Ho fatto l’acquisto del quotidiano online de La Repubblica tramite l’app omonima e ho trovato la procedura attualmente implementata davvero poco agevole, per di più con restrizioni sulle modalità di pagamento e quindi assolutamente non consona per un acquisto di questa tipologia di prodotto. Inoltre, il servizio clienti, da me contattato via email, in quanto non riuscivo a comprendere come riuscire a usufruire del servizio di lettura del quotidiano su un dispositivo differente da quello con cui avevo effettuato l’acquisto, mi ha risposto dopo due giorni fornendomi una procedura assurda da seguire, per di più spiegata in modo sommario e non preciso: seguendo quelle istruzioni alla lettera, queste non portavano infatti a risolvere la problematica non fornendo indicazioni su come di fatto riuscire ad impostare l’agognata password!
In questo post, quindi, spiego dettagliatamente quela che è la procedura effettivamente da seguire, seppure sia inspiegabilmente complicata, sperando che venga in futuro semplificata e divenga quindi alla portata di qualsiasi cliente, come è opportuno che sia!
Ma torniamo al punto di partenza! Con il tablet Android apro l’app La Repubblica e vado sulla sua sezione per effettuare l’abbonamento annuale. Mi viene proposto di inserire email e alcuni dati anagrafici, poi procedo con il pagamento che, con mia meraviglia, può essere effettuato solo tramite GooglePlay. Ora, cercando di catturare la pagina del processo di acquisto dal mio PC Windows, noto che, così operando (vale a dire su PC e accedendo al sito La Repubblica tramite il browser Edge), mi vengono invece proposte anche altre alternative tra cui il semplice uso di una carta di credito: a questo punto, non mi è chiaro se operando su un tablet Android dall’app La Repubblica a tutt’oggi l’unica modalità di acquisto proposta permane quella tramite GooglePlay, come era 15 giorni fa quando ho fatto l’abbonamento, oppure hanno esteso le modalità di pagamento anche operando dall’app su dispositivo Android! 🤔 I siti web possono differenziare la loro interfaccia sulla base del dispositivo su cui vengono visualizzati e inoltre la loro versione app può differire anche notevolmente da quella del loro sito raggiungibile da un browser, per cui anche la prima ipotesi (i.e. che ci siano differenti proposte di pagamento operando dall’app o dal sito web) risulta verosimile, seppur immotivata!
Opzioni di pagamanto proposte se si accede da un browser al sito de La Repubblica, mentre accedendo da app su smartphone/tablet Android viene proposto solo il pagamento tramite GooglePlay
Faccio notare che pagare con GooglePlaypotrebbe forse risultare agevole in quanto si può registrare in quel sistema il mezzo di pagamento desiderato (e.g. carta di credito, PayPal) per qualsiasi forma di acquisto/abbonamento presente e futuro, ma ha i suoi svantaggi. Infatti, se uno non provvede a recedere un abbonamento prima della sua scadenza, questo si rinnova in automatico qualsiasi sia la tariffa aggiornata dell’acquisto! Ad esempio, per l’abbonamento a un quotidiano, il primo anno costa decisamente meno degli anni successivi… oltre a possibili rincari negli anni: perciò, in alternativa a un rinnovo automatico (a qualsiasi prezzo), magari potrà tornare conveniente approfittare di qualche offerta online o addirittura optare per un’altra testata giornalistica. In questo post mostrerò quindi anche come procedere per annullare tale rinnovo automatico dell’abbonamento e, per ogni evenienza, come cancellare anche il metodo di pagamento inserito in GooglePlay: a mio parere è sempre meglio reinserire i dati di pagamento in caso di nuovi acquisti che delegare Google a procedere in automatico per qualsivoglia acquisto sul Web (magari non sempre proprio desiderato)!
Dopo avere quindi proceduto all’acquisto tramite GooglePlay (e configurando in esso il pagamento tramite PayPal), ricevo via email notifica del pagamento effettuato sia da GooglePlay sia da PayPal, ma nessuna comunicazione da Gedi Digital srl che gestisce la parte informatica della distribuzione online dei quotidiani!! Insomma nessun invio di una email di ringraziamento con spiegazioni su come procedere per ottenere le credenziali da utilizzare per accedere nella sezione privata di lettura del quotidiano.
Ricevuta di pagamento inviata via email da GooglePlay
Comunque sul tablet, anche senza un’autenticazione effettiva, quel pagamento ha reso comunque leggibile (misteriosamente in quanto non ho eseguito formalmente un accesso non avendo una opassword!) quel quotidiano dall’app La Repubblica, probabilmente in base al fatto che l’utente del dispositivo è autenticato con il suo account Google, lo stesso con cui è stato effettuato il pagamento dell’abbonamento tramite GooglePlay.
Dal momento che è indicato, nel sito del giornale, che la lettura del quotidiano online può essere fatta su ben 5 dispositivi, mi sono chiesto come fare farlo anche solo dal mio smartphone, dal momento che non avevo ricevuto le mie credenziali… Tanto meno riuscivo a comprendere come dare la possibilità di farlo a un familiare, che sicuramente avrebbe acceduto dal suo dispositivo in cui ovviamente è stato impostato un account Google di default differente dal mio! Falliscono quindi tutti i miei tentativi di effettuare l’accesso all’app La Repubblica anche dal mio smartphone e non trovo neppure alcuna indicazione su come procedere navigando nel sito del giornale… nemmeno leggendo le FAQ! Inutile anche provare ad accedere selezionando l’icona di Google dalla pagina di registrazione, cioè tramite autenticazione con il social network Google (i.e. con le stese mie credenziali Google con le quali avevo effettuato il pagamento con GooglePlay): 😣
Scrivo quindi una email a assistenzaclienti@gedidigital.it pensando di ricevere una risposta in giornata (magari anche solo una risposta in automatico) anche se è sabato: invece, dovrò attendere il lunedì mattina per ricevere una email di presa in carico della mia segnalazione e solo poi il lunedì pomeriggio per avere la risposta effettiva che recita quanto segue: “Gentile Lettore, la ringraziamo per averci contattato, con la presente la informiamo che, da qualche mese è presente un’unica app per la testata La Repubblica, indipendentemente dal tipo di abbonamento alla quale si è aderito. Di seguito le alleghiamo la procedura per recuperare gli abbonamenti sottoscritti tramite piattaforma Apple: -si assicuri di utilizzare sul suo dispositivo con lo stesso ID con cui ha acquistato l’abbonamento. – apra l’applicazione; – clicchi sulla sagoma della testa, solo se è scritto “caro lettore, il tuo username è….” clicchi su LOGOUT. – clicca su omino sotto ACCEDI è specificato ABBONATI –Clicca ABBONATI, sotto le offerte viene specificato – RECUPERA I TUOI ABBONAMENTI, lo clicchi e dia conferma; -Risulta direttamente una nuova pagina,clicca ACCEDI e inserisci mail + password per accedere successivamente su tutti i dispositivi.
Cordiali saluti, Assistenza clienti GEDI Digital srl“
Immagino che quella email abbia un testo standard, in quanto sicuramente non sarò stato il solo a inoltrare loro la medesima richiesta: si parla, infatti, della procedura che avrei dovuto fare per recuperare gli abbonamenti sottoscritti tramite la piattaforma Apple… quando invece io, nel testo della mia email, avevo specificato di avere effettuato l’acquisto dall’app La Repubblica su un tablet Android e con GooglePlay! La procedura indicata parla poi di recupero delle credenziali, come se uno le avesse dimenticate… mentre in realtà non mi sono state mai fornite una volta effettuato il pagamento: mi sarei infatti aspettato, ad esempio, di ricevere una email con un apposito link per generare la mia password!🙄 Viene detto “Clicca ABBONATI, sotto le offerte viene specificato – RECUPERA I TUOI ABBONAMENTI, lo clicchi e dia conferma; -Risulta direttamente una nuova pagina,clicca ACCEDI e inserisci mail + password per accedere successivamente su tutti i dispositivi”… ma quale password se non mi è ancora stato indicato come impostarla (questa era specificatamente la mia richiesta di assistenza)?? Inoltre, per essere una risposta standard, non ho potuto non notare sia la poca professionalità di quello scritto (si passa dal “tu” al “Lei”, mancano spazi, punteggiatura…) sia la mancanza di una procedura dettagliata che avesse un riscontro preciso procedendo nel seguirla. Cerco, infatti, di seguire alla lettera le indicazioni presenti, ma mi accorgo sia della loro poca chiarezza sia di inesattezze/mancanze. A parte il fatto che la procedura che indicano da seguire è assurda, non sarebbe stato molto meglio almeno mostrare qualche screenshot che mostrasse chiaramente i diversi passaggi, magari pubblicando il tutto direttamente nelle FAQ, evitando così inutili aperture di richiesta assistenza da parte dei clienti? 🤔
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Nel seguito la procedura passo passo per riuscire ad avere le credenziali (username/password) da inserire nei 5 dispositivi abilitandoli alla lettura del quotidiano dall’app La Repubblica o dal sito de La Repubblica raggiunto tramite un qualsiasi browser (e.g. Edge, Chrome, Firefox, Safari, Opera). Si noti che nella descrizione di ciò che si ottiene acquistando quell’abbonamento, viene indicato che la navigazione è limitata a una utenza utilizzabile su cinque dispositivi… frase sibillina che non lascia intendere se in quei dispositivi la lettura può avvenire anche in contemporanea o meno! … la risposta positiva la si ottiene solo empiricamente 😉: d’altra parte la copia digitale del quotidiano viene scaricata in locale e si può poi procedere alla lettura in locale addirittura anche in mancanza di connessione Internet.
Innanzitutto lo usernamedelle proprie credenziali è l’email che uno ha indicato quando ha effettuato il pagamento… come d’altra parte era intuibile!
Il problema è come ottenere una password, dal momento che, una volta effettuato il pagamento, non si riceve nessuna email con il tipico link con cui poterla importare! Per ottenerla, la procedura da seguire è la seguente:
Se si è su un dispositivo diverso da quello con cui si è effettuato l’acquisto (e.g. si è sullo smartphone e l’acquisto lo si era fatto dal tablet, da cui già si riesce a leggere il giornale online), si deve innanzitutto installare e lanciare l’app La Repubblica. Quindi si deve toccare l’icona circolare con l’immagine della persona (in alto a destra) in modo che si apra il menù che consente diverse scelte tra cui ACCEDI per autenticarsi inserendo le proprie credenziali (di cui però non abbiamo ancora la password) e quella ABBONATI che consente appunto di effettuare l’abbonamento. Nota: se si opera dal medesimo terminale con cui si è già effettuato l’acquisto (e con cui quindi si riesce già a leggere il giornale), è necessario innanzitutto sloggarsi premendo Esci (in rosso in fondo all’elenco del menù che compare cliccndo sull’icona della persona in alto a destra) e quindi procedere come indicato precedentemente in questo punto.
Scorrere fino al fondo alla pagina che si raggiungere premendo ABBONATI: qui si trova il link Recupera i tuoi abbonamenti che deve essere premuto. Nota che quel link non risulta subito visibile non trovandosi nella parte superiore della pagina, per cui per scoprirne l’esistenza è necessario scorrere in fondo a quella pagina!
Quindi si torna al menù e si sceglie ACCEDI, e in quella pagina si inserisce la propria email (la medesima indicata quando si è effettuato l’acquisto dell’abbonamento) e quindi si preme il link Password dimenticata. Lo so che è assurdo dire che la password è stata dimenticata dal momento che mai è stata fornita/impostata, ma questo è quanto… 🙄
A questo punto, all’indirizzo di posta che uno ha indicato (sempre se quello è lo stesso utilizzato nell’acquisto e quindi è associato ad un abbonamento), arriva una email in inglese, senza alcun riferimento al giornale La Repubblica o a GEDI, inviata da un fantomatico noreply.gigya-raas.com in cui viene unicamente fornito un link da cliccare per reimpostare la password (è incredibile, ma vedi sotto lo screenshot che attesta che quanto dico è vero! 😯). Conoscendo bene le frodi infomatiche e i messaggi/email di spam o peggio ancora, devo dire che sono stato assai titubante a cliccare su quel link fornito in quella email, senza indicazioni specifiche e proveniente per di più da un mittente sconosciuto. Solo il fatto che fosse arrivata proprio qualche istante dopo la mia richiesta di reset della password mi ha fatto desistere dall’indugiare oltre e l’ho premuto confidando nella buona sorte! Si è aperta allora nel browser di default la pagina eulogin.gedi.it/NewPassword relativa ad un sistema gestionale SAP che finalmente mi ha consentito di impostare la propria password!!
A questo punto si può accedere dall’app La Repubblica o dal sito de La Repubblica indicando come credenziali appunto come username la propria email e la password che uno ha impostato nel passo precedente.
Insomma, una procedura oggettivamente complicata senza motivo, con passaggi non spiegati dalle indicazioni fornite nella email del servizio clienti Gedi!
Per chiarire ogni eventuale dubbio, lascio nel seguito gli screenshot di tutti i passaggi necessari… non essendo pochi!!
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Come ho già suggerito, è conviene poi subito annullare su GooglePlay quell’abbonamento (in realtà così operando si annulla il rinnovo di quell’abbonamento, dal momento che l’acquisto già effettuato con quel metodo non può essere comunque annullato) e cancellare poi anche su PayPal (qualora, su Google Play, si sia indicato quello come metodologia di pagamento) qualsiasi pagamento in automatico a Google inc. Per annullarlo in Google basta andare nella pagina di gestione del proprio account Google (e.g. da https://www.google.it o da Gmail) e poi andare in Metodi di pagamento dove, se impostati, sono elencati tutti i metodi di pagamento autorizzati:
Dopo averlo tolto come metodo di pagamento in Google, è opportuno andare in PayPal nella sezione Wallet/Pagamenti automatici e cancellare dall’elenco Google inc.: in tal modo non sono più concessi pagamenti in automatico da parte di Google Play.
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Infine, per gestire poi i dispositivi autorizzati alla lettura del quotidiano, basta andare nel sito GEDI o anche nel sito de La Repubblica, autenticarsi e andare nella sezione Profilo -> Dispositivi. Questo è necessario ad esempio qundo si cerca di abilitare un nuovo dispositivo e viene detto che il massimo numero di abilitazioni (i.e. 5 terminali) è stato già raggiunto, per cui è necessario magari rimuovere qualche dispositivo in disuso per poter procedere ad aggiungerne uno nuovo.
In questo post mostrerò come sia possibile collegare tale sistema di telecamere anche ad Alexa in modo da potere attivare/disattivare vocalmente la notifica di allarme e vedere in tempo reale i video ripresi sia tramite l’app Alexa sul proprio smartphone sia tramite un qualsiasi Echo Show (Echo show 5, Echo show 8, Echo show 10) o anche tramite TV conFire Stick.
La procedura precede innanzitutto di installare l’Alexa Skill specifico della Ezviz che si trova gratuitamente nello store di Amazon:
… attivabile anche direttamente dall’app Alexa installata sul proprio smartphone (Altro -> Skill e giochi):
Per abilitarla all’uso, ci si deve ovviamente autenticare con le proprie credenziali Ezviz, le medesime già impostate per poter utilizzare l’app Ezviz sul proprio smartphone:
A questo punto le proprie telecamere Ezviz verranno elencate tra i dispositivi pilotabili tramite Alexa: si può ovviamente attivare o disattivare il collegamento ai comandi vocali tramite Alexa operando sull’apposito interruttore Attiva.
A questo punto si può visualizzare in real time le riprese di una telecamera in particolare chiedendo a un ad Alexa: “Alexa, mostra (nome della telecamera)“. Conviene ovviamente dare a ciascuna telecamera un nome ben riconoscibile e possibilmente (ma non necessariamente) a parola unica (e.g, Casa, Ingresso, Garage) per facilitarne in riconoscimento.
Infine, riporto nel seguito quanto indicato da Ezviz stessa nella pagina relativa all’Alexa Skill Ezviz:
Una volta collegato l’account, la visualizzazione delle telecamere è supportata su Amazon Echo Show, Echo Spot, Fire TV, Fire Stick di seconda generazione o tablet Fire (7a generazione e superiori). Per vedere la tua fotocamera, dì semplicemente “Alexa, mostra il (nome della fotocamera)” Alcune note importanti: • Prima di connetterti ad Amazon Echo Show, Echo Spot o Fire TV, accedi all’app EZVIZ e vai alle impostazioni della telecamera. Cerca “Crittografia immagine” e tocca per disattivarla. Tocca “OK” quando viene visualizzato il messaggio. Inserisci il codice di verifica per applicare la modifica. • Come modificare il nome della videocamera EZVIZ: una volta aggiunta la videocamera al tuo account EZVIZ, puoi cambiarne il nome nella pagina delle impostazioni della videocamera EZVIZ. Seleziona un nome adatto per la tua fotocamera, ad esempio “stanza del bambino” o “porta d’ingresso”. • Puoi visualizzare i feed live dalle telecamere EZVIZ su Amazon Echo Show o Fire TV pronunciando il comando “Alexa, mostra il (nome della telecamera)”. Per ulteriori informazioni e risorse, visitare EZVIZ online all’indirizzo http://www.ezvizlife.com o contattare il nostro team di supporto al numero 1-855-693-9849 o service@ezvizlife.com.
Ora l’utente proprietario dell’account Amazon può solo configurare il riconoscimento della propria voce [i.re. ID vocale] (leggendo alcune frasi tramite procedura guidata dell’app Alexa) e definire una lista di persone familiari, abituali utilizzatrici dei suoi dispositivi Alexa (e.g. Echo pop, Echo dot, Echo studio, Echo show 5, Echo show 8, Echo show 10), collegati alla propria utenza Amazon. Per ciascuna di queste persone, tuttavia può indicare solo un nickname e l’eventuale grado di parentela… nulla relativamente alla configurazione del loro ID vocale (così viene chiamata l’identificazione del parlato di una specifica persona):
Come fare quindi a fare riconoscere da Alexa la voce di una delle persone che uno ha inserito nel definire la propria famiglia (in alto nella sezione Altro del menù in basso e poi scegliendo Impostazioni/Il tuo profilo e la tua famiglia)? Si noti che premendo il tasto “+Aggiungi un’altra persona” è possibile appunto aggiungere un nuovo nominativo di un familiare… ma non sembra esistere dall’app Alexa un modo per cancellarne uno inserito precedentemente e neppure modificarne il nome! 🤔 Per farlo infatti si deve andare (con un qualsiasi browser) al sito Amazon.it, posizionate il mouse sopra Account e liste per fare comparire il menù a tendina dove viene attualmente mostrato (in alto a destra) “Gestione profili” per trovare tutti i membri attivi della propria famiglia su Amazon in generale (e non solo su Alexa) con possibilità di eliminarne e/o aggiungerne alcuni. Per eliminarne uno basta selezionarlo e poi scegliere (in basso a destra) Rimuovi profilo. Per aggiungerne uno si deve cliccare (in basso a sinistra) su Aggiungi profilo: si noti che vengono elencati anche profili configurati originariamente con Alexa quando la procedura era differente!
Insomma, penso (e spero) che nel prossimo futuro Amazon modifichi la procedura di gestione dei profili di familiari di un utenza Amazon, consentendone un’agevole gestione anche dall’app Alexa dove probabilmente originariamente le utenze erano disgiunte da quelle relative agli acquisti su Amazon ed erano specifiche solo all’utilizzo dei dispositivi Alexa: ora mi sembra che stiano unificando il tutto senza per ora giungere a un’interfaccia utente agevole che consenta una completa gestione tramite sia sito Amazon.it sia app Alexa!
Per allora configurare la voce di un proprio famigliare, è necessario che costui si installi l’app Alexa sul proprio smartphone/tablet e si autentichi con quell’app con le credenziali Amazon del proprietario dei dispositivi Alexa in questione: non appena fatto ciò gli verrà proposto di completare il suo profilo e, in particolar modi di Impostare ID vocale.
Premendo quel tasto Imposta ID vocale, se si acconsente alla creazione del proprio profilo vocale, verrà proposta di leggere alcune frasi da parte del familiare proprietario dello smartphone, informazioni che verranno utilizzate da Alexa per riconoscerlo. Per verificare che il processo sia effettivamente andato a buon fine, si può, ad esempio, chiedere a un qualsiasi dispositivo Alexa: “Alexa, dammi le ultime notizie“. Risponderà: “Ciao – il nome della persona –. Ecco le tue notizie!“. Il riconoscimento della voce della specifica persona servirà ovviamente poi anche per rispondere adeguatamente a tutte quelle domande che necessitano una specializzazione in base a chi le richiede (e.g. “Alexa metti della musica che mi piace“).
Dopo circa un semestre, e una replica al teatro San Martino di Rivoli due settimane fa, la compagnia “Il laboratorio dell’arco” torna al teatro Sant’Anna di Torino per riproporre lo spettacolo teatrale “Noi che… Trinità“, scritto dal nostro regista/attore Alberto Giovannini Luca.
Si tratta di uno spettacolo originale in cui recitazione e filmati registrati in esterno si alternano, il tutto condito da buona musica e comicità pur essendo il copione un testo distropico che ci riporta a testi di letteratura quali 1984 di George Orwell o ancor più a Fahrenheit 451 di Ray Bradbury… anche se in questo caso non sono i libri a essere proibiti ma dei generi musicali!
Vi invito quindi a vedere questo video pubblicitario che ho creato dalle immagini e riprese della “prima” della scorsa primavera… e, ovviamente, a venirci a vedere questa sera se non siete impegnati!
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Link ad album di foto scattate nella prima dello spettacolo e nelle successive due repliche:
A questo punto tra i possibili suoni che si possono usare per una notifica di un’app (Impostazioni -> Suoni e vibrazione ->Suono di notifica), comparirà anche quel file mp3 appena inserito nella cartella Notifications tra i suoni personalizzati (che si aggiungono a quelli presenti di default, ad esempio, nello smartphone):
Suono di notifica personalizzato aggiunto per un allarme
Andando quindi nelle Impostazioni del proprio smartphone nella sezione di configurazione specifica di quell’app specifica – i.e. Ezviz – (Impostazioni -> Applicazioni), quell’audio appena inserito si associa alla notifica come suono Predefinito per quell’app:
Ora ho dovuto configurare un altro smartphone per realizzare la medesima funzionalità ed ho notato che non mi compariva più la possibilità di selezionare un suono specifico per la notifica di un’app particolare (a meno che questa funzionalità non sia implementata internamente alla specifica app, come nel caso di Chrome dove appunto compare il link Configura in Chrome).
Dopo probabilmente qualche aggiornamento del sistema operativo o dell’interfaccia utente delle impostazioni di Samsung, ora è necessario, per poter configurare un suono specifico per un’app, andare ad attivare (essendo disattivato per default) “Gestisci le categorie di notifiche per ogni app” da Impostazioni/Notifiche/Impostazioni avanzate“.
A questo punto si puoi vedere in ciascuna app specifica (e.g. Ezviz) le opzioni per poter selezionare il suono più opportuno per quello Predefinito: nel caso specifico mi compaiono due Predefinito nella Categoria di notifiche di quell’app che ho entrambe impostato con il medesimo file personalizzato alarm-car-or-home-.mp3.
In questo post potete trovare come ho potuto (almeno per ora) risolvere il problema riscontrato cambiando smartphone e non avendo più trovato nel Play Store di Google l’app NOX utilizzata dal sistema in mio possesso di motorizzazione tapparelle/tende della Eurotronic, Come vedrete, non è stato agevole e non devo certo ringraziare l’assistenza della EUROTRONIC per esserci riuscito pur essendo un problematica che mi accomuna a tutti coloro che hanno acquistato quel loro sistema di domotica: sono rimasto davvero molto deluso dalla loro politica che mi sembra non preveda nè retrocompatibilità nei nuovi loro sistemi, nè aggiornamenti, assistenza e supporto per i loro prodotti di domotica da pochi anni non più in produzione!
Spero che questo mio post possa contribuire a fare cambiare politica alla EUROTRONIC: diversamente, chi comprerebbe mai più un loro sistema di domotica, anche uno di ultimissima generazione, se quella ditta non è in grado di garantire la sua continuità di funzionamento, fornendo anche nel tempo aggiornamenti ed assistenza adeguati?Il futuro di un prodotto si vede anche (e soprattutto) dall’assistenza attualmente fornita per quelli che ha commercializzato in passato…
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P.S. Avendo inviato per conoscenza il link di questo mio post alla stessa EUROTRONIC da una settimana e non avendo ricevuto nessuna risposta, a questo punto dubito che qualcosa possa cambiare in questa loro assurda politica di (non) assistenza!
P.S. 6/11/2024 – Rimandando per email il link, dopo avere messo in primo piano la frase con cui ora esordico nel post, mi arriva oggi 06/11/2024 finalmente una risposta (sempre in spagnolo 🙄) che recita: “Buongiorno. Come le ho già detto, questo hub è fuori catalogo da 5 anni. Lo sviluppatore dell’app l’ha rimosso per questo motivo e non possiamo fare nulla. Può provare a installare l’app Nexo e, se non funziona per il suo sistema, può installare un nuovo hub Kumo wave. Le ho anche detto che non serviamo privati, quindi dovrebbe contattare l’azienda che ha effettuato l’installazione. Migliori saluti“.
Non ho potuto che scrivergli nuovamente (questa volta in italiano e con traduzione automatica in spagnolo! 🙄) che ovviamente la ditta autorizzata che me lo aveva installato è stata la prima da me contattata ed è stata proprio quella a dirmi che la Eurotronic non produceva più quel sistema di domotica e non offriva più supporto per quella che mi avevano installato solo 4 anni fa: nemmeno il mio telecomando ENOX WALL rotto si poteva sostituire con uno nuovo funzionante!! Le problematiche che ho con l’app Nexho gliele ho già evidenziate e sono ovvie non essendo quel prodotto stato specializzato per i vostri prodotti (il tecnico della Nexho è stato chiaro). Mi dice che lo sviluppatore dell’app ha rimosso l’app NOX e per questo motivo e non possiamo fare nulla, quando invece lo stesso mi ha detto (come scritto nel post) che quell’app NOX è ancora nel Play Store (l’ha scaricata proprio lui da quella!) ma è Google che l’ha resa non più pubblica in quanto non conforme agli attuali requisiti relativi ai livelli API target di Google Play. Infatti, Google richiede periodicamente che siano effettuate eventuali modifiche alle app per conformarsi, nel tempo, a sempre nuove norme di sicurezza e di prestazioni tese a migliorare sempre più l’esperienza utente di Android. Perciò quell’app NOX non risulterà più disponibile pubblicamente fino a quando non verrà aggiornata da EUROTRONIC per rispettare il nuovo livello API 34 richiesto ora da Google: questo probabilmente richiederebbe solo la ripubblicazione di quell’app, compilando alcuni dati durante il caricamento nel Play Store del suo apk, o al limite potrebbe richiedere la necessità di un’eventuale ricompilazione di quel pacchetto SW utilizzando delle nuove librerie aggiornate. Insomma, verosimilmente si tratterebbe davvero di uno sforzo minimale soprattutto se l’app era stata ben realizzata! Mi dice allora di installare il loro nuovo hub Kumo wave,… quando quello che era stato il rappresentante in Italia della Eurotronic (da me contattato come spiegato nel post) mi ha detto chiaramente che non è compatibile con gli attuatori Eurotronic che ho (motori NOXON RE, ENOX 1 WALL e ENOX 16 e sensore di vento/luce NOXON) in quanto addirittura operano a frequenze differenti: per utilizzare il loro nuovo hub dovrei quindi cambiare tutto il sistema, motori e sensori compresi… anche se ancora ovviamante funzionanti!! Ma cosa pensate, che ogni 4 anni uno cambi tutti gli attuatori di un sistema di domotica, seppur ovviamente funzionanti???
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Ho scritto poco tempo fa il post Come poter continuare a pilotare da remoto le motorizzazione NOXON RE della Eurotronic, non essendo più disponibile l’app NOX: problematiche e limitazioni in cui avevo evidenziato come non fosse più disponibile al pubblico sul Play Store l’app NOX fornita fino a pochi anni fa insieme al sistema di motorizzazione della Eurotronic per tapparelle/tende (motori NOXON RE, telecomandi ENOX 1 WALL e ENOX 16 e NOXON elements, cioè relativi sensori quali quello di vento/luce) con la possibilità di remotizzare i comandi tramite un apposito dispositivo (NOX WR) connesso come hub al router di casa. Avevo evidenziato come avessi fatto installare questo sistema da un rivenditore autorizzato solo nel giugno 2020, vale a dire poco più di 4 anni fa! Ora che un familiare ha cambiato smartphone (passando da uno Xiaomi ad uno Motorola), non potendo utilizzare un programma apposito di duplicazione proprietario della ditta produttrice dei due telefonini, ho utilizzato il sistema di copia offerto da Google (Copiare app e dati da un Android a un nuovo dispositivo Android) che, pur mantenendo le impostazioni/contatti, ha reinstallato le app dal Play Store… ovviamente quelle ancora presenti! Mi sono quindi accorto che stranamente l’app NOX non era più pubblicata.
Sempre in quel mio post ho indicato come, presentando la mia problematica (sicuramente comune a tutti coloro che avevano da pochi anni acquistato quel sistema di domotica), sia la ditta installatrice non mi avesse saputo fornire indicazioni su come procedere sia la ditta EUROTRONIC (contattata più volte via email) non avesse mai fornito alcuna risposta. Avevo quindi poi contattato telefonicamente quello che era indicato sul sito Facebook come referente della rappresentanza italiana della ditta (la Eurotronic Italy Srls, la quale, se ho inteso parlandogli, oggi non più esistente essendo stata assorbita dalla GiBiDi… sebbene nel loro sito, in verità, non abbia trovato nessun riferimento a prodotti della Eurotronic… 🤔), : da quella persona ero venuto a conoscenza della presenza di un’altra app Nexho che mi veniva indicata essere assai simile alla “vecchia” app NOX (ora non più presente nel Play Store) e quindi probabilmente utilizzabile in sua vece. Si noti che quell’app Nexho è ancora diversa da quella oggi pubblicizzata da EUROTRONIC nel loro sito (app EUROTRONIC): in quest’ultimo vengono unicamente pubblicizzati i loro nuovi prodotti e nulla rimane di quelli venduti solo pochi anni fa (ho potuto trovare alcuni dei loro manuali nella loro URL grazie solo ai motori di ricerca, non essendo questi collegati in alcun modo alle pagine del sito oggi pubblicate! Vedi a tale proposito il mio vecchio post relativamente al fatto che il web non dimentica: Parco Michelotti e la sua vegetazione: alias quando il web non dimentica!).
Pur ringraziando quel referente italiano che mi aveva fornito finalmente una prima informazione forse utile a risolvere il mio problema (che poi è il medesimo di tutti coloro che in Europa hanno acquistato quel sistema di domotica), mi aveva stupito una cosa: quel commerciale era a conoscenza dell’attuale indisponibilità dell’app NOX, ma per lui era naturale il fatto che il mio sistema di domotica, installato solo 4 anni fa da un distributore ufficiale, non fosse quindi più supportato da quella ditta dal momento che si era messa a fare nuovi prodotti alternativi, in linea con tecnologie più attuali… senza preoccuparsi non solo di mantenere in qualche modo una retrocompatibilità con i suoi prodotti precedenti, ma neppure di fornire alcuna continuità nel supporto informatico per il loro “vecchio” sistema!! Inutili, quindi, erano state le mie rimostranze a quella persona che, d’altra parte non era nemmeno più il referente italiano diretto di EUROTRONIC (per quello che ho inteso). D’altra parte, poi (come spiegherò nel seguito), un contatto della stessa EUROTRONIC mi scriverà via email: “Trattandosi di un modulo fuori produzione di anni fa, l’app non è stata aggiornata”… come se questo comportamento fosse “normale” per una ditta che fornisce soluzioni di domotica!
Diciamo innanzitutto che personalmente penso, sia come cliente sia come tecnico, che un un sistema di domotica serio debba garantire un’assistenza e affidabilità nel tempo per la durata dei suoi attuatori/motori, vale a dire anche per diverse decine di anni. Così avviene, infatti, per qualsiasi prodotto (anche in ambito informatico) realizzato da ditte serie e competenti, per le quali la soddisfazione della clientela deve mantenersi nel tempo.
Ho comunque installato quella nuova app Nexho che mi aveva indicato gentilmente, ma questa presentava alcune problematiche che ho descritto dettagliatamente nel precedente post: avevo allora inviato il tutto via email a info@eurotronic-europe.com (unico riferimento presente nella pagina dei contatti nel sito della EUROTRONIC) senza tuttavia ricevere mai alcuna risposta! Contattando poi anche la Farho Domotica SL, indicata come la ditta sviluppatrice dell’app Nexho, mi era stato indicato un altro l’indirizzo email opportuno da contattare, tecnico@eurotronic-europe.com. Fin da subito il problema da me evidenziato veniva da loro indicato come dovuto ad una mancanza di aggiornamento dell’app NOX da parte di EUROTRONIC, in modo da rispettare le nuove norme imposte da Google per le app presenti nel suo store.
