bosco urbano che quasi andava preservato. Alle volte mi pare che si lasci la ragione in vacanza piuttosto di affermare il contrario per partito preso. … Pensa un po’ avevo un boschetto sotto casa e non lo sapevo… Magari ci potevo raccogliere funghi, castagne… Magari anche incontrare qualche cinghiale” (Samuele Beccati)
Da un punto di vista giuridico, ogni Nazione ed ogni Regione ha le sue leggi finalizzate a definire le competenze territoriali e le responsabilità e queste leggi possono anche cambiare nel tempo: ad esempio, tecnicamente se la superficie è maggiore di 2000 mq, se è più larga di 20 m, se da 10 anni gli alberi sono stati lasciati crescere, se la copertura arborea era superiore al 20%, allora un tempo quel territorio era etichettato giuridicamente come “bosco”; la legge regionale n. 17 del 12 agosto 2013 ne ha cambiato la definizione, con disposizioni collegate alla manovra finanziaria di quell’anno (meno aree dichiarate boschi => meno spese per il loro mantenimento/protezione); poi, con l’entrata in vigore del d.lgs. 34/2018, la colonizzazione spontanea di specie arboree o arbustive su terreni precedentemente non boscati quando dà origine a bosco, viene data esclusivamente nella gestione patrimoniale del bene forestale, ma non è estendibile agli aspetti paesaggistici ed ambientali (grazie Maurilio Pavese per la interessante informazione!).
Invece, da un punto di vista semantico con “bosco urbano” si intende sempre la stessa cosa, vale a dire “bosco [bò-sco] s.m. (pl. -schi) – Terreno coperto di alberi d’alto fusto sotto i quali si sviluppano anche arbusti e piante erbacee; l’insieme di tale vegetazione” che in quel caso specifico si realizza in un territorio urbanizzato.
Poi può essere utile riportare anche alcuni dati oggettivi riportando alcune parti di una indagine di Legambiente presentata all’appuntamento annuale di Mal’aria nel 2017 in cui si indicava quanto segue relativamente alle cosiddette 10 mosse per cambiare le città e sconfiggere lo smog:
“Aumentare il verde urbano. Piantare migliaia di alberi nelle strade e nei parchi, per assorbire emissioni inquinanti e CO2.
Per dare un’idea dell’importanza di questa azione anche nella riduzione dello smog cittadino, riportiamo alcune stime: Il CNR Ibimet di Bologna e l’università di Southampton in Gran Bretagna, in una loro ricerca, hanno riportato che a Londra le alberature assorbono annualmente tra le 850 e le 2100 tonnellate di PM10 l’anno. Lifegate riporta come 5 mila piante, in un anno, riescono ad assorbire 228 chili di PM10, ovvero le emissioni di mille macchine che in un anno percorrono circa 20mila km. Ma gli alberi svolgono anche un’altra funzione importante, riparando gli edifici dal calore e dal freddo con un risparmio stimato, secondo Trees for cities (un’associazione internazionale che ha l’obiettivo di rendere le città più verdi), del 10 per cento dell’energia necessaria per regolare la temperatura di un edificio e quindi di emissioni. Inoltre gli alberi contribuiscono ad assorbire l’anidride carbonica e a mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici in città (come le isole di calore).
L’importanza di tutelare e incrementare il verde urbano è stata messa al centro nelle politiche di rigenerazione e riqualificazione di diverse città nel mondo. Diversi sono gli esempi di riqualificazione ed estensione dei cosiddetti “boschi urbani” e i loro benefici sono evidenti: mitigazione del cambiamento climatico, gli alberi migliorano la qualità della vita per milioni di persone, riducono la formazione di smog, tutelano il suolo, proteggono la fauna locale, oltre a ridurre l’inquinamento. … Infine, genera un miglioramento della qualità estetica del contesto“.
Inserite queste informazioni oggettive in quel gruppo Facebook, ecco una delle risposte più significative: “Grazie per averci illuminato grande saggio. Forse lei non ha capito che quell’obrobrio che lei chiama bosco, noi che non abbiamo la sua immensa cultura in temi di difesa ambientale, non si ha la pretesa di distruggerlo e farci una spianata di cemento. In realtà vorremmo una ciclabile affiancata da tanti alberi, pulita e non infestata dai topi e dalla munnezza. È chiaro? E adesso basta perché mi sono rotto le palle di discutere con chi non vuol capire” (Giampiero Musso). Anche qui, no comment!
