Il diritto alla riservatezza e privacy della persona e la normativa sui cookies: come adeguare un proprio sito su WordPress

Negli anni ho aiutato diversi amici/associazioni a realizzare dei siti tramite la piattaforma WordPress, sicuramente attualmente una delle più flessibili e indicate anche solo se uno desidera creare un proprio blog o una vetrina per una propria attività.

Si parla tanto di diritto alla riservatezza e privacy della persona con leggi sempre nuove atte a garantirla anche con l’evolversi delle tecnologie e invece poi, nella vita reale, sperimentiamo segnali evidenti di come questa non venga sostanzialmente rispettata nei fatti.
Oramai la privacy è evidente che l’abbiamo persa da anni: basti pensare alle innumerevoli telefonate che uno riceve quasi giornalmente sia sul proprio telefono fisso sia addirittura sul proprio cellulare, sebbene in quest’ultimo caso, non esista neppure un elenco pubblico dei numeri! Avevo già scritto anni fa il seguente post dove avevo fornito quelle poche accortezze che possono (minimamente) limitare il fastidio di queste interferenze pubblicitarie registrate o meno: Quando addirittura degli insulti ti arrivano al cellulare, alias come disabilitare/individuare spiacevoli chiamate pubblicitarie di spam. Avevo lì evidenziato come l’effettiva utilità di iscrivere il proprio numero di telefono fisso nell’apposito Registro Pubblico delle Opposizioni (previsto per legge) rimane assai dubbia, a meno di non ricorrere in tribunale, in quanto pur risultando il mio numero iscritto da anni, perdurano le telefonate di spam/pubblicitarie, anche di quelle a basso costo che utilizzano metodologie con altrettanto fastidiosi messaggi promozionali registrati! 🙄🤐😣 Da poco si possono registrare anche i numeri di cellulare e penso che l’utilità dell’esistenza di quel registro dipenda molto dalle segnalazioni che i cittadini stessi faranno al Garante della privacy (vedi Come aggiungere i propri numeri telefonici (di fisso e ora anche di cellulare) per opporsi alle chiamate di telemarketing indesiderate, annullando anche i consensi precedentemente rilasciati: come segnalare poi eventuali violazioni di call center).

Inoltre avevo già anche evidenziato in un altro post (Regola n. 1: MAI firmare o accettare un contratto (e.g. luce/gas/telefono) proposto dai venditori porta porta o per telefono!!) come molto spesso tali proposte risultino ingannevoli.

Insomma, su tutto questo le leggi sulla privacy sembrano proteggerci davvero poco… direi praticamente nulla!! Non ci rimane che adottare le poche accortezze che ci rimangono per limitare il disturbo indotto da tali telefonate e al limite non sprecare una parola nella risposta, attaccando subito ed avendo l’accortezza di inserire quel numero tra quelli bloccati… altrimenti è molto probabile che richiamino!! 🙄

E su Internet? Qui le cose, a mio parere, solo in apparenza sono diverse!! Ora ci sono le direttive GDPR, la Cookie Law, o Direttiva ePrivacy… Insomma un sacco di acronimi e termini inglesi di cui, in verità, non ne so più di tanto e lungi da me interessarmi nel dettaglio di questa burocrazia e di fatto apparente protezione della nostra libertà e privacy! Probabilmente ben poche persone, prima di allora, sapevano neppure dell’esistenza di questi cosiddetti cookie e io stesso, pur conoscendone bene le loro caratteristiche come programmatore, non avevo mai approfondito le implicazioni da un punto di vista della privacy! Per chi quindi desiderasse approfondire l’argomento, mi limito a consigliare innanzitutto di visitare la pagina di wikipedia i cookie che fornisce una sintetica spiegazione di cosa siano: ho trovato impressionante l’elenco delle loro diverse tipologie dal punto di vista dell’utilizzo (o finalità), alcune delle quali neppure io ne ero a conoscenza (i.e. tecnici, statistici, funzionali per la memorizzazione delle preferenze, di marketing e profilazione pubblicitaria, di social network, Secure cookie, HttpOnly cookie, SameSite cookie, SuperCookie, Zombie cookie). Inoltre un approfondimento delle suddette leggi può essere fatto consultando il sito del garante della privacy dove immagino tutto sia spiegato in dettaglio! 🤔 In particolare, penso di interesse la sezione Linee guida cookie e altri strumenti di tracciamento – 10 giugno 2021… – Garante Privacy relativa appunto alla recente normativa di adeguamento di tutti i siti, piccoli o grandi, personali o business.

Possiamo dunque ora stare tranquilli in quanto, almeno su Internet, la nostra privacy è garantita? Direi proprio di no.
Il risultato reale di tale legge è stato, a mio parere, devastante e questo risulta sempre più evidente a chiunque navighi abitualmente su Internet: prima di riuscire a leggere l’informazione desiderata da un sito d’interesse, ora si deve sia premere – su fastidiose finestre sovrimpresse alla pagina – uno o più pulsanti per accettare o meno l’utilizzo d’informazioni derivate sia dalla propria navigazione (eventualmente negando alcuni consensi in pagine successive) sia ricordarsi di cliccare su checkbox in cui si consente uno o più utilizzi dei dati che uno ha inserito, ad esempio, compilando moduli online. In quest’ultimo caso non è raro che, pur avendo compilato correttamente tutti i campi obbligatori, dimenticandosi di cliccare qualcuna di quelle checkbox sulla privacy, l’inoltro del modulo venga negato… e uno non comprenda neppure subito il motivo di tale rifiuto!😣).

Relativamente ai cookies, poi, per proteggersi un po’ da tutto, in teoria si dovrebbe ogni volta entrare nella pagina di dettaglio della gestione delle informazioni ottenute tramite quelli (i.e. salvate automaticamente durante le navigazioni utilizzando le apposite funzionalità dei browser) e scegliere di accettare solo quelli strettamente necessari per poter finalmente proseguire. Insomma una perdita di tempo incredibile…
Di fatto, quindi, quasi sempre si finisce poi per scegliere la via più veloce, vale a dire accettando tutto, riuscendo solo in tal modo a non sprecare tempo nel navigare nelle pagine di dettaglio, le sole che consentirebbero di effetture un’analisi e selezione più rispettosa delle proprie effettive volontà!!!
Insomma, questa legge è stata pensata senza tener conto delle implicazioni in termini di usabilità del Web e del conseguente comportamento del suo generico utilizzatore, rendendo di fatto non rispettata la sua privacy… pur rimanendo tutto “a norma di legge” essendo stato lui stesso ad accettare qualsivoglia condizioni (seppur lo faccia unicamante per non sprecare tempo e leggere subito le informazioni che ricercava sul Web)!

Mi chiedo: non sarebbe stato meglio allora impedire di default l’utilizzo dei cookies per tali scopi di profilazione e semmai obbligare, chi ne volesse fare anche un tale uso, a realizzare siti in cui sia il navigatore stesso ad acconsentire esplicitamente (e.g. premendo un tasto o una opzione di menù specifica) e non, come è attualmente, ad accettarle di default e subire comunque una fastidiosa finestra di popup che compare non desiderata sovraimpressa alla pagina ricercata?
Ma chi chi vorrebbe richiedere esplicitamente di essere profilato senza essere insistentemente sollecitato o portato a farlo? 🤔 … le leggi del marketing sono state dunque ampiamente accontentate!!🙄

È un po’ come quando uno firma un contratto di assicurazione/bancario/di servizio in cui ci sono pagine e pagine di condizioni (generalmente scritte piccolissime) per cui ci vorrebbero diversi minuti per leggerle e comprenderle… per cui è la norma firmare senza nemmeno leggere nulla, sebbene così operando uno di fatto accetta tutte quelle condizioni rese illeggibili!! Insomma, un qualcosa fatto unicamente per confondere il cliente e fargli comunque accettare condizioni che, nel migliore dei casi, proteggono il venditore da eventuali situazioni non desiderate!
Anche in questo caso, non sarebbe stato meglio imporre che le condizioni vengano elencate in ordine d’importanza (relativamente alla pericolosità per l’utente finale), in modo tale che almeno le condizioni principali possano effettivamente essere lette e comprese prima di apporre una firma di accetazione?oltre al fatto che dovrebbero essere mostrate con caratteri adeguati per agevolare a tutti una loro lettura!

Insomma, sembra proprio che queste leggi sia state fatte preoccupandosi di non ostacolare le esigenze del marketing e che i principali effetti riscontrabili siano stati non solo una navigazione su Internet più complicata e rallentata (in nome di un’apparente protezione della nostra privacy), ma abbia portato anche la necessità di adeguare tutti i siti, per non rischiare di incorrere in sanzioni per violazione di tali leggi! … e poi, come sempre avviene, creata una legge, nascono consulenti specifici che “ti aiutano” a rispettarla. Per cui ora, se si ricerca “normativa sui cookies“/”come adeguare un sito al GDPR“, innumerevoli sono i professionisti pronti ad offrire il loro supporto! Insomma, un business non da poco, secondo me legato alla burocrazia e non tanto alla sostanza… 🙄
Non certo da giurista, ma unicamente da tecnico e da persona che pensa di avere un senso etico e civico del vivere, mi limito a dire che, qualora un sito raccogliesse dati sensibili, è ovvio che debba rendere conto di come li utilizzerà e garantire una loro protezione (sempre che questa poi sia tecnicamente attuabile: lo sanno tutti che persino dei ben protetti dossier di servizi segreti sono stati violati!). Ma per informazioni raccolte relative a semplice navigazione per scopo pubblicitari direi che, oramai, ci sia ben di peggio a infastidirci e a violare la nostra privacy! Da decenni colossi dell’informatica, Google in primis, hanno basato il loro business proprio nell’offrire, anche gratuitamente, servizi per raccogliere dati principalmente utili a conoscere gli interessi/abitudini degli utenti e offrire quindi proposte di acquisto mirate da parte di venditori. Oramai da decenni chiunque utilizzi piattaforme social (e.g. Facebook), programmi/app, email… insomma, un po’ tutto ciò che viaggia su Internet, o è uno sprovveduto o sa bene che quelle informazioni possono essere sfruttate (legalmente o illegalmente) da diversi attori, e non solo forse per fornire offerte commerciali mirate!
Per limitare almeno un po’ questa deriva di Internet, il Garante della privacy non ha potuto sicuramente che intervenire: tuttavia, come purtroppo troppo spesso accade, le regole imposte per non essere “fuori legge” di fatto hanno principalmente complicato le cose senza apportare una reale utilità e concreta protezione della nostra libertà. Insomma, una goccia in un mare magnum, lasciata cadere più per apparenza che per sostanza. Formalmente ora si può affermare che la nostra privacy è protetta, quando invece di fatto tutti i giorni sperimentiamo evidenti violazioni in tal senso, anche pur rimanendo “a norma di legge“, ovunque e non solo navigando su Internet.

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Fin qui ho espresso solo alcune considerazioni personali. Veniamo ora all’oggetto specifico del post, vale a dire come si deve comportare chi ha un blog/sito su WordPress.com e ovviamente non desideri incorrrere in sanzioni dovute a quelle normative: si deve preoccupare di non essere più in regola?
Diciamo subito che, per quanto ho inteso, se un sito NON raccoglie dati dei visitatori attraverso dei form (e.g. blog, sito vetrina di un’attività commerciale), la piattaforma WordPress.com stessa fornisce già di default (anche per utenti con piano gratuito o Personal) una gestione automatica dei cookies che è conforme alle richieste di legge.

D’altra parte, questo mi sembrava dovesse essere abbastanza ovvio, essendo molteplici i siti sviluppati su quella piattaforma per cui quella medesima doveva lei stessa provvedere in qualche modo ad aggiornarsi per rendere legale il tutto, almeno per la stragrandemaggioranza dei siti personali.
Tuttavia ho voluto indagare in quanto, una delle persone che avevo aiutato a sviluppare un sito, mi ha fatto pervenire richieste puntuali – relative alla non conformità a tale legge di quel sito stesso – indicate da un consulente sulla privacy.
In pratica, sebbene si trattasse di un sito vetrina che non raccoglie alcun dato dal visitatore, ho dovuto aggiungere un link a una questa pagina relativa al trattamento dei dati in cui ho inserito quanto mi era stato indicato da quel consulente… sebbene personalmente penso si tratti di una sbrodolata di informazioni inutili o ovvie! 🙄

Inoltre aveva sollevato anche il seguente problema relativamente al banner e ai cookies presenti nel sito WordPress:

L’attuale banner dei cookie consente all’utente di gestire le preferenze per la gestione dei cookie. Tuttavia, pur consentendo ciò, risulta perennemente attiva la spunta del legittimo interesse, costringendo l’utente a dover manualmente disattivarle per ogni tipologia dei cookie.
Questo aspetto, oltre a non rispondere alle linee guida del Garante Privacy in materia di cookie (https://www.garanteprivacy.it/home/docweb/-/docweb-display/docweb/9677876), risulta errato con riferimento a quanto prescritto dal GDPR.
Infatti, il titolare del trattamento è tenuto ad individuare la specifica base giuridica per il trattamento dei dati personali che rende lecita una determinata attività.
Pertanto, se un trattamento è lecito in virtù del consenso della persona interessata, non può essere al tempo stesso lecito anche in virtù del legittimo interesse del titolare.
In conclusione, occorre rimuovere dal banner dei cookie la spunta del legittimo interesse e fare in modo che se l’utente non presta il consenso all’utilizzo di uno o più cookie, questi non vengano attivati.
Si segnala, infine, di inserire un collegamento al banner nel footer del sito, in modo da consentire agli utenti di poter gestire le preferenze sull’utilizzo dei cookie in qualsiasi moemento.

Avevo già notato che, la prima volta che si visita un sito ospitato su WordPress.com, veniva mostrato un popup relativo a Privacy e Coookie:

Esempio di popup relativo a Privacy e Coookie che compare la prima volta che uno visita un sito ospitato su WordPress.com

Inoltre, non premendo il tasto Accetta bensì quello Ulteriori informazioni, vengono mostrate le seguenti pagine in automatico:

Tuttavia, effettuando delle ricerche, avevo anche visto che esistevano plug-in specifici per supportare una gestione personalizzata della sezione relativa alla privacy del sito… ma questi risultavano disponibili solo se uno aderiva ad un piano business, di costo non indifferente!
Per avere un’assicurazione che la gestione realizzata in automatico da WordPress fosse comunque sufficiante, ho allora contattato (tramite la chat) il suo sistema di supporto: ho quindi ricevuto assicurazioni che comunque, anche per i siti con piano gratuito, la loro gestione è conforme al GDPR (“we have insured that GDPR cookies consents banner we provide is compliant with GDPR for now“): mi hanno anche fornito un link dove veniva specificato in dettaglio il tutto:

Dopo avere quindi contattato in tal modo il servizio clienti di WordPress per capire meglio il problema sollevato dal consulente, mi sono solo limitato ad aggiungere in fondo alla sezione relativa al trattamento dei dati, la seguente informativa su come WordPress.com gestisce la policy relativamente ai cookies:

INFORMAZIONI RELATIVE A WORDPRESS.COM

Il sito è ospitato da WordPress.com che ha le seguenti policy relativamente ai cookies: WordPress.comcookies policy, Cookie Policy – Automattic.
In particolare, quando si naviga per la prima volta (o dopo un certo intervallo di tempo) in uno specifico sito ospitato su WordPress.com, compare un banner sulla privacy nella parte inferiore dello schermo. Il banner si collega a una pagina con dettagli sulle informazioni che WordPress.com raccoglie e può memorizzare, inclusa una spiegazione relativa ad annunci pubblicitari personalizzati. Per i visitatori dell’Unione Europea, non verranno mostrati annunci personalizzati in base agli interessi (come determinato da un singolo cookie) se, agendo in quel banner, il navigatore non acconsente esplicitamente facendo click su “Chiudi e accetta”.
Eventuali richieste relative ai dati, inerente a questo trattamento, possono essere rivolte al Titolare (WordPress/Automattic).
https://wordpress.com/support/your-site-and-the-gdpr/

Insomma, se hai un blog pubblicato su WordPress.com direi che non hai da preoccuparti relativamante alla conformità rispetto alle leggi sulla privacy e, se proprio vuoi, puoi anche tu inserire esplicitamente un riferimento all’informativa su come WordPress.com gestisce la policy relativamente ai cookies, analogamente a quanto ho fatto io per questo mio blog nella pagina di About!

😉

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Come indicizzare i propri siti in modo che possano essere trovati più agevolmente dai più utilizzati motori di ricerca (i.e. Google e Bing)

Ho già scritto in passato diversi post sull’argomento ma anche in questo ambito ci sono sempre evoluzioni e anche le interfacce possono variare nel tempo per cui, avendo rifatto la procedura d’indicizzazione per i due motori di ricerca più utilizzati (Google e Bing di Microsoft) ho pensato bene di catturare alcune videate e di riproporre brevemente le relative procedure. Vi invito comunque a visionare i miei post precedenti sull’argomento, forse non del tutto aggiornati ma che contengono comunque informazioni utili che non andrò qui a ripetere volendo rimanere molto sintetico:

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Il motore di ricerca di Google fornisce agli amministratori di siti la piattaforma Google Search Console. Nel seguito gli screenshot su come procedere per registrare all’indicizzazione un sito aggiuntivo:

Su come procedere su ciascun proprio sito WordPress per consentire la verifica, rimando a quando già spiegato nel post How to gather some additional information on your site traffic (e.g. WordPress one) and help search engines to index it.

Se poi (per assurdo) uno non volesse che i motori di ricerca non indicizzassero un proprio sito (o almeno non siano agevolati a farlo), in WordPress esiste anche la possibilità d’indicarlo come opzione:

Opzione in WordPress che consente d’indicare di non voler che i motori di ricerca indicizzino quel proprio sito (o almeno non siano agevolati a farlo): opzione da mai impostare ovviamente!

Esiste poi la possibilità d’indicare la sitemap, vale a dire la mappa del sito generalmente contenuta in un file xml: nel caso dei siti realizzati su WordPress.com si trova appunto in https://nomesito/sitemap.xml.

Relativamente poi al motore di ricerca Bing della Microsoft, la piattaforma di riferimento è ora il Bing Webmaster Tools: ora infatti è stata dismessa la possibilità a chiunque in modo anonimo di proporre l’indicizzazione di URL tramite il Bing’s URL submission tool. Nel seguito gli screenshot della procedura: si noti che è ora possibile autenticarsi in quella console non solo con il proprio account Microsoft, ma anche con il proprio di Google o di Facebook.