Contattata quindi la EUROTRONIC tramite quella email, pur ricevendo ora finalmente da loro delle risposte (seppur in spagnolo, pur inviando io mail in inglese!), queste non fornivano assolutamente informazioni utili per risolvere quelle problematiche da me evidenziate in modo chiaro! Nella prima risposta mi si allegavano i manuali dei prodotti, che già avevo ed erano ovviamente inutili al mio fine (quel sistema di domotica era evidentemente ben configurato a casa mia, dal momento che funzionava correttamente con l’app “vecchia” presente nel precendente mio smartphone!), poi alle successive mie email si fornivano brevi risposte inutili e di circostanza di cui fornisco traduzione (anche la richiesta di poter almeno avere l’apk della “vecchia” app NOX rimaneva inevasa): “Trattandosi di un modulo fuori produzione di anni fa, l’app non è stata aggiornata. Lo sviluppatore dello stesso è colui che può avere una soluzione“. Chiedendo allora un contatto di quello sviluppatore (evidentemente esterno alla ditta), mi si rispondeva unicamente: “Ti abbiamo fornito i manuali in modo che tu possa effettuare le relative operazioni e abbiamo verificato che il modulo sia online, quindi non presenta malfunzionamenti. Poiché non vendiamo né serviamo privati, sarebbe consigliabile lei contattasse l’azienda che ha effettuato l’installazione“… come se io non l’avessi ovviamente già fatto come primo tentativo di soluzione della problematica in questione!
Infine, non ho più ricevuto risposta ad una successiva mia email finale, in cui concludevo dicendo: “No answer I received neither to my question if it is possible to upgrade my system using your new hub and maintaining the motors and the wind/light sensor I have, nor where I could find the “old” NOX app that is still working well on my old smartphone, eventually also as a package to be installed locally in my phone being no more available from the Play Store. You said that only the developer of that app could have it, but no email was provided in order I can contact him, even thought Eurotronic should have kept available that app for fairness to users of one of its systems sold only few years agoby authorized distributors. I hope, this time, to receive some useful answers“.
Insomma, inutile ogni mio tentativo di ricevere da EUROTRONIC una risposta almeno ad alcuni miei quesiti, seppur formulati puntualmente!
Non avendo quindi più speranza di trovare un aiuto dalla EUROTRONIC, ho provato allora a ricontattare la Farho Domotica SL (indicata come la ditta sviluppatrice dell’app Nexho e quella stessa che mi aveva fornito l’email tecnica della EUROTRONIC): essendo quella loro app assai simile a quella NOX, ho immaginato che probabilmente fosse stata quella medesima ditta a sviluppare anche l’app NOX o che comunque sarebbe forse stata in grado di risolvere le problematiche riscontrate utilizzando la loro app Nexho con il mio sistema di domotica della Eurotronic. Fortunatamente ho ricevuto da costoro risposte rapide ed esaurienti che mi hanno consentito di risolvere il mio problema. Mi hanno detto innanzitutto che l’app Nexho non è destinata all’uso con il NOX WR della EUROTRONIC, per cui le problematiche da me riscontrate usandola con il sistema in mio possesso erano prevedibili: l’app NOX, verosimilmente variante di quella Nexto, era stata sviluppata specificatamente per funzionare con i prodotti Eurotronic e questo giustificava il fatto che l’app Nexho non si adattasse al 100% al mio sistema di domotica. Inoltre, mi ha confermato che l’app NOX si trova ancora nel Play Store, ma da Google ne è stato rimosso l’accesso pubblico in quanto non conforme agli attuali requisiti relativi ai livelli API target di Google Play. Infatti, Google richiede periodicamente che siano effettuate eventuali modifiche alle app per conformarsi, nel tempo, a sempre nuove norme di sicurezza e di prestazioni tese a migliorare sempre più l’esperienza utente di Android. Dal sito di Google per agli svilppatori Android si apprende, infatti, che “da agosto 2024 le nuove app e gli aggiornamenti delle app devono avere come target Android 14 (livello API 34) o versioni successive per essere inviati a Google Play; ad eccezione delle app per Wear OS e Android TV, che devono avere come target Android 13 (livello API 33) o versioni successive. Le app esistenti devono avere come target Android 13 (livello API 33) o versioni successive per rimanere disponibili per i nuovi utenti su dispositivi con sistema operativo Android superiore al livello API target della tua app. Le app destinate ad Android 12 (livello API 31) o versioni precedenti (Android 10 (livello API 29) o versioni precedenti per Wear OS e Android 11 (livello API 30) o versioni precedenti per Android TV) saranno disponibili soltanto sui dispositivi con sistema operativo Android uguale o precedente al livello API target della tua app. Se hai bisogno di più tempo per aggiornare l’app, potrai richiedere un’estensione fino al 1° novembre 2024. Potrai accedere ai moduli di estensione dell’app in Play Console entro la fine dell’anno”.
Perciò l’app NOX non risulterà più disponibile pubblicamente fino a quando non verrà aggiornata da EUROTRONIC per rispettare il nuovo livello API 34 richiesto ora da Google: questo probabilmente richiederebbe solo la ripubblicazione di quell’app, compilando alcuni dati durante il caricamento nel Play Store del suo apk, o al limite potrebbe richiedere la necessità di un’eventuale ricompilazione di quel pacchetto SW utilizzando delle nuove librerie aggiornate. Insomma, verosimilmente si tratterebbe davvero di uno sforzo minimale soprattutto se l’app era stata ben realizzata!
Tuttavia, sembra che Eurotronic non voglia investire nulla per mantenere aggiornata quell’app che gestiva il suo sistema di domotica, in quanto non ne ha richiesto quel dovuto aggiornamento… senza preoccuparsi delle conseguenze inevitabili per tutti i clienti in Europache ancora oggi ovviamente utilizzano quel suo sistema di domotica (ricordo, venduto solo pochi anni fa e installato da installatori ufficiali). Tutto ciò è per me inconcepibile sia come cliente sia come tecnico. Io stesso ho anche altri sistemi di domotica (e.g. dispositivi smart della Iseo controllati tramite la loro app Argo), installati anni fa contestualmente a quello della EUROTRONIC, ma questi altri continuano ad essere supportati pienamente dalla ditta produttrice, aggiornandosi sia l’app sia il firmware del prodotto HW.
Comunque, almeno per ora sono riuscito a installare la “vecchia” app NOX anche sul nuovo smartphone, come ho già detto, unicamente grazie alle informazioni fornitemi dalla Farho Domotica SL da me contattata in quanto referente dell’altra app Nexho, nella speranza che fosse stata in qualche modo stata coinvolta anche nello sviluppo dell’app NOX (essendo verosimilmente questa una specializzazione realizzata per i prodotti specifici della Eurotronic).
Ovviamante, ora l’app NOX, non essendo più gestita dal Play Store di Google, è da considerarsi senza alcuna garanzia o supporto e quindi uno può installarla solo a proprio rischio e pericolo.
Tuttavia, non essendo da tempo più stata aggiornata, quell’app comunque rimane con i medesimi livelli di sicurezza e di prestazioni di sempre… per cui non penso sia il caso di preoccuparsi! Ho quindi scaricato (dal link fornitomi) l’apk di quell’app (i.e. acronimo di Android Application Package, che in italiano significa Pacchetto di applicazioni Android. Si tratta di un tipo di file che racchiude tutti i componenti di un’applicazione, consentendone l’installazione su un sistema operativo compatibile. Dall’agosto 2021 il formato è stato sostituito sul Play Store da Android App Bundle: gli App Bundle sono un formato di pubblicazione, mentre l’apk è il formato di packaging che alla fine verrà installato sul dispositivo specifico).
Ovviamante, non essendo installata tramite il Play Store ma direttaamnte dal file apk scaricato in locale, ho dovuto forzare lo smartphone a riconoscerla come affidabile:
Si noti che, una volta saputo sia come mai l’app NOX non fosse più presente nel Play Store sia che l’app Nexho non era completamente compatibile con il sistema EUROTRONIC in mio possesso (NOX WR), avrei comunque potutoestrarre l’apk di quella “vecchia” app, prendendolo dal vecchio smartphone in cui è ancora installata e funzionante. A tal scopo avrei potuto utilizzare, ad esempio, l’app App APK Extractor che consente, appunto, di estrarrne il pacchetto di installazione di un’app presente nel medesimo smartphone, salvandolo in una apposita cartella che uno indica durante tale processo (e.g. la cartella APK SALVATI da me creata): ho infatti provato personalmente a usare questa procedura e l’apk che è stato salvato si è dimostrato identico a quello fornitomi dalla Farho Domotica SL, vale a dire la versione 5.4: tramite l’app APK Extractor si scopre anche che quell’ultima versione dell’app NOX ha come target Android 9.0, cioè una versione del 2012 di quel sistema operativo (ora gli smartphone recenti hanno Android 14):
Se l’app NOX fosse stata ancora presente nel Play Store, sebbene dalla vetrina di Google Play non sia possibile scaricare direttamante un file APK, si sarebbe anche potuto utilizzare uno dei metodi che consentono di ottenere file APK “ufficiali” (senza per questo ricorrere alla pirateria) utilizzando ad esempio il downloader APKcombo.
Un grazie comunque ai referenti della Farho Domotica SL che si sono interessati alla problematica, pur non essendo loro direttamente coinvolti da un punto di vista commerciale, e non siano certo responsabili per la non corretta gestione di quel prodotto di domotica da parte della Eurotronic: infatti, hanno comunque contribuito in modo sostanziale per far sì che io potessi ancora utilizzare quel sistema anche con il nuovo smartphone! Come troppo spesso avviene, non sono i commerciali che risolvono concretamante delle problematiche, bensì dei tecnici, ponendosi talvolta direttamente loro stessi quale front-end per la clientela! 🙄
Come si evince dagli screenshot precedenti, tutto ora mi funziona correttamente anche nel nuovo smartphone, sensore di vento/sole compreso: mi rimane solo da rinominare opportunatamente i motori, copiando i nomi, che avevo assegnato a ciascuno, dall’installazione già configurata presente nel vecchio telefonino (vedi mio post precedente)!
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I possessori del medesimo sistema di domotica della EUROTRONIC che si imbattessero (cambiando cellulare) nella mia medesima problematica e non fossero in grado di scaricare l’apk dell’app NOX prendendolo da un vecchio telefonino in cui l’app NOX era stata a suo tempo installata (utilizzando, ad esempio, l’app APK Extractor come da me descritto in questo post), mi possono contattare e farò in modo di renderglielo comunque disponibile con un’agevole modalità alternativa.
Nota Talvolta accade che il modulo internet Nox WR diventi con il led rosso, indicando la mancata connessione al suo collegamanto ad internet e ai server remoti, rendendo quindi impossibile pilotare i motori tramite l’app NOX, in quanto non si collega al sistema. Si tratta di un malfunzionamento casuale di questo sistema della Eurotronic, che ho già riscontrato fin da subito, sebbene non avvenga per fortuna di frequente: evidentemente problemi di connessione momentanei non vengono gestiti convenientemente dal loro firmware per cui, per ripristinare il normale funzionamento del sistema, è sufficiente staccare il cavo di alimentazione del Nox WR e quindi rimetterlo. In questo modo riparte da zero il processo che lo collega ai server remoti e, dopo circa un minuto, il led ritorna verde, ad indicare la corretta connessione del sistema e la sua operabilità da remoto tramite l’app. Se si continualno a riscontrare pronblemi, può talvolta essere conveniente verificare la connessione (tramite cavo ethernet al router/extender) del Nox WR e magari staccare tale filo per poi ricollegarlo.
Abbastanza recentemente, vale a dire a giugno 2020, avevo acquistato e fatto installare da un noto rivenditore di Torino, il sistema di motorizzazione della Eurotronic per tapparelle/tende (motori NOXON RE, telecomandi ENOX 1 WALL e ENOX 16) con la possibilità di remotizzare i comandi tramite un apposito dispositivo (NOX WR) connesso come hub al router di casa. Avevo anche utilizzato il loro sensore di vento/luce (NOXON elements: dispositivo di controllo del vento e del sole) per automatizzare le tende da sole in modo che si alzassero in caso di vento eccessivo e si abbassassero con molto sole (impostazioni regolabili dall’utente e di cui avevo già allora fornito alcune indicazioni nel post Sistema bidirezionale di domotica gestibile anche da remoto e sensore di vento/sole per la gestione automatica di dispositivi motorizzati in cui ne avevo evidenziato pregi e difetti).
Nel giugno 2024, cioè solo qualche mese, fa avevo cambiato il mio smartphone e non avevo avuto problemi nell’avere l’app NOX, associata a quella soluzione di domotica, presente anche nel nuovo telefonino, forse perchè allora quell’app era ancora pubblicata nel Play Store o perchè, essendo entrambi i cellulari Samsung, avevo operato tramite il loro sistema proprietario di copia (Samsung Switch) connettendolo direttamente i due dispositivi. Ora che anche un altro familiare ha cambiato smartphone (passando da uno Xiaomi ad uno Motorola), non potendo utilizzare un programma apposito di duplicazione proprietario, ho utilizzato il sistema di copia offerto da Google (Copiare app e dati da un Android a un nuovo dispositivo Android) che, pur mantenendo le impostazioni/contatti, ha reinstallato le app dal Play Store… ovviamante quelle ancora presenti! Mi sono quindi accorto che stranamente l’app NOX non è più pubblicata. Come poter allora continuare a operare con quello smartphone per pilotare le persiane/tende? Esiste, è vero, ora un’app EUROTRONIC EUROPE pubblicizzata nel loro sito, ma fa riferimento ad un nuovo sistema domotico ricetrasmittente (Kumo Wave), smart hub compatibile con Siri, Alexa, Google Home e IFTTT: si legge che grazie a questo punto di connessione centrale, è possibile, ad esempio, avere un feedback sulla posizione della tenda da sole, della tenda o della tapparella e informazioni sull’intensità del segnale radio o sullo stato della batteria del motore. Sarà ancora compatibile con i motori NOXON RE, anche se con funzionalità ovviamante ridotte? Come effettuare il porting e sincronizzazione dal “vecchio” hub NOX WR? Nessuna indicazione presente nel sito della EUROTRONIC come se i prodotti che produceva e vendeva solo pochi anni fa non fossero mai esistiti!
Ho infatti navigato inutilmente nel loro sito senza trovare alcuna indicazione: anzi, riguardo ai prodotti da me acquistati solo pochi anni fa non esiste più nemmeno un riferimento ai loro manuali utente! Inutile è stata anche una ricerca generica su Internet tramite un motore di ricerca… anche se non penso proprio che sia solo un mio problema, dal momento che ne avranno certo venduti molti di quei prodotti in diversi stati europei!!!😣 [Nota: scoprirò poi che la loro nuova app non è probabilmete più compatibile con i prodotti che la medesima sitta produceva almeno solo 4 anni fa … 🤨].
Per fortuna almeno i manuali dei “vecchi” dispositivi si trovano ancora ricercandoli con un motore di ricerca sia su un’area della loro url evidentemente non più esposta nel sito (e.g. https://www.eurotronic-europe.com/docs/motor-nox-re-eurotronic.pdf) sia su alcuni siti generici di manuali (e.g. manualslib). Comunque ho reso disponibili anche da questo link (just in case!) i manuali del motore NOXON-RE e del Dispositivo Internet NOX-WR. Inoltre, per fortuna ci sono ancora alcuni video su YouTube che mostrano, ad esempio, come configurare il dispositivo per connettersi a Internet NOX WR anche tramite WiFi:
Ho provato allora a contattare via email la Eurotronic più volte, utilizzando sia il contatto presente sul sito sia alcuni riferimenti che avevo utilizzato in precedenza: nessuna risposta!
Guardando il sito Facebook di Eurotronic ho visto che l’ultimo post era del 15/3/2021… e rimaneva ancora non risposta una mia domanda che avevo inviato il 6/9/2020 tramite Messenger!!
Ho provato quindi a contattare il numero telefonico italiano presente sul sito Facebook di Eurotronic Italy Srls… seppur un brutto segnale fosse che l’ultimo post inserito fosse del 4/6/2019, cioè ancora più datato!!
Mi ha comunque risposto una persona gentile che, sentita la mia problematica, mi ha subito detto che ora la Eurotronic Italia non c’è più ed è stata inglobata nella GiBiDi: ho poi visitato il loro sito in cui, in verità, non ho trovato nessun prodotto della Eurotronic… 🤔). Mi ha anche detto che il mio sistema non è compatibile con la nuova app EUROTRONIC che è stata pensata per un nuovo hub e nuovi motori. L’informazione più utile che mi ha fornito è stata quella di installare l’app Nexho che sarebbe stata assai simile alla “vecchia” app NOX ora non più presente nel Play Store. Sarebbe bastato poi premere brevemente (altrimenti probabilmente lo si resetta!) sul tastino presente nel retro dell’hub NOX WR (operando con uno stuzzicadenti essendo quel tasto accessibile da un forellino) per sincronizzare la configurazione attualmente presente in quell’hub anche sul nuovo smartphone in cui è stata installata e lanciata quell’app Nexho .
A una mia specifica domanda se si potesse migrare al nuovo sistema magari acquistando il nuovo hub, mi ha risposto che non era possibile in quanto funzionava solo con i nuovi motori in grado di fornire anche un feedback per conoscere la corrente posizione delle tapparelle/tende: avrei dovuto cambiare tutto, compresi tutti i motori! Al mio successivo stupore che il nuovo sistema non fosse stato pensato per garantire una retro-compatibilità con i prodotti precedenti, come generalmente avviene con l’evoluzione, mi rispondeva che non sarebbe stato possibile in quanto operano a frequenze differenti per rispettare normative europee presto in vigore. [Ho poi visto che il sistema in mio possesso opera alla frequenza di 433,92 MHz cioè una frequenza, insieme al 868 MHz, utilizzabile a livello europeo. Se si va fuori Europa le cose cambiano: ad esempio negli USA il 433 MHz è concesso sebbene con limiti di potenza molto più bassi, mentre la 868 MHz è vietata, semmai si deve usare la 915 MHz. In Russia invece la 868 MHz è destinata ad usi militari. Entrambe quelle frequenze sono utilizzate comunque per dispositivi a corto raggio (100-500m senza particolari antenne) con la potenza nella banda limitata (e.g. 433MHz è a 10mW mentre a 868MHz per una porzione precisa si può arrivare fino a 500mW) e precisi limiti di durata della trasmissione. Insomma la giustificazione fornita da quella persona non mi ha convinto del tutto, anche perchè a quella frequenza funzionano tutti i cancelli e basculanti motorizzati che conosco… sebbene possano esistere in specifiche zone possibili fonti di interferenza riducendo la capacità dei trasmettitori e limitandone il funzionamento come anche specificato nel manuole del loro motore NOXON RE].
Trasmettitore ENOX 1 Wall a parete
Relativamante al trasmettitore ENOX 1 Wall a parete [utilizzabile per pilotare uno specifico motore direttamente, in alternativa all’uso dell’app] – dal momento che uno non mi funziona più bene anche cambiando la pila – mi ha detto che non esiste più in vendita e di provare ad andare dal rivenditore Decamatic in c.so Sebastopoli 306, Torino per provare se per caso avessi potuto utilizzare uno dei nuovi trasmettitori… Mi chiedo: ma se i nuovi motori operano ad una frequenza differente, come potrebbe? 🤔 Comunque prima o poi proverò anche ad andare in quel negozio che sembra specializzato in sistemi di automazione e sicurezza per parlare con un tecnico e comprendere meglio il tutto…
Ho scritto anche allo sviluppatore della nuova app EUROTRONIC sperando in un suo chiarimento più tecnico: tuttavia l’indirizzo di email indicato per ricevere assistenza per quell’app rifiuta mail in arrivo!! 🙄😮😯 Ho quindi segnalato in un commento all’app…
Ho scritto quindi a nexho@farhodomotica.com, indicata nel Play Store come indirizzo di posta per chiedere assistenza dell’altra app NEXHO: almeno quell’indirizzo di posta non ha dato errori e vediamo se per questa via riceverò qualche risposta/delucidazione! 🙂
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Ho provato quindi ad installare sul nuovo smartphone l’app Nexho e a sincronizzarlo (premendo brevemente il tastino sul retro) con il mio NOX WR perchè riceva la configurazione impostata di tutti i motori.
Come già con l’app NOX, per ogni installazione su un nuovo smartphone, una volta sincronizzato con il NOX WR, è necessario poi rinominare opportunamente tutti i motori che sono identificati per default con lettera e numero: per fortuna l’ordine viene mantenuto per cui è stato sufficiente rinominare ciascun motore copiando dall’app NOX originaria presente nel vecchio smartphone precedentemente configurato.
Per rinominare ciascuna tapparella (i.e. motore), si procede come segue ricordandosi di premere il tasto invio dopo aver inserito il nuovo nome da assegnargli e quindi tornare alla pagina precedente, quella con l’elenco dei motori configurati, tramite il tasto back dello smartphone (procedura che denota un’interfaccia utente dell’app non ottimale!):
Analogamente per la configurazione degli scenari:
Effettivamente quindi quell’app Nexho è molto simile alla “vecchia” app NOX sebbene esistano alcune differenze più o meno di rilievo ed almeno tre problematiche.
La prima differenza che salta all’occhio, sebbene irrilevante, è che la sezione “Motori” viene indicata come “Tapparelle“, sebbene la nomenclatura originaria fosse, a mio parere, più adeguata (e.g. alcuni motori mi alzano delle tende, non delle tapparelle!).
Ma ci sono poi anche tre problematiche non irrilevanti:
1) Non è prevista la possibilità di fermare un tapparella in movimento, cosa che si poteva fare premendo il tasto centrale dell’immagine del telecomando. Ora i miei motori NOXON RE posso solo alzarlo/abbassarli totalmente, dal momento che non prevedono la possibilità di recepire un abbassamento in percentuale arbitrario (e.g. 60%):
2) Dopo la sincronizzazione del nuovo smartphone con la nuova app, lanciando poi su un altro smartphone la vecchia app NOX, compare tale avvertimento: dopo avere premuto OK l’hub si riavvia e si deve attendere un po’ perchè ritorni online (luce verde), ma comunque poi tutto sulla vecchia app NOX rifunziona.
Il problema è che se poi si lancia sull’altro smartphone la nuova app Nexho viene da questa richiesto di risincronizzare l’app e si deve di nuovo attendere un riavvio dell’hub!!
Insomma, sembrerebbe che non si riescano ad utilizzare le due app NOX e Nexho, anche su smartphone differenti, senza poi procedere ad una risincronizzazione ogni volta che si usa usa app differente dall’ultima utilizzata, a meno di non rispondere No alla richiesta mostrata:
3) Un altro problema, probabilmente il più importante, è che nella nuova app Nexhonon riesco più a vedere il sensore di vento/sole NOXTON e quindi a configurarlo. 😦
Si noti che invece, dalla vecchia app NOX presente sul vecchio smartphone in cui era stata installata, il sensore vento/luce continua a vedersi e a potersi configurare:
Resto in attesa di indicazioni dalla EUROTRONIC e dal rivenditore che me l’aveva installata che probabilmente ha qualche canale ulteriore con cui potersi confrontare!
Questo post lo scrivo per rendere omaggio a mio zio, deceduto oggi dopo una lunga e intensa vita.
È stata una grande persona piena di interessi e con grandi capacità. Amava parlare e dietro la sua affabilità e simpatia, talvolta quasi istrionica, nascondeva una grande sensibilità e sofferenza che ha ampiamente manifestato anche in molti dei suoi innumerevoli dipinti che rimangono ancora oggi come testimonianza. Molte delle sue opere riflettono i drammi della guerra e, penso, anche le sofferenze dovute alla sua malattia cronica che lo ha accompagnato fin da giovane età: forse anche per questo molti dei suoi dipinti non possono passare inosservati e inducono a riflettere.
Ho incominciato a conoscere meglio questo mio zio purtroppo solo negli ultimi anni della sua lunga vita, ma in questo poco tempo ho potuto comunque dialogare con lui scoprendo la sua grande cultura (soprattutto storica) e apprezzando la sua profonda sensibilità che penso trasudi anche dalle sue opere.
Fin quando le sue condizioni fisiche lo hanno permesso, ho ascoltato da lui sagge parole, quelle di uno degli ultimi testimoni di un tempo non lontano e molto sofferto che oggi stà cadendo sempre più nell’oblio. Mi rendo conto solo ora che avrei potuto chiedergli di più, che avrei dovuto dedicare ancora più tempo all’ascolto di quelle sue parole che raccontavano il nostro passato con tanta lucidità. Sono comunque felice di aver potuto comunque instaurare con lui un dialogo su fatti di famiglia che con mio padre erano stati sempre tabù e sui quali non si era mai potuto dire nulla: mi ha aiutato a capire quanta sofferenza recondita fosse presente anche in quel suo fratello maggiore, di carattere assai diverso, scontroso e burbero, probabilmente più fragile sebbene altrettanto sensibile.
Avevo voluto registrare alcuni passaggi di questi dialoghi per poterli riascoltare poi anche nel tempo. In questo video, che mostra alcuni suoi quadri, potete sentire dalla sua voce alcuni passaggi di un discorso su alcuni eventi della guerra che l’hanno segnato profondamente: alcune sue considerazioni sofferte rimangono oggi come un messaggio importante che ha voluto lasciare. Ho pensato che fosse importante diffondere queste sue parole soprattutto in questo tempo in cui ci stanno lasciando gli ultimi testimoni diretti degli orrori della guerra civile italiana e poco o nulla si stà facendo per mantenere vivo nelle nuove generazioni il ricordo di questo nostro drammatico passato storico.
Le auto Volkswagen possono usufruire di diversi servizi attraverso l’app Volkswagen che consente ad esempio di conoscere da remoto i dati di marcia e lo stato del veicolo oltre che conoscerne la posizione su una mappa. Ovviamente per poter usufruire di questi servizi è necessario non solo inizialmente accettare tali servizi, ma anche impostare sulla propria utenza Volkswagen una sfera privata in modo tale da non essere massima bensì quella di “Condividi posizione“, vale a sirte la più lasca da un punto di vista della privacy, necessaria se si desidera per poter anche avere la localizzazione del veicolo da remoto. Quest’ultima funzionalità assai utile se uno non si ricorda bene dove ha posteggiato l’auto anche se si potrebbe ottenere un risultato analogo anche utilizzando un tag (e.g. Samsung Galaxy SmartTag2 se uno ha un telefono Samsung o Apple AirTag se si possiede un iPhone) da lasciare sempre in macchina!! Se ho compreso ben infatti, tali servizi remoti risultano gratuiti solo per un certo periodo di tempo (2 anni?) per poi passare a pagamento… per cui la soluzione tag potrebbe tornare conveniente se interessa avere solo la localizzazione del veicolo.
Si noti che nella mappa viene indicata non solo la posizione del veicolo ma anche la propria posizione attuale in modo da rendere più agevole raggiungerla sebbene non sia presente una funzionalità di navigazione ma solo una freccina che suggerisce la direzione (per vederla è necessario ingrandire la mappa opportunamente con due dita).
La procedura per attivare questo servizio non è immediata per problemi di privacy ed è necessario effettuare dall’app una semplice procedura che richiede comunque una ripresa del proprietario con visibile un suo documento identificativo.
Avevo da tempo impostato il tutto opportunamente e tutti i servizi remoti risultavano funzionanti tramite quell’app. Tuttavia, dopo un aggiornamento del software del veicolo, inspiegabilmente la localizzazione dell’auto non risultava più presente e, all’accensione del veicolo veniva mostrato sul display una finestra che anziché ricordare il livello basso di privacy indicava nuovamente una sfera privata massima. Ho cercato allora di riportarla a quella “Condividi posizione” ma ho riscontrato problemi probabilmente per il fatto che inconsciamente agivo sull’utenza che era divenuta di default che non era quella mia, bensì di un guidatore temporaneo generico. Ho chiesto quindi supporto al servizio clienti tramite il numero verde (800 865 579) e molto gentilmente mi hanno guidato nella procedura da effettuare. Mi hanno inoltre inviato una email con tutta la procedura in dettaglio, qualora si ripresentasse il problema. Non essendo una procedura del tutto banale la riporto nel seguito qualora possa servire a qualcuno e… magari a me stesso nel futuro non essendo banale e prevedendo diversi passi! 🙄
La ringraziamo per aver contattato i Servizi Digitali Volkswagen.
In merito alla sua richiesta, la informiamo che quando a bordo del veicolo viene selezionata l’impostazione sfera privata “Massima”, i servizi vengono disattivati riscontrando l’errore da lei menzionato.
Pertanto, le chiediamo gentilmente di seguire la procedura di seguito descritta per cambiare l’impostazione della Privacy Massima:
Guidare il veicolo per 4/5km e successivamente parcheggiarlo in un’ area ben coperta dal segnale internet, bloccarlo e spegnerlo, allontanandosi e attendendo circa 15 minuti.
Successivamente ripetere la procedura eseguita durante l’ultima comunicazione telefonica, necessaria per il ripristino della connessione Internet a bordo del veicolo:
Accendere il veicolo (tutte le porte chiuse).
Attendere che il simbolo della privacy appaia nell’ Infotainment System.
Selezionare la sfera privata “Condividi posizione” tramite il menu a tendina oppure aprendo: Menu > Utenti > Setup > Disattivare la voce “Assegna Chiave Automaticamente” qualora attiva.
Accedere a “Sfera privata e servizi”.
Attendere 30 secondi.
Spegnere l’ accensione, rimuovere la chiave (nel caso in cui non sia un veicolo keyless) e aprire la portiera del conducente.
Chiudere la porta.
Accendere nuovamente il veicolo.
Attendere che il simbolo della privacy appaia nell’ Infotainment System.
Selezionare la sfera privata “Condividi posizione”.
Attendere che il globo diventi bianco (potrebbero essere necessari fino a 4 minuti).
È ora possibile tornare a utilizzare tutti i Servizi Digitali We Connect.
Qualora il globo non dovesse diventare bianco o non fosse riuscito a disattivare la privacy massima, la preghiamo di rispondere alla presente, allegando quanto di seguito elencato:
Foto/ screenshot dove si evinca la problematica da lei descritta e l’ eventuale messaggio d’ errore.
Una foto del globo Internet e dell’ icona di posizione a fianco.
Una foto della luce LED posta accanto al tasto SOS sul tettuccio del suo veicolo.
Data e ora dell’ ultimo tentativo.
Se avesse altre domande non esiti a contattarci al nostro numero verde 800 149 846, attivo 24 ore al giorno per 7 giorni alla settimana, oppure rispondendo a questa email.
Nella speranza di esserle stati utili, cogliamo l’occasione per augurarle una buona giornata a bordo della sua T-Cross!
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Aggiungo alcune note per descrivere come sono riuscito a risolvere situazioni anomale.
Se premendo il tasto Menù (in basso a destra) non compare tra le voci quella relativa a Utenti, spegnere la macchina, uscire dall’abitacolo, chiuderla, aspettare qualche minuto e poi rientrare e riprovare. Infatti mi è successo che non veniva indicato il mio solito utente principale accendendo la macchina e andando in Menù non compariva la tile relativa appunto alla gestione Utenti: inutile spegnere la macchina e riaccenderla… e ho risolto effettuando la più lunga procedura di reset indicata!
Se si desidera poi aggiunger/gestire il collegamento di uno o più smartphone, è necessario andare su Menù -> Setup -> Gestisci dispositivi mobili. Si noti che si può attivare il collegamento per chiamate anche per più dispositivi contemporaneamente. Inoltre per modelli di smartphone generalmente vecchi (e.g. 2018), per poterli collegare alla macchina (e quindi ad esempio poter vedere il navigatore o altre app sul display dell’auto) può essere necessario dover collegare il dispositivo a una delle prese usb-c dell’auto e non semplicemente attivare il bluetooth.
Le informazioni fornite in quell’articolo non sono certo nuove e approfondite così come i video proposti sono solo due dei molti che già da più di un decennio avevo evidenziato in un mio post (Lo zoo di Torino nel Parco Michelotti (dal 20/10/1955 al 31/3/1987): tuttavia, l’articolo sintetizza comunque (nei tre paragrafi La storia dello zoo di Torino, Gli incidenti allo zoo di Torino, La chiusura dello zoo di Torino) cos’è stato questo luogo per Torino. In particolare, si dice: “Torino ha avuto uno zoo, uno di quei terribili zoo classici, con gli animali chiusi in gabbie minuscole, con le sbarre, oppure ospitati in ambienti inadatti, che a Torino erano realizzati in cemento. Le strutture (o quel che ne rimane) sono ancora oggi visibili nel parco Michelotti, più volte luogo di tentativi di recupero e oggi trasformato in parco accessibile ma non certo ancora sfruttato al meglio, proprio per la presenza delle fatiscenti strutture del vecchio zoo“. P.S. riportando il testo dell’inizio dell’articolo, ho apportato alcune correzioni di battitura che, anche solo a una rilettura, sarebbero dovute saltare agli occhi dell’autore che evidentemente non attiva neppure un correttore ortografico…🙄):
Personalmente non penso che lo “sfruttamento al meglio” di quel parco sia dovuto alla presenza delle “fatiscenti strutture del vecchio zoo“… anzi, sono proprio quelle che rendono il parco Michelotti uno dei luoghi più interessanti di Torino! Certo quelle strutture si sarebbero dovute recuperare e non lasciate abbandonate, preoccupandosi solo di metterle in sicurezza, posizionando barriere per impedire che probabili crolli costituiscano un pericolo per i passanti!