Ecco un altro ragionamento lucido: “OK, ma la metro 2 passerà di li per cui gli alberi comunque fra qualche anno sarebbero stati da tagliare. L’errore è stato farceli crescere quando i treni merci hanno smesso di passarci” (Marco Odifreddi). Quindi, secondo quel ragionamento, meglio incominciare ad abbatterli fin d’ora (addirittura prima ancora che si sappia se e quando la linea del Metro sarà effettivamente realizzata lì) … ed anzi, l’errore è stato farceli crescere, da quando i treni merci hanno smesso di passarci!
Ci sono state, per fortuna, anche persone che mi hanno fornito utili informazioni ed anche alcuni commenti di apprezzamento, alcuni dei quali sicuramente esagerati ma comunque simpatici e cordiali come ad esempio il seguente, anche se non sembra avere comunque colto il significato di questo post: “Non conosco la zona e non so giudicare, però il sig. Enzo Contini mi ricorda molto (non lo dico come beffa, anzi è un personaggio che amo tantissimo) il Marcovaldo di Calvino. Un sognatore per cui un fungo in città diventa un angolo di bosco. Un attento osservatore di cose superflue per i più, per il quale un filo d’erba, un fiore spontaneo, sono degni di attenzione, cura e riflessione. Forse erano solo sterpaglie ed ha ragione la maggioranza, però la purezza del sig. Enzo nel vederne qualcosa di più nobile, magari grazie al canto del merlo che fuoriusciva dalle fronde, credo sia una visione romantica, nostalgica – magari quasi buffa sotto certi aspetti, cosi come buffa appariva la bontà d’animo del Marcovaldo – e credo andrebbe ammirata. Ogni tanto trovare un po’ del Marcovaldo, trovare un po’ del Contini in noi e vedere le cose sotto una luce diversa, meno frenetica, ci farebbe bene. Non firmerò la petizione perché non so se abbia ragione o no, probabilmente no, però nella sua visione romantica del filo d’erba, Sig. Contini, mi creda, la stimo e sono con Lei“. (Giuliano Fgmistic)
Da un altro commento: “Leggo di commenti sulla rimozione della foresta in funzione della futura linea 2 della metro. Ma qualcuno ci crede alla metro 2? Sono 8 anni che devono completare la ultima tratta (una sola fermata) della linea 1 da Lingotto a Bengasi. La metro 2 lasciatela nel mondo dei sogni“. Insomma, magari passerà di lì, magari la potranno utilizzare i nostri nipoti, … sicuramente lì non la vedremo ancora per diverso tempo. Tuttavia l’operazione mediatica populista sembra abbia funzionato alla perfezione!
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Da La Stampa: Trincerone, topi giganti nell’ex ferrovia-discarica I residenti: servono reti per proteggere gli argini(9/4/2010) si legge: “Erano stati promessi due interventi di pulizia l’anno, ma i residenti non ne vedono dalla primavera scorsa. Accusa respinta dai responsabili della Regio Parco, che garantiscono di aver fatto l’ultimo intervento in autunno e sottolineano di aver già risolto il problema dei disperati che passavano la notte sotto i ponti tra topi e rifiuti, murando le arcate. Il problema, semmai, resta l’inciviltà di chi sporca e fa sì che l’immondizia si accumuli già a pochi giorni dal passaggio dei netturbini. E il sospetto, dando un’occhiata ai rifiuti, è che il degrado non sia dovuto a gesti isolati di qualche maleducato.”
Le arcate, abbiamo visto, non sono più murate dopo il recente intervento, per cui quell’intervento (descritto in quell’articolo del 2010) sarebbe ora da rifare. Da notare anche la frase che indica come l’immondizia si fosse di nuovo accumulata “a pochi giorni di distanza dal passaggio dei netturbini” … quindi verosimilmente gettata dai residenti della zona.
