Quando l’estetica e la navigabilità di un sito (oltre che la sua gestione) può fare la differenza

Talvolta capita di vedere siti di conoscenti che, seppur possano avere alcuni contenuti di potenziale interesse, risultano avere un look vecchio – insomma anni ’90/primi 2000, relativamente, ad esempio, a menù e navigazione, allo sfondo e struttura delle pagine, ai caratteri/icone utilizzati – con pagine che, inoltre, non si adattano dinamicamente in base alla dimensione/definizione dello schermo sul quale vengono visualizzate. Quindi si tratta di siti difficilmente visitabili da un dispositivo che non sia un computer munito di un monitor di una ben determinata definizione, tanto meno da uno smartphone, sebbene oggigiorno la maggior parte degli accessi al Web avvenga oramai proprio da questa tipologia di device. Internet, soprattutto in questi ultimi due decenni, si è molto evoluto da un punto di vista sia tecnico sia estetico, contribuendo così a rendere assai più usufruibili i suoi contenuti: quindi, secondo me, è sciocco ignorare tutto ciò e non approfittare delle nuove possibilità ora disponibili anche gratuitamente!

Talvolta, vedendo un sito siffatto non riesco a trattenermi nel suggerire al suo autore che il suo sito “merita un restyling”: poi, solo se richiesto, cerco di spiegarne i motivi e fornire qualche consiglio pensando di agevolarlo in questo compito.
Ho notato, tuttavia, che non sempre tale critica – seppur costruttiva – viene apprezzata e le giustificazioni che vengono fornite per avvalorare invece le loro scelte, talvolta sono… incredibili, non solo da un punto di vista tecnico ma anche logico! L’evoluzione sia tecnologica sia dell’usabilità non possono essere ignorate, magari ipotizzando che tecnologie superate non debbano essere oggettivamente considerare “vecchie”, nell’accezione negativa di questo termine.
Non si può, ad esempio ignorare la diffusione di dispositivi quali gli smartphone che vengono oramai utilizzati per leggere e navigare su Internet (anche per ore, magari da letto o su di una panchina al parco… e non certo solo nel tempo del rosso di un semaforo)! Chi accede a un sito da smartphone non è certo un utente di classe B rispetto a chi naviga tramite un PC, anzi… Probabilmente è poi da sprovveduti pensare che, non riuscendo a vedere un sito da smartphone, costui voglia poi tornare successivamente a visitalo da un PC tornato a casa: molto più probabile (a meno, magari, che si tratti di un amico/conoscente) che ricerchi altrove le informazioni che gli interessano!
Non si può neppure pensare che in un sito si possano inserire delle foto nella loro risoluzione originale, utilizzandolo così come organizzazione personale della propria libreria multimediale. Infatti, penso che in un proprio sito uno debba pubblicare informazioni/immagini principalmente pensando agli altri e non a se stessi e, di conseguenza, deve essere reso il più facilmente remotamente navigabile/consultabile da chiunque: quindi deve innanzitutto essere “leggero” (i.e. ciascuna pagina deve scaricarsi velocemente anche in condizioni di collegamento non ottimale e quindi le immagini devono essere di dimensione adeguata). Se uno vuole pubblicare foto (soprattutto in una medesima pagina), non ha quindi alcun senso caricare i loro originali, di grandi dimensioni, in quanto la definizione necessaria in questo contesto Web è ben differente di quella necessaria per ottenere una stampa di qualità: anzi, oltre a occupare memoria, rallenterebbero appunto anche la visualizzazione della pagina in cui sono state inserite! Molto meglio, quindi, ridurre le dimensioni (anche i programmi di grafica come Photoshop prevedono un salvataggio per uso Web), mantenendo comunque una qualità ottima per una visualizzazione su video. Vedi, a tale proposito, il mio post Come ridimensionare delle foto in blocco utilizzando una funzionalità incorporata in Windows 10.

In questo post, quindi, riporto e amplio alcuni dei consigli che ho recentemente fornito in tal senso a un conoscente, non certo volendomi mettere in cattedra, ma semplicemente esponendo la mia esperienza personale a tale proposito, credendo che possa servire almeno ad altre persone :-). Tali indicazioni possono infatti tornare utili a qualche lettore di questo post che desideri migliorare drasticamente un proprio sito, in modo da renderlo non solo più usufruibile dai visitatori, ma anche più agevolmente gestibile dal suo autore stesso.
Il tempo necessario per questa impresa di restyling, in genere, non è poi così eccessivo, come uno potrebbe pensare, per cui suggerisco a chiunque di almeno provarci: per di più si possono trovare anche soluzioni gratuite e penso che sia comunque sempre utile sperimentare dei nuovi orizzonti con mente aperta! 🙂