Dopo avere scelto + Aggiungi sito dalla tendina in alto a sinistra, vengono presentate due alternative: aggiungere la URL di un sito manualmente ed effettuare la procedura di verifica o importare subito il tutto da Google Search Console se già si è già effettuata tale verifica in quel sistema. Nel secondo caso la procedura si semplifica e risulta più veloce il tutto per cui conviene effettuare quella scelta (avendo l’accortezza ovviamente di avere prima effettuato la registrazione del sito nel sistema di Google!).

Esiste inoltre la possibilità d’inviare URL specifiche, fino a un massimo consentito (e.g. 100) al giorno:

Esiste anche per Bing la possibilità d’indicare la sitemap:

Infine è possibile richiedere un’analisi del sito:

Richiesta di analisi del sito

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Link utili

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Nuova edizione 2022-2023 di “Un click per la Scuola” di Amazon, forma pubblicitaria/promozionale che sovvenziona le attività didattiche nelle scuole: anche quelle che erano già iscritte a una precedente edizione, devono comunque registrarsi anche quest’anno per poter beneficiare delle donazioni!

Avevo già scritto nel 2019 il post “Ben vengano forme pubblicitarie/promozionali che sovvenzionino le attività didattiche nelle scuole!” che pubblicizzava alcune iniziative pubblicitarie/promozionali che potevano portare qualche contributo economico alle scuole, senza particolari sforzi da parte nostra! In particolare, avevo citato tra le altre, l’iniziativa Un click per la scuola di Amazon.

Un cliente Amazon per effettuare una nuova iscrizione o confermare una precedente, deve andare sul solito sito dedicato all’iniziativa Un click per la scuola, ovviamente autenticandosi con il proprio account Amazon: si noti che ora, invece di poter scegliere una scuola è ora possibile anche optare in alternativa per una donazione alla onlus Save the Children.

Iniziativa Un click per la scuola di Amazon

Anche quest’anno ho aderito nuovamente a quell’iniziativa, sollecitato da una loro e-mail e, come avevo già scoperto lo scorso anno (un po’ con stupore), mi è stato notificato che, confermando la scuola già precedentemente scelta, questa non era ancora aderente all’iniziativa.

Mail di sollecito ad aderire all’iniziativa per l’anno 2022/2023
Mail di conferma di adesione, con eventuale indicazione che la scuola non ha ancora aderito (nuovamente) all’iniziativa

Infatti, anche le scuole già iscritte lo scorso anno devono comunque registrarsi nuovamente ogni anno per poter beneficiare delle prossime donazioni … e penso che non tutte siano a conoscenza di questa regola o comunque non se la ricordino per cui è bene avvertirle se il caso!

Se la scuola non ha ancora rinnovato l’iscrizione all’iniziativa, continuando a richiedere di supportarla fornirà l’indicazione seguente: è quindi opportuno avvertire quella scuola!

Indicazione fornita se la scuola scelta non ha ancora rinnovato l’iscrizione all’iniziativa


Perciò, anche se eri già iscritto a una precedente edizione di Un click per la Scuola, devi comunque registrarti anche quest’anno per poter effettuare o beneficiare delle donazioni“. Già lo scorso anno avevo scritto un post (Nuova edizione 2021-2022 di “Un click per la Scuola” di Amazon, forma pubblicitaria/promozionale che sovvenziona le attività didattiche nelle scuole: anche quelle che erano già iscritte a una precedente edizione, devono comunque registrarsi anche quest’anno per poter beneficiare delle donazioni!) per diffondere questa informazione… ed è quanto anche questo nuovo post si ripropone! 😉

Sebbene forse la richiesta di una nuova adesione, almeno quella da parte delle scuole, si poteva davvero evitare, forse ci sono particolari motivi che mi sfuggono e che hanno portato Amazon a optare per questa scelta: la procedura richiesta sembra tuttavia essere assai agevole sia per il cliente sia per la scuola, per cui penso sia un’opportunità da non lasciarsi scappare dal momento che non ci costa nulla!
Infatti, la procedura guidata per l’adesione (o conferma di adesione per il nuovo anno se già iscritti gli anni scorsi) sia per una scuola sia per un cliente Amazon richiede davvero meno di un minuto, per cui non costa davvero nulla farlo e il vantaggio per la scuola non è irrilevante se almeno le famiglie dei suoi studenti (o ex studenti) aderiscono!

Richiesta di una nuova adesione (o rinnovo dell’adesione dell’anno precedente) da parte delle scuole dell’iniziativa Amazon “Un click per la scuola

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I molteplici servizi gratuiti di visualizzazione del territorio geografico: Google Maps, Street View, Google Earth, Microsoft Bing Maps, Apple Maps…

Google mette a disposizione diversi servizi gratuiti di visualizzazione del territorio geografico (Google Maps, Street View e Google Earth) e in questo campo la fa un po’ da padrone sebbene non sia il solo attore nel settore!
Sicuramente il suo servizio Google Maps è il più conosciuto e utilizzato, anche perché fornisce una funzionalità di navigazione sempre a portata di mano, tra l’altro configurabile non solo per un uso in auto, con mezzi pubblici (fornendo l’utilissima indicazione dei gli orari generalmente forniti in tempo reale agganciandosi a sistemi informatici dei gestori locali dei trasporti) ma anche a piedi e – da qualche anno – pure in bicicletta. Inoltre Street View deve la sua popolarità anche al fatto che le sue funzionalità sono state sapientemente integrate in Google Maps, sebbene esista anche un’app Street View apposita. Si noti che Street View consente anche di vedere come un luogo si sia modificato nel tempo qualora, come spesso avviene soprattutto nei grandi centri abitati, i passaggi di registrazione da parte dei veicoli Google sono stati molteplici negli anni (vedi Come vedere le modifiche avvenute in un territorio negli anni e nelle diverse stagioni, grazie a Street View).
Nella versione web di Google Maps basta spostare nel posto d’interesse l’omino giallo (in basso a destra) sulla mappa per vedere a 360 gradi quel luogo, con possibilità poi eventualmente di spostarsi usando le apposite frecce:

Versione web di Google Maps: basta spostare nel posto d’interesse l’omino giallo sulla mappa per vedere a 360 gradi quel luogo

Nella versione app di Google Maps invece basta tener premuto con il dito (per qualche secondo) sulla mappa nel punto d’interesse (creando in tal modo una puntina), quindi premere sulla immagine (quadratino in basso a sinistra) che lancia una visione del luogo sempre a 360 gradi, visione anche allargabile a tutto lo schermo (selezionare l’apposito cerchietto con le doppie frecce in basso a destra nell’immagine):

Meno conosciuto, ma non per questo meno utile, è forse Google Earth che ha la potenzialità di fornire una visione in 3D oltre che in 2D, sebbene fornisca una visione principalmente geografica e sia privo di tutte quelle funzionalità di navigazione presenti in Google Maps. La visione in 3D è notevole soprattutto in quei territori cittadini dove evidentemente le riprese e le elaborazioni sono state effettuate con maggiori risorse e definizione. Nel seguito la visione 3D di piazza Castello a Torino: soprattutto se uno ha un touch screen, la rotazione orizzontale/verticale delle immagini (utilizzando due dita) risulta assai agevole e consente una visione completa del posto, permettendo ad esempio di girare intorno a un edificio:

Comunque anche lui, oltre la visione in 3D, fornisce utili informazioni immediate, quali l’altezza (dal livello del mare) del punto selezionato, informazione talvolta utile che non mi sembra sia ricavabile utilizzando gli altri ambienti Google: sebbene non venga fornito direttamente un modo per conoscere la differenza di altezza tra due punti (e.g. dislivello tra un paese e la cima di un monte), questa informazione può ovviamente essere agevolmente ricavata vedendo l’altezza dal mare di ciascuno dei due punti e quindi effettuando una differenza! In Maps, invece, vengono fornite solo le coordinate GPS e non mi risulta (stranamente) ci sia la possibilità di richiedere l’altitudine di un punto desiderato.
Tuttavia, non so bene l’affidabilità di tale informazione dal momento che anche solo usando la versione app e quella web di Earth, per un medesimo punto (e.g. Piazza Castello a Torino) vengono fornite indicazioni di altezza non uguali, seppur simili (i.e. 236m E 259m rispettivamente)! Da questo articolo di mole24.it sembrerebbe che l’altezza precisa di Piazza Castello sia 239m… insomma, una via di mezzo delle indicazioni fornitemi da Google Earth nelle sue due versioni!


Di versioni di Google Earth ce ne sono ben tre: una per il web (sito), una app per i dispositivi mobili e applicazione Pro per desktop da installare su PC.

Quest’ultima versione è, come indicato, professionale per certi versi in quanto possiede molteplici voci di menù che consentono, ad esempio, anche di creare tracciati in formati standard importandoli eventualmente da file contenenti informazioni GPS, oppure abilitazioni (Visualizza -> Immagini storiche) per poter visualizzare la situazione storica… insomma potendo vedere lo stato del pianeta, così come si vede via satellite, andando anche dietro nel tempo fino anche al 12/1930. Stranamente la elaborazione più recente invece risale al 12/2020 pur essendo l’attuale versione 7.3.4.8642 del programma del 4/2022: evidentemente i dati utilizzati sono al massimo di due anni fa e le registrazioni effettuate via satellite successivamente non sono ancora rese pubblicamente disponibili online! 🤔

Pur essendo possibile visualizzare la situazione storica fino al 12/1930, ila visione più recente risale a 12/2020, circa 2 anni fa

Utilizzando infine la funzionalità di immagini storiche da satellite che esiste nella versione Google Earth pro (da installare su PC: vedi I molteplici servizi gratuiti di visualizzazione del territorio geografico: Google Maps, Street View, Google Earth, Microsoft Bing Maps, Apple Maps…) si ricavano le seguenti visioni registrate via satellite su quella cava.
Si noti come la definizione delle immagini sia progressivamente aumentata, soprattutto a partire dal nuovo secolo: soprattutto quella del 1985 è decisamente a bassa risoluzione, ma consente comunque di rilevare la dimensioni di allora della cava tenendo presente che ora il margine della cava ha quasi raggiunto il luogo dove viene indicata la Cappella di San Bernardo che ho evidenziato in rosso. In realtà, dove viene indicata quella Cappella è la posizione attuale e non quella che aveva in quel 1985: infatti era stata spostata nel 2004 dalla sua bella posizione panoramica – ben differente dall’angusta posizione attuale – per appunto lasciar spazio all’espandersi della cava: vedi Monte Calvario a Villanova Mondovì (chiesa di Santa Caterina, santuario di Santa Lucia e cappella di San Bernardo): rifugio faunistico o sfruttamento indiscriminato delle risorse ambientali?

Nel seguito mostro l’evoluzione di una cava dal 1985 fino al 2020 (ultima data di pubblicazione delle immagini registrate via satellite, per cui è necessario aspettare ancora un po’ per vedere pubblicata la situazione attuale, ovviamemente ancora peggiore!). Si noti come la definizione delle immagini via satellite sia progressivamente aumentata, soprattutto a partire dal nuovo secolo: soprattutto quella del 1985 è decisamente a bassa risoluzione, ma consente comunque di rilevare le dimensioni di allora della cava, tenendo presente che ora il margine ha quasi raggiunto il punto dove viene indicata la Cappella di San Bernardo (evidenziata in rosso). [In realtà, dove viene indicata quella Cappella è la posizione attuale e non quella che aveva nel 1985: infatti era stata spostata nel 2004 dalla sua bella posizione panoramica – ben differente dall’angusta posizione attuale – per lasciar spazio appunto all’espandersi della cava: vedi Monte Calvario a Villanova Mondovì (chiesa di Santa Caterina, santuario di Santa Lucia e cappella di San Bernardo): rifugio faunistico o sfruttamento indiscriminato delle risorse ambientali?].

Sovrapponendo le immagini da satellite del 31/12/1985 e del 28/10/2020 ho evidenziato la parte di montagna erosa da quella cava in 45 anni (per un’altezza di più di 100m!!):

Sovrapposizione delle immagini da satellite del 31/12/1985 e del 28/10/2020, evidenziando la parte di montagna erosa dalla cava in 45 anni (per un’alterzza di più di 100 metri!!)

Nel seguito le immagini da satellite disponibili su Google Earth Pro per quel territorio: 28/10/2020; 3/8/2017; 24/9/2015; 13/9/2012; 31/12/1985

Ripresa da satellite del 28/10/2020
Ripresa da satellite del 3/8/2017
Ripresa da satellite del 24/9/2015
Ripresa da satellite del 13/9/2012
Ripresa da satellite del 31/12/1985

Le immagini da satellite consentono anche di evidenziare bene come questa cava di Villanova Mondovì, sia in linea d’aria non molto più distante rispetto a quella di Roccaforte adiacente: nel tempo la sua distanza in linea d’aria si è poi dimezzata nel corso di pochi decenni. Comunque agisce sulla medesima montagna per cui l’effetto delle mine che vengono fatte brillare settimanalmente si ripercuotono nel tempo sicuramente sulle case di Villavecchia (diverse crepe si allargano sui muri di quelle case) e probabilmente anche più distante: varrebbe sicuramente la pena mettere qualche sensore (quelli che si mettono per i terremoti) nel Santuario per registrare e tracciare il loro impatto anche sul tratto di montagna in cui sorge. Nelle grotte di Bossea ci sono questi semplici sensori collocati in modo permanente e non penso ci voglia molto – anche in termini economici – per piazzarne qualcuno nel Santuario, magari anche solo per un certo periodo opportuno!

Una funzionalità di riprese storiche, questa volta però a livello strada, è poi presente anche su StreetView come già avevo mostrato nel mio post Come vedere le modifiche avvenute in un territorio negli anni e nelle diverse stagioni, grazie a Street View: ad esempio, in quel caso avevo potuto documentare come era stato distrutto un bosco urbano con un abbattimento indiscriminato di alberi decennali… e come poi, nel giro di un anno e mezzo, la Natura pian piano sia riuscita a rimediare parzialmente al danno ed affornto subito!

Arile 2019
Ripresa di Street ViewAprile 2019 dopo il passaggio delle ruspe avenuto a inizio dicembre 2018 che avevano abbattutto indicriminatamente tutti gli alberi… lasciando invece ancora per almeno 6 mesi le immondizie, come risulta evidente anche da queste immagini!
Agosto 2020
Ripresa di Street ViewAgosto 2020

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La versione 3D del territorio, quando abilitata in questa versione di applicazione Earth Pro, tuttavia fornisce un rendering non certo paragonabile a quella della versione web a cui comunque si può passare andando su File -> Visualizza in Google Earth per il Web.

Rendering con edifici in 3D effettuata con l’applicazione Google Earth Pro

In questa versione Pro manca anche una diretta integrazione con Street View, presente invece nella versione Web: quest’ultima presenta, infatti, in basso a destra il classico omino giallo da spostare nel punto in cui si vuole avere una visione dalla strada.

Visione Street View integrata in Google Earth Web

Le mappe di Google forniscono inoltre molteplici altre funzionalità che si scoprono man mano utilizzandolo, talune non sempre conosciute da tutti e non sempre utilizzano una procedura d’immediata comprensione… seppur poi la funzione sia agevole da utilizzare una volta che si è compreso come fare! È questo il caso del servizio che consente di tracciare e conoscere la distanza in linea d’aria tra due punti (o più) sulla mappa (vedere il post apposito Come fare a calcolare la distanza in linea d’aria tra due punti su Google Maps e su Google Earth).

Sebbene i programmi di Google siano penso i più utilizzati, non sono certo gli unici del settore, come già specificato all’inizio. Anzi, per certi aspetti altre soluzioni presentano caratteristiche particolari che in talune situazioni possono renderli preferibili.

Ad esempio, se hai un PC Windows avrai notato la presenza si un’app Mappe di Microsoft che per molti veri è analoga a Google Maps: consente di trovare il percorso più adatto tramite la navigazione vocale e ottenere indicazioni per tragitti a piedi, in auto o con mezzi pubblici; cerca i luoghi d’interesse per ottenere indicazioni stradali, informazioni aziendali e recensioni; scaricare le mappe da usare anche offline; fare un giro del mondo virtuale grazie a viste aeree mozzafiato e viste al livello della strada a 360 gradi.
La visione 3D dall’alto indicata come bird eyes view la trovo spettacolare e direi migliore di quella 3D di Google: unico difetto, non certo irrilevante, è che (soprattutto al di fuori dagli Stati Uniti) copre solo pochi luoghi ad alta densità di popolazione e/o particolarmente d’interesse. Già nel 2015 avevo mostrato in un mio post (Maps app: the embedded turn-by-turn navigator feature in Windows 10 Mobile / Windows 10. A comparison with HERE Drive+) le seguenti figure che evidenziavano come già allora fossero le potenzialità della metodologia di Microsoft anche relativamente alle mappe:

Maps: examples of 3D maps
Maps: examples of 3D maps (2015)
Maps: example of street view
Maps: example of street view (2015)

Purtroppo sembra che Microsoft successivamente non abbia investito più di tanto in quel settore e ad oggi la situazione non è cambiata molto, se si esclude la visione in 3D per un numero maggiore di luoghi (ad esempio, ora c’è anche Torino mentre allora no). Penso avessero investito molto ai tempi degli smartphone Windows Mobile con la loro collaborazione con Nokia/Here: poi le leggi del mercato hanno determinato una cambio di rotta nei loro obiettivi principali… 🤔

Per l’Italia le immagini in 3D continuano ad essere solo disponibili per poche città principali: per vedere quali sono basta andare nei tre puntini in alto a destra e scegliere Città in 3D. Filtrando sull’Italia, vengono elencate solo 10 città sebbene, in realtà, ora il mapping in 3D è sicuramente maggiore: ad esempio, Torino non è presente in quell’elenco sebbene sia ora mappata in 3D come mostrato nel seguito!

Anche Maps di Microsoft ha la sua versione web e app nello store di Microsoft e quindi installabile su PC Windows: putroppo non ne esiste una sua versione Android per cui sugli smartphone attualmente è solo utilizzabile nella sua versione web. e si può richiedere una visione aerea o stradale, attivare streetside, visualizzazione del traffico (anche con visione di eventuali telecamere e segnalazione di incidenti stradali):

Opzioni di visualizzazione della mappa in Maps di Microsoft

Anche in questo caso, come già evidenziato parlando delle mappe di Google, è assai conveniente interagire con un touch screen (rispetto a un uso di un semplice mouse) in quanto in questo modo si possono variare le visioni del territorio molto più agevolmente (e.g. alzando e/o ruotando a piacere la prospettiva).