Insomma, dal 2010 nulla è cambiato relativamente a sporcizia e maleducazione … ed i “topi giganti“, di cui si parla nel titolo, non sono certo volati via: solo che ora sono i soli rimasti non essendoci più gli alberi e gli uccelli!
Già allora si scriveva: “Le reti appaiono la soluzione ideale, almeno come deterrente: lanciare un sacco al di là di un’alta recinzione, con ampio gesto del braccio, darebbe molto più nell’occhio che non lasciare andare «distrattamente» un sacco giù per la scarpata, protetta solo dal basso guardrail. Il progetto reti era stato ipotizzato già un anno fa“.
Insomma, un “disincentivo” lungo 3 km che sarebbe comunque poi da ripensare se si farà la Metro: quindi non certo una soluzione in quanto l’immondizia si può lasciare poi anche al di qua di quella rete, senza neppure disturbarsi nel “lanciare un sacco al di là di un’alta recinzione, con ampio gesto del braccio“! Nell’articolo più recente citato inizialmente si parla addirittura di “copertura” con una rete: tutte opere costose che nulla hanno di propedeutico ad una realizzazione di una metropolitana sotterranea.
E mettere invece qualche telecamera nei punti “caldi”, che sono poi quelli in prossimità dei ponti, spesso anche luoghi di spaccio per cui potrebbero davvero servire come deterrente anche in quell’ambito? Infine, una sorveglianza più attenta delle forze dell’ordine ovviamente aiuterebbe molto!
Così come aiuterebbero a diffondere un’educazione civica, delle azioni frequenti dei vigili in p.zza Respighi angolo via Paisiello, dove perennemente ci sono macchine in seconda e terza fila che ostacolano anche il passaggio dei pullman oltre quello dei pedoni che attraversano e che risultano poco visibili alle macchine che svoltano, essendo parzialmente nascosti da quei parcheggi irregolari. … ma questa è un’altra storia, lo so, e se la vuoi leggere puoi andare in questo mio successivo post.
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La Stampa: Così il Passante cambierà Torino Corso Inghilterra sotto piazza Statuto – La Giunta approva i progetti esecutivi da mandare a Roma per sistemare la copertura del Passante ferroviario. Presentati i piani per completare il tunnel che collegherà il tratto tra Porta Susa e il corso Principe Oddone (19/2/2014)
Articolo interessante di quasi 5 anni fa.
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Da Google Maps si può poi ancora ripercorrere attualmente com’erano il “Trincerone” ed i suoi alberi quando sono state effettuate da Google le riprese per StreetView.
Si noti che, essendoci state negli anni diverse registrazioni fotografiche, con Street View di Google Maps si può ancora ripercorrere tutto il bosco non solo in tutta la sua lunghezza, ma anche sia negli anni sia in diversi periodi dell’anno.
Per sapere in dettaglio come fare, vedi il mio post successivo Come vedere le modifiche avvenute in un territorio negli anni e nelle diverse stagioni, grazie a Street View.
Ad esempio, nel seguito mostro lo stesso tratto ad ottobre 2017 ed a luglio 2016 … e si può anche vedere in maggio 2015, maggio 2014, giugno 2012 e ottobre 2011. Uno spettacolo di colori!

Luglio 2016 – Zoom su palo GMR 33
Vi anticipo già fin d’ora, con le seguenti foto odierne, quanto invece riprenderà la macchina di Google quando filmerà prossimamente nel medesimo punto, in corrispondenza perciò del palo GMR 33, qualsiasi sarà la stagione in cui passerà:
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Nel seguito alcune riprese dall’alto del “Trincerone” com’era, sempre tratte da Google Maps:
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Interessante il post su Wikipedia relativo alla stazione di Torino Vanchiglia, che ripercorre la storia dei quella stazione e del suo “Trincerone“.
Riporto nel seguito la foto ivi presente, inserita da Pmk58: si tratta di uno scatto di anni fa, penso nel periodo autunnale essendoci delle foglie già ingiallite. Riprende il tratto in corrispondenza di via Sempione 226: risulta evidente da questa foto come già da diversi anni erano stati recuperati i binari di ferro e rimanessero, come ad tutt’oggi, solo gli assi di legno, evidentemente ormai di nessun valore.