Poi nel 2023 escono articoli tipo Gabbie nel mirino dei senzatetto: addio al Museo delle Marionette dove si leggeva: “l’idea di realizzare il “Museo delle Marionette” all’interno dell’ex Rettilario è definitivamente tramontata. «L’amministrazione ha un’idea diversa e sta valutando altri luoghi» ha spiegato il presidente della Circoscrizione 8, Massimo Miano, durante il sopralluogo di oggi pomeriggio nell’area verde con la Circoscrizione 8. L’area dell’ex zoo, pur essendo aperto ai cittadini, non è ancora del tutto in sicurezza. «Qualche settimana fa hanno sfondato l’ingresso sul retro del Rettilario e sono entrati dal tetto della gabbia delle giraffe» hanno spiegato i tecnici della Circoscrizione. All’interno dell’edificio dell’ex gabbia delle giraffe e degli elefanti era anche stato appiccato un incendio a luglio del 2018, quando il parco era ancora chiuso al pubblico. Per quanto riguarda il Rettilario, l’amministrazione sta pensando di ospitare all’interno piccoli eventi culturali ma al momento non c’è ancora nulla di concreto, anche perché il progetto di riqualificazione complessivo costerebbe di diversi milioni di euro ed è stato escluso dai finanziamenti del Pnrr“.
Questa invece è una foto che ho fatto la scorsa settimana (giugno 2024): cambiano le giunte, cambiano le scelte… ed edifici storici come questo continuano a patire le incurie e poi incominciano a crollare! … così Torino perde gioielli di architettura!
NO COMMENT.
Ecco com’era:
Direzione Generale Creatività Contemporanea: ACQUARIO – RETTILARIO AL GIARDINO ZOOLOGICO
Vincolo: Vincolata Provvedimenti di tutela: Dichiarazione di notevole interesse Data Provvedimento: D.C.R. 03/09/2021, n.214 Riferimento Normativo: D. Lgs 42/2004 art. 10, c. 3, lett. d) e f)
Nonostante le incongrue trasformazioni degli interni, il rettilario resta una testimonianza rara e preziosa di un approccio tra razionalista ed espressionista all’architettura zoomorfa, maturato con originalità nel confronto con le avanguardie artistiche ed in grado di qualificare la sponda del fiume del Parco Michelotti. Il vincolo riguarda anche altri padiglioni dell’ex Giardino zoologico (Casa dei grandi felini ,Casa degli orsi e felini, Casa delle scimmie, Casa degli elefanti e delle giraffe, Casa degli ippopotami) nonché la Biblioteca Alberto Geisser.
Un altro anno è trascorso e, come sempre, le scadenze delle tasse arrivano e si rischia di non rispettarle!! Qualche giorno fa ho infatti notato in uno dei cartelli pubblicitari appesi che il 17/06 era la data di scadenza per il pagamento dell’acconto IMU:
Quindi, nel seguito indicherò solo le “novità” che ho notato.
La prima è una nota che precisa: “In tema di agevolazioni sull’imposta municipale propria (IMU) prima casa la Corte Costituzionale, con la sentenza n. 209/2022 ha riscritto la definizione di abitazione principale, definendola il luogo dove il soggetto passivo ha la residenza anagrafica e la dimora abituale, a nulla rilevando il luogo di residenza e dimora degli altri membri della famiglia. Di conseguenza è legittima l’esenzione dall’IMU per l’abitazione adibita a dimora principale anche nelle ipotesi di scissione del nucleo familiare, sia all’interno dello stesso territorio comunale, sia in Comuni diversi“.
Inoltre, scompare il pulsante PAGA F24 ONLINE, che avrebbe dovuto permettere di effettuare il pagamento direttamente da quel sito, senza dover accedere (ad esempio) a quello della propria banca il che comporta di inserire manualmente i campi che già quel sito aveva compilato automaticamente (con perdita di tempo e possibilità di errore!). Tuttavia, come avevo già fatto notare già lo scorso anno, quel pulsante era praticamente spesso inutile in quanto, si leggeva poi sulla pagina relativa alla guida di Riscotel, Il servizio di pagamento dei modelli F24 non è assoggettato a commissioni ma la banca del debitore che inoltra la somma – al Portale Online – tramite bonifico “MyBank” potrebbe richiedere una commissione per l’esecuzione del bonifico stesso (e non per il pagamento del mod. F24) sulla base dello specifico contratto di conto corrente stipulato tra la Banca e il debitore: per di più il limite massimo di pagamento consentito era di solo 250 euro se effettuato con una carta di credito!!! 🤔 .
Quest’anno, invece di migliorare questo potenzialmente utile servizio di pagamento online direttamente dal sito Riscotel, lo hanno addirittura eliminato del tutto! 🙄
Lo scorso anno:
Quest’anno non esiste più il pulsante PAGA F24 ONLINE, ma solo più quelli di SALVA F24 e di SALVA RIEPILOGO:
Per il resto la procedura rimane la medesima: se uno ha già salvato i dati relativi agli immobili su cui deve pagare l’IMU, è sufficiente caricare quel file dall’estensione .iuc, effettuare eventuali aggiornamenti e procedere alla generazione automatica dell’F24 compilato. Se uno non ha ancora salvato quel file, deve compilare i dati relativi agli immobili (vedi Prossima scadenza IMU 2023: calcolo e pagamento online)
Il problema permane quello che uno deve poi riportare i dati, presenti nell’F24 generato e scaricabile dal quel sito di Riscotel, nel form di pagamento della propria banca con non solo perdita di tempo ma anche con possibilità di errore di trascrizione e problemi di interpretazione. Infatti, a seconda della banca, il modulo online per il pagamento di un F24 può avere una grafica anche molto differente da quello “standard” generato da Riscotel. Nel seguito, a titolo di esempio, i moduli online mostrati nel sito di due differenti banche:
Vedremo se il prossimo anno rimetteranno nel sito Riscotel il pulsante per effettuare direttamente il pagamento online e consentiranno di pagare con la carta di credito anche per importi superiori a 250 euto!
Si parla tanto di diritto alla riservatezza e privacy della persona con leggi sempre nuove atte a garantirla anche con l’evolversi delle tecnologie: invece poi, nella vita reale, sperimentiamo segnali evidenti di come questa non venga sostanzialmente rispettata nei fatti.
Avendo personalmente a che fare con persone che, per la loro disabilità, hanno ricevuto quella tessera annuale di libera circolazione, anni fa mi ero recato allo sportello dedicato alla Carta BIP (in corso Novara 96, Torino) per domandare espressamente se fosse possibile per un disabile richiedere un duplicato della tessera privo di quella D distintiva, spesso vista da chi la possiede come un marchio non desiderato e quindi mal sopportato. Pur comprendendo le mie ragioni, gli operatori mi avevano tuttavia detto che era per loro impossibile esaudire quella richiesta, in quanto dovevano necessariamente seguire le indicazioni loro fornite secondo le decisioni dettate dalla Regione Piemonte. Mi avevano altresì informato che già un passo avanti era stato fatto per evitare discriminazioni, dal momento che la tessera per i disabili era un tempo addirittura di un colore differente. Effettivamente, andando a cercare su Internet, ho visto che prima del 1/9/2006 (vedi anche ***) quella tessera era addirittura di colore giallo, il che la rendeva ancor più evidente e distinguibile da quella ordinaria!! Assurdo…
Vecchia tessera e quella “nuova” (dal 1/9/2006)
Il 6/9/2022 ho scritto allora all’URP della Regione Piemonte per richiedere di valutare l’opportunità di poter eliminare la lettera D attualmente presente nella tessera in basso a destra, in rosso e quindi ben evidente sia per dimensioni sia per colore. La motivazione mi sembra ovvia: le persone che ne hanno diritto (soprattutto quelle giovani), spesso sono problematiche e nelle condizioni di essere talvolta già discriminate per molteplici motivi. Risulta quindi assai inopportuno fornire loro una tessera di libera circolazione che, seppur gratuita, in modo evidente le marchi come disabili nei confronti di chiunque, anche dei loro coetanei. D’altra parte, quella lettera D, stampata in rosso e ben visibile, risulta assolutamente superflua in una carta che, tra l’altro, consente di memorizzare dati e che quindi può contenere internamente caratteristiche specifiche della stessa, al di là della sua veste grafica.
Quella mia richiesta all’URP della Regione Piemonte di valutare la possibilità per un disabile di richiedere una tessera di libera circolazione GTT che fosse graficamente priva di ogni indicazione evidente che rivelasse a chiunque le sue condizioni, era poi stata da loro inoltrata per competenza a Trasporti Piani che mi hanno risposto quanto segue:
“La problematica da Lei segnalata è stata valutata già al momento dell’introduzione della nuova tessera, ma la necessità che la stessa debba essere verificata da tutte le aziende di trasporto pubblico del Piemonte (la tessera ha validità regionale), anche da quelle che ancora non hanno la tecnologia per leggerle elettronicamente, ci ha “obbligato” a fare questa scelta intermedia anche se temporanea. A oggi, la copertura del 100% delle aziende di trasporto pubblico locale col sistema BIP (sistema elettronico che consente la lettura delle smart card) non è stata ancora raggiunta in quanto l’adesione, prima dei nuovi affidamenti, è su base volontaria. Quando l’obiettivo sarà raggiunto (si prevede ancora un tempo massimo di un paio d’anni, purtroppo), non saranno più necessari segni grafici che sicuramente possono creare, quando viene mostrata, qualche imbarazzo all titolare.“
A quella risposta che faceva riferimento a una prossima informatizzazione a livello regionale, con tempi comunque non immediati e certi, avevo risposto che sicuramente nel frattempo si sarebbe potuto assai agevolmente rendere molto meno visibile quella D attualmente grossa ed evidenziata in rosso, magari integrandola in uno dei codici presenti nella tessera, senza alterarne la grandezza del carattere e il colore… Insomma, un lavoretto di grafica di pochi minuti che avrebbe risolto già fin da ora la problematica, pur tenendo conto della necessità di controllo anche laddove non esista un lettore di carta Bip.
A questa mia proposta mi rispondevano che “La verifica del titolo di viaggio deve tener conto anche dell’immediato riconoscimento della stessa, per evitare che il controllo da parte degli addetti richieda troppo tempo e comprometta il normale e celere svolgimento del servizio. La problematica in ogni caso, come si diceva, è temporanea ma valuteremo sicuramente ulteriori possibilità”.
Ringraziando per la sollecita risposta, rispondevo che rimanevo tuttavia della convinzione che si sarebbe potuto trovare facilmente una forma grafica che non fosse così ingiustificatamente evidente come quella attualmente adottata e che consentisse di garantire al disabile una maggiore riservatezza, pur tenendo conto anche della necessità di un agevole riconoscimento della tipologia di tessera da parte degli addetti ai controlli: d’altra parte, per altre tipologie di biglietti, costoro già devono verificare la data/ora stampigliata dalle obliteratrici, informazioni non certo d’immediata lettura! … più nessuna ulteriore risposta da parte loro. 😦
Lo scorso anno ho provato a chiedere se qualcosa era cambiato nel frattempo e, qualora lo fosse, come si poteva procedere per richiedere una nuova tessera priva di quella grossa D rossa. Mi hanno risposto: “La copertura del 100% non è stata ancora raggiunta, ma si sta continuando a lavorare in tal senso“.
Quest’anno (essendo passato il tempo massimo previsto di un paio d’anni che mi avevano inizialmente indicato) ho inviato nuovamente una email analoga per avere eventuali buone nuove notizie… sebbene nutrissi poche speranze che qualcosa fosse cambiato. Infatti la risposta ricevuta, seppur gentile e sollecita, è stata la seguente: “Purtroppo l’affidamento dei servizi di trasporto pubblico, anche a seguito della pandemia, sono state rinviate dal legislatore al 2026. La situazione descritta nelle precedenti mail non è ancora del tutto mutata“.
Insomma, un rinvio di (almeno) altri 2 anni per decidere di modificare anche solo graficamente l’aspetto di una tessera e rendere meno visibile quella inutile grossa e rossa D che marchia la persona disabile, soprattutto se giovane!!? No comment. Come ho già evidenziato più volte, non penso proprio che per fare qualcosa di utile nell’ottica di rendere meno evidente la diversità di quella tessera, si debba aspettare una maggiore informatizzazione di tutte le aziende di trasporto pubblico del Piemontee renderle in grado di leggere elettronicamente le carte Bip: si potrebbe modificare anche solo la grafica di quella carta per non rendere così ingiustificatamente evidente quel contrassegno, come è attualmente, garantendo così al disabile una maggiore riservatezza, pur tenendo conto anche della necessità di un agevole riconoscimento della tipologia di tessera da parte degli addetti ai controlli: d’altra parte, per altre tipologie di biglietti, costoro già devono verificare la data/ora stampigliata dalle obliteratrici, informazioni non certo d’immediata lettura!
Invito quindi altre persone, sicuramente interessate, a sollecitare in tal senso, in quanto penso che sia più che mai importante garantire il diritto alla riservatezza di ogni persona disabile, tanto più se giovane e quindi potenzialmente più soggetta a discriminazioni da parte di coetanei!
Spero quindi che si provveda al più presto a prendere in considerazione il problema senza aspettare sviluppi tecnologici non certo indispensabili e raggiungibili in tempi brevi e certi.
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Informazioni utili sulla carta BIP di Libera Circolazione
Si tratta di una carta BIP che consente un accesso gratuito per alcune tipologie di disabili alla rete regionale del trasporto pubblico locale: permette quindi di viaggiare gratuitamente all’interno della regione Piemonte senza limiti di orari e di corse, su tutte le linee del trasporto pubblico:
treni R e RV del SFR (Servizio Ferroviario Regionale);
bus urbani e suburbani;
metropolitana e tram di Torino;
bus extraurbani;
treni SFM (Servizio Ferroviario Metropolitano).
In particolare, nella pagina https://www.sfmtorino.it/tessera-libera-circolazione si può scaricare l’elenco completo dei treni su cui si può viaggiare con la Tessera di Libera Circolazione (e.g.elenco completo dei treni – orario 2025 – attenzione: in aggiunta all’elenco pubblicato, è possibile utilizzare tutti i treni effettuati da Trenitalia nella tratta Chivasso-Ivrea compresi quelli a contratto con la Valle d’Aosta e i treni effettuati da BLS limitatamente alla tratta italiana Domodossola-Iselle di Tarsquera. Inoltre, nell’elenco sono indicati i treni, le periodicità e le tratte – tra la stazione di partenza e quella di arrivo – su cui è valida la Tessera di Libera Circolazione. Possono esserci dei casi in cui il treno prosegue oltre la stazione indicata nel file, in questo caso è possibile viaggiare gratuitamente solo fino alla stazione indicata, per la tratta successiva occorre munirsi di biglietto -> è il caso, ad esempio, dei treni Torino-Savona-Ventimiglia nel periodo invernale, su cui è possibile viaggiare gratuitamente solo fino a Savona).
Come indicato nella sezione apposita del sito sulla carta Bip, si tratta di carte BIP a tutti gli effetti, anche se a livello estetico possono presentare alcune scritte caratteristiche (e.g. una lettera o una scritta di colore rosso) che la Regione Piemonte emette a vantaggio di particolari categorie di utenti aventi diritto. A bordo vi è caricato un titolo di viaggio di Libera Circolazione di durata annuale, che va quindi ricaricato in prossimità della scadenza per consentire al portatore di circolare anche per l’anno successivo. Come indicato nel sito apposito, in prossimità della scadenza la Regione Piemonte verifica sui propri database che i titolari di carte con titoli in scadenza abbiano diritto alla ricarica del titolo per un ulteriore anno: tale verifica può avere esito positivo, esito parzialmente positivo o esito negativo. In ogni caso l’utente riceve una comunicazione via posta ordinaria che gli comunica i passi necessari per procedere alla ricarica del titolo sulla propria carta BIP di Libera Circolazione. Per poi ricaricarla gratuitamente si può utilizzare uno dei molteplici totem presenti nel territorio (elenco dei punti di ricarica: Rete Regionale di Ricarica – BIP) o andare all’ufficio 5T al pian terreno dell’edificio a Torino in c.so Novara 96, angolo via Bologna, orari lun-giov 9:30 – 12:30 / 13:30 – 16:30; Ven 9:30 – 13:30 – Contatti: 01119270372; info@bip.piemonte.it; https://www.bip.piemonte.it/carta-bip-persone-con-disabilita) o anche semplicemente utilizzando l’app BIP Piemonte (disponibile per dispositivi Android e per dispositivi iOS). Nel seguito, il video su YouTube che mostra come fare:
per accedere alla metropolitana è necessario utilizzare il tornello dedicato ai disabili,
il rinnovo annuale della carta è gratuito,
quel titolo di viaggio di Libera Circolazione consente di muoversi liberamente e senza limitazioni su tutti i mezzi di trasporto pubblico contribuiti dalla Regione Piemonte: il dettaglio delle linee urbane, suburbane e ferroviarie su cui è possibile viaggiare è disponibile sul sito dell’Agenzia della Mobilità Piemontese a questo link (e.g. Servizio Ferroviario Metropolitano (sfm); Servizio Ferroviario Regionale (sfr); Bacino Metropolitano (Città metropolitana di Torino); Bacino Sud (Provincia di Cuneo); Bacino Sud Est (Province di Alessandria e Asti); Bacino Nord Est (Province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli)
Assurda procedura che mi avevano indicato di seguire per riuscire a proseguire nel processo online di rinnovo di un Abbonamento Musei
Oggi, a distanza di sei mesi, mi sono trovato a dover aiutare un’amica che anche lei continuava a non riuscire a rinnovare l’abbonamento neppure accedendo al sito https://abbonamentomusei.it dal suo PC. Ho constatato quindi che, purtroppo, anche a mesi di distanza dalla mia segnalazione (e di quella probabile di molti altri utenti), nulla è stato fatto per rendere più utilizzabile quella sezione che reputo assai importante del loro sito!! Nulla anche relativamente ai “consigli” che avevo indicato loro per migliorare anche in altri punti l’usabilità di quel modulo che, ripeto, dovrebbe essere semplificato al massimo per favorire l’iscrizione/rinnovo dei clienti. In particolare, quando uno desidera semplicemente rinnovare l’abbonamento (senza necessità di modificare i propri dati anagrafici), la procedura dovrebbe unicamente richiedere il pagamento della quota annuale. Invece viene comunque presentata la sezione per indicare l’indirizzo fisico di invio (assolutamente inutile soprattutto per un rinnovo online che non richiede alcun invio di materiale al proprio domicilio) e poi continua a indicare la necessità di valorizzare il campo Regione (presente sia nella sezione Dati Collegati al Pagamento sia in quella Indirizzo di Spedizione) che però non risulta editabile: la procedura per continuare con il pagamento viene quindi bloccata e il cliente non sa come procedere!! L’unica soluzione è utilizzare quell’assurda procedura che viene indicata dal servizio clienti via email se uno si lamenta dei problemi riscontrati nel rinnovo.
Nel seguito gli screenshot che ho catturato questa volta accedendo al sito da PC, con indicazioni di errori e blocco nella procedura analogamente a quelli che mesi fa avevo riscontrato utilizzando lo smartphone, indice ulteriore che si tratti di un comportamento non opportuno indipendente dalla piattaforma utilizzata.
Quindi ancora oggi, per riuscire a proseguire e bypassare il problema nella compilazione del modulo, è necessario CANCELLARE il contenuto del campo Indirizzo (pur trovandolo correttamente compilato, sebbene i campi successivi lo siano parzialmente) per poi riscriverlo in modo che automaticamente compaiano delle scelte possibili: tra quelle indicate selezionando quella opportuna, verranno poi valorizzati automaticamente anche tutti gli altri campi sottostanti (compreso quello della Regione che inizialmente mancava)! 🙄 Tutti quei campi sono contrassegnati con l’asterisco rosso, a puntualizzare che si tratta di campi obbligatori che devono quindi essere valorizzati: peccato che invece non siano scrivibili, ma possano venir solo compilati automaticamente se uno riscrive da capo il campo Indirizzo (l’unico effettivamente scrivibile).
È vero che, guardando molto attentamente, ora hanno introdotto una piccola nota (sotto il campo Indirizzo) per altro non bene evidenziata [“Per valorizzare correttamente i box non editabili in grigio compilare/ri-compilare il box editabile indirizzo (comprensivo del civico) e selezionare il suggerimento“]: ma chi mai la legge, quando tutti i campi risultano già compilati correttamente (eccetto quello della Regione) e, nel cercare di proseguire nel pagamento, compare quella segnalazione di errore “Il campo Regione è obbligatorio“? 🤔 Al massimo sarebbe stato più comprensibile e utile indicare quella nota nella segnalazione rossa di errore: diversamente, il naturale comportamento che ci si può aspettare dal compilatore è quello di cercare di scrivere in quel campo Regione(l’unico obbligatorio non valorizzato e che determina l’errore segnalato)… e di non comprendere il perché non risulti editabile! 😦
Ma che utilità ha poi quel campo Regione, quando generalmente nell’anagrafica uno deve indicare solo città e provincia?🙄 Non sarebbe stato meglio, per evitare queste problematiche nel rinnovo, inserire solo i campi indispensabili (i.e. via, numero civico, città, Provincia, CAP) rendendoli tutti editabili, come avviene generalmente nella compilazione di moduli di anagrafica?
Si noti che il campo Provincia viene valorizzato come “Città Metropolitana di Torino” e non semplicemente come TO come mi sarei aspettato: cercando su Internet ho scoperto che esistono le seguenti dieci aree urbane, in cui le città metropolitane sostituiscono le province e i cui territori coincidono con quelli delle preesistenti province, nelle regioni a statuto ordinario: Roma Capitale, Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli e Reggio Calabria. La Città metropolitana si caratterizza dunque come ente di governo metropolitano, che non si limita, a differenza delle Province, a svolgere funzioni di prevalente coordinamento, ma del quale vengono potenziate le funzioni di cura dello sviluppo strategico del territorio metropolitano, con il riconoscimento di compiti di promozione e gestione integrata dei servizî, delle infrastrutture e delle reti di comunicazione; alla Città metropolitana viene inoltre attribuita la cura delle relazioni istituzionali afferenti al proprio livello, con l’obiettivo di inserirla nella rete delle aree metropolitane europee.(Treccani)🤔
Sezione dei Dati Collegati al Metodo di Pagamento:
Analogo discorso sulla (inutile) sezione di Indirizzo di Spedizione che, se non compilato completamente, impedisce comunque di procedere al pagamento.
Cercando poi di Continuare con il Pagamento, premendo l’omonimo pulsante, ci si imbatterà poi sicuramente ancora in un errore per mancata accettazione del regolamento di utilizzo dell’Abbonamento Musei: questa è una delle solite dichiarazioni che uno deve fare di aver preso visione e di accettare regolamenti (sebbene mai nessuno si sognerà mai di leggere)… ma che probabilmente per burocratica “trasparenza” devono fare accettare! 🙄
Segnalerò nuovamente la problematica (seppur sicuramente conosciuta da tempo) al servizio clienti info@abbonamentomusei.it… sperando che finalmente intervengano e rendano finalmente utilizzabile a tutti quel modulo per l’acquisto/rinnovo dell’Abbonamento Musei.
Non è la prima volta che ricevo SMS, che arrivano con proprio il numero della banca, con tentativi di truffa relativi al mio conto. Infatti questi truffatori mascherano il loro numero inviando SMS e chiamate simulando che provengano da un numero differente. Utilizzano sistemi informatici complicati? Nulla di tutto questo… La tecnologia ha fatto passi da gigante negli ultimi anni, permettendo di effettuare chiamate telefoniche sempre più avanzate e personalizzate e una delle funzioni considerate più interessanti per chi lavora nel campo delle vendite, è la possibilità di telefonare facendo apparire un altro numero sul display del destinatario. Questa opzione permette di mascherare il reale numero di chiamata e di scegliere un altro numero da presentare, aumentando così le probabilità di ottenere una risposta positiva. Insomma, non sempre la tecnologia aiuta alla trasparenza e alla legalità! Se di interesse, basta cercare su Internet e si trova come semplicemente si possa operare. Esistono diversi metodi per chiamare anonimamente, consentendo non solo di mascherare il proprio numero di telefono ma anche di inserirne uno diverso: uno dei modi più comuni è quello che utilizza servizi online che permettono appunto di effettuare chiamate attraverso una connessione internet, fornendo la possibilità di selezionare il numero da visualizzare sul display del destinatario. Ovviamente l’utilizzo di numeri falsi al telefono può avere seri risvolti legali, poiché rappresenta un’azione fraudolenta finalizzata a ingannare e truffare le persone che ricevono la chiamata… ma di tutto questo i truffatori evidentemente non si spaventano! 😦
Fin quando sono solo SMS che “avvertono” di presunti blocchi di un pagamento per problemi, fornendo un opportuno link per saperne di più o un numero telefonico da chiamare, è sufficiente non cliccare su quel link e buttare via quell’SMS (e.g. “Ci risulta un pagamento in sospeso…“; “Il tuo conto ci risulta collegato ad un dispositivo sconosciuto…“). Ovviamente se è indicato un numero telefonico a cui telefonare, questo NON corrisponde a quello del vero Servizio Clienti della bancasebbene il messaggio SMS sembri provenire dal numero effettivo del Servizio Clienti!! Basta telefonare comunque al vero numero del servizio clienti della banca, per accertarsi che si tratti di phishing: vi chiederanno probabilmente un invio dello screenshot dell’SMS all’email della banca dedicata alla sicurezza che provvederà a fare denuncia… Arrivano poi messaggi falsi relativi a banche su cui uno non ha neppure mai avuto un conto!!
Altre volte si ricevono tentativi di truffa tramite SMS che dicono “Papà (o mamma), ho perso il telefono. Questo è il mio nuovo numero: xxxxxxx“. Ovviamente anche in questo caso non è una comunicazione del figlio/figlia ma un tentativo di truffa, questa volta piuttosto agevolmente smascherabile: chi è che attiva – tanto più subito – un nuovo numero se perde il proprio telefono o gli viene rubato?!! Ma evidentemente qualcuno nella massa cade anche in questa banale trappola, magari preso dall’ansia per il proprio figlio/figlia…
Tuttavia questa volta non solo ho ricevuto un SMS che mi avvertiva di un pagamento respinto, ma invece del “solito” link o numero telefonico da chiamare, quel messaggio avvertiva di una imminente telefonata da parte del servizio clienti della banca, per rendere il tutto più verosimile. Di fatto LE BANCHE NON TELEFONANO MAI per avvertire di pagamenti respinti o quant’altro e già questo deve fare insospettire, così come eventuali errori nella comunicazione SMS (e.g. gli SMS non riconoscono alcuni caratteri che quindi non vengono mostrati correttamente: un messaggio professionale divrebbe tener conto di questo!).
Questa volta ho quindi, successivamente all’SMS, ricevuto una telefonata (che sembrava anche lei provenire proprio dal Servizio Clienti della banca, mostrando il cellulare come chiamante il nome della banca): la persona si identifica con nome e matricola della banca e mi comunica che era stato bloccato un pagamento sospetto effettuato dal mio conto in quanto effettuato tramite un PC non usuale. Mi chiede poi se l’importo di quel pagamento sarebbe stato coperto o meno dal saldo del mio conto, dicendomi che c’era comunque necessità di operare sul PC che uso abitualmente per collegarmi alla banca, in modo da proteggerlo da nuovi attacchi. Sospettano una truffa, ho quindi temporeggiato chiedendo di ritelefonarmi dopo una mezz’ora, fingendo di non avere a disposizione il PC, e per avere invece tempo di telefonare io al servizio clientie selezionare la voce relativa a segnalazione di telefonate sospette. Il servizio clienti (vero) mi ha confermato che si trattava di tentativo di truffa e mi ha richiesto l’invio dell’SMS ricevuto per inoltrare loro una denuncia.
Dopo la mezz’ora prestabilita ho ricevuto poi la ritelefonata da un’altra persona che ha cercato di continuare il tentativo di truffa: ho avvertito che stavo registrando la telefonata, ma neppure questo è ancora servito ad arrestarlo! Solo successivamente, quando ho chiaramente detto che la banca non avrebbe mai telefonato per tali problematiche, vistosi scoperto – con arroganza e senza pudore – mi ha ancora consigliato di cambiare numero telefonico in quanto quello attuale lo avrebbe pubblicato in qualche servizio di disturbo h24! Insomma gente che non ha vergogna di nulla…
Se siete interessati ad ascoltare la seconda telefonata del truffatore, che ho avuto tempo di registrare, eccovi il link:
Quindi, MAI FORNIRE via email o telefonicamente DATI SENSIBILI soprattutto quando si tratta di banche e, nell’incertezza, chiedere di ritelefonare più tardi e CHIAMATE VOI il servizio clienti della vostra banca per chiedere chiarimenti. Non fidatevi del fatto che quella telefonata/SMS sembri provenire proprio dal Servizio Clienti della banca in quanto, come evidenziato, è assai agevole effettuare una chiamata o inviare un SMS mascherando il proprio numero telefonico e mostrandone un altro al chiamato!
Chi ha il Telepass ha ricevuto, probabilmente nell’ultima settimana di aprile 2024, una email con oggetto: Proposta di modifica unilaterale del tuo contratto Telepass Family n° XXXXXXXXX. Il testo completo della proposta è comunque scaricabile da qui.
Se non l’avete letta attentamente è ora di farlo in quanto dal 1 luglio 2024 aumenta del più del doppio il canone passando a ben 3,90 al mese (iva inclusa) e c’è solo meno di un mese per correre ai ripari (i.e. 30 giugno 2024): insomma, l’aumento ha portato ad avere un canone a un costo non indifferente soprattutto se uno non usa in modo sistematico i servizi offerti. Sinceramente un aumento di questo genere mi sembra personalmente del tutto immotivato, anche perché se uno desidera ulteriori servizi rispetto a quelli attuali, deve comunque pagare un canone ancora più elevato!
Probabilmente la stessa Telepass si è resa conto che questo aumento non può essere accettato almeno da buona parte della sua clientela, tanto più che ora ci sono altre offerte analoghe sul mercato: quindi, ha pensato bene di prevedere un piano B, cercando così di non perdere quei clienti che telefonano per disdire il contratto così come modificato unilateralmente. Infatti, come dirò nel seguito, telefonando entro il 30 giugno 2024(data entro la quale uno potrebbe disdire il contratto) viene proposto per un announo sconto del 50% sul proprio canone, riducendo così di molto quell’assurdo e ingiustificato aumento. Anzi, l’assistente clienti lascia intendere che ritelefonando poi al medesimo servizio clienti un mesetto prima della scadenza di quella promozione (i.e. maggio 2025) potrebbe essere applicata qualche altra facilitazione…
Ma andiamo passo passo… e chiediamoci innanzitutto se il Telepass è ancora un servizio indispensabile, anche perché l’automatizzazione dei caselli attuale non è più quella di un tempo e inoltre poi ci sono sul mercato altri sistemi analoghi.
Infatti, sebbene alcuni parcheggi al coperto possano essere pagati sempre con il Telepass, il servizio sicuramente principale offerto rimane il pagamento autostradale: per i parcheggi poi esistono poi diversi sistemi gratuiti (e.g. app Cicero, app EasyPark, o servizi offerti dalle banche – e.g. app IntesaSanPaolo che di fatto integra nel suo portale il servizio di parcheggio di Cicero).
Perciò, soprattutto se uno non viaggia molto, vale la pena chiedersi se ha ancora un senso pagare ben 46,80 euro all’anno semplicemente per non doversi fermare al casello… tanto più che ora esistono diverse uscite che consentono un rapido pagamento con una qualsiasi carta di credito contactless!
Ma se comunque uno vuole non doversi fermare nemmeno qualche secondo al casello sia di entrata (per ritirare il biglietto) sia di uscita (per pagare rapidamente con la carta di credito), esistono oggi comunque altre alternative al Telepass che possono risultare economicamente più vantaggiose. Ad esempio, io che ho l’assicurazione Linear ho visto, quando si rinnova la polizza, che quest’anno offre gratis per un anno il canone di UnipolMove, servizio del tutto analogo al Telepass, almeno per quanto attiene il pagamento dell’autostrada. Qui puoi scaricare il regolamento UnipolMove (nota: ho notato tuttavia che l’offerta vale solo per un’auto, e non per due come attualmente si ha con il Telepass).
Messaggio promozionale di canone annuale gratuito per UnipolMove, quando si riattiva una polizza Linear
Ma se proprio uno vuole mantenere il Telepass che attualmente ha, direi che vale la pena contattare il numero indicato nella comunicazione di proposta di modifica unilaterale, per così vedersi applicato uno sconto sul canone del 50% per un anno, riportando quindi il costo a valori simili a quelli attuali:
Andando sul link relativo indicato si legge: “Per qualsiasi ulteriore informazione o approfondimento, potrà scrivere al seguente indirizzo email: gestionecontratto@telepass.com o all’indirizzo PEC: assistenza@pec.telepass.com oppure rivolgersi al nostro Call Center al numero verde 800.904.940“.