Ecco come appare ora la visualizzazione StreetView di Piazza Castello a Torino: se si rende la visualizzazione più grandangolare rispetto a quella di default, si scopre che quelle riprese sono state effettuate da TomTom con la quale evidentemente Microsoft ha una collaborazione almeno qui in Europa. Nel seguito mostro la visione fornita sia con lapp sia con la versione web:

Vedi anche Get Bird’s Eye Views in Your Next Great Maps App or Web Experience


Sebbene anche Apple abbia le sue mappe, non conosco bene i suoi ambienti per cui mi limito a riportare quanto trovato su Wikipedia: Apple Maps è un servizio di web mapping sviluppato da Apple Inc. Il sistema di mappe predefinito di iOS, iPadOS, macOS e watchOS, fornisce indicazioni e orari di arrivo stimati per guidare, camminare, andare in bicicletta e navigare con i mezzi pubblici. Una modalità “Flyover” mostra alcuni centri urbani densamente popolati e altri luoghi d’interesse in un paesaggio 3D composto da modelli di edifici e strutture.
Rilasciato per la prima volta nel 2012, Apple Maps ha sostituito Google Maps come sistema di mappe predefinito sui dispositivi Apple. Al momento del lancio, ha attirato critiche da parte di utenti e revisori per indicazioni errate, dati sparsi sui trasporti pubblici e vari altri bug ed errori. Da allora Apple ha ulteriormente sviluppato il software rispondendo alle critiche.
Esclusivo per i dispositivi Apple, è possibile accedervi su dispositivi non Apple nei risultati di ricerca relativi alle mappe su DuckDuckGo.

Esiste poi la soluzione opensource OpenStreetMaps le cui funzionalità risultano tuttavia più limitate: vengono comunque abbastanza utilizzate dai programmatori che non vogliono pagare i diritti per poter usare altre soluzioni a pagamento.

Infine esistono anche soluzioni che consentono di agganciarsi a diverse soluzioni di mappe come quella proposta da satellites.pro, sebbene non consenta di fatto una flessibilità nel gestire la visulizzazione (e.g. il 3D) che si ha invece operando direttamente sui rispettivi sistemi!

Possibili mappe utilizzabili in satellites.pro

Nel seguito mostro quanto fornisce scegliendo Apple Maps tra i possibili fornitori di mappe:

Visione di Piazza Castello a Torino fornita da Apple Maps come fornita da satellites.pro

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Alcuni altri post che ho scritto relativamente alle mappe

Pubblicato in Arte e Bellezza, Review e test, Smartphone OS, Tecnologia, Torino e dintorni, Windows | 7 commenti

World Cleanup Day 2022: resoconto di una giornata all’insegna della partecipazione per un mondo più rispettoso della natura

Avevo già scritto un post (Sabato 17 settembre – Bella iniziativa di Decathlon Torino centro: World Cleanup Day) per pubblicizzare l’evento che annualmente si svolge in molte parti di tutto il mondo, soprattutto in grandi città.

Sito World Cleanup Day che mostra gli eventi svoltisi il 17/9/2022 in tutto il pianeta

Anche a Torino, la mia città, si è svolto questo evento grazie a sponsor, organizzazioni e società che l’hanno sostenuta senza particolari ritorni economici, se non d’immagine! Alcune catene commerciali (e.g. Leroy Merlin, Decathlon) hanno sicuramente contribuito sia a pubblicizzare sia a fornire supporto economico per l’organizzazione, ma il tutto si è potuto svolgere grazie soprattutto ad alcuni circoli e associazioni affacciati sul Po (e.g. Progetto Vie d’Acqua; circoli di canottaggio quali Società Canottieri Armida e Canoa Club Torino). Nel seguito la locandina dove sono indicati tutti gli sponsor e organizzatori: strana l’assenza delle tipiche associazioni naturalistiche (e.g. WWF, Pro natura, Lipu): forse più interessate a organizzare in proprio eventi, piuttosto che aderire anche a queste iniziative? 🤔

Andando nel sito internazionale dell’evento mi ha fatto tuttavia specie constatare che Torino non era indicata come una delle ben 56 iniziative segnalate in Italia nel 2022… pur essendo quell’iniziativa di Trash Challenge sulle sponde del fiume Po sicuramente collegata al World Cleanup Day, come anche il logo sul sacchetto fornito in dotazione (contenente guanti e altro) indica chiaramente. 🤔


Non che questo importi più di tanto, la sostanza è ben altra cosa, ma è comunque indice che forse l’organizzazione può sicuramente essere migliorata anche in termini di visibilità e non solo di gestione dei volontari e distribuzione del materiale di supporto. Una maggiore pubblicità dell’iniziativa aiuterebbe sicuramente non solo ad aumentare il numero di volontari, ma soprattutto a diffondere maggiormente nella popolazione quella sensibilità verso il rispetto della natura e il ripudio di atti indegni quali l’abbandono di materiale nell’ambiente, soprattutto quello non biodegradabile!
Da alcuni articoli apparsi sui giornali cittadini, pensavo infatti che il numero dei volontari che aderivano all’evento fosse assai maggiore: il numero ipotetico di 300 volontari, apparso su alcuni rotocalchi, non è stato sicuramente raggiunto e anzi, almeno alle 9:00 ora del ritrovo, il numero di persone presenti erano poche decine…

Inoltre, ho visto davvero troppo pochi giovani, purtroppo: ho notato piuttosto famiglie con figli adolescenti e persone disabili in carrozzina! Ecco alcune fotografie che ho trovato pubblicate su Facebook (**):

Comunque si respirava aria fresca di gioventù e di sentita partecipazione anche tra i meno giovani come me e la giornata si è svolta superando le mie aspettative!
All’atto dell’iscrizione avevo richiesto, se fosse stato possibile, di unirmi al gruppo che avrebbe raccolto i rifiuti sulle rive del Po dal fiume stesso, utilizzando delle canoe. Infatti, pensavo, che quel tipo di raccolta, oltre a unire l’utile al dilettevole, fosse ancora più proficua rispetto a quella che si sarebbe svolta da terra… e non mi sbagliavo: siamo riusciti a raccogliere in percentuale molti più sacchi d’immondizia rispetto al più ben nutrito numero di “colleghi” che hanno operato dalla terra! Infatti, in una decina di persone, quali eravamo, siamo riusciti a raccogliere mediamente due sacchi d’immondizia a testa in poco più di tre ore e mezza, percorrendo con canoa/kayak il Po (su entrambe le rive) dall’imbarcadero – nei pressi del castello del Valentino – fino a Moncalieri. Insomma, un bel bottino e una bella soddisfazione per aver contribuito concretamente a eliminare dal fiume rifiuti che diversamente sarebbero rimasti lì chissà per quanto tempo, magari smossi solo da un’eventuale futura piena… per poi, nella migliore delle ipotesi, finire in mare! Ricordo bene le spiagge piene di oggetti di plastica che avevo visto nel delta padano, percorrendo anni fa in bicicletta quel particolare territorio tutto da scoprire!

Poche persone, quali eravamo, sono riuscite mediamente a raccogliere quasi due sacchi d’immondizia a testa in poco più di tre ore e mezza, percorrendo con canoa/kayak ambo i lati del fiume, dal castello del Valentino fino a Moncalieri
Parte dell’immondizia arrivata poi nella piazzetta di raccolta generale

È proprio quella sul bordo del fiume la parte di rifiuti che difficilmente viene abitualmente raccolta, in quanto certo gli spazzini non la riescono raggiungere.
La maggior parte di questi rifiuti raccolti era costituita da bottiglie vuote di plastica, ma si è trovato anche molto polistirolo da imballaggio e… un po’ di tutto, persino pezzi di bambole e palloncini sgonfi! Spesso si tratta d’immondizia difficile da scovare in quanto nascosta tra le fronde di alberi, ristagnante in conche, talvolta addirittura semi sommersa soprattutto quando si tratta di contenitori di vetro, tipicamente bottiglie di birra o… contenitori per flebo! 🤔🙄

Al prossimo anno, dunque!

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P.S. 21/9/2022

Proprio oggi ho ricevuto questo messaggio che inserisco in questo post in quanto decisamente appropriato:

Allarme di Greenpeace: mentre il mare soffoca per la plastica, il mercato italiano continua ad essere inondato di bottiglie.
Un giro d’affari milionario alimentato anche dal falso mito del riciclo.
Non è un problema solo per il mare, ma anche per il clima e la nostra salute: la plastica infatti è prodotta a partire da petrolio e gas fossile, e contribuisce al cambiamento climatico durante tutto il suo ciclo di vita, dalla produzione all’incenerimento.
Le alternative alle bottiglie di plastica esistono, ma le aziende non vogliono usarle. Convinciamole a cambiare!
Firma la petizione di Greenpeace.

https://attivati.greenpeace.it/petizioni/stop-bottiglie-plastica

https://attivati.greenpeace.it/petizioni/stop-bottiglie-plastica

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Quando, nella sezione del modulo precompilato del 730 dell’Agenzia delle Entrate, il pulsante di Modifica risulta disabilitato

Fare annualmente il 730 non è certo un qualcosa di piacevole e rilassante. Per fortuna da un po’ di anni esiste la possibilità di almeno partire dalla versione precompilata messa a disposizione direttamente dall’Agenzia delle Entrate sulla base dei dati già in suo possesso.
Infatti, soprattutto ora che esiste l’obbligo di eseguire molti dei pagamenti in modo tracciabile ed essendo poi le spese sanitarie deducibili automaticamente registrate grazie al codice della propria tessera sanitaria, molti dei dati da inserire nel 730 risultano già presenti e il lavoro da fare viene ridotto di molto nella maggior parte dei casi. Conviene comunque verificare quei dati già presenti, in quanto potrebbero essere incompleti (e.g. mentre la donazione fatta a una ONLUS mi era stata conteggiata, quella di un’altra non lo era, sebbene per entrambe il pagamento fosse stato eseguito tramite conto bancario).

Avevo già scritto un post poco prima che quella versione precompilata del 730 fosse resa disponibile (730/2022: scadenze e disponibilità dichiarazione precompilata), e già da tempo avevo incominciato a scaricare quel modulo 730 parzialmente compilato, riproponendomi di riguardarlo successivamente e inserire i dati mancanti. Ma si sa, bisogna trovarsi dell’umore giusto per accedere al sito dell’Agenzia delle Entrate perché ho già sperimentato negli anni problematiche che non si sono certo semplificate con l’introduzione dell’accesso tramite SPID… anzi! Direi che si è così aumentata la probabilità che qualcosa “vada storto” nella procedura necessaria per adempiere ai propri obblighi: avevo scritto a tale proposito alcuni post in passato (e.g. Agenzia delle Entrate 730/2020: “Il browser in uso ha una sessione già attiva o non chiusa correttamente” alias “come dover cancellare la cache/cookies di un browser per poter nuovamente accedere a un sito”; Dal 1/10/2021 i cittadini potranno accedere all’area riservata solo con SPID, CIE o CNS nei siti dell’INPS e dell’Agenzia delle Entrate: la “rivoluzione” informatica inadeguata che complica solo la vita ai cittadini!)!

L’altro ieri mi trovavo nelle condizioni psicofisiche sufficienti per affrontare l’arduo compito, per cui ho acceduto con lo SPID al sito dell’Agenzia delle Entrate, relativamente alla sezione Dichiarazione precompilata.
Ci tengo a sottolineare che risulta assai più semplice accedere alla sezione del 730 precompilato utilizzando il link indicato precedentemente (i.e. https://dichiarazioneprecompilata.agenziaentrate.gov.it/PrecomWeb) rispetto a quanto si può sperimentare partendo dal sito generale dell’Agenzia delle Entrate (i.e. https://www.agenziaentrate.gov.it/portale/area-riservata).
Infatti, in quest’ultimo caso si deve ovviamente ricercare la sezione relativa al 730 precompilato e questo può non essere del tutto banale. Ad esempio, non aiuta andare nella sezione relativa a tutti i Servizi e ricercare in quel sito (con la sua lente di ricerca) il termine 730 precompilato, in quanto come unico risultato viene fornito un link a Richiesta 730 precompilato che porta a una sezione con funzioni riservate agli intermediari e ai CAF per il download del 730 precompilato:

Sì lo so ora che basta premere (nella homepage il pulsante in basso a destra, Dichiarazione precompilata, ma io stesso non l’ho individuato subito non facendo il testo di quel pulsante alcun riferimento esplicito al termine 730: quindi, ho pensato di trovare la sezione opportuna ricercando appunto 730 precompilato tra tutti i servizi… con esito negativo come visto!! Mi viene da pensare: chissà quante persone avranno seguito la mia stessa logica?

Accesso alla compilazione del 730 dalla homepage (in fondo al post mostro come accedere anche dalla sezione Servizi):

La sezione Dichiarazione precompilata è quella relativa alla compilazione del 730 online

Comunque, anche se non immediatamente, sono riuscito a ritornare in quella stessa sezione relativa al 730 precompilato che avevo raggiunto mesi fa per stamparmelo così com’era, per poi vedere successivamente cosa modificare. Tuttavia, ora il tasto Modifica 730 risultava disabilitato e anche la pressione del tasto Modello PDF per visualizzare il proprio 730 precompilato non portava a nessun risultato! Addirittura la pressione del tasto Calcola nella sezione Esito del calcolo del 730 precompilato forniva la strana segnalazione seguente: “Il calcolo della liquidazione è ancora in corso. Si prega di riprovare

Il tasto Modifica 730 risultava disabilitato e sia la visualizzazione del 730 precompilato sia il calcolo risultavano non disponibili

Preoccupato e temendo che per qualche motivo la dichiarazione fosse ora considerata come già accettata e inoltrata, ho cercato dei contattare telefonicamente il numero di assistenza: ne ho trovati diversi sul sito, ma cercando di chiamare qualsiasi di loro un risponditore automatico forniva gentilmente l’indicazione di richiamare! 😦

Inutile è stato cercare di chiamare i numeri di assistenza: tutti intasati

Ho quindi incominciato a cercare su Internet se c’era un qualche avvertimento o indicazione di disservizio temporaneo del sito: nulla!
Effettuando infine altre ricerche, ho comunque visto che questi funzionamenti anomali sono all’ordine del giorno in prossimità di scadenze e/o condizioni di punta negli accessi ( e.g. Sito AdE a singhiozzo sotto scadenza. Al via in ritardo la modifica del modello 730 precompilato; 730 precompilato, da oggi le modifiche… ma non funziona): il mio livello di ansia è quindi diminuito!

Ho lasciato passare due giorni e poi questa mattina ho riprovato, incrociando le dita: oggi magicamente tutto nuovamente funzionava come previsto e il tasto di Modifica risultava quindi attivo… 🤔🙄

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Accesso alla compilazione del 730 dalla sezione Servizi:

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Altri post sul 730

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Avatar – La via dell’acqua: finalmente al cinema dal 14 dicembre 2022 anche in Italia

Proprio in questi ultimi giorni ho rivisto il Blu-ray triplo di Avatar e anche i due dischi allegati al cofanetto con i contenuti speciali e scene eliminate (quasi una mezz’ora complessivamente di scene già completamente finite e doppiate… ancor di più se si tengono presenti anche le altre ancora non elaborate!) probabilmente per rendere più usufruibile nelle sale un film che già nella sua versione commerciale durava più di 2 ore e mezza (i.e. 162 minuti). Alcune delle scene mostrate in quei dischi bonus, sono completamente elaborate con anche il doppiaggio, mentre altre mancano di doppiaggio, altre ancora sono prive di elaborazioni grafiche mostrando solo prime elaborazioni delle scene riprese realmente con gli attori.


Ho notato che anche su Amazon la versione 3D di Avatar, che era una limited edition, non risulta più disponibile!

Si legge su Wikipedia che il film del 2009 ha stabilito diversi record d’incassi, diventando anche il film con più incassi nella storia del cinema ancora fino a oggi!

Ben 13 anni sono trascorsi da quel film anche se mi sembra ieri quando l’ho visto in 3D sul grande schermo: un’emozione davvero unica!

Avevo letto anni fa un articolo in cui si affermava che la sceneggiatura di Cameron per tutta la saga era già pronta da tempo e addirittura molte delle riprese erano già state girare insieme a quelle utilizzate per realizzare il primo film: ovviamente si trattava solo di riprese con le persone, cioè ancora poi da elaborare digitalmente per inserire sfondi e trasformare attori in personaggi fantastici!
Anche su Wikipedia si legge che già nel novembre 2018,  Sigourney Weaver ha dichiarato che aveva già completato le riprese dei primi due sequel, e che era “impegnata a lavorare ad Avatar 4 e Avatar 5“, per cui diversi media hanno interpretato le sue affermazioni come una conferma che anche le riprese degli ultimi due sequel fossero già iniziate.
Insomma, un sacco di lavoro se si pensa che ben 13 anni ci sono voluti a un regista come Cameron per riuscire a portare sugli schermi il secondo episodio di questa fantastica saga da lui non solo diretta ma anche immaginata già decenni prima di riuscire a iniziare a produrla: fino ad allora erano mancate le tecnologie cinematografiche e di rielaborazione SW indispensabili per realizzare un film del genere!

Trailer di Avatar: la via dell’acqua

Ora, tra poche settimane uscirà sul grande schermo il secondo episodio. Su Wikipedia si legge: Avatar – La via dell’acqua, noto anche come Avatar 2, è un film del 2022 diretto da James Cameron. Prodotto dalla 20th Century Studios, è il sequel del film Avatar del 2009. La pellicola è stata scritta da Cameron e Josh Friedman.