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6/1/2018 – Foto di alcune delle centinaia di alberi decennali (con tronchi di diametro spesso superiore ai 70 cm) inutilmente abbattuti nel trincerone dell’ex-ferrovia Vanchiglia a Torino: fai click per vedere l’album Flickr apposito o su Amazon Photo.
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Nel Trincerone permangono a tutt’oggi (6/1/2019), a più di un mese dalla inutile devastazione di tutta la flora presente, tutti i rifiuti che non sono stati ancora raccolti
… insomma quello che si doveva urgentemente togliere è per ora rimasto, mentre gli alberi che si sarebbero eventualmente dovuti abbattere tra diversi anni non ci sono più! Analogamente, le macerie dei muri abbattuti dei sottopassaggi rimangono in bella vista e nessuna opera di una loro ricostruzione si vede all’orizzonte. Fai click per vedere l’album Flickr apposito o su Amazon Photo:
Come ben si nota da alcune delle precedenti foto da me scattate il 6/1/2019, alcuni sacchetti di rifiuti sono assai recenti (successivi all’abbattimento degli alberi) ed alcuni addirittura relativi al capodanno appena trascorso. Sottolineo inoltre che risulta evidente come la maggior quantità di rifiuti sia presente nel tratto del fossato tra il parco Sempione ed il ponte di via Mercadante, pur essendo il più frequentato e popolato e quindi apparentemente il meno idoneo da utilizzare come discarica se uno non vuole essere visto: nel tratto successivo, fino a via Bologna, le immondizie sono molto meno ma non per questo gli alberi sono stati minimamente risparmiati … d’altra parte, come già evidenziato, tale operazione non è stata per nulla propedeutica ad una eliminazione dell’immondizia che probabilmente si sarebbe potuta effettuare con il medesimo costo della sola attuale operazione di distruzione di tutta la vegetazione presente: segare e portar via centinaia di alberi non è stato infatti un lavoro da poco! Impressionante, poi, come esistano alcuni punti in cui siano stati scaricati nel tempo molti sacchetti (della medesima tipologia) dell’immondizia quotidiana, a comprova che sia opera di alcuni abitati incivili del quartiere stesso che abitualmente usano quel fossato come discarica per i propri rifiuti, anziché utilizzare i cassonetti dell’immondizia forse unicamente perché meno comodi da raggiungere: basterebbe poco individuare questi mascalzoni da parte delle forze dell’ordine competenti trattandosi di comportamenti “seriali” (e.g. webcam che riprendesse da un balcone ciascuna di quelle zone specifiche).
Si noti inoltre che buona parte dell’immondizia di notevoli dimensioni (e.g. gomme, boiler, armadi, infissi, tapparelle, mobiletti, materassi, enormi ruote per avvolgere cavi elettrici/ottici, vetri, bottiglie di vetro e di plastica, un acquario rotto, stampanti, passeggini, lavandini, water, poltrone, seggiole, bacinelle, ben tre biciclette in sharing distrutte ed un’altra rubata da cui sono stati prese alcune parti) si trova in prossimità del bordo del fossato oppure nel suo fondo, dove un tempo passavano i binari: quindi almeno quella si sarebbe potuta togliere agevolmente da tempo anche lasciando completamente intatta la vegetazione che invece è presente sulle sponde del fossato.
L’unica soluzione per fermare tale situazione non era quindi abbattere un bosco intero perlomeno anzitempo, ma ripulirlo dalle immondizie decennali e poi provvedere affinché ci fosse un più attento presidio da parte delle forze dell’ordine oltre ad un’opera di sensibilizzazione della cittadinanza stessa. Dalla tipologia di molti dei rifiuti anche ingombranti, risulta lampante che il problema vero del degrado non era la presenza degli alberi bensì sia la mancanza di educazione civica di una parte della popolazione del quartiere sia, verosimilmente, della omertà di un’altra parte della medesima che pur vedendo, non ha denunciato: penso sia praticamente impossibile che dato il numero di rifiuto e le dimensioni di almeno alcuni, tali comportamenti incivili possano essere stati effettuati tutti senza che nessuno abbia visto, anche solo dai balconi degli edifici ! Infatti, spetta anche agli stessi cittadini del quartiere fotografare e/o ripretendere con video, magari dai balconi, quando vedono incivili “abitanti insospettabili dei quartiere” “buttare sacchetti di rifiuti nel trincerone, come se non fosse loro l’ambiente che inquinano“ – come riportato in un commento a questo post di un cittadino che abita in un edificio che dà sul trincerone – e quindi denunciarli alle autorità competenti! Purtroppo, per mantenere buoni rapporti con i vicini, talvolta si rischia di essere forse inconsapevolmente complici di misfatti come questi!