Basta quindi telefonare alnumero verde 800.904.940 del Call Centere chiedere come fare a disdire il contratto non accettando la proposta unilaterale ricevuta via email e ti verrà offerta l’“opportunità” di avere il 50% di sconto sul canone ancora fino a giugno 2025, mantenendo così quasi invariato il canone attuale per un anno… e poi si vedrà! Ovviamente si dovrà attendere un 15 minuti prima di poter parlare con l’operatore, ma basta mettere in vivavoce il cellulare e far altro nell’attesa 🙂: sconsiglio di premere il tasto 1 per farsi richiamare – come consigliato nel messaggio di attesa – in quanto dubito che uno venga richiamato visto l’elevato numero di richieste che riceveranno in questi giorni: la disdetta si può dare infatti sono fino al 30 giugno e, verosimilmente, questa offerta terminerà allo scadere di quella medesima data!
Una volta telefonato e accettata l’offerta proposta, arriverà la seguente email di notifica dopo qualche giorno, da cui si deduce, che lo sconto del 50% verrà applicato fino al 1 luglio 2025 ma, da quanto suggerito dall’operatore del call center, si dovrà telefonare a quel medesimo numero il prossimo aprile per farsi eventualmente riconoscere un ulteriore sconto per un periodo successivo! … diversamente si può sempre effettuare una scelta differente!
Insomma, spero proprio che Telepass riveda la sua politica di aumenti che personalmente reputo ingiustificati e inaccettabili dalla sua utenza, tanto più che ora, come già detto, non è più l’unica a offrire tale servizio e, per di più, il pagamento ai caselli attualmente può avvenire assai velocemente anche solo utilizzando una qualsiasi carta di credito contactless!
Spesso ci si lamenta della durata della batteria del proprio telefonino senza tener conto che oramai lo utilizziamo in modo intensivo anche per funzionalità che richiedono molta energia (e.g. videochiamate, invio di foto/video, navigatore, visione di filmati/YouTube). Capita quindi normalmente che uno lo debba ricaricare almeno due volte al giorno! Anzi esiste una funzionalità per proteggere la batteria e allungarne la vita, (Impostazioni -> Batteria -> Protezione della batteria) che limita appositamente la sua carica interrompendola una volta arrivato l’80%. Ovviamente in tal modo la si protegge, ma si limita ulteriormente la sua durata: conviene quindi al limite scegliere l’opzione Adattativa che effettua quella limitazione solo quando uno dorme e passa alla protezione base prima del risveglio.
Esiste poi una forma di consumo non direttamente portato dall’uso diretto dello smartphone da parte dell’utente. Infatti diverse applicazioni, benché non attive a schermo e magari nemmeno attivate recentemente, continuano a funzionare in background (quindi senza che uno se ne possa agevolmente rendere conto), per effettuare talvolta operazioni essenziali per il loro funzionamento (e.g. app che notificano in tempo reale la presenza di un nuovo messaggio/email da leggere; app che notificano allarmi di un sistema di sorveglianza remoto)… ma non sempre! Anzi, diverse applicazioni gratuite sono tali perché in qualche modo catturano e trasmettono informazioni a loro utili per pubblicità mirate o per conoscere informazioni vendibili (e.g. la posizione dell’utente). È quindi opportuno, sia per allungare l’autonomia del proprio cellulare sia per non essere infastiditi da notifiche non desiderate, bloccare sia l’esecuzione in background di tutte le app di cui non si desidera esplicitamente tale funzione per motivi conosciuti sia il diritto di inviare notifiche, sempre se non reputato indispensabile/utile. Infatti, quando uno installa un’app usualmente acconsente a tutte le richieste di autorizzazione che vengono proposte: sarebbe meglio invece, fin da quel momento, acconsentire solo a quelle che uno reputa essenziali (e.g. a un’app di un gioco non ha senso dare il diritto di conoscere la tua posizione o di accedere ai propri contatti!). Comunque, anche successivamente uno può limitare appropriatamente i diritti di ciascuna app installata e in particolare impedirle di operare (in background) anche quando non è in primo piano o addirittura non si è lanciata da tempo.
Non sempre le istruzioni fornite dai siti ufficiali della ditta costruttrice di un cellulare sono aggiornati o dettagliati sufficientemente per poter agevolmente effettuare quelle modifiche. D’altra parte i sistemi operativi si evolvono continuamente così come l’interfaccia utente delle pagine delle impostazioni… Esiste infatti una pagina apposita nel sito di supporto della Samsung che è intitolato in modo quasi identico a questo post… ma ho comunque dovuto fornire un aiuto a un’amica che non riusciva a effettuare la procedura nonostante quelle istruzioni non proprio aggiornate e che mostravano quindi immagini di un’interfaccia utente non più identica a quella dei Galaxy attuali, seppur le indicazioni fornite possano sicuramente essere utili per operare anche sulle versioni più recenti.
Nel seguito mostro come vedere sul tuo cellulare le app installate che possono operare in background, mostrandoti la procedura per impedire che possano farlo. Ovviamente è opportuno operare con attenzione e limitare solo questa funzionalità, come quella dell’invio notifiche, solo per le app per le quali tale comportamento risulta opportuno/essenziale.
È necessario innanzitutto andare nelle impostazioni relative alla Batteria: Impostazioni -> Batteria -> Limitazioni per l’uso in background:
In quella sezione conviene impostare ad ON l’opzione Attiva sospensione app non usate e andare a vedere quelle che già attualmente sono in sospensione avanzata (App in sospensione avanzata) per verificare che non ce ne siano di indesiderate che non possono operare in background!
Si può andare nella sezione App in sospensione avanzata per vedere quelle l’elenco delle app che già sono in quello stato di sospensione e che quindi non possono mai operare in background: ovviamente, come esplicitamente indicato in quella pagina, queste app potrebbero non ricevere aggiornamenti o notifiche, funzionando solo quando vengono esplicitamente aperte dall’utente. … eventuali aggiornamenti verranno comunque effettuati, se il caso, quando verranno aperte esplicitamente o anche andando nel Play Store di Google per installare tutti gli aggiornamenti delle app installate (operazione che settimanalmente conviene sempre fare: vedi il post L’importanza, periodicamente, di forzare manualmente l’aggiornamento delle app dei propri smartphone e PC)
Per aggiungere altre app in quella lista di app in sospensione avanzata, è sufficiente premere il + (in alto a destra) per visualizzare tutte le app non in quello stato, selezionare quelle desiderate e infine premere il tasto Aggiungi: in tal modo anche queste nuove app verranno mostrate in quella lista e non potranno più operare in background.
Qualora infine uno desiderasse successivamente togliere da quella lista una o più app (e.g. si nota che non funziona più correttamente per cui quella modalità risulta essenziale), è sufficiente selezionarla in modo lungo (tenendo premuto il dito per un po’) dalla lista per andare nella pagina in cui poter selezionare quelle che si desiderano togliere e premere quindi il tasto Rimuovi: in tal modo le app che erano state selezionate potranno tornare a operare in background.
In modo analogo, ma duale, conviene poi andare a vedere l’elenco della app per cui è impostato che MAI possono andare in sospensione automatica (e.g. app collegate a sistemi di allarme che necessitano di essere eseguite sempre in background per poter notificare in tempo reale eventuali allarmi; app collegate a orologi digitali; app di navigazione; app di banche che notificano operazioni): quelle in quella lista sono app che, anche se non usate da tempo, il sistema operativo non può impedire di poter comunque operare in background (anche qualora uno abbia impostato a ON l’opzione indicata precedentemente di Attiva sospensione app non usate). Se si desidera togliere da quella lista alcune app (e.g. Facebook) basta selezionarne una in modo prolungato (tenere il premuto il dito per un po’) per passare alla videata che consente di selezionarne anche altre e quindi premere il tasto Rimuovi in basso per eliminarle da questa lista di app che uno desidera possano sempre operare in background, anche se non le si usa da tempo e le si apre esplicitamente.
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Infine, conviene togliere il diritto di poter inviare notifichealle app che per cui non interessa avere tale funzione, i browser (e.g. Chrome) in primis, in quanto talvolta sono portatori di messaggi di phishing (e.g. “Mamma ho perso il telefono e ho bisogno di aiuto: clicca qui…“; “Un tuo pagamento è in sospeso: clicca qui…“) con link che è bene non cliccare!!! . Basta andare in Impostazioni -> Notifiche e scegliere Notifiche applicazione che consente appunto di scegliere le app autorizzate a inviare notifiche: meglio minimizzarne il numero e soprattutto escludere i browser (e.g Chrome) spesso fonte di messaggi di phishing!! Basta impostare a OFF (disattivo, colore grigio) lo switch associato alle app per cui non si desidera consentire l’invio di notifiche:
Può essere utile vedere l’elenco di tutte le recensioni che uno ha pubblicato su Amazon, magari per poterne modificare una, dopo tempo: infatti, talvolta un prodotto che uno aveva recensito positivamente può rivelarsi problematico nel tempo! È vero che andando a ritroso nell’elenco degli ordini effettuati (Account e liste -> I miei ordini) si può trovare il prodotto e premendo il tasto Premi una recensione per il prodotto la si può modificare…
… tuttavia, risulta sicuramente più agevole avere l’elenco di tutte le recezioni, soprattutto quando si tratta di un prodotto acquistato molto tempo fa!
Ho provato a cercare su Internet come fare ad accedere a questa lista e stranamente tutte le procedure indicate dicono di andare in Account e liste, selezionare il box Ordini e preferenze di acquisto e infine premere Il tuo profilo Amazon: inutile dirvi che così operando non si trova più tale informazione, … insomma deve essere una procedura valida qualche tempo fa!
Ora invece si può operare con un PC, da un qualsiasi browser, accedendo alla sezione Il mio profilo Amazon in due modi alternativi che mostro nel seguito: si noti che se invece uno utilizza invece l’app Amazon, la procedura risulta più agevole e intuitiva (vedi in fondo al post):
Modo 1) Cercare il termine “Il mio profilo Amazon” (utilizzando il campo usualmente impiegato per ricercare un prodotto) e poi cliccare sul link trovato:
Modo 2) In alternativa si può posizionare il mouse (senza fare click) nell’area Account e liste, in modo che venga aperta automaticamente una finestra con delle scelte, in cui in alto viene mostrata la sezione Gestione profili.
Se per caso non compare tale sezione in azzurrino con il link Gestisci profili, premere prima il link Visualizza tutto e gestisci, (in alto a sinistra sempre in quella finestra) e poi riprovare a riaprire tale finestra riposizionando il mouse come indicato precedentemente.
Si noti che se si fa click direttamente su Account e liste viene aperta la pagina Il mio account in cui (stranamente) non mi sembra esista un link per accedere alla lista delle recensioni che uno ha scritto:
Insomma, mi sembra che stranamente tale pagina con l’elenco delle proprie recensioni sia ora più difficile da trovare operando da un browser…
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Invece, operando su smartphone, dall’app Amazon non mi sembra si riesca a vedere mentre operando da un qualsiasi browser (e.g. Chrome, Edge) ed andando sul sito http://www.amazon.it (con la visualizzazione per smartphone di default) i passaggi sono assai semplici e sono mostrati nel seguito. Cliccando sull’icona di persona in alto a destra andando nella sezione “Il mio account” e cliccando dul pulsante “Mostra tutto” a quella relativo: scorrendo si trova la voce di menù “Modifica/elimina recensione cliente”. Nel seguito gli screenshot della procedura:
Ormai i supporti cartacei sono in disuso e anche i manuali fisici che vengono forniti con le apparecchiature che acquistiamo sono in realtà molto spesso sempre più un breve compendio che fornisce principalmente indicazioni per la sicurezza e uso non pericoloso del prodotto.
Questo avviene ora anche per i manuali forniti acquistando un’auto… o almeno questo ho riscontrato per la Volkswagen e in particolare per il modello T-CROSS. Infatti, mi sono stupito delle poche informazioni fornite nel manuale cartaceo in dotazione… con meno di 200 pagine A6.
Sono andato allora a vedere su Internet se esisteva una versione più completa che spiegasse nel dettaglio i molteplici servizi offerti sia internamente al veicolo sia tramite l’app Volkswagen. Stranamente dal sito ufficiale della Volkswagen ho trovato solo brochure (ben fatte per conoscerne le caratteristiche, ma inutili per sapere in dettaglio come usufruirne). Nessun risultato ho trovato anche ricercando “manuale utente T-CROSS download” dal sito ufficiale: 106 risultati ma nessuno che evidenziasse la possibilità di scaricare la versione digitale di un manuale! 🙄🤔
Nessuna indicazione evidente di dove scaricare il manuale utente
Allargando la ricerca su Internet su altri siti ho poi trovato il manale completo (di ben 596 pagine!) nel sito https://ownersmanuals2.com: si noti che c’è non solo la versione in italiano ma, qualora di interesse, anche le versioni precedenti… il tutto scaricabile gratuitamente! E sufficiente effettuare una delle solite verifiche per provare che sei un umano e non un bot!… 🙂
Nel seguito una pagina del manuale utente scaricato, di ben 596 pagine!!
P.S. Se stai pensando di acquistare anche tu una macchina Volkswagen, ti consiglio come sempre di farti fare il preventivo da più concessionari a te comodi. In particolare, se sei delle mie parti ti consiglio di provare ad andare anche da Rinaldi in via Ferrero a Rivoli (TO), dove personalmente mi sono trovato bene sia per le condizioni economiche (decisamente migliori di un altra concessionaria) sia come assistenza post vendita…
Non sempre l’assistenza clienti offerta dal contatto telefonico esposto nel sito di un grande magazzino è quella che uno si aspetta!
Avevo ritirato un prodotto da Leroy Merlin, dopo averlo ordinato dovendo essere costruito su misura dal produttore. Una volta che me lo hanno caricato sul portapacchi della mia macchina l’ho portato in campagna e solo togliendolo poi dall’imballo mi sono accorto che non c’era alcuna indicazione utile al montaggio che non risultava banale: anzi, anche un tecnico locale, da me interpellato, non aveva saputo dirmi come procedere per l’installazione. Ho quindi pensato di risolvere agevolmente il tutto telefonando al servizio clienti pubblicato su Internet: ho notato subito che esisteva un solo numero centralizzato (02 66897580) e non ne era presente uno relativo specificatamente a ciascun negozio sul territorio nazionale. Telefonando ed esponendo il dubbio tecnico mi hanno solo saputo consigliare di recarmi personalmente nel negozio in cui l’avevo acquistato per chiedere al personale di vendita! Inutile è stato chiedere di avere il contatto del servizio clienti del negozio specifico che avrebbe magari potuto fare da tramite con il personale tecnico del reparto… 🙄 Ho dovuto quindi desistere nel procedere nell’installazione e ritornare la settimana successiva nel negozio fisico, per ricevere i dovuti ragguagli.
Lamentandomi con il buon servizio clienti locale collocato all’ingresso per il servizio di assistenza ricevuto telefonicamente dal servizio utenti centralizzato della ditta, mi hanno fornito un foglietto (generalmente utilizzato per il ritiro degli ordini express) consigliandomi di appuntarmi i contatti in quello contenuti: nello specifico per il negozio di Torino in c.so Giulio Cesare i contatti sono i seguenti, che riporto in questo post per averlo a disposizione eventualmente in futuro 🙂: 011 18744340; relazionecliente.torinogc@leroymerlin.it
Per cui, se acquistate un prodotto particolare, su cui pensate possa essere necessario richiedere un’assistenza telefonica successivamente sul luogo di installazione, vi conviene farvi dare in negozio il numero di telefono del servizio clienti locale, in quanto questo non è presente online… e non viene inspiegabilmente neppure fornito dagli operatori che rispondono al numero del servizio clienti centralizzato!! 🤔
Spesso è bello poter risentire un concerto a cui uno ha partecipato… e magari farlo ascoltare anche ad amici che non hanno potuto partecipare all’evento. Lo so che talvolta lo si deve fare di nascosto… ma da sempre esistono i bootleg! 🙂
La registrazione non è mai perfetta esistendo rumori di sottofondo e rimbombi per cui è bene operare con Audacity per cercare di migliorarla. Ho trovato diversi post al riguardo (e.g. questo) e ho provato ad applicare i consigli suggeriti spesso ottenendo buoni risultarti. Nel seguito ho cercato di riassumere il tutto e renderlo il più chiaro possibile :-).
1) Dobbiamo innanzitutto cercare di ripulire il suono il più possibile dai suoni ambientali: anche i microfoni migliori registrano un rumore di fondo (e.g. ventole, traffico). Per rimuoverlo occorre selezionare una sezione della registrazione (un area più ampia possibile che contenga solo ed esclusivamente quei suoni di sottofondo). Dopo avere selezionato quell’area, andare su Effetti -> Rimozione rumore e riparazionee premere il pulsanteElabora profilo rumore. Questa procedura consente ad Audacity di individuare il suono di sottofondo che si desidera eliminare del tutto.
Come indicato nel Passo 2 della finestra, si deve poi selezionare tutta la traccia e ritornare nuovamente su Effetti -> Rimozione rumore e riparazione per selezionare questa volta il tasto OK in fondo per applicare la riduzione del rumore precedentemente individuato.
Suggerimento: se uno effettua una registrazione audio conviene attivarla qualche secondo prima di iniziare a parlare in modo da poter già da subito registrare i rumori di fondo che potranno così essere individuati facilmente ed essere eliminati.
2) Conviene quindi operare una compressione di tutto l’audio per eliminare l’effetto robotico che la traccia audio porta con sè. Per farlo basta andare su Effetti -> Volume e compressione e impostare unicamente il valore di soglie opportunamente (generalmente scegliendo nell’intervallo -15 e i -20 dB). Scelto il valore cliccare OK.
Si ricorda che per selezionare tutta la traccia audio è sufficiente premere (cntl + a).
3) Si seleziona nuovamente tutta la traccia e si normalizza Effetti -> EQ e filtri -> Normalizza e premere il tasto OK lasciando i valori predefiniti.
4) Il passo successivo è quello di dare un po’ di colore ai bassi. Sempre con tutta la traccia selezionata, si opera su Effetti -> EQ e filtri -> EQ curva del filtro e andando poi sul pulsante Combinazioni & impostazioni per scegliere Combinazioni predefinite -> Esalta i bassi.
5) Si normalizza nuovamente tutta la traccia procedendo come già indicato precedentemente.
6) Per rendere la voce squillante e ben comprensibile conviene poi esaltare anche gli alti andando, analogamente a quanto abbiamo fatto per esaltare i bassi: Effetti -> EQ e filtri -> EQ curva del filtro e andando poi sul pulsante Combinazioni & impostazioni per scegliere Combinazioni predefinite -> Esalta gli alti.
Assioma: se un video lo riesci a vedere su un browser è molto probabile che si possa in qualche modo scaricare localmente sul proprio PC e rivederlo/rielaboralo a piacere. Certo le piattaforme cercano in molti modi di impedire ciò anche solo per il fatto che uno non è costretto a vedere la loro pubblicità che costituisce una loro fonte di guadagno…
Già in passato ho scritto post relativi a come scaricare video da Internet e principalmente da YouTube (e.g. Come scaricare gratuitamente da YouTube, sul proprio PC, tutti i video/audio presenti in una playlist (o anche solo un audio/video); How to locally download mp4 video and mp3 audio (from YouTube or other sites)) ma ora i metodi che avevo indicato non mi sembrano funzionare con il sito di RaiPlay. Dal momento che desideravo scaricarmi il concerto “A tutto cuore” di Claudio Baglioni che era stato trasmesso su Rai 1 ho fatto un po’ di ricerche e trovato il metodo che descrivo passo passo in questo post: infatti, sebbene ora il concerto sia disponibile agevolmente su RaiPLay e sia sufficiente ricercarlo su quella piattaforma per rivederlo, non mi è chiaro quanto rimarrà disponibile nel tempo per cui sempre bene salvarselo in locale per tempo! 😉
Fare click con il tasto destro su ciascuno dei link trovati e scegliere Salva collegamento con nome, dalla finestra a tendina che comparirà: basta quindi indicare la cartella dove salvare ciascuno dei file video mp4.
Se uno desidera poi avere gli mp3 dei brani cantati per poterseli riascoltare magari sul proprio smartphone, ci sono diversi metodi per estrarre l’audio di video: ad esempio io uso abitualmente AVS Audio Converter che fa parte dell’ottimo pacchetto di programmi AVS4YOU (di costo contenuto e che si aggiorna poi gratuitamente a vita!). Ovviamente poi se uno desidera avere ciascuna canzone su singolo file mp3, sarà necessario spezzare il file audio in più parti utilizzando, ad esempio, il programma gratuito opensource Audacity (vedi alcuni miei post al riguardo).
L’ultimo passo sarà poi quello di editare appropriatamente i metadati relativi a ciascuno dei file audio del concerto (click sul tasto destro del file mp3 e valorizzare le Properties -> Details relative al file):
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Ulteriori soluzioni per salvare video da RaiPlay le puoi trovare in https://www.giardiniblog.it/come-scaricare-video-da-raiplay/ (e.g. sull’app RaiPlay stessa si può anche spesso scegliere di scaricare un video quando si è collegati ad un WiFi per poi vederlo senza sprecare dati dello smartphone, anche se il tutto rimane internamente all’app).
Si può poi sempre utilizzare, come ultima chance, il programma opensouce gratuito OBS Studio che consente, tra le sue funzioni, di catturare qualsiasi stream video che viene visto sul proprio PC. Tuttavia scaricare proprio il file video del programma, come mostrato in questo post, è più agevole, veloce (non devi vederlo) e si ottiene la massima qualità. https://www.wikihow.com/Save-Streaming-Video
Avevo già scritto un post relativamente agli accordatori e in particolare avevo evidenziato come seppur esistano diverse app valide, può talvolta valer la pena acquistare un dispositivo specifico che realizzi quella funzione e magari anche quelle di metronomo. Questo soprattutto per il fatto che questi dispositivi sono dotati di un contatto per microfono che si può posizionare direttamente sullo strumento, rendendo molto meno sensibile l’accordatura dalla presenza di rumori esterni. Certo che se si utilizza il jack di amplificazione di una chitarra acustica/elettrica e lo si collega via cavo a un pedale accordatore (e.g. Behringer TU300, BOSS TU-3, soprattutto quest’ultimo di costo non indifferente!) il suono su cui si effettua l’accordatura sarà perfetto e non risentirà di eventuali rumori esterni, ma anche l’utilizzo di un contatto per microfono riduce già di molto la problematica.
Ma è possibile utilizzare un contatto per microfono per effettuare un’accordatura di uno strumento con un’app dello smartphone, rendendola così molto meno sensibile a rumori esterni? La risposta è: certo! Basta ovviamente avere un contatto per microfono e opportuni cavi/adattatori.
Ad esempio, io ho provato a utilizzare il contatto per microfono Korg CM-300, generalmente utilizzato per il metronomo/accordatore Korg TM-60, che presenta un jack audio da 6,3 mm come penso molti altri.
Volendolo collegare al mio smartphone che ha un collegamento USB-C, non ho trovato da nessuna parte neppure online un cavo per un collegamento USB-C - jack audio da 6,3 mm! Mi sono quindi dovuto procurare:
Generalmente vengono venduti gli adattatori USB-C per cuffie con microfono, quelle tipicamente utilizzate dagli smartphone e utili per comunicare al telefono: non ho trovato nessun cavo che fornisse un collegamento diretto USB-C a Jack audio da 6,3 mm!!!
Collegamento funzionante che ho utilizzato per connettere il contatto per microfono Korg CM-300 al mio smartphone con presa USB-C
In un primo momento, lanciando l’app Airware Tuner(di cui ho già parlato in un mio precedente post) ho notato che, pur avendo effettuato quel collegamento, continuava comunque a utilizzare il microfono incorporato nello smartphone 🤔: infatti tappando il buco dove si trova il microfono, il segnale sonoro diminuiva quasi del tutto! 🙄
Dopo avere letto su articoli specialistici su Internet problematiche varie dovute al collegamento non adeguato di microfoni (e.g. How To Connect An External Microphone To A Smartphone: “Poiché il segnale del microfono viene trasportato sul manicotto, i cavi TS e TRS da 3,5 mm (1/8″) non funzioneranno anche se si adatteranno fisicamente al jack. Questo perché i cavi TS e TRS sono cablati con S – manicotto – come terra“), ho incominciato a pensare che si dovesse utilizzare anche uno sdoppiatore microfono/cuffie con Jack 3,5mm. Si noti che i jack audio hanno due sezioni (uno per canale) e sono differenti da quelli per microfono e cuffie che invece hanno 3 sezioni che possono seguire diversi standard (“The CTIA standard has the TRRS connection configured as follows: Tip: Audio (left); Ring: Audio (right); Ring: Ground;Sleeve: Microphone. The OMTP has the microphone and ground switched, and so it’s important to know the difference. That being said, the vast majority of devices with TRRS designed to work with smartphones follow CTIA”).
Tra i molteplici sdoppiatori che ho trovato ne ho scelto uno che fosse rigido sia per minimizzare la lunghezza complessiva del collegamento sia in quanto meno soggetto a rotture. Ma anche inserendo questo ulteriore componente il microfono utilizzato dall’app rimaneva essere quello interno dello smartphone!!
Ho provato allora a usare un’altra app, ad esempio quella del registratore e ho notato che, quando inserivo il microfono esterno con gli opportuni cavi, compariva una finestra di popup temporanea che avvertiva: “Per la registrazione dell’audio verrà utilizzato Microfono esterno“! Infatti, anche tappando con un dito il foro del microfono interno allo smartphone, l’audio di registrazione rimaneva invariato, e questo sia inserendo lo sdoppiatore o meno, per cui la sua presenza era ininfluente.
La problematica era quindi specifica di quell’app di accordatore, Airware Tuner: andando, infatti, a vedere nelle sue impostazioni (icona a ghiera in alto a destra), e in particolare i Settings, si può selezionare l’Audio Source che si desidera. Selezionando non quello di default interno al telefono, bensì quello indicato come Alternative 1, il segnale audio ricevuto com input risultava quello del contatto microfono esterno (indipendentemente dall’aver utilizzato o meno lo sdoppiatore).
Avevo scritto un mesetto fa il post Servizio clienti GTT: si può fare di meglio! Dopo gli ultimi aumenti, come richiedere l’aggiornamento dei biglietti acquistati con tariffa vecchia (pagando la differenza)? dove avevo concluso domandandomi: “ma non sarebbe molto meglio, quando si prevedono imminenti rincari dei biglietti, incominciare per tempo a limitare il numero di biglietti emessi da fornire alle rivendite (in modo che non si generino delle speculazioni) e poi lasciare che i biglietti “vecchi” si esauriscano nel tempo come naturalmente avverrebbe? Non si potrebbe al limite delegare proprio quelle rivendite a sostituire i biglietti vecchi con i nuovi, a fronte di un conguaglio? Invece, per poche decine di centesimi si costringe la clientela a subire una procedura lunga e farraginosa, creando code che inevitabilmente intasano quei servizi basilari per cui i centri di customer care sarebbero preposti!“
Oggi, casualmente, sono venuto a conoscenza di una notizia positiva: dal 15/1/2024 è possibile convertire i biglietti City 100 anche da alcune rivendite (tabacchini/bar/edicole) presenti sul territorio torinese, senza la necessità di recarsi necessariamente presso i Centri di Servizi Cliente. Purtroppo, però, solo quelli… e, in teoria, al massimo 20 per volta!
Ho infatti oggi installato l’app GTT – TO Move che offre i seguenti servizi interessanti:
L’acquisto di biglietti,
La verifica di quante corse sono ancora presenti in una carta BIP
Le informazioni di servizio aggiornate.
Per l’acquisto dei biglietti, che richiede ovviamente un metodo di pagamento elettronico, la procedura è semplice:
Per la lettura dei titoli è necessario avere uno smartphone con la funzionalità di connessione NFC e di averla attiva: a questo punto è sufficiente appoggiarlo sulla carta per effettuare la lettura e vedere visualizzati i biglietti rimanenti:
È dall’ultima sezione relativa quest’ultima sezione che ho appreso che, per fortuna, dal 15/1/2024 è possibile convertire i biglietti City 100 anche da alcune rivendite (tabacchini/bar/edicole) presenti sul territorio torinese, senza la necessità di recarsi necessariamente presso i Centri di Servizi Cliente Purtroppo sembrano invariate le modalità per la sostituzione dei biglietti presenti nella carta BIP e di quelli acquistati con app TO Move (City, Daily, MultiCity e MultiDaily)! Restano anche invariate le limitazioni relative al numero di biglietti sostituibili per volta… solo 20!
Ieri ho dovuto effettuare un esame all’ospedale Molinette di Torino, uno dei centri diagnostici di eccellenza del Piemonte. Arrivato alle 7:45 più di mezz’ora prima l’orario di visita programmato alle 8:30, ho provveduto a recarmi in uno dei molteplici totem (generalmente chiamati punti gialli) per pagare, con una modalità self service, il ticket relativo alla visita: questo è indispensabile per poi poter effettuare l’accettazione presso gli appositi sportelli aperti al pubblico dalle ore 8:00. Purtroppo il punto giallo più comodo era fuori servizio… ma presto mi sono reso conto, dalla preoccupazione di molti altri pazienti, che si trattava di un problema generalizzato che coinvolgeva tutti i totem l’ospedale Molinette (e probabilmente anche di quelli di altri ospedali collegati al medesimo servizio informatico)! Insomma, alle ore 8:00 si sono aperti gli sportelli per l’accettazione e quasi nessuno aveva potuto pagare il ticket per prestazioni che si sarebbero dovute generalmente svolgere a breve! Le impiegate, inizialmente categoriche nel notificare che senza ticket pagato non potevano effettuare l’accettazione, indicavano quindi la banca Intesa San Paolo presente internamente all’ospedale, come l’unica possibile alternativa al pagamento del ticket tramite i punti gialli. Peccato che la filiale in questione apriva alle 8:30 e che poi, anche una volta aperta, non potesse neppure lei ricevere il pagamento del ticket in quanto “era giù qualche server” e avevano appena chiamato l’assistenza per provvedere al ripristino del servizio almeno in locale alla banca. 🤐
Intanto, dopo tutti questi tentativi infruttuosi fatti da più pazienti, le impiegate degli uffici si sono decise a effettuare comunque l’accettazione almeno per i pazienti che avevano programmate le visite a breve (o a orari oramai scaduti!), pregando poi di ripassare successivamente (senza più prendere il biglietto della coda) per fornire loro la notifica cartacea di pagamento avvenuto da allegare alla ricetta che avrebbero tenuto in sospeso. Insomma, un disservizio non solo per i pazienti ma anche per tutte quelle impiegate che dovevano prevedere una procedura anomala e più lunga di quella usuale per effettuare semplicemente un’accettazione… vale a dire una verifica che un paziente già programmato e prenotato si sia effettivamente presentato alla visita… a mio parere già una procedura di default non particolarmente veloce! Mi chiedo, infatti: per questo semplice compito, non basterebbero dei lettori di QRCode/codici a barre (presenti nel foglio di prenotazione) con un sistema che in automatico, da quei dati verifichi il pagamento del ticket avvenuto e la corrispondenza della prenotazione, rilasciando poi un foglietto con numero opportuno da allegare? Ora invece si deve selezionare da un totem la scelta Accettazione corretta (ce ne sono di più tipologie!) tra molteplici scelte di richiesta di servizi da parte degli sportelli aperti al pubblico, aspettare il proprio turno per poi far effettuare manualmente quella verifica manualmente dall’impiegata. Se si potesse effettuare un’accettazione in automatico, quell’impiegata probabilmente potrebbe gestire richieste di servizi che maggiormente necessitano di un intervento umano, no? Magari la prenotazione di una successiva visita di controllo appena prescritta dopo la visita odierna, attualmente possibile da richiedere solo dopo le 10 per non rallentare, penso, appunto le richieste di accettazione! 🤔
Ma ritorniamo all’oggetto del post senza troppo pensare come si potrebbero semplificare alcune delle procedure correnti…
Insomma, dopo più di mezz’ora riesco finalmente a essere registrato dall’accettazione (con gentile concessione di poter notificare loro l’avvenuto pagamento del ticket successivamente), effettuo la visita più velocemente del solito, essendomi presentato all’ambulatorio in ritardo (per via di cui sopra) e non essendoci altri pazienti in coda, essendo quelli probabilmente ancora sparsi per l’ospedale per riuscire in qualche modo a pagare quel maledetto indispensabile ticket, come inizialmente perentoriamente richiesto dalle impiegate! Al termine della visita, verso le 9:30, la situazione dei punti gialli non era cambiata: andando allo sportello almeno per incominciare a prenotare la prossima visita di controllo, l’impiegata mi dice che per quella tipologia di servizio è necessario attendere fino alle 10… prima solo accettazione!! Tuttavia mi consegnava un pezzo di foglio (tagliato a mano!) con le indicazioni su come poter effettuare la prenotazione anche da remoto, telefonicamente o via email:
Come prenotare una visita da remoto, essendo il servizio disponibile allo sportello ospedaliero solo dopo le ore 10
Dal passaparola di altri pazienti, vengo a sapere che l’Intesa San Paolo interna all’ospedale era ora in grado di ricevere il pagamento dei ticket! Mi precipito allora anch’io (come molti altri) verso quella filiale di banca, raggiungibile sia dai corridoi sotterranei in poco tempo o anche dall’esterno dell’ospedale tramite un tragitto più lungo ma più lineare… si trova subito a sinistra del pronto soccorso. All’arrivo mi attendeva una coda di più di una cinquantina di persone presso l’unico sportello che era stato adibito alla riscossione dei ticket. Per di più, la procedura di ciascun pagamento era lenta in quanto il terminale utilizzato dall’impiegato non era munito di un lettore di codici a barre, per cui tutti i dati, compresi quelli relativi della tessera sanitaria, dovevano essere da lui inseriti a mano! Nel corso del tempo trascorso in coda, accrescendosi sempre più il numero di persone, finalmente un altro sportello viene predisposto a smaltire quel gran numero di richieste. Mentre sono in coda, getto l’occhio sul foglio per il pagamento del ticket e vedo scritto “Il suddetto pagamento è pagabile presso i punti PagoTicket dell’Azienda, presso le filiali SanPaolo S.p.A. o con pagamento online accessibile da www.cittadellasalute.to.it“.