In previsione dell’uscita di questo nuovo film, ci sarà il ritorno in sala dal 22 settembre 2022 del primo Avatar, in 2D, 3D e anche una straordinaria versione rimasterizzata in 4K HDR, in alta gamma dinamica con alcune sezioni del film a 48 fotogrammi al secondo. I cineme di Torino sono (UCI CINEMAS LINGOTTO 17.30, 21.00, 17.00, 20.30; IDEAL 17.40, 21.00; MULTISALA MASSAUA CITYPLEX 20.45)

Si legge da un’intervista a Cameron: Il film è stato apprezzato dal pubblico quando è stato distribuito perché i protagonisti sono personaggi ultraterreni … Ci ha tolto dai nostri problemi quotidiani, dai discorsi politici e dal caos e dal disordine della vita reale: ci ha portato in un luogo dove, sì, c’e’ un conflitto e un sacco di cose importanti che accadono, ma è tutto attraverso un’interpretazione della fantasia o della fantascienza. … È questo il motivo per cui, a prescindere dalla cultura del Paese in cui il film è uscito – che si tratti di Cina, Giappone, Europa, Nord America – la gente vedeva l’universalità delle proprie vite e dei personaggi attraverso la lente della fantascienza. Poi credo che sia stato l’aspetto fisico, la finitura del film – ottenuta mescolato così tante tecniche da richiedendoci anni per svilupparle – ad aver fatto sì che, fin dai primi minuti, le persone hanno rinunciato a cercare di capire come fosse stato realizzato. Così si sono abbandonati a un senso d’immersione in un mondo e in una fantasia perché si è disposti a seguire un fantasy se ci si può immedesimare nei personaggi principali. E credo che il personaggio Jake ci abbia accompagnato in quel viaggio: è lui che ci porta in quel viaggio e ha fatto sembrare tutto razionale in un modo molto diverso, da una prospettiva molto diversa. Anche il personaggio della dottoressa Grace ha fatto da cornice, contribuendo a far sembrare tutto in qualche modo razionale. Credo che la gente abbia trovato in loro degli universali dell’esperienza umana a cui potersi riferire. Infine, c’è anche un’altra cosa: credo che da bambini amiamo innatamente la natura, amiamo gli animali, amiamo stare nella natura: man mano che le nostre vite progrediscono, invece ci allontaniamo sempre più dalla natura. Credo che la società in generale, in qualsiasi parte del mondo, soffra di un qualche tipo di disordine da deficit di natura, in una certa misura. Credo che questo film ci riporti a quella meraviglia infantile nei confronti della natura. Sulla grandezza, la complessità e la bellezza della natura

Poi la programmazione di uscita dei successivi episodi non dovrebbe far più farci attendere così tanto: uno ogni due anni!

Sono già stati dati annunci dallo stesso regista James Cameron che è già iniziata la lavorazione di Avatar 4: attualmente è impegnato nelle riprese di Avatar 3. Il regista ha infine assicurato che i lavori su Avatar 3 continuano senza intoppi. In concomitanza con Avatar 2, Cameron ha lavorato anche al terzo film del franchise (che uscirà a dicembre 2023): sono già stati confermati poi pure il 4 e il 5.

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Sabato 17 settembre – Bella iniziativa di Decathlon Torino centro: World Cleanup Day

Bella iniziativa di Decathlon: sebbene ovviamente abbia una valenza anche pubblicitaria e promozionale, ben venga!!

Iscritto!!

Il punto di ritrovo, dopo avere compilato il modulo online di iscrizione (e aver stampato e firmato la liberatoria che verrà inviata via e-mail), è la terrazza dell’Imbarchino, presso il Parco del Valentino – Viale Cagli, 37 alle ORE 9:00. Ritorno al punto di partenza ORE 13:00

Per chi decide di effettuare operazioni di pulizia delle acque del Po con imbarcazioni, deve prenotare un posto su un SUP o un kayak compilando questo MODULO per navigare in totale sicurezza e insieme togliere rifiuti dal fiume! In questo caso i punti di ritrovo sono:
Canoa Club Torino – Viale Umberto Cagni, 23 – 10126 Torino
Circolo Armida – Viale Virgilio, 45 

Clicca qui per iscriverti anche tu (ci si può iscrivere anche all’ultimo minuto!)

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P.S. 16/9/2022

Articolo apparso oggi 16/9/2022 su La Stampa
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Domanda di messa a disposizione (MAD) finalizzata alla stipula di contratti a tempo determinato nelle scuole, alias come inserire delle checkbox attive in un documento Word

Ho aiutato un’amica a trovare un documento facsimile per effettuare la domanda di messa a disposizione finalizzata alla stipula di contratti a tempo determinato, da indirizzare poi via e-mail indirizzandole al Direttore scolastico di diverse istituzioni scolastiche.

Purtroppo, non esiste un formato univoco standardizzato, reso magari disponibile online dal Ministero dell’Istruzione come avrei pensato: diversi istituti rendono invece disponibili facsimili da cui prendere spunto per presentar loro tale domanda. Guadandone alcuni si nota come i dati da fornire siano sostanzialmente sempre gli stessi. Andando poi a cercare quanto il blogger Aranzulla sull’argomento, fa specie trovare ben tre suoi post sull’argomento (Come funziona la MAD; Come inviare MAD gratis; Come compilare la MAD), indice di come si tratti di un argomento assai d’interesse e di cui non ci sia probabilmente una sufficiente strategia istituzionalizzata per rendere agevole tale richiesta da parte degli interessati. Infatti, diversi sono i “servizi” che, a pagamento (e lo scopri solo dopo avere compilato buona parte dei dati richiesti!) e in teoria, si adoperano per effettuare un invio in broadcast della medesima tipologia di domanda verso un certo numero d’istituti.

Insomma, basterebbe mettere a disposizione a livello regionale (o addirittura nazionale) un modulo online da compilare in cui, dopo avere inserito i propri dati anagrafici e le proprie qualifiche, poter indicare gli istituti d’interesse da poter selezionare da un’opportuna lista suddivisa geograficamente.
Questo renderebbe non solo agevole la presentazione della domanda da parte degli interessati, ma soprattutto agevolerebbe di molto anche la capacità di scelta del miglior candidato da parte degli istituti, potendo effettuare filtraggi adeguati e magari rendendo più trasparente (e quindi più giusta) la scelta di un candidato tra i molti, seguendo regole prestabilite.

Un’altra cosa che mi ha stupito è come talvolta i moduli resi disponibili online da diversi siti (almeno da quelli da cui ho scaricato il facsimile) siano pensati per essere stampati e compilati a mano, non presentando campi attivi tali da consentire di poter effettuare delle scelte in modo elettronico e poter quindi inviare digitalmente tale modulo via e-mail (magari dopo averlo salvato in pdf in modo da renderlo non più modificabile).

Ho quindi provveduto a modificare (in uno dei documenti che mi sembrava il più completo) quei quadratini semplicemente grafici (che consentivano di poter effettuare scelte multiple solo con una biro sul modulo stampato), in caselle di controllo (checkbox) selezionabili digitalmente, in modo appunto da renderlo compilabile tutto digitalmente e poterlo inviare agevolmente senza necessità di scansionare poi il tutto compilato manualmente.

Per chi fosse interessato, ho reso scaricabile file Word del facsimile così modificato cliccando questo link anche se prima conviene verificare se gli istituti a cui uno vuole presentare domanda magari prevedano solo un inoltro della richiesta tramite il loro specifico modulo online!

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Nel seguito mostro come ho fatto a inserire tali checkbox utilizzando l’ultima versione di Microsoft Word. Si noti che il file generato risulta comunque utilizzabile anche da OpenOffice nella sua ultima versione, per cui i campi checkbox attivi risultano funzionanti anche utilizzando quel SW gratuito.

Diversi Istituti si sono rivolti a un prodotto SW privato per rendere disponibile un modulo online per inoltrare tale domanda specificatamente per il loro utilizzo. D’altra parte sono prodotti che includono diversi servizi per un Istituto, quale ad esempio il registro elettronico: principalmente questi SW permettono ai genitori di essere sempre a conoscenza di una serie d’informazioni che riguardano appunto la scuola e i propri figli. Allo stesso tempo questi tipo di programmi cloud permettono al personale ATA e ai docenti di poter comunicare con gli altri dipendenti scolastici che operano presso quell’istituto. Questi SW consentono anche di attivare la sezione MAD che permette appunto, a chi lo desidera, d’inoltrare direttamente online la sua Domanda di Messa a Disposizione!
Il problema è che di questi SW per gestire il registro elettronico, MAD e quant’altro ce ne sono diversi e molteplici di queste piattaforme sono state approvate dal Ministero della Pubblica Amministrazione!!! Ovviamente ciascuno fornisce funzionalità analoghe, ma le realizza in modo differente per cui, ad esempio, anche i moduli per inoltrare il MAD risultano anche molto differenti tra loro sia come interfaccia utente sia come informazioni da inserire. Per di più spesso non sono stati aggiornati nel tempo per cui, addirittura, talvolta come scelta non compare l’anno corretto per il quale si intende fare la domanda, bensì solo gli anni precedenti!! Altre volte pio vien indicato il link di una piattaforma da utilizzare per inoltrare la domanda (e.g. http://mad.portaleargo.it) e poi su questa non si trova in elenco quella scuola da poter selezionare!! 🙄🤔

Molto meglio sarebbe stato se il Ministero della Pubblica Amministrazione avesse lui stesso fatto sviluppare un solo SW con quelle funzionalità e ne avesse mantenuto la gestione. Invece, in nome di un libero mercato e della concorrenza, ora le scuole possono scegliere tra una pletora di sistemi SW sviluppati da ditte private e tocca loro pagare un abbonamento di utilizzo penso annuale! Si tenga poi conto che è vero che un istituto potrebbe decidere nel tempo di cambiare prodotto se nel frattempo ce ne fosero di più validi, ma questo è di fatto assai improbabile in quanto gli utilizzatori rimangono sufficientemente legati negli anni al prodotto inizialmente scelto, anche solo perchè, magari a fatica, dopo tempo tutti gli insegnanti/genitori sono riusciti a comprendere come utilizzarlo: perciò, certo non si mettono a sceglierne un altro anche se fosse migliore!! Che un’interfaccia utente, da utilizzare anche da un generico genitore, non sia per tutti banale lo dimostra la presenza su Internet di molteplici tutorial.
Insomma, per come si è proceduto a livello ministeriale, globalmente i costi pubblici sono probabilmente maggiori e la non uniformità d’interfaccia utente comporta necessariamente una maggiore difficoltà di utilizzo cambiando istituto (qualora non abbiano scelto per caso la medesima piattaforma!).

Se la piattaforma fosse pubblica e univoca, ovviamente ci sarebbero stati innumerevoli vantaggi, oltre ad avere un’unica interfaccia utente in tutti gli istituti pubblici. Ad esempio, il richiedente di un MAD avrebbe potuto autenticarsi con il proprio SPID/CIE, inserire una sola volta i dati e la documentazione richiesta per poi scegliere da un elenco gli istituti di suo interesse a cui inviare il tutto, dal momento che tutti quanti si sarebbero appoggiati alla medesima piattaforma!!

Inoltre, spesso gli Istituti che adottano una di quelle piattaforme private, obbligano il richiedente di MAD a compilare il modulo online predisposto da quella stessa scelta, ignorando qualsiasi altra forma di richiesta inviata via email o in forma cartacea. Ad esempio, nel seguito mostro la risposta a un invio via email della propria richiesta di MAD per un istituto di Torino che ha appunto fornito online un suo personale apposito form:
Per l’invio di Messe a Disposizione a questa Istituzione Scolastica invitiamo a procedere tramite l’apposito form di compilazione reperibile al link https://nuvola.madisoft.it/mad/TOIC8AZ00C/inserisci; qualsiasi Messa a Disposizione pervenuta tramite canali diversi da quello sopra indicato non verrà presa in considerazione.
La segreteria I.C. ALBERTI-SALGARI

Anche se sicuramente è per loro vantaggioso (vedi considerazioni precedenti su maggiore flessibilità nella ricerca e selezione se i dati sono inseriti in una base dati elettronica), dal momento che tale modulo viene inviato solo a uso e consumo di quell’istituto, per il richiedente le cose si complicano in quanto per ogni domanda deve ripetere nuovamente l’inserimento di tutti i suoi dati… magari con un modulo di input con un’interfaccia anche molto differente da quella precedentemente compilata!! 🙄😥

Nel seguito mostro, a titolo di esempio, l’interfaccia utente per inviare un MAD per due delle molteplici piattaforme utilizzabili dagli istituti: come è evidente, l’interfaccia utente utilizzata dalle due piattaforme è ovviamente assai differente!

Nuvola Madisoft utilizzata, ad esempio dall’Istituto Alberti Salgari di Torino (link al modulo MAD):

Serviziweb.axioscloud.it utilizzata, ad esempio, dall’Istituto comprensivo Duchi d’Aosta di Torino (link al modulo MAD):

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Torniamo ora alla parte “tecnica” del post vale a dire come inserire delle checkbox attive in un documento Word!! … anche se abbiamo visto come ora la versione cartacea o elettronica inviata via email sia spesso rifiutata e non più tenuta in considerazione da molti Istituti… sebbene diversi siti continuino a fornire scaricabili facsimili da stampare e compilare a mano (e.g. https://www.notiziedellascuola.it)!! 🙄

Come sempre, se uno non sa come fare un qualcosa, il primo passo da fare è cercare nell’help del programma: 😉

Risultato della ricerca nella guida di Word su come inserire delle checkbox

Il primo passo da fare è stato quini quello di rendere visibile la scheda Sviluppo, per default nascosta, dove sono appunto presenti i controlli attivi. Questi risultano però solo inseribili in un documento Word nel suo formato docx per cui è necessario anche convertire il file originario se nel formato precedente doc, come d’altra parte viene suggerito dal programma stesso:

Sempre seguendo le istruzioni, ho reso visibile la scheda Sviluppo:

A questo punto dalla scheda Sviluppo, ora presente nel menù, ho potuto selezionare la checkbox e nel documento sostituirla al quadratino esclusivamente grafico:

Scheda Sviluppo che consente d’inserire elementi attivi (e.g. checkbox, list-box)

A questo punto il documento risulta avere checkbox selezionabili semplicemente cliccandoci sopra (analogamente per deselezionarle)!
😉

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P.S.

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Come fare a calcolare la distanza in linea d’aria tra due punti su Google Maps e su Google Earth

Google mette a disposizione diversi servizi gratuiti di visualizzazione del territorio geografico: Google Maps, Street View e Google Earth. Sicuramente il primo è il più conosciuto e utilizzato anche perché fornisce una funzionalità di navigazione sempre a portata di mano, tra l’altro configurabile non solo per un uso in auto ma anche a piedi o – da qualche anno – pure in bici. Anche Street View ha la sua popolarità anche perché le sue funzionalità sono state sapientemente anche integrate in Google Maps. Nella versione web di quest’ultimo basta spostare l’omino giallo (in basso a destra) sulla mappa nel posto d’interesse per vedere a 360 gradi quel posto con possibilità di spostarsi usando le apposite frecce. Nella versione app invece basta tener premuto un po sulla mappa il punto d’interesse per creare una puntina e poi premere sulla immagine che compare in un quadratino in basso a sinistra per lanciare una visione analoga, anche allargabile a tutto schermo selezionando il’apposito cerchietto con le doppie frecce in basso a destra nell’immagine. Meno conosciuto è forse Google Earth che ha la potenzialità di fornire una visione in 3D oltre che in 2D ma è principalmente geografico ed è privo di tutte quelle funzionalità di navigazione: anche lui tuttavia, oltre la visione in 3D, fornisce utili informazioni immediate, quali l’altezza dal mare del punto selezionato, informazione talvolta utile che non mi sembra sia presente negli altri ambienti Google.

Insomma, le mappe di Google forniscono molteplici funzionalità, talune non sempre conosciute da tutti e, seppur agevoli da utilizzare una volta conosciute, non sempre d’immediata comprensione!

È questo il caso del servizio che consente di tracciare e conoscere la distanza in linea d’aria tra due punti (o più) sulla mappa.
Sebbene usando Google Maps il più delle volte serva conoscere la distanza su strada da percorre tra due o più luoghi selezionati, può talvolta tornare utile conoscere anche la distanza in linea d’aria, ovviamente minore.
Nel primo caso, tutte le volte che si calcola un percorso, la distanza da percorrere compare chiaramente nel riepilogo che fornisce tempo di percorso (differente a seconda del mezzo selezionato: e.g. auto, bicicletta, a piedi) e appunto la distanza:

Google Maps – Distanza su strada da percorre tra due o più luoghi indicati nel richiedere il percorso

Nel caso in cui invece uno desideri conoscere la distanza in linea d’aria con Google Maps, la procedura risulta un po differente a seconda se lo si utilizzi da browser o dall’app omonima.
Nel primo caso (accesso a Google Maps tramite browser) si deve:

  • Fare click con il tasto destro sul punto iniziale da cui si desidera partire per misurare la distanza rispetto a un altro punto.
  • Così operando compare un menù in cui è presente la voce Misura distanza, appunto da selezionare.
  • Scompare quindi quel menù e appare un cerchietto collocato appunto dove inizialmente si era effettuato il click con il tasto destro: se si desidera spostarlo un po’, è sufficiente cliccaci sopra con il tasto sinistro e mantenendolo premuto spostarlo dove si desidera.
  • Per indicare il secondo punto per conoscerne la distanza da quel primo segnalato con quel cerchietto, è sufficiente fare un click con il tasto sinistro sul secondo punto della mappa desiderato: comparirà un secondo cerchietto e in automatico un righello con la misurazione della distanza lineare tra quel due punti geografici. In alternativa si può anche premere il tasto destro nel secondo punto desiderato e selezionare la voce Distanza fino qui nel menù che compare
  • Se poi si desidera aggiungere ulteriori punti per avere la distanza complessiva, è sufficiente ripetere il passo precedente.
  • Se si desidera infine far scomparire quella indicazione di misurazione sulla mappa, è sufficiente premere con il tasto destro ovunque sulla mappa e dal menù che compare scegliere Cancella misurazione.

Negli screenshot seguenti vengono mostrati tutti i passaggi (fai click su ognuno per ingrandire): si noti che comunque vengono anche mostrati a video gli suggerimenti che possono aiutare a comprendere il passo successivo da seguire!

Nel secondo caso (utilizzo dell’app Google Maps) la procedura è la seguente:

  • Indicare il punto di partenza e quindi far scorrere verso l’alto la tendina (1) in modo da visualizzare tutti i dettagli del luogo nascosti in basso.
  • Tra questi, nella sezione Panoramica, esiste la funzione Misura distanza da selezionare. Si noti che esistono in quella sezione anche altri interessanti servizi che consentono di suggerire una modifica per quell’indirizzo, aggiungere un luogo mancante, aggiungere gratis una propria attività anche commerciale.
  • Anche in questo caso compare un cerchietto, questa volta bianco, nel punto indicato come origine della misurazione. Si deve quindi spostare la mappa, trascinando con il dito, in modo da far corrispondere al secondo punto di arrivo il cerchio vuoto che comparirà, collegato al primo tramite una linea tratteggiata. Si noti che la dimensione della mappa visualizzata può essere ingrandita/rimpicciolita a piacere effettuando appositi pinch con due dita, in modo tale che risulta agevole indicare anche punti distanti tra loro pur mantenendo una grande precisione (i.e. prima si agisce su una mappa con bassa definizione per poi ridefinire meglio la posizione effettuando lo zoom sul punto specifico).
  • Anche in questo caso è possibile aggiunge uno o più ulteriori punti per conoscere la distanza complessiva in linea d’aria, cliccando sul cerchio + in basso a destra.
  • In basso comparirà la distanza in linea d’aria tra i due punti (o più).
  • Per far scomparire tale misurazione è sufficiente chiudere quella finestra Misura distanza, agendo sulla sua x in alto a destra.