Inoltre da quelle foto si evidenzia come ora si sia aggiunta all’immondizia anche la presenza delle macerie dei muri che impedivano l’accesso sotto i ponti, gettati giù per fare passare le ruspe da una parte all’altra di ciascuno di quelli: non sarà una facile ed economica impresa portarli via dal Trincerone, visto il loro peso e dimensioni, … e poi sembra ricostruire quelle pareti, sempre per i motivi per cui erano state non molti anni fa costruite e di cui si è già parlato precedentemente nel post!
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Come evidenziano le foto presenti in questo album Flickr apposito o su Amazon Photo, i ponti che congiungono via Sempione con via Gottardo e che consentono di oltrepassare il Trincerone (soprattutto i ponti di c.so Vercelli e di via Bologna) rivelano curati particolari architettonici di rilievo. Tuttavia, le loro condizioni non sembrano ottimali in diversi punti (soprattutto in quello di c.so Vercelli, probabilmente il più trafficato), presentando diverse crepe e scrostature tali da mostrare arrugginiti i rinforzi in ferro armato: sicuramente converrebbe effettuare un’adeguata verifica del loro stato strutturale.
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Io in via Sempione angolo via Gottardo ci sono praticamente nato e ricordo ancora i treni che passavano nel trincerone verso Scalo Vanchiglia. Dopo diversi anni sono tornato ad abitare qui e avevo trovato estremamente gradevole la vegetazione spontanea sorta nel trincerone a dare piacere alla vista ed alle orecchie per il simpatico cinguettio degli uccelli che scandivano l’arrivo della Primavera e il susseguirsi dei mesi estivi. Ora mi sembra di essere tornato indietro di 50 anni … proprio recentemente qui in barriera è stato ospitato un brainstorming di nuove idee e visioni urbanistiche rispettose della sostenibilità per Torino; tra queste quella di lasciare in alcune zone della città delle aree per la crescita spontanea di piante autoctone. Ne avevamo una qui a disposizione da testare e l’abbiamo distrutta in due giorni, senza parlare della ridicola messinscena del bosco di compensazione della CO2 al parco Colletta dove, a fatica e con esborso di soldi, si piantumano pochi alberi all’anno per compensare le emissioni di gas serra quando qui gratuitamente se ne avevano a disposizione centinaia che potevano essere contabilizzati dalla città come assorbitori di anidride carbonica. Tra l’altro mi chiedo cosa ne sia stato del piano di riqualificazione previsto nella cosiddetta variante 200.
Se media e giornalisti che scrivono determinate cose pensano di dar voce ad una quota rappresentativa della popolazione affetta dall’intervento, dovrebbero poterlo dimostrare con dati statistici alla mano, cosa che non mi sembra possano fare non essendo stata fatta alcuna rilevazione valida a fini statistici. Anche se l’area è privata, non è stata attivata alcuna partecipazione dei residenti per registrare opinioni e dissensi in merito agli interventi proposti, cosa che discrimina una società di democrazia partecipata da una società gerarchica e autoreferenziale.
Resta infine gravissimo il fatto che già anni fa sia stata concessa la vendita da un soggetto pubblico, quali le Ferrovie dello Stato, ad un privato di una fascia di terra che segna il tessuto urbano in maniera così impattante, non essendo difficile immaginare per menti lungimiranti, che prima o poi questa sarebbe stata di nuovo acquistata da un soggetto pubblico …
La devastazione risultata da questa arbitraria ed ingiustificata azione rientra nell’ormai storico sopruso a danno della comunità residente, intesa come soggetto passivo su cui vanno a concentrarsi le conseguenze di decisioni prese per interessi altri. Oggi sembra che la massima preoccupazione dei nostri rappresentanti sia quella di far uscire un articolo sui media che possa valere una fiches di consenso elettorale, ma poco ci si preoccupa di attivare azioni concrete per chiedere misure di mitigazione degli impatti causati e di compensazione per i danni subiti, chiedendo tempi certi ed un piano concordato di azioni da realizzare.
