Mai come in questi giorni si è compresa l’utilità della Carta d’identità Elettronica (CIE) che consente infatti una più agevole autenticazione sicura in molti siti della Pubblica Amministrazione e si presenta, secondo me, come una migliore alternativa allo SPID, più complesso da attivare e da utilizzare. Si tratta di un metodo di autenticazione che non implica l’uso di altre app o di codici OTP inviati, ad esempio, via SMS! Si tratta anche della soluzione migliore per autenticarsi la prima volta nell’app IO.it sempre che uno possegga la CIE (comunque si può sempre fare anche se quella cartacea non è ancora scaduta) … ed abbia anche un cellulare con il lettore NFC.
Infatti l’unico neo, non indifferente, è che per utilizzare online la CIE, è necessario avere un lettore NFC, non sempre integrato negli smartphone, soprattutto quelli di fascia bassa.
Si noti che, per fortuna, anche qualora uno non ritrovi più il PIN/PUK associato alla propria carta d’identità elettronica, è sempre possibile richiederlo nuovamente andando in una anagrafe del Comune che lo aveva rilasciato originariamente: a parte la coda che uno deve probabilmente fare, le due parti dei codici vengono fornite in breve tempo in parte a mano e in parte per posta … inaspettatamente assai velocemente!
Si ricorda che, nel momento in cui si presenta al proprio Comune di residenza richiesta per la carta d’identità elettronica, viene rilasciato al richiedente, nell’attesa che la stessa carta d’identità sia pronta e ritirata dal cittadino o recapitata presso il suo domicilio, un foglio che riporta il numero della carta d’identità provvisorio insieme a due codici, PIN e PUK, collegati alla Carta d’Identità Elettronica (CIE 3.0) rilasciata al cittadino. I codici numerici sono composti di otto cifre:
- Le prime 4 cifre vengono fornite da Comune al momento del rilascio delle ricevute della richiesta del documento;
- Le successive 4 cifre sono riportate nella lettera con cui viene recapitata al cittadino la nuova CIE (e.g. presso il domicilio prescelto se non ritirata a mano all’anagrafe).
Quindi, se si perdono i fogli che riportano le cifre che compongono il codice PIN della carta d’identità, questo non può essere recuperato se non presentando richiesta di uno nuovo direttamente all’anagrafe del Comune di residenza che lo aveva rilasciato, come già evidenziato. Tale richiesta deve essere accompagnata da una dichiarazione sostitutiva di smarrimento dei codici da parte del cittadino e copia di un documento d’identità non autenticata. Vedere eventualmente anche la pagina apposita nel sito del Ministero dell’interno.
Tuttavia, in un aggiornamento di CIEonline è stata inserita la possibilità di ristampare i codici PIN/PUK direttamente dall’applicativo web (vedere https://www.cartaidentita.interno.gov.it/richiesta-di-ristampa) per cui ora è possibile richiedere il recupero all’anagrafe del Comune che ha emesso la CIE della seconda parte del codice PIN/PUK consegnata insieme al documento inviando una email alla propria anagrafe indicando i propri dati codice fiscale, numero delle propria carta d’identità elettronica (sul fronte in alto a destra), e allegando una dichiarazione sostitutiva di smarrimento dei codici (esempio). Se la email indicata è la medesima già utilizzata precedentemente quando si è richiesta la CI, questa seconda parte viene inviata via email. Se si sono perse invece entrambe le parti, queste devono essere stampate dall’operatore ed è quindi indispensabile recarsi nella propria anagrafe (o in qualsiasi altra del medesimo Comune). Comunque anche in questo caso la richiesta di recupero deve essere accompagnata da una dichiarazione sostitutiva di smarrimento dei codici. Il cittadino può fornire un indirizzo mail a cui far pervenire la seconda parte dei codici: in tal caso l’operatore CIE firmerà digitalmente la richiesta sul gestionale CIEonline, la quale produrrà un’email automatica all’indirizzo indicato. Verrà prodotta prodotta una stampa relativa alle prime metà dei codici, che viene consegnata direttamente in busta chiusa al cittadino che avesse smarrito anche tali parti dei codici. Qualora invece il cittadino non fornisca un indirizzo email, il sistema chiederà all’operatore di stampare, far firmare e scansionare un atto di delega in cui il cittadino dichiara di essere impossibilitato alla ricezione della seconda metà dei codici di sicurezza mediante e-mail, e di quindi delegare l’operatore a procedere alla stampa anche di quello per consegnarglielo, producendo così la stampa di entrambe le metà del PIN/PUK, da consegnare personalmente al cittadino richiedente.
Non spetta agli operatori CIE detenere in copia i codici prodotti per un documento d’identità né al momento della sua produzione né alla eventuale richiesta di ristampa. Il servizio di un loro recupero rientra nel servizio di “customer care” delegato ai Comuni, con particolare attenzione rivolta alla seconda metà dei codici fornita infatti via mail direttamente al cittadino (o, in alternativa, stampata solo previa acquisizione di apposita delega del richiedente).