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Esiste poi un’altra modalità probabilmente più intuitiva per calcolare la distanza tra uno i più punti fornita questa volta da Google Earth. In questo caso esiste esplicitamente un’icona a forma di righello nel suo menù che, selezionandola, fornisce appunto quella funzionalità.

Nella sua versione web la procedura è assai intuitiva: basta spostarsi con il cursore del mouse (che si è trasformato, dopo la pressione dell’icona righello, in un segno + come mirino) sul punto da cui si desidera far partire la misurazione, fare un normale click con il tasto sinistro del mouse e quindi spostarsi sul punto di arrivo della misurazione e fare un doppio click sempre con il tasto sinistro. Se si desiderasse fare la misurazione indicando più punti, il click da dare deve essere singolo per poi spostarsi nel punto seguente, e così via fino all’ultimo punto di misurazione su cui, per terminare, si deve fare un doppio click. Si noti che, se si effettua una misurazione nella visualizzazione 3D, la linea che unisce i punti può non risultare diritta in quanto il programma, pur effettuando una misurazione in linea d’aria, tiene conto delle alterazioni visive dovute appunto alla visione attualmente in 3D del paesaggio.

Nel caso dell’app Google Earth esiste nel menù in alto sempre quella medesima icona di righello ma la procedura, pensata per un uso con touchscreen, è un po’ meno intuitiva seppur comunque veloce. Infatti, non appena si seleziona l’icona del righello compare un cerchietto trasparente al centro dello schermo e, dopo avere fatto corrispondere la sua posizione nel punto desiderato spostando opportunamente la mappa con un dito, viene richiesto di premere il pulsante Aggiungi punto (in basso a destra): a questo punto quel cerchietto, prima trasparente, diventa bianco e ogni spostamento della mappa con il dito determina il tracciamento di una linea da quel punto iniziale a quello centrale lo schermo (evidenziato con un cerchio trasparente) con relativa indicazione della distanza. Per calcolare la distanza con più punti, basta nuovamente premere il tasto Aggiungi punto e spostarsi in modo da posizionare il nuovo punto al centro dello schermo dove è presentato un nuovo cerchio trasparente mentre il precedente si è trasformato bianco. Per terminare il processo, si deve premere il cerchietto con spunta (in alto a destra) che fa sì che anche l’ultimo punto diventi bianco e s’interrompa la misurazione totale che permane indicata in basso a sinistra. Per ricominciare una nuova misurazione si può premere nuovamente quel cerchietto in alto a destra che, da segno di spunta, si è nel frattempo trasformato in una freccia circolare. Se si desidera infine uscire dalla modalità di misurazione si deve premere, come sempre, la freccia in alto a sinistra. Si noti che, anche con l’app, la misurazione si può effettuare pure avendo impostato una visualizzazione in 3D.
Insomma, una procedura veloce, ma non certo troppo intuitiva se uno non la conosce già!

Si noti che, inserendo un segnapunti sulla mappa con Earth, viene fornita non solo la sua posizione GPS ma anche la sua altezza dal livello del mare. Non viene fornito un righello per misurare l’altezza tra due punti, ma per conoscerla è ovviamente sufficiente fare una sottrazione! In Maps, invece, vengono fornite solo le coordinate GPS e non mi risulta che compaia (stranamente) da nessuna parte l’informazione dell’altitudine.
Tuttavia, non so bene l’affidabilità di tale informazione dal momento che anche solo usando la versione app e quella web di Earth, per un medesimo punto vengono fornite indicazioni di altezza non uguali, seppur simili (i.e. 236m E 259m rispettivamente)! Da questo articolo di mole24.it sembrerebbe che l’altezza precisa di Piazza Castello sia 239m… insomma, una via di mezzo delle indicazioni fornitemi da Google Earth nelle sue due versioni!

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Quando le feste di paese non rispettano più le minime regole di convivenza e quando l’URP di un piccolo Comune non svolge la sua funzione di rispondere alle segnalazioni/lamentele dei cittadini

Chi abita in una grande città è quasi assuefatto alla cosiddetta movida che perversa un po’ a tutte le ore soprattutto in certe zone, incurante spesso del disturbo arrecato ai residenti e quindi anche alle persone che devono andare presto al lavoro o che possono non star bene avendo quindi necessità di riposare nelle ore notturne. Per fortuna, per contrastare la mala movida sono spesso state emesse ordinanze apposite, ad esempio quella che limita il consumo di bevande alcoliche soltanto all’interno dei locali autorizzati a partire dalla mezzanotte. Certo è difficile contrastare gli schiamazzi in quelle strade se non sperando in una maggior diffusione della buona educazione delle persone: ma questa è forse un’utopia! Può quindi essere un grosso problema avere sotto casa un locale aperto di notte, soprattutto in quelle zone dove questa tipologia di locali pullulano, richiamando così persone che amano la vita notturna e che purtroppo troppo spesso sostano per strada schiamazzando, incuranti del disturbo arrecato.

Poi ci sono gli eventi culturali/musicali estivi all’aperto che si svolgono durante specifiche manifestazioni come, ad esempio a Torino, il prestigioso Evergreenfest al Parco della Tesoriera, o anche altri più “rumorosi” e rivolti specificatamente ai più giovani come, ad esempio, il famoso Kappa FuturFestival di musica elettronica dentro il Parco Dora: tutte queste esibizioni comunque terminano tassativamente alle 23:59 per rispetto della quiete pubblica durante le ore notturne.

Io stesso cerco di partecipare il più possibile a queste opportunità culturali e di divertimento che vengono proposte sia nella mia città sia nei luoghi di villeggiatura in cui soggiorno. Quindi, ben vengano manifestazioni di musica e cultura ovunque, valida alternativa all’assopimento dei programmi televisivi e stimolo alle persone per incontrarsi a parlare e divertirsi insieme…

Purtroppo, ho dovuto constatare, sia personalmente sia parlando con alcuni amici, che le regole di convivenza e buon senso che limitano gli orari di disturbo, sono sempre più spesso dimenticate nelle manifestazioni di paese in nome della quasi necessità di dover esagerare per “rendere memorabile una serata”, con la complicità delle istituzioni che dovrebbero essere preposte a contenere nei limiti opportuni il disturbo per tutta la cittadinanza.

È questo, ad esempio, stato il caso degli eventi associati alla festa Testun Birra (26-27 agosto 2022) di Branzola a Villanova Mondovì, ridente paese di campagna nel cuneese, dove ho trascorso qualche giorno di vacanza quest’estate. Generalmente si tratta di una bella festa paesana con classico tendone sotto il quale lunghe tavolate di persone possono assaporare in compagnia buon cibo locale e buona birra, allietati da musica dal vivo di bravi gruppi locali. Spesso, in anni scorsi, ho partecipato anch’io a questa manifestazione resa possibile grazie soprattutto al contributo di volontari della pro-loco, anche e soprattutto di giovani… e tutta questa partecipazione dal basso non può che far piacere!!
Tuttavia, quest’anno penso che si sia esagerato nei festeggiamenti e si sia superato il limite di dovuto rispetto di convivenza con tutti i residenti della zona. Infatti, gli eventi di entrambe le due giornate sono durati fino alle 4:30 del mattino, con DJ che nelle ore notturne hanno continuato a diffondere musiche ad alto volume, cercando per di più di animare la festa con continui incitamenti al microfono, diffusi a volume addirittura maggiore e quindi ancor più fastidiosi. Pur trovandomi abbastanza distante dall’evento, vale a dire a più di un chilometro in linea d’aria, la musica martellante e le urla degli animatori risultavano molto ben udibili anche chiudendo completamente i serramenti a tripli vetri… che avrei, tra l’altro, volentieri tenuto aperti per il caldo!
Per far comprendere meglio di che disturbo si sia trattato, ho pubblicato sul mio canale YouTube la registrazione che ho effettuato con lo smartphone uscendo sul balcone di casa (distante 1,2 Km in linea d’aria), in modo che possa essere ascoltata e valutata oggettivamente: ovviamente si tratta della registrazione originale, senza alcuna elaborazione per alterarne volume o quant’altro.

Ore 4:10 – Registrazione originale, senza alcuna elaborazione per alterarne volume o quant’altro,
La registrazione è stata effettuata a più di un chilometro di distanza dall’evento

La notte del venerdì 26/8 ho sopportato il disturbo, credendo che si trattasse di un unico evento, seppur fastidioso ancora sopportabile se limitato a una serata. Ma quando il tutto si è ripetuto anche la sera seguente, non riuscendo neppure più a riprendere sonno dopo le 4:30 del mattino, non ho potuto far altro che scrivere la seguente e-mail all’URP di Villanova Mondovì, non tanto per me, quanto per quella parte di popolazione di Villavecchia che forse non ha la possibilità di lamentarsi esplicitamente, in particolar modo quella anziana e/o malata: esistono infatti case di riposo a poche centinaia di metri da dove mi trovavo, dove il disturbo subito è stato sicuramente analogo.

Ho ricercando l’indirizzo dell’URP nell’apposita pagina del sito di quel Comune che recita: Lo sportello URP è il punto d’incontro tra l’amministrazione e i cittadini e nasce per favorire e semplificare l’accesso ai servizi e alle informazioni, far conoscere agevolazioni e opportunità, ascoltare, accogliere e rispondere a richieste e proposte, accelerare soluzioni ai bisogni della collettività. Vocazione naturale dell’URP è garantire trasparenza e partecipazione ai cittadini. Tra i servizi viene esplicitamente indicato: Servizi di ascolto – Accoglimento di proposte, richieste, reclami e suggerimenti.

Insomma, nulla di nuovo sotto il sole, essendo quelli per definizione i compiti istituzionali di un URP (Uffici per le Relazioni con il Pubblico).

Nel seguito il testo della mia e-mail spedita all’indirizzo indicato nel sito del Comune relativamente all’URP: trattandosi di un indirizzo generico di info@, ho voluto comunque specificare anche nell’oggetto a chi fosse rivolta, per assicurarmi che giungesse al servizio opportuno!

Diverse volte ho avuto modo di contattare l’URP del Comune di Torino o quello della Regione Piemonte e ho sempre apprezzato il lavoro da loro svolto, riuscendo sempre a veicolare le segnalazioni/problematiche da me evidenziate verso le istituzioni idonee a risolverle, con un esito positivo nella maggioranza dei casi. La risposta a ogni mia e-mail è sempre giunta nel giro di pochissimi giorni con spiegazioni puntuali o, in alternativa, con la richiesta inviata a chi di dovere, mettendo la mia e-mail in Cc per ricevere poi da costoro ulteriori informazioni.

Mi ha quindi assai stupito non ricevere alcuna risposta dalla URP del Comune di Villanova Mondovì (oramai sono trascorse più di due settimane e mi sembra di poter affermare ciò con sicurezza!), segnale evidente di come quella mia missiva sia stata bellamente ignorata da quel servizio pubblico.
Diversamente da quanto avviene in una grossa città, in cui il processo di segnalazione di un cittadino e relativa risposta viene tracciato e potenzialmente verificato, mi viene da immaginare che nei piccoli Comuni il tutto sia affidato a una o poche persone che, a loro discrezione e sensibilità, decidono che farne di qualsiasi segnalazione/lamentela, arrogandosi il diritto anche d’ignorarla completamente, senza neppure curarsi di rispondere al mittente.
Questo comportamento fa ancor più male se si pensa alla gentilezza e cortesia che generalmente un turista, che viene da una grande città, sperimenta andando a utilizzare servizi di quel Paese (e.g. l’Ufficio Postale) o anche entrando in un qualsiasi negozio: infatti l’attenzione e la cortesia ricevuta è generalmente assai maggiore in questi luoghi di campagna dove forse la disponibilità ed entropia è maggiore rispetto a quella presente nei grandi centri urbani dove l’affollamento e lo stress fanno da padrone!

Spero che questo post critico contribuisca affinché sia il servizio di URP di quel Comune migliori, sia in futuro le autorizzazioni rilasciate per eventi analoghi non vengano più concesse con quelle modalità. Infatti, penso ci siano altri modi per far divertire i giovani, che siano più rispettosi delle esigenze di tutta la popolazione, soprattutto di quella anziana e/o malata!

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Chiese a porte aperte: bellissima iniziativa della Consulta Regionale per i Beni Culturali ecclesiastici che consente di accedere in autonomia e gratuitamente a piccole-grandi bellezze del territorio

Da qualche anno esiste una nuova opportunità per scoprire, in modo autonomo e gratuito, l’arte sacra in Piemonte e in Valle d’Aosta: Chiese a porte a perte!
Si tratta di un progetto decisamente innovativo che consente, già da ora, l’accesso di quasi 50 cappelle/cattedrali che diversamente sarebbero state accessibili solo molto saltuariamente. Si tratta ovviamente di siti non comuni ma che possiedono piccoli-grandi tesori spesso restaurati di recente.

Il sito Chiese a porte aperte, descrive sinteticamente questo progetto innovativo (ideato dalla Consulta Regionale per i Beni Culturali ecclesiastici e dalla Fondazione CRT) per consentire l’accesso e visitare in autonomia beni culturali ecclesiastici del Piemonte e della Valle d’Aosta che generalmente erano quasi sempre chiusi al pubblico, nonostante le loro bellezze: il tutto con il semplice ausilio del proprio smartphone. Infatti, grazie all’utilizzo dell’apposita omonima app Chiese a porte aperte, un qualsiasi cittadino può gestire sia la prenotazione della visita sia l’apertura automatizzata della porta di accesso al luogo prescelto tramite la semplice lettura (tramite quella medesimo app) di un QR code collocato nel luogo prenotato. Una volta effettuato tale accesso, si viene guidati alla scoperta del bene al suo interno attraverso un’installazione multimediale costituita da una narrazione storico/artistico/devozionale accompagnata da un sistema di luci mobili e di micro-proiettori predisposti a illuminare specifiche parti degli interni/dipinti seguendo temporalmente la spiegazione audio.

Nel seguito mostro la homepage sia del sito sia dell’app dove vengono mostrati i numerosi luoghi già operativi sul territorio regionale:

Sebbene forse questa bella iniziativa sia stata pubblicizzata formalmente in qualche modo, io ne sono venuto a conoscenza grazie a degli amici che talvolta operano come volontari nel rendere visibili altri tesori nascosti del nostro territorio, troppo spesso chiusi al pubblico per mancanza di risorse e/o disinteresse generale delle istituzioni. Ma forse è proprio il passaparola il modo più bello per far conoscere questa possibilità a chi desidera scoprire le bellezze “nascoste” che ci circondano!

La procedura per poter usufruire personalmente di questa opportunità è semplice. Richiede innanzitutto di registrarsi tramite un modulo presente sul sito Chiese a porte aperte accessibile da qualsiasi browser, quindi anche da uno presente sul proprio smartphone oltre che ovviamente da PC. Selezionando il link Crea un account, viene presentato un modulo per inserire i propri dati anagrafici e quelli di un documento, oltre ad accettare alcune condizioni di utilizzo:

È necessario quindi attendere una e-mail di conferma (intesa a verificare la correttezza dell’indirizzo di posta elettronica che uno ha inserito nel precedente modulo) e cliccare sul link apposito in essa presente (i.e. Per confermare il tuo account clicca qui):

E-mail per confermare il proprio account, al termine dell’iniziale procedura di registrazione

Ovviamente se uno cerca di accedere al sito o all’app (con le credenziali che ha inserito nel modulo) prima di aver ricevuto tale e-mail e aver confermato il proprio account cliccando su quel link, questo viene impedito. Purtroppo, la notifica fornita non aiuta a comprenderne il motivo del rifiuto, dal momento che viene segnalato Nome utente o password errata mentre sarebbe assai più opportuno in questo caso indicare qualcosa tipo Utente ancora non confermato: attendere l’e-mail di benvenuto e confermare il proprio account. Quindi riprovare. Infatti, la ricezione di quella e-mail, pur essendo penso automatizzata, può non essere istantanea ma tardare anche qualche minuto per cui l’utenza può trovarsi un po’ confusa su come si deve procedere dal momento che non riesce ad accedere pur avendo inserito le proprie credenziali corrette!
Cliccando invece su quel link di conferma presente nella e-mail ricevuta, viene aperta una pagina del sito che finalmente notifica: Utente attivato con successo. Puoi accedere al portale.

Pagina finale del processo di registrazione, aperta cliccando sul link presente nella e-mail inviata dal sistema per confermare il proprio account

A questo punto il nuovo utente può accedere sia al portale sia all’app con le credenziali che lui stesso ha indicato nel modulo di registrazione. Da entrambi si possono visionare i luoghi accessibili ordinandoli opportunamente tramite l’opzione presente nel menù in alto a destra: particolarmente utile penso sia l’ordinamento in base alla distanza per raggiungerli, che richiede ovviamente di consente all’app la propria posizione:

La prenotazione del numero desiderato di biglietti d’ingresso gratuito può essere effettuata agevolmente selezionando data e ora: le visite risultano disponibili in fasce di mezz’ora dalle 9:00 alle 18:00. Si noti che, dal momento che generalmente l’afflusso di visitatori non è eccessivo, tale prenotazione può anche essere effettuata anche solo quando si giunge sul luogo: i biglietti gratuiti per l’accesso vengono infatti emessi immediatamente! Nella sezione I tuoi biglietti si possono quindi subito trovare disponibili tutti i biglietti richiesti.
Si noti che, associata alla descrizione di ciascun luogo, oltre a fotografie e una breve spiegazione, esiste la possibilità di aprire anche una mappa che ne mostra la collocazione geografica con la possibilità eventualmente di attivare la navigazione per raggiungerlo tramite il navigatore installato sullo smartphone!