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Segnalo un articolo fuori dal coro, il primo in verità che ho avuto modo di leggere in questi mesi in cui continuo a provare un senso di nausea tutte le volte che transito vicino al “Trincerone” dove pochissime sono gemme che preannunciano la primavera tra l’immondizia che non solo risulta ancora presente ma è ovviamente ancora aumentata in questi ultimi mesi in cui risulta ancor più agevole gettarla. L’articolo che desidero segnalare è “Torino: la pulizia del Trincerone, ovvero la cancellazione di un bosco urbano” di Fabio Balocco ( https://volerelaluna.it/territori/2019/04/02/torino-la-pulizia-del-trincerone-ovvero-la-cancellazione-di-un-bosco-urbano/ ) da cui si leggono le seguenti osservazioni che ovviamente condivido e faccio mie:
“Ed ecco che, a dicembre, è accaduto quello che per la Circoscrizione 6 è un miracolo e per me una vera nefandezza. Il Trincerone viene azzerato: l’Immobiliare Regio Parco interviene per rimuovere tutto il verde, l’Amiat per rimuovere i rifiuti.
Ci sarebbero molte osservazioni da fare al riguardo.
Potremmo cominciare con un Comune che ha le pezze al culo e destina una parte delle proprie già scarse risorse per eliminare del verde urbano. E potremmo continuare con l’imbecillità della gente che lo ha utilizzato come una discarica per arrivare a un’amministrazione comunale che non si è mai curata di evitare che fosse usato come discarica e non ha mai fatto pulizia al suo interno.
Ma quello che più mi preme è sottolineare la stupidità di chi, per anni, ha visto in un bosco in città (c’erano alberi pluridecennali) solo erbacce e incuria. E un Comune che, invece di cogliere l’occasione per investire in un’operazione culturale (anche solo basata sul fatto che Torino è una delle città più inquinate d’Europa e il verde è indispensabile), azzera tutta quella natura spontanea. Così, peraltro, garantendosi un consenso dei lagnosi residenti.”
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Condivido il 100% di quell’articolo citato e tutte le sue osservazioni … ma una sola correzione dovrebbe essere fatta relativamente alla frase “l’Immobiliare Regio Parco interviene per rimuovere tutto il verde, l’Amiat per rimuovere i rifiuti”.
L’AMIAT non ha infatti fatto assolutamente nulla e, a tutt’oggi (come si puó vedere chiaramente anche dalle foto che ho mano a mano aggiunto al mio post, che rimangono attuali ancora oggi) non solo permangono TUTTI i rifiuti preesistenti l’abbattimento degli alberi, ma ce ne sono di nuovi che alcuni residenti imperterriti continuano a gettare, impuniti dalle forze dell’ordine e con la complicità di quella parte della popolazione che sicuramente non può non vedere.
Quello che davvero sembra sia mancata e manchi tutt’ora è un’opera di sensibilizzazione della popolazione …. Ma come pensare di proporla con una Circoscrizione che ha inneggiato fin da subito a quell’opera di distruzione come fosse invece una di riqualifica del territorio, marciando sporco anche con false promesse di una realizzazione a breve termine di una seconda linea di metro??? Cosa dire delle associazioni ambientaliste da me contattare e della risposta di assenso di una (riportata sempre integralmente nel mio post) e il tacito assenso delle altre che non hanno degnato nemmeno di rispondere alle mie sollecitazioni, domande e diversi tentativi di ottenere da loro una qualsivoglia risposta???
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Io soffro sempre quando tagliano alberi vivi e floridi, come quando hanno abbattuto il secolare platano che c’era all’angolo di piazza donatori di sangue angolo v. Mercadante… Figuriamoci vedendo attuato questo scempio attuale del nostro trincerone!