Si noti infine che per la Carta d’Identità Elettronica esiste anche un SW gratuito scaricabile dal sito ufficiale della CIE ed installabile su un PC. Dotandosi di un lettore NFC idoneo da collegare al proprio computer, questo può consentire la multiutenza per accedere a siti. Tuttavia questa soluzione non è utilizzabile sempre, essendo talvolta l’applicazione che ne richiede la lettura (e.g. IO.it) non disponibile su PC.

Al limite, si potrebbe usare su un tablet Android che si appoggi quindi al Play Store per acquisire le sue applicazioni, le stesse utilizzate dagli smartphone: in questo caso si deve avere però l’accortezza di verificare che il lettore NFC supporti anche quel tipo di sistema operativo.
Anche se non ho provato, non penso proprio che questi lettori esterni possano essere utilizzati con smartphone che non abbiano integrata già la funzionalità NFC, seppur collegandoli al loro connettore microUSB/microUSB-C mediante un apposito adattatore.
Da notare che la CIE è una carta contactless (non presenta un chip visibile come ad esempio le tessere sanitarie), per cui è necessario avere un lettore adeguato che in genere non costa poco (e.g. >38€): personalmente non li ho provati ma ho visto che non tutti i modelli riescono a leggere la CIE 3.0, attualmente distribuita ma magari solo le versioni precedenti!! Insomma, è indispensabile leggere i commenti delle persone che già l’hanno acquistata per non sbagliare!
Ad esempio, questo modello, dai commenti si deduce che riesce a leggere SOLO le CIE fino alla versione 2.0, rilasciate qualche anno fa e NON anche quelle attualmente in distribuzione!
Infine, se non si utilizza l’app IO.it per almeno 30 giorni, verrà richiesta nuovamente un’autenticazione completa tramite CIE/SPID e non basterà solo l’inserimento del PIN scelto all’atto di registrazione:

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Link utili
Pingback: 10 Idee Su come recuperare il pin della cie
Pingback: Primi 10 ho perso il pin della cie Devi Sapere
agenzia di viaggi prende pronotazioni per soggiorni su marte. Bene,questa mia metafora la si puo applicare benissimo all’identità digitale; Mi spiego meglio, il mio ex comune di residenza, mi rilascia la carta di identità elettronica CIE, una delle prima, leggo sul sito del ministero degli interni che la stessa, è valida per accedere alla PA; il problema e che il comune, all’atto del rilascio, non mi ha fornito le credenziali; oggi,quattro anni dopo il rilascio ( la carta di identià è valida per dieci) contatto il comune esponendo il problema e dicono che essendo residente in un comune diverso, non possono rilasciare alcunchè. In sostanza, l’attuale comune di residenza, non è fra i comuni abilitati al rilascio della carta di identità elettronica quindi sei costretto a servirti di un servizio fra i gestori delle identità SPID, fra questi, molti, non mandano l SMS oppure se lo mandano è a pagamento; Insomma, se pa P.A. non era pronta a rilsciare al cittadino lo strumento necessario, perchè disabilitano il vecchio sistema di password e pin ? In sostanza pronotiamo il volo per marte ma non abbiamo l’astronave.
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… questa non la sapevo! Pensavo che tutto fosse centralizzato ed il Comune facesse solo da passacarte.
Nel tuo caso, se ti rechi nello stesso Comune in cui avevi richiesto la CI? Oppure farne una nuova avendo cambiato la residenza? 🤔
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SPID o CIE hanno delle procedure assurde. per esempio entro con SPID e mi chiede il codice OTP che non arriva ne via messaggio ne sull’APP IO. Ho cercato dui scaricare la GREEN CARD sull’APP io ma non ci sono riuscito. Meno male che sul sito fornito dall’ASL con pochi passaggi è stato possibile scaricare il certificato altgrimenti con il cavolo. Su IMMUNI è stato molto, molto più semplice, sono stati sufficinti 5/6 secondi. L’APP IO deve essere semplificata.
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Personslmente da un punto di vista tecnico l’app IO non mi sembra mal fatta, solo che è stata pensata per poter includere molteplici servizi, alcuni che dovrebbero richiedere una sicura autentificazione dell’urenrte. Di fatto, sia soprattutto l’iniziale installazione/configurazione sia la sua usabilità da parte di un cittadino comune risulta compromessa da requisiti e procedure non certo banali ed alla portata di tutti. Ho scritto diversi post in dettaglio al riguardo ad esempio https://enzocontini.blog/2021/01/03/app-io-batte-immuni-non-sembra-proprio-nonostante-liniziale-partenza-come-mai/
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Buongiorno mi serve recuperare codice di 8 cifre pin/puk
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Come ho scritto, deve andare in una anagrafe del Comune che lo aveva rilasciato originariamente per recuperare tali informazioni. Può essere necessario prenotare.
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Ma si può recuperare online non sono in Italia? grazie
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Credo proprio di no (non si possono neppure recuperare da un’anagrafe diversa da quelle del Comune in cui si era richiesta la CIE…).
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