Una volta che ci si trova davanti al portone d’ingresso della chiesa/cappella, basta dall’app aprire il biglietto e cliccare sull’icona di QR code (cerchio nero a quadrettini) dirigendo la telecamera dello smartphone in modo da riprendere appunto il QR code specifico di quel luogo, generalmente presente proprio sull’uscio. Al primo utilizzo, si deve consentire a quell’app di poter scattare foto o registrare video in modo che possa attivare appunto la telecamera per leggere quel QR code.

Al primo utilizzo, si devono consentire a quell’app dei diritti in modo che possa attivare appunto la telecamera per leggere quel QR code.

Ovviamente, se uno è in ritardo e cercasse di utilizzare un biglietto con data/ora scaduti, viene notificato che risulta necessario richiederne uno nuovo: anche questo risulterà gratuito! 😉

Nel seguito aggiungo alcune foto scattate in uno dei luoghi che ho recentemente visitato tramite questa metodologia.
Si noti sia il foglio attaccato alla porta d’ingresso in cui è presente un foglio con il QR code specifico di quel luogo (i.e. quello da inquadrare con lo smartphone una volta aperto il biglietto e premuto sulla icona circolare di QR code ivi presente) sia la pulsantiera all’interno della cappella che consente di attivare – nella lingua desiderata – la spiegazione audio con l’ausilio di luci che vengono opportunamente direzionate. L’ultima foto, che ritrae l’altare della cappella, mostra come, durante la spiegazione audio, vengano puntualmente illuminate le sole parti d’interesse in modo da meglio focalizzare di volta in volta l’attenzione del turista e far comprendere meglio ciò che viene narrato!

Non vi rimane quindi che registrarvi in quel portale, installare l’app, vedere quali siano le chiese più vicine (e/o siano di vostro interesse) e quindi prenotare per visitarle!! 😉

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Associazione di San Sebastiano:

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Santuario di Santa Lucia a Villanova Mondovì: il suo progressivo degrado non sembra interrompersi!

Avevo già scritto alcuni post su questo straordinario santuario che sembra sospeso sul Momburgo:

Santuario di Santa Lucia
Santuario di Santa Lucia

Anche quest’anno, sono riuscito a rivederlo approfittando di una delle rarissime visite guidate – 7 agosto e 4 settembre 2022 – organizzate da alcuni volontari molto volenterosi e caparbi. Nel giro di 3 anni sono riusciti a moltiplicare le visite guidate al Santuario, fino a raggiungere quota 1600 presenze nel 2022: un record raggiunto pur essendo state limitate le aperture, segnale evidente che il luogo suscita assai interesse anche tra i turisti. Un volontario mi ha detto che la maggior parte di questi proviene non solo da tutto il Piemonte, ma anche dalla Liguria e dalla Lombardia: hanno anche ricevuto richieste da gruppi di tedeschi e francesi!

L’evento, abbinato anche alle visite di altri piccoli – grandi gioielli del Monregalese (Chiesa di S. Caterina, Museo delle suore della Passione), era stato pubblicizzato principalmente con il passaparola e grazie anche a un articolo comparso sul giornale cartaceo locale L’Unione Monregalese (mentre nel sito di quello stesso giornale si trova solo un articolo del 2021 o di anni ancora precedenti…):

Unico articolo (per quanto ho visto) a pubblicizzare l’evento del 2022: poca promozione sul web

Insomma, sul web non si trova molto relativamente alle più recenti aperture del 2022 (stranamente nulla viene indicato anche sul sito specifico del santuario), mentre lo scorso anno erano comparsi online diversi articoli, alcuni dei quali risultano visibili ancora oggi (18 agosto 2021Villanova Mondovì (CN): proseguono le visite al Santuario di Santa Lucia e alla Chiesa nella grotta; La chiesa nella grotta: visite guidate al Santuario di Santa Lucia)! Solo sul sito facebook sono comparsi post che pubblicizzavano gli eventi: da qui sono venuto anche a conoscenza della presenza dei seguenti articoli di targato.cn che non avevo trovato tramite motori di ricerca:

Ma il problema principale non è certo la visibilità non ottimale degli eventi… tanto i visitatori, si è visto, accorrono anche da lontano: anzi, forse provengono soprattutto da altri paesi, dal momento che diversi abitanti di Villanova, pur sapendolo, non mi sembra si siano mossi più di tanto per rivedere questo luogo oramai quasi sempre inaccessibile.
Pigrizia? Disinteresse nel rivedere un posto già visto in passato? Timore di rivederlo sempre più provato dal tempo e dall’incuria? Chi può dirlo!! Per troppi di loro, comunque, quel Santuario rimane solo un “rocas”, non comprendendo appieno il valore di quel gioiello d’arte anche solo come richiamo turistico nella zona e quindi anche con risvolti economici! Davvero troppo pochi i volontari che provengono proprio dal Paese e che partecipano attivamente per valorizzare quel patrimonio davvero unico di quel loro territorio!

Ma torniamo alla nuova visita che ho fatto recentemente (agosto 2022).
Speravo che qualcosa si fosse mosso, che alcuni degli interventi ipotizzati l’anno precedente avessero avuto un seguito: d’altra parte, il sottotitolo dell’articolo del giornale L’Unione Monregalese recitava “In piena attività il Comitato per la valorizzazione, ultimati gli interventi di manutenzione sull’area verde e sull’edificio“!
Invece, ho visto ben poco! Anzi, ci sono segnali evidenti che indicano come il degrado non si stia arrestando: anche al visitatore distratto questo risulta palpabile dalla presenza di nuove zone a cui viene vietato l’accesso in quanto divenute nel frattempo pericolose. Diverse stanze non sono più visitabili e anche il cortile di fronte al Santuario risulta ora inaccessibile: basta alzare gli occhi e vedere le condizioni anche solo di alcune grondaie, per comprendere il motivo di quel nuovo divieto! Neppure più le belle terrazze risultano percorribili per intero e, anzi, una è ora completamente inaccessibile, così come la grotta all’interno della chiesa (quest’ultima penso solo per il potenziale pericolo di scivolare…).
Di lavori in corso evidenti, ho visto ben poco… 🙄 solo principalmente nuovi divieti di accesso per pericolo! Purtroppo ben a poco servono le sparute piantine fiorite poste di fronte al Santuario, proprio in quella zona ora recintata rendendola inaccessibile… sebbene possano comunque abbellire quel luogo!

Insomma, l’interesse c’è e sembra sia molto attivo anche presso l’Ente Proprietario, cioè la parrocchia di Villanova, o meglio di Santa Caterina in Villavecchia. Il “nuovo” Parroco, nominato nel novembre 2018, ha l’obiettivo di valorizzare tutti i tesori del territorio locale: per questo ha affidato ad un gruppo di Volontari – ben coordinati da un responsabile – il compito di portare più gente possibile a visitare Santa Lucia, perché forse solo così si potrà invertire il percorso di declino iniziato da lunga data… e pian piano ci stanno riuscendo, anno dopo anno! Ma tutto questo impegno di volontari non potrà certo bastare se non ci sarà anche un interesse da parte delle Istituzioni preposte a conservare i beni culturali e non arriveranno quindi gli opportuni aiuti finanziari. Un volontario mi ha detto che sono già stati effettuati diversi studi su come poter intervenire sull’edificio e si è anche recentemente cercato di prendere parte a bandi d’imminente apertura, per riuscire almeno a ripassare i tetti oramai decadenti: insomma, quello che manca sembra siano solo i finanziamenti! Purtroppo l’incuria di decenni ha reso la situazione attuale molto difficile da fronteggiare e risulta già arduo riuscire anche solo a coprire le spese ordinarie! Mi chiedo se utilizzo commerciale di parte dell’edificio (e.g. ristorante, ostello) potrebbe forse contribuire a reperire dei fondi…

Non rimane, per chi lo desidera, che vedere alcuni di quei luoghi, ora inaccessibili, nel video che avevo fatto lo scorso anno, sperando di poter a breve fotografare nuovamente quelli stessi ristrutturati: ma forse questa è solo un’utopia! Infatti, a nulla era servito, non molti anni fa (2015), essere stato tra i Luoghi del cuore del F.A.I. più votati del cuneese (Tra i luoghi del cuore d’Italia c’è il Santuario di Santa Lucia tra Villanova e Roccaforte Mondovì; “Luoghi del cuore” del Fai: i più votati nella Granda: ai primi posti nella classifica provvisoria i santuari di Villar San Costanzo e Villanova Mondovì e la strada del vallone di Elva), raggiungendo un numero di votazioni impressionante, grazie anche all’impegno di associazioni, volontari e suore.
Oramai il disinteresse di molti sembra regnare se è un dato di fatto che, penso per scoraggiamento anche dei più attivisti, quello stesso luogo, nel giro di pochi anni, da migliaia di voti abbia nel 2022 ricevuto solo 18 voti nel sito del FAI “I luoghi del cuore“! Io l’ho votato e invito a farlo anche voi... non tanto sperando di farlo risultare vincente, ma almeno per non renderlo il luogo “meno” del cuore di tutti!!

Nel 2022 il Santuario di Santa Lucia ha ricevuto solo 18 voti!

Sembra proprio che solo la Parrocchia e quei pochi volontari imperterriti si preoccupino delle sorti di questo monumento di notevole valore storico e artistico oltre che religioso.
Il Comune, la Sovraintendenza, i Fondi, le Banche… insomma, chi potrebbe intervenire economicamente per fermarne il degrado, sembrano disinteressarsi di questo gioiello del Monregalese, con beneplacito di buona parte della popolazione locale.
Per intanto il vincolo paesaggistico sul Momburgo è decaduto per via del ricorso fatto dal Comune (8/2022 – Unione Monregalese – Villanova: il Tar accoglie il ricorso del Comune: decade il vincolo sul Momburgo): avrebbe dovuto bloccare l’erosione della montagna Momburgo – quella stessa su cui poggia il Santuario – da parte di cave che, oltre che a deturpare il paesaggio, continuano a far brillare mine a distanze sempre più ravvicinate! Come si fa a non pensare che quegli scoppi, che fanno tremare vetri e muri di diverse case del Paese, non abbiano un effetto devastante anche sulla struttura del Santuario attaccato sulla roccia di quel medesimo monte, a pochissime centinaia di metri dalle cave! La cava, subito a sinistra del Santuario, per fortuna è inattiva da qualche anno, ma è già assurdo che ci sia e abbia operato per anni: anche senza tener conto dei probabili danni alle strutture dell’edificio provocati dalle vibrazioni dovuti ai lavori di scavo sulla montagna, evidente permane il degrado paesaggistico che permarrà nel tempo a testimoniare, anche ai posteri, gli errori di una amministrazione poco accorta. La foto seguente mostra come sia ben visibile e deturpante quella cava di Roccaforte quando si guarda dalla provinciale il Santuario di Santa Lucia (nella foto all’estema sinistra)!

Cava di Roccaforte e Santa Lucia (a destra)
Come appare il santuario di Santa Lucia dalla provinciale… con la cava di Roccaforte immediatamente alla sua sinistra
Come appare l’ingresso del santuario di Santa Lucia con Street View (ad esempio, attivato da Google Earth)
Cava di Roccaforte
Cava di Roccaforte, adiacente al Santuario di Santa Lucia

Come si nota chiaramente dalle seguenti riprese da satellite di GMap, l’estensione della cava di Villanova in solo dieci anni (2012 – 2022) si è assai estesa, quasi raddoppiandosi e avvicinandosi sempre più al Santuario: ha quasi oramai nuovamente raggiunto la Cappella di San Bernardo (protetta dalle Belle Arti) che solo pochi anni fa era stata spostata di molto dalla sua sede panoramica originale, proprio per consentire il proseguimento degli scavi. Attualmente la cava ha quasi raggiunto quella Cappella nella sua nuova collocazione di pochi anni fa!

8/2012 - Vista globale del territorio via satellite
8/2012 – Vista globale del territorio da satellite 10 anni fa
8/2022 – Vista globale del territorio da satellite ad oggi: l’area interesata dalla cava si è quasi raddoppiata in un solo decennio!

Ecco come appare la visione in 3D via satellite del territorio utilizzando Google Earth, orientandosi opportunamente per meglio valutare la attuale situazione sia lato cava di Roccaforte sia lato cava di Villanova:

3/8/2017Visione 3D con Google Earth (1): come appare il paesaggio attorno al Santuario di Santa Lucia, deturpato ambo i lati da cave
3/8/2017Visione 3D con Google Earth (2): situazione lato cava di Roccaforte
3/8/2017Visione 3D con Google Earth (3): lato cava di Villanova Mondovì

Si tenga presente che queste immagini seguenti sembra siano elaborazioni di dati del 3/8/2017 (indicazione in basso a sinistra) cioè di più di 5 anni fa per cui probabilmente non mostrano nemmeno la situazione reale attuale, ovviamente peggiore!

3/8/2017Visione 3D con Google Earth (4): lato cava di Villanova Mondovì

Utilizzando infine la funzionalità di immagini storiche via satellite che esiste nella versione Google Earth pro (da installare su PC: vedi I molteplici servizi gratuiti di visualizzazione del territorio geografico: Google Maps, Street View, Google Earth, Microsoft Bing Maps, Apple Maps…) si ricavano le seguenti visioni registrate via satellite su quella cava.
Si noti come la definizione delle immagini sia progressivamente aumentata, soprattutto a partire dal nuovo secolo: soprattutto quella del 1985 è decisamente a bassa risoluzione, ma consente comunque di rilevare la dimensioni di allora della cava tenendo presente che ora il margine della cava ha quasi raggiunto il luogo dove viene indicata la Cappella di San Bernardo che ho evidenziato in rosso. In realtà, dove viene indicata quella Cappella è la posizione attuale e non quella che aveva in quel 1985: infatti era stata spostata nel 2004 dalla sua bella posizione panoramica – ben differente dall’angusta posizione attuale – per appunto lasciar spazio all’espandersi della cava: vedi Monte Calvario a Villanova Mondovì (chiesa di Santa Caterina, santuario di Santa Lucia e cappella di San Bernardo): rifugio faunistico o sfruttamento indiscriminato delle risorse ambientali?

Sovrapponendo, con un editor grafico, le immagini da satellite del 31/12/1985 e del 28/10/2020 (cioè le ultime attualmente pubbliche: ovviamente ora nel 2022 la situazione è ancora peggiore, ma bisogna aspettare ancora un po’ perchè risulti visibile pubblicamente la visione 2022 via satellite tramite Google!) ho evidenziato la parte di montagna erosa da quella cava in 45 anni (per un’altezza di più di 100m!!): pazzesco!!!

Sovrapposizione delle immagini da satellite del 31/12/1985 e del 28/10/2020, evidenziando la parte di montagna erosa dalla cava in 45 anni (per un’altezza di più di 100 metri!!)

Nel seguito le immagini da satellite attualmente disponibili da Google Earth Pro per quel territorio: 28/10/2020; 3/8/2017; 24/9/2015; 13/9/2012; 31/12/1985

Ripresa da satellite del 28/10/2020
Ripresa da satellite del 3/8/2017
Ripresa da satellite del 24/9/2015
Ripresa da satellite del 13/9/2012
Ripresa da satellite del 31/12/1985

Questa cava di Villanova non è certo così vicina al Santuario come quella inattiva quasi adiacente di Roccaforte, ma in linea d’aria non è poi molto più distante (come si può notare dalle foto da satellite riportate sopra): nel tempo, la sua distanza in linea d’aria si è poi dimezzata nel corso di pochi decenni. Comunque agisce sulla medesima montagna per cui l’effetto delle mine che vengono fatte brillare settimanalmente si ripercuotono nel tempo sicuramente sulle case di Villavecchia (diverse crepe si allargano sui muri di quelle case) e probabilmente anche più distante: varrebbe sicuramente la pena mettere qualche sensore (i.e. quelli che si mettono per registrare i terremoti) nel Santuario per tracciare il loro impatto anche su quel tratto di montagna in cui è collocato. Nelle grotte di Bossea ci sono questi semplici sensori collocati in modo permanente e non penso ci voglia molto – anche in termini economici – per piazzarne qualcuno nel Santuario, magari anche solo per un certo periodo di tempo opportuno!

Nell’articolo Villanova: il Tar accoglie il ricorso del Comune: decade il vincolo sul Momburgo si legge: «Abbiamo fatto ricorso contro il vincolo perché a nostro avviso la zona è già sufficientemente tutelata – il commento del sindaco, Michelangelo Turco –, ci sono già i vincoli paesaggistici del Piano regolatore, non c’era bisogno di aggiungere divieti ai divieti, oltretutto creando difficoltà in più a Villavecchia, una zona in cui è difficile convincere i privati a insediarsi o intraprendere interventi di riqualificazione. Poi l’area individuata era molto ampia, scendeva nel Garombo verso Garavagna e andava verso Branzola, creando ulteriori difficoltà alle aziende agricole. Il venir meno del vincolo per noi significa semplicemente meno oneri per chi vuole intervenire sui fabbricati o prendere iniziative». Sul tema dell’espansione dell’attività estrattiva delle cave, che è uno dei temi su cui storicamente verte il dibattito, Turco precisa: «Le cave seguono le loro normative e i loro canali, le autorizzazioni non fanno nemmeno capo al Comune. Oltretutto vedo particolarmente improbabile un’espansione verso Monte Calvario, visto che la zona della cava in quella direzione è già stata tutta recuperata, addirittura con le semine verdi in funzione. Oltretutto Monte Calvario è una zona di proprietà comunale». Il vincolo paesaggistico effettivamente ha comportato inutili burocrazie e ha sicuramente ostacolato interventi di riqualificazione di edifici della zona, ma basterebbe escludere le aree abitate e mantenerlo nel territorio boschivo del Momburgo, garantendo quindi quella protezione contro lo sfruttamento delle sue risorse. Relativamente alle concessioni date alle cave, si afferma che non fanno capo al Comune senza tuttavia precisare a chi competono! Mi chiedo: chi allora è il responsabile delle autorizzazioni che, decennio dopo decennio, hanno permesso il perpetuarsi di questo scempio ambientale? Per il mantenimento di poche decine di posti di lavoro ed il profitto di pochi, si è continuato a distruggere un vasto territorio che avrebbe potuto offrire ben altre possibilità alla popolazione locale, anche in termini di richiamo turistico e quindi con un positivo impatto economico sulle attività commerciali della zona. L’affermazione che sia particolarmente improbabile un’espansione verso Monte Calvario, mi sembra poi alquanto azzardata anche solo guardando quanto è avvenuto nell’ultimo decennio, come si evince dalle precedenti immagini via satellite. Si noti come la parete di montagna erosa negli ultimi 10 anni (immagine a sinistra: circa 318 metri per un’altezza di circa 124 metri) disti in linea d’aria poco meno della distanza tra l’estremo della cava e il Santuario di Santa Lucia (immagine a destra: circa 393 metri). Questo significa che, se gli scavi continueranno con la medesima intensità (che, in verità, è sempre cresciuta negli anni), nel giro di meno di 20 anni potrebbe arrivare ad interessare davvero assai da vicino il versante in cui è presente il Santuario! Si noti tra l’altro che la cava di Villanova Mondovì stà già interessando un territorio (circa 670 metri di altezza) più in alto del Santuario (circa 614 metri di altezza).