Anche se quella forma di pagamento non mi era stata indicata dall’impiegata dell’accettazione (che anzi mi aveva detto di portarle la ricevuta cartacea del pagamento effettuato!) provo comunque ad andare in quel sito: la sezione per effettuare il pagamento ticket non la trovo agevolmente dalla sua homepage per cui effettuo una ricerca di “pagamento” da cui trovo allora una pagina che riporta come fare Pagamenti Ticket On Line (ho visto poi che si può arrivare anche dal menù a destra Per il cittadino -> Come fare per… -> Pagare il ticket e ritirare gli esiti -> Pagamento ticket online).
Se non ci si autentica, è necessario inserire tutti i dati (i.e. codice fiscale, azienda saniaria, identificativo ticket, vale a dire il numero associato al codice a barre presente nel foglio di pagamanto). Al contrario, se si accede con SPID (link ACCEDI in alto a destra) nerlla sezione Pagamenti sanitari uno dovrebbe trovare i pagamenti in sospeso, se presenti: questa seconda procedura può essere più semplice non richiedendo l’inserimento di dati specifici al pagamanto ma, come tutte le autenticazioni con SPID, è sempre un’incognita e potrebbe portar via ancor più tempo (e.g. app del provider dello SPID da aggionare, password di autenticazione scaduta)! Provando accedere, l’autenticazione SPID falliva per uno dei molteplici motivi da indagare per cui, ho preferito attendere il mio turno in coda anche perchè non avrei mai voluto avere contestazioni sul pagamnto non potendo stampare la ricevuta su un foglio da esibire all’impiegata! Comunque, da casa dove uno ha a disposizione una stampante, questa metodologia di pagamento ticket on line mi sembra potenzialmente valida, accedendo ahttps://sansol.isan.csi.it/la-mia-salute/#/pagamenti-sanitari/anonimo/benvenuto… insomma una URL non certo semplice da ricordare come invece, a mio parere, dovrebbe essere per un servizio così gettonato!! 🙄
P.S. Attenzione che il sito di riferimento, indicato nel modulo di pagamanto del ticket, è www.cittadellasalute.to.it e non semplicemente www.cittadellasalute.it che invece attualmente porta ad un sito che sembra in costruzione, avendo pagine con pulsanti di Visita il sito web che, seppur rese inspiegabilmente pubbliche, fanno riferimento ad altri siti web di ditte coinvolte probabilmente negli sviluppi! … indice, a mio parere, di scarsa professionalità…
Durante la mia presenza in coda, una gentile impiegata della banca verifica periodicamente che non ci siano per caso anche clienti entrati nella filiale per altri motivi che esulino dal pagamanto del ticket sanitario… e intanto ci sollecita ad avere sottomano la tessera sanitaria e i contanti per effettuare poi il pagamento del ticket: sì, perché avrebbero accettato unicamente contanti o pagamenti con il solo bancomat Intesa SanPaolo (e NON con quello di altre banche), per cui invitava a prelevare eventualmente per tempo dei soldi dai bancomat presenti!! Alla mia richiesta se fosse eventualmente possibile effettuare quel pagamento del ticket tramite l’app della medesima banca Intesa SanPaolo, qualora uno fosse un loro cliente, quell’impiegata mi rispondeva che il servizio di pagamento ticket non è contemplato dal loro sito/app.
Insomma una situazione al limite del paradosso, con tutti noi sconcertati dalla gestione improvvisata di una situazione di emergenza che non si sarebbe mai dovuta verificare e che invece, a detta di alcune persone presenti in coda, non era infrequente!!!
La coda, davanti a me, all’unico sportello della filiale Intesa SanPaolo adibita al pagamento del ticket
La situazione si sarebbe poi normalizzata solo verso le 10:00 quando, tornando dalla banca verso l’ufficio dell’accettazione per fornire l’attestato di effettuato pagamento, ho visto delle persone in coda presso dei punti gialli finalmente nuovamente funzionanti.
Insomma, un disservizio probabilmente (imputabile a malfunzionamenti iniziati nella notte, forse un blackout?) durato più di un’ora e mezza dall’apertura degli sportelli ospedalieri, di cui si è provveduto a trovare una soluzione solo all’apertura della filiale Intesa SanPaolo che gestisce il servizio: quindi, un sistema di riscossione che non prevede. in caso di sopraggiunti problemi, una notifica in automatico a dei tecnici reperibili in modo da poter intervenire tempestivamente. Ma quello che mi ha stupito maggiormente non è solo questa mancanza di un intervento tecnico appropriato nei tempi e l’improvvisazione di una soluzione di un lento pagamento manuale da parte della filiale per un qualcosa che comunque sembra avvenire troppo sovente, ma soprattutto la mancanza di una dovuta ridondanza nei sistemi informatici che gestiscono tutto il sistema di pagamento dei ticket di un grosso ospedale e probabilmente quello di tutte le strutture pubbliche di un territorio ben più vasto (Provincia? Regione?).
Dunque, quel servizio non è considerato come di rilevante importanza da chi lo deve gestire? Oppure la ridondanza informatica è forse un termine stranamente sconosciuto in quell’ambito? 😮Basterebbe prevedere un sistema che risieda in qualcuno dei molteplici Cloud, e la ridondanza sarebbe già in buona parte garantita, almeno da un punto di vista hardware: in un Cloud si può configurare il proprio sistema in modo che sia i dati sia i programmi siano duplicati eventualmente su server collocati fisicamente addirittura in continenti differenti, in modo da ovviare così anche a problematiche dovute a eventi catastrofici. Ma anche volendo mantenere tutto il sistema “a casa propria”, basta solo cercare su Internet e si trova che, quando si gestiscono sistemi informatici di una certa importanza e record di dati complessi, è buona prassi integrare la ridondanza in modo voluto nel sistema di prevenzione dei rischi e di protezione dei dati. In generale, un sistema si definisce ridondante quando determinati componenti tecnici e record di dati sono disponibili più volte in parallelo, proteggendo da perdite e interruzioni. Se si considera fondamentale poter disporre di un accesso continuato a dei server, esistono diverse modalità per creare un’unità di computer collegati fra loro, costituita da cluster con serverridondanti organizzati in più nodi. In un cluster, ciascun computer associato può leggere allo stesso modo i database esistenti e, in caso di emergenza, è in grado di accedere ai dati e alle applicazioni critiche dei server non funzionanti. In tal modo è possibile assicurare il costante funzionamento dei server in modo pressoché completo. In condizioni di funzionamento normale, poi, le capacità di calcolo possono venire distribuite tra i diversi server, evitando rallentamenti durante picchi di richieste, consentendone anche la manutenzione operativa, la messa in funzione senza dischi rigidi fisici mediante il network attached storage e la sostituzione dei server difettosi senza dover interrompere dei processi. Eccetera, eccetera, eccetera…
Insomma, la possibilità di rendere un servizio informatico disponibile al 99,9999…% esiste da tempo, basta volerlo! Incredibile quindi, secondo me, che siano state fatte delle scelte tali da non assicurare una continuità a un servizio importante relativo alla Sanità Pubblica, come quello del pagamento dei ticket, il cui mancato funzionamento (anche per poche ore) comporta non solo un caos nelle procedure predisposte, ma anche (e soprattutto) rallentamenti nelle prestazioni mediche di tutto un sistema sanitario.
Uscito dall’ospedale un po’ amareggiato e dopo più di un’ora dopo il termine della visita per via del pagamanto in banca e riconsegna agli sportelli della ricevuta, ho preso la metro per ritornare a casa: sia nella stazione di ingresso in P.zza Carducci sia in quella di uscita in via Principi di Acaia le scale mobili erano fuori servizio. Insomma una giornataccia: nulla che funzionasse a dovere! 😦
Ieri ero nel centro di Torino e con amici intendevo andare a vedere la mostra estemporanea sul Liberty, attualmente presente a Palazzo Madama. Purtroppo la biglietteria mi ha notificato che il mio Abbonamento Musei era scaduto da qualche giorno e che dovevo provvedere al rinnovo. Ho quindi pensato di poter risolvere il problema dal mio smartphone accedendo al sito https://abbonamentomusei.it ed effettuando velocemente la procedura online relativa al rinnovo… ma mi sbagliavo! 🙄
Mi sono infatti autenticato e ho iniziato la procedura specificando che intendevo effettuare un rinnovo. I campi anagrafici risultavano già valorizzati, tranne due presenti nella sezione relativa all’indirizzo di spedizione: tuttavia, quei campi obbligatori di Provincia e Regione non risultavano valorizzabili in quanto, selezionandoli, non veniva proposta alcuna lista di possibili scelte (nonostante fosse mostrata all’interno la scritta “- Scegliere -“) e neppure risultava possibile inserire alcun carattere! 🤔🙄
Diversamente il campo Provincia analogo, presente nella sezione precedente relativa all’anagrafica (per altro già precompilata completamente), selezionandolo, rendeva visibile una finestra di popup per consentire di effettuare la scelta più opportuna:
Dal momento che la sezione relativa alla spedizione era tra l’altro inutile in quel caso di rinnovo (non essendo prevista la spedizione di alcunché!) e non riuscendo comunque a valorizzare quei due campi (seppur fossero segnalati con un asterisco a indicarne l’obbligatorietà) ho deciso comunque di provare a procedere con l’inoltro del modulo di acquisto, essendo tra l’altro abilitato il pulsante apposito preposto a tale scopo. Tuttavia, premendolo si veniva bloccati con una segnalazione in rosso di errore per via dei campi Provincia e Regione (considerati come obbligatori) da valorizzare per poter completare quella procedura di acquisto!
Per fortuna vicino a quel museo, in p.zza Castello, c’è un ufficio apposito che consente l’acquisto/rinnovo dell’abbonamento musei, per cui mi sono recato là e ho provveduto tramite un operatore. Lamentandomi per il fatto che con la procedura online non ero riuscito ad effettuare il rinnovo, mi è stato suggerito di segnalare la cosa a info@abbonamentomusei.it e così ho fatto, allegando all’email gli screenshot che evidenziavano il problema da me riscontrato:
Con sollecitudine, questa mattina ho ricevuto una email che, con mio stupore, riportava quanto segue:
“Buongiorno, nella parte dell’indirizzo di spedizione: Il campo nome, cognome, civico, cap, città, provincia e Regione sono con sfondo grigio. L’unico campo con sfondo bianco è: INDIRIZZO Si posizioni sul campo dell’indirizzo e CANCELLI IL CONTENUTO DEL CAMPO Poi inizia a scrivere sempre nello stesso campo: VIA NOME VIA CIVICO CITTA’ Il sistema trova il suo indirizzo completo e lei deve solo cliccare. Gli altri campi si correggono da soli Cordiali saluti“.
😳🙄
Non so quante segnalazioni abbiano ricevuto fino a oggi ma, data la sollecitudine nella risposta e la precisione nell’indicare le operazioni (assurde) da seguire, ne deduco che non sono certo stato il primo a segnalare quella problematica conosciuta quindi da tempo. D’altra parte qualsiasi test di conformità avrebbe fin da subito (ancor prima della pubblicazione di quella sezione del sito) dovuto evidenziare tale bug che rende praticamente inutilizzabile quel modulo di acquisto/rinnovo online anche da parte di un’utenza con competenze informatiche… figuriamoci per un cliente generico! Quello che però mi ha stupito maggiormente, è che nella risposta, seppur puntuale e cordiale, non ci fossero scuse e indicazioni sul fatto che il funzionamento anomalo dell’interfaccia sarebbe stato risolto al più presto… insomma, come se la procedura da loro indicata fosse ritenuta quella normale da utilizzare!
Non ho potuto allora che rispondere, evidenziando che quel comportamento del modulo online è da considerarsi un bug importante che dovrebbe essere risolto al più presto, evidenziando anche altre “stranezze” in quell’interfaccia di acquisto/rinnovo che, in quanto tale, dovrebbe essere semplificata al massimo per favorire un suo utilizzo da parte della clientela. Ne ho poi approfittato per dare un mio parere positivo sulla presenza dell’app Abbonamentoto Musei (trovata per caso ricercandola nel PlayStore sperando che da quella una procedura di rinnovo risultasse funzionante!) che consente di avere sempre a portata di mano il QRcode per accedere ai musei senza doversi portare la carta fisica associata all’abbonamento. Tuttavia ho segnalato il mio disappunto che la presenza di quell’app non fosse pubblicizzata nel sito web. Inoltre, da quell’app non esiste stranamente la possibilità di effettuare un acquisto/rinnovo dell’abbonamento. Infine ho suggerito che sarebbe opportuno rendere visibile il QRcode del proprio abbonamento subito in cima all’homepage dell’app (e non nella sezione “Profilo“), essendo probabilmente quella l’informazione primaria che l’utilizzatore dell’app desidera vedere visualizzata non appena l’app si apre… tra l’altro ricordandogli così sempre anche la data di scadenza dell’abbonamento in corso (che potrebbe essere evidenziata maggiormente in prossimità della scadenza)!
“Grazie della risposta. Probabilmente effettuando la procedura che mi avete indicato riuscirei a proseguire nell’acquisto (che ho comunque già effettuato andando personalmente nell’ufficio in p.zza Castello).
Tuttavia come cliente reputo che un comportamento simile in un modulo per il rinnovo dell’abbonamento sia assurdo e ne impedisca l’utilizzo a chiunque, anche qualora abbia competenze informatiche che non dovrebbero comunque essere richieste: l’acquisto online dovrebbe servire non solo a smaltire code negli uffici di vendita, ma anche per favorire a chiunque un eventuale agevole rinnovo dell’abbonamento quando si trova in un museo che non ne consente la vendita/rinnovo.
Già è incomprensibile il fatto che uno debba inserire un indirizzo di spedizione quando si è scelta un’opzione che non richiede l’invio fisico di nulla, come nel caso di un rinnovo. L’assenza di una checkbox per rendere il proprio indirizzo già indicato anche come quello di spedizione (come generalmente avviene) è altrettanto fastidiosa. Ma poi è assurdo che i campi di quella (fuorviante) sezione di spedizione vengano valorizzati di default in quel modo, con un campo indirizzo valorizzato malamente e senza la possibilità di selezionare la provincia manualmente. Assurda è anche la segnalazione di errore che viene fornita se uno cerca comunque di inoltrare quel modulo di iscrizione: viene infatti indicato di valorizzare i due campi obbligatori “Provincia” e “Regione” (quest’ultima informazione poi decisamente inutile in quanto città/provincia già forniscono un’indicazione geografica univoca!)… campi che in realtà non risultano manualmente valorizzabili!!
Come programmatore reputo quindi che si tratti un grave bug presente nel vostro sito che conviene risolvere al più presto (magari anche consentendo di indicare il proprio indirizzo come anche quello di spedizione e poi magari non rendendo necessario valorizzare la sezione “Indirizzo di spedizione” quando si è effettuata precedentemente una scelta di acquisto che non richiede alcun invio fisico).
Ho installato anche la vostra app “Abbonamento Musei” che ho trovato casualmente: non mi sembra infatti che sia segnalata nel sito https://abbonamentomusei.it, almeno nella sua homepage dove, a mio parere, sarebbe conveniente pubblicizzata. L’ho trovata assai comoda da utilizzare in quanto rende non indispensabile avere sempre con sé la tessera cartacea. Tuttavia ho trovato strano che da quell’app non sia consentito effettuare un acquisto/rinnovo dell’abbonamento. Personalmente poi il QRcode del proprio abbonamento, con relativa data di scadenza, l’avrei reso subito visibile in cima all’homepage, (e non nella sezione “Profilo”) essendo probabilmente quella l’informazione primaria che l’utilizzatore dell’app desidera avere, ricordandogli tra l’altro la data di scadenza dell’abbonamento! Interessante anche avere elencate le visite effettuate (con uno storico addirittura di anni!) così come gli eventuali punti acquisiti… seppur, almeno per ora, mi sembra sia una funzionalità non ancora utilizzabile, avendo sempre riportato un punteggio 0 per la visita a qualsiasi dei museo da me visti. Gradirei quindi avere maggiori delucidazioni relativamente a quest’ultima funzionalità…
Ringraziando dell’attenzione Enzo Contini
Comunque, almeno per il momento, la procedura da effettuare per riuscire a inoltrare quel modulo e procedere nel pagamento per un rinnovo dell’abbonamento musei è quella seguente (derivata dalla email che ho ricevuto dal servizio clienti, minimamente rivista per renderla, penso, un po’ più comprensibile):
Nella sezione relativa all’indirizzo di spedizione (che uno trova parzialmente precompilata) i campi nome, cognome, civico, cap, città, Provincia e Regione sono con sfondo grigio, mentre l’unico campo con sfondo bianco è: INDIRIZZO. Posizionarsi quindi su quel campo dell’indirizzo e CANCELLARE IL SUO CONTENUTO. Poi scrivere sempre nello stesso campo: NOME DELLA VIA NUMERO CIVICO CITTA’ (e.g. Giulio Cesare 223 Torino).
Ieri sera era capodanno e, si sa, i giochi di società vanno alla grande in quell’occasione. Si era concordato di giocare al gioco Taboo e in diversi di noi avevamo cercato quell’app sul nostro smartphone Android. A seconda del criterio di ricerca impostato (e.g. Taboo, Tabù, Taboo in italiano) i risultati ottenuti riportavano alcune versioni non particolarmente ben fatte del gioco e soprattutto che non consentivano di impostare la lingua italiana (ma unicamente l’inglese o il turco). Stranamente, effettuando la medesima ricerca più logica (i.e. Taboo) con un tablet Android, nell’elenco dei risultati (come prima scelta) veniva indicato il gioco Taboo ufficiale (quello con icona viola e una faccina che ride)!
Effettuando la medesima ricerca con il tablet Android sul PlayStore, si trovava quell’app come prima scelta!
La mia ipotesi iniziale era che, per qualche strano motivo, quel gioco fosse stato sviluppato solo per una vecchia versione di Android (sicuramente la versione del sistema operativo sui cellulari di tutti era più recente di quella del mio datato tablet Android!). Non è inusuale trovare app che dopo essersi aggiornate, non risultano più compatibili con un nostro dispositivo con sistema operativo datato (e non più aggiornabile), ma non trovare un’app sul medesimo PlayStore quando si accede da un dispositivo con una versione di Android più recente non mi era proprio mai successo!! Inoltre, andando a vedere nel PlayStore (con il tablet) le Info relative a quel gioco, veniva indicato Sistema operativo richiesto: Android 6.0 e versioni successive! 🤔
Stamattina ho voluto approfondire dal momento che consideravo una stranezza che, effettuando la medesima ricerca sul PlayStore Google da diversi smartphone e dal tablet (tutti quanti con il medesimo sistema operativo Android) si ottenevano risultati differenti e in particolare non compariva nei primi elencata quell’app che risultava addirittura come la prima scelta nel secondo! Ho quindi provato a cercare con un browser del mio smartphone (e.g. Edge, Chrome) la parola “app Taboo android” e, con mio stupore, ho subito trovato, come primo sito elencato, quello di Taboo – Official Party Game – Apps on Google Play!! Andando su quel link nel PlayStore si riesce poi a scaricare, installare ed eseguire correttamente quell’app senza problemi, anche sul mio smartphone (con Android 12). Andando poi a ricercare tutte le app pubblicate in quello store dall’autore di quell’app (i.e. Marmelade Game Studio), si ritrova quell’app insieme ad altre (ricercando le quali si trovano subito nel PlayStore diversamente da quella in oggetto! 🙄🤔).
Insomma, il tutto rimane per me tutt’ora ancora un mistero… ma da questa esperienza ne derivo che, se con lo smartphonenon si trova un’appricercandola nel PlayStore, conviene comunque provare a cercarla con un suo browser (e.g. Edge, Chrome), indicando il nome dell’app e specificando che si desidera la sua versione per Android (e.g. “app Taboo android“) perché non è escluso che con questa modalità non ortodossa comunque si riesca a trovare il suo link nel PlayStore!!
Oramai molti conoscono bene la procedura che consente di utilizzare il proprio smartphone per collegare a Internet un PC Windows, in mancanza di una diversa modalità (e.g. collegamento via cavo Ethernet, o via il Wi-Fi di casa/albergo)… ma non tutti! Ho un’amica che mi ha chiesto di spiegarle come fare e questo post ora è per lei… ma un domani potrebbe servire anche a qualcun altro! Le schermate che inserirò nel post sono specifiche di uno smartphone Samsung e di un PC con Windows 10, ma non cambierebbero di molto con un cellulare di diversa marca e con un PC con Windows 11!
Innanzitutto, è necessario impostare lo smartphone in modo da poter offrire il proprio collegamento Internet a un altro dispositivo. Il modo più veloce per farlo è utilizzare la voce Router Wi-Fi presente nel menù che compare in alto facendo scorrere un dito dall’alto verso il basso dello schermo del cellulare in modo da fare comparire un menù a tendina. Si noti che inizialmente vengono mostrate solo alcune icone (e.g. sei, ma dipende dalla configurazione) relative alle funzionalità più utilizzate (… e quali sono dipende sempre dalla configurazione). Se si fa poi scorrere nuovamente il dito, ne compariranno di più, ma non sono ancora tutte quelle disponibili in quanto facendo ora scorrere il dito da destra verso sinistra, si può andare in altre pagine analoghe con altre icone relative ad altre funzionalità (in basso ci sono dei puntini che indicano quante pagine sono disponibili, e.g. cinque): anche il numero di funzionalità rese disponibili tramite questa tendina può essere configurabile e nell’ultima videata infatti esiste l’icona + che permette di inserirne altre non presenti di default, ma che uno può desiderare avere subito a mano. Se uno pensa di utilizzare spesso il servizio di Router Wi-Fi, conviene quindi posizionare quella sua icona per attivarlo tra quelle presenti subito nella prima pagina dei servizi a cui si accede dalla finestra a tendina (vedi in fondo al post come fare). Comunque la icona relativa a Router Wi-Fi di sicuro uno la trova tra quelle presenti di default in una delle pagine che si possono visualizzare facendo scorrere in modo orizzontale. Talvolta, su alcuni cellulare, tale icona può essere chiamata Tethering Wi-Fi ma si riferisce al medesimo servizio che il cellulare può offrire, vale a dire generare un collegamento Wi-Fi che altri dispositivi (e.g. il PC) possono utilizzare per connettersi a Internet sfruttando la connessione dati dello smartphone.
Toccando in modo continuativo quell’icona, si altre la pagina di configurazione seguente (se la si tocca si attiva semplicemente quel servizio e l’icona diventa azzurra, ma la prima volta che la si usa è necessario impostare alcune cose per cui è necessario toccarla in modo continuativo): selezionando Configura si accede poi a una ulteriore pagina che consente sia di personalizzare il nome da assegnare alla rete Wi-Fi generata dal cellulare, sia di definire una password (conviene sempre impostarne uno!) in modo tale che possa essere utilizzata solo da chi uno vuole. È possibile impostare anche la frequenza della rete generata, 2,4GHz o 5GHz: in genere conviene utilizzare 5GHz in quanto il collegamento Wi-Fi risulta più veloce (anche se si estende per una regione più ridotta, ma tanto il cellulare sarà probabilmente collocato vicino al dispositivo che utilizzerà il suo Wi-Fi), ma talvolta certi dispositivi (e.g. telecamere) utilizzano solo Wi-Fi a 2,4GHz. Andando poi nella sezione Avanzate, si possono impostare ulteriori parametri quale la disattivazione del Wi-Fi qualora nessun dispositivo risulti più connesso a esso per un certo periodo di tempo (e.g. 20 minuti): infatti quando uno smartphone offre questo servizio consuma molta batteria e conviene perciò collegarlo alla rete elettrica in ricarica se il Wi-Fi non lo si usa per un periodo breve. Può anche convenire impostare a ON l’opzione Condivisione Wi-Fi che consente di condividere la connessione Wi-Fi dello smartphone oltre alla connessione dati. Ovviamente dopo avere impostato tutte le opzioni è necessario premere Salva per memorizzarle e renderle permanenti. Infine il Wi-Fi si attiva impostando a ON l’opzione Attiva.
A questo punto un qualsiasi dispositivo (e.g. un PC) nel raggio di azione di quel Wi-Fi generato dallo smartphone, lo vedrà tra i possibili collegamenti di rete che può selezionare. Lato PC la procedura è identica a quella che si deve seguire per collegarlo a qualsivoglia rete Wi-Fi: la prima volta che si selezionerà quel Wi-Fi, verrà richiesto di inserire la password che uno ha impostato nella configurazione sullo smartphone del suo servizio Router Wi-Fi. Se il PC in oggetto è il proprio, conviene poi impostare Connetti automaticamente per quella tipologia di Wi-Fi generato dal proprio telefonino in modo tale che la connessione del PC avvenga automaticamente non appena trova quella rete (e.g. ogni qual volta si attiva il servizio di Router Wi-Fi sul proprio smartphone e il PC si trova nelle sue vicinanze).
Nota: per configurare sullo smartphone il servizio di Router Wi-Fi, in alternativa a tener premuto l’icona apposita dal menù a tendina, si può anche andare in Impostazioni -> Connessioni -> Router Wi-Fi e Tethering -> Router Wi-Fi: tenendo premuto in modo continuativo quella voce Router Wi-Fi si accede (con un po’ più di passaggi, per cui ho consigliato prima l’altra procedura), alla medesima pagina di configurazione di quel servizio.
Si noti che, nella sezione Router Wi-Fi e tethering, esistono anche altre opzioni tra cui anche la possibilità di condividere la connessione Internet anche tramite Bluetooth (in alternativa al Wi-Fi). Se poi si è collegato allo smartphone un qualche adattatore di rete tramite la sua porta USB-C si può poi connettere alla rete tramite cavo o effettuare un tethering tramite la sua porta USB se il dispositivo che vuole utilizzare la sua rete dati è connesso alla sua porta USB_C (vedi il post Come utilizzare uno smartphone o un PC con connessione a Internet per fornire una connessione a una LAN).
Come già suggerito precedentemente, se uno pensa di utilizzare spesso il servizio di Router Wi-Fi, conviene posizionare quella sua icona per attivarlo tra quelle presenti subito nella prima pagina dei servizi a cui si accede dalla finestra a tendina (come ho fatto io: vedi ultimo screenshot sotto). Basta andare nell’ultima pagina relativa ai comandi rapidi presenti nel menù a tendina (quella più a destra facendo scorrere le pagine con il dito da destra a sinistra) e premere l’icona semitrasparente +. A questo punto è possibile spostare le icone/pulsanti tenendo premuto il dito su quella che si desidera spostare o poi trascinandola sia internamente alla pagina o in altra pagina. È possibile poi anche inserire eventuali altre icone che non sono di default rese disponibili nella finestra a tendina (io le ho attivate tutte!).
Questo è un post direi banale, ma dal momento che anch’io sono rimasto spiazzato nel suo utilizzo, penso che la mia esperienza possa servire anche a qualcun altro! 😉 Il Natale è appena trascorso e uno può avere ricevuto come regalo un buono Amazon acquistato in un supermercato come questo (ora l’ho fotografato dopo averlo aperto stappando con forza, ma in origine non si capiva bene se contenesse qualcosa o fosse semplicemente quel cartone con stampati i numeri visibili nella finestrina sul retro):
Di buoni regalo ne avevo già regalati e ricevuto, ma sempre inviati da Amazon stessa via email o tramite carta fisica custodita in una bella scatolina: insomma mai avevo avuto a che fare con quelli venduti nei supermercati. Questi mostrano sul retro, in una finestrina, un codice a barre e altri codici: per di più uno ha anche a disposizione due scontrini del supermercato che comprovano l’attivazione del buono, anch’essi con diversi codici. Insomma, un sacco di codici visibili, ma quando uno cerca di inserirli nella pagina Amazon di riscatto dei buoni regalo danno tutti esito negativo!!! Anch’io, che non mi reputo uno sprovveduto, sono caduto nell’errore non sapendo bene cosa fare e quali codici usare tra i tanti presenti e non volendo d’altra parte “rovinare” quel cartone nero del buono regalo (per non rischiare di non poterlo eventualmente restituire in caso di problemi!), non essendo indicato chiaramente se uno doveva romperlo o meno per avere ulteriori indicazioni. Nel buono l’unica indicazione presente per avere dettagli su come riscuoterlo, indicava di visitare la pagina amazon.it/utilizzare-buono-regalo che rimanda semplicemente alla pagina Amazon dove inserire un codice: ma quale codice poi inserire?? 🙄🤔
Ho contattato quindi il servizio clienti Amazon spiegando di avere ricevuto un Buono regalo acquistato in un supermercato, di quelli appesi che si trovano alle casse, e anche quell’assistenza, in genere molto efficiente non ha saputo aiutarmi più di tanto dicendomi che dovevo vedere o nel buono o negli scontrini un codice alfanumerico di 15 cifre… della tipologia che mi avrebbe inviato via email con un codice di esempio tipo quello che avrei dovuto trovare da qualche parte nel buono o negli scontrini. Mi ha suggerito infine di andare nel supermercato dove era stato venduto per verificare che fosse stato attivato/generato il codice di attivazione! 😦
Prima di seguire tali indicazioni ho cercato di piegare un po’ quel buono regalo e ho così notato che in realtà non era solo di carta, ma conteneva al suo interno una card tipo carta di credito… insomma, rompendolo, dentro c’era la solita carta regalo Amazon di cui nella finestrina della confezione se ne vedeva solo una parte, quella con codici utili solo per la sua vendita, ma non per il suo riscatto!! Ho stracciato quindi completamente l’involucro di carta nero ed ecco comparire la carta con il codice di attivazione, coperto da uno scotch!
La carta con il codice contenuta dentro la confezione
Quindi, se hai ricevuto un buono regalo di quel tipo, non esitare a rompere la confezione e avrei accesso alla carta completa in cui risulterà presente anche il codice di attivazione da inserire nella pagina Amazon di riscatto dei buoni regalo!!
Ho provato nel tempo e scritto post su diverse telecamere sia economiche (e.g. vedi post su telecamere Xiaomi) sia professionali da diverse centinaia di euro (e.g. post su telecamera Bosch). Da qualche mese ho installato/configurato, a casa mia e di parenti/amici, alcune telecamere Ezviz C3Xche considero attualmente un ottimo compromesso tra prestazioni e costo. Infatti, a fronte di un prezzo che attualmente è inferiore ai 100 euro (ma costa sempre meno e per di più si può spesso trovare in offerta), questa telecamera Wi-Fi anche da esterno (i.e. certificata IP67) è dotata di due obiettivi con un’ottima risoluzione di 1080p: inoltre, le immagini che provengono da ciascuno vengono poi unite utilizzando un algoritmo proprietario, per ottenere un’immagine ancora più ricca di dettagli e colori realistici consentendo, tra l’altro, anche un’ottima visione al buio.
Ora esiste anche un altro modello EZVIZ H80x più recente, sempre con due obiettivi ma con caratteristiche ancora migliori ed ulteriori funzionalità. Il suo costo maggiore è comunque giustificato… e anzi la sua uscita sul mercato ha fatto diminuire il prezzo del “vecchio” modello Ezviz C3Xcomunque ancora più che valido in molteplici applicazioni dove le ulteriori funzionalità non risultano certamente essenziali.
La connessione può anche in questo caso essere cablata con cavo o realizzarsi tramite Wi-Fi e l’app di riferimento è sempre l’app Ezviz, la medesima spiegata nel dettaglio in questo post. La definzione è di 4K cioè ancora maggiore: si ricorda che la risoluzione 4K è 3840 x 2160 pixel, mentre la risoluzione 1080p ha 1920 x 1080 pixel. In più questa telecamera ha la funzione PTZ (Pan, Tilt, Zoom, i.e. Panoramica, Inclinazione, Zoom) che consente di controllarla in modo flessibile, in modo da avere sempre esattamente in vista ciò che è si reputa importante. Il tracciamento automatico funziona in modo affidabile e consente seguire automaticamente persone o veicoli nell’area di monitoraggio, ideale per non perdere nulla anche quando ci sono oggetti in movimento. Quindi, questa telecamera non solo risulta ruotabile da remoto ma si può anche impostare affinchè esegua il tracciamento in automatico in modo che, ruotandosi opportunamente, segua la persona/veicolo. L’eccellente qualità 4K e la tecnologia a doppio obiettivo garantisce immagini e dettagli nitidi anche in condizioni di scarsa illuminazione: la visione notturna risulta addirittura a colori (se si abilita tale funzionalità) e fino a 30 metri consente una visione chiara anche al buio. Soprattutto se uno imposta la risoluzione su 4K, conviene dotarla di una memoria SD di 512 GB e, se si usa una connessione Wi-Fi, ovviamemente questa deve essere adeguata a supportare il trasferimento di immagini a quella definizione affinchè la visualizzazione in realtime risulti fluida.