Per migliorare drasticamente sia il look sia la navigazione sia la gestione di un sito, è generalmente sufficiente utilizzare uno dei diversi ambienti quali, ad esempio, WordPress /Tumbrl/Wix che agevolano sia da un punto di vista grafico/estetico sia nella pubblicazione/organizzazione di nuovi post/articoli/pagine e loro eventuale successiva modifica.
Tutti questi ambienti mettono a disposizione, tra l’altro, molteplici template o temi predefiniti (i.e. strutture di esempio per un sito), suddivisi spesso in gruppi a seconda del target che si intende dare al sito (e.g. negozio, blog, fotografia, viaggi), agevolandoci così nella scelta di quali provare per primi. I template/temi sono, ad esempio, visibili su WordPress Themes, Tumbrl templates, Wix template. Si noti che diverse di queste “strutture” di esempio – da cui uno può partire per creare il proprio sito – risultano gratuite pur fornendo diverse funzionalità anche rilevanti: altre hanno un costo che tuttavia non è eccessivo… ma sono certo che, anche solo tra quelli gratuiti, uno ne può trovare più di uno adeguato al proprio intento. Faccio infatti presente che chi sviluppa tali template/temi è un professionista che ben conosce (probabilmente meglio di noi) non solo le esigenze di un sito pensato con certi obiettivi e sa quindi anche come renderlo accattivante, fornendo tutte le funzionalità di navigazione che l’utente si aspetta in quel specifico contesto.
Penso falsa l’obiezione di qualcuno che afferma che, utilizzando tali template predefiniti, poi i siti necessariamente diventano tutti uguali. Infatti non solo tutti i tempalte/temi risultano altamente personalizzabili, ma poi tutti quei sistemi consentono comunque di creare un proprio sito da zero, senza cioè nessuna struttura predefinita se proprio uno non desidera partire da nessuno dei centinaia di template già presenti! Detto ciò, vista la varietà di template/temi disponibili (anche gratuitamente), il loro raggruppamento in base al loro potenziale utilizzo, l’estrema flessibilità di molti nella loro configurazione… direi che ben difficilmente c’è oggettivamente l’esigenza di partire a costruire la struttura di un sito proprio da zero: al limite, conviene iniziare comunque da uno dei template – quello che più si avvicina al nostro ideale – per poi modificarlo secondo le proprie esigenze specifiche, semmai anche in modo radicale.

Penso falsa l’obiezione di chi dice che, affidandosi a uno di quegli ambienti, uno si vincola a loro per cui non si può gestire il tutto autonomamente su un proprio server. Infatti, alcune di quelle piattaforme (e.g. WordPress) sono opensource e quindi, se uno lo desidera, possono essere installate anche su un proprio server, gestendo autonomamente il tutto. Quindi, sempre nel caso di WordPress, si può anche decidere di non usare la piattaforma presente su WordPress.com e scaricarsi quel sistema da wordpress.org per poi installarselo su un proprio server. Anzi generalmente sia i NAS sia i server che uno può affittare da un provider, forniscono già la possibilità d’installare WordPress localmente. Ovviamente, se uno decide di voler avere tutto a casa, deve sobbarcarsi poi tutto l’onere di gestire il server e di renderlo visibile su Internet (e.g. tramite l’acquisto di un IP fisso o di un servizio su Internet che lo renda tale) oltre a richiedere un dominio pubblico.
Comunque sia, è sempre possibile, in qualsiasi momento, salvarsi localmente tutto il proprio sito (che infatti rimane comunque sempre di proprietà dell’autore anche quando pubblicato online ad esempio su WordPress.com) in modo da poterlo eventualmente poi caricare successivamente su un’altra piattaforma (una analoga o magari anche un’altra, esistendo appositi convertitori – e.g. How To Convert Your Blog From Tumblr To WordPress; Moving from WordPress to Tumblr).