Relativamente al recupero della zona della cava in quella direzione poi, che si afferma sia stata già tutta effettuata addirittura con le semine verdi in funzione, anche guardando bene con il cannochiale, sinceramente non se ne vede l’ombra!! 🤔 Anzi, al rumore continuo della cava – che perdura talvolta addirittura anche di notte e nei week-end – e alle periodiche sirene che preannunciano l’imminente scoppio di mine, nonchè di queste ultime, si sono aggiunte non solo le zanzare (che proliferano grazie ai bacini d’acqua utilizzati nella lavorazione), ma anche la puzza di catrame proveniente da nuove attività iniziate recentemente!

Nella speranza e attesa che l’evolversi degli eventi cambi il suo corso attuale, nel frattempo chi desiderasse ancora vedere anche quei luoghi del Santuario ora inaccessibili, deve accontentarsi dei seguenti spezzoni del video che avevo realizzato un anno fa, quando ancora diverse di quelle zone risultavano ancora visitabili:

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Altri link utili sul Santuario di Santa Lucia

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Come gestire su un PC delle videocamere Xiaomi / IMILab, tramite un’applicazione nativa Windows (e non solo da app Android/iOS): nuovo programma nativo rilasciato ufficialmente dalla Xiaomi

Avevo già da tempo scritto il post Come gestire su un PC delle videocamere Xiaomi / IMILab, tramite un’applicazione nativa Windows (e non solo da app Android/iOS) che vi invito comunque a visionare in quanto contiene comunque ancora informazioni utili.
Ora però, grazie a un commento a quel post, sono venuto a sapere che da poco è stato reso recentemente disponibile un programma ufficiale che sembra risolvere anche le problematiche di configurazione precedentemente analizzate.

Risulta scaricabile dal sito https://www.mi.com/in/product/xiaomi-360-home-security-camera-1080p-2i/ ed effettuando uno scroll fino in fondo dove è presente appunto una sezione relativa alla nuova app desktop Xiaomi Camera Viewer dove viene indicato quanto segue:

Un’utile app per fotocamera per laptop o desktop Windows che ti consente di registra video, scatta istantanee, visualizza più schermi e molte altre cose.
Si può usare questo programma su un laptop o desktop senza alcuna restrizione con le stesse credenziali di accesso di Mi Home App.
Segui i passaggi per scaricare:
– Scarica il file .exe per l’app attraverso mi.com pagina dell’app.
– Installa e accedi con lo stesso credenziali utilizzate per Mi Home App.
– Le telecamere collegate all’app Mi Home appariranno direttamente sullo schermo.

Attualmente il link associato al pulsante di download è il seguente ma ovviamente varierà con le nuove versioni per cui conviene andare sulla apposita pagina: https://awsind0-fusion.fds.api.xiaomi.com/resources/videos/XiaomiCameraViewerInstaller_1.5.3.2_build20220614_sign.zip

Nuova applicazione desktop della Xiaomi scaricabile dal loro sito (scroll in fondo alla homepage)

Esiste poi un video su YouTube che mostra le potenzialità di quell’applicazione desktop.

Seppure si tratti ora di un’app rilasciata ufficialmente, tuttavia non mi sembra ancora completamente pensata per essere agevolmente installata da un pubblico internazionale: infatti, lanciando l’eseguibile d’installazione XiaomiCameraViewerInstaller.exe, le scritte dei pulsanti rimangono in cinese anche selezionando la lingua inglese, l’unica presente in alternativa a quella cinese!
Una volta installata, l’applicazione comunque mi sembra funzionare benissimo e presenta tutte le funzionalità che uno si aspetta: consente di visionare contemporaneamente sullo schermo fino a 9 video (opzione selezionabile in alto a destra) o anche di più effettuando lo scroll opportunamente verso il basso con la rotella del mouse. Posizionando poi la freccia del mouse su uno specifico dei video, compare la barra temporale che consente di visionare le registrazioni passate di quella telecamera. Ovviamente la visione notturna è in bianco e nero ma risulta comunque sempre di buona qualità anche con buio totale.

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Bella Torino!!

Un post cortissimo che propone di vedere un bel programma di più di 2 ore su Torino trasmesso su Canale 5 e ora disponibile in streaming su Mediaset Infinity.

Analogamente a RaiPlay per i programmi della RAI, basta registrarsi gratuitamente a quel portale (anche utilizzando il proprio account Google o Facebook se uno non desidera creare delle credenziali apposite) per rivedere alcuni programmi trasmessi dai canali Mediaset: si noti che esiste anche l’app Mediaset Infinity installabile su smartphone, analogamente all’app RaiPlay. Analogamente su qualsiasi Smart TV o su Amazon Fire Stick / Fire TV Stick con telecomando vocale Alexa con comandi per la TV | Streaming in HD.

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Altri video su Torino.

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Come dare la propria disponibilità per essere scrutatore alle prossime elezioni

Avevo già scritto alcuni post relativamente alle elezioni di quasi un anno fa (Fare lo scrutatore in una elezione è un’esperienza che fa comprendere diverse cose; Come ottenere il compenso per i componenti di seggio delle attuali elezioni (scrutatori, segretari e presidenti): anche se in quel caso si trattava di elezioni amministrative, molte delle considerazioni che avevo fatto valgono anche ora per le prossime elezioni politiche. Ad esempio, avevo sottolineato come fare lo scrutatore in una elezione fosse un’esperienza da provare almeno una volta nella vita in quanto ti fa comprendere diverse cose che diversamente potresti forse solo intuire ma, come sempre, toccare con mano ha sempre un effetto assai diverso! Inoltre avevo anche evidenziato come, soprattutto per un giovane disoccupato, il compenso di uno scrutatore non sia indifferente: infatti, nonostante il numero elevato di ore in cui uno risulta impegnato, in buona parte sono di sola attesa per cui, se si sanno sfruttare opportunamente questi tempi morti (e.g. leggere un buon libro, chiacchierare piacevolmente con i “colleghi” di seggio, telefonare per sbrigare faccende personali da remoto), risultano comunque ben impiegati!! 
Avevo già anche evidenziato come, nonostante la disoccupazione giovanile crescente e nonostante anche nel sito Facebook di Informa Giovani di Torino fosse stato per tempo pubblicato un post che pubblicizzava tale opportunità, mi sembra ci siano state difficoltà nel reperire persone che accettassero questa tipologia d’incarichi (non dico tanto quello di presidente di seggio, che richiede alcune competenze specifiche, ma anche solo quello di scrutatore con assai meno responsabilità), se è vero che sono state chiamate anche persone, come me, che erano unicamente iscritte nell’Albo degli scrutatori (talvolta senza mai essere state chiamate da decenni) benché non avessero esplicitamente dato la loro disponibilità a ricoprire l’incarico di scrutatore per quelle elezioni specifiche. Infatti, io stesso non ne avevo fatto richiesta esplicita pur avendo richiesto l’iscrizione in quell’Albo, in quanto – sebbene tale richiesta fosse stata accolta avendone i requisiti – nella email che lo notificava avevo trovato indicata questa precisazione: tale iscrizione all’Albo decorre a partire dal mese di gennaio dell’anno successivo alla presentazione della domanda, se inviata entro il mese di novembre“. Quindi non poteva essere ancora considerata valida per quelle elezioni imminenti di ottobre 2021!

Da Torinofacile nella sezione relativa all’Iscrizione Albo Scrutatori si può sia inviare la richiesta di essere iscritto sia vedere successivamente il suo stato attuale
Se non si è ancora iscritti all’albo scrutatori andare in Nuova istanza -> Servizi elettorali (Vai ai moduli) -> Richiesta iscrizione albo scrutatori (COMPILA)

Ma sono stato sorpreso ancor più nel vedere accettati come scrutatori dei giovani che semplicemente si erano presentati in strada, fuori dai seggi, il sabato pomeriggio (sperando nella defezione di qualcheduno in quel primo incontro tra scrutatori e il suo presidente di ciascun seggio) e che non erano neppure iscritti in quell’Albo che richiede immagino specifici controlli per verificare l’idoneità del soggetto a ricoprire tale ruolo: insomma mi è sembrato un qualcosa contro quelle “regole” citate, benché alcune forse non fossero del tutto logiche, come quella indicata, relativa a dover aspettare all’anno successivo alla presentazione della domanda d’iscrizione all’albo! Insomma, sembra che un conto siano le regole formalmente definite e un’altra sia poi la realtà imposta dalle situazioni al contorno… 🤔

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Per queste imminenti elezioni l’impegno richiesto sarà minimo dal momento che si voterà solo un giorno:

  • dalle ore 15.30 di sabato 24 settembre, sino a conclusione dei lavori, per la costituzione del seggio (in genere poche ore)
  • dalle ore 7 di domenica 25 settembre per tutta la giornata, comprese le operazioni di scrutinio che avverranno dopo la chiusura dei seggi a partire dalle ore 23.

Ho letto che i compensi per queste elezioni saranno i seguenti:

  • presidente seggio: rimborso di 187 euro (150 euro di “paga” base più una maggiorazione di 37 euro)
  • scrutatori e segretari di seggio145 euro (120 euro di onorario base più una maggiorazione di 25 euro per l’elezione concomitante)
  • per i seggi speciali il rimborso è di 90 euro per il presidente di seggio e di 61 euro per ogni scrutatore.

Comunque sia, conviene (se non lo si è ancora fatto) iscriversi all’albo degli scrutatori (Iscrizione Albo Scrutatori).
Per invece dare poi la disponibilità per essere scrutatore alle prossime elezioni (di domenica 25 settembre 2022) per l’elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica, basta andare sul sito di Torino facile: https://servizi.torinofacile.it/cgi-bin/accesso/base/index.cgi?cod_servizio=MO21.

Vediamo ora passo-passo la procedura per effettuare la richiesta dal link indicato, è necessario innanzitutto autenticarsi con SPID o CIE. Quindi si devono seguire i passi mostrati nel seguito:

  • Scegliere dal menù la voce Nuova istanza
  • Scorrere in basso fino a trovare la sezione SERVIZI ELETTORALI e selezionare Vai ai Moduli >>
  • Scorrere fino alla sezione Disponibilità per incarico di SCRUTATORE e premere il pulsante COMPILA: (ovviamente uno può proporsi anche come PRESIDERNTE di SEGGIO ma in quel caso è assai opportuno avere l’adeguata esperienza in quanto tale incarico richiede assai più responsabilità e conoscenza delle procedure richieste!)
  • Si compilano tutti i dati richiesti contrassegnati da un asterisco rosso a indicare che sono indispensabili per poter procedere: si noti che alcune informazioni si trovano già precompilate in quanto si è effettuato un accesso autenticato.
  • Per passare al passo di compilazione successivo si deve premere ovviamente Successivo ma si può anche in ogni pagina scegliere prima di salvare i dati inseriti (Salva in Bozza) in modo da pote4r successivamente recuperare il modulo con già tutte le informazioni precedentemente inserite: basterà in quel caso andare nella voce di menù Le mie istanze (anziché scegliere Nuova istanza) per trovare l’elenco dei moduli precedentemente salvati in bozza e recuperare quello relativo alla Disponibilità come scrutatore agendo sull’icona di scrittura presente nella colonna Operazioni (quella più a destra).
  • Si noti che fino al 24/8/2022 per terminare e inviare tale richiesta è indispensabile selezionare almeno una delle dichiarazioni aggiuntive relative alla età inferiore ai 30 anni e/o a essere disoccupato e iscritto alle liste di collocamento. La Commissione Elettorale Comunale nominerà gli iscritti in Albo che si sono dichiarati disponibili secondo l’ordine di arrivo delle dichiarazioni.
    NOTA BENE – Questo vincolo decadrà a partire da giovedì 25 agosto fino a giovedì 22 settembre, e chiunque potrà compilare il modello di istanza che sarà pubblicato a partire dal 25 agosto sempre sul portale Torino Facile (probabilmente sarà lo stesso modulo in cui non verrà più reso obbligatorio dichiarare uno di quelle due condizioni per poter inoltrare la richiesta).

Insomma, la procedura informatica per inoltrare la propria disponibilità per essere scrutatore alle prossime elezioni mi sembra lineare ben fatta e giustamente privilegia chi è giovane e/o disoccupato iscritto alle leste di collocamento. Anche la scelta di selezionare secondo l’ordine di arrivo delle dichiarazioni coloro che si sono dichiarati disponibili mi sembra la scelta più giusta.
Ovviamente, come sempre, la scelta d’inoltrare tale richiesta in modo informatico necessariamente crea un gap ulteriore tra i cittadini (anche se permane la possibilità d’inoltrare il tutto in forma cartacea, ma si perde la priorità). Già in un mio precedente post (Come ricevere, sul proprio telefonino, un ticket elettronico della fila corrente per accedere allo sportello di un ufficio postale, alias come discriminare la clientela in base alle sue capacità informatiche) avevo evidenziato questa pericolosa deriva della nostra società che, in nome di una presunta “semplificazione” sta utilizzando malamente certe tecnologie creando di fatto un sempre maggiore divario tra i cittadini: ora non esistono più solo gap economici culturali, ma se ne sono aggiunti anche di tecnologici!

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INPS: come accedere, tramite delega dell’identità digitale, all’area riservata di una persona anziana assistita

Già da tempo avevo scritto post relativi a come riuscire a scaricare il CUD dal sito dell’INPS, anche per assistere una persona anziana incapace di farlo in modo autonomo (e.g. Come recuperare il CUD dal sito INPS (aggiornamento 2020)). Da quest’anno le cose si sono complicate per il fatto che l’INPS ha dismesso la possibilità di autenticazione tramite username/password fornite dall’istituto stesso in passato tramite una procedura di consegna disgiunta di ciascuna parte delle credenziali (sebbene da qualche tempo tale procedura non venisse più supportata per cui tale modalità di accesso rimaneva disponibile solo per chi già aveva ottenuto tali credenziali).
Avevo già anche scritto post per evidenziare come la “rivoluzione” informatica in atto non sia del tutto adeguata e troppo spesso complichi solo la vita ai cittadini, soprattutto quelli anziani (e.g. Dal 1/10/2021 i cittadini potranno accedere all’area riservata solo con SPID, CIE o CNS nei siti dell’INPS e dell’Agenzia delle Entrate: la “rivoluzione” informatica inadeguata che complica solo la vita ai cittadini!; Come ricevere, sul proprio telefonino, un ticket elettronico della fila corrente per accedere allo sportello di un ufficio postale, alias come discriminare la clientela in base alle sue capacità informatiche).

Devo dire che, ora che si è estesa la possibilità di accesso autenticato anche tramite CIE (i.e. Carta di Identità Elettronica), la procedura di autenticazione “unificata” può essere un po’ più agevole in quanto non richiede una pregressa procedura di richiesta dello SPID (procedura diversa a seconda dell’operatore) anche se comunque richiede uno smartphone dotato di lettore NFC, installazione dell’apposita app CieID… insomma, un qualcosa non certo alla portata di tutti, meno che mai di una persona anziana! Inoltre molte persone hanno ancora la carta d’identità cartacea (… io compreso) e, se non sono cambiate le condizioni, non mi sembra risulti così agevole richiedere quella elettronica anticipatamente alla scadenza della vecchia cartacea talvolta ancora valida per anni!!
Qualora l’anziano, come spesso avviene, non possegga poi uno smartphone o comunque non ne possegga uno con lettore le cose si complicano anche se ho scritto appositamente un altro post (Da un solo smartphone come riuscire a gestire più SPID, anche ciascuno associato a persone differenti) per analizzare le possibili alternative che uno può adottare per cercare di risolvere anche questo ulteriore problematica!

P.S. 16/01/2023 – Vedi anche il mio post successivo  Come utilizzare la Carta Sanitaria come Carta Nazionale dei Servizi (CNS) in alternativa a un accesso tramite SPID/CIE: può essere anche un agevole metodo per operare per conto di una persona anziana o comunque incapace a utilizzare servizi offerti online

Ma andiamo ora ad approfondire la tematica in oggetto, vale a dire come riuscire ad accedere al sito dell’INPS per conto di una persona che non è in grado di farlo (generalmente anziana o addirittura allettata) e senza che questa abbia i prerequisiti (i.e. SPID, CIE) per poterlo fare semplicemente aiutandola e utilizzando una delle modalità descritte nei miei post precedentemente citati. Questa necessità nasce anche solo per scaricare il CUD relativo alla sua pensione, per cui penso sia una problematica assai comune.

Se uno accede con le proprie credenziali alla propria area privata, vengono subito mostrate le ultime comunicazioni non ancora lette tra cui la seguente del 30 agosto 2021 (se da allora non hai fatto accesso a quel sito): per proseguire si è obbligati a segnare la checkbox con cui uno dichiara di aver preso visione di tale informazione 🙄.

Se uno va nella sezione Delega dell’identità digitale per accedere ai servizi online, sembrerebbe che uno possa effettuare il tutto online, ma questo è solo possibile solo se uno già accede al sito con le proprie credenziali e vuole delegare altra persona e NON per richiedere invece di poter accedere ad altra utenza fornendo ovviamente tutti i documenti richiesti caricandoli digitalmente!

Infatti, se si va nella voce Profilo dal menù che si apre cliccando sul proprio nome in alto a destra, si giunge a una sezione appunto con i propri dati e che consente tra l’altro di effettuare una Delega identità digitale solo per se stessi (i.e. Delega l’accesso per tuo conto e non per richiedere di poterlo avere tu per un’altra persona!): faccio notare che tale menù non è particolarmente intuitivo e ricercandolo semplicemente con il Cerca, non viene agevolmente trovato!