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Sebbene si possano scaricare i manuali anche in italiano (manuali C3x, manuali H80x) di queste Telecamere, dove si possono trovare tutte le caratteristiche e funzionalità, nel seguito mostrerò come impostare le funzionalità principali, soffermandomi soprattutto su alcuni dettagli che, a mio parere, non sono così chiari nel manuale e si scoprono solo utilizzando l’app Ezviz e chiedendo magari delucidazioni al servizio clienti Ezviz in Italia. A tale proposito, devo segnalare che, almeno in Italia, il supporto di questa marca è davvero ottimo: basta compilare il modulo online, presente nel loro sito (indicando i propri recapiti email/telefonici) e nel giro di poco si viene ricontattati (via email o addirittura telefonicamente qualora reputino opportuno richiedere di effettuare qualche prova direttamente sul dispositivo) da persone non solo competenti, ma anche assai gentili! La loro email di supporto è comunque support.italia@ezvizlife.com anche se penso sia inizialmente più opportuno utilizzare il modulo online per contattarli.
In un post successivo ho poi mostrato anche come poter collegare ad Alexa le telecamere e poter visualizzare le riprese da remoto tramite comando vocale:
Rilevamento SW di tipologie di oggetti, aree e linee di rilevamento
Il SW presente nella telecamera (che si aggiorna periodicamente per migliorare e introdurre sempre nuove funzionalità) consente, tra l’altro, non solo di rilevare un cambiamento nell’immagine ripresa, ma anche di riconoscere, ad esempio, persone e/o macchine. Tale funzionalità di rilevamento di tipologie di oggetti non sarà certo al medesimo livello delle telecamere professionali (che tuttavia sono almeno sette volte più costose!), ma comunque aiuta di molto a limitarei falsi allarmi qualora si attivi nell’app Ezvizla funzionalità di antifurto con una notifica di allarme sul proprio smartphone. Si noti che tale funzionalità di riconoscimento specifico non è presente per tutte le telecamere Ezviz, sebbene tutte utilizzino la medesima app: penso che solo sia l’ottima risoluzione sia la doppia ottica di questo modello consentono di realizzarla. Avevo infatti precedentemente anche provato la telecamera EZVIZ 1080p C3WN che, pur essendo anch’essa da esterno e di aspetto molto simile, ha un solo obiettivo ed è in grado di rilevare solo modifiche nell’immagine: per cui, attivando la funzionalità di notifica su smartphone, talvolta un allarme scattava, ad esempio, anche solo quando c’era un temporale! Con la Ezviz C3X non ho più riscontrato questa problematica, potendo anche impostare che un allarme possa essere generato dall’analisi solo di porzioni specifiche dell’immagine ripresa (Impostazioni -> Notifica Allarme -> Area di Rilevamento Movimento) o addirittura come conseguenza del superamento di linee virtuali (in una o entrambi le direzioni) che uno può “tracciare” (Impostazioni -> Notifica Allarme -> Rilevamento attraverso linea) durante la configurazione della telecamera! Insomma, sono davvero molteplici possibilità di configurazione… Nel seguito alcuni screenshot relativi alla definizione sia di aree (anche disgiunte) su cui limitare l’analisi della telecamera per individuare motivi di allarme sia di linee (una o più) che comportano allarme se attraversate in una o entrambe le direzioni. Nel caso del disegno delle aree di rilevamento (i.e. vale a dire delle aree che la telecamera analizzerà per potenzialmente generare un allarme, escludendo le restanti che sono reputate non di interesse), è molto intuitivo come procedere: basta toccare con il dito i diversi quadratini che così si colorano definendo l’area/le aree di interesse. Nel caso del tracciamento di una o più linee di rilevamento, per definirne ciascuna si deve per procedere come segue: 1) Toccare la linea arancione (sotto l’immagine a sinistra) per fare comparire una linea nell’immagine ripresa; 2) Spostare e dimensionare opportunamente tale linea; 3) Scegliere la direzione per cui deve essere fatto il rilevamento [effettuando la scelta, sulla linea compare una freccia bidirezionale o monodirezionale che rende chiara la direzione scelta] ; 4) Salvare l’impostazione per quella linea premendo l’icona del dischetto. A questo punto è possibile eventualmente inserire anche altre linee cliccando ogni volta su +Linea per poi configurarle procedendo analogamente. Qualora poi si desideri cancellare una linea inserita, sarà sufficiente selezionarla dal menù orizzontale in alto (e.g. Linea1, Linea2 ecc…) e poi premere l’icona del cestino.
Modalità di memorizzazione: memoria SD e/o cloud Ezviz (gratuito per le ultime 24 ore)
Non viene fornita in dotazione la scheda di memoria SD, come d’altra parte generalmente avviene per qualsiasi telecamera: conviene comunque acquistarne una per inserirla nell’apposito alloggiamento. Si devono svitare due vitine per aprire uno sportello ed accedere ad un comparto protetto dall’umidità dove si inserisce la memoria e dove è anche presente il tastino di reset, da premere, ad esempio, quando si vuole riconfigurare la telecamera in un altro luogo, collegandola ad un Wi-Fi differente).
Si noti che, se non è presente quella memoria SD non possono essere eseguiti i salvataggi in locale dei video e quindi risulta possibile vedere le riprese della telecamera solo in tempo reale oppure andando sul cloud Ezviz qualora uno lo abbia attivato: come specificherò meglio, il servizio sul cloud Ezviz risulta gratuito solo se ci si accontenta di poter vedere i video delle ultime 24 ore e solo per certi modelli di telecamera tra cui appunto la C3X. Chiedendo all’AI, solo per pochi modelli di telecamere (C3X, CB90 Dual) ezviz offre il salvataggio gratuito delle ultime 24 ore… e per CB90 Dual è comunque opportuno chiedere direttamente al servizio clienti, perchè non è certo che le informazioni fornite dall’AI siano corrette ed io non ho provato direttamente quella telecamera (anzi su Amazon per il CB90 Dual nulla viene detto al riguardo di quasta funzionalità gratuita!) Quello che posso dire per certo è che la C3X ha tale possibilità (come anche specificato nella descrizione del prodotto).
Suggerisco di scegliere una memoria SD da 256GB (massima capacità consentita dalla telecamera C3X) in modo da poter mantenere settimane di registrazioni: inoltre, poiche una telecamera effettua continue memorizzazioni in modo ciclico (i.e. una volta piena va a riscrivere i video più vecchi) conviene prenderne una di buona qualità (e.g. SanDisk 256GB Extreme PRO, SanDisk 256GB Ultra) per non rischiare di doverla poi sostituire dopo qualche mese in quanto non più funzionante! Inoltre, conviene comunque saltuariamente verificarne lo stato per ciascuna telecamera andando nella sezione Impostazioni -> Stato Archivio: in quella sezione si può non solo vedere se funziona correttamente (nota: inizialmente il dispositivo richiede di formattare la SD), ma si può anche sia impostare la modalità con cui si desidera effettuare le registrazioni (i.e. se opzione Tutto il giorno è ad OFF vengono registrate solo le attività, vale a dire la registrazione avviene solo tutte le volte che c’è una variazione nell’area ripresa dalla telecamera) sia vedere lo stato di attivazione della registrazione nel cloud di Ezviz (gratuito per le ultime 24 ore: vedi oltre per maggiori dettagli).
Infatti, esiste anche un’altra funzionalità molto interessante di memorizzazione dei video: oltre a poter salvare le registrazioni localmente sulla memoria SD, viene offerta gratuitamente – per tutta la vita della telecamera C3X – la possibilità di una registrazione nel cloud Ezviz dei video relativi alle registrazioni che la terecamenra ha effettuato nelle ultime 24 ore: questi video risultano quindi raggiungibili da remoto non solo accedendo alla memoria SD locale alla telecamera, ma anche accedendo al cloud Ezviz. Naturalmente è possibile avere una memorizzazione su cloud anche per una durata maggiore, ma in quel caso si deve pagare un abbonamento. Comunque avere la memorizzazione in remoto di tutte le registrazioni (e.g. attivate quando esiste una qualche modifica nell’immagine ripresa) è già molto, in quanto permette (anche qualora un ladro rubasse/manomettesse la telecamera) comunque di poter vedere le registrazioni effettuate che si possono recuperare entro le 24 ore successive l’evento: queste possono essere eventualmente salvate localmente sul proprio smartphone prima di risultare non più disponibili. Per vedere i video presenti sul cloud Ezviz è necessario innanzitutto avere posizionato la scelta sull’icona a forma di nuvoletta azzurra (e non sulla SD – icona a forma di scheda-, altrimenti si vedranno i file registrati in locale). Per salvare poi sul proprio smartphone alcuni video (sia che siano residenti sul cloud o sulla scheda SD), basta premere dal menù in basso il tasto Scarica (selezionando tutti quelli di interesse, per poi poterli poi recuperare dalla cartella Video del proprio cellulare utilizzando una qualsiasi app di gestione dei file (e.g. File Manager +). Infine, una volta memorizzati sul cellulare, si possono poi eventualmente inviare via email o condividere su un proprio cloud (e.g. OneDrive/GoogleDrive). Ssi noti che, se uno invece invia dei video tramite WhatsApp, verranno compressi e quindi perderanno in qualità: quindi, molto meglio mantenere i video originali, soprattutto se poi si desidera magari ingrandire una parte del video per poter riconoscere bene la faccia di una persona ripresa! Se anziché scaricare i video selezionati li si vuole eliminare, basta invece premere il tasto Elimina (sempre dal menù in basso).
Video registrati dalla telecamera e video relativi a Notifiche di allarme
I video (sia nella scheda SD locale sia sul cloud) presenti nella pagina di dettaglio di ciascuna telecamera sono tutti quelli che registrati dalla telecamera (e.g. in quanto sono state individuate delle variazioni nell’Area di Rilevamento movimento impostata) e quindi non sono solo quelli relativi a condizioni che hanno generato un allarme (infatti ci sono quelle registrazioni anche qualora l’opzione di Notifica allarme sia stata impostata ad OFF). Invece, nella sezione Libreria (del menù in basso nell’homepage) ci sono solo video che si limitano a mostrare l’evento trigger che ha fatto scattare l’allarme (sono quindi di durata limitata, facendo vedere solo un po’ prima e un po’ dopo l’evento, in modo che uno possa individuarne la causa ed capire se poi conviene eventualmente approfondire o meno). Dal momento poi che generalmente uno ha impostato di non ripetere l’allarme se l’evento si ripete dopo poco tempo (e.g. come minimo si può impostare un tempo di 1 minuto, ma può essere esteso fino a 30 minuti andando nell’opzione Intervallo messaggi dispositivo presente in Impostazioni -> Notifica Allarme relativo al dispositivo stesso), qualora la causa dell’allarme sia reputata valida, per vedere meglio tutto il filmato ripreso è necessario andare nelle registrazioni specifiche di quella telecamera (e.g. dalla homepage toccare la sezione video relativo alla telecamera interessata) e visionare il video in cui è compreso l’intervallo temporale in cui è stato generato l’allarme.
Ovviamante, i video da vedere/scaricare possono essere anche relativi a giorni diversi: per default vengono mostrati in successione quelli della giornata corrente, ma premendo il pulsante Oggi (a sinistra sotto la l’immagine video) si accede ad un calendario che consente di selezionare il giorno ed eventualmente anche l’ora iniziale d’interesse:
Memorizzazione gratuita sul cloud Ezviz dei video effettuati nelle ultime 24 ore
Nel seguito i passaggi necessari per attivare la funzionalità di memorizzazione gratuita su cloud Ezviz per le ultime 24 ore (funzionalità attuslmente disponibile solo per telecamera C3X): se uno non sceglie poi di effettuare un abbonamento effettivo per avere una memorizzazione per tempi maggiori, il servizio continua a rimanere gratuito per sempre. Ovviamente questa funzionalità è associata a ciascuna telecamera e, se uno ne ha più di una, la si può attivare eventualmente anche solo per alcune. Quindi, basta premere sul pulsante azzurro CloudPlay quando si è nella modalità di visualizzazione per la telecamera di cui si vuole configurare anche questa tipologia di memorizzazione dei video, o anche andare a scegliere la visualizzazione degli eventi memorizzati su cloud anzichè quelli presenti su memoria locale agendo sull’interruttore cloud-memoria (presente a destra sotto la ripresa, indicato in figura con la scritta 1 in rosso). Si deve poi premere Abbonati con 24 ore di cronologia video per sempre: questo può insospettire ingiustamente l’utilizzatore e io stesso ho interpellato l’assistenza per ricevere delucidazioni a tale proposito (forse sarebbe stato meglio chiamare diversamente quel pulsante in quanto uno pensa subito che un abbonamento si debba pagare!). In realtà, ripeto, questo comporta solo una sottoscrizione gratuita alla memorizzazione ultime 24 ore: d’altra parte non viene neppure richiesto di inserire una qualche forma di pagamento per abilitare questa modalità di memorizzazione per 24 ore su Cloud. Poi ovviamente esiste la possibilità di scegliere una memorizzazione su cloud per un tempo maggiore, che prevede la possibilità di poter provare per 7 giorni quel servizio a pagamento che si può interrompere poi in qualsiasi momento, anche prima che uno lo debba effettivamente pagare… ma di questo non parlerò in quanto non l’ho provato personalmente. Comunque penso che la cosa più importante sia assicurarsi la memorizzazione su cloud delle ultime 24 ore, avendo comunque sulla SD locale uno storico di diversi giorni (o settimane qualora uno abbia inserito una SD da 256GB e impostato una memorizzazione non continua, ma attivata solo quando avvengono cambiamenti nelle immagini riprese). Ovviamente la memorizzazione su cloud richiede un’invio di dati su Internet, ma tanto generalmente se uno ha una connessione di rete fissa, quel traffico non costa nulla!
Andando poi nelle Impostazioni -> Memoria, dal menù che compare toccando sull’icona dell’utente (in alto a sinistra), si accede alla seguente pagina che consente di gestire lo spazio di memoria che uno ha a disposizione sul cloud Ezviz:
Impostazioni per ciascuna telecamera e Impostazioni associate all’utente
Per configurare ciascuna telecamera si deve andare nella sua sezione di Impostazioni raggiungibile dalla icona a forma di ingranaggio presente in alto a destra nella visualizzazione in realtime delle riprese della stessa, raggiungibile quando si seleziona uno dei dispositivi elencati nella sezione appunto Dispositivi (prima voce del menù in basso a destra nella homepage). Nota che, se non si vede visualizzata quell’icona di ingranaggio, per farla comparire basta toccare il video: infatti, le icone sovrapposte al video scompaiono dopo un po’ per non disturbare la sua visione! Questo è anche caso dell’icona a forma di quadratino (in basso a destra del video) che consente di vedere il video a tutto schermo. Nel seguito mostro la configurazione che personalmente ho impostato e che quindi consiglio. Ricordarsi di impostare correttamente anche il fuso orario (UTC +1) per avere indicato l’orario corretto nella registrazioni! Si noti che, se si desidera anche avere delle notifiche di allarme, allora è necessario andare sezione Notifica Allarme (impostata a Spento di default) e configurarla opportunamente secondo le proprie esigenze (come mostrerò successivamente):
Nota che esiste anche una sezione di Impostazioni (click sull’icona dell’utente – in alto a sinistra – con una sua immagine qualora se ne sia caricata una) collegate alla propria utenza: questa è differente dalla sezione omonima relativa a ciascuna telecamera, in quanto tratta di impostazioni associate all’utente registrato nell’app che perciò valgono per tutti i dispositivi a lui associati. Ad esempio, qui troviamo l’opzione che consente di avere un Aggiornamento automatico del dispositivo (vale a dire del firmware di tutti i dispositivi gestiti dall’utente – per cui, secondo me, sarebbe stato meglio chiamarla Aggiornamento automatico dei dispositivi), opzione che conviene sicuramente mettere ad ON dal momento che, come già evidenziato, ci sono sempre nuovi aggiornamenti sia a livello di app sia di firmware dei dispositivi, che introducono/migliorano funzionalità oltre a correggere eventuali bug:
Segnalo anche la voce Nuove funzioni in quel menù, in cui si possono trovare elencate e spiegate le più recenti funzionalità introdotte che magari vale la pena provare:
Ciascuna telecamera si può associaread a un gruppo, ad esempio creato per indicare uno specifico luogo in cui è stata collocata (e.g. Villanova, Torino): in questo modo è possibile filtrare un sott’insieme delle proprie telecamere, semplicemente selezionando il gruppo dal menù orizzontale (sopra la ripresa) presente nella sezione Dispositivi. Si può anche successivamente associare un dispositivo ad uno dei luoghi già inseriti o ad uno nuovo che si crea contestualmente: basta andare, per quella telecamera, in Impostazioni -> Informazioni -> Spazi e scegliere/creare l’ambiente in cui uno l’ha collocata o intende collocarla. Diversamente tutti i dispositivi vengono elencati uno dopo l’altro (come se stessero in uno stesso luogo), anche se si può comunque assegnare a ciascuno un nome specifico (e.g. Giardino).
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Come attivare/disattivare agevolmente l’allarme di una o più telecamere, utilizzando eventualmente anche delle automazioni
Per attivare o disattivare l’allarme di ciascuna telecamera si può andare nelle sue Impostazioni e andare nella sezione Notifica Allarme impostando ad ON/OFF appunto l’interruttore Notifica Allarme: da questa sezione viene anche consentito anche di impostare alcuni parametri importanti, quale ad esempio la tipologia di rilevamento che uno desidera.
Nel seguito descriverò altre due procedure più veloci per attivare/disattivare la modalità di allarme di una telecamera o anche di un sottoinsieme di quelle associate alla propria utenza.
La più veloce di tutte è quella di agire sull’icona di Modalità e routine (presente in basso a destra nella sezione di menù Dispositivi), che attiva/disattiva l’allarme per tutte le telecamere, indipendentemente dal fatto che risulti selezionato il tab di visualizzazione Tutto o un sott’insieme di telecamere definito dall’utente (e.g. Villanova1, Torino):
Sottolineo, tuttavia, che così operando si attiva/disattiva l’allarme su TUTTE le proprie telecamere, indipendentemente dal fatto che uno sia nella visualizzazione di Tutto o di un subset specifico (generalmente relativo ad una parte dell’alloggio o addirittura a case differenti). Questo, a mio parere, è un comportamento indesiderato e per questo l’ho segnalato al servizio tecnico Ezviz: molto meglio sarebbe se l’azione di attivazione/disattivazione si applicasse solo alle telecamanre attualmente selezionate – tutte o il subset correntemente visualizzato.
Perciò se si segue questa procedura, ma non si desiderebbe che si applicasse anche ad un sott’insieme di telecamere particolare, l’unica è poi andare a riportare per quelle lo stato opposto desiderato, modificandolo (come visto) dalle loro rispettive pagine di Impostazioni o (come vedremo ora) agendo sulla sezione raggiungibile cliccando sui 3 puntini presenti in basso a destra sulla visione della telecamera che si ha nella sezione Dispositivi del menù. Infatti questa è la terza possibilità, più veloce di andare nelle Impostazioni, ma comunque puntuale, cioè specifica per ciascuna telecamera:
Spesso, però, può tornare utile poter agire complessivamente non su tutte le telecamera, ma solo su un sott’insieme di telecamere, procedura che attualmente non è implementata tramite l’icona di Modalità e routine sulla base del subset selezionato (Tutto, Villanova1 o Torino, nell’esempio): qualunque sia l’insieme di telecamere che uno ha visualizzato, l’azione di ON/OFF dell’allarme agisce su tutte quante! Spero che in prossinmi svipuppi modifichino questo comportamento assai comodo di quell’interruttore… Tuttavia esiste già attualmente la possibilità di realizzare questa funzione tramite la definizione di una automazione/routineanche se se dovrà impostare una per l’attivazione dell’allarme e una per la disattivazione (non trattandosi in questo caso di uno switch ma di una automazione). Vediamo quindi come fare a impostare questa automazione, una delle molteplici possibili e che possono interessare anche altri diversi dispositivi di domotica. Per creare una nuova automazione si potrebbe partire anche direttamente dalla sezione Modalità e routine [che si raggiunge, come già visto, cliccando sull’icona a forma si scudo presente in basso a destra quando si è nella visualizzazione Dispositivo/i del menù]. Nota che, nel configurare quella automazione, utilizzando il link + Continua ad aggiungere, si possono indicare anche più telecamere sulle quali agirà. Infine, dopo avere impostato tutto, co,presa l’icona da associare a quella automazione specifica, ricordarsi sempre di premere il link Salva (in alto a dstra) in modo che venga appunto salvata! Tuttavia, personalmente trovo più comodo configuarare il tutto andando nella sezione di menù apposita come descriverò più sotto.
Infatti, esiste nel menù in basso una sezione Automazioni, a destra, che consente non solo di definire una nuova automazione, ma anche di effettuare una gestione completa di quelle già definite (e.g. cancellarne alcune o modificarne il nome), cosa non possibile agendo dalla pagina Modalità e routine. Partendo da qui posso quindi non solo aggiungere nuove automazioni (cliccando sul “+” in alto a destra e seguendo una procedura identica a quella già vista), ma anche sia lanciarle (in figura, azione B) sia modificarle/cancellarle (in figura, azione C). Si noti infine che nella visualizzazione di tutti i Comandi rapidi definiti, cliccando sull’icona elenco (in alto a destra), si accedere al Registro cioè alla lista di tutti i Comandi rapidi e Routine eseguiti.
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Come vedere le registrazioni effettuate da una telecamera
Se si vuole poi vedere le registrazioni effettuate da una telecamera in particolare, si deve toccare la sua immagine visibile dalla homepage, passando in tal modo nella pagina di dettaglio di quel dispositivo, dove, oltre a vedere di default il video ripreso dalla telecamera in quel momento, è disponibile l’elenco di tutte le registrazioni che quella ha effettuato (suddivise per giorno/ora): qundo selezionata una, viene riprodotta. Premendo l’icona Registra si può eventualmente anche forzare la registrazione di ciò che stà riprendendo la telecamera. Inoltre da quella pagina si può anche configurare quella telecamera agendo sull’icona di ingranaggio in alto a destra dell’immagine (come già detto, se non è visibile quell’icona, toccare l’immagine prchè ricompaia). Nel seguito mostro nuovamente sia l’homepage sia la pagina di dettaglio di una telecamera in particolare, ad esempio, per quella nominata casa: dalla prima pagina di homepage, andando nella voce di menù Libreria, si possono vedere tutte le registrazioni degli eventi che hanno generato un allarme, mentre nella seconda si vedono tutti i video memorizzati dalla telecamera (per tutto il giorno o solo quando ha ci sono state delle modifiche nell’area ripresa, a seconda delle impostazioni scelte per l’opzione Impostazioni -> Stato Archivio -> Tutto il giorno: in genere conviene mantenere ad OFF quell’opzione anche per riuscire più agevolmente a individuare le parti di interesse nelle registrazioni memorizzate).
Nota: icona homepage (la prima a sinistra nel menù in basso) attualmente è una casetta mentre un tempo era un’icona con 4 quadratini dentro un quadrato (vedi il gruppo di screenshot precedenti: quella a sinistra mostra la più recente interfaccia utente dopo gli ultimi aggiornamenti dell’app).
Per cancellare i video che hanno generato una notifica di allarme, basta andare rispettivamente nel menù associato al singolo evento e selezionare Elimina, oppure agire nelle lineette di Impostazione (in alto a destra) e scegliere ad esempio Elimina tutto:
Per cancellare invece quelli memorizzati in quanto c’erano state, ad esempio, delle variazioni nell’immagine ripresa, si deve procedere come già spiegato precedentemente parlando anche di come sia possibile scaricare dei video in locale sullo smartphone: dopo avere selezionato i video che si desidera eliminare, si deve ovviamente premere la voce Elimina (e non quella di Scarica) dal menù in basso.
Come ricevere una notifica sul proprio cellulare ed impostare un suono di sirena custom (e.g. crescente di volume e di lunga durata): opzioni e calendario notifiche
Una delle funzionalità penso più rilevanti è quella di poter ricevere una notifica sul proprio cellulare quando viene individuata, ad esempio, la presenza di una persona nell’area ripresa dalla telecamera. Per effettuare questa configurazione si procede come mostrato nel seguito, andando nella sezione Notifica Allarme (per default impostata a Spento) per configurarla opportunamente secondo le proprie esigenze. Si noti che si può eventualmente decidere di poter ricevere eventi di allarme non sempre, ma solo se il rilevamento avviene in intervalli di tempo specifici, differenziabili anche in base al giorno della settimana. Si può scegliere di far suonare un suono di sirena emesso dalla telecamera stessa o farle riprodurre un messaggio che uno ha preregistrato (e.g. nel caso in cui uno imposti Rilevamento veicolo si può registrare un messaggio perentorio che induca lo spostamento immediato della macchina in quando posteggiata in zona non consentita, ad esempio davanti al proprio garage!). Si noti che solo quando si imposta ad ON l’opzione Notifica Allarme, compare l’elenco delle possibili condizioni di rivelamento che uno può scegliere opportunamente se si desidera che quel dispositivo generi una notifica di allarme per una o più tipologie di condizioni, sempre che avvenga in uno degli intervalli temporali eventualmente definiti. Qualora si imposti ad OFF l’opzione Pianificazione notifiche, la notifica di un allarme viene inviata sempre indipendentemente da quando il rilevamento avviene. Quando invece è a ON il dispositivo attiva e disattiva l’invio delle notifiche in base alla programmazione impostata dall’utilizzatore nel Calendario Notifiche.
La sensibilità di rivelazione movimento conviene non tenerla troppo alta (io l’ho impostata al livello 3):
Riassumendo (repetita iuvant), impostando ad ON l’opzione Pianificazione notifiche di indica che le notifiche di allarme dovranno essere inviate solo negli intervalli di orario definiti settimanalmente nel Calendario Notifiche. Impostandolo ad OFF le notifiche verranno inviate sempre, indipendentemente da giorno/ora, anche qualora si siano indicati degli intervalli nel Calendario Notifiche. Nel seguito gli screenshot che mostrano come inserire nuove fasce orarie e indicare per quali giorni si desidera attivare una eventuale segnalazione di allarme. Si noti che, dovendo gestire intervalli che stiano ciascun in un giorno della settimana, non risulta possibile indicare un intervallo, ad esempio, dalle 23:00 alle 7:00 in quanto è su due giorni differenti: infatti, se uno cerca di inserire un intervallo di quel tipo, non viene consentito di confermare quelle impostazioni (cliccando il segno di spunta in alto a destra) e viene segnalato Fallita impostazione fascia oraria. Quel messaggio può giungere inaspettato all’utente e non essere compreso bene tutto subito 🙄: probabilmente sarebbe stato meglio un avvertimento che esplicitamente segnalasse che un intervallo temporale deve necessariamente essere impostato internamente ad un giorno specifico della settimana. Se si desiderasse attivare la segnalazione di allarme in quella fascia indicata come esempio, si dovrebbero quindi indicare due intervalli (uno dalle 23:00 alle 23:59 del giorno precedente, e.g. lunedì, e un altro dalle 00:00 alle 7:00 del giorno seguente, e.g. martedì) anche se in realtà rimane non contemplato il minuto prima di mezzanotte (nota: l’intervallo dalle 23:00 alle 00:00 non viene consentito in quanto la mezzanotte appartiene già al giorno successivo! 🙄).
ATTENZIONE! Si noti che, quando l’opzione Pianificazione notifiche è posta ad ON, se sono state definiti degli intervalli nel Calendario Notifiche, questo comporta che all’inizio di ciascun di quegli intervalli l’impostazione di Notifica Allarme viene automaticamente messa ad ON, mentre alla fine dell’intervallo viene messa ad OFF. Tuttavia, se uno imposta manualmente ad ON la Notifica Allarme, questa permane ad ON fin quando il sistema non trova la fine di un intervallo riportandola quindi ad OFF! È quindi opportuno, durante la configurazione, impostare l’opzione Notifica Allarme rispettivamente ad ON o a OFF a seconda che in quel momento ci si trovi temporalmente dentro o fuori da quegl’intervalli definiti nel Calendario Notifiche!
Qualora si desideri cancellare un intervallo impostato precedentemente, si deve procedere come segue: andare nel giorno in cui era stato definito, selezionare Modifica (in alto a destra), selezionare uno o più intervalli specifici che si desiderano eliminare e quindi premere Eliminato (x) (in basso) dove tra parentesi viene indicato il numero di intervalli temporali selezionati che si andranno ad eliminare [P.S: sarebbe stato meglio tradurre quel link con Elimina x intervalli selezionati piuttosto che Eliminato (x) in quanto fin quando non si preme quel link non si eliminano quegli intervalli temporali selezionati! 🤔]. Se invece poi si decide di non si vuole confermare la cancellazione e si desidera invece mantenere invariato il tutto, basta selezionare No (in alto a destra) oppure premere X (in alto a sinistra)
L’opzione Modalità allarme dispositivo consente di impostare se, in caso di condizioni di allarme (e.g. rilevamento di una delle condizioni impostate sopra, ad esempio Rivelamento figura umana), si desidera che il dispositivo si comporti in una delle seguenti modalità:
Rimanga localmente silenzioso (generalmente la condizione da preferire: personalmente penso che sia più conveniente ricevere una notifica sul proprio cellulare in modo da poi verificare e quindi decidere come intervenire appropriatamente),
Emetta un suono di sirena (in verità non particolarmente potente),
Emetta un semplice beep (utile in fase di configurazione per verificare che le condizioni di allarme siano state impostate come desiderato; in alternativa, si può anche mettere temporaneamente ad ON l’opzione Promemoria Luce Lampeggiante che comporta l’accensione di una potente luce presente nella telecamera),
Riproduca un avvertimento preregistrato, opzione Suono personalizzato (e.g. utile, ad esempio, per riprendere chi avesse parcheggiato impropriamente l’auto in quella zona privata, o intimorire un ladro notificando l’avvenuta segnalazione alla polizia della sua presenza in quel luogo privato).
Attenzione: una volta effettuate le scelte desiderate è necessario, per memorizzarle, confermare toccando il segno di spunta in alto a destra:
Cosa conviene fare quando viene notificata una condizione di allarme (i.e. il cellulare emette il suono di allarme preimpostato)
Se si decide che la telecamera debba rimanere localmente silenziosa e si limiti ad inviare una notifica di allarme sullo smartphone, quando l’utente la riceve (i.e. il suo cellulare emette il suono di allarme preimpostato) può comunque attivare una visualizzazione video/audio in realtime per capire meglio cosa stia succedendo (oltre a vedere un breve video che mostra il prima e il dopo la rilevazione che ha fatto scattare l’allarme). Inoltre può anche attivare una comunicazione audio bidirezionale: basta premere Chiamata in corso dal menù in basso (icona con il microfono) e viene visualizzata la pagina di comunicazione con un pulsante centrale. Tutto quello che si dirà tenendo premuto quel pulsante (in modo continuativo), verrà riprodotto dalla telecamera e sentito da chi si trova nelle sue vicinanze. Se poi si preme la voce di menù Allarme dal menù in basso (icona con la campanella), verrà riprodotta dalla telecamera un suono di sirena (il medesimo suono che si sentirebbe in modo automatico se si fosse impostata la Modalità Intenso (Sirena) come tipologia di Modalità allarme dispositivo). Per fare terminare quel suono di sirena lato telecamera, basta ripremere quella medesima icona di Allarme (i.e. la icona a campanella).
L’opzione Marker di rilevamento, se impostato ad ON, fa sì che le registrazioni (e quindi anche quelle associate ad eventuali allarmi) mostrino un rettangolo con il bordo verde intorno a ciò che è stato individuato dall’analisi del SW della telecamera e riconosciuto come una delle tipologie selezionate dall’ultizzatore come trigger per fare scattare un allarme: questo può servire anche per comprendere a posteriori, vedendo il video, come mai sia scattata quella segnalazione di allarme e magari comprendere che non c’è da preoccuparsi. Se, ad esempio, una falena vola molto vicino alla telcamera, o un ragno passa proprio sopra l’obiettivo della telecamera, questo può purtroppo causare un falso allarme!!
Infatti, sebbene le elaborazioni SW sull’immagine consentano di minimizzare i falsi allarmi, questi ultimi non si possono escludere completamente: per questo è sempre meglio limitare la zona dell’immagine ripresa su cui verrà effettuato il riconoscimento, in modo da minimizzare ulteriormente questa probabilità non desiderata. Infatti, abbiamo già visto che vengono fornite due funzionalità a tale scopo: una che consente di individuare le zone da controllare internamente alle riprese della telecamera, e un’altra che consente di tracciare linee che, se attraversate da un qualcosa (in un verso o in entrambi), comportino un eventuale allarme se temporalmente attivo in quel momento.