Insomma, se il tuo “vecchio” sito non è un sito “morto”, bensì di uno che ancora si desidera mantenere e in cui vengono creati sempre nuovi contenuti, vale sicuramente la pena impiegare un po’ di tempo per effettuare un restyling e spostarsi eventualmente su una piattaforma più nuova che agevoli il proseguo e fornisca integrati svariati servizi di amministrazione del sito.
Dal momento che gran parte del contenuto preesistente è già presente, è un lavoretto di pochi giorni ricreare il tutto altrove con grafica e navigazione molto migliorata, copiando ciascuna sezione e organizzandola nel modo più appropriato ripensando anche come ristrutturare meglio il tutto… Insomma, anche l’estetica e soprattutto la navigabilità hanno un loro peso non indifferente per rendere un qualsiasi contenuto più agevolmente usufruibile e quindi maggiormente apprezzabile! Infatti, se è vero che, se non c’è del contenuto, nessun sistema o template potrà migliorare la sostanza di un sito, è anche altrettanto vero che, se non ben organizzate e ricercabili/filtrabili agevolmente, le informazioni presenti in un sito – anche solo uno di medie dimensioni – risultano sia poco trovabili sia difficilmente gestibili dall’autore stesso! Poter andare, con un’apposita interfaccia utente di amministrazione, a modificare una pagina di un post è ben altra cosa che operare con un ambiente di sviluppo sul suo codice!!

Tenendo conto che la piattaforma WordPress.com consente anche di scegliere un piano del tutto gratuito (accentando che possa essere inserita della eventuale loro pubblicità) con capacità di memoria in genere adeguate, direi che si tratta, almeno inizialmente, della scelta più opportuna per un uso amatoriale e con contenuti non esagerati, in quanto libera da tutte le possibili incombenze e problematiche tecniche, lasciandoti unicamente concentrare su cosa scrivere!

Riassumendo, per quella che è la mia esperienza anche di programmatore, se uno non ha esigenze molto particolari (e.g. gestire magazzini, interfacciarsi con basi dati locali/remote o con apparecchiature e altri sistemi, eseguire elaborazioni) non ha più assolutamente senso mantenersi un sito con versioni obsolete di tool quali Dreamweaver o l’analogo Frontpage di Microsoft degli stessi anni ’90, incapaci di generare un’interfaccia adattabile alle nuove esigenze tecnologiche che i nuovi ambienti, invece, contemplano da almeno un ventennio (anche quelli di sviluppo professionali come Visual Studio consentono di lavorare oggigiorno a livello di frontend, come avviene con WordPress/Tumbr/Wix/…).

Esempio di Dashboard che consente una agevole gestione di uno o più propri siti

Elenco alcuni degli indubbi vantaggi che uno ottiene, senza alcuno sforzo, nell’usare piattaforme quali WordPress:

  1. Menù costruibile e modificabile agevolmente
  2. Possibilità per un navigatore d’iscriversi per ricevere notofica via email della presenza di nuovi post pubblicati
  3. Filtrare i post per categoria (oltre che da menù)
  4. Ricercare articoli del sito sulla base di una ricerca con uno o più termini
  5. Possibilità di vedere l’articolo tradotto in qualsiasi lingua (sebbene sia una funzionalità che in genere i browser stessi offrono già comunque)
  6. Grafica che si adatta a seconda della piattaforma utilizzata dal navigatore (e.g. smartphone, tablet, PC)
  7. Possibilità di gestione degli articoli ovunque, anche in mobilità utilizzando il proprio smartphone.
  8. Possibilità di far inserire pubblicità, annullando così perlomeno i costi di registrazione dominio e dell’eventuale piano a pagamento.
Alcuni degli indubbi vantaggi che uno ottiene senza alcuno sforzo nell’usare piattaforme quali WordPress

Senza contare poi la possibilità di ottenere agevolmente statistiche, ricevere qualche guadagno pubblicitario che – seppur minimo – almeno toglie le spese per avere piani a pagamento e dominio, avere traduzioni in lingue differenti rispetto a quella in cui è stato scritto l’articolo, effettuare ricerche nel sito/blog per trovare agevolmente gli articoli/pagine che contengono determinate parole…

Comunque anch’io ho diversi siti obsoleti che avevo fatto nel secolo scorso con vecchi tool degli anni ’90 e che quindi presentano quello stesso look antiquato e le stesse problematiche che ho descritto in questo post: ho notato ora che alcuni sono ancora addirittura in qualche modo visibili online, sebbene parte delle metodologie di navigazione talvolta non risultino neppure più funzionanti in quanto non più supportate dalle versioni correnti dei browser! 🙄
Non avrebbero neppure più senso di esistere, ma è oramai ben difficile cercare anche solo di oscurarli, non essendoci riuscito per uno di quelli neppure inviando anni fa una raccomandata a Tiscali, essendo resi pubblici da un loro server!!!
Della serie: Internet non dimentica… a dispetto delle leggi su privacy e quant’altro!! 😣

P.S.
Esempi di vecchi miei siti obsoleti, con navigazione e look “di altri tempi” ma che non sono neppure più riuscito a far oscurare dal provider che continua imperterrito a renderli pubblici da un suo server!!

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