Mia madre abita in un piano alto a ridosso del suddetto e gioiva tutte le primavere, quando Madre Natura ricopriva con nuova vegetazione il degrado di immondizia gettata dall’ignoranza e dal menefreghismo del genere umano (ci lamentiamo che i potenti del mondo se ne fregano dei distruttivi cambiamenti climatici, ma affacciandosi dai ponti sul trincerone si è sempre potuto assistere allo stesso fenomeno in piccolo). Ora l’uomo con le sue macchine di distruzione ha voluto vincere in una sola settimana contro il lavoro che Madre Natura aveva compiuto in molti decenni, fin da quando passava ancora il treno!
Per cosa poi?? Riportare alla luce del sole i quintali di immondizia umana che la vegetazione aveva generosamente inglobato e ricoperto?? Che schifo!!
E se è vero quello che ho letto, fanno molto più schifo quei cittadini che hanno “mille e mille volte chiesto al comune una bonifica”! Ma non era un valore aggiunto la “Foresta Urbana” che ci regalava un sacco di ossigeno, assorbiva emissioni inquinanti e CO2 e ci donava verde naturale??? Non era meglio di un fossato vuoto, sterile e soprattutto inutile?? Perchè anche se Amiat o chiunque altro facesse pulizia dei rifiuti, quello rimarrebbe!!!
Cosa avete eliminato così????? I topi?? Ci sono ancora!! I drogati?? Ci sono ancora, anzi di nuovo!! Mi prudono le mani a leggere che la incriminata foresta “impediva la vista delle case a suo ridosso”…….. Spero vi costruiscano una bella barriera anti rumore a 2 metri dal balcone (come in c. Grosseto), così capirete cosa avete perso per sempre!!
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Grazie Riccardo per il tuo giusto sfogo e l’aver saputo esprimere a parole quello sgomento e malessere che anch’io ho provato e che si è accentuato ancor più dopo aver verificato la indifferenza/accondiscendenza non solo di molti cittadini del quartiere, ma anche dei giornali e addirittura delle associazioni ambientaliste!
Oggi quell’opera di distruzione rimane testimonianza, tangibile nel tempo, della stupidità dell’uomo e delle istituzioni dal medesimo create.
Così come oggi, vedendo un edificio come quello di fronte al Duomo ci chiediamo come sia stato possibile che a suo tempo si sia dato il permesso di abbattere edifici storici per costruire quell’obbrobrio, così anche tra anni si potrà dire lo stesso della inutile devastazione effettuata nel Trincerone.
Al prossimo passaggio della macchina di Google (che già in passato aveva registrato come fosse tutto quel territorio nelle diverse stagioni) da tutto il mondo si potrà ammirare lo scempio effettuato e voluto dall’attuale amministrazione e richiesto almeno da una parte della cittadinanza.
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La “pulizia” indiscriminata mi ha addolorato. Vivo in via gottardo dal 2015 e scelsi questa casa proprio perché davanti aveva molto verde, alberi e uccellini. Anche io lo consideravo una sorta di bosco spontaneo, un regalo della natura. Non ho mai visto topi, ma diversi bei gatti, che evidentemente a davano loro la caccia). Ho invece visto abitanti dei quartiere, insospettabili, buttare sacchetti di rifiuti nel trincerone, come se non fosse loro, l’ambiente che inquinavano.
Ora è veramente triste affacciarsi. Penso che, appena mi sarà possibile, cambierò casa.
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GRAZIE davvero Monica!! Le tue parole mi hanno confortato. Dopo i commenti su Facebook, le riposte di una delle associazioni ambientaliste e la nessuna risposta delle altre, così come da parte del giornale La Stampa, mi era persino venuto il dubbio di essere in fondo io ad esagerare, di essere fatto male insomma 😳
Io ci ho vissuto vicino a quel fossato da quando sono nato e vederlo in quello stato con il silenzio di tutti, anzi con la gioia almeno di alcuni, mi ha ferito nel profondo.
Fai bene, se puoi, ad andare altrove, dove si spera ci sia un’attenzione maggiore agli alberi ed all’ambiente e non si riduca tutto a soli slogan o ad accontentare chi grida più forte. Gli insospettabili di cui parli si vergognino e si vergognino anche le forze dell’ordine che non hanno fatto nulla per scovarli e punirli con multe salate.
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