Per visualizzare poi il video degli allarmi generati da una telecamera, si è già visto che è necessario andare (per quella telecamera) nella sezione Libreria e quindi selezionare l’evento di cui si vuole vedere il dettaglio/video. Ad esempio, nel primo screenshot seguente è indicata la segnalazione di un Allarme rilevamento intelligente (e.g. derivato dall’identificazione di una persona): cliccandoci sopra si può vedere per intero il video registrato che parte un po’ prima che si verifichi il rilevamento e prosegue poi fin quando le condizioni di allarme permangono. Invece nel secondo screenshot viene indicato Allarme offline, vale a dire di un allarme generato per il fatto che il dispositivo non è più in grado di comunicare ed eventualmente segnalare allarmi (e.g. la connessione ad Internet ha dei problemi, oppure è mancata l’alimentazione della telecamera in quanto è stata sconnessa o c’è stato un blackout). Si noti che mettere ad OFF l’opzione Notifica allarme serve solo per non ricevere gli eventi di movimento/riconoscimento mentre un Allarme offline si può generare ugualmente e quell’allarme di sistema suona comunque sul proprio cellulare. Quindi, per ovviare di avere un suono di sirena sul cellulare in caso di una “semplice” sconnessione della telecamera, basta impostare nelle sue impostazioni un suono poco invasivo (e.g. Tono 2) o “Silenzioso” per le “Notifica audio” di eventi della tipologia “Messaggi di sistema“. Quell’evento si verifica comunque indipendentemente dal fatto che uno abbia attivo o meno il salvataggio in cloud (anche solo quello gratuito per le ultime 24 ore). Sicuramente da impostare a “Silenzioso” il suono per eventi della categoria Altro, dal momento mi è arrivata addirittura una notifica pubblicitaria per una nuova linea di pulizia della Ezviz!! 🙄
Perciò, per ricevere una segnalazione se la telecamera non risulta più online, è necessario impostare ad ON l’opzione Notifica non in linea nella pagina di configurazione della telecamera:
Attualmente questa opzione (che conviene impostare sempre ad ON) può anche servire per eventualmente riattivare a manina la Notifica allarme ad ON quando manca la corrente nel posto dove è alimentata la telecamera: infatti, come ho già evideniato, attualmente se va via l’alimentazione ad una telecamera che abbia configurata la Notifica allarme ad ON, quando poi ritorna la corrente e si riaccende, perde quella impostazione e torna ad avere il suo valore di default vale a dire OFF (quindi non notificherà più condizioni di allarme!!). Ho segnalato questo comportamento non desiderato all’assistenza italiana Ezviz che mi ha assicurato che verrà presa in carico dalla ditta e che sicuramente risolverà la problematica in una prossimo aggiornamento del firmware per quel modello di telecamera. Per ora, si può ovviare a questa problematica ricevendo appunto una notifica di Allarme offline e provvedendo quindi a riattivare manualmente la Notifica allarme ad ON.
P.S. 17/1/2023 Mi ha telefonato gentilmente l’assistenza Ezviz per notificarmi di verificare che le mie telecamere si fossero aggiornate all’ultima versione del firmare ( i.e. vers. 5.2.5 built 231016) che avrebbe dovuto risolvere tale problematica. Effettivamente, il firmware si era aggiornato automaticamente (avendo già io impostato tale opzione nel menù che compare cliccando sulla propria immagine utente – in alto a sx – Impostazioni -> Impostazioni generali -> Aggionamento automatico del dispositivo) e provando a togliere l’alimentazione temporaneamente ad una telecamera con Notifica allarme ad ON, rialimentandola tale impostazione ora permane! Comunque ho continuato a mantenere la notifica Allarme offline p, utile comunque per verificare l’effettivo suo funzionamento.
Questa notifica Allarme offline arriva dal servizio online di Ezviz quando non riesce più a comunicare con la telecamera e questo indipendentemente dal fatto che sia stata attivata o meno la registrazione gratuita delle ultime 24 ore: della sconnessione della telecamera da Internet si viene avvertiti dopo pochi minuti (questa latenza dipende penso dalla frequenza con cui la telecamera comunica con il cloud Ezviz o viceversa: sarà la telecamera che fa il polling o lo fa il server del cloud? 🤔).
Per evitare che la notifica di dispositivo offline (“Notifica non in linea”) faccia scattare sullo smartphone un suono allarmante come quello di sirena che ho impostato in caso di allarme per “Figura umana rivelata” (agendo sui suoni di default dell’app), è sufficiente impostare a “Silenzioso” (o a tono di bip semplice) il suono di “Notifica Audio” per la tipologia di messaggi “Messaggio di sistema”: selezionare “Silenzioso” significa ricevere una notifica senza avere però associato nessun suono, quindi il cellulare rimane muto. In generale ci sono due tipologie importanti di Notifiche sull’app:
Notifica di un allarme, in caso di rilevamento del movimento (si può selezionare se debba localmente essere silenzioso, emettere un beep, oppure scatta la sirena interna della telecamera; sul cellulare invece la notifica può essere impostata come silenziosa o associata ad un suono più o meno invadente, tra quattro resi disponibili dall’app oppure scegliendo quello di default stabilito dall’utente a livello di app).
Notifica per dispositivo offline, per avvisare l’utente quando il cloud rileva che la telecamera non colloquia più con esso (e.g. cade il collegamento Wi.-Fi o manca l’alimentazione della telecamera).
L’impostazioni dei suoni che attualmente preferisco è la seguente (si noti come, rispetto agli screenshot precedenti fatti qualche mese fa, l’elenco delle tipologie di eventi a cui associare un suono sia stato esteso ulteriormente in seguito a recenti aggiornamenti): negli ultimi aggiornamenti dell’app hanno anche migliorato la nomenclatura (e.g. Persona è diventato Figura umana rivelata), indice che l’app migliora sempre più, così come anche il firmware della telecamera stessa (si è aggiornato per ben due volte da quando l’ho acquistata!).
Figura umana rilevata: suono Predefinito, vale a dire quello associato da configurazione sullo smartphone per app Ezviz. Si può anche scegliere il Tono 4 che è una sirena, quindi un suono appropriato, ma personalmente lo trovo troppo breve per essere sicuri di sentirlo in qualsiasi frangente. Molto meglio perciò scaricare un suono di sirena sufficientemente lungo e potente da associare poi come suono di notifica di default per quell’app! (Nel seguito mostrerò nel dettaglio come fare…)
Veicolo rilevato: Silenzioso, non essendo io per ora interessato a individuare macchine!
Promemoria di ingresso e uscita: non sono certo ma credo che sia relativo al transito di qualcosa attraverso le linee che uno ha eventualmnte disegnato nell’area ripresa dalla telecamera (vedi dettagli altrove nel post).
Nota importante: Tono 1
Messaggio di sistema: Tono 2 che non disturba molto ma che comunque serve per essere informati, ad esempio, che l’alimentazione della telecamera è mancata (NOTA: attualmente, per bug, se era impostato ad ON la Notifica Allarme, quando si riaccende questa opzione torna ad essere ad OFF e si deve quindi reimpostare a mano per ora …. ho segnalato la cosa al servizio Ezviz e mi hanno detto che provvederanno a risolvere il problema nelle prossime versioni del firmware del dispositivo.
Altro: Silenzioso in quanto in questa categoria ci sono anche messaggi pubblicitari di dispositivi Ezviz!
Come impostare a piacere il suono Predefinito che lo smartphone emetterà in caso di ricezione da una telecamera di una notifica di allarme
Nel seguito mostro come impostare a piacere il suono Predefinito per l’app Ezviz, ad esempio quello che si può associare ad un allarme per Figura umana rilevata. Infatti, sebbene il Tono 4 già reso disponibile nell’app Ezviz sia una sirena appropriata, a mio parere dura troppo poco e rischia di rimanere inascoltato. Può convenire quindi scaricare un suono di intensità e durata che uno desidera e poi impostarlo come suono di default per le notifiche generate da quell’app. Per fare questo, si può scaricare gratuitamente sul proprio smartphone un effetto sonoro royalty-free di sirena andando a sceglierlo, ad esempio, dal sito pixabay.com: in particolare io ho scelto la sirena indicata come Alarm Car or Home che dura 30 secondi e che non è troppo forte [inizialmente avevo scelto Facility Siren (Loopable) che non può passare inascoltata… ma dopo che è scattato un (falso) allarme in ore notturne ho preferito cambiarla! 😏🙄]. Ho poi modificato con Audacity quel file audio in modo che il volume parta basso per poi incrementarsi ogni 30 secondi: se credi, puoi scaricare il mio file mp3 da questo link. Dopo averlo scaricato, utilizzando un qualsiasi app di gestione dei file, e.g. File Manager +, si deve spostare quel file mp3 nella cartella Notifications presente nella Memoria interna del proprio smartphone:
A questo punto tra i possibili suoni che si possono usare per una notifica di un’app (Impostazioni -> Suoni e vibrazione ->Suono di notifica), comparirà anche quel file mp3 appena inserito nella cartella Notifications tra i suoni personalizzati (che si aggiungono a quelli presenti di default, ad esempio, nello smartphone):
Suono di notifica personalizzato aggiunto per un allarme
Andando quindi nelle Impostazioni del proprio smartphone nella sezione di configurazione specifica dell’app Ezviz (Impostazioni -> Applicazioni), quell’audio appena inserito si associa alla notifica come suono Predefinito per quell’app:
NOTA BENE – Se l’elenco di audio selezionabili è vuoto, nonostante uno abbia inserito nella cartella indicata l’mp3 custom che ho indicato, conviene effettare sia un restart del cellulare sia generare un allarme con la telecamera: mi era successo questa anomalia durante la configurazione su un nuovo cellulare, e ho risolto così operando per riuscire finalmente a vedere, in Categoria della notfica -> Audio, la lista dei suoni selezionabili come notifica di default per l’app Ezviz! Talvolta, ma dipende dal telefono, anche impostando un suono di default particolare per quella specifica app, continua ad essere emesso come notifica quello generico impostato come default nel telefono… anche se non dovrebbe avvenire per le app in cui viene specificato di usare un’altro suono specificatamente indicato nella configurazione di quell’app: probabilmente è solo un bug del loro sistema operativo che si risolve con futuri aggiornamenti. In quel caso conviene allora temporaneamente indicare il suono Tone 3 (sirena seppur breve) di allarme preimpostato nell’app Ezviz e non Predefinito, riprovando poi dopo aggiornamenti a rimetterlo! Ho comunque scritto all’assistenza Ezviz suggerendo loro di inserire nei prossimi aggiornamenti dell’app un Tone cablato nell’app stessa che si una sirena di intensità crescente e di lunga durata, in modo che sia adeguata per no spaventare/disturbare inizialmente ma anche da non passare inascoltata durando molto se non interrotta (premendo un tasto del volume del cellulare).
Si noti che è inoltre possibile configurare una telecamara in modi da ricevere anche una email di notifica per una qualsiasi tipologia di allarme, impostando appunto l’opzione Impostazione di notifica via email: personalmente non trovo questa modalità di notifica particolarmente utile in quanto non viene necessariamente recepita in tempo reale…
Riassumendo:
Per impostare un suono di notifica personalizzato per gli avvisi di allarme EZVIZ sul tuo smartphone, procedi nel seguente modo:
Controlla le impostazioni del suono di notifica nell’app EZVIZ: – Apri l’app EZVIZ. – Vai su Impostazioni > Impostazioni di notifica per la tua telecamera specifica. Nota: attualmente, l’app EZVIZ non supporta file audio personalizzati direttamente all’interno dell’app. Per farlo si decve utilizzare il suono predefinito associato all’app.
Imposta un suono di notifica personalizzato in Android per l’app Ezviz: – Vai su Impostazioni sul tuo smartphone. – Vai su App > EZVIZ > Notifiche. – Scegliere la categoria di notifica associata al rilevamento del movimento o agli allarmi, quindi selezionare Suono per scegliere tra i toni disponibili. Nota: qui puoi scegliere solo tra i suoni di notifica del sistema; i file personalizzati non sono supportati direttamente.
Aggiungi un suono personalizzato alle notifiche di sistema: – Scarica o trasferisci il tuo file audio personalizzato sul tuo telefono, in formato MP3. – Spostare quel file nella cartella Notifiche della memoria interna. – Una volta spostato, torna su Impostazioni > App > EZVIZ > Notifiche, quindi seleziona Suono. Ora dovresti vedere il tuo file personalizzato tra quelli selezionabili.
Attiva il suono personalizzato nelle impostazioni di notifica di EZVIZ: – Scegli il suono appena aggiunto come predefinito per le notifiche EZVIZ.
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Autorizzazioni necessarie perchè l’app Ezviz funzioni correttamente e possa notificare gli eventuali allarmi generati dalle telecamere registrate
Per fare funzionare correttamente l’app Ezviz è necessario concederle diverse autorizzazioni a livello di sistema, vale a dire a livello di impostazioni dello smartphone (icona dell’utente in alto a sinistra -> Impostazioni -> Impostazioni delle autorizzazioni di sist.). Perciò, durante la configurazione iniziale o attivando una nuova funzionalità, viene esplicitamente richiesto di abilitare autorizzazioni specifiche per quell’app:
Attenzione che, qualora uno abbia impostato il proprio smartphone in modo da non venire disturbato in certe ore (e.g. nelle ore notturne), è opportuno che da quel comportamento schedulato siano escluse le notifiche inviate dall’app Ezviz (diversamente l’allarme non suona se avviene in quelle ore… che magari bono le più utilizzate dai ladri!). Per fare ciò basta andare nelle Impostazioni dello smartphone e operare come segue per escludere l’app Ezviz inserendola tra le eccezioni (Impostazioni -> Notifiche -> Non disturbare -> Applicazioni). Inoltre, in generale nella sezione Impostazioni -> Notifiche -> Non disturbare -> Sveglie e suoni conviene inserire anche altre eccezioni (e.g. Sveglie)
Infine, conviene ogni tanto andare a vedere sia la sezione Nuove funzioni che descrive le novità introdotte nelle ultime versioni del programma sia quella Suggerimenti:
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Come criptare le immagini registrate in modo che possano essere rese visibili solo a chi indica il codice di verifica
Le immagini sono di default già sempre criptate e il codice si verifica risulta quello indicato sull’etichetta sopra ciascuna telecamera:
Questo codice deve essere inserito tutte le volte che uno configura l’app su un altro smartphone per agganciare una telecametra installata: generalmente, quando si installa una nuova telecamera, non è necessario indicare quel Verification code in quanto viene richiesto, durante il processo di installazione, di leggere il QR code presente sempre su quell’etichetta che appunto già fornisce anche quella indformazione. Se invece succesivamente (magari configurando un altro smartphone, si desidera vedere i video della telecamera, verrà richiesto di inserire quel codice.
Si noti che risulta anche possibile, da uno smartphone in cui si è configurata la decriptazione correttamente (e.g. quello con cui si è inserita e conigurata la nuova telecamera leggendo il suo QR code), inserire una stringa apposita per effettuare la decriptazione dei suoi video regiatrati su cloud e su scheda SD locale: nella sezione Impostazioni della telecamera è infatti presente un a sezione apposita in cui uno può anche decidere di non criptare le immagini (sconsiglio soprattutto quando uno salva anche su cloud) e, qualora si decida di criptare (come è impostato già inizialmente), si può scegliere un codice che uno desidera (Cambia password) che si va a sostituire a quello di default presente sull’etichetta della telecamera. Quindi, volendo, una volta installate più telecamere, si può poi decidere cdi impostare per tutte il medesilo codice per decriptare i video registrati da tutte.
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Come rendere il sistema più sicuro dai ladri: utilizzo di un gruppo di continuità
Questa telecamera, come qualsiasi altra, se la si vuole utilizzare come antifurto non è immune da alcune problematiche generali:
Deve essere alimentato;
Ha necessità di una connessione Internet per poter comunicare e eventualmente inviare una notifica di allarme.
Se manca la corrente, sia la telecamera sia il modem/router si spengono! È vero che, come già visto, comunque l’utente riceve sul suo cellulare (con una latenza di solo qualche minuto) una notifica che la telecamera è passata offline e, qualora si sia attivato il servizio gratuito di registrazione su cloud dei video delle ultime 24 ore, si può sempre vedere se la telecamera ha ripreso qualcosa di rilevante prima di spegnersi/passare offline: tuttavia, questo può non essere sufficiente, soprattutto se il ladro stacca il contatore appena entrato in casa o, ancor più velocemente, provoca un cortocircuito nell’impianto elettrico… facendo così scattare il salvavita e togliendo ancor più agevolmente la corrente in tutto l’appartamento! 🙄. Può quindi essere opportuno provvedere ad alimentare sia la telecamera sia il modem/router con un gruppo di continuità che possa fornire comunque alimentazione ad entrambi per un certo periodo anche qualora venisse a mancare la corrente di casa. Purtroppo, spesso modem e telecamera non sono collocate vicine per cui può essere necessario dotarsi di un gruppo di continuità per ciascuno dispositivo!
Io ho preso il seguente gruppo di continuita APC Back-UPS che è assai agevole da utilizzare (basta collegarlo alla corrente e alimentare i dispositivi utilizzando le sue prese): ha una batteria interna (sostituibile agevolmente quando si esaurisce dopo qualche anno con una nuova a poco prezzo) che supplisce una momentanea mancanza di corrente (fin quando non si esaurisce: la durata dipende da quanta potenza viene assorbita dai dispositivi ad essa collegati/alimentati) per poi ricaricarsi quando ritorna la corrente.
Gruppo di continuità per garantire che modem/router e telecamera rimangano sempre alimentati
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Come venire a conoscenza di nuove funzionalità introdotte dagli ultimi aggiornamenti
Cliccando sulla propria immagine di utente (in alto a sinistra nella videata home di Dispositio/i, oltre alla sezione Impostazioni di cui ho già parlato esiste un’altra voce importante che è quella relativa a Nuove funzioni. Qui infatti si può trovare l’elenco delle più recenti funzionalità introdotte dagli ultimi aggiornamenti. Ad esempio, si viene a sapere che è EZVIZ ha reso disponibile anche un’altra app che ha chiamato EZVIZ hd, specificatamente pensata per essere utilizzata tramite un tablet Android: infatti la sua interfaccia si presta particolarmente bene se si utilizza un grande schermo, anche se con il mio smartphone da 6,8 pollici rende comunque benissimo. Tuttavia, per il momento alcune funzionalità non sono state ancora implementate (e.g. quelle di impostazione per ciascuna telecamera) e risulta necessario ancora ricorrere all’app EZVIZ tradizionale, ma già risulta utilizzabile per vedere gli eventi registrati e la situazione in realtime per tutte le proprie telecamere.
Infine inserisco anche questo tutorial realizzato da Ezviz stessa:
P.S.
Soprattutto qualora non sia agevole portare i cavi per l’alimentazione (anche solo tramite cavo ethernet POE usando, ad esempio TP-Link Mercusys MS105GP PoE+ Switch 5 Porte / TP-Link Mercusys MS108GP PoE+ Switch 8 Porte) si può pernsare di utilizzare telecamere con batteria autonoma, eventualmente con pannelli solari che le ricarichino. Un amico mi ha consigliato in tal caso questo prodotto che magari in fututro avrò occasione di sperimentare personalmente: comunque, visto chi me lo ha segnalato, mi sento di consigliarvelo… 😉
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Ho da sempre apprezzato le app che si consentono di ricevere dai loro utilizzatori segnalazioni tali da migliorare il loro servizio offerto oltre a fidelizzare l’utente che si sente così partecipe attivo. È vero che spesso molte delle informazioni utili a un’app vengono automaticamente inviate dalla stessa ai server che la gestiscono: ad esempio, nel caso di un navigatore vengono inviate la posizione e la velocità correnti… da cui lato possono derivare ad esempio, raccogliendo questi dati da più utilizzatori in contemporanea, che ci sono rallentamenti su quel tratto di strada, opportunamente poi segnalati a tutti con una striscia gialla o rossa): proprio per questo spesso si deve per la privacy acconsentire a diverse cose per potere utilizzare un’app!! Esiste poi anche la possibilità che sia l’utilizzatore stesso a segnalare qualcosa che risulterebbe difficile o impossibile derivare automaticamente (e.g. presenza di autovelox mobili): questa funzionalità è assai interessante in quanto consente di ottenere, direttamente dagli utilizzatori dell’app, informazioni potenzialmente utili da mostrare a tutti (dopo avere effettuato, immagino, un opportuno filtraggio lato server). Questo vale anche per i navigatori in genere e infatti questa funzionalità, più o meno avanzata viene proposta un po’ da tutti (vedi anche TomTom GO Premium navigator review: how to update it, load POIs and much more!) e anche da Google Maps in particolare. Tuttavia, nel caso del navigatore Google, non so bene per quale motivo, i pulsanti che consentono agevolmente di inviare segnalazioni durante la navigazione non vengono per default mostrati nell’interfaccia utente! Questo contribuisce sicuramente a far sì che spesso un utilizzatore generico nemmeno sappia di questa possibilità di poter contribuire per migliorare le informazioni fornite dal navigatore a tutti i suoi utilizzatori… 🙄
In questo post invece affronterò come segnalare agevolmente, tramiti appositi pulsanti mostrati sulla mappa durante la navigazione, la presenza di autovelox mobili, incidenti, veicolo in panne, oggetti su strada, lavori in corso, rallentamenti, chiusura corsia. In verità, già nel post di qualche giorno fa (Google Maps come navigatore: le opzioni disponibili e… come fare se la mappa non si posiziona in orizzontale ruotando lo smartphone!) avevo già parlato di questa possibilità disquisendo sulle molteplici opzioni presenti in Maps… talune purtroppo, a mio parere, troppo nascoste! Ma ho preferito riprendere in questo post apposito quella parte relativa alle Indicazioni rapide durante la guida in quanto penso sia una delle possibilità più rilevanti e meno conosciute!!
Una volta fatta partire la navigazione, per rendere visibili degli appositi pulsanti rotondi sulla destra della mappa è necessario infatti abilitare le cosiddette Indicazioni rapide durante la guida. Tra i pulsanti resi così disponibili c’è appunto quello che consente all’utilizzatore dell’app di inviare agevolmente una segnalazione (i.e. incidente, autovelox mobile, rallentamento, lavori in corso, chiusura corsia, veicolo in panne, oggetto su strada). Purtroppo quella abilitazione richiede diversi passaggi, ma una volta impostata ovviamente rimane attiva per tutte le future navigazioni. Nel seguito i passaggi necessari per attivare tale funzionalità:
A questo punto, tutte le volte che si inizierà una navigazione in un luogo prescelto, verranno evidenziate delle icone sul lato destro del monitor e in particolare quella con una nuvoletta con un “+” all’interno toccando la quale si apre una finestra temporanea con una serie di pulsanti per segnalare la segnalazione desiderata:
Vedi anche My Maps per creare e condividere mappe personalizzate appunto con Google My Maps.
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Per finire, evidenzio come l’app Waze mostri l’interfaccia per consentire all’utilizzatore di segnalare attivamente qualcosa, contribuendo così a fornire dati utili a tutta la comunità di persone che la stanno utilizzando. Da questo punto di vista sicuramente quell’app è più avanzata: basti pensare al lungo elenco di possibili tipologie di segnalazioni attivabili! Penso che Google farebbe bene a migliorare questo aspetto di contribuzione social in real time, attualmente limitato nella tipologia di segnalazioni disponibili e soprattutto non presente di default oltre poi a essere troppo nascosto da attivare! In Waze questa funzionalità è attiva di default: la finestra a tutto schermo che si apre premendo il pulsante a nuvoletta (presente in basso a destra), consente di avere visualizzato un più lungo elenco di possibili tipologie di segnalazioni che uno può inviare in real time.
Inoltre nelle impostazioni di quell’app si può agevolmente attivare/disattivare la possibilità di segnalare tipologie specifiche di eventi e/o vedere quelli segnalati da altri sulla mappa durante la navigazione: si noti il gran numero di tipologie disponibili che uno può decidere di rendere attivi o meno sulla mappa a proprio gradimento e avere anche potenzialmente un avviso durante la navigazione:
Se uno cerca su Internet si trova che la soluzione al problema in oggetto richiede la sostituzione delle termocoppie, un lavoro che un professionista può svolgere molto velocemente, nel giro di qualche ora 😲. I prezzi medi di sostituzione si aggirano solitamente sui 60€ e comprendono il costo del componente da sostituire più l’intervento di riparazione.
Tuttavia, se la termocoppia fa scintille e il fuoco si accende (pur non rimanendo poi accesso quando si rilascia il pulsante – anche aspettando una decina di secondi), prima di pensare di chiamare un professionista del settore o addirittura di cambiare tutto il fornello, conviene provare a effettuare le semplici ed economiche procedure che vi indico e che nel mio caso hanno sortito un effetto positivo… 🙂 Infatti se il fornello si accende premendo il pulsante di accensione vuole dire che sia il gas sia la scintilla per procurare la fiamma funzionano ed è solo un problema o della termocoppia di sicurezza che non funziona più a dovere magari semplicemente a causa di cattivi contatti ossidati o sporchi! Conviene anche provare ad accendere il bruciatore tenendo la manopola non aperta a massimo, vale a dire con un fuoco medio (a metà tra massimo e minimo), premendola un po’ di più del dovuto (i.e. per far continuare le scintille per un 20 di secondi): ma probabilmente tutto questo non serve per far sì che il fuoco rimanga acceso al rilascio… 🙄
Innanzitutto assicurarsi che le coperture dei bruciatori siano posizionate correttamente, compresa la sua parte superiore: talvolta pulendoli, non vengono più posizionati correttamente e questo può generare malfunzionamenti. Se tutto invece è a posto, conviene ispezionare i contatti della manopola che si usa per accendere quel bruciatore. Si può quindi provare a pulire il contatto interno al pulsante (ad esempio utilizzando del cotton fioc imbevuto di acetone) dopo averlo ovviamente estratto tirando in su: le manopole sono di facile estrazione poiché risultano inserite semplicemente a pressione!
Se ancora il problema non si risolve, si può fare un ulteriore tentativo utilizzando della semplice pellicola di alluminio, quella comunemente usata per avvolgere gli alimenti. Infatti, essendo di alluminio che è un buon conduttore, può agevolmente risolvere problemi di contatto elettrico! Si taglia un quadratino di un 6 cm, ripiegandolo almeno due volte per aumentarne lo spessore e robustezza, per poi posizionarlo attorno al perno su cui si inserisce il foro della manopola di accensione: infine si rimette la manopola a posto, posizionandola tenendo conto della scanalatura di guida presente:
Nel mio caso è stato risolutivo. Ovviamente dopo un po’ che si accenderà e si ruoterà quella manopola, la pellicola di alluminio si logorerà e bisognerà sostituirla… ma questo generalmente avviene dopo settimane!
Se poi tutto ciò non bastasse, si poterebbe cercare “pulire” anche i contatti stessi del bruciatore difettoso, svitando le viti per togliere la copertura e accedere alla parte interna dove è presente la termocoppie e in particolare, il suo contatto elettrico con la valvola di sicurezza. Identificata la valvola di sicurezza, si rimuove il faston di collegamento, da pulire con un panno: rimossa la copertura (tappino nero) della valvola di sicurezza, conviene pulirla bene anche in questo caso utilizzando dell’acetone.
Si precisa che per sostituire la termocoppia di un fornello a gas che non resta acceso, il professionista dopo aver procurato un uguale modello della termocoppia da sostituire solitamente svolge i seguenti passaggi:
Dopo aver rimosso eventualmente il cristallo di copertura e le sue staffe che lo sostengono, vengono tolte le griglie, i bruciatori e le manopole (di facile estrazione, poiché inserite a pressione)
Per rimuovere completamente la parte superiore del piano cottura, al fine di accedere a quella interna, vengono estratte le viti di ogni singolo bruciatore (solitamente 2 per quelli piccoli, oppure 4 in caso di presenza di un grande bruciatore)
Una volta tolta la copertura, vengono identificate le termocoppie e si identificherà subito il loro contatto elettrico con la valvola di sicurezza
Identificata la valvola di sicurezza, viene rimosso il faston di collegamento, il quale viene pulito solitamente con un panno o con della carta. Dopodiché, rimossa la copertura (un tappino nero) della valvola di sicurezza, viene pulita bene anche questo zona. L’utilizzo di acetone per la pulizia di tali punti è tra i più consigliati
Dopo aver riposizionato tutto al suo posto, viene reinstallato, momentaneamente, il bruciatore sulla termocoppia. Se, premendo la manopola, funziona, vuol dire che la causa del malfunzionamento della termocoppia, era semplicemente un cattivo contatto che non faceva funzionare il tuo fornello. Nel caso non funzioni, è necessario procedere alla sostituzione
Dopo aver svitato i dadi con una chiave inglese misura 8, i quali tengono fissata la termocoppia al bruciatore, si procede alla sostituzione, inserendo le estremità della nuova termocoppia nei medesimi punti della precedente
Il piano di cottura verrà rimontato rispettando la sua posizione di partenza
Si sa, periodicamente anche i trasporti pubblici aumentano e questo è avvenuto anche il 30 ottobre 2023 per i biglietti della GTT, Trasporti Torinesi (Delibera di Consiglio Comunale di Torino n.447 del 24/07/2023).
Cosa fare, quindi, se uno ha ancora biglietti cartacei acquistati precedentemente o se sono ancora caricate corse sulla carta BIP personale?
Ho provato a telefonare al numero del servizio clienti GTT (0110672000) e sono rimasto scioccato: parte una comunicazione registrata che dura ben 3 minuti (più di 30 secondi solo per il discorso sulla privacy, poi comunicazioni disparate, dette una di seguito all’altra, lette poi a una velocità tale da difficilmente essere catturate dall’ascoltatore con certezza) e questo prima ancora di presentare una lunga scelta di opzioni da scegliere tramite pressione di un numero sul tastierino… 🙄 Se poi uno non è sicuro della scelta da effettuare e per caso preme il tasto * (indicato come quello per risentire il menù di scelta), TUTTA la registrazione di più di 3 minuti viene ripetuta e non solo la parte relativa alle possibili scelte!!! 😳
Comunque tra le varie informazioni fornite velocemente si parla di una possibilità di cambiare i biglietti con la vecchia tariffa andando nei punti GTT, dopo avere prenotato l’accesso tramite un’app di cui non si comprende bene il nome (essendo con un nome inglese e quindi pronunciata con quella lingua!), essendo (si scopre poi) un’app generica di prenotazione (ufirst). Come si leggi qui, andando a vedere nel sito GTT, è quella infatti l’app in generale da usare per prenotare l’accesso nei centri assistenza cliente GTT. Nella sezione relativa a Nuove tariffe e informazioni per le rivendite 🤔🙄 si legge anche: I clienti che al 30 ottobre dovessero essere in possesso di titoli di viaggio con tariffa “vecchia” e non ancora usati potranno sostituirli con titoli “nuovi” (pagando la differenza) recandosi presso un Centro Servizi al Cliente di GTT, a partire dal 31 ottobre, solo su appuntamento e mediante prenotazione mediante l’applicazione ufirst. Nessuna indicazione (almeno qui) sulla scadenza da rispettare per richiedere l’aggiornamento dei biglietti.
Ma ovviamente esiste un termine in cui si deve andare per richiedere il rimborso o pagare la differenza per aggiornare i titoli di viaggio… e tale data viene anche detta velocemente nella registrazione telefonica al numero del servizio clienti (mi sembra sia il 31 marzo ma non ne sono sicuro essendo indicate velocemente nel corso del lungo messaggio!). Insomma, meglio andarci il prima possibile a effettuare il cambio!! Nel seguito i semplici passaggi per effettuare una prenotazione tramite quell’app:
P.S. Oggi mi sono recato per aggiornare i biglietti nella sede di c.so Francia: c’erano due code, una dei prenotati (con priorità all’ora indicata, e una per chi non aveva prenotazione. Alle 15 ero prenotato e a quell’ora esatta mi hanno fatto entrare. Mi reputo molto fortunato in quanto sono stato servito da un’addetta molto gentile, disponibile e (per quanto le fosse possibile) veloce: le ho chiesto anche il nome congratulandomi con lei (si chiama Elena e generalmente lavora nel centro servizi GTT di Porta Nuova). Tuttavia la procedura che questi impiegati devono svolgere è davvero lunga, dovendo richiedere la verifica di validità di ogni singolo biglietto, il calcolo del costo complessivo pregresso e di quanto uno deve pagare per avere un numero minimo di biglietti “nuovi” che arrotondino quella cifra totale. I biglietti nuovi devono poi essere presi tra quelli già attivati e loro ne hanno a disposizione in casa solo un numero limitato per cui devono andarne a prende in un altro locale se il quantitativo di biglietti da cambiare non è minimo (proprio per questo, formalmente sarebbero tenuti a cambiare solo un massimo di 20 biglietti!! Diversamente si dovrebbe compilare un modulo online ecc… ecc… insomma, un’altra procedura ancora più complicata!). Insomma, per aggiornare i biglietti contenuti in due BIP card e convertire 40 biglietti, il tempo impiegato ha superato la mezz’ora, nonostante quell’impiegata fosse, lo ripeto, assai efficiente!! … una mia amica mi ha detto che, per cambiare molti meno biglietti, ci aveva impiegato quasi un’ora!!
Viene quindi da domandarsi: ma non sarebbe molto meglio, quando si prevedono imminenti rincari dei biglietti, incominciare per tempo a limitare il numero di biglietti emessi da fornire alle rivendite (in modo che non si generino delle speculazioni) e poi lasciare che i biglietti “vecchi” si esauriscano nel tempo come naturalmente avverrebbe? Non si potrebbe al limite delegare proprio quelle rivendite a sostituire i biglietti vecchi con i nuovi, a fronte di un conguaglio? Invece, per poche decine di centesimi si costringe la clientela a subire una procedura lunga e farraginosa, creando code che inevitabilmente intasano quei servizi basilari per cui i centri di customer care sarebbero preposti!