Come dunque fare per accedere al sito dell’INPS in vece di un’altra persona assistita? Il possedere una procura anche generale sembra non serva più di tanto (almeno così mi hanno detto quando contattato). La prima cosa da fare è prenotare un appuntamento all’INPS di competenza: telefonando non i riesce a parlare con un operatore per chiedere spiegazioni per cui sembrerebbe che l’unica è prenotare e aspettare che eventualmente ti ricontattino loro prima dell’incontro per assicurarsi che uno abbia tutti i documenti necessari. I tempi di attesa non sono particolarmente lunghi (cieco una settimana nel mio caso) e quando mi hanno ricontattato mi hanno inoltre detto che nel caso specifico di richiesta di delega dell’identità digitale, uno ci si può recare anche direttamente nella sede INPS anche senza necessità di una specifica prenotazione! Sembra che la strada più veloce sia quella di richiedere al medico di famiglia dell’assistito di compilare il modulo AA11 (Certificazione/Attestazione del medico del SSN dell’impossibilità del cittadino a recarsi presso una Struttura INPS) e quindi produrre il modulo AA08 (Richiesta di registrazione delega dell’identità digitale) firmata dal delegante (i.e. l’assistito). Ovviamente si deve portare sia la carta d’identità sia il codice fiscale del delegante e del delegato.

Insomma, pur nella complicazione, devo dire che la procedura si è dimostrata non così lunga e complicata come inizialmente mi era sembrata e nel giro di pochi giorni sono riuscito a ottenere la delega per accedere al sito dell’INPS anche per l’assistito.

Ora, una volta che mi autentico con il mio SPID/CIE, mi viene chiesto per quale persona voglio operare (i.e. per me o per l’assistito). Se scelgo l’assistito, poso operare a nome suo e quindi scaricare, ad esempio, il suo CUD.
Conviene altresì impostare anche per lui i propri contatti personali in modo da ricevere sulla propria email e numero telefonico anche le comunicazioni per l’assistito:

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Come ricevere, sul proprio telefonino, un ticket elettronico della fila corrente per accedere allo sportello di un ufficio postale, alias come discriminare la clientela in base alle sue capacità informatiche

Per decenni ho avuto a che fare con l’informatica, ho progettato e sviluppato SW e credo ancora che la tecnologia, anche quella informatica, possa aiutare a semplificare la vita di tutti, quella di qualsiasi cittadino.
Purtroppo devo constatare sempre più che attualmente la realtà ci dimostra come invece un non appropriato utilizzo di queste tecnologie stia facendo aumentare il divario tra gli eletti capaci di sbrigarsela con PC/telefonino e il resto della popolazione: i primi ne sanno sfruttare i vantaggi a scapito degli altri che si trovano sempre più in difficoltà a svolgere anche quelle semplici operazioni che un tempo riuscivano a fare senza particolari problemi. Questi ultimi non sono solo anziani o persone prive di Cultura, ma i tratta di una ampia fascia della popolazione che comprende anche professionisti di alto livello nel loro campo.

Mi viene in mente la canzone Il tutto è falso di G. Gaber in cui in un verso recita:”… quest’assalto di tecnologia ci ha sconvolto la vita…”.
Il problema tuttavia non risiede nella tecnologia di per sé, ma di come viene utilizzata non tenendo troppo conto di chi sarà poi l’utilizzatore finale!
Per un servizio al cittadino, non si può richiedere necessariamente l’utilizzo di uno smartphone e si deve comunque prevedere anche una procedura alternativa che non sia penalizzante per chi deve utilizzarla. Inoltre, anche nell’uso di un’app, questa deve presentare un’interfaccia agevole che presenti subito nella sua homepage icone/link ai servizi, almeno per quelli più richiesti (e.g. l’acquisizione del ticket per la coda ad un ufficio postale richiede invece una procedura che inizia scegliendo dal menu la voce Cerca su mappa… insomma un qualcosa non certo ovvio!). Ogni procedura deve poi essere minimale e non richiedere passi non indispensabili (e.g. per prendere tale ticket perché richiedere l’autenticazione?). Infine, era poi chiedere troppo mettere ben in vista, fuori di ogni ufficio postale, ad esempio un QR code per accedere a una pagina del sito delle Poste che fornisca quel servizio già associandolo a quello specifico ufficio postale? Esistono App web che non richiedono di essere installate essendi di fstto “semplici” siti che forniscono un’interfaccia da app e permettono eventualmente di salvare una loro icona sul lo smartphone per poterli attivare più semplicemente (e.g. vedi, ad esempio, Angular, React, Vue or … BLAZOR? How to build a Web UI with C#). Insomma delle metodologie utili, atte a semplificare i processi informatici esistono, ma troppo spesso non vengono utilizzate adeguatamente!

Ho già scritto post al riguardo (e.g. SPID (Sistema Pubblico d’Identità Digitale): la panacea per l’accesso a tutti i servizi offerti dalla Pubblica amministrazione? Non direi proprio!) per evidenziare questa pericolosa deriva della nostra società che, in nome di una presunta “semplificazione” sta utilizzando malamente certe tecnologie per creare un sempre maggiore divario tra i cittadini: ora non esistono più solo gap economici e culturali ma se ne sono aggiunti anche di tecnologici!

Questa mattina mi sono recato in un ufficio postale per via di una raccomandata che desideravo ritirare al più presto per cui non avevo utilizzato la procedura di prenotazione che generalmente rimanda almeno al giorno seguente. Vista tuttavia l’entità della coda, dopo una mezzora di attesa, avendo davanti a me ancora una decina di persone, mi sono deciso comunque a provare di vedere se la tempistica di una prenotazione non fosse troppo penalizzante.
Ho scoperto allora che ora l’app Ufficio Postale delle Poste Italiane consente non solo di prenotare un turno allo sportello per un momento successivo, ma anche richiedere il ticket della fila corrente, analogamente a quanto si può fare da tempo tramite il distributore automatico di ticket presente all’interno dell’ufficio postale… oramai inaccessibile da anni per via della pandemia che ha comportato un ingresso assai scaglionato all’interno degli uffici postali per cui la coda ora viene fatta fuori in strada!
Così operando, acquisendo il ticket relativo al servizio desiderato, ho atteso pochi minuti affinchè sul tabellone (visibile anche da fuori attraverso i vetri) comparisse il mio numeretto e poi, “superando” la coda, sono riuscito a entrare prima di altre persone arrivate in coda ben prima di me. Comunque stavo svolgendo un’operazione del tutto regolare secondo le procedure previste dalle Poste Italiane e perciò nessuno ha nemmeno protestato… ma io mi sono vergognato nel mio intimo per essere tra i pochi a essere riuscito a sfruttare questa possibilità non certo alla portata di tutti: da qui la determinazione di scrivere questo post pur sapendo che comunque non potrà mai sopperire il gap tecnologico di cui sopra, ma almeno potrà aiutare qualche conoscente o visitatore del blog!
Mi chiedo: non sarebbe forse meglio spostare il distributore dei ticket cartacei al di fuori dell’ufficio postale in modo da rendere la regolamentazione della coda più equa per tutti? … e poi: perché almeno non pubblicizzare in modo adeguato (e.g. con un foglio appeso fuori dall’ufficio postale) tale possibilità resa disponibile dall’app in tutti quegli uffici postali in cui si prevede un grande afflusso e che quindi richiedono una gestione della coda tramite ticket? Perché poi non rendere più agevole e intuitivo tale processo di acquisizione del ticket tramite l’app? Infatti nella sua homepage non esiste alcuna icona che renda agevole iniziare tale procedura di prenotazione/acquisizione ticket per la coda. Si deve altresì utilizzare una lunga procedura elencata nel seguito, per nulla banale e nemmeno del tutto intuitiva, che ovviamente prevede come prerequisito non solo di aver installato l’app Ufficio Postale sul proprio smartphone, ma anche di aver già proceduto alla registrazione delle proprie credenziali per accedere alle Poste Italiane. Ecco elencata passo-passo la procedura attualmente necessaria (si noti che richiede, per essere iniziata, di aprire il menù selezionando Cerca su mappa… insomma un qualcosa di assai ovvio!!):

  1. Aprire il menù in alto a sinistra
  2. Selezionare la voce Cerca sulla mappa
  3. Selezionare, toccandolo con il dito, l’ufficio postale desiderato da una mappa ottenuta filtrando opportunamente per località/indirizzo (o consentendo all’app di conoscere la propria posizione corrente)
  4. Premere il pulsante Prenota ticket che compare in basso una volta selezionato l’ufficio postale desiderato che muta il colore da giallo a blu
  5. Autenticarsi con le proprie credenziali di Poste Italiane (nota: ma perché mai ci si deve autenticare dal momento che, se si potesse prendere il ticket cartaceo dal distributore interno, uno non dovrebbe mica farsi riconoscere? 🤔🙄)
  6. Selezionare Mettersi in fila per acquisire il ticket per la coda relativa a quel l’ufficio postale selezionato
  7. Selezionare il tipo di servizio per il quale si vuole ricevere il ticket
  8. A questo punto viene assegnato un ticket con un codice alfanumerico che verrà poi mostrato sul tabellone presente internamente all’ufficio postale (per cui ci si deve posizionare vicino ai vetri per poterlo vedere e per poi quindi recarsi all’ingresso!)

Nel seguito mostro passo-passo gli screenshot della procedura descritta per agevolare la sua realizzazione. Faccio notare che, inspiegabilmente, diverse pagine del processo non consentono di essere catturate come screenshot, per cui quelle ho dovuto fotografarle per mostrarvele: se si cerca di salvarle viene infatti mostrato l’avvertimento Impossibile acquisire la schermata a causa dei criteri di protezione: certo che salvare quelle videate può portare a seri problemi di privacy, sicurezza o quant’altro 🙄!

Si noti che anche tornando alla homepage dell’app, in alto compaiono i ticket che uno ha richiesto (se ce ne sono più di uno si possono vedere scorrendoli orizzontalmente) ciascuno dei quali presenta il pulsante Monitora coda che consente appunto di verificare a che punto uno sia nella coda.

Pubblicato in Giustizia, burocrazia e malcostume, Review e test, Smartphone OS, Tecnologia | 3 commenti

Come configurare uno smartphone Android per un uso agevole anche da parte di un anziano, alias come configurare il launcher Square Home per avere un’interfaccia utente migliore anche per chi non è tecnologico

P.S. questo post è stato iniziato diversi anni fa. Sebbene non sia ancora terminato e debba essere sicuramante rivisto, penso meriti di essere comunque pubblicato anche così com’è da tempo, sperando di avere nel futuro tempo per migliorarne la forma ed anche i contenuti!

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Talvolta ci sono post che hanno una lunga genesi e rimangono privati per mesi o anni, in attesa di essere terminati e più compiuti: questo è uno di quei post iniziato più di un anno fa. Sebbene forse incompiuto (ma come farebbe a esserlo?) lo pubblico perché penso possa fornire comunque utili indicazioni a chi si trovi nel dilemma di comperare/configurare uno smartphone per una persona anziana o comunque con scarse attitudini verso la tecnologia. Più volte in questi anni mi sono trovato anch’io a dover scegliere un telefono per parenti anziani per cui nel seguito cercherò di fornire alcune indicazioni utili e aggiornate.
Tuttavia questo post non è unicamente rivolto alle persone anziane (o meglio a chi deve provvedere a configurare appropriatamente un telefono per un uso da parte di una persona anziana) bensì anche a tutti coloro che desiderano migliorare l’usabilità dell’interfaccia del loro smartphone: io stesso, che sono un esperto del settore, ho adottato molti dei consigli che mi sono sentito di fornire nel seguito non solo nel configurare lo smartphone di familiari/conoscenti ma anche del mio personale!

Sembra che oramai si dia per scontato che un cittadino possegga un proprio smartphone personale a cui appoggiarsi per poter svolgere le sue operazioni verso la Pubblica Amministrazione e verso gli istituti bancari.
Per effettuare un bonifico, vedere la propria pensione/CUD, per prenotare un servizio alle Poste senza dover aspettare in coda, per ricevere il cashback di Stato per gli acquisti effettuati con metodi tracciabili, per scaricarsi in modo autonomo il greenpass che certifichi il proprio stato di vaccinazione Covid-19 e poterlo così mostrare quando richiesto… questi sono solo alcuni degli utilizzi di uno smartphone che vanno ben oltre la telefonata e l’invio di messaggi!
Certo non sempre le procedure richieste sono davvero alla portata di tutti, come talvolta si intenderebbe propagandare (vedi, ad esempio, altri miei post precedenti: SPID (Sistema Pubblico d’Identità Digitale): la panacea per l’accesso a tutti i servizi offerti dalla Pubblica amministrazione? Non direi proprio!; Dal 1/10/2021 i cittadini potranno accedere all’area riservata solo con SPID, CIE o CNS nei siti dell’INPS e dell’Agenzia delle Entrate: la “rivoluzione” informatica inadeguata che complica solo la vita ai cittadini!) ma sicuramente, se configurato opportunamente, almeno alcune delle funzionalità presenti in uno smartphone possono tornare utile chiunque.

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Indice

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Introduzione

Avevo già scritto i seguenti post, in cui avevo cercavo di analizzare e confrontare alcuni telefoni che nel tempo avevo avuto modo di comprare e/o provare personalmente, per un uso facilitato da parte di persone anziane:

Sono dei post di qualche anno fa, ma mi stupisce sempre il fatto che ancora oggi sono tra quelli più visitati, a dimostrazione dell’interesse che esiste per questa tipologia di telefoni, essendo la popolazione attuale composta sempre più da persone di età avanzata e generalmente con difficoltà a star dietro alle continue innovazioni tecnologiche. Queste ultime, anziché risultare loro di ausilio come dovrebbero, troppo spesso presentano novità che invece ostacolano per loro quelle poche operazioni essenziali che desidererebbero compiere quale, ad esempio, effettuare una semplice telefonata a un familiare e magari inviare un messaggio anche solo con metodologie vecchie, vale a dire come SMS! Non è quindi inusuale trovare ancora anziani che continuano a utilizzare un vecchio telefonino usurato, in quanto da anni conoscono a menadito le sue seppur obsolete procedure per accedere alle poche funzionalità di cui necessitano … e non lo cambierebbero con nessun altro modello di generazioni successive!

Vecchio Nokia ancora utilizzato quotidianamente (con la batteria originale!) nonostante i numeri dei tasti, consumati dall’usura, non si leggano neppure più!

Il mio giudizio di allora, sui modelli provati specifici per una clientela anziana, era stato piuttosto critico e questo mio personale giudizio mi sembra confermato dai diversi commenti e richieste di delucidazioni sul funzionamento/configurazione di quegli apparati allora analizzati che ancora oggi vengono venduti spesso solo con minime variazioni di modello, ma con caratteristiche sostanzialmente analoghe. Allora, non mi ero quindi sentito di raccomandare nessun modello in particolare (soprattutto quelli per telefonia fissa), in quanto tutti avevano tradito le mie aspettative: mi ero quindi limitato a riportarne non solo i pregi ma soprattutto i difetti riscontrati che ovviamente avevo comunicato via email anche ai servizi clienti dei rispettivi produttori… senza tuttavia ricevere da loro alcun riscontro! 😦

In generale, se si escludono i tasti e/o le scritte sul display magari di maggiori dimensioni, tutti risultavano davvero poco più utilizzabili da una persona anziana rispetto a un classico telefono “normale” di costo assai inferiore.
Inoltre, le funzionalità specifiche presenti risultavano difficilmente configurabili da un utilizzatore di una certa età o anche da un familiare più giovane senza particolari nozioni tecniche, anche per l’assenza di un manuale utente chiaro e la presenza di procedure di configurazione complicate e quindi non certo alla portata di tutti.
Insomma sono telefoni che promettono molto, ma poi si perdono in termini di effettiva usabilità da parte dell’utenza per i quali dovrebbero essere pensati! Inoltre, benché generalmente non troppo costosi, di fatto lo sono se si vanno a vedere sia le tecnologie utilizzate (talvolta addirittura obsolete) sia la loro qualità costruttiva!

Il mio giudizio assai critico di allora, sui diversi modelli analizzati, sarebbe confermato ancora oggi non essendo comparsi sul mercato, a mia conoscenza, modelli che si discostino di molto da quelli da me già provati qualche anno fa: aspetto eventuali commenti o suggerimenti se ne avete!!

Sempre in quei post avevo già evidenziato come i modelli per telefonia mobile (i.e. cellulare) fossero, in base alla mia esperienza, in generale più indicati a un’utenza anziana, rispetto ai modelli per la telefonia fissa. 
Infatti le soluzioni che utilizzano telefoni fissi/wireless, seppure spesso forniscano in dotazione un telecomando capace, se premuto, di attivare una telefonata di emergenza, si scontrano poi sia sulla portata dello stesso in presenza delle pareti di casa, sia sulla modalità di gestione dell’attivazione remota della chiamata che risulta spesso non agevole e/o consona (e.g. la base si mette a suonare così forte da provocare ancora più ansia e sconcerto nell’anziano che si trova già in difficoltà dal momento che, appunto, ha attivato quell’allarme).
Inoltre, i cellulari possono essere portati anche fuori dall’ambiente domestico e perciò si possono utilizzare ovunque, anche eventualmente per chiamate di emergenza: taluni modelli poi presentano addirittura anche un apposito tasto fisico di emergenza, magari sul retro per non essere confuso con altri dedicati a una chiamata facilitata verso alcuni numeri preimpostati di maggior interesse (e.g. figlio/figlia).

Optando quindi per una soluzione che fa uso di un telefono cellulare, nel seguito cercherò di fornire alcune indicazioni utili per configurare al meglio un qualsiasi smartphone, anche di fascia bassa (ma non troppo!), affinché possa risultare più agevolmente utilizzabile anche da una persona con limitate conoscenze tecniche e magari anziana!
Infatti, spesso è sufficiente usare alcuni accorgimenti per trasformare un cellulare “normale” in uno decisamente più usabile anche da una persona anziana rispetto a modelli venduti specificatamente per quella tipologia di clientela, guadagnandoci non solo in prestazioni (e.g. memoria interna, RAM, versione del Sistema Operativo, qualità costruttiva), ma anche economicamente in quanto venduti a minor prezzo essendo prodotti in maggior quantità.

Nella prossima sezione incomincio a elencare delle best practice, cioè fornirò alcune indicazioni di carattere generale per rendere uno smartphone più consono per un uso semplificato, con una particolare attenzione alle esigenze specifiche di una persona anziana: queste considerazioni valgono indifferentemente dalla marca o dal sistema operativo dello smartphone.
Solo successivamente andrò nello specifico su come configurare uno smartphone Android seppur generico. Questa mia scelta è stata dettata dal fatto che quelli più economici hanno quel sistema operativo e quindi ho reputato più opportuno dettagliare meglio la configurazione per