Viene proprio da pensare che la procedura imposta dalla GTT sia stata invece pensata per disincentivare il cambio dei vecchi biglietti in modo tale che uno è portato a buttarli via per non dover perdere così tanto tempo… 🤔… senza però pensare al tempo fatto perdere anche agli addetti del loro servizio clienti che avrebbero dovuto invece impiegarlo per dare un supporto migliore per ben altre problematiche! 🙄
Non di rado, cliccando sull’icona di un file o su un link presente ad esempio in una email o a un suo allegato, viene aperto in automatico un programma considerato idoneo a mostrare il contenuto associato: un programma per ascoltare audio – e.g. Media Player – se il file ha una estensione .mp3, o video – e.g. VLC – se è un .mp4 o un reader di file PDF – Acrobat Reader – se è un .pdf o un editor di testo – e.g. Word – se è un .doc … oppure, se si tratta di un link, viene aperto semplicemente un browser (tra quelli installati nel PC) per mostrare quella pagina di un sito presente su Internet.
Talvolta però il programma aperto non è quello desiderato, ad esempio il browser che uno solitamente utilizza e con cui ci si trova maggiormente a proprio agio. Infatti non è inusuale che, dopo avere installato un nuovo programma e magari non deselezionando alcune opzioni mostrate durante il processo di installazione, quel programma stesso modifichi alcune impostazioni generali del PC in modo che sia proprio lui a essere aperto quando uno agisce su un file che ha una specifica estensione o si clicca su un link!!
Infatti, proprio ieri ho installato il browser Opera, non solo per provarlo, dopo tanti anni che non ho più seguito la sua evoluzione, ma anche perché è sempre bene avere installato sul proprio PC un buon numero di browser (e.g. Edge, Chrome, Firefox, Opera) e non unicamente quello che generalmente uno preferisce utilizzare. I motivi di questa mia affermazione sono molteplici. Infatti, dal momento che generalmente un browser ha “memoria” di precedenti inserimenti effettuati in alcuni siti, può convenire usarne uno quando con una utenza (e.g. la propria) si accede a un sito (e.g. di una banca, di un negozio online, di siti istituzionali) e un altro browser quando si vuole accedere con un’altra utenza (e.g. quella di un famigliare). Inoltre non è inusuale che alcuni siti anche istituzionali non funzionino correttamente con alcuni browser o ancor peggio che smettano di funzionare come uno si aspetta in quanto mantengono in cache alcune informazioni che li mandano in tilt (e.g. quando ad esempio uno non ha precedentemente effettuato un logout esplicito ed ha semplicemente chiuso il browser e spento il PC). Ovviamente ci sono metodi per risolvere queste problematiche (vedi Agenzia delle Entrate 730/2020: “Il browser in uso ha una sessione già attiva o non chiusa correttamente” alias “come dover cancellare la cache/cookies di un browser per poter nuovamente accedere a un sito”) ma, soprattutto quando uno ha fretta, è sicuramente più comodo riaprire la medesima pagina utilizzando un altro browser “pulito“!!
Sta di fatto che, dopo avere installato il browser Opera, pur prestando attenzione durante il suo processo di installazione a deselezionare diverse scelte preimpostate e da me non desiderate, questo si è configurato per essere il browser di default di sistema. Infatti, premendo un link presente in una mail ricevuta, questo apriva il sito utilizzando proprio quel browser appena installato e non più Edge che è quello che utilizzo abitualmente e che preferisco!!
Ho quindi proceduto come segue per riportare la situazione preesistente, senza dover disinstallare quel browser che comunque potrà tornarmi comodo in futuro averlo già installato sul PC. Basta cercare Default app con la lente d’ingrandimento (presente nella barra in basso), selezionare il risultato ottenuto cioè quella voce d’impostazione presente nelle Impostazioni di sistema, cercare l’applicazione impostata attualmente come default come browser (che si è confermato essere ora Opera), cliccarci sopra e scegliere quello da me preferito tra l’elenco proposto. Si noti che esiste anche la possibilità di premere il tasto di Reset per impostare i valori raccomandati da Microsoft per quella tipologia di estensione.
Ovviamente, la medesima procedura si può seguire per modificare qualsiasi programma lanciato di default dal sistema operativo quando si clicca su un file con una specifica estensione (e.g. per aprire i file .pdf impostando di default l’app gratuita Adobe Acrobat Reader DC presente nello Store Microsoft)!
Nota: sempre l’app Opera, quando si è installata si è impostata in modo che si lanciasse automaticamente all’avvio del PC per cui ogni volta che lo accendevo mi si apriva quel browser!! Ho provveduto quindi a disabilitare anche questa impostazione andando su Impostazioni -> Avvio (Eng: Settings-> Startup) e mettendo ad Off l’avvio di Opera Internet Browser.
Questo è un post molto corto che segnala semplicemente una pagina del sito di Amazon che visualizza tutte le promozioni in corso a cui la persona autenticata può aderire.
Infatti periodicamente ci sono sconti (e.g. sconto del 30% o 30% su una serie di prodotti resi) o buoni regalo attivati se uno prova alcuni servizi su Amazon (e.g. creare una propria lista degli acquisti, utilizzare Amazon Fresh per la spesa portata casa). Molto probabilmente Amazon stessa ha già promosso quelle sue offerte inviando specifiche sur email, ma può comunque tornar comodo accedere periodicamente a quella pagina del loro sito per avere una visione di tutte le offerte in corso a cui uno è idoneo!
Nel seguito il link per poter sentire/scaricare la versione mp3 degli audio associati agli esercizi del libro “Solfeggiar cantando (volume 1) del prof. Flavio Bar, edito da Musica Practica (ISBN-13 : 978-8831274098):
In particolare, quel libro è in uso al Centro Formazione Musicale della Città di Torino al corso di solfeggio cantato tenuto dall’autore.
Si tratta di un metodo pratico, snello, diretto e progressivo, estremamente efficace per la lettura musicale in alternativa al tradizionale solfeggio parlato. Uno strumento didattico innovativo in 2 volumi per l’apprendimento della lettura musicale e dell’intonazione dei suoni. Un approccio visivo-sonoro attraverso la memorizzazione dell’effetto musicale creato dalle cellule ritmiche. Il 1° volume, pensato per il primo anno dei corsi di musica, contiene esercizi di difficoltà progressiva in chiave di violino, poi riproposti in chiave di basso, in tempi semplici e composti (solo il 6/8). Contiene anche esercizi cantati a 2 voci, sia omoritmici sia contrappuntistici, per abituare gli allievi alla musica d’insieme e, in appendice, esercitazioni di lettura ritmica e cantata su temi di colonne sonore di notissimi film. Indicazioni metodologiche sul solfeggio cantato estemporaneo a cura del jazzista e docente Guido Canavese.
Il link consente di accedere ai file mp3, suddivisi per ciascun capitolo del libro:
I file risultano anche scaricabili in modo tale da poterne usufruire localmente, anche offline. Ad esempio, se si mettono sul proprio smartphone, possono essere ascoltati con una qualsiasi app di lettura per file mp3: come sempre, anche quest’album potrà essere ricercato tramite sia il suo titolo (Solfeggiar cantando) sia il suo autore (Flavio Bar), essendo stati valorizzati tutti i metadati associati ai diversi file..
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Sono disponibili i file relativi a tutti i capitoli:
Ci sono, secondo me, molteplici motivi per preferire il tema scuro. Innanzitutto i consumi di un monitor a led dipendono proprio dalla luminosità impostata (più nero/scuro c’è, minori saranno i consumi). Inoltre, soprattutto quando si usa il computer in un ambiente in penombra, la vista si affatica a causa della luminosità dello sfondo bianco di ciò che si vede sul monitor(e.g.interfaccia del PC e dei programmi in uso quali, ad esempio, l’editor di testi Word, il browser o l’interfaccia dei siti che si stanno visitando).
Quindi in questo post indicherò come impostare il più possibile un tema scuro il più possibile a partire dallo sondo del PC e a finire su quello dei siti che visitiamo nel browser. Avevo già in parte affrontato la problematica in un mio post precedente (Come mostrare a video un documento Word in modo da visualizzare solo il testo a tutto schermo) che vi invito a visitare: sebbene ora espanda ulteriormente l’analisi, non mi ripeterò per cui là troverete ulteriori informazioni.
Partiamo dallo sfondo del desktop del PC: basta andare in Impostazioni -> Personalizzazione -> Sfondo (Eng: Settings -> Personalization -> Background) e selezionare uno sfondo a colore unico scegliendo il nero:
Si può anche andare in Impostazioni -> Personalizzazione -> Colori (Eng:Settings .> Personalization -> Colors) e impostare Scuro (Eng: Dark):
Anche variando il colore dello sfondo di una finestra generica (e.g. finestra di Esplora file) dalle impostazioni di Windows 10, il colore della caption bar dei programmi di Office rimane immutato a quello di default (i.e. blu per Word, arancione per PowerPoint, verde per Excel, rosso per Access, azzurro per Outlook, viola per OneNote)…
Si deve invece andare nelle impostazioni di uno dei programmi di Office, ad esempio di Word, e personalizzare il tema di Office in uso (vedere: Come mostrare a video un documento Word in modo da visualizzare solo il testo a tutto schermo). Per fare in modo che Word abbia le scritte bianche e lo fondo nero quando uno scrive, si deve impostare File -> Account -> Tema di Office impostato a nero: ovviamente questo è solo a livello di visualizzazione su monitor e il file di testo rimane con lo sfondo bianco e le scritte in nero come è normale che sia!
Se poi vogliamo a impostare il browser a un tema scuro, la procedura da fare può essere specifica di quello che uno generalmente utilizza. Io abitualmente uso Edge, il browser di default di Windows e quindi nel seguito tratterò principalmente questo, sebbene si vedrà che alcune soluzioni risultano analoghe per altri browser più utilizzati (e.g. Chrome, Firefox).
Attualmente andando nelle Impostazioni di Edge, si nota che esiste una voce Aspetto che consente di essere impostato a Scuro (nella sezione edge://settings/appearance:
P.S. 2025 – Nelle successive versioni di Edge l’interfaccia è ovviamente un po’ cambiata, benchè la funzionalità sia rimasta analoga:
Tuttavia selezionando tale impostazione si ottiene un tema scuro solo per i componenti specifici di quel browser (e.g. bordi, sue pagine di configurazione) ma, visitando un sito generico, il suo sfondo rimarrà quello originale, tendenzialmente bianco. Sfortunatamente sono pochi i siti che offrono la possibilità di cambiare il template dello sfondo con un tema scuro: solo sugli smartphone alcune piattaforme come Youtube permettono di modificare la modalità di visione a piacimento, consentendoci di non affaticare la vista nelle ore notturne. Per far sì di forzare il tema scuro di tutti i siti web visitati su Microsoft Edge, è perciò necessario operare sulla pagina edge://flags : si tratta di una pagina di configurazione un “nascosta” (non è infatti presente tra le voci di menù e, per raggiungerla, si deve quindi scrivere edge://flags manualmente nel campo di indirizzo) che consente di attivare impostazioni ancora in sperimentazione. Ho trovato un articolo del 2019 (ben 4 anni fa!) che già parlava di tale funzionalità (Come forzare il tema scuro dei siti web sul nuovo Microsoft Edge) e sinceramente non comprendo come mai ancora oggi rimane tra le opzioni non direttamente presenti tra le opzioni visibili agendo sulle “normali” pagine di configurazione del browser raggiungibili tramite il suo menù (tre puntini in alto a destra)! Se si filtra l’elenco delle possibili impostazioni sperimentali scrivendo “dark” nel campo di ricerca, si trova subito la funzionalità Auto Dark Mode for Web Content che si può quindi abilitare: si noti che in alto a destra esiste un pulsante Reset all che consente, in ogni momento uno lo desideri, di rimuovere tutte le impostazioni sperimentali che uno ha eventualmente impostato tramite quella pagina edge://flags … per cui non si corre alcun rischio a “sperimentare alcune opzioni ancora in test proposte, come ad esempio questa indicata!
Quindi la procedura prevede:
1) In edge://settings/appearance mettere a Scuro l’Aspetto complessivo (e accettare di riavviare il browser che comunque manterrà aperte le schede aperte anche dopo il riavvio); 2) In edge://flags portare a Enabled l’Auto Dark Mode for Web Contents;
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NOTA BENE: per riportare, quando poi uno lo desidera (magari anche solo temporaneamente), lo sfondo di tutte le pagine del browser ad avere lo sfondo bianco sarà necessario operare in modo inverso, vale a dire:
1) In edge://flags riportare a Disabled l’Auto Dark Mode for Web Contents (e accettare di riavviare il browser che comunque manterrà aperte le schede aperte anche dopo il riavvio) o meglio ancora premere il tasto Reset all in alto a destra.; 2) In edge://settings/appearancerimettere a Chiaro l’Aspetto complessivo 3) Il browser richiede di essere riavviato, ma riaprirà poi le schede che risultavano aperte impostando ora lo sfondo bianco.
Questa esigenza può esserci raramente per visualizzare alcuni siti particolari che non funzionano a dovere con il tema scuro (e.g. sito di ING Direct non visualizza talvolta bene la tastiera numerica per inserire la propria password). Comunque si può usare anche un altro browser (con impostato lo sfondo chiaro) in quei pochi casi, senza necessariamente dover momentaneamente modificare le impostazioni del browser Edge che si usa più frequentemente! 😉
NOTA – ulteriori possibilità indicate in questo altro articolo:
Option One: Choose Light or Dark Colors for Default Windows Mode and App Mode in Settings
Option Two: Choose Light or Dark Colors for Default App Mode using REG file
Option Three: Choose Light or Dark Colors for Default Windows Mode using REG file
Option Four: Choose Light or Dark Colors for Default App Mode in PowerShell
Option Five: Choose Light or Dark Colors for Default Windows Mode in PowerShell
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Come si nota in figura, ci sono diverse possibilità di attivazione del Dark Mode e in questo articolo di tenforum.com si possono avere maggiori informazioni al riguardo, anche se personalmente penso che la semplice scelta Enabled sia la più opportuna.
In tale modo, ogni volta si visiterà un sito con quel browser Edge, verrà forzato il suo sfondo a scuro: si noti che il cambio di tonalità nello sfondo non influisce sulle immagini e su alcuni elementi del sito, mantenendo inalterata l’esperienza di navigazione.
Esiste comunque un’altra soluzione alternativa a utilizzare questa funzionalità intrinseca del browser (ma non ancora rilasciata ufficialmente) e risulta comune anche ad altri browser: è sufficiente installare una apposita estensione del browser stesso! Alcune di queste estensioni, oltre a offrire la medesima funzionalità, sono comuni in più browser r quindi sono rilasciate dal medesimo sviluppatore. Andando a ricercare tra le estensioni di Edge uno che possa fare il caso nostro si trova, ad esempio, Dark Reader, plugin gratuito e open source, presente non solo in Chrome ma anche in Firefox.
Quell’estensione presenta una serie di opzioni intuitive: nella scheda Filtersi può abilitare/disattivare lo sfondo scuro semplicemente cliccando su Dark o Light, regolare la luminosità del browser, i livelli di contrasto (per rendere più visibile il testo) e la scala di grigi. Nella schedaFont si può scegliere il font predefinito del browser e aumentare la visibilità del testo. Inoltre si può inserire nella scheda Site list, tutte le URL dei siti web che non vogliamo vengano modificati automaticamente: in questo modo, qualora un sito si vedesse male con la modalità a tema scuro è quindi possibile metterlo in quellalista delle eccezioni, disabilitando questa funzionalità in automatico. Sul sito di Darkreader si possono trovare ulteriori informazioni…
Penso che quasi tutti non abbiano dubbi su come inserire una normale numerazione in un documento scritto in Word: basta andare nella apposita sezione Inserisci -> Numero di pagina, scegliere se posizionare in alto o in basso la numerazione e infine selezionare uno degli stili che vengono già proposti dal programma stesso:
Esempio di scelta di posizionamento della numerazione delle pagine
Tuttavia, talvolta può essere conveniente non fare partire la numerazione dalla prima pagina e magari incominciare a farla vedere solo dopo alcune pagine (e.g. dopo la pagina con il titolo o magari anche dopo l’indice).
Il risultato che in genere uno vuole ottenere è di non far vedere la numerazione sia sulla copertina sia sulla prima pagina del titolo, facendo però partire da quest’ultima la numerazione di pagina (che viene resa però visibile solo dalla pagina successiva quella del titolo e numerata come la seconda pagina del libro):
Es.: libro in cui la numerazione parte dalla pagina del titolo, ma viene visualizzata solo nella pagina successiva (la n. 2)
Se semplicemente si desiderasse iniziare la numerazione da “1” e dalla seconda pagina, escludendo la prima (e.g. quella di copertina), basterebbe andare in Layout-> Imposta pagina (click sull’icona con freccetta, in basso a dx della sezione Imposta Pagina) e scegliere l’opzione Diversi per la prima pagina: questo nasconderebbe la visione della numerazione della prima pagina, ma per avere che la pagina successiva indichi “1” è necessario ancora impostare di far partire la numerazione da “0”:
Ma ciò che vogliamo ottenere è un po’ più complesso e comunque, se poi si desidera poter modificare anche altri parametri della prima pagina di copertina (e.g. eliminare i margini e posizionamento dei testi), conviene allora comunque inserire una nuova Interruzione di sezione in modo che ci sia una sezione per la copertina e un’altra diversa per il resto del documento: per quella nuova, prima sezione non si inserisce la numerazione di pagina, e in quella successiva si può lasciare l’impostazione precedente se si desidera non avere indicato il numero di pagina solo nella prima pagina del titolo ma lasciando il valore di default “1” come partenza della numerazione. Qualora si desideri non fare vedere la numerazione su più pagine e non solo nella pagina iniziale del titolo, si possono sempre inserire altre sezioni, scegliendo magari una continuità o meno della numerazione tra sezioni successive (Inserisci -> Numerazione di pagina -> Formato numeri di pagina -> Continua dalla sezione precedente/Comincia da…).
Il risultato che si ottiene è quello da me voluto, cioè non far vedere la numerazione sulla copertina e sulla prima pagina del titolo, facendo partire da quest’ultima la numerazione di pagina che viene resa però visibile solo dalla pagina successiva!
Infine, se per caso non si trova la voce nel menu che consente di inserire una nuova interruzione di sezione, come sempre la si può ricercare scrivendo sul campo di ricerca presente in alto a destra:
Si ricorda che, agendo sulla Personalizzazione della barra multifunzione presente tra le Opzioni di Word, uno può sempre inserire tale voce “Interruzione di sezione” (generalmente presente solo in Layout-> Imposta pagina) anche in altre sezioni, quale ad esempio (Inserisci -> Pagine):
Attenzione a fare in modo che nell’inserire il numero di pagina nella nuova sezione (quella in cui desidero appunto la numerazione) non sia selezionato (i.e. evidenziato, di default) Collega a precedente nella sezione Spostamento della voce Intestazione a piè di pagina. Diversamente anche nelle pagine della sezione precedente verrebbe visualizzato il numero di pagina partendo da come impostato in questa sezione nuova (e.g. partendo da 3 se in quest nuova sezione ho indicato “Comincia da” 3)! Nel caso particolare in cui poi uno scelga di volere la numerazione di pagina a sinistra per le pagine dispari e a destra per quelle pari (i.e. check su Diversi per le pagine pari e dispari), quell’opzione Collega a precedente non deve essere selezionata nell’impostare entrambe le tipologie di numerazione nella nuova sezione (cioè sia per le pagine pari sia per quelle dispari).
NON deve essere impostato il Collega a precedente se non si desidera una continuità nella numerazione di due sezioni diverse
Volevo prendere un metronomo che fosse anche un accordatore. È vero che oramai ci sono app sullo smartphone che svolgono egregiamente quella funzione, ma talvolta può essere utile avere un oggetto specificatamente pensato a tale scopo e che quindi riesca a offrire qualcosa in più in termini di prestazioni e funzionalità.
Innanzitutto però, indico alcune app (per la maggior parte gratuite o con costi irrisori anche nella loro versione pro), che giudico valide a tale scopo e che uno ha sempre con sé nel proprio telefonino!.
Per quanto riguarda il metronomo, anche qui ci sono diverse app (vedi anche questo post) alcune che offrono anche la funzionalità di accordatore. Tra quelle che preferisco ci sono queste due in particolare:
Tuner & Metronome (soundcorset tuner): una barra pubblicitaria in basso (che non disturba troppo) consente di utilizzarlo gratuitamente (altrimenti richiede un abbonamento mensile! A mio parere, molto meglio sarebbe stato se avessero dato la possibilità di un acquisto a un pezzo contenuto…). Quest’ultimo metronomo consente anche di trovare facilmente la velocità di un brano (in bpm, i.e. bit per minute) È sufficiente, ascoltando il brano in questione, battere rimicamente a tempo con il dito sull’icona del tamburello (in alto a destra) un po’ di volte, fin quando il valore di bpm (mostrato subito a sinistra) non si stabilizza: in genere, è sufficiente battere per circa 20-30 secondi affinché il valore mostrato rimanga invariato!
Per quanto riguarda poi un dispositivo specifico che realizzi, indipendente dallo smartphone, le funzionalità di metronomo e accordatore, ho quasi subito optato per una soluzione elettronica lasciando perdere quelli meccanici certamente più suggestivi, ma meno funzionali e precisi… oltre a occupare molto più spazio ed essere più costosi se di qualità!
Ho optato quindi per il metronomo/accordatore Korg TM-60 con il suo contatto per microfono Korg CM-300: ovviamente esiste la possibilità di acquistare entrambi insieme, ma non è detto che si spenda meno … anzi quando ho acquistato sarebbe venuto a costare di più comprarli in un’unica soluzione! 😲
Combo metronomo/accordatore Korg TM-60 con il suo contatto per microfono Korg CM-300
Inserisco nel seguito gli screenshot del manuale anche scaricabile (nota: non c’è in italiano, ma solo in diverse altre lingue) in modo che serva anche a me come riferimento rapido in futuro! 🙂
Avevo già scritto un post che mostrava come modificare in modo permanente la tonalità di un brano mp3, salvandolo in un’altra (i.e. Come modificare la tonalità di un brano musicale MP3) e anche come ascoltare con velocità di riproduzione modificata dei video su YouTube (i.e. Come modificare a piacere la velocità di riproduzione di un video/base musicale su YouTube in modo da poterlo meglio utilizzare per suonarci sopra con un proprio strumento). Ora in questo post affronto la possibilità di sentire temporaneamente un brano mp3 che uno ha, a una velocità di esecuzione diversa ed eventualmente modificandone anche la tonalità. Quest’ultima funzionalità è certo sentita se uno intende solo rallentare il brano musicale per poterlo imparare meglio, magari suonandoci sopra con uno strumento o solfeggiar cantando: anzi, in quel caso uno desidera che la tonalità non venga modificata quando il brano viene riprodotto più lentamente, come avviene invece normalmente rallentando un brano analogico (si pensi a un vinile riprodotto a una velocità di rotazione diversa o a un’audiocassetta rallentata nei giri). Per fortuna questo è possibile con l’audio digitale e diversi SW offrono tali funzionalità con risultati quasi sempre adeguati se non ottimi!
Un’app che trovo funzioni benissimo (se uno accetta di essere interrotto ogni tanto da una pubblicità, risulta anche completamente gratuita!) è Music Speed Changer che, contrariamente a quanto uno sarebbe portato a pensare dal suo nome, ha ben più funzionalità rispetto al solo consentire di modificare la velocità di esecuzione di un brano! Apparentemente si presenta come un consueto player di brani mp3 consentendo una ricerca/esecuzione dei brani in base al titolo/autore/album. Però, effettuando il play di un brano, viene aperta una finestra che presenta diverse opzioni che permettono, ad esempio, di modificare il tempo di esecuzione (mostrandone il BPM), l’altezza, la chiave, la messa in loop di tutto o di parte del brano…: diverse sono le possibili funzionalità mostrate nella pagina su cui si può agire per modificare temporaneamente l’esecuzione del brano scelto e queste dipendono dalla scelta (anche personalizzabile) che uno effettua a livello di configurazione dell’app (agendo sull’icona in alto a dx a forma di equalizzatore/rondella di configurazione): si noti che le configurazioni impostate permangono nel tempo fin quando uno non la modifica, per cui uno se la ritrova riaprendo l’app e/o eseguendo anche altri brani. Nel seguito mostro alcuni screenshot che mostrano alcune delle funzionalità attivabili e personalizzabili:
A chi non l’avesse ancora notato vedendo gli screenshot che ho messo, ci tengo a evidenziare che tra le molteplici funzionalità, quest’app ne presenta alcune davvero particolari come il Separatore di brani: consente, dopo opportuna sua elaborazione dell’audio indicato, di separare i brani nei singoli strumenti (voci, batteria, basso, pianoforte e accompagnamento) e permette poi di regolare indipendentemente il volume di ciascuno di essi.
Si può scaricare anche ovviamente dall’App Store e pure da quello di Amazon sempre gratuitamente e inoltre ne esiste pure una Web App (i.e. che si esegue internamente a qualsiasi browser) per cui molto comoda da usare su PC/tablet:
Si possono ovviamente trovare tutte le informazioni dettagliate anche nel sito apposito dedicato a questo programma: https://musicspeedchanger.com/
Anche iRealPro (app solo a pagamento, ma vale molto di più di quanto consta!) consente di modificare la velocità dei brani di cui fornisce back track, accordi ecc… e permette anche di effettuare la trasposizione desiderata sia a livello di audio sia di accordi ma, per quello che ne so, lo fa solo sui molteplici che ha nelle sue librerie (scaricabili a seconda dell proprio interesse musicale) e non su un brano mp3 che uno ha, magari allegato a un libro didattico di musica:
Ciascun browser, ad esempio Edge presente in tutti i PC Microsoft, ha poi componenti aggiuntivi (agevolmente installabili e che vanno ad aggiungere funzionalità specifiche desiderate a quel browser) tra i quali ne compaiono anche alcuni per modificare la velocità di un audio o di un video eseguiti tramite il browser (e.g. disponibili online). Analogo discorso sugli add-on che consentono di effettuare dei loop interni a un brano/video.
Diversi sono gli add-on installabili nel browser Edge che realizzano funzionalità di controllo audio e video
Anche se non è relativo all’oggetto di questo post, consiglio anche per imparare scale e accordi con l’ausilio del circolo delle quinte, l’app Scales Chord Progressions (che in realtà si chiama Pocket Composer, come si educe andando nel suo About this, ma probabilmente nella pubblicazione nel Play Store lo sviluppatore ha dovuto indicare un nome differente esistendo già un’altra app con quel nome!):
Sebbene ne esistano differenti di navigatori, taluni anche con un’interfaccia utente secondo me migliore (e.g. quella dei TomTom è sicuramente ottima effettuando in automatico degli zoom sulla strada quando questo può essere utile a migliorare l’esperienza di navigazione), sicuramente Google Maps è il più usato avendolo uno generalmente sempre installato sul proprio smartphone. Anch’io, praticamente, il mio TomTom (pur apprezzandone l’interfaccia utente) lo tiro fuori oramai solo più quando vado in vacanza e faccio viaggi per più giorni, e per un uso giornaliero uso invece Google Maps. Tra l’altro, essendo molto utilizzato, trovo che sia il più affidabile come informazioni sul traffico reale e quindi anche sulle proposte di percorso da effettuare…
Perciò, questo nuovo post integra alcune informazioni su Google Maps e nasce da una problematica che ho avuto recentemente e che sono riuscito che a risolvere solo ora a tavolino: infatti, generalmente quando uno deve usare un navigatore non ha certo tempo per affrontare adeguatamente delle problematiche che incontra utilizzandolo!! Diversamente da quanto avveniva in passato, anche posizionando lo smartphone in orizzontale, quando facevo partire la navigazione la mappa rimaneva visualizzata in verticale e non si ruotava in orizzontale, visualizzazione sicuramente più consona per un navigatore!
L’orientamento in orizzontale (landscape mode) è sicuramente quello più indicato per una navigazione
Dal momento che non avevo cambiato nulla nelle impostazioni sia dell’app sia dello smartphone, ho pensato che fosse dovuto a un inspiegabile aggiornamento dell’app. Ho comunque cercato di guardare nelle opzioni di navigazione rese disponibili nell’app per vedere se ce n’era qualcuna a tale proposito, magari inserita recentemente. Ho realizzato che quell’app ha le sue opzioni di navigazione non proprio tutte agevolmente raggiungibili: sicuramente si sarebbe potuto fare di meglio in termini di usabilità, per migliorare questo aspetto della sua interfaccia utente! Personalmente ho infatti trovato poco idoneo “nascondere” tali opzioni di navigazione nel menù che compare cliccando sull’icona relativa alla propria utenza Google (in alto a destra). È sì vero che alcune si possono raggiungere dalla voce Opzioni del menù che compare agendo sui tre puntini verticali presenti a destra quando uno imposta un percorso, ma si tratta solo di alcune (e.g. evitare pedaggi e scelta del percorso a minor consumo di carburante) delle molteplici impostazioni presenti nell’app!
Le uniche opzioni di viaggio rese disponibili agendo sulla voce Opzioni del menù della pagina di impostazione del viaggio
Comunque, anche in quel menù di primo livello (agendo sui tre puntini verticali) si possono trovare utili funzionalità che ho sottolineato nel seguito (e.g. impostare ora di partenza o di arrivo; condividere la posizione; cercare lungo il percorso – stazioni di servizio, ristoranti, caffetterie, fast food, alimentari, bancomat):
Impostazioni disponibili dal menù si navigazione (tre puntini verticali)
Nel seguito mostro i passaggi necessari per arrivare a visualizzare (ed eventualmente modificare) tutte le opzioni di navigazione:
In quella sezione di Impostazioni di navigazione si possono impostare diverse cose… ma non l’orientazione della mappa. Nel seguito alcune delle impostazioni che giudico di maggior interesse, tra cui visualizzare i limiti di velocità e il tachimetro, decidere se riprodurre la voce tramite Bluetooth e anche durante le telefonate, evitare pedaggi:
In particolare sottolineo che, nella selezione della lingua utilizzata per fornire le indicazioni vocalmente, esistono due possibilità: una indicata solo con Italiano e un’altra, indicata come Predefinita (italiano), che pronuncia anche i nomi delle strade e che personalmente consiglio:
Interessante è anche la possibilità di rendere ben visibili le indicazioni rapide durante la guida che fa comparire degli appositi pulsanti rotondi sulla destra della mappa, una volta fatta partire la navigazione: tra questi c’è quello che consente di inviare una segnalazione (i.e. incidente, autovelox mobile, rallentamento, lavori in corso, chiusura corsia, veicolo in panne, oggetto su strada): questa funzionalità è assai interessante in quanto consente di ottenere, direttamente dagli utilizzatori dell’app, informazioni potenzialmente utili (dopo avere effettuato, immagino, un opportuno filtraggio lato server).
Infine si può anche da qui impostare l’Assistente Google che consente di interagire vocalmente con il navigatore, dopo aver ovviamente autorizzato gli opportuni permessi:
Insomma diverse e molteplici sono le impostazioni interessanti (anche se talune un po’ troppo “nascoste”), ma nulla relativamente all’orientamento della mappa. In realtà esiste in quell’app, sempre nella sezione Impostazioni di navigazione, la possibilità di impostare l’opzione Mantieni nord in alto, ma questa secondo me non aiuta certo a migliorare l’esperienza di navigazione🙄:
Come quindi ho fatto per risolvere il mio problema originario di mancata visualizzazione in orizzontale della mappa di navigazione ruotando lo smartphone? Neppure cercando tra le opzioni (icona a ingranaggio in alto a destra) del mio cellulare Samsung, ero riuscito a trovare un’opzione relativa all’orientamento dello schermo, sebbene ricordassi di averla trovata tempo fa… Ora tale opzione sembra rimanga solo a livello di impostazioni della barra in alto (quella resa visibile facendo scorrere dall’alto con un dito) essendoci un’apposita icona per gestire la funzionalità relativa alla rotazione e che consente di metterla Verticale o Automatica: insomma renderla fissa in orizzontale non si può ma, rendendola automatica, la modalità di visualizzazione (verticale/portrate od orizzontale/landscape) dipende dall’orientamento attuale del telefono ed è quello che generalmente uno desidera! Infatti era l’impostazione che sempre ho avuto e che per qualche motivo ho trovato invece ora modificata… 🙄: strano che altre app, quale ad esempio YouTube, comunque continuassero a visualizzare i video in orizzontale nonostante quella impostazione in Verticale delle impostazioni del telefono (il che mi aveva depistato e fatto supporre che non fosse un problema di impostazione dello smartphone, ma bensì legato specifico all’app Maps)! Comunque ho verificato che, magari dopo qualche aggiornamento, anche senza averla modificata, può succedere che quella impostazione sulla rotazione automatica del display uno la si ritrovi nella sua modalità di default (i.e. in verticale) e sia quindi necessario ripristinare manualmente la modalità in rotazione automatica… 😳
Insomma, da questa carrellata di possibili configurazioni dell’app Google Maps abbiamo visto quante opzioni è possibile impostare agendo un po’ da diversi menù… e, detto fra noi, una “forzatura” da parte dell’app relativamente all’orientamento della mappa di navigazione in orizzontale (indipendente dalle impostazioni del telefono) magari si sarebbe potuta anche aggiungere! 😉